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Ricatti

Acustici
Le scarpe mi stanno
strette
01. Cmincem (Cominciamo) farlo suonare. Datemi la gente, qualcuno
È il ricordo di un passato, di un futuro da incantare, perché un Ricatto quando è acustico non si
appena nato. È la vita di un pensiero, è la fine può rifiutare. Organetti e tamburi, voci e zanzare, sapore
di un sentiero. Ma è il momento di attaccare di terra e sapore di mare. Ragazze che sbocciano e donne
come la neve che viene dal mare. Chiudete la invecchiate che cercano amore per le delusioni passate.
porta e le persiane per non ascoltare il canto di Mercanti severi e dolci artigiani vendono piadine e
un cane, chiudete le orecchie, oppure scappate, qui si vasellami. Candele e lampade, le ombre e le luci,
continua anche se non ci pagate. Cominciamo, cominciamo, sguardi e sorrisi che si spengono veloci. Se ho visto
non so ancora perché ma cominciamo. È l’incrocio di Romagna una ragazza sotto il cielo quel giorno, forse era per
e l’Adriatico ci bagna, è la musica non morta, è il marchigiano la birra o vivevo in un sogno. Cosa è successo al mio
sulla porta. Ma è il momento di partire perché ormai dobbiam cuore, in un attimo un’esplosione, tra la gente e i
suonare. Chiudete la porta e le persiane per non ascoltare il sapori le ho fatto una canzone. Ma ora... datemi del
canto di un cane, chiudete le orecchie, oppure scappate, qui si vino, datemi da mangiare, quanto basta ad un Ricatto per
continua anche se non ci pagate. Cominciamo, cominciamo, non so farlo suonare. Datemi la gente, qualcuno da incantare,
ancora perché ma cominciamo. Siamo stati su tra i monti, dove perché un Ricatto quando è acustico non si può rifiutare.
s’alzan vecchi canti. Gli Appennini partigiani con i boschi e gli
altipiani. Ma è arrivata l’ora giusta di riportarli quaggiù sulla 03. La strada per Galway
costa. Chiudete la porta e le persiane per non ascoltare il canto Tra il fiume Liffey e le bianche scogliere ho lasciato il
di un cane, chiudete le orecchie, oppure scappate, qui si continua mio cuore. E ho riempito le tasche di pioggia e di vento, per
anche se non ci pagate. Cominciamo, cominciamo, non so ancora tornare a casa contento. Ho camminato per le strade di notte, tra
perché ma cominciamo. il freddo ed il buio e ho sentito una musica che suonava piano e che
voleva portarmi lontano. Tra la gente seduta, inebriata dai suoni,
02. Festa di paese ho bevuto alla vita e credo che un giorno verrò a ritrovarti per non
Odore di vino e odore di birra, sapore di festa e sapore di terra. dover più lasciarti. Ma ora guardando il cielo italiano, con un nodo
Carni grigliate sotto il cielo d’estate, un fiume di gente tra alla gola, ricordo l’azzurro di un cielo irlandese che, lo so, ormai
giostre e risate. Musica nuova e popolare, maestri del liscio e mi ha cambiato. Sulla strada per Galway ho trovato il sapore di una
tradizionale. Gonne che girano, le mani che battono, amori che terra lontana e del suo colore. Sulla strada per Galway c’era una
nascono e cuori che si infrangono. Cosa hai visto ragazza sotto risposta alle domande dentro la mia testa. Ritornato da Galway ho
il cielo quel giorno, l’innocenza di un sorriso che non hai visto perduto il dolore con la birra, i suoni e il suo sapore. Ritornato
d’inverno. Cosa è rimasto nel cuore, in un attimo sei cambiata, da Galway non ho domande da fare, la risposta, ormai, è “ritornare”.
tra la gente e i sapori di una lunga giornata. Datemi del vino,
datemi da mangiare, quanto basta ad un Ricatto per
04. Il sogno poi il Bannone, quel disgraziato, si è pure impantanato.
Mohammed guarda oltre il muro per veder più distante. Oltre Arrivati a San Savino ci siamo fatti un bicchiere di vino,
la morte e lo sparo, per sentirsi importante. Vorrebbe stare abbiamo bevuto, abbiamo mangiato e abbiamo sparato quattro
in quei posti che vede in televisione perché sa quanto costi cazzate. Con il buon Pichtor e quegli altri “sciapi” poi
rubare vite e persone. È di notte che ha un sogno, di viaggiare ci siamo preparati, tutti pronti a far casino, viva il
lontano. Per lasciare quel segno, un qualcosa di umano. ballo di San Savino. È iniziato il concertone e giù via
David si sveglia al mattino, lasciando un bacio a sua madre. con le canzoni, con la gente che ballava la serata si è
Ricordando un bambino che gli ha strappato suo padre. Ma vedendo animata, con il buon Pichtor e quegli altri matti abbiamo
poi il sole rinuncerà al suo fardello, l’arma che ha ucciso mio fatto un gran casino e a chi mi chiede “Dove sei stato?”,
padre non spegnerà un mio fratello. È di notte che ha un sogno, ho suonato a San Savino! Adesso siamo stanchi e senza
di viaggiare lontano. Per lasciare quel segno, un qualcosa di offesa è proprio l’ora di andare a casa. E mangeremo
umano. Fino a quando poi un giorno, non vi dovrete svegliare, anche un panino tornando da San Savino. Sulla strada del
perché vivrete nel sogno di una terra d’amare. ritorno, che poi era quasi giorno, hanno pensato questi
“quajòn” di scrivere una canzone. Se ad ascoltarla vi è
05. Il ballo Di San Savino piaciuta, pensate noi che l’abbiamo vissuta! E scolando
È iniziata la serata con la vecchia preoccupata: “Mi un bicchiere di vino pensa a noi altri a San Savino!
raccomando andate piano che non tornate da San Felicità!
Savino”. Siamo partiti che era freddissimo, con *Lo strumentale è una giga tradizionale irlandese.
la paura che nevicasse. Per la strada un gran
casino, ma dov’è questo San Savino? Nella prima 06. Primavera
macchinata con la cinghia che fischiava a guidare “La campagna estiva è finita e ha inizio la campagna invernale.
c’era Pierone e con lui l’altro “rimastone”. Il sopravvenire della pioggia e del fango inevitabilmente
Dentro all’auto del Bannone c’era lui con significa un rallentamento del ritmo della battaglia. Quindi
il “lungagnogne”, dietro invece quei due cesserete per il momento operazioni organizzate su vasta
vecchiacci, senza denti e con gli acciacchi. È scala...” (Proclama Alexander, 13 Novembre 1944)
andata bene fino a Frontone, poi abbiamo perso
la direzione, qua la strada è un gran casino: La radio annuncia una nuova notizia: è la fine d’estate, è
non si poteva suonare vicino? Ci siamo persi l’inverno che inizia. Da ora sarete soli ma attenti, rimanete
due o tre volte ma alla fine abbiamo trovato, nascosti nei monti. Nella mattina di primavera, Genova è
sveglia e non più prigioniera. Generale ora che vuoi scappare
con gli italiani ti devi scontrare. Il mare osserva e morali. È la conclusione di una lotta insurrezionale che segna
il nemico cadere e il porto libero ora può festeggiare. per la patria la premessa della rinascita e della ricostruzione”
Genova ora tu puoi respirare perché i tedeschi sei riuscita a (comunicato CNLAI, 1945)
cacciare. Ci avete lasciati a marcire sui monti, dove i nostri
canti non si sono mai spenti. Ci avete sentiti che rifioriva 07. Waltzer N.1 (strumentale)
già, di quel fiore che ora chiamate libertà. Ecco Torino in
assetto da battaglia, già dalla sera gli aspetti sulla soglia. 08. America
Dalle fabbriche parte la lotta, comincia all’alba la vostra La valigia è sulla porta, il sole è pronto per alzarsi. E alla
vendetta. I partigiani costretti lontani non vi aiutano a fine lascerò il mio paese ed il mio amore. Addio mio amore,
scacciare quei cani, ma gli operai e la popolazione, combattono perché presto io partirò ed in cuore tuo, lo sai, non tornerò.
insieme nell’insurrezione. Ci avete lasciati a marcire sui La nave solca queste onde, la pioggia bagna i miei vestiti,
monti, dove i nostri canti non si sono mai spenti. Ci avete sempre più lontano è il mio paese ed il mio amore. Tra lo
sentiti che rifioriva già, di quel fiore che ora chiamate sporco e le formiche appoggio il capo sul cuscino, ma i miei
libertà. Di nuovo calda la notte milanese, nelle caserme ora sogni ormai son spenti, i miei sogni, come il mio amore.
cadon le difese. La Garibaldi ne prende il controllo e nelle Addio mio amore, non riesco più ad amarti, maledetto il giorno
fabbriche comincia il ballo. Dai sobborghi si muovon gli in cui ti ho lasciato. Sotto questa neve fredda, morirò senza
insorti, negli occhi le ombre dei compagni niente in tasca, lasciando finalmente questa terra ed il mio
morti. Milano libera è tornata a cantare, amore. Lasciando questa terra ed il mio amore.
nella sua piazza per non dimenticare. Ci avete
lasciati a marcire sui monti, dove i nostri 09. Sul porto
canti non si sono mai spenti. Ci avete sentiti Ogni volta che il silenzio ti verrà a spaventare ti canterò
che rifioriva già, di quel fiore che ora una dolce canzone per non farti pensare. E quando la notte
chiamate libertà. sarà ancora più scura ti prenderò per mano per farti
camminare senza paura. Quando arriveranno colpi duri per
“Il CNL Alta Italia dichiara che la il tuo cuore ci sarà sempre il mio corpo per attutirti il
fucilazioni di Mussolini e complici, da dolore. E se saranno così forti da farti comunque cadere
esso ordinata, è la conclusione necessaria ti prego appoggiati a me, per poterti di nuovo
di una fase storica che lascia il nostro rialzare. Tra la nebbia notturna e i pescatori
paese ancora coperto di macerie materiali assonnati, come una fata sul porto ti vedo
danzare. Sotto le stelle, tra i flutti spezzati, ho trovato il dolore di una vita distrutta per le smanie
mio angelo sulle rive del mare. Quando le tue giornate saranno di un signore. Era il tramonto quando ti
belle da farti sognare ti darò la mia penna per fartele hanno sotterrato, tra le donne in lacrime
disegnare. E se saranno tristi da volerle dimenticare ti un compagno poi ha cantato la storia di un
presterò le mie lacrime per fartele cancellare. Quando sarai contadino, ribelle per amore, a cui han
stanca e non vorrai camminare ti coprirò in un abbraccio per rubato tutto regalandogli il dolore. Era
farti riposare. E quando i tuoi occhi scuri non si vorranno sorta l’alba di un altro mattino, giù nella
più aprire arriverà la mia ninnananna per farti finalmente valle dove un contadino regalava il suo
dormire. Tra la nebbia notturna e i pescatori assonnati, amore alla sua sposa ed al grano, seduto
sul porto io ti vedo ballare. Sotto le stelle, tra i flutti sulla seggiola a guardare il sole lontano.
spezzati, ho trovato il mio angelo sulle rive del mare.
11. Mort ‘n tla balera (Morto nella balera)
10. La storia del Vanni È il momento di raccontare una storia
Era sorta l’alba di un altro mattino, giù nella valle dove accaduta proprio a me. Ti racconto di
un contadino regalava il suo amore alla sua quella volta, di quella gran sera, in cui sono
sposa ed al grano, seduto sulla seggiola a morto nella balera. Sono andato in quella sala dove si balla
guardare il sole lontano. Un mattino di gran lena, abbiamo mangiato le tagliatelle e poi con la
ancora scuro è arrivata la guerra, ha pancia piena è arrivato anche il complesso, con la fisarmonica
tinto di rosso il raccolto e la terra. e con il cantante. C’era già tutto il quartiere e chi veniva
Gli ha rubato l’amore, la sua sposa ed da distante. Poi la musica è partita, abbiamo cominciato con
il grano, ed ora ha gli occhi spenti e le mazurke, e quelle quattro zitellacce fumavano come turche.
il fucile nella mano. Una notte scura Ho preso la più carina, quella con il vestito tutto rosso, l’ho
Vanni poi è partito, ha lasciato la presa per i fianchi e me la sono appiccicata addosso. Quand’ero
sua terra dove il cielo lo ha tradito. giovane con mia moglie, “pace all’anima sua”, si girava per
Non per scappare ma per portare il i paesi sempre con la mia Cinquecento. E andavamo sempre al
dolore lontano, a palazzo, dove nasce Gallo, al Cappone e anche a Gabicce. A Pozzo, Treponti e anche a
il terrore. Era un pomeriggio quando Cattabrighe. E quella musica correva, girava ed impennava, tanto
Vanni è morto, lo hanno avvelenato che avevo paura che mi volasse la dentiera. Ma quella donna era
dentro un’osteria del porto. Perché speciale e mi stavo per innamorare, quando ho sentito un colpo
chi vive a palazzo non conosce il al cuore... e lì sono stramazzato! È arrivata l’ambulanza ma
non c’è stato niente da fare, il cuore di un pensionato non cantare e ridacchiare. Con lo sguardo ormai perduto dentro ad
è fatto per ballare. E tutti che piangevano, piangeva anche un bicchiere vuoto. Con le note urlate a caso da quei demoni
il dottore, per un vecchio che, come un giovanotto, voleva affogati nel liquido malefico a cui ancor sono prostrati. Prendi
innamorarsi. qua! Butta là! Quando il tappo salterà? Canta orsù, non cascar
giù, presto il mondo finirà! Poi li vedi rantolare là davanti al
12. Neve a Dublino focolare, col tabacco insieme al vino arrivando poi al mattino.
Ti sento per le strade dai portoni colorati, per i E la squadra di vampiri torna a casa e questo è quanto,
vicoli tra la spazzatura e gli ubriachi. Nei vecchi ricordando e maldicendo il lanternino ancora spento... Prendi
pub fumosi tra le pinte e le canzoni e negli occhi qua! Butta là! Quando il tappo salterà? Canta orsù, non cascar
addolorati dei barboni. Ti vedo nelle luci a O’Connel giù, presto il mondo finirà!
Street e a Temple Bar tra i turisti, i negozi e gli
immigrati. E camminando per la strada del vecchio 14. Until the end of time
St. James Gate brindiamo a quelli che sono morti per Non ascoltare il canto del vento e non concedergli ancora il
te. Guarda in alto e sorridi in questo giorno di neve tuo pianto, cammina lontano fino al cadere del sole e porta nel
a Dublino e se tutto ciò che possiedi sono le note di cuore le mie poche parole. Fare thee well, fare thee well. May
un flauto o di un violino. Adesso che ci penso forse ti God bless you every day and every night until the end of time.
conosco e tra non molto dovrò ripartire. Ma sempre ti Fare thee well my friend. Riporta dal viaggio tutto ciò che
ricorderò nelle persone che ho incontrato e nel sorriso hai incontrato e non dimenticare quel che hai visto e sentito.
di chi vive con te. E allora questa mia canzone ti potrà I suoni, gli odori, luoghi e persone da amare, se dovessi
sembrar scontata, sono troppe quelle scritte per te. Ma tornare me li dovrai raccontare. Fare thee well, fare thee
tanto non mi importa dei giudizi e dei cliché, bevo la well. May God bless you every day and every night until the
mia scura e vaffanculo anche a te. Guarda in alto e end of time. Fare thee well my friend. Per chi se n’è andato
sorridi in questo giorno di neve a Dublino e se tutto ciò senza versare una lacrima, per chi sorridendo ci ha salutato
che possiedi sono le note di un flauto o di un violino. alla prossima, per chi è partito e non è più tornato perché
non ha rimpianto per quello che ha lasciato. Fare thee well,
13. Presto il mondo finirà fare thee well. May God bless you every day and every night
Quando la notte è scura e il buio fa paura, e la nebbia until the end of time. Fare thee well my friend.
ti nasconde e tutto ti confonde, uno stuolo di creature
ti si affaccia sulla porta dirette alla taverna dove
il luppolo conforta... Li senti sogghignare e poi
Fabio “Fabius” Andruccioli: voce
Alessandro “Banno” Bannini: basso
Raffaele “Raffy” Damen: fisarmonica, cori
Ilaria “Lilly” Mignoni: violino, cori
Andrea “Andrew” Solomita: batteria, bodhràn, cori
Enrico “Pepe” Ribuoli: chitarra acustica e
classica, mandolino, banjo, cori
Piero “Miserowsky” Valbruzzi: flauto traverso, tin
whistles, pianoforte
Giulia “Luli” Gioacchini: balli popolari

Grazie a: Centro Interculturale per la Pace di Pesaro,


Emilio Grazzi, Enrico Gasparini, Fermento Etnico, Flavio
Notarfrancesco e Adriano Bocchicchio (Providence Studio),
Folli Folletti Folk, Il cielo in una danza, Marco Paolucci,
Marco Tombesi, Maria Graziella Tizzi, Michela Pescetto e
Associazione Animapopuli, Nudi Sotto la Pioggia, PesarOnStage,
Stefano Bottoni, Teuta Senones Pisaurenses, Tony Rossano,
Ultimo Binario, le nostre famiglie, i nostri amici e tutti
quelli che ci hanno sostenuto in questi
anni e che ci seguiranno in futuro.

Hanno collaborato: Emilio Grazzi,


violoncello nelle tracce 07, 10, 14.
Marco Tombesi, chitarra elettrica
nella traccia 06.

Registrato e mixato al Providence Studio di San Costanzo (PU).


Mastering di Massimo Mancinelli.
Progetto grafico di Giulia Gioacchini.
01.Festa di paese
Le scarpe mi stanno strette

02.Il ballo di San Savino

03.Primavera

04.Waltzer N.1

05.Presto il mondo finirà

06.Until the end of time


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