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Copia originale della proposta di Legge Regionale presentata alla Regione Puglia in

data 31 marzo 2009 Prot.Segreteria Presidente del Consiglio Regionale n°


2009000003365
redatta da : Marcello Caracciolo – Resp.Provinciale Ambiente Sinistra Democratica
Taranto

REGIONE PUGLIA

Relazione Introduttiva al Disegno di Legge

GRUPPO CONSILIARE :SINISTRA DEMOCRATICA

Norme a tutela della salute e dell’ambiente


per

“Il controllo e la regolamentazione delle emissioni industriali in


atmosfera”
Copia originale della proposta di Legge Regionale presentata alla Regione Puglia in
data 31 marzo 2009 Prot.Segreteria Presidente del Consiglio Regionale n°
2009000003365
redatta da : Marcello Caracciolo – Resp.Provinciale Ambiente Sinistra Democratica
Taranto

Introduzione
La questione della qualità dell’aria, e conseguentemente della
regolamentazione delle emissioni industriali in atmosfera, ha assunto negli
ultimi anni una grande rilevanza per l’impatto che esse hanno sull’ambiente. Il
mondo della ricerca di pari passo con il legislatore hanno focalizzato
l’attenzione verso quegli inquinanti che, in quanto sostanze chimiche
persistenti e dotate di alcune proprietà tossiche, contrariamente ad altri
inquinanti, resistono alla degradazione e sono quindi particolarmente nocive
per la salute umana e per l’ambiente. La comunità scientifica internazionale è
concorde nell’affermare che tali inquinanti si bio-accumulano negli organismi
viventi, si propagano per mezzo dell’aria, dell’acqua e delle specie migratrici,
concentrandosi negli ecosistemi terrestri ed acquatici.

L’emergenza ambientale che tali inquinanti hanno determinato in varie realtà


urbane della regione puglia come Taranto, Brindisi, Statte, Manfredonia, è stato
accertato nel corso degli ultimi anni dagli organi territoriali preposti al controllo.
Le risultanze di tali accertamenti hanno fatto si che vaste aree urbane regionali
fossero dichiarate “aree di crisi ambientale” e conseguentemente incluse in
piani di bonifica nazionali.

Citiamo di seguito quattro esempi, non esaustivi, ma nel contempo


drammaticamente esplicativi.

1. Il caso della contaminazione ambientale da


policlorodibenzodiossine a Taranto, ha evidenziato come alcuni
inquinanti persistenti sono oramai entrati nella catena alimentare
seguendo la filiera aria-suolo- animali- carni/derivati-uomo. Del che ne è
accertamento eseguito dalla ASL di Taranto e da ARPA Puglia e dal quale
è scaturito un provvedimento Regionale di abbattimento per circa 1200
pecore ed agnelli risultati contaminati da diossine, destinato nel
frattempo a salire in quanto molte delle pecore contaminate sono
gravide. Gli allevamenti nei quali sono stati ritrovati animali positivi sono
per il momento otto. La ASL TA1 è impegnata attualmente in controlli su
animali allevati nel raggio compreso tra 15 e 20 chilometri dal polo
industriale.
A tal proposito è utile portare a conoscenza della Giunta e del Consiglio
della Regione Puglia che, L’Istituto di Ricerca, CNR-ISPAAM, laboratorio di
Citogenetica Animale e Mappaggio Genetico di Napoli, a seguito di un
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“Monitoraggio ambientale mediante test citogenetici applicati alle
popolazioni zootecniche allevate nel Comune di Acerra” ha recentemente
pubblicato sulla rivista internazionale inglese Mutagenesis (Iannuzzi et
al.,2004) e Mutagenesis (Perucatti et al. 2006) i risultati di due distinte
ricerche affermando: “i test hanno dato incrementi altamente significativi
sia del numero di anomalie cromosomiche (CA=somma di gaps, rotture
cromosomiche e cromatidiche, frammenti), sia si SCEs. In particolare, il
numero di anomalie cromosomiche per cellula (CA/cell) è risultato 4 volte
il controllo.

La Regione Puglia il 10 novembre 2008 ha avviato l’iter previsto per


l’approvazione del Disegno di Legge riguardante i limiti di emissione in
atmosfera di policlorodibenzodiossine (PCDD) e Policlorodibenzofurani
(PCDF) intendendo stabilire tra l’altro, i valori massimi da raggiungere
entro il 2010.

I firmatari della proposta di Legge Regionale che oggi sottoponiamo


all’attenzione di questo On.le Consiglio, pur recependo integralmente il
suddetto Disegno di Legge, auspicano che in tempi brevi si possa fissare
ai 17 cogeneri “diossine” individuati come pericolosi per la salute umana,
il limite di 0,1 ng/M3 – così come già in essere in altri paesi della
Comunità Europea - che, pur essendo tra i maggiori produttori mondiali
di acciaio, hanno raggiunto questo invidiabile traguardo, applicando BAT
già disponibili da diversi anni sul mercato mondiale (ad esempio
l’impianto di abbattimento PCDD/PCDF della SIMETAL MEROS (Siemens).

Ma Taranto non detiene solo il triste primato europeo delle “diossine”.

Altri inquinanti, considerati ed indicati dalla scienza mondiale come sicuri


cancerogeni, mutageni, teratogeni e neurotossici, sono oggetto di precisi
limiti dettati dalla Comunità Europea.

Tra questi: Mercurio – IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) – Benzene –


PCB (policlorobifenili) – Piombo – Arsenico

La “relazione di sintesi” trasmessa da ARPA Puglia con nota n° 0013809


al Ministero dell’ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, oltre
che all’Assessorato Ambiente della Regione Puglia, Assessorato Ambiente
della Provincia di Taranto, Assessorato Ambiente del Comune di Taranto,
avente come argomento “Analisi dei dati conoscitivi ambientali
disponibili” conclude delineando una situazione fortemente
degradata dal punto di vista ambientale e sanitario.
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Da poco tempo sono disponibili sul registro INES i dati relativi alle
emissioni industriali in Italia per l’anno 2006. Il registro INES è
l'equivalente italiano del registro europeo EPER ed è un database a
disposizione del pubblico in attuazione di quel diritto all'informazione
ambientale che è uno degli assi portanti della Convenzione di Aarhus,
divenuta operativa con la legge 108/2001.

Il Registro INES conferma le conclusioni dell’ARPA Puglia, indicando per il


2006 i seguenti dati:

Pr Pr Aria
NRO G Val
v v C NOSE 1_ A
Reg Reg COD_ RDA rup- val Emi valEmi E DES
I Si RAG_SOC NomeComplesso od_ _P_ acqu Sostanza NNO
Istat Desc NACE TT po TOT SD mi UM
st gl IPPC Code a RIF
IPPC IPPC SI
at a 0

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Azoto 271,3 271,3 g/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Cromo (Cr) e composti 104,2 104,2 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Rame (Cu) e composti 101,6 101,6 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Nichel (Ni) e composti 133,6 133,6 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Piombo (Pb) e composti 797,2 797,2 kg/a 006

104.1 4643, 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Zinco (Zn) e composti 4643,6 6 kg/a 006

104.1 Idrocarburi policiclici 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 aromatici (IPA) 2,1 2,1 kg/a 006

104.1 Carbonio organico M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 totale 155,2 155,2 g/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 0 Cianuri 542,5 542,5 kg/a 006

104.1 102686, M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Ossido di carbonio (CO) 7 g/a 006

104.1 Anidride carbonica 544793 M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 (CO2) 5 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Ossidi di azoto (NOx) 6384,7 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Ossidi di zolfo (SOx) 12570,9 g/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Cromo (Cr) e composti 3469,5 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Rame (Cu) e composti 385,5 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Nichel (Ni) e composti 192,4 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 Piombo (Pb) e composti 9828,1 kg/a 006

104.1 Idrocarburi policiclici 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 aromatici (IPA) 38,9 kg/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 1 2 2.2 2 1 PM 5534,5 g/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 0 Azoto 647,8 647,8 g/a 006

104.0 Idrocarburi policiclici 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 0 aromatici (IPA) 3239 3239 kg/a 006

104.0 12570 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 0 Fenoli 12570,6 ,6 kg/a 006

104.0 Carbonio organico 1079, M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 0 totale 1079,7 7 g/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Ossido di carbonio (CO) 14437,6 g/a 006
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Taranto
104.0 Anidride carbonica 250160 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 (CO2) 5 g/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Ammoniaca (NH3) 32,7 g/a 006
Composti organici
104.0 volatili non metanici M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 (COVNM) 77 g/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Ossidi di azoto (NOx) 4693,1 g/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Ossidi di zolfo (SOx) 6096,4 g/a 006

104.0 231387, 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Benzene (C6H6) 2 kg/a 006

104.0 Idrocarburi policiclici 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 aromatici (IPA) 23826,9 kg/a 006

104.0 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Acido cianidrico 3850 kg/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 PM 1079,3 g/a 006

104.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 2 1 1.3 8 1 Metano (CH4) 591,9 g/a 006

104.1 393529, M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Ossido di carbonio (CO) 5 g/a 006

104.1 Anidride carbonica 230620 M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 (CO2) 5 g/a 006
Composti organici
104.1 volatili non metanici M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 (COVNM) 1372,8 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Ossidi di azoto (NOx) 10619,9 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Ossidi di zolfo (SOx) 15973,6 g/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Cadmio (Cd) e composti 366,1 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Cromo (Cr) e composti 457,6 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Rame (Cu) e composti 1464,3 kg/a 006

104.1 Mercurio (Hg) e 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 composti 1363,6 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Nichel (Ni) e composti 366,1 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Piombo (Pb) e composti 64062,9 kg/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Zinco (Zn) e composti 16473,3 kg/a 006
Policlorodibenzodiossin
e (PCDD) +
104.1 Polidiclorobenzofurani 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 (PCDF) 91,5 g/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 Policlorobifenili (PCB) 119 kg/a 006

104.1 Idrocarburi policiclici 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 aromatici (IPA) 8373,9 kg/a 006

104.1 Cloro e composti M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 inorganici 869,4 g/a 006

104.1 Fluoro e composti 521655, 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 inorganici 3 kg/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 3 2 2.1 2 1 PM 3706,2 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 Ossido di carbonio (CO) 8729,4 g/a 006

104.1 Anidride carbonica 805557, M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 (CO2) 8 g/a 006
Composti organici
104.1 volatili non metanici M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 (COVNM) 51,3 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 Ossidi di azoto (NOx) 7519,9 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 Ossidi di zolfo (SOx) 8160,8 g/a 006

104.1 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 Cromo (Cr) e composti 33 kg/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 4 2 2.3 2 1 PM 666 g/a 006

105.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 5 2 2.6 1 1 Ossido di carbonio (CO) 13,1 g/a 006

105.0 Anidride carbonica M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 5 2 2.6 1 1 (CO2) 13025 g/a 006

105.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 5 2 2.6 1 1 Ossidi di azoto (NOx) 86,7 g/a 006

105.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 5 2 2.6 1 1 Ossidi di zolfo (SOx) 428,6 g/a 006
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105.0 Cloro e composti M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 5 2 2.6 1 1 inorganici 30 g/a 006

105.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 5 2 2.6 1 1 PM 53,1 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 6 3 3.1 1 1 Ossido di carbonio (CO) 21218,1 g/a 006

104.1 Anidride carbonica M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 6 3 3.1 1 1 (CO2) 410943 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 6 3 3.1 1 1 Ossidi di azoto (NOx) 378 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 6 3 3.1 1 1 Ossidi di zolfo (SOx) 302,5 g/a 006

104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 6 3 3.1 1 1 PM 208,7 g/a 006

109.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Azoto 1521 1521 g/a 006

109.0 15881 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Fosforo 15881,9 ,9 kg/a 006

109.0 Arsenico (As) e 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 composti 1116 1116 kg/a 006

109.0 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Cadmio (Cd) e composti 367,9 367,9 kg/a 006

109.0 20729 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Cromo (Cr) e composti 20729,3 ,3 kg/a 006

109.0 12910 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Rame (Cu) e composti 12910,5 ,5 kg/a 006

109.0 Mercurio (Hg) e 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 composti 463,6 463,6 kg/a 006

109.0 2815, 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Nichel (Ni) e composti 2815,9 9 kg/a 006

109.0 64488 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Zinco (Zn) e composti 64488,6 ,6 kg/a 006

109.0 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 7 5 5.4 6 0 Cianuri 50905 50905 kg/a 006

107.0 Anidride carbonica M 2


16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 8 6 6.7 1 1 (CO2) 10383,5 g/a 006
Composti organici
107.0 volatili non metanici M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 8 6 6.7 1 1 (COVNM) 273,5 g/a 006

107.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 8 6 6.7 1 1 Ossidi di azoto (NOx) 33,6 g/a 006

107.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA ILVA S.P.A. ILVA S.P.A. Stabilimento di Taranto 27.10 8 6 6.7 1 1 PM 214,5 g/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 Anidride carbonica 102874 M 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 (CO2) 1,3 g/a 006
Composti organici
ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 volatili non metanici M 2
16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 (COVNM) 666,5 g/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 Ossidi di azoto (NOx) 818,1 g/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 Ossidi di zolfo (SOx) 2958,2 g/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 Nichel (Ni) e composti 62,3 kg/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 Zinco (Zn) e composti 3944,4 kg/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 Benzene (C6H6) 5921,2 kg/a 006

ENI S.P.A. DIVISIONE REFINING & 105.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA ENI S.P.A. MARKETING RAFFINERIA DI TARANTO 23.20 1 1 1.2 8 1 PM 86,5 g/a 006

SANAC 104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA S.P.A. SANAC S.p.A. Stabilimento di Taranto 26.26 1 3 3.5 1 1 Ossidi di zolfo (SOx) 224,9 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 Ossido di carbonio (CO) 433,4 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 Anidride carbonica 515924 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 (CO2) 4,8 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 Ossidi di azoto (NOx) 2104,7 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 Ossidi di zolfo (SOx) 1559,6 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 Cromo (Cr) e composti 261 kg/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 Nichel (Ni) e composti 196,9 kg/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 Piombo (Pb) e composti 172,3 kg/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 Cloro e composti M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 inorganici 31,2 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 PM 68,6 g/a 006
Copia originale della proposta di Legge Regionale presentata alla Regione Puglia in
data 31 marzo 2009 Prot.Segreteria Presidente del Consiglio Regionale n°
2009000003365
redatta da : Marcello Caracciolo – Resp.Provinciale Ambiente Sinistra Democratica
Taranto
CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2
16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 1 1 1.1 4 1 PM10 50,1 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 Ossido di carbonio (CO) 385,9 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 Anidride carbonica 493924 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 (CO2) 5 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 Ossidi di azoto (NOx) 1516,3 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 Ossidi di zolfo (SOx) 3517,5 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 Cromo (Cr) e composti 382,4 kg/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 Nichel (Ni) e composti 1022,1 kg/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 Piombo (Pb) e composti 235,3 kg/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 Cloro e composti M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 inorganici 7,3 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 PM 187,3 g/a 006

CENTRALI TERMOELETTRICHE DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA EDISON TARANTO 40.11 2 1 1.1 1 1 PM10 153,4 g/a 006
Cementir-
Cementerie
del Tirreno 104.1 Anidride carbonica M 2
16 PUGLIA 73 TA SPA Stabilimento di Taranto 26.51 1 3 3.1 1 1 (CO2) 436125 g/a 006
Cementir-
Cementerie
del Tirreno 104.1 M 2
16 PUGLIA 73 TA SPA Stabilimento di Taranto 26.51 1 3 3.1 1 1 Ossidi di azoto (NOx) 861,5 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 Anidride carbonica M 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 1 1 1.1 2 1 (CO2) 204074 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 1 1 1.1 2 1 Ossidi di azoto (NOx) 572,6 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 1 1 1.1 2 1 Ossidi di zolfo (SOx) 1270,8 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 1 1 1.1 2 1 Rame (Cu) e composti 227,1 kg/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 1 1 1.1 2 1 Nichel (Ni) e composti 65,3 kg/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 1 1 1.1 2 1 Zinco (Zn) e composti 8125,8 kg/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 Anidride carbonica M 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 2 1 1.1 4 1 (CO2) 229685 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 2 1 1.1 4 1 Ossidi di azoto (NOx) 256,7 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 M 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 2 1 1.1 4 1 Ossidi di zolfo (SOx) 13,2 g/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 2 1 1.1 4 1 Rame (Cu) e composti 159 kg/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 2 1 1.1 4 1 Nichel (Ni) e composti 45,8 kg/a 006

ENIPOWER ENIPOWER S.p.A. STABILIMENTO DI 101.0 2


16 PUGLIA 73 TA S.P.A. TARANTO 40.11 2 1 1.1 4 1 Zinco (Zn) e composti 5688,9 kg/a 006

In base ai dati INES 2006, è possibile quindi quantificare le percentuali di


inquinanti rilasciate in atmosfera nella provincia di Taranto rapportandole al
resto d’Italia:

DIOSSINA MERCURI IPA BENZENE PCB PIOMBO ARSENIC


O O
92,0 % 57,2 % 95,8 % 44,8 % 13,7 % 78,3 %

I benzopireni sono idrocarburi (con base C20H12) della serie aromatica,


policiclici a cinque anelli benzenici condensati, Il benzo[a]pirene è una delle
prime sostanze di cui si è accertata la cancerogenicità. Una delle sue forme
ossidate (metabolicamente dall'organismo), è il benzo[a]pirene-7,8-
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diidrodiolo-9,10-diidroossido che può legarsi al DNA interferendo con il suo
meccanismo di replicazione.

IARC o CIRC è acronimo di International Agency for Research on Cancer,


o Centre international de Recherche sur le Cancer l'organismo
internazionale, con sede a Lione, in Francia, che tra i vari compiti svolti, detta
le linee guida sulla classificazione del rischio relativo ai tumori di agenti chimici
e fisici. L'agenzia intergovernativa IARC è parte dell'Organizzazione mondiale
della sanità OMS, o WHO World Health Organization delle Nazioni Unite. Lo
IARC conserva una serie di monografie sui rischi cancerogeni di svariati agenti.

La categoria IARC di rischio cancerogeno per il Benzo(a)pirene è


Categoria 1 : “cancerogena per l'uomo” .

Il benzene:

Il benzene è un cancerogeno riconosciuto che danneggia in modo particolare le


cellule germinali. I più gravi effetti che si manifestano in caso di esposizione a
lungo termine sono principalmente a carico del sangue. Il benzene danneggia il
midollo osseo e provoca un calo del numero dei globuli rossi portando
all'anemia. Può inoltre ostacolare la coagulazione del sangue e deprimere il
sistema immunitario. Tra gli effetti a lungo termine rientra anche la leucemia.

L'agenzia statunitense per la sicurezza sui luoghi di lavoro (OSHA) pone il limite
di esposizione al benzene nell'aria a 1 ppm per un massimo di 8 ore al giorno e
40 ore settimanali. In Europa il limite (TLV-TWA) è fissato a 0,5 ppm per
un'esposizione prolungata e a 2,5 ppm per esposizioni non superiori ai 15
minuti.
(Threshold Limit Value (TLV), ovvero "valore limite di soglia", rappresenta
una soglia di concentrazione - generalmente espressa in parti per milione, ppm
- di una data sostanza pericolosa nell'aria, al di sotto della quale vi è sicurezza
per "quasi tutte" le persone esposte n.d.r.)
In Italia, il decreto ministeriale del 25 novembre 1994 fissa in 10 µg/m3 di
benzene l'obiettivo di qualità dell'aria da rispettare a partire dal 1999.

E’ stato stimato che un addetto al piano coperchi nell’industria metallurgica è


sottoposto a quantitativi di Benzo(a)Pirene (BaP) di anche 11 g/m3/dì, quando
secondo stime del WHO l’esposizione a 10 g/m3 l’anno porta ad un aumento di
0,4 del rapporto di rischio relativo del tumore al polmone.
I rilievi effettuati in ILVA, su richiesta dell’autorità giudiziaria ( procuratori
Petrucci e Sebastio) nella stagione 1999-2000 determinarono il sequestro delle
cokerie dell’Ilva . Quei rilievi, confermarono l’alta concentrazione di
idrocarburi (soprattutto benzo(a)pirene con più di un nanogrammo per metro
cubo d’aria.
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Taranto
E’ interessante notare che, le concentrazioni di idrocarburi policiclici aromatici
misurate dall’Istituto nazionale di ricerca sul cancro nell’abitato di Genova
Cornigliano (sede Ilva), per le quali si registrava negli anni 2000-2001 il
superamento del livello di un nanogrammo per metro cubo d’aria, abbiano
mostrato un netto abbassamento dopo lo spegnimento della cokeria,
rientrando all’interno del limite. Si fa presente che le cokerie citate hanno o
avevano una potenzialità produttiva nell’ordine delle centinaia di migliaia di
tonnellate all’anno di coke. L’impianto di Taranto, nel 2007, ha avuto una
produzione superiore ai tre milioni di tonnellate.

Per il mercurio osserviamo che a livello europeo e italiano non esistono livelli
massimi di concentrazione di mercurio in atmosfera. I principali riferimenti a
livello mondiale per le concentrazioni di mercurio in atmosfera sono quelli
stabiliti negli Usa dall’Epa (Environmental Protection Agency) e dall’Atsdr
(Agency for Toxic Substances and Disease Registry) e il valore raccomandato
dall’Oms (Organizzazione mondiale della sanità). Secondo l’Epa il limite per
l’esposizione cronica al mercurio è di 300 ng/m3 (nanogrammi per metro cubo)
(Integrated risk information system: mercury elemental,
www.epa.gov/iris/subst/0370.htm), per l’Atsdr il limite è di 200 ng m-3 (Minimal
Risk Levels for hazardous substances, www.atsdr.cdc.gov/mrls.html), mentre
l’Organizzazione mondiale della sanità nelle “Linee guida per la qualità
dell’aria” del 2000 fissa a 1.000 ng m3 il valore medio annuo raccomandabile.
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Il problema delle polveri sottili. PM 10 e PM2,5


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Taranto

I superamenti dei limiti consentiti (la norma italiana parla di valori soglia
giornalieri di 50 microgrammi, da non superare per più di 35 volte nell’anno, e
di un valore limite medio annuale di 40 microgrammi) non sono episodici, ma
segnalano una tendenza abbastanza consolidata. A inizio novembre 2008,
infatti, in via Machiavelli (quartiere Tamburi) i giorni di sforamento dei valori di
Pm10 dall’inizio dell’anno erano già 54 (quindi già ben oltre il limite di legge dei
35 sforamenti massimi), e in via Archimede erano 33 (due sotto il massimo
consentito). Non va molto meglio se si osservano i dati relativi alla media
annuale: l’ultimo report disponibile presso l’Arpa è quello di giugno, e a quella
data via Machiavelli già evidenziava una media annua di 44 microgrammi (4 in
più del consentito), mentre via Archimede si collocava a quota 35. Non va
molto meglio nel resto della città. Sempre prendendo in esame i dati rilevati
negli ultimi 4-5 giorni, su via Alto Adige il Pm10 è stato di 51 microgrammi
lunedì, e di 61 microgrammi il 1° novembre, in entrambi i casi superando i
valori-soglia giornalieri. Superamento -record sulla Statte - Massafra (70
microgrammi il 1° novembre, dato poi parzialmente rientrato il 3 con 47
microgrammi), mentre a Talsano (Taranto) risulta un valore limite di 51
microgrammi il 2 novembre e di 27 microgrammi il giorno successivo. Molti
dei superamenti dei limiti avvengono tra le ore 02.00 e le 03.00 del
mattino, ovvero in quasi totale assenza di traffico veicolare. E’ noto
come gli IPA, le diossine, e gli altri inquinanti emessi dall’industria possano
legarsi alle polveri sottili e di conseguenza essere inalate o respirate.
Secondo uno studio dell’ OMS condotto nelle 8 maggiori città italiane sulla
popolazione di oltre trenta anni, il 4,7% di tutti i decessi è attribuibile a
concentrazioni di Pm10 superiori a 30 microgrammi. In altre parole, portando le
polveri sottili a livelli accettabili, nelle nostre città si potrebbero evitare circa
3.500 morti all'anno, migliaia di ricoveri per cause respiratorie e cardiovascolari
e decine di migliaia di casi di bronchite acuta e asma fra i bambini al di sotto
dei quindici anni.

Altro problema di considerevole entità è costituito dal parco minerali ILVA posto
a ridosso dell’abitato Tamburi. Come si evince dalla foto satellitare allegata,
tale distanza non è superiore ai 120 metri. Colline di minerali, prive di
qualsivoglia copertura, sono esposte all’azione del vento e della pioggia che ne
favoriscono così la diffusione nell’ambiente.

Il risultato più immediato è che l’intera popolazione di questo quartiere è


esposta 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno ad inquinanti e polveri di
minerali con gravissimo danno per la salute e per la qualità della vita.
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Taranto

Foto: ILVA di Taranto. Parco minerali a ridosso del quartiere Tamburi.

Tumori a Taranto

INCIDENZA TARANTO

Nel marzo 2007 è stata terminata la raccolta dei casi incidenti a Taranto con un
grado di completezza al 95%: per la sola provincia di Taranto sono stati
esaminate circa 40.460 schede di dimissione ospedaliera nell’intero triennio e
circa 4.400 schede di morte per ciascun anno, per un numero di casi incidenti
l’anno pari a circa 2500. Contestualmente, è stata aggiornata l’analisi di
mortalità svolta dall’OMS, con dati disponibili fino al 2001, e valutando i trend
temporali per quinquennio. Tale analisi è stata condotta con l’ausilio del
cosiddetto Atlante Cislaghi, un software di elaborazione statistica e grafica che
utilizza i dati ufficiali di mortalità rilasciati dall’ISTAT.
Ciò che si evidenzia dall’analisi è, per il sesso maschile, un SMR costantemente
superiore a 100 nella città di Taranto, in tutti i periodi in studio per tutti i tumori
(1981-1986 SMR=127; 1987-1991 SMR= 120; 1992- 1996 SMR= 118; 1997-
2001 SMR=117), per tumore del polmone (1981-1986 SMR=140; 1987-1991
SMR= 139; 1992-1996 SMR= 140; 1997-2001 SMR=129), per mesotelioma
pleurico (1981-1986 SMR=501; 1987- 1991 SMR= 353; 1992-1996 SMR= 433;
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Taranto
1997-2001 SMR=474), per tumore della vescica (1981-1986SMR=140; 1987-
1991 SMR= 122; 1992-1996 SMR= 103; 1997-2001 SMR=124).

Questi dati confermano pertanto i risultati dell’indagine dell’OMS e


suggeriscono la persistenza di una condizione di rischio aumentato di
sviluppare patologie tumorali e specificamente quelle per cui è nota e
ampiamente consolidata l’associazione causale con fattori di rischio di tipo
professionale e ambientale.

(Fonte: ARPA PUGLIA – Relazione sullo stato dell’ambiente 2006. Pag. 402)

Il caso BRINDISI

Solo per necessità assoluta di efficace comunicazione, si ricorda che nell’ area
di crisi ambientale di Brindisi, pure sito inquinato di interesse nazionale, sono
insediate oltre alla centrale ENEL a carbone di Cerano da 2.560 MW, la centrale
Edipower ex ENEL a carbone da 640 MW con progetto di aggiunta di ciclo
combinato da 430 MW e la centrale a ciclo combinato Enipower da 1.170 MW.

Nel 2002 le Amministrazioni Locali, ignorarono la Convenzione del 1996,


meritevole di aver posto un limite massimo totale alle emissioni in atmosfera di
inquinanti ad opera delle
allora 2 centrali ENEL, prevedendo la chiusura della centrale di Brindisi Nord a
partire dal 2004, il funzionamento della centrale di Cerano a tre gruppi di cui
uno a gas a partire dal 2000, nonché limiti alla produzione elettrica annua e al
consumo annuo di carbone. In detta Convenzione intervenne pesantemente e
autorevolmente il Ministero dell’Ambiente, anche con successivi interventi a
difesa, ritenendola imprescindibile leva di intervento nell’ area di crisi
ambientale di Brindisi. Tale convenzione fu integralmente recepita (divenendo
norma dello Stato) dal D.P.R. 23.4.1998, Piano di disinquinamento per il
risanamento del territorio della provincia di Brindisi, che a tutti gli impianti
inquinanti di Brindisi prescrisse interventi di ambientalizzazione tranne che alle
due centrali ENEL, perchè “agli interventi specifici individuati, si aggiunge
l’insieme dei provvedimenti che riguardano l’ esercizio della Centrale ENEL
Nord e l’ avvio di ENEL Sud, previsti nella Convenzione ’ 96 ENEL-Enti Locali,
che daranno effetti di graduali miglioramenti nei vari periodi in cui è articolata
la convenzione stessa.
La situazione oggi:
La centralina pubblica di monitoraggio dell’ atmosfera più vicina alla centrale
ENEL, quella di Torchiarolo (comune agricolo di 5.000 abitanti), ha segnalato
nel 2006 93 superamenti del limite di legge della media giornaliera di 30
rispetto ai 35 sconfinamenti annui consentiti dalla legge. Anche la media annua
delle concentrazioni giornaliere di PM10 a Torchiarolo ha superato il valore
annuale limite prescritto dalla legge (46 contro 40).
In un’ area in cui è vietata per le attività agricole l’ estrazione di acque dal
sottosuolo per il grave fenomeno dell’ intrusione di acqua marina nella falda, la
centrale ENEL è autorizzata ad emungere da pozzi 1.800.000 mc/anno.
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In un mare che registra un continuo innalzamento della temperatura, la
centrale ENEL scarica liberamente ogni anno 3 miliardi di tonnellate di acque
calde. Gli stessi studi di parte hanno attestato nell’ inverno 2007 la presenza di
nuove forme di flora e fauna proprie di mari più caldi.

6,5 milioni di tonnellate di carbone scaricate ogni anno da nave, oltre al milione
e mezzo di
tonnellate per la centrale Edipower, hanno costituito negli ultimi anni la più
soffocante servitù su un porto un tempo fiorente e ricco di banchine per ogni
tipo di traffico. Una programmazione portuale e regionale schiacciata a senso
unico sul carbone, una procedura regionale di VIA che nel 2003 ha
paradossalmente bloccato proprio la realizzazione di un molo dedicato
nonostante la forte perplessità del Ministero dell’Ambiente, la commistione con
i traffici passeggeri e la dispersione di polveri di carbone solo di recente
contenuta in limiti accettabili in seguito ad intervento della Magistratura, ha
determinato per il porto di Brindisi la perdita di una posizione dominante nel
comparto passeggeri rispetto alla quale oggi esso arranca all’ inseguimento di
porti che hanno invece realizzato investimenti finalizzati a traffici più puliti e
più ricchi, effettivamente sottratti al porto di Brindisi. Questo, in brevissimi
passaggi, il pesantissimo portato della centrale di Cerano, cui si aggiunge
quello della centrale Edipower nel centro del porto davanti alla città. La
situazione è tale che la nuova mega centrale a ciclo combinato Enipower - che
produrrebbe ovunque incontenibile sindrome NIMBY - a Brindisi passa
inosservata di fronte agli scempi della produzione termoelettrica da 8 milioni di
tonnellate di carbone all’ anno.

Le problematiche brevemente accennate sono supportate ed esplicate da:

a) i risultati delle caratterizzazioni condotte dall’ARPA Puglia per la


bonifica dei siti inquinati;
b) le ordinanze di divieto di coltivazione e di utilizzo di una striscia di 7
chilometri per 250 metri intorno al nastro trasportatore della
centrale Enel di Cerano;
c) i dati di emissione delle attività industriali a Brindisi in base a
quanto riportato dal registro INES (Inventario Nazionale delle
Emissioni e delle loro Sorgenti);
d) i dati del Registro Tumori Ionico Salentino;

a) I risultati delle caratterizzazioni condotte da ARPA Puglia nelle attività


connesse alla bonifica dei siti inquinati, indicano tra l’altro livelli elevati
di Benzene, Cloruro di vinile e Arsenico. In particolare il Cloruro di vinile,
ritenuto cancerogeno certo per l’uomo (Classe 1 Iarc), risulta aver
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superato ben di 72 punti la CLA e molte zone del Petrolchimico risultano
essere contaminate, frequentemente ad una profondità di 16-17 metri.
Per il Benzene e l'Arsenico, anch’essi cancerogeni certi per l’uomo
(Classe 1 Iarc), la situazione risulta essere simile: molte zone
contaminate e un numero di superamenti più alto rispetto la CLA.
Precisamente risulta aver sforato 228 volte il Benzene e 42 l’Arsenico.
Ricordiamo che le fonti antropiche di questi due inquinanti risultano
essere la combustione di combustibili fossili(petrolio, carbone, olio
combustibile); e a tale proposito sottolineiamo che nella zona analizzata
sono presenti tre centrali elettriche: una all’interno del Petrolchimico, e
due alimentate a carbone (di cui una la Edipower a solo due chilometri).
Per quanto riguarda il mercurio, composto tossico, i cui effetti si
ripercuotono sul sistema nervoso centrale, la situazione risulta essere
notevole in quanto la maggior parte dei campioni che risultano superare
la CLA, sono stati trovati nello strato di terreno superficiale (profondità 0-
1 m ), e pertanto risultano essere pericolosi dal punto di vista sanitario,
dal momento che i lavoratori possono facilmente venire a contatto con
l’inquinante in questione.
I dati del registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro
Sorgenti) sembrano confermare la tesi dell’inquinamento antropico
dovuto principalmente alla presenza di centrali termoelettriche
alimentate a carbone. Infatti se guardiamo soprattutto i dati riferitialla
centrale termoelettrica di Cerano, notiamo che le emissioni totali (Acqua,
Aria) dei due inquinanti visti in precedenza (Mercurio, Arsenico) risultano
superare i valori soglia fissati dalla Commissione Europea (Regolamento
CE n. 166/06).

Con i dati delle caratterizzazioni dei terreni ( profondità 0-1 m e 16-17 m)


si è analizzato il rischio sanitario grazie all’ausilio del software ROME
(ReasOnable Maximum Exposure). I risultati sono meritevoli di grande
attenzione, perché nello strato di terreno superficiale (profondità di 0-1
m) dove i lavoratori potrebbero essere esposti all’inquinante per
inalazione di polveri o vapori, contatto dermico e ingestione di suolo, il
rischio sanitario all’interno del Petrolchimico risulta essere importante
soprattutto per Arsenico, Mercurio e Benzene.

b) Su richiesta del commissario delegato per l’emergenza ambientale,


durante il 2005 e 2006 il Sindaco della città di Brindisi ha provveduto ad
effettuare i controlli sui terreni e le acque sotterranee nella fascia larga
250 metri e lunga 7 km lungo il nastro trasportatore di carbone fino alla
centrale ENEL di Cerano. Alla luce dei risultati, dall’indagine affidata a
Sviluppo Italia, con la scoperta di metalli pesanti, pesticidi e altre
sostanze inquinanti fino ad un metro di profondità. In seguito alle
indicazioni della conferenza di servizi decisoria sul SIN di Brindisi del
3.3.2007, la conferenza di servizi convocata dal Sindaco di Brindisi in
data 20.6.2007 ha successivamente espresso parere favorevole alla
emissione in via cautelativa di “ordinanza sindacale di divieto di
coltivazione” delle aree agricole suddette limitrofe agli impianti ENEL.
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Tale provvedimento è stato emesso il 28.6.2007 con obbligo di
distruzione delle colture erbacee e dei frutti pendenti e sta determinando
grave allarme e tensione in un territorio ad altissima vocazione agricola,
già colpito da meccanismi di mercato che da anni penalizzano i prodotti
provenienti da Cerano. Tra le altre sostanze rilevate: stagno, berillio,
vanadio, cobalto, mercurio, rame, cadmio, nichel, arsenico, pesticidi
clorurati. I dati sono stati trasmessi al Ministero dell’Ambiente,
segnalando la necessità di estendere i controlli ad una fascia superiore ai
250 metri. Con successiva ordinanza sindacale si è imposta la distruzione
di tutti i prodotti ortofrutticoli e arborei, compresi quindi olive, uva, ed
altra frutta presente nell’area da effettuarsi sotto controllo e
certificazione della ASL e VV.UU. , in attesa di ulteriori determinazioni.

c) Il Registro INES contiene informazioni su emissioni in aria e in acqua di


specifici inquinanti provenienti dai principali settori produttivi e da
stabilimenti generalmente di grossa capacità presenti sul territorio
nazionale. Il Registro INES è aggiornato annualmente e sono attualmente
disponibili le informazioni relative agli anni 2002, 2003, 2004 e 2005.
INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e loro Sorgenti) ed EPER
(European PollutantEmission Register) sono registri integrati nati
nell'ambito della direttiva 96/61/CE, meglio nota come direttiva IPPC
(Integrated Pollution Prevention and Control).
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Questi dati rappresentano un confronto tra le emissioni a Brindisi e quelle


della intera Puglia negli ultimi anni. Nell’ultima colonna a destra il
numero riportato costituisce la percentuale delle emissioni di Brindisi
rispetto alle emissioni di quella sostanza in tutta la regione. Nel 2002,per
esempio, le emissioni di anidride carbonica a Brindisi erano il 53,6% del
totale.
Come è facile rilevare, le emissioni industriali a Brindisi nell’anno 2005
sono state composte anche da sostanze pericolose ed alcune in grado di
provocare il cancro. Queste sono state segnate con un asterisco (*).
L’emissione di anidride carbonica è 15 volte superiore alla soglia solo
nella centrale di Cerano. L’arsenico, il cadmio, il cromo, gli idrocarburi
policiclici aromatici e il benzene tutti cancerogeni in grado di provocare
diversi tipi di tumori, superano abbondantemente la soglia.
L’arsenico provoca tumori polmonari ed epatici, il cromo e il nichel tumori
polmonari, il cadmio tumori della prostata, il benzene leucemie e linfomi.
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Gli idrocarburi policiclici aromatici sono responsabili di diversi tipi di
tumori tra cui quelli polmonari, vescicali e cutanei.
Anche le altre sostanze emesse oltre la soglia sono responsabili di
patologie varie come quelle respiratorie e cardiache (ossidi di zolfo, di
azoto).

d) Dall’ottobre 1999 è iniziata la raccolta dei casi di tumore maligno


diagnosticati, a partire dal 1° gennaio 1999, alla popolazione residente
delle province di Brindisi, Taranto e Lecce.
I dati di mortalità e i dati di incidenza evidenziano nelle tre province
pugliesi meridionali un eccesso di tumori maligni correlati,
verosimilmente, ad esposizioni ambientali ed occupazionali (tumori
maligni del polmone, della vescica, mesoteliomi) e di altri tumori quali
tumori maligni dell’encefalo e tumori del fegato in entrambi i sessi.
I dati raccolti negli ultimi anni e confrontati con quelli del registro tumori
di Ragusa, l’unico sinora certificato nell’Italia del sud, mostrano a Brindisi
un eccesso di tumori del polmone, della vescica, della pleura (amianto),
del fegato (epatite C) e delle leucemie (benzene). I tumori del polmone e
della vescica sono stati trovati in eccesso soprattutto nel sesso maschile
e nella città capoluogo, elementi questi che fanno pensare, secondo i
responsabili del registro, ad una loro origine ambientale e lavorativa. I
dati di incidenza evidenziano nell’Area a rischio e nel solo Comune di
Brindisi un eccesso di tumori maligni (tutti i tumori e soprattutto i tumori
correlati ad esposizione ambientale e professionale). È interessante
notare che lo scarto tra area a rischio e resto della provincia è maggiore
per il sesso maschile rispetto a quello femminile, il che lascia pensare ad
un’importante componente professionale oltre che ambientale.

Questo, in brevissimi passaggi, il pesantissimo portato della centrale di Cerano,


cui si aggiunge quello della centrale Edipower nel centro del porto davanti alla
città. La situazione è tale che la nuova mega centrale a ciclo combinato
Enipower - che produrrebbe ovunque incontenibile sindrome NIMBY - a Brindisi
passa inosservata di fronte agli scempi della produzione termoelettrica da 8
milioni di tonnellate di carbone all’ anno.

L’applicazione di BAT di ultima generazione a tutela della salute delle


popolazioni.

Tutto quanto sopra esposto, in scienza e coscienza impone un’ intervento di


estrema urgenza a tutela della salute delle popolazioni della Regione Puglia,
una vera emergenza sanitaria/ambientale da affrontare con immediatezza.
La tecnologia, la scienza e la ricerca offrono oggi sistemi innovativi in grado di
ridurre al massimo l’impatto ambientale dell’industria sul territorio.

Tra molteplici soluzioni, a titolo esemplificativo ne indichiamo alcune, con


l’ausilio di foto e una brevissima descrizione tecnica generale.
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 Azione: Copertura parchi minerali – Nastri trasportatori – Sistemi di


carico/scarico polverulenti per l’industria.

Trattasi di sistemi innovativi che intervengono nelle varie fasi di


movimentazione e stoccaggio di minerali e composti polverulenti per
l’industria. Tutte le varie fasi di movimentazione avvengono in assoluta
sicurezza per l’uomo e per l’ambiente grazie all’utilizzo di strutture
completamente sigillate e automatizzate, a partire dal prelievo nelle stive delle
navi.
In particolare i materiali e composti polverulenti, come ad esempio il carbone,
vengono prelevati direttamente dall’interno nelle stive per mezzo di scaricatori
continui a catena di tazze, senza venire a contatto con l’ambiente fino al
recapito finale. Nel caso si usino nastri trasportatori per raggiungere lo
stoccaggio, questi sono chiusi e in depressione per impedire la fuoriuscita di
polveri verso l’esterno.
Anche il deposito dei minerali e composti polverulenti è coperto con una
struttura tubolare in alluminio e acciaio, (tecnicamente denominata COAL
DOME).

(foto n° 1: scaricatore continuo a


tazze)
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(foto n° 2: nastri trasportatori chiusi e in depressione)

(foto n° 3: stoccaggio coperto di minerali/composti polverulenti)


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(Foto n ° 4 – 5 : Stoccaggio polverulenti a Civitavecchia- Italia)


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(foto n° 6 – 7 : fasi di realizzazione stoccaggio coperto)


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 Azione: Sistemi di abbattimento inquinanti di nuova


generazione.

 Esistono le tecnologie per eliminare quasi del tutto le emissioni di


diossine, furani, e altri composti organici. SIEMENS VAI - Metals
Technologies Gmbh &Co di Linz (Austria) ha sviluppato il processo
denominato "SIMETAL cis MEROS", dove MEROS è l'acronimo di
Maximized Emission Reduction Of Sintering (riduzione massimizzata delle
emissioni dell'agglomerato).
 Il processo MEROS è stato sviluppato per ridurre le specifiche emissioni
entro valori fissati dall'Amministrazione comunale di Linz. Il processo
MEROS è caratterizzato da una serie di trattamenti in cui, polveri e
componenti inquinanti ancora presenti nei fumi di processo dopo il
trattamento nei filtri elettrostatici, vengono ulteriormente abbattuti con
successivi trattamenti abbastanza complessi (ricircoli, precipitatori a
umido, a secco, filtri di tessuto, ecc.). Con questo sistema si raggiungono
i seguenti livelli di emissione:
 * polvere <10 mg/Nmc;
* SOx <50 ppm/Nmc;
* diossina <0,1 ng/Nmc;
* NOx <50 ppm/Nmc
(in combinazione con il sistema
DeNOx) .
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 La Siemens ha implementato il processo MEROS nel 2005 sull'impianto
sperimentale da 80.000 Nmc/h e nel 2007 sull'impianto da 620.000
Nmc/h entrambi di Voestalpine Stahl di Linz in Austria. Ha eseguito
interventi risolutivi sull'impianto di agglomerazione di Corus Port Talbot
Works in Inghilterra e su quello di Dragon Steel Corporation a Taiwan. Ha
in corso l'installazione di un impianto da 520.000 Nmc/h della Maashan
ISCO, in Cina; il relativo contratto è stato firmato a marzo 2008 e lo start-
up dell'impianto è fissato per l'estate del 2009.

(Foto impianto MEROS a Linz – Austria)

Nota: Emissione fumi prima e dopo l’utilizzo di nuove BAT


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(foto: schema a blocchi BAT per abbattimento inquinanti
organici)

(foto: modello di impianto BAT implementato in Austria)

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