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Relazione
“Norme per il controllo e la regolamentazione delle emissioni industriali in
atmosfera,
nel terreno, nelle acque libere e di falda ”.
Introduzione
La questione della qualità dell’aria, e conseguentemente della
regolamentazione delle emissioni industriali in atmosfera, ha assunto negli
ultimi anni una grande rilevanza per l’impatto che esse hanno sull’ambiente e
conseguentemente sulla salute. Il mondo della ricerca di pari passo con il
legislatore hanno focalizzato l’attenzione verso quegli inquinanti che, in quanto
sostanze chimiche persistenti e dotate di alcune proprietà tossiche,
contrariamente ad altri inquinanti, resistono alla degradazione e sono quindi
particolarmente nocive per la salute umana e per l’ambiente. La comunità
scientifica internazionale è concorde nell’affermare che tali inquinanti si bio-
accumulano negli organismi viventi, si propagano per mezzo dell’aria,
dell’acqua e delle specie migratrici, concentrandosi negli ecosistemi terrestri
ed acquatici.
L’emergenza ambientale, che tali inquinanti hanno determinato in varie realtà
urbane della regione Puglia come Taranto, Brindisi, Statte, Manfredonia, è stata
accertata nel corso degli ultimi anni dagli organi ufficiali di controllo
territorialmente preposti al controllo. Le risultanze di tali accertamenti hanno
fatto si che vaste aree urbane regionali fossero dichiarate “aree di crisi
ambientale” e conseguentemente incluse in piani di bonifica nazionali.
Citiamo di seguito alcuni esempi, non esaustivi, ma nel contempo
drammaticamente esplicativi.
Il caso della contaminazione ambientale da policlorodibenzodiossine a
Taranto, ha evidenziato come alcuni inquinanti persistenti sono oramai entrati
nella catena alimentare seguendo la filiera aria – suolo – animali - carni/derivati
- uomo. Del che ne è l’accertamento eseguito dalla ASL di Taranto e da ARPA
Puglia. A seguito di tali accertamenti la regione Puglia ha approvato la legge n°
44 del 19/12/08 e successive modifiche.
Sono, altresì, disponibili sul registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni
e delle Sorgenti) i dati relativi alle emissioni industriali in Italia per l’anno 2006.
Il registro INES è l'equivalente italiano del registro europeo EPER ed è un
database a disposizione del pubblico in attuazione di quel diritto
all'informazione ambientale che è uno degli assi portanti della Convenzione di
Aarhus, divenuta operativa con la legge 108/2001.
Il caso BRINDISI
6,5 milioni di tonnellate di carbone scaricate ogni anno da nave, oltre al milione
e mezzo di
tonnellate per la centrale Edipower, hanno costituito negli ultimi anni la più
soffocante servitù su un porto un tempo fiorente e ricco di banchine per ogni
tipo di traffico. Una programmazione portuale e regionale schiacciata a senso
unico sul carbone, una procedura regionale di VIA che nel 2003 ha
paradossalmente bloccato proprio la realizzazione di un molo dedicato
nonostante la forte perplessità del Ministero dell’Ambiente, la commistione con
i traffici passeggeri e la dispersione di polveri di carbone solo di recente
contenuta in limiti accettabili in seguito ad intervento della Magistratura, hanno
determinato per il porto di Brindisi la perdita di una posizione dominante nel
comparto passeggeri rispetto alla quale oggi esso arranca all’inseguimento di
porti che, invece, hanno realizzato investimenti finalizzati a traffici più puliti e
più ricchi, effettivamente sottratti al porto di Brindisi.
PROPOSTA DI LEGGE
nel terreno, nelle acque libere e di falda a tutela della salute e dell’ambiente”
1. Finalità
I principi ai quali si richiama la presente legge regionale sono esplicitati nella L.R. 25
del 3 agosto 2006 nella quale in particolare si afferma che “la salute è un diritto
dei cittadini e la tutela della salute è il fine del sistema sanitario regionale”.
La Regione Puglia persegue tale obiettivo in coerenza con la politica e la legislazione
comunitaria in materia di salute e di ambiente, nonché nella prospettiva di sviluppo
sostenibile con l’ambiente urbano e naturale.
In tale ambito, la Regione Puglia, come Ente rappresentativo della molteplicità degli
interessi legati alla dimensione territoriale, non può non reputarsi titolare anche del
potere di verifica della compatibilità degli interventi che, attuati dai vari soggetti nel
territorio pugliese ancorchè assoggettati ad autorizzazioni statali, comportano effetti
sulla salute e sul territorio, rimanendo nell’ambito delle competenze regionali, anche
se con l’adozione di imposizioni più restrittive rispetto ai valori massimi di emissione in
atmosfera, quali quelli stabiliti dallo Stato nell’esercizio delle attribuzioni ad esso
riservate, considerato che esse non vanificano in nessun modo gli obiettivi di
protezione della salute da quest’ultimo perseguiti ma anzi recepiscono ciò che la
normativa europea prevede per la riduzione degli inquinanti.
2. Obiettivi
9
l’abbattimento di un’ingente quantità di bestiame contaminato da diossine nel
Tarantino).
a. definire i limiti emissivi degli impianti industriali ubicati nel territorio della
Regione Puglia ancorchè soggetti ad autorizzazioni statali ed in particolare di
quelli che disperdono sostanze cancerogene, mutagene e bioaccumulabili,
anche con effetti transfrontalieri;
b. adottare le migliori tecnologie disponibili (MTD/BAT) coerenti con la strategia del
livello minimo tecnicamente raggiungibile;
c. portare in quest’ottica, le emissioni delle sostanze di particolare impatto
ambientale presenti nei fumi emessi dagli impianti industriali, ai livelli più bassi
ottenibili mediante l’applicazione delle BAT previste dal Protocollo di Aarhus
("Riduzione delle emissioni di PCDD/PCDF nell'industria metallurgica") che indica
tecnologie capaci di portare i valori di diossine e furani in un range di 0.2/0.4 ng TEQ/m3;
d. adottare provvedimenti e migliori tecnologie in assoluto, andando oltre le
MTD/BAT, quando si devono rispettare limiti di emissione definiti come obiettivi
di qualità come, ad esempio, nel caso del benzo(a)pirene;
e. ridurre drasticamente le utilizzazioni di acque in atto, favorendo forme di riuso
delle acque reflue depurate, in considerazione degli eccessivi quantitativi di
acque utilizzate per uso industriale rispetto alle risorse idriche disponibili e alla
pronta disponibilità di volumi di acque recuperabili dai depuratori esistenti;
f. prevedere, sia in fase autorizzativa che per gli impianti industriali già
autorizzati, l’uso razionale dell’energia, conformemente a quanto previsto dalla
normativa nazionale e comunitaria in materia, nonché dalla programmazione
energetica della Regione Puglia, e dalla applicazione delle migliori tecniche
disponibili;
g. prevedere, a tutela della salute della popolazione e dell’ambiente,
modalità di campionamento, prelievo, analisi, controllo e scarico nei corpi
idrici di acque di lavaggio, trattamento e reflui di processo, impedendone
in ogni modo la diluizione, in particolare quella con acque di
raffreddamento e/o meteoriche, da applicarsi sia in fase di autorizzazione
di nuovi impianti, che per quelli già esistenti sul territorio della Regione
Puglia.
9
nel quarto articolo vengono stabiliti i criteri di analisi e campionamento ed
indicati i soggetti preposti alla validazione, vigilanza, studio, ricerca e controllo;
nel quinto articolo, vengono stabiliti gli interventi da adottare per evitare la
diffusione di polveri inquinanti in atmosfera e nell’ambiente circostante;
nel sesto articolo, vengono indicati i limiti di esposizione ad inquinanti nei luoghi
di lavoro;
nel settimo articolo vengono indicate le modalità di campionamento, prelievo,
analisi e controllo nelle fasi di scarico nei corpi idrici di reflui di processo, acque
di lavaggio e trattamento, prima di ogni possibile diluizione in particolare con
acque di raffreddamento e/o meteoriche;
nell’ottavo articolo vengono indicati i tempi di attuazione della presente Legge
Regionale.
nel nono articolo vengono indicate le fonti di finanziamento della presente
Legge Regionale.
nel decimo articolo vengono indicate le sanzioni in caso di mancato rispetto
della presente Legge Regionale.
Proposta di Legge
Norme a tutela della salute e dell’ambiente per
“il controllo e la regolamentazione delle emissioni industriali in atmosfera”
Articolo 1
Definizioni e campo di applicazione
Si definisce:
Emissione: lo scarico diretto o indiretto, da fonti puntiformi o diffuse dell'impianto, di
sostanze, nell'aria, nell'acqua o nel suolo;
Operatore: il gestore o il proprietario, intendendosi come gestore qualsiasi persona
fisica o giuridica che detiene o gestisce l'impianto;
Autorizzazione: la decisione o più decisioni scritte da parte dell'autorità competente
che autorizzano l'esercizio dell'impianto a determinate condizioni, che devono tra
l’altro garantire che l'impianto sia conforme ai requisiti della presente legge regionale.
Un'autorizzazione può valere per uno o più impianti o parti di essi, che siano localizzati
nello stesso sito e gestiti dal medesimo gestore;
Sostanze: gli elementi chimici e loro composti, escluse le sostanze radioattive ai sensi
della direttiva 80/836/Euratom e gli organismi geneticamente modificati ai sensi della
direttiva 90/219/CEE e della direttiva 90/220/CEE;
Inquinamento: l’introduzione diretta o indiretta, a seguito di attività umana di
sostanze, vibrazioni, calore o rumore nell’aria, nell’acqua o nel terreno, che potrebbero
nuocere alla salute umana o alla qualità dell’ambiente, causare il deterioramento di
beni materiali, oppure danni o perturbazioni a valori ricreativi dell’ambiente o ad altri
9
suoi legittimi usi;
Impianto: l’unità tecnica permanente in cui sono svolte una o più attività che sono
tecnicamente connesse con le attività svolte nel luogo suddetto e possono influire
sulle emissioni e sull’inquinamento;
Impianto esistente: un impianto in funzione, o, nell’ambito della legislazione vigente
anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge regionale, un
impianto autorizzato o che abbia costituito oggetto a parere dell’autorità competente,
di una autorizzazione completa, a condizione che esso entri in funzione al massimo
entro un anno dalla data di approvazione della presente legge regionale;
Valori limite di emissione: la massa espressa in rapporto a determinati parametri
specifici, la concentrazione e/o il livello di un’emissione che non devono essere
superati in uno o più periodi di tempo. I valori limite di emissione delle sostanze
possono essere fissati anche per determinati gruppi, famiglie o categorie di sostanze,
segnatamente quelle di cui all’allegato n°2. I valori limite si applicano di norma nel
punto di fuoriuscita delle emissioni dall'impianto, con esclusione di ogni eventuale
diluizione nella loro determinazione;
Migliori tecniche disponibili: la più efficiente fase di sviluppo di attività e relativi
metodi di esercizio indicanti l’idoneità pratica di determinate tecniche a costruire, in
linea di massima, la base dei valori limite di emissione intesi ad evitare oppure, ove
ciò si riveli impossibile, a ridurre in modo generale le emissioni e l’impatto
sull’ambiente nel suo complesso;
Obiettivo di qualità: il valore medio annuale di riferimento, cogente e inderogabile,
da raggiungere e rispettare a partire dalla data indicata;
Provvedimenti e migliori tecniche in assoluto: sono provvedimenti tecnici,
gestionali ed organizzativi che il Gestore dell’impianto, indipendentemente da
eventuali suggerimenti delle Autorità preposte, deve individuare, oltre le MTD/BAT, ed
adottare a qualunque costo per rispettare lo specifico obiettivo di qualità, fino alla
fermata degli impianti responsabili dello sforamento.
Articolo 2
Principi generali. Obblighi fondamentali del gestore.
9
Si provveda affinché sia evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento
della cessazione definitiva delle attività ed il sito stesso sia ripristinato in modo
soddisfacente.
Articolo 3
Divieti per talune sostanze. Riduzione del carico inquinante nell’ambiente
a tutela della salute. Azioni propedeutiche.
a) Sul territorio della Regione Puglia è vietata la produzione e l’uso dei seguenti
prodotti:
• Aldrin, Clordano, Clordecone, Dieldrin, Endrin, Esabromobifenile, Mirex,
Toxafene, DDT.
b) In una fase successiva ma entro e non oltre il 31 dicembre 2010 :
• Eptalcoro, Esaclorobenzene, Policlorobifenile (PCB), HCH (compreso il lindano);
d) In armonia con quanto previsto dalla normativa che disciplina le azioni applicabili
nelle “aree a rischio e di crisi ambientale accertata”, ovvero la possibilità da parte
delle Regioni di ridurre il carico inquinante immesso nell’ambiente fissando anche
limiti più restrittivi alle emissioni industriali, nell’ambito del Piano Regionale di
Qualità dell’Aria: (art. 271 del D.L. 152/2006 commi 3 e 4 e succ.ve modifiche
apportate dal D.Lvo 29 giugno 2010, n. 128.), si determina che, per gli impianti già
autorizzati ed in esercizio sul territorio della Regione Puglia, è fatto obbligo entro il
31 dicembre 2011, di osservare la riduzione delle soglie di tutti gli inquinanti
compresi quelli accertati negli ambienti di lavoro e di vita e specificatamente nella
matrice aria come riportato nell’allegato n°2 ;
9
soggetti ad A.I.A. di competenza Statale;
Articolo 4
Modalità e criteri di analisi, campionamento e verifica;
Soggetti preposti alla validazione, studio, ricerca e controllo.
(*)che sarà reso obbligatorio con la parte V della norma europea EN-1948, "Stationary source emissions –
Determination of the mass concentration of PCDDs/PCDFs and dioxin-like PCBs - Part 5: Long-term sampling of
PCDDs/PCDFs and PCBs");
9
e) Il raggiungimento di tali obbiettivi sarà garantito da un Comitato di
Coordinamento così composto: Ente Regione Puglia, Amministrazioni di
Province e Comuni interessati, ISPRA, ARPA Puglia, CNR Istituto per l'Ambiente
Marino Costiero "Talassografico A. Cerruti” di Taranto, ed ASL territorialmente
competenti. Saranno permanentemente invitati a partecipare i rappresentanti
delle Associazioni di tutela della salute e Ambientaliste riconosciute sul
territorio, in ottemperanza a quanto stabilito dal Protocollo di Aarhus del
24/06/1998 recepito dallo Stato Italiano con la Legge 152/2006.
Articolo 5
Interventi per evitare la diffusione di polveri inquinanti in atmosfera e
nell’ambiente. Adozione delle migliori tecnologie disponibili.
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(Valutazione di Impatto Ambientale) nei modi e nei termini previsti dalle leggi
vigenti.
Articolo 6
Limiti di esposizione ad inquinanti nei luoghi di lavoro
d) Tutti gli impianti industriali dovranno valutare all’interno delle emissioni prodotte
le concentrazioni degli inquinanti riconosciuti quali certi possibili o probabili
cancerogeni o mutageni (organici ed inorganici) ed i livelli delle loro ricadute al
suolo in relazione agli scenari meteoclimatici dominanti.
Articolo 7
Sistemi di monitoraggio, prevenzione, controllo, analisi e modalità di scarico
nei corpi idrici per reflui di processo, acque di raffreddamento e di
trattamento rivenienti da attività lavorative;
9
precedono la depurazione, il trattamento e lo scarico finale.
b) Al fine di scongiurare e prevenire l’inquinamento dei corpi idrici tutti, a seguito
di sempre possibili incidenti rilevanti, anomalie e/o guasti a monte degli impianti
di depurazione, gli impianti industriali autorizzati allo scarico finale in corpi
idrici, dovranno realizzare a proprie spese, sistemi di capacità adeguata, atti a
contenere i reflui e le acque di scarico in ragione di un volume complessivo e
proporzionalmente relativo, pari ad almeno 3 ore di fermo delle attività di
scarico nei corpi ricettori finali.
c) A far data dall’entrata in vigore della presente legge regionale, in maniera
graduale ed entro il 31 dicembre 2011, saranno ridotte le concentrazioni degli
inquinanti presenti nei reflui destinati allo scarico in mare, nei bacini e nei corpi
ricettori finali dovranno essere indicate nella tabella D di cui all’allegato n°2 alla
presente;
d) A decorrere dal 31 dicembre 2011 sarà vietato l’utilizzo di cloro gas ed ipoclorito
di sodio sia per la disinfezione degli scarichi che come “antifouling” nei circuiti
di raffreddamento.
Articolo 8
Tempi di attuazione. Vigilanza e controllo
e) In caso di superamento dei limiti di emissione di cui agli allegati alla presente ,
dovuto ad anomalie del processo produttivo, o degli impianti di depurazione e
trattamento dei reflui di processo, i Gestori sono tenuti ad intraprendere
tempestivamente tutte le azioni di ripristino compreso il fermo immediato degli
impianti, ovvero, quelle necessarie a scongiurare danni alla pubblica incolumità
e all’ambiente. I gestori sono altresì obbligati a darne tempestiva
comunicazione agli organi preposti al controllo e alla tutela territoriale, nonché
9
ad ARPA Puglia, ASL, Regione Puglia, Amministrazione Provinciale e Comune
territorialmente competenti, i quali disporranno in accordo le procedure più
idonee da adottare per il ripristino ottimale nella conduzione degli impianti e dei
sistemi.
f) I Gestori degli impianti di cui all’allegato n°1, assicureranno il libero accesso
senza preavviso agli organi preposti per l’espletamento delle operazioni di
monitoraggio, campionamento, controllo, analisi e verifica, in qualsiasi
momento della giornata, nell’anno solare.
ART. 9
Sanzioni
ART.10
(Norme transitorie e finali)
Art. 9
Norma finanziaria
9
9
Allegato n° 1
1. Attività energetiche.
Pagina 1 di 5
Allegato n° 1
2.5. Impianti:
4. Industria chimica.
Pagina 2 di 5
Allegato n° 1
Pagina 3 di 5
Allegato n° 1
Salvi l'art. 11 della direttiva 75/442/CEE e l'art. 3 della direttiva 91/689/CEE, del
12 dicembre 1991 del Consiglio, relativa ai rifiuti pericolosi.
5.2 Impianti di incenerimento dei rifiuti urbani quali definiti nella direttiva
89/369/CEE dell'8 giugno 1989 del Consiglio, concernente la
prevenzione dell'inquinamento atmosferico provocato dai nuovi
impianti di incenerimento dei rifiuti urbani, e nella direttiva
89/429/CEE del 21 giugno 1989 del Consiglio, concernente la riduzione
dell'inquinamento atmosferico provocato dagli impianti di
incenerimento dei rifiuti urbani, con una capacità superiore a 3
tonnellate all'ora.
5.3 Impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi quali definiti
nell'allegato 11 A della direttiva 75/442/CEE ai punti D 8, D 9 con
capacità superiore a 50 tonnellate al giorno.
6. Altre attività.
Pagina 4 di 5
Allegato n° 1
6.3 Impianti per la concia delle pelli qualora la capacità di trattamento superi
le 12 tonnellate al giorno di prodotto finito.
6.6 Impianti per l'allevamento intensivo di pollame o di suini con più di:
Pagina 5 di 5
Allegato n° 2
L’Agenzia per la ricerca sul cancro (I.A.R.C.) ha classificato fino ad oggi 48 IPA.
Di questi, quelli che più frequentemente si ritrovano nell’aria e le rispettive
classi di pericolosità sono riportati nella seguente tabella A2.1
L’approccio utilizzato nella stima del rischio per la salute umana derivante
dall’esposizione ad IPA si basa sulla potenza, cancerogenicità e effetti
mutageni dei vari congeneri relativamente a quella del benzo(a)pirene e si
esprime in BaPeq. Pertanto la pericolosità derivante dall’esposizione alla
totalità degli IPA può essere espressa come somma dei Bapeq dei singoli
congeneri, che si ottengono moltiplicando il valore di concentrazione del
singolo congenere per il relativo TEF (fattore di tossicità equivalente). La Tab.
C2 esplica tali considerazioni dettando un “obiettivo di qualità dell’aria”
espresso in BaPeq.
Dall’approvazione della presente legge, le concentrazioni massime di IPA
presenti nell’aria ambiente non dovranno essere superiori ai valori indicati nella
Tabella A2.2 :
Fatti salvi limiti più restrittivi eventualmente vigenti sul territorio per particolari
attività antropiche, entro il 31 dicembre 2011, i valori limite di contaminazione
del suolo, sottosuolo e delle acque sotterranee, in relazione alla specifica
destinazione d’uso dei siti, dovranno intendersi ridotti in una percentuale non
inferiore al 20%.
Per le sostanze non esplicitamente indicate nelle tabelle 1 e 2 Titolo V di cui
all’allegato 5 del D. Lvo 152/2006 e successive modifiche, i valori limite di
concentrazione accettabili sono ricavati adottando quelli indicati per la sostanza
tossicologicamente più affine.
Tabella B - Limiti allo scarico in mare e nei corpi idrici del bacino regionale
Valori limite da raggiungere entro il 31.12.2011
Per gli impianti di cui all’allegato n°1
Obiettivi di qualità (dati espressi in µg/l)
Alluminio 500
Antimonio 50
Argento 5
Berillio 30
Cobalto 100
Cromo totale 500 200
Ferro 500
Manganese 100
Nichel 100 50
Rame 50
Selenio 10
Vanadio 50
Zinco 250
Tensioattivi anionici 500 200
Tensioattivi non
500 200
ionici
Fenoli totali 50
Diclorofenoli 50 20
Pentaclorofenolo 50 20
∑ Solventi organici
400 300
alogenati
Pentaclorobenzene 20 10
∑ Solventi organici
100 50
aromatici
Benzene 100 50
Toluene 100 50
Xilene 100 50
∑ Pesticidi
10
organofosforici
∑ erbicidi e
10
assimilabili
Allegato n° 2
∑ Solventi organici
400 300
alogenati
Pentaclorobenzene 20 10
∑ Solventi organici
100 50
aromatici
Benzene 100 50
Toluene 100 50
Xilene 100 50
∑ Pesticidi
10
organofosforici
∑ erbicidi e
10
assimilabili
Tabella B1 - Limiti di concentrazione (*) allo scarico in mare e nei corpi idrici
del bacino regionale per gli impianti di cui all’allegato n ° 1
Obiettivi di qualità (dati espressi in µg/l – Diossine pg/l -TE)
Limite entro
Inquinante Limite
2010
IPA (nota 1) 1 µg/l
DIOSSINE 0,5 pg/l /TE) 0.2
CIANURI 5 µg/l
ARSENICO 1 µg/l
PIOMBO 10 µg/l 5
CADMIO 1 µg/l
MERCURIO 0,5 µg/l 0,2
POLICLOROBIFENILI assenti
PESTICIDI
assenti
ORGANOCLORURATI
TRIBUTILSTAGNO assenti
Allegato n° 3
Pagina 1
Pagin
a1
Allegato n° 3
Denominazione dell’impianto
Sede legale
Recapiti telefonici
Gestore dell’impianto
Nome e cognome
Indirizzo
Recapiti telefonici
Referente IPPC_______________________________________________________________
Nome e cognome_____________________________________________________________
Indirizzo_____________________________________________________________________
Recapiti telefonici_____________________________________________________________
e-mail_______________________________________________________________________
Rappresentante legale
Nome e cognome
Indirizzo
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a2
Allegato n° 3
� no
� si � notifica
Effetti transfrontalieri
� no
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a3
Allegato n° 3
(1)
A.3 Informazioni sulle attività IPPC e non IPPC dell’impianto
Classificazione NACE____________________________________Codice_____________________
Classificazione NOSE-P__________________________________Codice_____________________
Capacità produttiva
Commenti
1 Compilare un quadro A.3 per ogni attività, IPPC e non, presente in impianto.
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a4
Allegato n° 3
SI/NO
SI/NO
SI/NO
SI/NO
SI/NO
SI/NO
SI/NO
SI/NO
SI/NO
Commenti
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a5
Allegato n° 3
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a6
Allegato n° 3
Dati catastali
Recettore
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Allegato n° 3
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a8
Allegato n° 3
Combustibile %S Consumo annuo (t) PCI (kJ/kg) Energia (MJ)
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a9
Allegato n° 3
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a 10
Allegato n° 3
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a 11
Allegato n° 3
Anno di riferimento:
B.4.1 Fonti di emissioni in atmosfera di tipo non convogliato (alla capacità produttiva)
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a 12
Allegato n° 3
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a 13
Allegato n° 3
Anno di riferimento:
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a 14
Allegato n° 3
B.5.2 Scarichi idrici (alla capacità produttiva)
Anno di riferimento:
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Allegato n° 3
B.7 Rumore
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Allegato n° 3
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a 17
Allegato n° 3
B.8 Odori
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a 18
Allegato n° 3
Riportare in questa sezione le informazioni relative ad altre forme di inquinamento non contemplate nelle
sezioni precedenti, quali per esempio inquinamento luminoso, elettromagnetismo, vibrazioni, amianto, PCB..
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Allegato n° 3
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Allegato n° 3
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Allegato n° 3
Scheda C
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Allegato n° 3
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a 23
Allegato n° 3
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a 24
Allegato n° 3
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a 25
Allegato n° 3
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a 26
Allegato n° 3
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a 27
Allegato n° 3
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a 28
Allegato n° 3
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a 29
Allegato n° 3
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a 30
Allegato n° 3
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a 31
Allegato n° 3
C9. Identificazione degli effetti per ogni alternativa
Pagin
a 32
Allegato n° 3
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a 33
Allegato n° 3
C 11. Quadro di sintesi delle variazioni delle modalità di gestione ambientale
Pagin
a 34
Allegato n° 3
Pagin
a 35
Allegato n° 3
Pagin
a 36