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Cari tutti,

credo che la discussione che si e' avviata sulla nostra struttura e sui nostri obiettivi sia estremamente
importante e dal suo svolgersi dipendera' il proseguimento o la scomparsa della rete.

Il problema si pone oggi, ed e' un problema assolutamente politico.


Dobbiamo presentarci sul palco del PD il 30 e dobbiamo mantenere, rispetto ai molti interlocutori
che ce lo chiedono, un profilo chiaro e affidabile.
Il problema e' sentito, ad esempio durante la manifestazione di venerdi, siamo stati contattati da
una ricercatrice dell'INRAN, iscritta alla mailing list, che ci propone di essere presenti alla
assemblea presso il suo istituto venerdi' prossimo e ci fa presente l'assoluta diffidenza che avremo di
fronte se ci presentassimo con qualche sigla scritta sul cappello.

Senza farla troppo lunga su interlocutori e/o rappresentanti, proporrei tre elementi di discussione,
cosi' semplici che ce li abbiamo avuti di fronte per tutto questo tempo e che possono indirizzarci
nelle prossime scelte:

RETE
RICERCA
PUBBLICA

RETE
L'aspetto piu' interessante e innovativo della faccenda e' l'organizzazione a rete che si e' venuta a
determinare.
Al momento, i contenuti della discussione ce li ha forniti il governo con la sua manovra finanziaria,
nel futuro, a medio e lungo periodo, dovremmo pensarci noi.
RICERCA
E potremo pensarci riflettendo sul significato e sul ruolo degli enti di ricerca, pensati in un certo
modo al momento della loro fondazione e attualmente esclusi, se non in circostanze particolari, da
alcun ruolo di modernizzazione del paese e di indirizzo strategico dei processi economici, politici e
sociali innescati dalla globalizzazione.
PUBBLICA
Affidare un ruolo attivo alla ricerca pubblica significa avviare un volano che, a distanza di tempo e
magari non nello stesso luogo, sia in grado di disseminare conoscenza e innovazione.
Per quel che mi riguarda, questo vale sicuramente nel campo tecnologico, molti di voi sapranno
aggiungere elementi sul piano sociale ed economico.

Da questi temi di riflessione puo' partire un discorso interessante ed articolato, ma abbiamo bisogno
di tempo per conoscerci e scambiarci idee e pensieri. La pochezza della riflessione sulla ricerca
pubblica nel governo, nella opposizione ma anche nel sindacato ce la abbiamo avuta di fronte in
questi giorni, proverei a non ripercorrere gli stessi errori.
Riportiamo la nostra attivita' al livello di testimonianza, raccontiamo l'esperienza di questi giorni e
lavoriamo per fare maturare la discussione tra di noi.

E' importante non avere fretta, ma costruire un pensiero e un futuro condiviso.


Tanto per fare bella figura, vi aggiungo quattro righe che da qualche giorno mi frullano in testa:

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,


sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo

Massimo Miozzi – Ricercatore INSEAN – Ist. Nazionale Studi ed Esperienze di Architettura Navale

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