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Goiacomo Conserva

Andrea Alciati

Il libro degli emblemi di Andrea Alciati (1531, poi innumerevoli altre edizioni e traduzioni) fu un libro fondamentale; lo stile, i temi, i motivi furono alla base della fioritura enorme di opere di emblemi e imprese che caratterizzarono la civilt europea nella seconda met del 500 e nel 600. Un titolo- unimmagine- un commento (o narrazione): il tutto al servizio di una visione allegorica del mondo che Benjamin stato fra i primi ad indagare; un mondo ossessionato dalla caducit e dalla vanit di ogni gloria e gioia terrena. Ma in Alciati (che fu un eminente giurista e docente, e oper fra il ducato di Milano, la Francia, la Germania, e di nuovo lItalia, a quel punto saldamente dominata dagli Asburgo) il quadro molto diverso: pace, equilibrio, misura; i mali del mondo esistono, vengono visti e analizzati- ma ragione e speranza permettono di guardarli per quello che sono, nel loro venire avanti e nel loro scomparire. Le immagini (aggiunte a posteriori) sono paesaggi rinascimentali, scene mitologiche, exempla- con un verismo tranquillo (e duro, a volte) che non sarebbe durato molto. La lingua il latino degli scritti dotti del Rinascimento- piena per di un eloquio basso e tecnicismi, con un fermo aggancio al mondo effettuale. Dagli epigrammi greci (che Alciati collabor a tradurre in una edizione inizio 500 della Antologia Palatina) viene desunta la capacit di riassumere in pochi tratti i dettagli di una situazione interpersonale e di una storia, e di collocarla in un mondo ben preciso (Questalbero, questa curva del sentiero, questa pietra, questa montagna). Lenorme erudizione classica che sta a monte non un peso ma, come negli Adagia di Erasmo (suo contemporaneo), uno strumento lieve e preciso per scandagliare gli eventi. Tutto ci appunto non era destinato a durare (il traduttore di Erasmo in francese venne condannato al rogo a met del 500).- ben altro tono venne assunto dalle culture in lotta al tempo delle guerre di religione e della guerra dei 30 anni (per non parlare della conquista delle Americhe). Con i suoi lutti, con i suoi danni/ la guerra tanto tempo che c. Pure, un po di quella serenit dura. Andrea Alciati, A book of emblems. The Emblematum Liber in Latin and English, a c. di John F. Moffitt, Mc Farland, 2004. Walter Benjamin, Il drama barocco tedesco, Einaudi. 1980 (1928). Albrecht Schne, Emblematik und Drama im Zeitalter des Barock, Beck, 1993 (1a ed. 1964). Erasmo da Rotterdam, Adagia, Salerno, 2002 (scelta parziale, con il testo a fronte). http://www.mun.ca/alciato/index.html http://www.ces.arts.gla.ac.uk/html/AHRBProject.htm

Emblema CLXXVIII (177 nelledizione di Moffitt) Ex bello pax

Dopo la guerra, la pace Ecco un elmo, portato un tempo da un intrepido soldato, e spesso cosparso del sangue dei nemici. Adesso che c la pace, ha permesso alle api di usarlo come alveare, e i favi producono dolce miele.- Che le armi rimangano da parte; che sia lecito iniziare la guerra solo quando non si possono altrimenti godere le arti della pace.

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