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Ho sentito parlare della JCI Academy durante i primi incontri con la JCI Varese, in cui tra un aperitivo e laltro

la senatrice e past president Chiara Milani mi aveva raccontato la sua esperienza. Lo scorso anno ho bersagliato di domande il nostro attuale presidente nazionale Michela Angelini al riguardo. Ascoltando le loro testimonianze e riflettendo su quanto raccolto mi domandavo: possibile che questa esperienza sia cos magica? A distanza di un anno mai avrei pensato la possibilit di andare alla JCI JAPAN ACADEMY mi avrebbe bussato alla porta che la risposta a questa domanda fosse: YES, OF COURSE! A tal proposito ringrazio il nostro segretario nazionale Stefano Traversa, il nostro presidente Michela Angelini e tutto il board nazionale. Sono partito mercoled 29 giugno e durante il viaggio verso Tokyo ho avuto accanto a me in aereo una signora giapponese la quale stata molto gentile nel darmi informazioni riguardo alcuni modi di dire in lingua giapponese oltre che svelarmi il trucco per utilizzare senza nessun tipo di problema le bacchette per mangiare.

Prima di partire il comitato organizzatore giapponese aveva creato una mailing list di tutti i partecipanti extra-giapponesi. In questo modo si creato un bellissimo hub dinformazioni per noi delegati stranieri permettendoci di trovarci allaeroporto di Tokyo e dirigerci insieme verso Toyama, citt ospitante lAcademy e che dista ben 350 km da Tokyo. Il mio primo giorno giapponese stato il pi esplosivo per quanto riguarda laspetto emozionale in quanto noi delegati JCI, divisi a gruppi siamo andati in visita alle scuole elementari del territorio locale. Arrivati a scuola, dopo aver tolto le scarpe e calzato le ciabatte preparate per noi, siamo stati condotti nella palestra della scuola, dove ci aspettavano 400 bambini che ci hanno accolto con unautentica ovazione e una welcome ceremony squisita.

Canti, musiche, esercizi di ginnastica a corpo libero, esercizi di ginnastica alla sbarra, ecc. Dopo di che come ogni delegato presente, ho avuto il piacere prendere il microfono e presentarmi, porgere i saluti a nome dellItalia e far esclamare a tutti i bambini alcune parole della nostra lingua: BUONGIORNO! CIAOOOO!!! Il pranzo insieme ai bambini mi ha aperto un nuovo mondo e ha avviato una riflessione che ancora in corso dentro la mia mente. La scuola non dispone della mensa. I bambini mangiano in classe. Quando arriva lora del pranzo, ogni bambino ha il suo incarico affinch il momento della ristorazione si svolga nel miglior modo possibile; c chi ritira i libri, chi pulisce e disinfetta i banchi, chi apparecchia, chi munito di cuffietta mascherina e grembiule va a prendere il carrello delle cibarie e prepara le porzioni, chi distribuisce il pranzo, chi sparecchia e infine chi lava.

Oltre a tutto ci si sono presi cura di ognuno di noi, assegnandoci il posto per mangiare e non lasciandoci mai soli. Nel pomeriggio stato magnifico essere addestrati dai bambini giapponesi ad imparare a fare gli origami oltre che provare a utilizzare alcuni loro tipici giochi (lo Yatta). Al termine ci hanno riportato in palestra per la CLOSED CEREMONY. La sera del 1 luglio ho incontrato la mia famiglia giapponese La quale portandomi a casa mi ha accolto presentandomi un cartello allingresso con scritto : BENVENUTO! La famiglia composta da pap Ishi, mama Haha, la figlia Shio e il figlio Samy.

Da qualche mese questa famiglia prende lezioni dinglese da Asamy, la loro insegnante la quale stata molto presente durante la mia permanenza con loro agevolando notevolmente la comunicazione. I giorni con loro sono stati un mix di affetto, divertimento e allegria. Oltre che di pranzi davvero cospicui sotto laspetto quantit / qualit. La tradizione culinaria giapponese ben differente dalla nostra ma ricca di specialit proprio come quella italiana. Per ricambiare (in maniera minima perch vi garantisco che davvero complicato riuscire a ricambiare a dovere lospitalit nipponica) ho portato loro: 1 kg di pasta, 1 kg di trofie, 1 kg maccheroni calabresi, sugo, pesto, parmigiano reggiano, birra peroni, 1 bottiglia di bonarda, 1 kg di nutella, 1 moka e 1 kg di caff. Con loro ho avuto modo di apprezzare la bont dei bagni termali giapponesi, ammirare ambienti montani splendidi, di visitare diversi luoghi spirituali, visitare parchi e parchi giochi (ninja e samuray). Al termine dei 3 giorni con la famiglia giapponese mi sono ritrovato con i delegati JCI e abbiamo affrontato questa i giorni di corsi molto intensi, dinamici e divertenti. Il tutto iniziato con la JCI Welcome Ceremony in cui il presidente mondiale JCI Kentaro Harada ci ha dato il benvenuto e stimolato nel lavorare al meglio durante lAcademy. Primo giorno momento di raccoglimento presso il tempio di Toyama e poi inizio dei lavori. Essendo presenti quasi 150 persone (70 giapponesi e 80 delegati provenienti da tutto il mondo; uno per nazione) siamo stati divisi in gruppi da 7/8 persone. Il mio era costituito da me, Silva (JCI Latvia), Marciano (JCI Suriname), Sok ly (JCI Cambogia), Daisuke, Ayano, Masasuke, Shozo, Takahisa della JCI Japan I corsi sono stati condotti da Lars Hajslund, past presidente mondiale JCI che ha splendidamente alternato lattivit con momenti di riflessione personali, di riflessioni gruppo, lavori di gruppo riguardo una vision comune della JCI. Oltre che rompere una tavoletta di legno sulla quale ognuno di noi ha scritto ci che non vuole pi che accada nella propria vita JCI. Inoltre abbiamo avuto modo di visitare, scuole di pittura giapponese, spettacoli riguardo la spiritualit nipponica. Lultimo giorno ogni delegato ha ricevuto lattestato dellAcademy dal presidente mondiale JCI Kentaro Harada, dal presidente nazionale giapponese Masaoki Fukui e dal formatore Lars Hajslund.

Porter sempre con me il ricordo di questi magnifici giorni vissuti a Toyama. In Giappone laffetto, lospitalit e il rispetto sono pi preziose dellacqua nel deserto! Gianfranco Demilio Vice presidente nazionale area nord-ovest 2011

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