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Cicerone: SOMNIUM SCIPIONIS Paragrafi 1518

15. Atque ego, ut primum1 fletu represso loqui posse coepi, quaeso2, inquam pater sanctissime atque optume3, quoniam haec est vita4, ut Africanum audio dicere, quid moror in terris?5 Quin huc ad vos venire propero?6. Non est ita7, inquit ille nisi enim cum deus is, cuius hoc templum est omne quod conspicis, istis istis te corporis custodiis liberaverit, huc tibi aditus patere non potest8. Homines enim sunt hac lege generati, qui tuerentur9 illum globum, quem in hoc templo medium vides10, quae terra dicitur, iisque11 animus datus est ex illis sempiternis ignibus, quae sidera et stellas vocatis12, quae globosae et rotundae, divinis animatae mentibus, circulos suos orbesque conficiunt celeritate mirabili13. Quare et tibi14, Publi15, et piis omnibus retinendus animus est in custodia corporis16, nec iniussu eius, a quo ille est vobis datus17, ex hominum vita migrandum est, ne munus humanum adsignatum a deo defugisse videamini18.

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ut primum: non appena. quaeso: per favore. Il verbo quaeso usato qui avverbialmente, come formula parentetica. 3 optume: equivale a optime. 4 quoniam... vita: poich questa la (vera) vita. la vita di cui lAfricano Maggiore, sulla scorta dellinsegnamento platonico, ha appena parlato. 5 quid moror in terris?: perch indugio sulla terra?. 6 Quin... propero?: perch non mi affretto a venire qui da voi?. In tutto il periodo che inizia con quaeso, la martellante allitterazione del suono qu (quaeso... inquam... quoniam... quid... quin) scandisce con particolare enfasi le domande di Scipione al padre. Lavverbio interrogativo quin introduce uninterrogativa retorica volitiva in cui la domanda equivale a un invito o a un comando. 7 Non est ita: no, davvero. Allultima domanda del figlio che gli ha chiesto, anche se implicitamente, se il suicidio sia o meno legittimo, Emilio Paolo ora risponde che esso non ammesso. 8 nisi enim... non potest: non ti pu infatti essere aperto laccesso al cielo (huc) se non quando quel dio, cui appartiene tutto questo spazio che vedi, ti avr liberato da codesta prigione del corpo. la condanna tipicamente platonica del suicidio. Lo stoicismo, invece, ammetteva il suicidio come soluzione estrema nel caso di un dolore insopportabile o di una malattia incurabile. Il sostantivo templum in origine indicava la porzione di cielo che laugure delimitava con un bastone ricurvo, il lituus, ed entro la quale osservava il volo degli uccelli per trarne gli auspici; passato poi a significare il luogo di culto, il tempio, esso veniva usato poeticamente anche per indicare il cielo. 9 qui tuerentur: per proteggere. una proposizione relativa con valore finale. 10 illum globum... vides: quella sfera, che vedi in mezzo a questo cielo. la terra, come verr detto subito dopo considerata il centro di un universo di tipo platonico-aristotelico. 11 iisque: si intende agli uomini. 12 animus... vocatis: viene richiamata la teoria pitagorica, e poi platonica secondo la quale lanima ha origine dagli astri (sidera et stellas, costellazioni e stelle), esseri divini e viventi. Si ricordi che anche gli stoici teorizzavano la natura ignea dellanima, frammento o scintilla del Logos divino. 13 quae globosae... mirabili: che, sferiche e circolari, animate da intelligenze divine, con incredibile velocit percorrono proprie orbite circolari. Le stelle sono sferiche nella loro perfezione e circolari per come appaiono allocchio umano. Lespressione circulos orbesque unendiadi. 14 tibi: come il successivo piis omnibus, un dativo dagente retto dalla perifrastica passiva retinendus animus est. 15 Publi: Emilio Paolo si rivolge al figlio usando, come naturale il semplice prenome. 16 in custodia corporis: nella prigione del corpo. Il concetto pitagorico-platonico del corpo prigione dellanima diventa qui equivalente a quello di una missione caratterizzata in senso civile-patriottico. Cicerone, a questo proposito, si avvale del termine custodia nel suo duplice significato di prigione e di corpo di guardia, in cui il soldato svolge il proprio compito. 17 iniussu... datus: senza lapprovazione di colui dal quale quella vi stata data. Il soggetto sottinteso animus. Il dio che ha dato lanima agli uomini assume qui il ruolo di un comandante che lunico ad avere il diritto di fare cessare la missione dei propri soldati, gli uomini, nel mondo. 18 ne... videamini: perch non sembri che abbiate traditi il compito umano assegnato dal dio.

16. Sed sic Scipio1 ut avus hic tuus, ut ego, qui te genui, iustitiam cole et pietatem, quae cum2 magna in parentibus et propinquis3, tum in patria maxima est4; ea vita via est in caelum5 et in hunc coetum6 eorum, qui iam vixerunt et corpore laxati illum incolunt locum7, quem vides, erat autem is splendidissimo candore inter flammas circus elucens8 quem vos, ut9 a Grais10 accepistis, orbem lacteum11 nuncupatis12. Ex quo13 omnia mihi contemplanti14 praeclara cetera15 et mirabilia videbantur. Erant autem eae16 stellae, quas numquam ex hoc loco17 vidimus et eae magnitudines18 omnium, quas esse numquam suspicati sumus19, ex quibus20 erat ea minima, quae ultima a caelo, citima terris luce lucebat aliena21. Stellarum autem globi22 terrae magnitudinem facile vincebant23. Iam vero ipsa terra ita mihi parva visa est, ut me imperii nostri, quo quasi punctum eius attingimus, paeniteret24.

Scipio: un vocativo. Il tono, con limpiego del nomen, si fa pi solenne. Emilio Paolo, infatti, rivolge al figlio un invito esplicito a continuare il tradizionale impegno politico, proprio sia della sua famiglia dorigine sia di quella adottiva. 2 cum... tum: come... cos, se... a maggior ragione. 3 in parentibus et propinquis: per quanto riguarda i genitori e i parenti. 4 in patria maxima est: la pietas, il rispetto e lamore per la patria deve avere il sopravvento su tutti gli altri. 5 ea vita... in caelum: questo tipo di vita la via (che porta) verso il cielo. di grande efficacia espressiva il gioco allitterativo vita/ via. 6 in hunc coetum: verso questo concilio. 7 corpore... locum: sciolti dal corpo abitano in quel luogo. Il participio laxati, che riprende la metafora del corpocarcere, traduce il participio eklumenos, sciolto, usato da Platone nel Fedone. La potente allitterazione dei suoni liquidi l,m e n (laxati illum incolunt locum) concorre a sottolineare lidea dello scioglimento e della liberazione delle anime dai corpi. 8 erat... elucens: questo infatti era un cerchio luminoso di un candore abbagliante, in mezzo ai fuochi astrali. 9 ut: come. 10 a Grais: laggettivo Graius la forma poetica di Graecus. 11 orbem lacteum: via Lattea. Lespressione traduce il greco ghalaxas o ghalaktiks kklos. Per i greci non era la sede unica ed esclusiva delle anime degli eroi dellumanit. Poich gli antichi ritenevano che essa fosse anche il regno dei sogni, Cicerone probabilmente la giudic pi pertinente con il carattere della narrazione del Somnium. 12 nuncupatis: chiamate. Il verbo nuncupare, da nomen e capere, di uso arcaico e solenne. 13 Ex quo: sottinteso orbe o loco. Il padre Emilio Paolo ha finito di parlare; Scipione Emiliano sognando di trovarsi proprio sulla via Lattea, ora dar una prima descrizione delluniverso visto da lass. 14 omnia mihi contemplanti: a me che contemplavo tutto. 15 cetera: gli altri corpi celesti. 16 eae: tali. 17 ex hoc loco: si riferisce alla terra sulla quale Scipione si trova mentre racconta il sogno. 18 magnitudines: le dimensioni. 19 quas... suspicati sumus: quali non avremmo mai sospettato che ci potessero essere. Lindicativo suspicati sumus un falso condizionale. 20 ex quibus: un complemento partitivo. 21 minima, quae... aliena: la pi piccola, che pi lontana dal cielo, pi vicina alla terra, splendeva di una luce non sua. I filosofi ionici, Anassagora per primo, avevano gi notato che la luna brillava della luce riflessa dal sole. La figura etimologica luce lucebat, ossia lespediente stilistico per il quale si accostano parole che hanno la medesima radice, conferisce poeticit allespressione. 22 Stellarum... globi: le sfere stellari. 23 facile vincebant: superavano di gran lunga. 24 ut me... paeniteret: che provavo vergogna del nostro impero con cui tocchiamo solo un piccolo punto, per cos dire (quasi), di essa. La riflessione di Scipione anticipa quanto gli verr detto pi avanti dallAfricano Maggiore sulla pochezza della gloria terrena (paragrafi 20-22). Lut introduce una proposizione consecutiva. Il verbo paeniteret, assolutamente impersonale, qui costruito regolarmente con laccusativo della persona e il genitivo della cosa.

17. Quam1 cum magis2 intuerer: quaeso3, inquit Africanus quousque4 humi5 defixa tua mens erit? Nonne6 aspicis, quae in templa veneris7? Novem tibi orbibus vel potius globis conexa sunt omnia8, quorum unus est caelestis, extumus, qui reliquos omnes complectitur9, summus ipse deus arcens et continens ceteros10; in quo sunt infixi illi, qui volvuntur, stellarum cursus sempiterni11. Huic subiecti sunt septem12, qui versantur retro contrario motu atque caelum13. Ex quibus14 summum globum possidet illa, quam in terris Saturniam nominant15. Deinde est hominum generi prosperus et salutaris16 ille fulgor, qui dicitur Iovis. Tum rutilus horribilisque terris17, quem Martium dicitis; deinde subter18 mediam fere regionem Sol obtinet, dux et princeps et moderator luminum reliquorum19, mens mundi et temperatio20, tanta magnitudine21, ut cuncta sua luce lustret et compleat. Hunc ut comites22 consequuntur Veneris alter, alter Mercurii cursus23, in infimoque orbe24 Luna radiis solis
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Quam: riferito a terra del paragrafo precedente. Si tratta di un nesso relativo. magis: troppo a lungo. 3 quaeso: per favore. 4 quousque: fino a quando. 5 humi: un genitivo locativo. 6 Nonne: introduce uninterrogativa retorica che attende una risposta affermativa. 7 quae... veneris: in quali spazi celesti sei giunto. Ha ripreso a parlare lAfricano, di cui Scipione riferisce ai presenti le autentiche parole. Il discorso sulluniverso si fa pi preciso e complesso per diventare una vera e propria lezione di cosmologia. Per luso del termine templum cfr. il paragrafo 15. 8 Novem... omnia: tutto luniverso costituito da nove cerchi o, piuttosto, sfere. Il dativo tibi etico e pu essere omesso nella traduzione. 9 quorum... complectitur: delle quali una quella del cielo, la pi esterna, che abbraccia tutte le altre; si tratta del cielo delle stelle fisse. La forma extumus equivale a extimus, che il superlativo di exterus in luogo del pi usato extremus. Ha inizio con queste precisazioni dellAfricano lesposizione del sistema astronomico. Attorno alla terra, collocata al centro delluniverso, ruotano otto corpi celesti concentrici: il cielo delle stelle fisse e le sette sfere dei pianeti (Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio, il sole e la luna considerati anchessi pianeti. La terra occupa la nona sfera. La concezione geocentrica delluniverso, che risaliva allet classica, venne poi elaborata nel IV secolo a.C. dal filosofo Aristotele, che assegn a un primo motore immobile il compito di imprimere il moto alle intelligenze e quindi alle otto sfere celesti. Nella prima met del II secolo d.C. lastronomo Claudio Tolomeo sistematizz tale concezione e vi aggiunse un ulteriore cielo, esterno a quello delle stelle fisse, il cristallino o primo mobile; il sistema tolemaico fu poi ripreso nel Medioevo ed ereditato da Dante nella Divina Commedia. 10 summus... ceteros: esso stesso dio supremo, che comprende e tiene in sieme tutte le altre. Come sottolinea opportunamente lo Stok, la divinizzazione del cielo delle stelle fisse funzionale alla dimensione alto/basso che orienta tutto il Sogno, per cui ci che pi alto, pi distante dalla terra, partecipa maggiormente della sostanza divina. Cicerone negli Academica attribuisce agli stoici che la divinit sia collocata in particolare nel cielo delle stelle fisse, ma tale concezione era propria anche di Empedocle, di Democrito, dei pitagorici e di Platone stesso. 11 in quo... sempiterni: traduci liberamente: in esso sono infisse le stelle che girano con eterno movimento. Il soggetto della frase, letteralmente, stellarum cursum sempiterni, gli eterni movimenti delle stelle. 12 huic... septem: a questo sono sottoposte le sette sfere. Il soggetto sottinteso globi. Si tratta delle sfere dei pianeti. 13 qui... caelum: che ruotano allindietro con un movimento contrario a quello del cielo (delle stelle fisse). Il cielo delle stelle fisse ruota da occidente a oriente, i pianeti invece da oriente verso occidente, come viene precisato da Cicerone nel De natura deorum. La congiunzione atque ha, in questo caso, la stessa funzione comparativa di quam. 14 Ex quibus: un complemento partitivo. 15 summum... nominant: quellastro, che sulla terra chiamano Saturno, occupa la sfera pi grande. Fino alla scoperta di Urano e Nettuno il pianeta Saturno fu considerato il pi lontano dalla terra. Il soggetto sottinteso stella. 16 prosperus et salutaris: la stella di Giove era cos ritenuta, perch, secondo unerrata etimologia, il nome Iuppiter, Iovis veniva ricondotto al verbo iuvare, giovare. 17 rutilus... terris: rosso e rovinoso per la terra, perch Marte era tradizionalmente identificato con il dio della guerra. 18 subter: un avverbio. 19 dux... reliquorum: guida, capo e reggitore degli astri. I pitagorici e gli stoici attribuivano grande importanza al sole, simbolo del fuoco creatore, che animava luniverso. 20 mens... temperatio: anima e principio regolatore delluniverso. 21 tanta magnitudine: un ablativo di qualit. 22 ut comites: come satelliti. 23 Veneris... cursus: lorbita di Venere e quella di Mercurio. Alcuni studiosi attribuiscono al filosofo del IV secolo a.C. Eraclide Pontico la teoria secondo cui Venere e Mercurio ruoterebbero intorno al sole, come veri e propri satelliti, e il sole intorno alla terra, prefigurando quindi la concezione eliocentrica. 24 in infimoque orbe: e nella sfera pi bassa.

accensa convertitur25. Infra26 autem iam nihil est nisi mortale et caducum27 praeter animos munere deorum hominum generi datos28; supra Lunam sunt aeterna omnia. Nam ea, quae est media et nona, Tellus29, neque movetur et infima est30, et in eam feruntur omnia nutu suo pondera31.

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convertitur: ruota. Infra: una preposizione che regge laccusativo. 27 nisi... caducum: nella dimensione alto/basso che caratterizza luniverso del Somnium, la luna rappresenta il confine tra lumano e il divino. Non a caso su di essa si fermano per un certo periodo di tempo le anime a purificarsi dei loro residui corporei prima di accedere al cielo. Che la luna segni il confine tra lumano e il divino anche dimostrato dal fatto che, mentre il cielo dotato di una straordinaria luminosit, essa, al contrario, non possiede una luce propria. 28 praeter animos... datos: allinfuori delle anime date al genere umano come dono degli di. Lablativo munere strumentale. 29 ea... Tellus: la terra, che sta al centro ed la nona (sfera). Tellus un termine di uso poetico. 30 neque... infima est: immobile ed al centro. Laggettivo infima qui equivale al precedente media. 31 in eam... pondera: su di essa cadono tutti i pesi per la loro inclinazione naturale. la legge della forza di gravit.

18. Quae1 cum intuerer stupens, ut me recepi2: Quid?, hic inquam quis est, qui complet aures, tantus et tam dulcis sonus3?. Hic est inquit ille4, qui intervallis disiunctus imparibus, sed tamen pro rata parte distinctis, impulsu et motu ipsorum orbium efficitur et acuta cum gravibus temperans varios aequabiliter concentus efficit5; nec enim silentio tanti motus incitari possunt 6, et natura fert7, ut extrema ex altera parte graviter, ex altera autem acute sonent8. Quam ob causam summus ille caeli stellifer cursus9, cuius conversio est concitatior10, acuto et excitato movetur sono11, gravissimo autem hic lunaris atque infimus12; nam terra nona immobilis manens una sede semper haeret13 complexa medium mundi locum14. Illi autem octo cursus, in quibus eadem vis est duorum15, septem efficiunt distinctos intervallis sonos16, qui numerus17 rerum omnium fere nodus est18. Quod19 docti homines nervis20 imitati atque cantibus aperuerunt sibi reditum in hunc locum, sicut alii, qui praestantibus ingeniis in vita humana divina studia coluerunt21.

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Quae: si sintende gli astri. un nesso relativo. ut me recepi: non appena mi ripresi. Ricordiamo che nel sogno il giovane Scipione sta osservando luniverso dalla via Lattea sotto la guida del nonno Scipione Africano Maggiore. Ha ora inizio la seconda parte di questa sezione del Somnium, quella relativa allacustica delluniverso. 3 hic... quis... sonus?: ordina: quis est hic sonus tantus (cos forte) et tam dulcis qui conplet aures meas? 4 ille: sta per ille sonus. 5 qui... efficit: che composto da note emesse a intervalli ineguali, ma tuttavia distribuiti ciascuno sulla base di un rapporto razionale (pro rata parte ratione), determinato dal movimento e dalla vibrazione delle sfere stesse e, mescolando in armonia i toni acuti con quelli gravi,produce accordi regolarmente variati. Il dulcis sonus la musica prodotta dal movimento di rotazione delle sfere celesti. Per i pitagorici i corpi emettevano un suono proporzionato alla velocit con cui si muovevano; allo stesso modo le otto sfere mobili, i pianeti, girando con una velocit diversa a seconda della loro distanza dalla terra, che sta al centro, immobile, producevano suoni di intensit diversa. 6 nec enim... possunt: e del resto movimenti cos ampi non possono essere compiuti in silenzio. 7 fert: vuole, esige. Segue una proposizione completiva. 8 ut... sonent: che le sfere estreme emettano da una parte suoni gravi e dallaltra suoni acuti. Come verr spiegato subito dopo, la luna, che la pi vicina alla terra e quindi ha il movimento pi lento, produce suoni gravi; il cielo delle stelle fisse, invece, che il pi lontano dalla terra e ruota con il moto pi veloce, emette suoni acuti. 9 summus... cursus: quella grandissima sfera stellata del cielo. La lunga perifrasi indica il cielo delle stelle fisse. Laggettivo stellifer un neologismo ciceroniano. 10 cuius... concitatior: la cui rotazione pi veloce. 11 acuto... sono: produce ruotando un suono acuto e vibrante. 12 hic... infimus: sottinteso cursus. 13 una... haeret: rimane sempre fissa nella stessa posizione. 14 complexa... locum: occupando il centro delluniverso. Osserva la forte allitterazione del suono m. 15 in quibus... duorum: traduci liberamente due delle quali hanno la medesima velocit, e quindi la medesima tonalit. Si tratta di Venere e Mercurio. 16 septem... sonos: emettono sette suoni distinti a diversi intervalli. Poich Venere e Mercurio emettono la medesima nota, dalle otto sfere mobili derivato leptacordo, il sistema musicale fondato sulle sette note. 17 qui numerus: equivale a numerus qui. 18 rerum... nodus est: , per cos dire (fere), la radice di tutte le cose. Per il valore del numero sette si veda la profezia sul futuro di Scipione. 19 Quod: questo meccanismo. il complemento oggetto di imitati. 20 nervis: con strumenti a corda. 21 aperuerunt... coluerunt: Cicerone dichiara che laccesso alla via Lattea aperto ai docti homines, i quali dallosservazione dellarmonia delluniverso inventarono la musica, e in generale a tutti coloro che coltivarono durante la vita i divina studia. Precedentemente (paragrafo 16) egli aveva insistito sul concetto che la vita politica a garantire tale accesso. Alla fine del sogno, infine, verr chiarito che tutte le anime ritorneranno nella loro sede originaria nel cielo e che la rapidit del ritorno legata alla moralit del comportamento tenuto in terra.

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