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Vero il Sahara, vero il touareg.

Vero l’incanto: e non ci pare vero.


La sabbia è impalpabile, immacolata,
Abbas comanda la fila, una nuvola
blu che si muove leggera
apparentemente senza sforzo alcuno.
Noi dietro, un po’ più ansimanti, poi
la cima della duna, e ...un mare di
dune, a perdita d’occhio. Ci
sediamo, scattiamo foto,
contempliamo il deserto, ascoltiamo
questo silenzio assoluto eppure
amichevole, commozione è l’unica
parola. Anche Abbas guarda il Sahara
come lo vedesse per la prima volta,
ma gli parla come chi lo conosce da
sempre e ascolta come se le dune
rispondessero in una lingua a lui solo
conosciuta. “Cosa c’è dietro le
dune”? - gli chiedo, forse un po’
ingenuamente. “Il Sahara - mi
risponde - e poi la Mauritania”. A
svariate centinaia di chilometri.
Scendiamo, mangiamo un panino e
via per M’hamid, dove cambiamo
mezzo e ripartiamo quasi subito.
Attraversiamo viottoli e piccoli campi Anche Abbas guarda il Sahara come lo
densamente popolati di attività umane, poi ricomincia la
sabbia. Sotto una serie di dune, belle seppur non vedesse per la prima volta, ma gli parla
imponenti come le precedenti, ecco l’accampamento che come chi lo conosce da sempre e ascolta
ci accoglierà per questa notte: “Le bivouac du petit
prince”, nome evocativo quanto adatto, l’accampamento è come se le dune rispondessero in una
delizioso, un cerchio di tende attorno a un vasto spazio lingua che conosce solo lui
centrale. L’insieme è molto accogliente, anche per via dei un animale con un forte istinto alla libertà che sa adattarsi.
tanti tappeti e delle lanterne accese. Conversiamo davanti La nostra colonna in ogni modo ci conduce incolumi in
ad una cena squisita. Ibrahim non è Touareg ma è paese, e la nostalgia per il deserto già si fa sentire. Arrivati
ugualmente affascinante e molto colto, come tanti a M’hamid rincontriamo Abbas. Ne approfittiamo per
marocchini che abbiamo incontrato. Ci parla del suo paese chiedergli dove possiamo trovare un anello simile a quello
in mutazione: i matrimoni combinati, un tempo che porta con un certo stile alla mano destra. Ci conduce
diffusissimi, sono in continua diminuzione, come la in una piccola bottega dove gli oggetti disposti sugli
poligamia. Dopo cena non resistiamo alla tentazione di scaffali sembrano riemersi dalle sabbie. Abbas ci lascia
risalire sulle dune a vedere le stelle. La luna non è ancora nelle mani del proprietario, che sfodera diversi monili di
Le Bivouac du sorta e....WOW! Scendiamo, fa freddo, ci rintaniamo nelle argento, alcuni molto belli: Serena in particolare acquista
Petit Prince, a nostre tende. Buona notte, Sahara. un grande anello a forma di tenda nomade con un sonaglio
pochi Sveglia, colazione: tracce di animali sulla sabbia attorno al all’interno.
chilometri da campo: una volpe del deserto? I dromedari sono già pronti
E’ antico - sostiene il venditore - e le domande interessate
M’hamid. Tutti i per ricondurci a M’hamid. Il dromedario è come il
di un gioielliere di Essaouira ci confermeranno che non si
confort senza Touareg, ci viene detto: non è per sua natura domestico, è
trattava di una bugia.
la spiacevole
sensazione di
sentirsi in una
macchina per
turisti. Attorno
solo il Sahara e
il cielo, che a
sera si ricopre
di stelle.

Per info: Cherg


Expeditions, 2
Place
Mouahidine -
Ouarzazate.
www.cherg.com
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