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TECNICHE DEL CONTROLLO AMBIENTALE

Prof. Chiara Aghemo

Anno Accadenmico 2003/2004


Gruppo di Fisica Tecnica Ambientale - FTARCH

LE GRANDEZZE FOTOMETRICHE
Grandezze utili a valutare il fenomeno luminoso in termini oggettivi

FLUSSO LUMINOSO INTENSITA LUMINOSA LUMINANZA ILLUMINAMENTO EMETTENZA LUMINOSA

FLUSSO LUMINOSO
Quantit di energia luminosa emessa da una sorgente nellunit di tempo

LUCE MONOCROMATICA

= K( ) e ,

K( ) = K max V ( )
[ lm ]

= K max e , V ( )
LUCE ETEROCROMATICA

= Kmax V ( ) d
e, 380 nm

780 nm

[ lm ]

K max = 683 lm/W

Fattore di conversione da grandezze energetiche a grandezze luminose

INTENSITA LUMINOSA
Flusso luminoso emesso da una sorgente puntiforme, per unit di angolo solido in una determinata direzione (densit angolare del flusso)

d I= d
SOLIDO FOTOMETRICO

[ cd ]

Superficie chiusa delimitata dal luogo dei punti estremi dei segmenti di lunghezza proporzionale allintensit della sorgente nelle diverse direzioni
Lintersezione del solido fotometrico con un piano passante per lasse verticale della sorgente individua una curva denominata indicatrice di emissione

LUMINANZA
Rapporto tra flusso luminoso emesso o riflesso da una superficie luminosa, per unit di angolo solido in una determinata direzione, e la superficie emettente proiettata su un piano perpendicolare alla direzione stessa

dA
(Superficie luminosa)

dA cos
(Superficie apparente)

d2 L= dA cos d

cd = nit 2 m

ILLUMINAMENTO
Rapporto tra il flusso luminoso incidente su una superficie elementare e larea della superficie elementare stessa

d E= dA

lm = lx 2 m

EMETTENZA LUMINOSA
rapporto tra il flusso luminoso emesso da un elemento di superficie e larea dellelemento stesso

d M= dA

lm m2

VISIONE

INFORMAZIONI DI CARATTERE COGNITIVO ED EMOTIVO RELATIVE ALLA SCENA PERCEPITA

PROGETTO DI ILLUMINAZIONE:

Luce Attivit Spazio fisico

Soggetto

OBIETTIVI GENERALI:
Garantire: - Sicurezza - Salute - Corretto svolgimento delle attivit - Benessere -

COMFORT VISIVO

COMFORT VISIVO
Condizione di soddisfazione delle esigenze di ordine visivo espresse dallutente

DETERMINATO ESSENZIALMENTE DA:

GRADO DI PRESTAZIONE VISIVA

GRADEVOLEZZA DELLAMBIENTE

PRESTAZIONE VISIVA
Velocit e accuratezza nello svolgimento di un compito visivo
compito visivo losservazione di dettagli e oggetti in relazione allo svolgimento di una determinata attivit

Leggere e scrivere

Osservare caratteristiche generali e dettagli di oggetti

Percepire spazi e ingombri

FATTORI INFLUENTI
CAPACITA VISIVE DEL SOGGETTO Acuit visiva et percezione delle profondit percezione dei colori CARATTERISTICHE DEL COMPITO VISIVO contrasto tempo di esposizione al compito angolo sotteso nitidezza dellimmagine CARATTERISTICHE DELLILLUMINAZIONE Rapporti di luminanza nel campo visivo specifico resa del contrasto abbagliamento caratteristiche spettrali delle sorgenti di luce ALTRE CARATTERISTICHE DELLAMBIENTE campo visivo vincoli dimensionali Vincoli di postura ALTRE CARATTERISTICHE SOGGETTIVE Stato danimo Stato di salute .

GRADEVOLEZZA DELLAMBIENTE
Risulta dal rapporto tra:

LUCE
(NATURALE ED ARTIFICIALE)

(CARATTERISTICHE DELLO SPAZIO E DELLE SUPERFICI)

AMBIENTE

SOGGETTO
(ATTITUDINI, PREFERENZE - ASPETTI PSICOLOGICI)

GRADEVOLEZZA DELLAMBIENTE

CRITERI DI VALUTAZIONE DEL COMFORT VISIVO

ILLUMINAMENTO DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE PRESENZA DI FENOMENI DI ABBAGLIAMENTO CONTRASTO E DIREZIONALITA DELLA LUCE COLORE DELLA LUCE RESA CROMATICA

ILLUMINAMENTO
Il comfort visivo dipende dalladeguatezza dellilluminamento sul piano di lavoro rispetto allattivit svolta QUANTITA di LUCE sul PIANO di LAVORO caratteristiche dellattivit caratteristiche del compito visivo attitudine visiva del soggetto

Rapporto tra la prestazione visiva relativa e lilluminamento al variare delle caratteristiche del compito visivo e dellet dei soggetti

DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE


Locchio percepisce lambiente e gli oggetti in ragione della loro luminanza Il comfort visivo dipende dalla ripartizione delle luminanze delle superfici comprese nel campo visivo

La distribuzione delle luminanze dipende anche dai FATTORI DI RIFLESSIONE delle superfici

Fattori di riflessione consigliati per le superfici dellambiente:


r soffitto > 60%

r pareti 30 -70%

r pavimento 30-70%

r parete finestrata > 60%

Generalmente locchio umano predilige una distribuzione delle luminanze in ambiente decrescente dallalto verso il basso

ABBAGLIAMENTO
Disturbo dovuto alla presenza nel campo visivo di sorgenti o superfici luminose con luminanza molto maggiore rispetto a quella di adattamento

Si distinguono i fenomeni di :

ABBAGLIAMENTO MOLESTO ABBAGLIAMENTO MOLESTO


( DISCOMFORT GLARE )

ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE ABBAGLIAMENTO PERTURBATORE


( DISABILITY GLARE )

ABBAGLIAMENTO DIRETTO ABBAGLIAMENTO DIRETTO ABBAGLIAMENTO RIFLESSO ABBAGLIAMENTO RIFLESSO

ABBAGLIAMENTO DIRETTO ABBAGLIAMENTO DIRETTO

Dovuto alla presenza di una sorgente luminosa di elevata luminanza nel campo visivo
ABBAGLIAMENTO RIFLESSO ABBAGLIAMENTO RIFLESSO

Dovuto alla riflessione della luce su una superficie lucida orizzontale o verticale

CONTRASTO e DIREZIONALITA DELLA LUCE


Il comfort visivo connesso allo svolgimento di attivit di lettura e scrittura dipende in modo particolare dal CONTRASTO DI LUMINANZA

Lf Lc C= Lf
Lf = luminanza dello sfondo Lc = luminanza del carattere Ad un abbassamento eccessivo del contrasto relativo corrisponde una diminuzione della prestazione visiva

La RESA DEL CONTRASTO dipende:


dal tipo di superficie delloggetto osservato dalla direzione di incidenza della luce dallindicatrice di emissione dellapparecchio

direzione dei raggi riflessi provenienti da B

direzione dei raggi riflessi provenienti da A

a)

b)

a a b b

disposizione corretta disposizione errata

Individuazione geometrica dellarea doffesa che si riflette sul piano di lavoro


VOLUME DOFFESA

CAMPO VISIVO

ABBAGLIAMENTO RIFLESSO ABBAGLIAMENTO RIFLESSO DA VELO DA VELO

Si verifica quando su una superficie lucida del compito visivo si creano riflessi dovuti a sorgenti o superfici luminose

La direzionalit della luce influisce sul comfort visivo ..

COLORE DELLA LUCE


Il colore della luce percepita agisce a livello fisiologico e psicologico influenzando la gradevolezza globale di un ambiente illuminato

campo di accettabilit

Diagramma di Kruitoff

Esempi

RESA CROMATICA
La resa cromatica di una sorgente esprime il grado di fedelt con cui essa restituisce, ovvero consente di percepire, i colori degli oggetti illuminati

A livello inconscio si determina un disagio qualora una sorgente non sia in grado di restituire fedelmente i colori presenti in ambiente

LILLUMINAZIONE ARTIFICIALE LE SORGENTI

AD INCANDESCENZA

A SCARICA IN GAS

A LUCE MISCELATA

SORGENTI AD INCANDESCENZA Principio di produzione della luce Lemissione luminosa nei solidi segue le leggi dello scambio termico radiativo Legge di Plank Legge di Stephan Boltzmann Legge di Wien Il tungsteno si comporta come un corpo grigio
= 0.45
2000

1500

E [W m nm ]

-2

-1

1000

corpo nero
500

tungsteno
0

380

780

1000 [nm]

2000

3000

SORGENTI AD INCANDESCENZA
Bulbo in vetro Filamento in tungsteno Conduttori Sostegni al filamento

Attacco a vite

Principio di funzionamento
1) Il filamento metallico di tungsteno viene percorso da corrente elettrica 2 )Il metallo surriscaldandosi per effetto Joule emette radiazioni elettromagnetiche, anche nello spettro visibile 3) Il gas inerte presente nel bulbo ritarda levaporazione del tungsteno consentendo di portare il filamento ad una pi elevata temperatura 4) Il vapore di tungsteno liberatosi condensa sulle pareti del bulbo pi fredde che anneriscono 5) La sublimazione degli atomi di tungsteno provoca una riduzione progressiva della sezione del filamento fino alla

SORGENTI A SCARICA Principio di produzione della luce 1) Latomo pu essere schematizzato come un nucleo intorno al quale gravitano elettroni che percorrono orbite determinate. Ad ogni orbita corrisponde un livello energetico (gli elettroni pi distanti dal nucleo posseggono maggiore energia). 2)Somministrando una quantit di energia lelettrone si porta a un livello energetico superiore saltando da unorbita allaltra. 3)La condizione di eccitazione instabile e di breve durata: lelettrone ritorna allo stato iniziale liberando energia attraverso lemissione di quanti di energia elettromagnetica. E2-E1 = h Legge di Planck
E1 = energia prima del salto orbitale [J] E2 = energia dopo il salto orbitale [J] h = costante di Planck = 6.63*10-34 [Js] = frequenza [Hz]

Atomo di metallo

SORGENTI A SCARICA

Bulbo esterno Tubo di scarica

Elettrodi

Attacco

Principio di funzionamento
1) Il tubo di scarica un piccolo tubo con degli elettrodi sigillati al suo interno e riempito di una miscela di gas (xenon, neon, argon, cripton), tra cui un metallo (mercurio, sodio) 2) La scarica elettrica applicata agli elettrodi agisce sugli elettroni liberi nel gas mettendoli in moto 3) La movimentazione degli elettroni provoca delle collisioni con gli atomi del metallo dando luogo a una ionizzazione (innesco della scarica) 4) La scarica trasferita dal gas dinnesto al metallo, che mantiene la scarica 5) La scarica ha luogo sia in bassa che in alta pressione

Emissione spettrale nel campo del visibile di un filamento di tungsteno


(sorgenti a incandescenza)

Emissione spettrale nel campo del visibile di alcuni gas


(sorgenti a scarica)

SORGENTI A LUCE MISCELATA

Bulbo Filamento spiralizzato Tubo di scarica Supporto Elettrodo principale Fosfori Sostegno

Attacco

Principio di produzione della luce Utilizza contemporaneamente i principi di produzione della luce dellincandescenza e della scarica in gas

SORGENTI AD INCANDESCENZA
SORGENTI AD INCANDESCENZA
filamento nel vuoto filamento in gas inerti a ciclo di alogeni

a bassa tensione

monoattacco GLS

biattacco

a bassissima tensione Reflector senza riflettore PAR con riflettore

DISTRIBUZIONE SPETTRALE

SORGENTI INCANDESCENTI CLASSICHE


BELLALUX TORTIGLIONE

SORGENTI CON RIFLETTORE INCORPORATO

PAR

SPOT

SORGENTI INCANDESCENTI A CICLO DI ALOGENI


Un bulbo in quarzo, di dimensioni ridotte rispetto a quello delle sorgenti incandescenti tradizionali contiene un filamento di tungsteno doppiamente spiralizzato oltre che una miscela di gas inerti arricchita di sostanze alogene (iodio e bromo)

Principio di funzionamento:
1)Il filamento di tungsteno, portato a incandescenza, sublima 2)I vapori di tungsteno migrano verso la parete interna del bulbo la cui temperatura di circa 700C 3) Il tungsteno si combina con gli alogeni in prossimit della parete del bulbo, formando degli alogenuri 4)Trasportati dai moti convettivi interni gli alogenuri si dirigono verso il filamento (2500C) 5) Per via dellelevata temperatura gli alogenuri si dissociano nuovamente in alogeni e tungsteno 6) Il tungsteno si rideposita sul filamento che, parzialmente, si rigenera

SORGENTI INCANDESCENTI A CICLO DI ALOGENI

Sorgente a due attacchi laterali Sorgente con riflettore sfaccettato in alluminio

Sorgente senza riflettore

Sorgente compatta con attacco a vite

SORGENTI INCANDESCENTI A CICLO DI ALOGENI CON RIFLETTORE DICROICO


Sorgenti con riflettore dicroico

Luso di riflettore in vetro dicroico consente di riflettere le radiazioni visibili e di assorbire e trasmettere nella zona retrostante la lampada circa il 65% della radiazione infrarossa riducendo il rischio di surriscaldamento frontale

SORGENTI A SCARICA
SORGENTI A SCARICA
a induzione fluorescenti
tubolari compatte

a vapori di sodio ad alta pressione a vapori di mercurio ad alta pressione


monoattacco

a vapori di sodio a bassa pressione

ad alogenuri metallici

biattacco

ESEMPI DI DISTRIBUZIONE SPETTRALE DI SORGENTI A SCARICA


VAPORI DI ALOGENURI VAPORI DI MERCURIO VAPORI DI SODIO

alta pressione

alta pressione

alta pressione

bassa pressione

SORGENTI A SCARICA FLUORESCENTI


( a vapori di mercurio a bassa pressione)

Principio di funzionamento Fluorescenza: propriet di un materiale (es.: fosfori) di emettere radiazioni visibili quando viene eccitato da radiazioni ultraviolette

1) Ai due estremi del tubo sono posti due elettrodi 2) La scarica viene innescata da gas ausiliari (argon, cripton, xenon) 3) Il tubo contiene vapore di mercurio che eccitato produce radiazioni ultraviolette 4) La radiazione ultravioletta viene trasformata in radiazione visibile dalle polveri fluorescenti di rivestimento del tubo

SORGENTI FLUORESCENTI

Sorgente lineare

Sorgente circolare

SORGENTI A SCARICA VAPORI DI ALOGENURI METALLICI


Bulbo Rivestimento interno Tubo di scarica in quarzo

Supporto Attacco

Conformazione della sorgente

Per ottenere una luce caratterizzata da uno spettro ben bilanciato, oltre al mercurio e allargon, vengono introdotti nel tubo di scarica in quarzo altri additivi (ioduri di sodio, di tallio, etc.) che possono intervenire nel fenomeno della scarica e sono adatti a produrre radiazioni luminose di lunghezza donda tale da integrare le caranze dello spettro corrispondente al vapore di mercurio.

LED: LIGHT EMITTING DIODES

Principio di funzionamento
La composizione tipica di un LED la seguente: un substrato sul quale si trova uno strato di tipo n (ricco, cio, di atomi che rilasciano elettroni) e poi uno di tipo p (ricco di atomi che catturano elettroni e lasciano a loro posto buche di carica positiva). Tra i due strati, che formano un diodio, c uno strato attivo neutro. Se si applica una tensione opportuna tra gli strati n e p, elettroni e buche confluiscono nello strato attivo e, ricombinandosi, emettono luce.

CRITERI DI SCELTA DELLE SORGENTI LUMINOSE

GARANTIRE IL COMFORT MINIMIZZARE I CONSUMI ENERGETICI MINIMIZZARE I COSTI DI MANUTENZIONE

PARAMETRI CARATTERIZZANTI LE SORGENTI LUMINOSE


FLUSSO LUMINOSO EFFICIENZA LUMINOSA DURATA MEDIA DECADIMENTO DEL FLUSSO LUMINOSO TEMPO DI ACCENSIONE E RIACCENSIONE INDICE DI RESA CROMATICA TEMPERATURA DI COLORE

PARAMETRI CARATTERIZZANTI

FLUSSO LUMINOSO
[lm]

Quantit di luce emessa da una sorgente nellunit di tempo in tutto lo spettro visibile

SORGENTI AD INCANDESCENZA
TRASPARENTE CON RIFLETTORE ALOGENA ALOGENA LINEARE ALOGENA bassa tensione 15-1000 25-300 25-250 60-2000 5-100

lm
90-18800 290-1100 460-4200 840-44000 60-2200

SORGENTI A SCARICA
FLUORESCENTE COMPATTA FLUORESCENTE LINEARE FLUORESC. LIN. Ra VAPORI DI MERCURIO VAPORI DI MERCURIO Ra VAPORI DI SODIO ALTA P VAPORI DI SODIO ALTA P. Ra VAPORI DI SODIO BASSA P IODURI METALLICI IODURI METALLICI Ra INDUZIONE QL 85/83 INDUZIONE QL 55/83

3-55 100-4800 4-80 120-7000 6-58 220-3750 50-1000 1600-58000 106-260 1100-5500 35-1000 3500-90000 143-385 7100-38000 18-185 1800-33000 39-3500 3400-320000 150-2000 11000-240000 85 6000 55 3500

lm

SORGENTI A LUCE MISCELATA


STANDARD DE LUXE Ra

160-500 250-1000

lm
3100-14000 5600-32000

= e

EFFICIENZA LUMINOSA
=

Rendimento della sorgente

IR

lm
UV

FLUSSO LUMINOSO EMESSO lm POTENZA ELETTRICA ASSORBITA W

w
lm
lm W

SORGENTI AD INCANDESCENZA
TRASPARENTE CON RIFLETTORE ALOGENA ALOGENA LINEARE ALOGENA bassa tensione 15-1000 25-300 25-250 60-2000 5-100

90-18800 290-1100 460-4200 840-44000 60-2200

6-19 4-12 12-18 14-22 12-22

SORGENTI A SCARICA
FLUORESCENTE COMPATTA FLUORESCENTE LINEARE FLUORESC. LIN. Ra VAPORI DI MERCURIO VAPORI DI MERCURIO Ra VAPORI DI SODIO ALTA P VAPORI DI SODIO ALTA P. Ra VAPORI DI SODIO BASSA P IODURI METALLICI IODURI METALLICI Ra INDUZIONE QL 85/83 INDUZIONE QL 55/83

3-55 100-4800 4-80 120-7000 6-58 220-3750 50-1000 1600-58000 106-260 1100-5500 35-1000 2200-90000 143-385 7100-38000 18-185 1800-33000 39-3500 3400-320000 150-2000 11000-240000 85 6000 55 3500

lm

lm

33-87 30-88 37-65 32-58 10-26 62-150 50-100 100-183 87-120 46-100 70 65

SORGENTI A LUCE MISCELATA


STANDARD
160-500

lm
3100-14000

lm

19

DURATA MEDIA in un lotto di sorgenti in condizioni di


prova, il 50% cessa di funzionare

Periodo di funzionamento dopo il quale,

SORGENTI AD INCANDESCENZA
TRASPARENTE CON RIFLETTORE ALOGENA ALOGENA LINEARE ALOGENA bassa tensione 15-1000 25-300 25-250 60-2000 5-100

ore
1000 1000 3000 1500-3000 3000

SORGENTI A SCARICA
FLUORESCENTE COMPATTA FLUORESCENTE LINEARE FLUORESC. LIN. Ra VAPORI DI MERCURIO VAPORI DI MERCURIO Ra VAPORI DI SODIO ALTA P VAPORI DI SODIO ALTA P. Ra VAPORI DI SODIO BASSA P IODURI METALLICI IODURI METALLICI Ra INDUZIONE QL 85/83 INDUZIONE QL 55/83 3-55 4-80 6-58 50-1000 106-260 35-1000 143-385 18-185 39-3500 150-2000 85 55

ore
3000-4000 3000-7500 2700-4000 13000-22000 1600-13000 8000-12000 5000 10000 6000-9000 6000-9000 60000 60000

SORGENTI A LUCE MISCELATA

STANDARD DE LUXE Ra

160-500 250-1000

ore 6000-7500 6000-7500

DECADIMENTO DEL FLUSSO LUMINOSO

Diminuita capacit della sorgente di emettere radiazioni luminose

t D = 100 i

FLUSSO EMESSO AL TERMINE DELLA DURATA MEDIA FLUSSO EMESSO INIZIALE

Sorgente incandescente

Sorgente a vapori di mercurio ad alta pressione

Sorgente ad alogenuri metallici

TEMPO DI ACCENSIONERIACCENSIONE

Tempo che intercorre tra la chiusura del circuito elettrico e lemissione del flusso luminoso

SORGENTI AD INCANDESCENZA

IMMEDIATO

SORGENTI A SCARICA

0.5 SECONDI AD ALCUNI MINUTI

INDICE DI RESA CROMATICA

SORGENTI AD INCANDESCENZA

Ra

Grado di fedelt nella restituzione dei colori in rapporto ad una sorgente di riferimento

Ra
100 100 100 100 100

TRASPARENTE CON RIFLETTORE ALOGENA ALOGENA LINEARE ALOGENA bassa tensione

15-1000 25-300 25-250 60-2000 5-100

SORGENTI A SCARICA
FLUORESCENTE COMPATTA FLUORESCENTE LINEARE FLUORESC. LIN. Ra VAPORI DI MERCURIO VAPORI DI MERCURIO Ra VAPORI DI SODIO ALTA P VAPORI DI SODIO ALTA P. Ra VAPORI DI SODIO BASSA P IODURI METALLICI IODURI METALLICI Ra INDUZIONE QL 85/83 INDUZIONE QL 55/83

w
3-55 4-80 6-58 50-1000 106-260 35-1000 143-385 18-185 39-3500 150-2000 85 55

Ra
85-95 65-85 >85 40-50 61-72 20-40 60-85 80-85 >85 >80 >80

SORGENTI A LUCE MISCELATA

Ra
40 75

STANDARD DE LUXE Ra

160-500 250-1000

TEMPERATURA DI COLORE CORRELATA

TCC [ K]

Tonalit di colore della luce emessa da una sorgente. Si esprime attraverso la temperatura (kelvin) a cui occorre portare un corpo nero affinch emetta una radiazione di tonalit uguale a quella emessa dalla sorgente stessa

SORGENTI AD INCANDESCENZA
TRASPARENTE CON RIFLETTORE ALOGENA ALOGENA LINEARE ALOGENA bassa tensione

15-1000 2800-2850 2850 25-300 3000 25-250 60-2000 3000-4000 3000 5-100

SORGENTI A SCARICA
FLUORESCENTE COMPATTA FLUORESCENTE LINEARE FLUORESC. LIN. Ra VAPORI DI MERCURIO VAPORI DI MERCURIO Ra VAPORI DI SODIO ALTA P VAPORI DI SODIO ALTA P. Ra VAPORI DI SODIO BASSA P IODURI METALLICI IODURI METALLICI Ra INDUZIONE QL 85/83 INDUZIONE QL 55/83

3-55 2700-5400 4-80 3000-6500 6-58 3000-5000 50-1000 2900-4000 106-260 3300-3700 2000-2500 35-1000 2150-2500 143-385 18-185 2700 39-3500 3000-6000 3000 150-2000 3000-4000 85 3000-4000 55

SORGENTI A LUCE MISCELATA


STANDARD DE LUXE Ra

160-500 250-1000

K
5000 3600

GLI APPARECCHI DILLUMINAZIONE


FUNZIONI Modifica della distribuzione fotometrica delle sorgenti Alimentazione della sorgente Protezione della sorgente Protezione degli utilizzatori da contatti accidentali

CLASSIFICAZIONE DEGLI APPARECCHI In base a: ripartizione del flusso luminoso modalit di controllo e distribuzione del flusso

GLI APPARECCHI DILLUMINAZIONE

CLASSIFICAZIONE IN BASE ALLA RIPARTIZIONE DEL FLUSSO LUMINOSO Gli apparecchi di illuminazione dinterni sono classificati in 6 gruppi in funzione della percentuale di flusso totale emesso dallapparecchio sopra e sotto il piano orizzontale passante per lasse della lampada

0-10% 90-100%

10-40% 60-90%

40-60% 40-60%

Diretto

Semi-diretto

Diffuso

40-60% 40-60%

60-90% 10-40%

90-100% 0-10%

Diretto-indiretto

Semi-indiretto

Indiretto

GLI APPARECCHI DILLUMINAZIONE


MODALITA DI CONTROLLO E DISTRIBUZIONE DEL FLUSSO Elementi di controllo utilizzati per diffondere, concentrare, sagomare, colorare, schermare e convogliare la luce RIFLETTORI RIFRATTORI DIFFUSORI LENTI SCHERMI FILTRI

CRITERI DI SCELTA DEGLI APPARECCHI

GARANTIRE IL COMFORT GARANTIRE LA SICUREZZA DEGLI UTENTI GARANTIRE LA COMPATIBILITA FISICA ED ESTETICA CON LAMBIENTE MINIMIZZARE I COSTI DI MANUTENZIONE

PARAMETRI CARATTERIZZANTI GLI APPARECCHI


INDICATRICE DI EMISSIONE APERTURA DEL FASCIO LUMINOSO RENDIMENTO LUMINOSO GRADO DI PROTEZIONE CLASSE DI PROTEZIONE ELETTRICA SICUREZZA TERMICA

INDICATRICE DI EMISSIONE

Curva che rappresenta la distribuzione dellintensit luminosa di un apparecchio in un piano passante per il centro luminoso

COORDINATE POLARI

COORDINATE CARTESIANE

ESEMPI DI INDICATRICI DI EMISSIONE RIFLETTORI RIFLETTORI

RIFRATTORI RIFRATTORI

SCHERMI SCHERMI

APERTURA DEL FASCIO LUMINOSO

Angolo, in un piano passante per lasse del fascio, entro il quale lintensit luminosa emessa al 50% del valore massimo

Fascio stretto < 20 Fascio medio 20 - 40 Fascio largo > 40

OTTICHE UTILIZZATE FREQUENTEMENTE IN AMBIENTI UFFICIO


DARK LIGHT riflettore in alluminio speculare + schermo lamellare parabolico limita il pericolo di abbagliamento diretto per angoli di emissione generalmente superiori a 60 rispetto allasse verticale dellapparecchio

BATWING riflettore in alluminio speculare + schermo lamellare consente la realizzazione di unilluminazione particolarmente uniforme

Attraverso un emissione massima a circa 40 rispetto alla verticale e molto contenuta intorno ai 25 si compensa la riduzione dellilluminamento sul piano di lavoro dovuta allangolo di incidenza

RENDIMENTO LUMINOSO

Indicatore della resa luminosa dellapparecchio rispetto alla sorgente

a a = s

FLUSSO EMESSO DALL'APPARECCHIO [ %] FLUSSO EMESSO DALLA SORGENTE

valori indicativi

60-90 %

60-75 %

60-70 %

GRADO DI PROTEZIONE

Protezione che lapparecchio fornisce alla sorgente nei confronti di polvere (prima cifra da 0 a 6) e acqua
(seconda cifra da 0 a 8)
Esempio:

IP
Prima cifra 0 1 2 3 4 5 6 Seconda cifra 0 1 2 3 4 5 6 7 8

IP 44
protezione da acqua

protezione da corpi solidi

Descrizione Non protetto Protetto contro corpi solidi>50mm Protetto contro corpi solidi>12mm Protetto contro corpi solidi>2.5mm Protetto contro corpi solidi>1mm Protetto contro la polvere Totalmente protetto Descrizione Non protetto Protetto contro caduta verticale di gocce dacqua Protetto contro caduta verticale di gocce dacqua con inclinazione <15 Protetto contro la pioggia Protetto contro spruzzi dacqua Protetto contro getti dacqua Protetto contro ondate Protetto contro immersione Protetto contro sommersione

CLASSE DI PROTEZIONE ELETTRICA 4 CLASSI : ( 0,I,II,III )


Classe 0

Protezione che lapparecchio fornisce in rapporto al contatto accidentale con parti normalmente in tensione

provvista di isolamento funzionale ma non dotato di morsetto per la messa a terra

Classe I

dotato di isolamento funzionale e provvisto di un meccanismo per il collegamento della masse ad un conduttore di protezione dotato di doppio isolamento o di isolamento rinforzato e non provvisto di alcun dispositivo di collegamento ad un conduttore di protezione previsto per essere collegato ad un impianto di gruppo A, cio destinato ad essere alimentato a bassissima tensione

Classe II

Classe III

SICUREZZA TERMICA

Relativo al comportamento termico di un apparecchio

CLASSE 1

Apparecchi normalmente infiammabili (temp. di accensione > 200 C ) Apparecchi facilmente infiammabili (temp. di accensione < 200 C )

CLASSE 2

SISTEMI DI ILLUMINAZIONE SISTEMI DI ILLUMINAZIONE

GENERALE

LOCALIZZATA

DACCENTO DIRETTA SEMI DIRETTA DIFFUSA

SEMI DIFFUSA

INDIRETTA

ILLUMINAZIONE DIRETTA ILLUMINAZIONE DIRETTA


Gli apparecchi possono essere: SOSPESI APPLICATI A SOFFITTO INCASSATI SOVRAPPOSTI AL CONTROSOFFITTO

CARATTERISTICHE rendimenti elevati, in quanto il flusso luminoso concentrato sul piano di lavoro effetto di modellato molto netto, specie se i fattori di riflessione del soffitto e delle pareti sono bassi rischio di abbagliamento diretto e riflesso bassi livelli di illuminamento su soffitto e pareti

UTILIZZO UTILIZZO

Illuminazione generale Illuminazione generale Illuminazione localizzata Illuminazione localizzata Illuminazione daccento Illuminazione daccento

ILLUMINAZIONE INDIRETTA ILLUMINAZIONE INDIRETTA


PIANTANE

APPARECCHI A PARETE APPARECCHI SOSPESI

CARATTERISTICHE luce diffusa effetto di modellato molto debole assenza di abbagliamento diretto rendimento ridotto UTILIZZO UTILIZZO Illuminazione generale Illuminazione generale Illuminazione localizzata Illuminazione localizzata

NB NB

lilluminazione indiretta richiede unaltezza dellambiente non inferiore a 2.7 m; il soffitto deve essere opaco e avere un fattore di riflessione >70%

TIPOLOGIE DI SISTEMI D ILLUMINAZiONE

Sistemi a binario e a barre elettrificati Sistemi modulari Sistemi a cavi tesi Sistemi a profili luminosi

SISTEMI A BINARI ELETTRIFICATI

Sono sistemi basati sullimpiego di un profilo lineare o curvo che provvede alla alimentazione e distribuzione elettrica. Lalimentazione pu essere a bassa (230V) o bassissima (12V) tensione. Consentono la realizzazione di soluzioni illuminotecniche flessibili adattabili a esigenze mutevoli (mostre temporanee, allestimenti).

SISTEMI MODULARI
Caratterizzati dalla presenza di componenti definiti dimensionalmente e non sezionabili dalla tipica forma a tubo, a canale o a profilo estruso.

Configurazione ad angoli

Fila continua a sospensione

Fila continua a plafone

Ogni profilo contiene le sorgenti o semplicemente gli attacchi per apparecchi dotati dellopportuno adattatore. Spesso i profili incorporano al loro interno degli scomparti o delle canalizzazioni in cui possibile alloggiare cavi destinati a trasporto di energia e segnali.

SISTEMI A CAVI TESI


Costituiti da una coppia di cavi metallici che vengono tesi da parete a parete nellambiente da illuminare

I cavi assolvono alla funzione meccanica di ancoraggio delle sorgenti luminose e alla funzione di alimentazione elettrica delle stesse. I due cavi vengono alimentati generalmente a bassissima tensione (12V) o raramente a bassa tensione (230V) per fornire energia alle sorgenti alloggiate in appositi elementi isolati, disposti a ponte sui due cavi. Un trasformatore fornisce energia a uno o pi tronchi di cavi.

SISTEMI A PROFILI LUMINOSI


Lelemento base un profilo estruso in materiale plastico o metallico che accoglie due conduttori elettrici conformati a lamine sottili, corredate, lungo il loro sviluppo lineare, da piccoli terminali per lalimentazione delle sorgenti luminose. Le lamine trasportano corrente elettrica per le sorgenti luminose alimentate in parallelo e disposte in fila continua. Il sistema alimentato a bassissima tensione (12V)

IL PROGETTO DI ILLUMINAZIONE ARTIFICIALE


OBIETTIVO Definire il numero e la distribuzione degli apparecchi illuminanti necessari per ottenere le condizioni di comfort visivo

CALCOLO MANUALE
METODO PUNTUALE illuminamento in un punto di un piano dovuto alle sorgenti puntiformi, lineari ed estese illuminamento medio sul piano di lavoro generato in un ambiente parallelepipedo da sorgenti disposte uniformemente

METODO DEL FLUSSO TOTALE

CALCOLO COMPUTERIZZATO
illuminamento puntuale e medio sul piano di lavoro illuminamento puntuale e medio su superfici verticali distribuzione delle luminanze possibilit di applicazioni ad ambienti complessi possibilit di impiego di sorgenti ed apparecchi differenziati

METODI DI CALCOLO MANUALI


METODO PUNTUALE ILLUMINAMENTO DIRETTO DA SORGENTI PUNTIFORMI
Condizioni di validit: le tre dimensioni della sorgente sono trascurabili rispetto alla distanza dalla superficie illuminata

I
d d

P
dA

dA

d EP = dA I d EP = dA

d = I d dA' d = 2 d dA' = dA cos I cos EP = d2

METODO PUNTUALE ALCUNE APPLICAZIONI


ILLUMINAMENTO PUNTUALE SU UNA SUPERFICIE ORIZZONTALE I cos S EP = I d2
h d

h d= cos P

I cos3 EP = h2

ILLUMINAMENTO PUNTUALE SU UNA SUPERFICIE VERTICALE


S I d h

I cos EP = d2 h d= sen

I cos sen2 EP = h2 2 I cos sen EP = h2

METODO PUNTUALE METODO PUNTUALE ILLUMINAMENTO INDIRETTO ILLUMINAMENTO INDIRETTO

t m Emed, ind = Ai 1- m
t = flusso luminoso emesso da tutti gli apparecchi Ai = area della i-esima superficie del locale

m = media ponderata dei fattori di riflessione

di tutte le superfici che compongono il locale

ILLUMINAMENTO ILLUMINAMENTO DIRETTO + = ILLUMINAMENTO INDIRETTO IN UN PUNTO

METODO DEL FLUSSO TOTALE

Em A t = U M
U = FATTORE DI UTILIZZAZIONE
Dipende da: rendimento degli apparecchi
modalit di distribuzione della luce da parte degli apparecchi dimensioni, proporzioni dellambiente e altezza di sospensione degli apparecchi (indice del locale) fattori medi di riflessione delle superfici dellambiente

M = FATTORE DI MANUTENZIONE
Dipende da: grado di invecchiamento delle lampade
frequenza della pulizia caratteristiche dellattivit svolta

= AREA DEL PIANO UTILE = FLUSSO LUMINOSO TOTALE EMESSO DALLE SORGENTI

Corrisponde al numero degli apparecchi per il flusso nominale delle sorgenti stesse (n)

t = N n

FATTORE DI UTILIZZAZIONE

u U= t

rapporto tra il flusso luminoso che raggiunge il piano utile ed il flusso luminoso totale emesso

INDICE DEL LOCALE

parametro rappresentativo geometria del locale

della

ILLUMINAZIONE DIRETTA

ab i= h (a + b)

a e b = larghezza e lunghezza del locale h = altezza di sospensione degli apparecchi rispetto al piano utile

FATTORE DI MANUTENZIONE

parametro rappresentativo della riduzione del flusso luminoso emesso dagli apparecchi per invecchiamento e sporcamento

M
ordinario forte molto elevato 0,8 0,7 0,6

ESEMPIO
Determinazione del numero di apparecchi da installare in un ufficio per disegnatori ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO RICHIESTO: RICHIESTO

E = 750 lx
DIMENSIONI DEL LOCALE

a: larghezza = 6 m b: lunghezza = 8 m h = altezza di sospensione degli apparecchi = 1,6 m


dal piano di lavoro FATTORI DI RIFLESSIONE DELLE SUPERFICI soffitto = 75% pareti = 50% pavimento = 20% APPARECCHI SCELTI : plafoniere con schermo lamellare, luce diretta
ciascun apparecchio predisposto per alloggiare due sorgenti fluorescenti lineari da 58 W ( flusso luminoso unitario per sorgente 4600 lm )

FATTORE DI MANUTENZIONE
ordinario

M=

0,8 INDICE DEL LOCALE

ab 6 8 = 2,1 i= = h (a + b) 1,6 (6 +8)


FATTORE DI UTILIZZAZIONE
da tabella

U = 0,49

FLUSSO TOTALE NECESSARIO

E A 750 48 t = = = 91.837 lm U M 0,49 0,8


NUMERO DI APPARECCHI NECESSARIO

t 91.837 N= = =10 n 2 4600

CALCOLO COMPUTERIZZATO CALCOLO COMPUTERIZZATO


Il potenziamento e la diffusione dei computer e dei programmi CAD hanno stimolato lo sviluppo di codici di calcolo per il progetto e la verifica illuminotecnica da parte di societ che producono apparecchi o di centri di ricerca CARATTERISTICHE Generalmente tutti consentono: Calcolo dellilluminamento medio e puntuale su superfici specifiche (orizzontali e verticali) per ambienti di forma rettangolare Utilizzo di sorgenti e apparecchi differenti, liberamente disposti Alcuni permettono anche: Calcolo su ambienti complessi Visualizzazione fotorealistica Calcolo di indici di abbagliamento Calcolo della distribuzione delle luminanze Integrazione luce naturale-luce artificiale

LEGISLAZIONE E NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO


QUADRO NORMATIVO NAZIONALE E INTERNAZIONALE
Settore Settore Settore tecnico illuminotecnicoelettrotecnico

INTERNAZIONALE

ISO International Standard Oragnisation CEN Commission European Normalisation UNI Ente nazionale Italiano di Unificazione

CIE Commission Internationale de lclairage

IEC International european Commission CEN ELEC CEN Electronique

EUROPEO

NAZIONALE

CII Commissione Italiana di Illuminazione

CEI Comitato Elettrotecnico Italiano

ILLUMINAZIONE PER INTERNI ILLUMINAZIONE PER INTERNI


LEGISLAZIONI E NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO Decreto Legislativo 19-9-94 n626 Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/Cee, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro Decreto Legislativo 19-3-96 n242 Modifiche ed integrazioni al DL 19-9-94, n626, recante attuazione di direttive comunitarie riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro
UNI 10380-1994 Illuminazione di interni con luce artificiale UNI 10380/A1-1999 Illuminazione di interni con luce artificiale Foglio di aggiornamento UNI 10530-1997 Principi di ergonomia della visione. Sistemi di lavoro e illuminazione UNI 10840-2000 Locali scolastici. Criteri generali per lilluminazione artificiale e naturale UNI EN 1838-2000 Illuminazione demergenza UNI EN ISO 9241-1999 Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) Parte 6: Guida sullambiente di lavoro Parte 7: Requisiti dello schermo soggetto a riflessi

DECRETO LEGISLATIVO DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1996, n242 19 Settembre 1996, n242
TITOLO II : LUOGHI DI LAVORI << Art. 10. (Illuminazione naturale ed artificiale dei luoghi di lavoro) 1. A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessit delle lavorazioni e salvo che non si tratti di locali sotterranei, i luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale. In ogni caso, tutti i predetti locali e luoghi di lavoro devono essere dotati di dispositivi che consentono unilluminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori. 2. Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo dilluminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. 3. I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dellilluminazione artificiale, devono disporre di unilluminazione di sicurezza di sufficiente intensit. 4. Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.>>

DECRETO LEGISLATIVO DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n626 19 Settembre 1994, n626
TITOLO VI: USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEO TERMINALI

Art. 50. 1. Le norme del presente titolo si applicano alle attivit lavorative che comportano luso di attrezzature munite di videoterminali Art. 52. 1. Il datore di lavoro, allatto della valutazione del rischio [...] analizza i posti di lavoro con particolare riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi b) ai problemi legati alla postura ed allaffaticamento fisico o mentale c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale

DECRETO LEGISLATIVO DECRETO LEGISLATIVO 19 Settembre 1994, n626 19 Settembre 1994, n626
ALLEGATO VII: PRESCRIZIONI MINIME

Gli obblighi previsti dal presente allegato si applicano al fine di realizzare gli obiettivi del TITOLO VI e qualora gli elementi esistano sul posto di lavoro e non contrastino con le esigenze o caratteristiche intrinseche della mansione. 1) ATTREZZATURE Schermo: ...la brillanza e/o il contrasto tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dellutilizzatore e facilmente adattabili alle condizioni ambientali. Tastiere: ...la tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi. Piano di lavoro: ... il piano di lavoro deve avere una superficie poco riflettente, essere di dimensioni sufficienti e permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale necessario.

DECRETO LEGISLATIVO DECRETO LEGISLATIVO 19 Marzo 1996, n242 19 Marzo 1996, n242
ALLEGATO VII: PRESCRIZIONI MINIME 2) AMBIENTE [...] b) Illuminazione Lilluminazione generale ovvero lilluminazione specifica (lampade di lavoro) devono garantire unilluminazione sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e lambiente, tenuto conto delle caratteristiche del lavoro e delle esigenze visive dellutilizzatore. Fastidiosi abbagliamenti e riflessi sullo schermo o su altre attrezzature devono essere evitati strutturando larredamento del locale e del posto di lavoro in funzione dellubicazione delle fonti di luce artificiale e delle loro caratteristiche tecniche. c) Riflessi ed abbagliamenti I posti di lavoro devono essere sistemati in modo che le fonti luminose quali le finestre e le altre aperture, le pareti trasparenti e traslucide, nonch le attrezzature e le pareti di colore chiaro, non producano riflessi sullo schermo. Le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro.

UNI 10380 UNI 10380


Illuminazione dinterni con luce artificiale

UNI 10380 UNI 10380


Illuminazione dinterni con luce artificiale

OBIETTIVI La norma fornisce le prescrizioni relative allesecuzione, lesercizio e la verifica degli impianti dilluminazione artificiale negli ambienti interni civili ed industriali, con esclusione di ambienti e zone per cui esistono normative specifiche Stabilisce la modalit per scegliere, valutare e misurare le grandezze foto-colorimetriche necessarie per definire le caratteristiche di un impianto dilluminazione artificiale per interni. La misura e la valutazione possono riguardare sia la verifica delle progettazioni illuminotecniche dimpianti nuovi, sia il controllo dello stato effettivo di impianto dilluminazione esistenti

UNI 10380 UNI 10380


Illuminazione dinterni con luce artificiale

PARAMETRI CARATTERIZZANTI
il progetto dilluminazione artificiale: Illuminamento medio mantenuto ed uniformit di illuminamento Distribuzione della luminanza Limitazione dellabbagliamento Direzionalit della luce Colore della luce Resa del colore

UNI 10380/A1 UNI 10380/A1


Illuminazione dinterni con luce artificiale

UNI 10380/A1 UNI 10380/A1


Illuminazione dinterni con luce artificiale
E un aggiornamento alla norma UNI 10380/94 Apporta alcune modifiche essenziali alle definizioni di alcune grandezze e stabilisce per ciascun tipo di interno, compito visivo e attivit le prescrizioni relative a: Illuminamento medio mantenuto Limitazione dellabbagliamento Resa del colore Colore della luce

ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO


ILLUMINAMENTO MEDIO MANTENUTO
Valore dellilluminamento medio misurato o calcolato in un ambiente o superficie sede del compito visivo che deve essere sempre garantito

En

[lx]

E med = E n D
Emed = illuminamento medio iniziale (di progetto) D= fattore di decadimento = 1/M
FATTORE DI MANUTENZIONE M
Lampada ad incandescenza o alogena 0,85 0,70 0,60 Lampada al mercurio o sodio 0,75 0,65 0,50 Lampada ad alogenuri 0,65 0,55 0,45

Grado di impolveramento del locale Minimo Medio elevalo

VALORI RICHIESTI IN RAPPORTO ALLE ATTIVITA


Tipo di interno, compito e attivit UFFICI scrittura, dattilografia, lettura, elaborazione dati disegno tecnico EDIFICI SCOLASTICI aule educazione artistica in scuole darte aule scolastiche EDIFICI DI CURA corsie, illuminazione per visita semplice chirurgia, illuminazione area operatoria AMBIENTI COMUNI aree di circolazione, corridoi scale, pianerottoli, ascensori
(1)

Illuminamento medio di esercizio (lux) 500 750

750 300 (1) 300 da 10000 a 100000

100 (2) 150 (2)

lilluminazione deve essere regolabile (2) illuminamento a 0.2 m da terra

UNIFORMITA DI ILLUMINAMENTO UNIFORMITA DI ILLUMINAMENTO U=


ILLUMINAMENTO MINIMO ILLUMINAMENTO MEDIO

Sulla superficie di ogni compito visivo Sulla superficie che racchiude aree con identico compito visivo

U 0,8

U 0,5

ALTRI RAPPORTI DI UNIFORMITA


Tra lilluminamento medio della zona che non sede del compito visivo e quello della zona sede del compito visivo che richiede lilluminamento pi elevato Tra lilluminamento medio di due locali adiacenti diversamente illuminati

Emed Emed

area esterna compito visivo

1 3

Emed locali pi illum. 5 Emed locali meno illum.

DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE DISTRIBUZIONE DELLE LUMINANZE

RAPPORTI DELLE LUMINANZE RICHIESTI NEL CAMPO VISIVO


Rapporti prescritti
Tra il compito visivo e le superfici pi scure ad esso adiacenti Tra il compito visivo e le superfici pi chiare ad esso adiacenti Tra il compito visivo e le superfici lontane pi scure Tra il compito visivo e le superfici lontane pi chiare Tra gli apparecchi di illuminazione e le superfici ad essi adiacenti (finestre, lucernari, etc.) Ovunque entro il campo visivo

Classificazione dellambiente X Y Z

3
13
10

3
13 20

5 1

110 1 20
20
40

X = ambiente in cui le riflessioni sono controllate Y = ambiente in cui le riflessioni possono essere controllate solo nelle zone vicine allarea di lavoro Z = ambiente in cui il controllo delle riflessioni impraticabile

LIMITAZIONE DELLABBAGLIAMENTO LIMITAZIONE DELLABBAGLIAMENTO

CLASSE QUALITA

TIPO DI COMPITO VISIVO O ATTIVITA


compito visivo molto difficoltoso compito visivo che richiede prestazioni visive elevate compito visivo che richiede prestazioni visive normali compito visivo che richiede prestazioni visive modeste per interni dove le persone non sono ubicate in una posizione di lavoro precisa ma si spostano da un posto allaltro esplicando compiti che richiedono prestazioni visive modeste

A B C D E

Tipo di locale, compito visivo o attivit UFFICI


uffici generici, dattilografia, sale computer uffici per disegnatori e per progettazione sale per riunione

Classe di qualit G B B B D D D

AMBIENTI COMUNI
aree di passaggio, corridoi scale, ascensori magazzini e depositi

METODO DELLE CURVE DI LUMINANZA


Diagrammi di valutazione della luminanza massima ammessa per un apparecchio in funzione dellangolo di osservazione, del grado di abbagliamento desiderato e dellilluminamento previsto CURVE DI LUMINANZA A

CURVE DI LUMINANZA B

COLORE DELLA LUCE COLORE DELLA LUCE


TONALITA DI COLORE : W T < 3.300 K I 3.300 K < T < 5.300 K CORRELATA

T > 5.300 K

bianco-calda bianco-neutra bianco-fredda

TONALITA DI COLORE CORRELATA RICHIESTA IN RAPPORTO ALLE ATTIVITA


Tipo di interno, compito e attivit STAMPA Campionatura colori in stampe policrome LAVORAZIONE E MANIFATTURA TESSILE disegno manuale, disegno trame EDIFICI SCOLASTICI aule educazione artistica in scuola darte EDIFICI DI CURA ODONTOIATRIA: white teeth matching LABORATORIO / FARMACIA: ispezione colori 6000 5000 5000 4000 4000 Temperatura di colore correlata [K]

RESA DEL COLORE RESA DEL COLORE


GRUPPO DI RESA DEL COLORE INDICE DI RESA DEL COLORE

Ra
1A 1B 2 3 4

Ra
> 90 80 Ra 90 60 Ra 80 40 Ra 60 20 Ra 40

GRUPPO DI RESA DEL COLORE IN RAPPORTO ALLE ATTIVITA


Tipo di interno, compito e attivit UFFICI scrittura, dattilografia, lettura, elaborazione dati disegno tecnico EDIFICI SCOLASTICI aule educazione artistica in scuole darte aule scolastiche AMBIENTI COMUNI aree di circolazione, corridoi scale, pianerottoli, ascensori 3 3 1A 1B 1B 1B Gruppo di resa di colore Ra

UNI 10530 UNI 10530


Principi di ergonomia della visione
Parametri che influenzano la prestazione visiva

UNI 10840 UNI 10840


Locali scolastici. Criteri generali per lilluminazione artificiale e naturale

UNI 10840 UNI 10840


Locali scolastici. Criteri generali per lilluminazione artificiale e naturale

La norma specifica i criteri generali per lilluminazione artificiale e naturale delle aule e degli altri locali scolastici, in modo da garantire le condizioni generali per il benessere e la sicurezza degli studenti e degli altri utenti della scuola Per quanto riguarda le prescrizioni generali sullilluminazione artificiale si fa riferimento alla norma UNI 10380 e al relativo foglio di aggiornamento Per quanto riguarda lilluminazione naturale quale parametro di riferimento si introduce il fattore medio di luce diurna m

UNI 10840 UNI 10840


Locali scolastici. Criteri generali per lilluminazione artificiale e naturale
Esempio di prescrizioni relative ad alcuni ambienti
AMBIENTE En G Ra m

Note

Asili nido Aule gioco Edifici scolastici Aule in scuole medie superiori Aule in scuole serali e per adulti/sale di lettura Aule deducazione artistica/aule lavori artigianali Aule per il disegno tecnico Laboratori dinformatica Aule comuni e Aula Magna Biblioteca scaffali Biblioteca area lettura

200 300

B 1B B 1B

>5 >3
Limpianto dilluminazione deve consentire la regolazione o parzializzazione del flusso luminoso Limpianto dilluminazione deve consentire la regolazione o parzializzazione del flusso luminoso

500

B 1B

>3

500 750 500 200 200 500

B 1B B 1B B 1B C 1B / B 1B

>3 >3 >3 >2 2A / >3


Vedere raccomandazioni per VDU

UNI EN ISO 9241 -- 6 UNI EN ISO 9241 6


Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio on videoterminali (VDT) Guida sullambiente di lavoro
SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE: fornisce una guida sui principi fondamentali per la progettazione ergonomica dellambiente di lavoro e della stazione di lavoro, tenendo conto dellilluminazione, degli effetti del rumore e delle vibrazioni meccaniche, dei campi elettrici e magnetici e dellelettricit statica, dellambiente termico, dellorganizzazione dello spazio e della disposizione del posto di lavoro .. OBIETTIVI ESSENZIALI DELLA PROGETTAZIONE: - Ottimizzazione della percezione visiva - Mantenimento di un adeguato livello di prestazione - Garanzia della massima sicurezza - Realizzazione di condizioni di benessere FATTORI INFLUENTI: - Distribuzione di luminanza e dei contrasti - Illuminamento sul piano orizzontale - Illuminamento sul piano verticale - Rapporto fra lilluminamento sui due piani

EVOLUZIONE DEL COMPITO VISIVO IN PRESENZA DI VDT


COMPITO VISIVO TRADIZIONALE SU CARTA COMPITO VISIVO TRADIZIONALE SU CARTA

Frequenti spostamenti in ambiente piano principale di attivit di scrittura nel punto


in cui si osserva osservazione orizzontale

COMPITO VISIVO IN PRESENZA DI VDT COMPITO VISIVO IN PRESENZA DI VDT

postazione fissa in ambiente piano di osservazione immissione dati tramite coesistenza di compiti visivi
tastiera o mouse su video e su carta con piani di osservazione e condizioni di illuminazione differenti verticale generalmente riflettente

ABBAGLIAMENTO RIFLESSO
VALORI DI LUMINANZA AMMESSI
VIDEO DI QUALIT INFERIORE:
- Classe III

SUPERFICI AMBIENTE e APPARECCHI DI ILUMINAZIONE Lmed < 200 cd/m2

VIDEO DI QUALIT SUPERIORE:

- Classe I - Classe II

SUPERFICI AMBIENTE e APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE Lmed < 1000 cd/m2

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