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FRAGMENT EXPERIENCE a cura di Silvio Valpreda

Fragment experience un lavoro collettivo sulla memoria e su come essa possa aiutarci ad affrontare il futuro. Non una novit cercare nel passato indizi e segnali utili a comprendere il cammino ignoto che sta dinanzi a noi: le statuette romane degli avi, presenti anche in molte altre civilt, oppure gli amuleti dei popoli primitivi sono degli esempi. La societ occidentale contemporanea sembra per sbilanciata sul presente, pur essendo pi che mai intimorita riguardo al futuro. Dalla seconda met dello scorso secolo il concetto di passato stato sostituito con vecchio, superato, obsoleto. La memoria, e la storia stessa, sono state considerate se non concetti vergognosi almeno risibili. Il progresso stato inteso, straordinariamente bipartisan da destra come da sinistra, come un processo di univoco miglioramento pronto a stracciare ogni fondamenta pregressa. Parole dordine come il sole dellavvenire allo stesso modo di ordine nuovo sono sembrate capaci di incarnare il desiderio diffuso di sostituire tutto ci che cera stato prima. Dimenticare, richiudendo gli scheletri negli armadi. Complice di questo sentire stato, oltre che un periodo di eccezionale sviluppo economico e tecnico seguito alla seconda guerra mondiale, anche una visione istituzionale della Storia intesa come una marcia univoca verso il miglioramento. sembrato che lacquisizione di capacit tecniche e soprattutto analitiche da parte delluomo prevedere il futuro (in generale positivo) fosse pi semplice e sensato che comprendere e trarre insegnamento dal passato. Il cammino della storia, cos come il percorso personale delle vite di ciascuno, non sono per percorsi lineari, piuttosto somigliano a labirinti nei quali, attraverso vie diverse, ci si ritrova pi volte negli stessi punti. La memoria ha anche unaltro compito: quello di confortarci. Quanto pi siamo spaventati e ci sentiamo insicuri del futuro, tanto pi rifugiarci nei ricordi rassicurante. Quando lorizzonte annerito da nuvole di temporale screziate da lampi spaventosi, la nostra memoria ci allevia rammentandoci di arcobaleni passati e di come, in un modo o nellaltro, dopo le bufere sia arrivato il sereno. La duplice valenza dei segnali del passato, comprensione del futuro e conforto, sono il tema di questa mostra composta da unopera collettiva di raccolta e classificazione di reperti, da un lavoro fotografico di Enrico Carpegna e dalle macchine generatrici di poesia dinamica di Daniela Calisi. La raccolta di reperti scelti da persone differenti, artisti e non artisti di ogni et e di diverse nazionalit, avviene in due tempi. Durante la prima parte della mostra, a partire dal 13 maggio, sono esposti, in buste portacampioni sui muri della galleria, frammenti scelti da artisti ed amici della galleria. Nel periodo successivo, ogni visitatore chiamato ad aggiungere il proprio frammento. Oggetti, brani di testo, materiali, piccole opere darte individuati da ciascun partecipante come elementi provenienti dal passato, inteso come storico o privato, indietro secoli o pochissimi istanti, che possono aiutarci ad affrontare il futuro.

Non vi selezione degli oggetti da parte del curatore, ogni scelta considerata legittima e non sono richieste spiegazioni riguardo la decisione. Ogni frammento rappresenta qualcosa, un sentimento intimo o un riferimento storico, per la persona che lo sceglie. La mostra pu essere letta come un bazar metafisico sul futuro, come una classificazione di amuleti o come unanalisi scientifica sulla percezione del passato. La serie di fotografie di Enrico Carpegna hanno trovato naturale collocazione allinterno di Fragment Experience. Si tratta di stampe fotografiche in copia unica realizzate con interventi fortemente manuali in camera oscura su materiali depoca. Rappresentano quindi in modo fisico un approccio metabolico dellartista verso la memoria ed il tentativo poetico di trasformarla in presente salvaguardandola per il futuro. frutto di una precisa scelta curatoriale il dare spazio a delle opere fotografiche realizzate con procedimento chimico e non digitale allinterno di questa mostra che tocca il tema della memoria. Il principale limite del digitale infatti quello di non essere in grado di esistere senza uno strumento tecnologico in grado di renderlo fruibile. Limmagine analogica conserva invece la sua carica rappresentativa fino alla distruzione fisica di s prescindendo da uneventuale obsolescenza o peggio di apparecchi e macchinari. Larcheologo del futuro potr recuperare ed interpretare le immagini stampate, ma molto probabilmente non avr a disposizione un lettore funzionante in grado di aprire un file odierno, cos come ad esempio un vecchio super8 oggi pi facilmente fruibile di una cassetta Betamax in realt pi recente ma legata ad uno strumento di riproduzione ormai difficilmente disponibile. I meccanismi poetici di Daniela Calisi sono invece degli automi in materiali di recupero che compongono, usando lingue differenti, variazioni sorprendenti di poesie nelle quali le parole si animano ed interagiscono con lo spettatore. La memoria oltre ad essere materia stessa delle poesie evocata nei materiali usati da Daniela Calisi e nella loro storia. Silvio Valpreda

Vernissage: venerd 13 maggio 2011 a partire dalle 18,30. Periodo mostra: 13 maggio 2011 8 luglio 2011. Sede: Galleria MOMUS arte e design Via Rocciamelone 12/d 10143 TORINO INGRESSO LIBERO Orari: Lun.-Ven. 10-13; 14,30-18,30 Sab. su appuntamento. Per informazioni: info@momustorino.com 011-0568932
www.momustorino.com

Ufficio stampa e organizzazione: Associazione MOMUS arte e design.

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