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Astrologia e scienza
Mini corso di statistica e altri scritti.
Premessa.
Chi dovrebbe giudicarla? Chi di parte o chi non lo ? Sarebbe un po' come chiedersi se una
critica alla psicologia clinica pu essere effettuata da addetti ai lavori o da persone, che pur
interessandosi di scienza, non sono psicologi clinici. Certo, il rischio di tirare l'acqua al
proprio mulino esiste, cos come esiste il problema opposto denominato effetto Pigmalione
(e ne ho parlato gi in passato); esiste la possibilit di acriticit sia da parte di chi sostiene
un'idea e sia da parte di chi la nega; e c' pure il pericolo di dire fesserie enormi quando non
si conosce appieno una materia. Ma se si seguono alcune regole possibile ridurre il pi
possibile gli errori del soggettivismo.
Per l'amor del cielo, una critica pu essere pure costruttiva quando mette in luce un
problema che necessita di essere prima o poi affrontato e risolto. Il problema deve essere
per reale e non supposto: se per esempio la critica quella che i segni dello zodiaco devono
essere 13 perch le costellazioni eclittiche sono 13, allora parliamo di una critica ignorante
fatta da chi non conosce la differenza tra zodiaco tropico e zodiaco siderale; una
osservazione sciocca che mette in luce un problema che in effetti non esiste. Quelli del
CICAP, da anni commettono sempre questo errore gravissimo e non si correggono mai cos
dimostrando che non interessa davvero essere critici sulla questione, ma interessa solo
cercare un qualsiasi pretesto per mettere in luce la non validit dell'astrologia. Non trovo
alcuna seriet in atteggiamenti del genere.
Il CICAP non pu, a mio parere, giudicare criticamente l'astrologia perch non sa nulla di
essa: si limita solo a confermare o meno alcune previsioni (spesso fatte da persone che con
l'astrologia vera e propria non c'entrano nulla), oppure a esporre il proprio parere su alcune
statistiche. Si tratta di osservazioni che si traducono in opinioni diverse da quelle di altri
studiosi. L'importante sempre ricordare che in astrologia esiste qualcuno che capisce di
scienza cos come ce n' qualcuno nel CICAP. Da entrambi i lati esiste ovviamente anche chi
di scienza e ricerca non ci capisce nulla (gli amatori del CICAP che giocano a fare gli
scienziati e gli amatori dell'astrologia che sono a digiuno totale delle minime regole di
indagine sono un chiaro esempio di ci che voglio dire). Quindi, il primo mito da sfatare
quello che l'astrologo sia una specie di stregone ignorante che si limita a leggere le posizioni
planetarie e a darne una interpretazione, un po' come facevano gli antenati oracoli. In effetti
una grandissima fetta di astrologi fa esattamente questo, ma io non posso considerarli miei
colleghi. L'astrologo moderno fa molto di pi di questo. Capirete che ritengono presuntuoso
che qualcuno possa eleggersi a giudice per vagliare l'astrologia in maniera scientifica: i titoli
non sono una ragione sufficiente per dare un "bollino" di validit all'astrologia: i titolati ce
li abbiamo pure noi astrologi e non vedo per quale motivo quelli del CICAP dovrebbero
valere di pi, o per quale motivo dovremmo dare la soddisfazione di un confronto: sarebbe
come al solito voler dare loro il "potere" di giudicare. Ma dove sta scritto?
Fatta questa premessa cominciamo questa valutazione seria dell'astrologia per mezzo delle
mie conoscenze scientifiche.
Cerchiamo di fare il punto della situazione. Nella scienza ci che conta l'osservazione
critica dei fatti. Vi deve essere per forza una disposizione ad accettare criticamente solo i
fatti confermati dall'esperienza. Da quest'ultima alla fine si traggono le informazioni da
confrontare con la ragione. Quando questi fatti sono prevedibili attraverso uno schema
nomotetico, allora li abbiamo esplicati. Le regole devono essere coerenti, devono essere
verificate; ma con Popper si preferito falsificarle, cio dimostrare che sono vere fino a
prova contraria. Ma nelle scienze umane, non sempre possibile una spiegazione causale;
tuttalpi ci si accontenta di individuare che almeno esiste una correlazione tra due
fenomeni. La questione della falsificazione in qualche modo viene a cadere con le scienze
umane e quindi ci si dispone di conseguenza. Perch non avviene lo stesso con l'astrologia?
Io penso che il problema sia legato a un grosso fraintendimento: gli studiosi del CICAP e
alcuni altri, partono dal presupposto errato che l'astrologia non sia una scienza umana come
la psicologia, o la politologia o la sociologia.
Nella stessa maniera, per, in cui facciamo convergere nella psicologia, altre materie che
vanno dalla sociologia alle neuroscienze all'informatica, allo stesso modo anche l'astrologo
moderno attento alle informazioni provenienti dalle altre discipline, perch cos come ogni
altro sapere, in continuo mutamento, in continua trasformazione a seconda delle teorie
emergenti.
La bibliografia completa presente a fine del libro, assieme alla mia biografia.
Su questa pagina
http://alramiastrologo.blogspot.it/2015/07/lastrologia-al-vaglio-della-scienza-1.html
abbiamo cominciato il nostro percorso di analisi dell'astrologia per mezzo delle mie
conoscenze scientifiche acquisiste grazie allo studio della psicologia. Quest'ultima certo non
una scienza nel senso stretto del termine; ma per convenzione e un tantino di elasticit
possiamo definirla cos come hanno fatto anche e persino i membri del CICAP: alcuni
ricercatori tra cui psicologi hanno redatto una pagina intitolata proprio "l'astrologia al vaglio
della scienza". E allora se alcuni psicologi del CICAP hanno usato la parola "scienza" non
vedo per quale motivo non dovrei usarla anche io che mi occupo sia di psicologia e sia di
astrologia.
Pare assai spinosa la questione della definizione di ci che pu essere definito scientifico e
di ci che invece pu solo essere appellato come "sapere". Per, viva Dio non tutti sono
indottrinati rigidamente: alcuni sono abbastanza elastici da concedersi piccole deviazioni
dalla "regola"; deviazioni che sono permesse universalmente (tant' che la facolt di
psicologia si chiama "facolt di tecniche e scienze psicologiche"). Chiedo scusa per la
specifica che per il 99,9% dei lettori era inutile; ma capirete che sempre meglio non lasciare
alcun sottinteso per non ricevere le solite noiose contestazioni prive di sostanza.
A questo punto, per, colgo l'occasione per dare una definizione della parola scienza e da
qui partire con questa seconda parte del discorso cominciato qualche giorno fa.
scienza qualsiasi sapere controllabile, chiaro, esplicito e criticabile. Ci che risulta essere
poco chiaro non pu essere criticato e quindi non risulta essere scientifico. La religione non
un sapere criticabile perch si basa sull'accettazione di un dato: bisogna credere senza
alcuna possibilit di verifica. Se non c' verifica non c' critica. Poi esistono saperi che si
collocano al centro di una linea ideale che va dalla scienza alla fede, e che in qualche modo
e in qualche misura sono criticabili (cfr. M. Dummett "Pensiero e Realt" ediz. il Mulino).
Possiamo dire che il limite stesso ma anche il punto di forza della scienza la possibilit di
critica. una nostra concezione del tutto legittima per ottenere determinati risultati.
Se il termine scienza pu essere rivisto a seconda della cultura del momento, rivedibile
pure l'ontologia che sta dietro alla scienza stessa. Voglio dire che ogni ricerca scientifica
dipendente dalle nostre credenze sulla realt: se io credo che non esiste una realt
indipendente dall'osservatore e che tutto costruzione e interpretazione, allora ovvio che
le mie ricerche scientifiche mi porteranno a un approccio non pi di tipo quantitativo con la
raccolta dei dati, ma qualitativo come quello contemplato dalla filosofia ermeneutica. Non
ci si interrogher se esiste una qualche regolarit nella struttura della realt, ma ci si
domander solo quale sia l'intenzionalit del soggetto studiato, quando in una data
situazione. Anche in questo caso possibile orientarsi verso un'ontologia meno "estrema".
Secondo l'ontologia del "realismo critico" per esempio, possibile una conoscenza della
realt, ma solo in modo imperfetto. Questa pu mostrare in effetti tendenze e regolarit che
lasciano sottintesa una disposizione strutturale. I concetti sono sempre formulati dalla
mente umana e quindi sono sempre potenzialmente in errore: per questo occorre che la
propria ipotesi sia sempre soggetta a revisione per mezzo delle osservazioni e quindi della
falsificazione.
L'astrologia, a mio parere, ci mostra delle tendenze e delle regolarit: i valori Leone per
esempio si differenziano da quelli Pesci; i trigoni di Giove sul Sole portano qualcosa di
costruttivo rispetto a una opposizione tra Marte e Saturno; ma pretendere da essa esiti
deterministici e sempre controllabili un po' chiedere troppo: un approccio del genere
semmai richiesto dall'ontologia del "realismo ingenuo" ormai abbandonato da molti
ricercatori che hanno riconosciuto nella realt una stratificazione costituita da pi fattori
interconnessi tra loro.
Molto importante anche la considerazione del fatto che sono diversi anche gli approcci
astrologici sempre a partire dalle diverse ontologie. Io non posso farmi carico dell'astrologia
degli altri colleghi che magari hanno un approccio diverso dal mio e credono in una realt
totalmente dipendente dall'osservatore (come potrebbero affermare gli studiosi di fisica
quantistica, con la differenza che per questi ultimi si riferiscono solo alla realt
microscopica). Quel che posso fare parlare dell'astrologia cos come per me: voglio dire
che qualche collega potrebbe avere un approccio diverso dal mio e quindi formulare le sue
previsioni partendo da presupposti completamente diversi, e giudicabili in maniera diversa.
Voglio dire che possibile falsificare in modi diversi la stessa previsione; partendo per
esempio dalle considerazioni del realismo critico non si potr dire che la previsione fallita
se per esempio Renzi ha mantenuto la carica politica quando stato detto il contrario.
Piuttosto ci si orienter a falsificare se c' stata o meno la "tendenza" verso una direzione o
verso l'altra. Partendo invece dalle considerazioni del realismo ingenuo, allora
l'affermazione sarebbe falsificata dalla semplice esposizione all'evidenza: qualche astrologo
potrebbe concepire l'astrologia secondo questi termini. All'opposto c' chi non pu
cimentarsi in alcuna previsione perch non crede a una realt indipendente dall'osservatore.
Come farebbe l'interpretativista potrebbe cimentarsi a dare consigli sul comportamento da
adottare in presenza di determinate posizioni astrologiche e nulla di pi. Approcci misti
sono anche possibili e questo mette in evidenza una pluralit di concezioni che sicuramente
il ricercatore esterno all'astrologia deve prendere in considerazione se vuole sottoporre a
controllo le sue affermazioni.
Come effettuare una ricerca astrologica? Secondo il mio parere assolutamente necessario
conoscere le regole della statistica e della ricerca scientifica in generale.
Durante il corso di questa trattazione della durata di numerosi articoli, avremo modo di
affrontare la spinosa questione della statistica in astrologia.
Il mio obiettivo quello di dare alcuni chiarimenti e dare informazioni circa le formule
matematiche di base per effettuare i calcoli necessari alla ricerca.
Ho scelto di trattare questo argomento perch ho notato che sempre pi astrologi parlano
di statistica ma non sanno in effetti di cosa si tratta. Allora mi sembra giusto istruire e
informare queste persone affinch possano applicare in maniera corretta questi principi. Mi
scuso in anticipo con i lettori di questo blog che cercano qualcosa di pi semplice; ma vorrei
ribadire che scrivo anche per chi molto addentrato nella materia e cerca degli
approfondimenti alternativi. Ci non toglie che come al solito scriver anche altri articoli
molto pi leggeri.
La statistica presenta delle regole ben precise che devono essere rispettate e se non si
conoscono sarebbe sempre meglio non parlare di come si eseguono le ricerche. Per esempio
c' chi applica i principi dell'osservazione empirica a pochi casi e poi trae una
generalizzazione. Ora non voglio mettermi a fare una polemica contro chi fa questi errori
cos grossolani; ma necessario ricordare sempre che fare astrologia non n uno scherzo
e n un gioco. Pertanto occorre fare le cose studiando seriamente e non inventando di sana
pianta le procedure di ricerca.
Prima di spiegare come si procede, per cerchiamo di capire a cosa serve la statistica. Nel
nostro caso lo scopo quello di contare i casi in cui possibile trovare una data tendenza
(astrologica) e vedere se questa significativa e se rappresentativa solo del campione
analizzato o pu essere estesa, generalizzata, anche alla totalit dei casi.
Si parte da una ipotesi e poi per mezzo della statistica si cerca di capire se essa vera o falsa,
appunto procedendo con la raccolta di un campione, di un numero di casi, che sar
analizzato con le formule studiate dai professionisti del settore secondo criteri molto
rigorosi.
Dobbiamo usare criteri di osservazione tali da ridurre il minor numero possibile di errori e
anche in questo caso esistono modi e strategie utili. Reichenback parla di un momento di
"illuminazione" che appunto ci permette di supporre l'esistenza di una regolarit dietro a
un fenomeno qualsiasi, e poi di un momento in cui dobbiamo mettere alla prova questa
nostra intuizione, appunto per mezzo di una verifica, utilizzando un criterio logico
razionale e una serie di procedure logiche. Per far ci necessario che gli strumenti che noi
andremo ad utilizzare siano validi, cio utili per lo scopo, e che appunto ci forniscano dati
attendibili. In sintesi il metodo da utilizzare deve essere quello giusto e deve essere
strutturato in maniera da fornirci dati esatti. Solo dopo aver imparato queste regole sar
giusto farsi un'idea dei loro limiti nella ricerca astrologica. Non prima, come avviene spesso
e volentieri.
1) il campione, il numero e il tipo di casi da analizzare, deve essere adeguato alla ricerca che
si vuole svolgere;
2) ci devono essere degli strumenti di misura validi;
3) e anche le osservazioni devono essere valide, cio organizzate per la valutazione diretta
o indiretta del campione.
Con la statistica descrittiva noi facciamo una compilazione di tabelle in cui vengono raccolti
dei dati e poi conteggiati. Per se dobbiamo ipotizzare che un certo valore individuato possa
essere rappresentativo di un campione pi grande (come ci proponiamo in astrologia),
allora facciamo una statistica inferenziale (o induttiva). Credo sia importante delineare
questi concetti base perch dovremmo essere in grado di padroneggiarli quando arriveremo
a parlare di cose cento volte pi complicate, ossia quando andremo a studiare le varie
formule matematiche. Mi rendo conto che la cosa potrebbe apparire molto noiosa; ma vi
assicuro che anche io che sono una frana in matematica e non l'ho mai digerita, sono riuscito
a trovare un minimo di svago. Pertanto cercher di presentare il discorso come se fosse una
specie di gioco enigmistico.
Davvero molto importante, ma in sintesi, rendersi conto che la ricerca astrologica non una
cosa per tutti ed necessario conoscere gli errori a cui si potrebbe andare incontro quando
si analizzano i dati, soprattutto se parliamo di fenomeni che riguardano il comportamento
e le emozioni. Infatti nell'astrologia cos come nella psicologia non ci si limita alla raccolta
dei numeri ma bisogna pure interpretare i fenomeni.
In sintesi ecco i punti salienti:
l'eccessivo rigore o indulgenza di un astrologo pu influire sulla valutazione del materiale,
sull'analisi dei singoli casi;
l'astrologo pu compiere errori legati a pregiudizi personali;
l'astrologo ha una certa tendenza a conservare una propria opinione iniziale;
l'astrologo ha una tendenza a usare solo i dati pi significativi escludendo quelli che
sembrano di poco conto;
l'astrologo spesso cade nella scelta dei soli casi che soddisfano le proprie aspettative (effetto
Pigmalione);
l'astrologo attribuisce ad altri quelle che sono le proprie caratteristiche (proiezione);
l'astrologo influenza involontariamente il responso del consultante;
il consultante generalmente dice come vorrebbe essere e non come in effetti;
il consultante esprime una idea di s spesso troppo severa e quindi poco realistica.
Sar utile anche, prima di terminare questo primo capitolo, definire le prime informazioni
veramente essenziali per procedere con lo studio della statistica. Parliamo delle variabili,
ossia di quei valori che servono a descrivere una qualit o quantit dell'oggetto stesso.
Oggi affrontiamo il tema dei vari tipi di test psicologici. Essi vengono compilati ognuno in
maniera diversa, ma i dati poi vengono inseriti in una matrice, in uno schema utile ad avere
una visione grafica della propria ricerca.
Le unit, cio ogni caso viene indicato con la lettera "n", tale che su ogni riga del grafico
avremo tutto quello che ha a che fare con un dato soggetto; mentre sulle colonne abbiamo il
risultato delle diverse variabili e generalmente vengono indicate con la lettera "p".
In questa foto per esempio possiamo vedere che alla riga numero 2 si pu leggere tutto quel
che concerne Anna Bianchi (nome inventato). Nella colonna A ci sono tutti i casi "n", mentre
nelle colonne B, C, D etc. ci sono le diverse variabili. Per esempio nella colonna B abbiamo
l'et, nella colonna C il numero di figli. Gianni Pistini risulta avere 23 anni e 1 figlio. Credo
sia abbastanza facile da comprendere come impostata la matrice dei dati.
I test della personalit sono di tipo obiettivo quando servono a definire una precisa
sintomatologia. Qui passiamo in rassegna, molto brevemente, i principali.
Abbiamo il test della costruzione empirica quando si confrontano le risposte di chi ha una
precisa sintomatologia con un con quelle di un gruppo che non presenta la stessa
caratteristica.
Il test Cattel 16PF usato in psicologia vi la definizione di alcuni tratti psicologici rilevanti
riconducibili a strutture latenti.
Il test dei bisogni psicologici di Murray invece cerca di individuare appunto in bisogni, ma
attraverso una serie di domande che impediscono al soggetto di affermare quel che vorrebbe
che fosse e non quel che realmente.
Nel FFM o big five, abbiamo cinque strutture latenti che servono a dare la spiegazione e
descrizione dell'individuo perch riguardano modalit stabili con cui l 'individuo si muove
nel mondo: nevroticismo, estroversione, apertura, gradevolezza, scrupolosit. In pi questo
test si avvale di due sottodimensioni che portano a 132 gli item a cui si riferisce.
I test della personalit sono di tipo proiettivo quando l'individuo analizzato ci mette
qualcosa di personale durante l'indagine.
Per esempio il test delle macchie di Rorschach permettono all'individuo di dare una
personale interpretazione che poi servir allo psicologo per trarre informazioni sullo stato
cognitivo, affettivo, e sul funzionamento dell Ego dell'individuo.
Il TAT un test in cui vengono presentate 20 tavole in bianco e nero rappresentate scene di
varie situazioni a cui l'individuo deve dare un'interpretazione. Ma le fantasie espresse non
necessariamente possono riguardare il comportamento del soggetto.
Il CAT un test invece elaborato per bambini. Disegni di animali vengono utilizzati per
evidenziare se il bambino presenta tratti di aggressivit, di angoscia,
solitudine/accettazione.
Il test ORT si basa sullo studio degli oggetti da cui l'individuo dipende e che servono a
descrivere come egli interagisce con l'ambiente.
Il metodo delle piccole favole di Duss, penso sia abbastanza intuitivo: si racconta una favola
a cui il bambino deve dare una conclusione da cui poi si trarr un'indicazione sul suo
comportamento.
Il test di Guilford serve a definire quanti e quali abilit abbiamo su 150, raggruppate in tre
categorie principali: operazioni, contenuti, prodotti.
Il test di Raven o delle matrici progressive, serve a misurare l'ampiezza delle abilit mentali
indipendentemente dalla cultura.
I test attitudinali, come scritto prima, invece sono studiati per individuare particolari abilit
Abbiamo il test GCT che mira a evidenziare se esistono attitudini per i lavori d'ufficio
Numerosi test per le capacit artistiche tra cui anche quello per il riconoscimento dei colori.
Il DAT invece parte dal presupposto che a una certa abilit mentale possono corrisponde
diverse attitudini.
I test clinico diagnostici invece servono a stabilire gli scompensi a causa di malattie o
problemi genetici circa le capacit cognitive dell'individuo.
Il visual bender gestalt, in cui biosogna riprodurre dei disegni appena visti
Oggi entriamo nel vivo della statistica parlando del campionamento, ossia di come si
scelgono e si raccolgono i dati per avviare una ricerca di tipo statistico. Per campione si
intende un sotto insieme di tutto l'insieme che si vorrebbe sondare (che viene detto, nel
gergo, "universo", e che qui ovviamente non rappresenta lo spazio con le stelle, ma appunto
la totalit dei casi a cui poter estendere la propria generalizzazione). Per esempio, in
astrologia si vorrebbe studiare l'insieme totale di tutti gli esseri umani che presentano una
data caratteristica, per vedere se essa rintracciabile in maniera astrologica leggendo il
grafico di nascita. Siccome un'operazione non si pu fare perch comporta numerosi
problemi (come il tempo, le risorse economiche, la reperibilit del materiale) allora si
procede a estrarre un campione che in qualche modo possa essere rappresentativo
dell'intero universo.
Si procede dunque alla compilazione di una lista da cui poi estrarre il campione, o i
campioni da analizzare. Con la statistica descrittiva noi appunto descriviamo le
caratteristiche del campione (et, professione, segno zodiacale, quante volte compare un
certo valore astrologico in relazione a una data caratteristica definita in precedenza) e la
statistica inferenziale che permette di usare quei dati per formulare una generalizzazione a
proposito dell'intero universo dei casi.
Il campione in astrologia deve essere eterogeneo a seconda della ricerca che vogliamo
compiere. In ogni caso importantissimo comprendere che esiste una relazione matematica
tra il campione e l'intero universo di cui vogliamo avere informazioni. La relazione il
numero "n" del campione fratto il numero "N" dell'intero universo di casi.
Generalmente si procede a fare una stima della frequenza teorica dell'elemento che
vogliamo ricercare nell'intero universo dei casi (e lo si fa con formule precise). Dopo di che
si osserva se il risultato del campione "n" supera o inferiore, in maniera statisticamente
significativa, alla frequenza teorica stimata in precedenza nel universo dei casi "N". Credo
che sin qui sia tutto molto elementare e semplice.
E' di capitale importanza comprendere che la frequenza trovata nel campione "n", non
sufficiente a descrivere l'intero universo dei casi "N". Infatti potremmo trovare dei valori
superiori o inferiori a quelli teorici, ma solo per puro caso (errori sistematici). Allora, per
evitare che i risultati possano dipendere dal caso, necessario usare campioni molto, molto
vasti. Questo cruciale nel nostro discorso perch c' chi ancora non ha capito la logica
elementare che si cela dietro questo bisogno. Se noi usiamo i risultati di "n" per comprendere
la tendenza dell'intero universo dei casi "N", facciamo il cosiddetto errore campionario.
L'errore campionario inversamente proporzionale all'ampiezza del campione "N". Questo
in parole semplici significa che tanto pi il nostro campione grande tanto meno potremo
fare errori quando andremo a fare la generalizzazione. Cio, se io per esempio voglio vedere
se vero che Marte compare nei temi dei militari in maniera significativa, allora dobbiamo
prendere un campione "n" o una serie di campioni "n" che si avvicina il pi possibile al
numero totale dei militari esistenti "N". Pi il numero dei soggetti del campione "n" alto e
pi la possibilit di compiere errori si abbassa.
E' ovvio che se i dati dipendono dalla raccolta del materiale, allora possibile pure che
questi dati siano errati o compilati in maniera errata. Per esempio importante, nel caso
delle ricerche astrologiche, che dati di nascita e sopratutto l'orario siano esatti. Gli altri tipi
di errori sono stati descritti nel primo capitolo di questa dissertazione.
Quando ottengo dei risultati interessanti, sar poi necessario confrontarli non solo con le
frequenze teoriche del universo "N", ma pure con un insieme di casi random, cio per vedere
se anche tutti quelli che NON appartengono alla categoria dei militari hanno Marte in
posizione forte. Ma bisogna anche sapere che non possiamo scegliere a modo nostro il
campione per il confronto. Affinch le scelte siano davvero casuali necessario seguire delle
regole. Per esempio, per rispettare la vera casualit, necessario che ogni soggetto abbia le
stesse probabilit che avrebbero tutti gli altri, di essere inseriti all'interno di un campione
"n" o nell'universo dei casi "N"; altrimenti possibile incorrere in errori anche gravi che
possono falsare i risultati. E' ovvio che se per esempio scegliamo il nostro campione soltanto
in una certo ceto sociale per esempio, possibile che i risultati che otterremo saranno
strettamente dipendenti da quel ceto.
Se per esempio abbiamo 100 soggetti e ne dobbiamo scegliere 10 a caso, possiamo usare dei
calcolatori che appunto ci permettono di compiere l'estrazione. Per definire la probabilit
che un soggetto possa essere inserito all'interno di un campione, si usa la formula: 1/nCN
Pi piccolo il campione e pi facile che lo stesso numero possa ritornare a essere estratto.
Il campionamento sistematico invece richiede che i numeri scelti da un universo di casi "N"
di 100 persone per esempio, si scelgano partendo in maniera casuale da un elemento "k" e
poi scegliendo i successivi numeri con intervalli prestabiliti. Il "k" elemento dato dal
rapporto tra il numero totale dei casi del universo "N" e il numero dei casi "n" del campione
che ci occorre. Per esempio se su 100 soggetti del universo "N" volessimo scegliere un
campione "n" di 10 elementi, allora "k" sarebbe un numero estratto a caso tra i primi dieci.
Da quel momento potremmo decidere di scegliere gli altri nove elementi con intervalli di 5
a 5 per esempio. Cos, immaginando che su 100 di "N" abbiamo estratto casualmente il
numero 3, allora procederemo a scegliere altri nove numeri a gruppi di 5 a 5 e cos avremo
che il secondo estratto sar il numero 8, il terzo estratto sar il numero 13, il quarto sar il
numero 18 e cos via sino a completare la lista dei 10 casi che ci occorrono per il nostro
campione "n".
Allora si procede a dividere l'universo dei casi "N" in strati appunto. Ognuno di questi
ovviamente avr una estensione numerica di individui differente rispetto agli altri strati e
per questo il numero dei casi deve essere estratto in proporzione.
Quando abbiamo dei sottogruppi (come le classi di una determinata scuola) possiamo
estrarre grappoli di persone e non solo necessariamente singoli individui scelti a caso perch
si presuppone che le classi siano gi abbastanza eterogenee.
La frequenza il numero di volte che compare un certo valore in un certo numero di dati.
Per esempio raccogliendo un campione "n" di 100 individui, potremmo vedere se un segno
zodiacale spicca numericamente con una frequenza maggiore degli altri. Ovviamente, per
rendere meglio l'idea della frequenza di un certo dato, necessario un grafico che ci
permette di vedere con pi facilit i risultati e ci pu permettere, inoltre, di poter compiere
alcune inferenze, alcuni ragionamenti per fare le nostre prime conclusioni.
Dunque occorre realizzare griglie per la raccolta dati, tali che sia possibile inserire le diverse
categorie, cio per misurare il numero di casi che ricade in tale raggruppamento. L'ordine
delle categorie spesso irrilevante: per esempio, se dovessimo misurare se su 100 persone
che conosco, il maggior numero composto da soggetti del Cancro, non necessariamente
posso ordinare i segni cos come sono ordinati per convenzione, cio a partire dall'Ariete
sino ai Pesci. Cio l'ordine in cui sono disposte le categorie non influisce sulla valutazione
dei risultati. Diciamo per che un ordinamento favorisce la lettura del grafico stesso.
Oltre alla frequenza, spesso necessario calcolare la frequenza relativa con la formula Freq
rel= fi/n dove "fi" rappresenta la frequenza assoluta, fratto "n" cio il numero totale delle
frequenza assoluta
Scorpione
50
0,50
50%
Vergine
15
0,15
15%
0,15
15%
Leone
Capricorno
15
20
frequenza relativa
0,20
frequenza percentuale
20%
TOTALE
100
Generalmente in un istogramma, a sinistra si collocano i valori delle frequenze, e in basso,
l'ungo l'asse orizzontale, le varie categorie. Ecco un esempio
Esistono, oltre alle scale nominali e ordinali, anche quelle a intervalli, in cui un certo caso
rientra in una classe caratterizzata da un valore numerico che ricopre un intervallo di valori.
Per comprendere meglio di cosa si tratta faccio un esempio: una scala a intervalli quella in
cui bisogna stabilire se abbiamo il trigono, la quadratura, la congiunzione etc. etc. Sappiamo
che l'aspetto di congiunzione ricade nell'intervallo che va da -8 a +8 gradi; il trigono da 113
a 127 gradi, etc. etc. Se due pianeti sono oltre l'intervallo di 127 gradi, allora non sono in
aspetto e quindi non rientrano nella categoria del trigono. L'intervallo delimitato da un
limite inferiore e da un limite superiore che appunto serve a passare da una categoria
all'altra. La frequenza ovviamente stabilita in base al numero di casi che ricadono in quel
intervallo che nel gergo viene chiamato classe. Il campo di variazione rappresenta il punto
di inizio e il punto di fine in cui sono raggruppate le classi degli intervalli. nel caso di un
cerchio zodiacale ovviamente il campo di variazione va da zero a 360 gradi.
In scale a intervalli diverse da questa usata per il cerchio zodiacale, generalmente si usano
intervalli tutti della stessa ampiezza e il numero delle classi dovrebbe essere pari alla radice
quadrata del numero dei dati. Per esempio, se abbiamo 100 casi da dividere in classi si estrae
la radice quadrata di 100 che 10. Per misurare l'ampiezza di un classe si prende il campo
di variazione dei dati che in questo caso 100, e lo si fraziona per il numero delle classi: ne
avevamo calcolate 10, quindi 100/10=10. Questo significa che avremo 10 classi con un
ampiezza di 10 elementi. Volendo calcolare quante classi dovrebbero esserci all'interno di
un cerchio di 360 gradi, occorre fare la radice quadrata di 360 che uguale a 18 e rotti,
approssimato a 19. Quindi dovremmo avere 19 classi. L'ampiezza di ogni classe si calcola
prendendo lo spazio di variazione (360) fratto il numero delle classi (19). Il risultato di 19
gradi circa. Infatti 19 classi per 19 gradi di ampiezza uguale a 361. In questo caso abbiamo
arrotondato per eccesso.
La divisione in classi di intervalli ovviamente serve a fare in modo che i risultati non siano
falsati da una classe troppo ampia rispetto a una che invece ha un'ampiezza minore. Sar
ovvio che se io uso una classe molto pi ampia delle altre allora mi ritrover un
raggruppamento di valori superiore rispetto alle altre. Se invece mantengo ogni classe della
stessa ampiezza, non corro il rischio che la maggior parte dei casi sia inserita proprio in
quella classe e che i risultati siano falsati. Penso che tutto ci sia elementare e ovvio, ma forse
mi conviene fare un esempio:
1 ari
0-29
20
20
20% fi.
2 tor
30-59
30
50
50%
3 gem
60-89
15
65
65%
4 can
90-119
73
73%
5 leo
120-149
27
100
100%
f.j
Se notate, abbiamo la classe tre, nella casella della frequenza assoluta cumulata, in cui vi
riportato il valore 65, che corrisponde alla somma di 20+30+15. A cosa serve la frequenza
assoluta cumulata? Nel momento in cui volessimo individuare attraverso un altra variabile
se esistono delle cose in comune tra quelle due (o pi) classi, allora potremmo farlo.
Come spiegato ieri, l'ampiezza di una classe pu falsare i risultati poich la frequenza che
otterremmo sarebbe obbligatoriamente maggiore rispetto alle altre classi determinate da
intervalli pi piccoli. E' un po' come se avessimo 12 segni ma che uno di essi fosse di una
estensione due volte superiore a quella di tutti gli altri (per esempio il Gemelli). In questo
caso sarebbe ovvio che (se volessimo stabilire per esempio quanti pittori appartengono a un
determinato segno zodiacale) verrebbe in evidenza proprio il Gemelli, se invece di avere un
estensione di 30 gradi ne avesse per esempio 90. Quindi ogni segno deve avere la stessa
estensione degli altri in maniera tale che ognuno abbia le stesse probabilit di tutti gli altri;
che un soggetto scelto a caso appartenga a un segno qualsiasi. Anche su questo punto credo
siamo tutti d'accordo.
Nello schemino sopra riprodotto abbiamo "fi." che rappresenta la frequenza totale di una
riga, mentre con "f.j" la frequenza totale di una colonna. Si usa generalmente per la
valutazione delle frequenze congiunte: il concetto facilissimo e ipotizziamo che per ogni
segno facciamo un ulteriore distinzione in maschio e femmina. Per esempio per l'Ariete, la
frequenza di 20 pittori (sempre osservano il grafico) potrebbe essere ripartita in 15 uomini
e 5 donne. La frequenza congiunta sarebbe ovviamente di 20 in totale.
La classe che presenta la frequenza maggiore si chiama "classe modale". In questo caso la
moda sta nella classe 2, ossia quella del segno del Toro. La moda, ossia la classe modale
Toro, almeno in questo piccolo esempio realizzato per semplificare il discorso.
Se osserviamo il grafico sopra, abbiamo la classe numero 5 che con 27 indica una frequenza
molto vicina a quella della classe numero 2. Quando abbiamo due classi con la stessa
frequenza allora abbiamo una distribuzione "bimodale" della frequenza. Questa
terminologia naturalmente indispensabile per chi vuole parlare di statistica applicata
all'astrologia. Chi fosse solo curioso invece pu farne a meno e pu limitarsi a seguire il
discorso con superficialit.
Su scala ordinale invece possiamo calcolare la mediana che serve a dividere i dati in due
parti precise costituite ognuna dal 50% delle osservazioni. Si usa la sigla "Me" o "Mdn" e si
misura con la semplicissima formula n+1/2 se i casi sono dispari.
frequenza n. di astr.
frequenza cumulata
10
13
14
14
15
18
18
19
19
20
20
Se il numero fosse invece pari, la formula simile: PosMdn < (minore) o = a n/2+1
SIGMA
rappresenta la sommatoria degli elementi per calcolare la media. Un esempio chiarir
meglio questo discorso e vedrete che davvero molto semplice. Immaginiamo dieci
aspiranti astrologi che hanno dovuto sostenere un esame e hanno ricevuto i seguenti voti in
trentesimi:
18, 18, 23, 24, 24, 25, 26, 26, 28, 28.
La semplice operazione da svolgere 18+18+23+24+24+25+26+26+28+28 e il prodotto
diviso 10 che il numero dei soggetti che hanno sostenuto l'esame. Il risultato : 240/10 che
24. Questa la media aritmetica che appunto viene descritta da una formula la cui
sommatoria degli elementi descritta dalla lettera sigma dellalfabeto greco.
abbiamo parlato della media statistica, cio del punto che divide esattamente in due parti
uguali un certo numero di osservazioni. La deviazione invece corrisponde a quanta
differenza c' tra il valore della media e quello di una osservazione qualsiasi. Il numero dello
scarto positivo quando supera la media ed negativo quando inferiore. La formula
molto semplice in quanto si tratta di una semplice sottrazione del valore che ci interessa,
dalla media. Quindi la media risulta essere quel punto tale che la somma degli scarti al di
sotto della media uguale alla somma degli scarti al di sopra.
Facciamo un esempio pratico come al solito per aiutarci a capire alcune regole.
quanti astrologi
2
7x2
calcolo
14
risultato
8x1
10
10x3
30
11
11x2
22
15
15x4
60
16
16x2
32
17
17x3
51
18
18x4
72
19
19x2
38
20
2ox2
40
totale astrologi
25
Media=367/25=14,68
Possiamo affermare che la media di 14 e 1/2 risposte esatte. Ma questo valore quanto
devia dal punteggio di 20 risposte esatte? 20-14,68=5,32
Ovviamente la sommatoria di tutte le deviazioni, rispetto al valore della media, uguale a
zero.
Possiamo eseguire lo stesso calcolo anche per le scale a intervalli, cio dove appunto i valori
sono divisi in classi. Solo che in questo caso occorre prima calcolare il valore medio di tutte
le classi. Facciamo come al solito un esempio:
Immaginiamo di dividere il cerchio zodiacale in 4 classi di 90 gradi ciascuna e di aver
calcolato quanti pianeti si trovano in ognuno dei 4 quadranti per un caso ipotetico e di voler
individuare in quale classe otterremmo la posizione media dei pianeti. Avremmo:
classe
pianeti
da 0 a 89
0+89/2=44,5
44,5x2=89
da 90 a 179
90+179/2=134,5
134,5x1=134,5
da 180 a 269
180+269/2=224,5
224,5x4=898
da 270 a 359
270+359/2=314,5
314,5x3=943,5
totale pianeti
10
calcolo e risultato
Dal grafico "campanulare" qui sopra possiamo avere una idea di una distribuzione di
frequenza, cio come appare una curva dove al punto pi alto c' la frequenza maggiore.
Tanto pi una curva alta e tanto pi abbiamo una concentrazione di casi uguale alla moda,
cio alla frequenza pi alta. Se invece la curva bassa allora abbiamo una disomogeneit,
cio tanti valori molti diversi tra loro.
Dal grafico si pu vedere facilmente l'indice di curtosi, cio l'ampiezza di una curva.
Quando esiste un picco si chiama leptocurtica; quando invece la curva pi bassa si dice
platicurtica. Quando il valore della media corrisponde grossomodo alla moda, allora
abbiamo una curva simmetrica. Facciamo un esempio utilizzando i segni zodiacali: nel caso
di una curva leptocurtica che rappresenti 1000 soggetti, avremmo una concentrazione nel
segno del Sagittario per esempio. Mentre quando la curva platicurtica allora non abbiamo
una concentrazione particolare in un dato segno, ma piuttosto una distribuzione quasi
uniforme.
In questo caso invece la curva asimmetrica e la mediana divide l'arco in due "code"
appunto asimmetriche. Come vedete, al centro del picco della curva abbiamo la moda, ossia
la frequenza pi alta; mentre a destra abbiamo la media. Ci significa che la media
superiore al valore pi frequente. In soldoni abbiamo per esempio, su 1000 soggetti,
abbiamo che il maggior numero di soggetti alto 1,70; mentre la media superiore a questa
tendenza. Quando la curva pi ampia verso sinistra allora il valore negativo, cio
avremmo una media inferiore al valore della moda.
Carissimi lettori, spero sia stato facile seguirmi sin'ora dato che ho espresso i concetti in
forma molto leggera e semplice. Per leggere questo ovviamente necessario leggere i
precedenti, altrimenti impossibile seguire il discorso. Oggi parliamo della dispersione dei
dati.
Quando abbiamo un punteggio che converge verso un'unica direzione abbiamo una
dispersione bassa. La dispersione del punteggio aumenta se ovviamente il punteggio, se i
risultati sono pi eterogenei. Ieri ho mostrato dei grafici con delle curve in cui viene
evidenziata la curtosi, grafici con code leptocurtiche in cui si riscontra una dispersione bassa
e curve platicurtiche tipiche dei casi di dispersione alta.
Naturalmente la dispersione , dipende anche dal numero di categorie che noi usiamo per la
raccolta dei dati. Se per esempio abbiamo 12 categorie ovvio che troviamo una dispersione
maggiore rispetto a ricerche in cui i dati vengono raccolti in 3 o 4 categorie.
Il calcolo della dispersione definito in base a tre parametri che oggi andremo ad
approfondire, ma sempre in maniera molto sintetica e semplice. Gli esempi sono su scala
nominale, quindi parleremo di una ipotetica ripartizione di 100 soggetti nei 12 segni
zodiacali. Per prima facciamo un ulteriore chiarimento. Immaginiamo delle mucche in un
pascolo in diversi appezzamenti di terreno. Immaginiamo di avere un raggruppamento in
un punto e poi tante mucche sparpagliate qua e la. La differenza tra le mucche che stanno
in un punto e tutte le altre sparpagliate, appunto l'indice di dispersione. Ora occupiamoci
dei tre parametri.
1) Il rapporto di variazione RV la proporzione dei casi che non cadono nella categoria che
costituisce la classe modale. Ricordiamo che la classe modale quella in cui ricade la
frequenza
Ariete
10
Toro
10
(10/100) al quadrato=0,01
Gemelli
15
(15/100) al quadrato=0,022
Cancro
(5/100) al quadrato=0,0025
Leone
15
(15/100) al quadrato=0,022
Vergine
20
(20/100) al quadrato=0,04
Bilancia
(4/100) al quadrato=0,0016
Scorpione
(5/100) al quadrato=0,0025
Sagittario
(1/100) al quadrato=0,0001
Capricorno
(3/100) al quadrato=0,0009
Aquario
(3/100) al quadrato=0,0009
Pesci
k tot segni
9
tot casi
(9/100) al quadrato=0,0081
totale sommatoria Sigma
12
100
0,1197
L dove i numeri dei casi ricadono quasi tutti nella stessa categoria, (per esempio come nel
caso precedente che 90 erano nel Toro) l'indice di diversit si avvicina a zero. Mentre
massimo (1) quando vi la stessa proporzione di casi per ogni classe (come, per esempio, se
avessimo dieci casi circa per ogni segno).
3) L'indice di variazione qualitativa IVQ si calcola frazionando l'ID per 1-/k (k il numero
delle categorie che nel caso precedente erano 12). Il numero standardizzato rispetto al
numero delle classi. Grazie a questo terzo parametro abbiamo un risultato che relativo al
preciso numero delle classi.
Se l' ID pari a 0,1197 allora:
0,1197
0,1197
0,91667
Quando i casi sono equamente distribuiti per le diverse categorie abbiamo un IVQ pari a 1;
ma quando invece ricadono in una sola categoria l'indice uguale a 0, esattamente come nei
parametri precedenti.
Oggi parliamo della distribuzione dei dati in parti uguali (per esempio dobbiamo dividere
100 persone in gruppi della stessa estensione). Seguitemi nel discorso perch molto
interessante e occorre non distrarsi visto che cominciamo con dei calcoli un po' pi
complicati.
La distribuzione pu essere divisa in un numero di parti variabile in base alle nostre
esigenze. Le suddivisioni sono dette quantili. Generalmente la divisione in quattro parti
chiamate quartili ( i tre valori che dividono in quattro parti uguali la distribuzione dei dati),
o in dieci parti chiamate decili. Se dividiamo le osservazioni in 4 parti uguali ognuna
costituir il 25% delle osservazioni totali ovviamente, perch 25%x4 parti=100%
Il secondo quartile ovviamente corrisponde alla mediana dato che appunto corrisponde alla
divisione in due parti uguali della distribuzione dei dati (il 50% delle osservazioni da un
lato e l'altro 50% dall'altro) naturale a questo punto che il primo quartile corrisponde al
25% dei dati rispetto al rimanente 75% costituito da tutti gli altri dati e che per ovvie ragioni,
il terzo quartile corrisponde al 75% delle osservazioni totali. E' altrettanto ovvio che il quinto
decile (5 su 10) corrisponde al secondo quartile, visto che divide a met precisa il numero
delle osservazioni (10/5=2). Naturale ed estremamente semplice concludere che sia il
secondo quartile che il quinto decile corrispondono alla mediana di una distribuzione. Lo
abbiamo visto nei primi articoli che la mediana il punto che divide in due met precise il
numero delle osservazioni. I quartili sono indicati con la lettera Q, i decili con la D, i
percentili con la P e i quintili con K.
Su 7 numeri la mediana quello che sta nel mezzo preciso, il numero 5 in questo caso, e che
corrisponde al secondo quartile. Esistono anche le divisioni in terzili dove ogni rango
rappresenta il 33% delle osservazioni, e i quintili dove ogni rango vale il 20%.
In sostanza tutto questo ambaradan serve a comprendere in quale posizione (in percentuale)
ricade un nostro punteggio in una determinata performance. Facciamo un esempio.
Mettiamo il caso il mio voto 6 dovendo per esempio rispondere a 10 domande. Vorr dire
che il 75% superiore a tutti gli altri che hanno preso 3 4 o 5. Ma il 25% in meno di chi ha
preso 8, naturalmente in una scala numerica che va da 3 a 8.
In questo caso di 7 voti, la media di 5,5 e corrisponde alla mediana, cio precisamente al
secondo quartile.
La formula per calcolare la nostra posizione in percentuale, ossia la posizione nel quantile
:
(n+1)xj
_______ nel caso del quartile, dove "j" sta per il numero del quartile che si vuol cercare.
4
Fratto 10 nel caso del decile e fratto 100 nel percentile.
Facciamo subito una prova.
Immaginiamo 25 astrologi che hanno sostenuto un esame e hanno preso i seguenti voti: 18,
18, 20, 20, 20, 21, 22, 22, 22, 23, 25, 25, 26, 26, 27, 27, 27, 27, 28, 28, 28, 28, 29, 30, 30.
La mediana il numero 26, perch attorno a questo valore abbiamo la divisione in due parti
precise delle osservazioni. La media risulta essere 24,68.
Vogliamo calcolare la posizione del terzo quartile. 25+1=26; 26xj = 26X3=78; 78/4=19,5 alla
19^ posizione e un mezzo, abbiamo soggetti che han preso 28. Ma si approssima alla 20^
posizione dove abbiamo ancora il voto 28. Dunque il 28 corrisponde al 75% in meglio
rispetto agli altri ma il 25% in meno rispetto a chi ha preso 30.
Classe
Limite gradi
frequenza
frequenza cumulata
0 - 89
25
25
90 - 179
18
43
180 - 269
45
270- 359
52
totale 360
n persone a classe
totale persone
Il calcolo del quantile in questo caso dato dalla formula: totale frequenza cumulata (52) x
il numero del quantile (per esempio 6) fratto il numero delle classi del quantile (10 per il
decile, 4 per il quartile, 5 per il pentile etc. etc.)
Per esempio mettiamo che vogliamo individuare il sesto decile, allora 52x6/10=31,2.
Questo valore significa che su 52 persone, 31,2 sono comprese in quello spazio che va dalla
prima alla sesta parte di un gruppo diviso in dieci parti.
Ora vediamo questi 31,2 soggetti (ossia il 60% dei 52 casi) come sono distribuiti nel cerchio
zodiacale.
Si prende il limite inferiore della classe che contiene il sesto decile. In questo caso 89,5 (900,5) perch 31,2 supera la frequenza cumulata di 25 e quindi rientra nella categoria
successiva, quella del 43.
Alla frequenza cumulata del limite inferiore si somma il sesto decile ossia 31,2 meno la
frequenza cumulata della classe che precede il valore di 31,2 ossia 25.
Il tutto si fraziona alla frequenza cumulata della classe che contiene il sesto decile, ossia 43.
Il risultato viene poi moltiplicato per l'ampiezza della classe che contiene il sesto decile.
L'ampiezza di ogni classe di 90 gradi.
Riassumendo:
Limite inferiore della classe che contiene il sesto decile: 89,5 pi
L'indice numerico del sesto decile: 31,2 meno
La frequenza cumulata della classe che precede il valore del sesto decile: 25, tutto fratto
La frequenza cumulata della classe che contiene il quantile: 43 , tutto moltiplicato per
L'ampiezza della classe: 90.
31,2-25
89,5+ ________x90=200,3022
43
Questa cifra indica il fatto che 31,2 persone sono raggruppate in uno spazio che va da 0 gradi
a 200,3022. All'interno di questo spazio contenuto il 60% dei 52 casi.
Oggi passiamo al calcolo del rango quantile che l'adattamento tra un certo numero di casi
e la suddivisione degli stessi in parti uguali. Facciamo un esempio pratico come al solito.
Immaginiamo 15 astrologi che abbiano eseguito un esame la cui votazione va da 18 a 30.
18, 18, 18, 18, 18, 18, 20, 22, 23, 23, 23, 24, 26, 29, 30
Immaginiamo di voler individuare il rango decile del voto 26, ossia la divisione in dieci parti
dei 15 voti.
si calcola la posizione del punteggio che in questo caso al 13posto, per il numero delle
parti di cui composto il rango che vogliamo calcolare (in questo caso decile e quindi in
dieci parti) quindi per 10.
16
Dunque il voto 26 appartiene all'8 rango decile. Cerchiamo ora il rango decile del voto
numero 23 che si trova in posizione 9, 10 e 11 nella scala costituita dai 15 voti. In questo caso
occorre calcolare la frequenza cumulata.
voto
frequenza
fr. cum.
18
20
22
23
11
24
12
26
13
29
14
30
15
La frequenza cumulata del voto 23 11. Allora si calcola il rango grezzo maggiore pi il
rango grezzo minore, fratto 2. In questo caso il rango maggiore del voto 23 11 e il rango
minore 9. 11+9/2=10 Pertanto il rango medio 10. Ora possiamo calcolare il rango decile
del voto 23:
10x10/15+1= 100/16 che 6,25. Pertanto possiamo affermare che il voto 23 appartiene al 6
rango decile. Ricordiamo sempre che in caso di numeri dispari a n si somma 1.
Ora ripropongo lo stesso esempio di ieri, applicato questa volta al calcolo del rango su scala
a intervalli.
parliamo sempre di 52 casi e la relativa distribuzione di Venere nel cerchio zodiacale, diviso
in 4 classi di 90 gradi ciascuna.
Classe
Limite gradi
frequenza
frequenza cumulata
0 - 89
25
25
90 - 179
18
43
180 - 269
45
270- 359
52
totale 360
n persone a classe
totale persone
Il tutto si fraziona per l'ampiezza della classe (ogni classe di 90 gradi in questo caso) e poi
si moltiplica il risultato per la frequenza cumulata della classe che contiene il valore di 187
gradi. (45)
(187-179,5)
43+ __________x45= 46,75
90
A questo punto possiamo procedere col calcolo del rango quantile. Prendiamo in esempio
sempre il rango decile. 46,75x10 (10 il totale dei ranghi per la ricerca del rango decile),
fratto la frequenza cumulata di tutti i casi (52).
Pertanto la posizione del grado 187 occupa l'8 rango decile. Volendo calcolare il rango
percentile del grado 187 dovremmo compiere questa operazione: 46,75x100/52= 89,9%
Volendo invece calcolare il rango quartile l'operazione questa: 46,75x4/52=3,59 ossia il
terzo rango quartile.
Ora passiamo al calcolo della posizione interquartile su scala ordinale. In questo tipo di scala
abbiamo i dati ordinati appunto in base a un giudizio. Facciamo come al solito un esempio
usando il solito gruppo di astrologi di 52 elementi, che questa volta viene valutato a un
esame in base a una scala non numerica:
voto
frequenza
scarso
15
15
mediocre
17
insufficiente
24
sufficiente
30
15
45
buono
50
ottimo
52
discreto
freq.cum.
Per quanto concerne invece una scala metrica, composta da 9 astrologi che devono
rispondere esattamente a 20 domande, vediamo come calcolare la posizione interquartile.
10
15
19
20
Ora invece passiamo ad altri calcoli. Parliamo dello scostamento semplice medio SSM che
serve a stabilire quanto in media, ogni valore si discosta dalla media totale.
Usiamo sempre lo stesso esempio di poco fa. Abbiamo il numero totale dei partecipanti che
9 mentre la media 10,5 che corrisponde alla posizione interquartile data dalla differenza
tra Q3 e Q1 come abbiamo visto poc'anzi.
Si procede a stabilire lo scarto esistente tra la media e ogni punteggio ottenuto.
10,5-1=9,5
10,5-6=4,5
10,5-7=3,5
10,5-8=2,5
10,5-9=1,5
10,5-10=0,5
15-10,5=4,5
19-10,5=8,5
20-10,5=9,5
A questo punto si procede con la sommatoria di tutti i punteggi:
e poi si fraziona tutto per il numero delle osservazioni (in questo caso sono 9 partecipanti)
44,5/9=4,94 che possiamo approssimare a 5.
In alternativa a questo calcolo abbiamo la varianza che un indice pi informativo e che
consiste nell'elevare al quadrato gli scarti dalla media ottenuti con la devianza e quindi
sommare i risultati e poi frazionarli per il numero delle osservazioni.
La devianza viene indicata con SS che l'acronimo di sum of square, cio la somma dei
quadrati, che appunto sta nell'elevazione al quadrato di ogni punteggio risultante tra il
punteggio grezzo meno la media. I punteggi grezzi erano: 1, 6, 7, 8, 9, 10, 15, 19, 20. La media
10,5
10,5-1=9,5=90,25
10,5-6=4,5=20,25
10,5-7=3,5=12,25
10,5-8=2,5=6,25
10,5-9=1,5=2,25
10,5-10=0,5=0,25
15-10,5=4,5=20,25
19-10,5=8,5=72,25
20-10,5=9,5=90,25
Se naturalmente tutti i valori sono uguali alla media e ovvio che la somma dei quadrati dei
valori che si discostano dalla media stessa porta a zero (infatti non esisterebbe scostamento
dal valore medio). sottinteso che si fraziona il risultato per il numero di osservazioni.
Naturalmente possiamo confrontare questo scostamento a quello che otterremmo da un test
eseguito sugli stessi soggetti a un'altra prova.
Si estrae la radice quadrata alla varianza per cos ottenere la deviazione standard (scarto
quadratico medio). In definitiva serve a comprendere quanto mediamente i dati osservati si
discostano dalla media non ragionando pi in termini di quadrati. Il simbolo s o
Procediamo con l'esempio degli stessi voti elevati a potenza e sommati tra loro, e poi
applichiamo la radice quadrata a quel risultato:
s=34,91667=5,90903 (approssimiamo a 6)
Per possibile ottenere lo stesso risultato con una formula "abbreviante" in cui si prendono
tutti i punteggi grezzi 1, 6, 7, 8, 9, 10, 15, 19, 20, e si elevano al quadrato:
1x1+6x6+7x7+8x8+9x9+10x10+15x15+19x19+20x20=1+36+49+64+81+100+225+361+400=13
17 che si fraziona al numero dei casi: 9
1317/9=146,33333
1317
s= _____- (10,5x10,5)= 146,333-110,25=6 e qualcosa...
9
Oggi continuiamo il discorso sulla deviazione standard. Parliamo sempre della stessa
tematica, ma con nuovi esempi. Immaginiamo di voler stabilire quante volte troviamo un
pianeta in un preciso grado astrologico nel caso di 5000 soggetti e poi di individuare la
deviazione standard che serve a definire quanto i dati sono dispersi rispetto a un indice
atteso.
Grado zod.
freq. soggetti
30
986
(94,28-30)=4131,132
986x4131,132=4073296,152
45
724
(94,28-45)=2428,5184
724x2428,5184=1758247,3216
60
430
(94,28-60)=1175,11
430x1175,11=505297,3
90
1001
(94,28-90)=18,3184
1001x18,3184=18336,7184
120
597
(120-94,28)=661,5184
597x661,5184=394926,4848
135
612
(135-94,28)=1658,1184
612x1658,1184=1014768,4608
180
650
(180-94,28)=7347,9184
650x7347,9184=4776146,96
Media 94,28
=5000
=12.541.019,3976
Anche in questo caso si estrae la radice quadrata della sommatoria della frequenza per lo
scarto della media al quadrato ( =12541019,3976), fratto il numero totale dei casi (=5000)
12.541.019,3976
Ora cerchiamo la deviazione standard in una scala a intervalli e usiamo un caso a noi gi
noto.
Classe
frequenza
frequenza cumulata
0 - 89 (44,75)
25
25
90 - 179 (134,5)
18
43
45
52
media=(44,75x25+134,5x18+...diviso 52)=119,04327
media al quadrato= 14.171,30013
1) frequenza per limite reale della classe:
44,75X25=1118,75
134,5X18=2421
224,5X2=449
314,5X7=2201,5
=6.190,25
224,5=50400,25
314,5=98910,25
=187.423,21
3) Si prende la frequenza e la si moltiplica per il quadrato del punto medio di ogni classe:
25x20022,56=5000564
18x18090,25=325624,5
2x50400,25=100800,5
7x98910,25=692371,75
=6.119.360,75
A questo punto abbiamo bisogno di tre elementi che ci servono come base per applicare la
formula della deviazione standard:
Sommatoria della frequenza moltiplicata per il punto medio di ogni classe: 6.119.360,75
Sommatoria della frequenza dei casi: 52
Meno la media al quadrato:
6.119.360,75
s= ________________ 14.171,30013 = 117.680,01445- 14.171,30013=
52
103.508,71429= 321,7277
Vorrei ricordare che per comprendere questo articolo necessario leggere tutti quelli
precedenti, e che questi sono dedicati a tutti quelli che vogliono apprendere la statistica per
applicarla all'astrologia.
Abbiamo visto come la deviazione standard venga utilizzata per esprimere lo scarto dalla
media di ciascun punteggio. Non vi preoccupate se fate fatica a seguire il discorso anche se
ho espresso in maniera semplice ogni formula: pi avanti, al termine di questo corso di
statistica, ripeteremo le formule in maniera diversa, con supporti grafici che possano
spiegare meglio tutti i termini e i calcoli. Oggi ci occupiamo delle probabilit, ma prima
molto in breve parliamo della conversione dei punteggi grezzi in standardizzati. Ci
occupiamo in definitiva del punteggio "z".
Si ottiene in maniera molto semplice, frazionando i punteggi grezzi meno la media di questi,
alla deviazione standard studiata nel precedente articolo. Il limite dei punti zeta sta nel fatto
che i punteggi decimali ottenibili, sono di difficile interpretazione e per questo si applica il
punto T una specie di conversione standardizza in valori percentili.
Fatta questa ulteriore considerazione possiamo cominciare il discorso sulle probabilit.
Lo spazio campionario finito, quello dove conosciamo gi il numero dei possibili risultati;
come per esempio nel caso della monetina che pu mostrare solo due risultati: testa o croce.
In questo caso possiamo affermare che la probabilit uguale all'esito fratto il numero dello
spazio campionario. Moltiplichiamo l'esito per 100 nel caso in cui volessimo definire l'esito
in percentuale. In un mazzo di 52 carte, la possibilit che per esempio il re di fiori possa
essere estratto dal mazzo di 1/52. Uno su 52 equivale al 2% di probabilit. Immaginando
di voler per esempio stabilire quante probabilit abbiamo che esca un numero pari su di un
dado a sei facce, abbiamo uno spazio campionario pari a 6, tre probabilit su sei che esca un
numero pari e tre su sei che esca un numero dispari: 3/6=0,5x100=50%
Credo che il calcolo sia davvero semplice. Ovviamente possiamo stimare con quale
probabilit possibile che un eventi NON si verifichi, contando il numero degli eventi
favorevoli fratto lo spazio campionario. In un mazzo di 52 carte, la probabilit che non esca
il re di fiori data da 51/52 che corrisponde al 98,07%.
La probabilit di successo viene indicata con p(E), mentre quella di insuccesso con q(E).
Le leggi delle probabilit applicate all'ambito psicologico e quindi astrologico, sono diverse
da queste dove il numero degli eventi conoscibile a priori ed conoscibile anche lo spazio
campionario, ricavabili solo dopo l'esperimento.
Nell'esempio del dado a sei facce, soltanto dopo circa 33.000 lanci cominciamo a vedere che
i risultati cominciano ad avvicinarsi alla probabilit teorica. Cio, noi sappiamo che abbiamo
il 50% di possibilit di ottenere un numero pari lanciando un dando con sei facce (tre facce
con numeri pari, e tre facce con numeri dispari). Nonostante ci, possibile che lanciando
centinaia di volte escano pi numeri pari che dispari e non ci sia questo equilibrio del 50%
(che la probabilit teorica). Questo valore potremo ottenerlo solo aumentando il numero
degli esperimenti. Se lanciamo il dado non per 100 volte, ma per 30.000 volte allora
finalmente vedremo che, piano piano, le volte che escono numeri dispari uguale alle volte
che escono numeri pari.
Lo stesso accade quando facciamo ricerca astrologica: se prendiamo 100 casi di soggetti
praticamente impossibile ottenere dei risultati che possono essere paragonati al valore
teorico atteso. Per questo bisogna aumentare la numerosit del campione, aumentare il
numero di soggetti da analizzare. Pi ne analizziamo e meglio .
Ancora alcune nozioni base di teoria delle probabilit, ricordandovi di leggere l'articolo
precedente e naturalmente anche tutti gli altri per poter apprendere appieno il valore di
queste lezioni di statistica. Sia bene inteso che qui parliamo di nozioni base e la mia
competenza si riduce solo a questo. Affrontato ed esaurito il tema della statistica, che durer
almeno sino a gennaio, ci occuperemo di una nuova tematica, sempre legata al mondo della
psicologia e dell'astrologia.
Abbiamo visto che quando non conosciamo lo spazio campionario e quindi nemmeno il
numero di eventi favorevoli, possiamo individuarli a posteriori attraverso un altissimo
numero di ripetizioni dell'esperimento. Nel caso del lancio dei dadi noi sappiamo gi che
abbiamo tre possibilit (eventi favorevoli) su sei (spazio campionario) che esca un numero
pari o dispari.
Abbiamo visto che la probabilit che un evento si realizzi compreso tra zero e uno in cui
il secondo valore si riferisce all'esito certo e il primo all'esito impossibile.
La somma delle probabilit che esca testa o croce in un lancio di una monetina, uguale a
1, cio sappiamo con certezza assoluta che uscir uno dei due risultati.
Ora invece occupiamoci delle leggi delle probabilit in quei casi in cui possiamo:
1) Individuare che si verifichi un fatto A o un fatto B. Se si verifica un fatto A o un fatto B
vuol dire che non possono avvenire insieme e allora si dicono incompatibili o
reciprocamente escludentesi. Se si verifica A impossibile che si verifica B.
2) Individuare che si verifichi un fatto A e un fatto B assieme. Qui parliamo invece di fatti
compatibili. Sono compatibili ma indipendenti quando il verificarsi di A non influenza il
contemporaneo verificarsi di B (o viceversa). Si chiamano invece compatibili dipendenti
quando la probabilit di A influenza il verificarsi di B cio che B si verifichi a condizione
che si sia verificato A.
Cominciamo subito con un esempio relativo al primo caso. Quante probabilit abbiamo di
pescare il re di cuori da un mazzo di 52 carte? Ovviamente 1/52 che abbiamo visto
corrisponde circa al 2%. Questa la probabilit per un evento cosiddetto semplice.
Esistono casi in cui la somma dei singoli eventi ci riporta un valore che non compreso tra
zero e uno, ma che superiore. Non possiamo accettare esiti superiori a 1 perch appunto
sappiamo che lo 0 corrisponde a esito impossibile (0%) e 1 a esito certo (100%). Lo abbiamo
visto prima: 0,32 inferiore al valore di 1. Quindi ci occorre una formula per gestire certi
risultati. Proviamo subito con un esempio pratico utilizzando il solito lancio di dadi per
calcolare la probabilit congiunta di due eventi.
Ipotizziamo di dover stabilire quante probabilit abbiamo che con un lancio esca un numero
superiore al'1 (primo evento). Le facce sono 6 e pertanto di 5 su 6: 5/6. Ora mettiamo di
voler conoscere la probabilit che esca un numero qualsiasi ma pari (secondo evento), lo
abbiamo visto di 3/6 (3 facce contengono numeri pari e 3 facce numeri dispari, totale
facce=6)
Quanto la probabilit che esca un numero superiore a uno o pari? (probabilit congiunta
dei due eventi):
5/6+3/6= 8/6= 1,3 (1,3x100= 130%)
Pertanto alla somma precedente si sottrae questo calcolo relativo al soddisfacimento delle
due condizioni iniziali (superiore a 1 e pari). Cos abbiamo: 5/6 + 3/6 - 3/6= 5/6= 0,83x100=
83%. Ora sappiamo che la probabilit che possa uscire un numero superiore a 1 o pari del
83% e non del 130% come calcolato con la formula precedente.
Immaginate di dover rispondere a 4 quesiti astrologici diversi, ognuno dei quali contiene 5
risposte tra cui scegliere. Quante probabilit ci sono di rispondere esattamente a tutte e 4 le
domande?
In questo caso, per le probabilit composte, la formula consiste nel moltiplicare tra loro i
singoli eventi.
Ogni domanda ha una risposta esatta su 5 possibilit. Ancora pi chiaramente e per
facilitare i calcoli, ogni domanda corrisponde a 1 risposta esatta su 5: (1/5).
Infatti ogni estrazione indipendente da quelle precedenti e quelle successive e per questo,
ogni volta, tutti i numeri hanno le stesse e identiche possibilit di venire estratti,
indipendentemente dal fatto che siano stati gi estratti un'altra volta. La probabilit che
possa uscire la stessa sequenza numerica la stessa di quella che vengano estratti qualsiasi
altri numeri. Questo un tipico esempio di evento indipendente.
Prendiamo per esempio il caso della tombola, dove la probabilit di estrarre un secondo
numero dipende dall'estrazione precedente. Immaginiamo di voler sapere quante
probabilit abbiamo di estrarre il numero 15 per esempio, e poi il 26.
Per il primo numero ovviamente di 1/90 (perch 90 sono i numeri totali: una possibilit
su 90). Per il secondo caso di 1/89, (una possibilit su 89) dove 89 rappresenta il numero
totale dei numeri meno il primo che stato estratto. A quel punto, per vedere la probabilit
congiunta che si verifichi il fatto A e poi il fatto B, si esegue lo stesso calcolo precedente:
(1/90)x(1/89)= 1/8.010 (90x89 uguale a 8010)= 0,00012x100=0,012%. In pratica 12
probabilit su 10.000
Quindi, immaginando 600 lanci, idealmente dovremmo trovare 100 volte il numero 1, 100
volte il numero 2, 100 il numero 3, e cos via sino al numero 6.
Ma un conto la distribuzione ideale, ipotetica e un conto la distribuzione reale. Cio, per
ottenere quella proporzione necessario ripetere i lanci circa 33.000 volte almeno; e solo
raggiunto un numero di lanci cos elevato potremo giungere alla conclusione che in effetti
ogni numero ha la stessa probabilit degli altri.
Dal grafico accanto al precedente intuibile con pi facilit quel che voglio dire.
Immaginiamo di voler stabilire qual' la media matematica dei numeri usciti dal dado dopo
ogni lancio. La media ideale ovviamente 3 perch se i numeri vanno da 1 a 6 ovvio che
6:2=3 Cio, facendo la somma di tutti i numeri estratti e poi divisi per il numero delle prove,
otterremmo 3.
Dal grafico vediamo tre curve diverse. La pi bassa si riferisce al fatto che la media 3 ancora
non di molto superiore agli altri valori se lanciamo il dado 600 volte. Nella curva
leggermente pi alta si vede che gi la distribuzione si restringe un po' di pi sul valore
medio 3 se aumentiamo ancora il numero dei lanci; mentre nella terza ancora pi evidente
che la media concentrata di molto attorno al numero 3. Questo dimostra che pi sar
ampio (numeroso) il nostro campione, e pi sar facile avere una distribuzione media
uguale a quella che ci si attende stando alle regola che tutti i numeri di un dado hanno la
stessa probabilit di uscire.
Questo spiega come mai serve un campione grandissimo quando si cerca di fare indagini
su di una popolazione: semplicemente, ogni risultato dato dal caso e solo ripetendo pi e
pi volte le prove, si ottiene un reale valore significativo. Se in astrologia raccolgo un
campione di 100 sacerdoti per vedere se esiste una caratteristica astrologica predominante,
ovviamente commetto un grande errore perch potrebbe essere che tra quei 100 si evidenzi
una caratteristica che invece sparirebbe con 10.000 casi. Ricordo che una volta ebbi accesso
a un database con le date di nascita di alcuni malati di AIDS. Quando iniziali le osservazioni
era schiacciante la prevalenza di una Casa astrologica; ma poi aumentando il campione ne
venne fuori un'altra. Se io mi fossi accontentato di 30 casi, avrei fatto conclusioni
completamente errate.
Un'altra divagazione: immaginate di fare tutta una serie di test che individui una singola
variabile, ma che in ognuno di essi venga utilizzata una scala diversa. Sar ovvio che nel
momento in cui cercheremo di mettere insieme tutte le variabili per evidenziare quale sia
quella pi significativa, e quindi disegnare la nostra curva, dovremo fare in modo che ogni
punteggio sia paragonabile a tutti gli altri. Pertanto si usa la formula del punto z di cui
abbiamo gi parlato e che appunto serve a standardizzare i punteggi e per renderli tutti
confrontabili tra loro.
Osserviamo il grafico sottostante e impariamo a leggerlo.
Qui vediamo una curva gaussiana a campana, (da Gauss) che serve a descrivere la
concentrazione delle osservazioni rispetto a un punto centrale medio che corrisponde alla
media, alla moda e alla mediana, naturalmente in maniera ideale. Su questi tre fattori ne
abbiamo gi parlato ampiamente nei primi post e per questo non mi ripeter. Per chi
leggesse per la prima volta consiglio ovviamente di cominciare dal numero 1, altrimenti
risulta impossibile seguire il discorso.
Il picco dunque corrisponde il valore medio e poi tutt'attorno, si vede come concentrata la
distribuzione dei casi. Per esempio, il 34,1% delle osservazioni concentrato tra "mi" (il
punto centrale) e +1sigma. Con sigma naturalmente indichiamo la deviazione standard per
calcolare quanto, in media, alcuni valori si discostano dalla media centrale. Naturalmente
sul lato sinistro abbiamo i valori inferiori alla media. A partire da, per esempio, -4sigma sino
a mi, abbiamo il 50% delle osservazioni dato che 0,1%+2,2%+13,6%+34,1%=50. In questa
leptocurtica il 68% delle osservazioni risulta cadere attorno alla media.
Cerchiamo di dare un senso a questi numeri espressi nel grafico. Prima di tutto stiamo
parlando di valori ipotetici riferiti a un caso inventato. Potremmo dire per esempio, che in
un campione di 10.000 astrologi, abbiamo una media di 50 previsioni esatte su 95. Nel
grafico possiamo immaginare il valore medio 50, con la punta della curva e quindi con la
lettera "mi" greca alla base del grafico, sull'asse delle ascisse. Immaginiamo ora che sigma
stia a una deviazione standard di -15 previsioni esatte. Dalla media a -1sigma dunque
avremmo che il 34,1% degli astrologi ha dato un numero che va da 35 a 50 previsioni esatte
(35 corrisponde alla media meno 15 ). A destra della media, con deviazione standard di
valore positivo +15 abbiamo che il 34,1% ha fatto da 50 a 65 previsioni esatte. Pertanto
possiamo anche affermare che il 68,2% (34,1+34,1) del campione, ha fatto un numero di
previsioni esatte che va da 35 a 65. Continuando, sempre con deviazione standard +15,
abbiamo che il 2% degli astrologi ha dato un numero di previsioni esatte che va da 65 a 80.
Se prendiamo il campione degli astrologi che va da -2sigma a +2sigma, abbiamo quasi il
99% di soggetti che ha fatto un numero di previsioni corrette che va da 15 a 80.
Oggi tratteremo un po' di argomenti. Cominciamo dalla distribuzione binominale ovvero
di tutti quei casi in cui sappiamo che le uniche possibilit di un esito sono solo due come
per esempio il lancio di una monetina.
Come facilmente intuibile, da un lancio abbiamo il 50% delle probabilit che possa uscire
testa e un 50% croce.
dove "n" il numero delle prove (10), "r" il numero degli esiti favorevoli (7), "p" la
probabilit per ogni prova ( il 50% perch la pantofola pu essere solo quella giusta o quella
sbagliata) e "q" 1-p (uno sta a 100% meno la probabilit di "p" che era 50%: dunque 100%50%=50% e dunque 1-p=50%).
Vediamo il calcolo:
((10!)/7!x(10-7)!)x0,5 (elevato a 7)x 0,5 (elevato a 10-7=3)= 0,1172 che corrisponde all'11,72%.
Detto questo possiamo concentrarci su altri concetti, sempre in maniera molto veloce.
Parliamo molto brevemente dell'errore standard.
Abbiamo la deviazione standard fratto la radice quadrata della numerosit del campione.
Si tratta di stabilire quanto le misure della media dei diversi campioni siano vicine alla
media della popolazione (la media o un altro parametro qualsiasi). Il campione deve essere
rappresentativo di tutta la popolazione, ovviamente, e quindi probabilistico. In parole
semplice, quando si fa una statistica necessario avere un campione e una popolazione pi
grande. Il primo sar confrontato col secondo per stabilire se esistono delle differenze
significative. In tal caso possiamo procedere con le nostre ipotesi, che in statistica vengono
rappresentate con la lettera "H". In questo esempio possiamo osservare la media della
popolazione (140) e la media del campione (138). In questo caso vediamo che la media del
campione si discosta di poco dalla media della popolazione e ricade in una deviazione
standard (105).
Alcune volte la media del campione sar vicina alla media della popolazione, ma altre volte
il campione si scoster significativamente. Prendete due campioni, calcolate la media e poi
fate la media tra il primo e il secondo campione. Se noi calcoliamo la media delle diverse
medie ovvio che "mediamente" non ci sar nessuna differenza tra i risultati ottenuti. E se
troviamo differenza nelle medie dei diversi campioni vuol dire che i gruppi sono diversi tra
loro oppure che solo frutto del campionamento. Ma quanto deve essere questo valore per
risultare significativo? Se un certo valore esce pi del 5% (su 100 campionamenti) delle volte
allora questa differenza data dal caso. Se esce meno del 5% allora vuol dire che abbiamo
campioni diversi dalla popolazione. Il 5% un valore arbitrario stabilito da Fischer e si
chiama p-value. Ovviamente si tratta di un valore costruito sulla base di calcoli ben precisi.
Tuttavia consigliabile essere flessibili quando si applica questa regola, a seconda delle
situazioni.
Vorrei ribadire il concetto fondamentale che gli articoli che trovate sul mio blog sono
"appunti di viaggio" e non trattati esaustivi sui diversi item astrologici. Qualcosa di pi
puntuale lo troverete sicuramente pubblicato in maniera sintetica in uno dei miei prossimi
libri dove, per l'appunto cercher di riunire tutte le mie osservazioni, ipotesi e scoperte.
Prendete tutto quel che c' scritto nei miei articoli come una brutta copia approssimativa di
quel che leggerete in uno o pi dei miei prossimi libri. Invece, questi articoli di statistica
sono riassunti tratti di testi universitari e devono essere presi per buoni a prescindere: non
si tratta di ipotesi e ricerche personali.
Oggi parliamo delle ipotesi. Ogni ricerca statistica si avvale di due ipotesi: una in cui si
ammette che non esiste differenza tra la popolazione e il campione studiato (H0) e una in
cui si ammette che esiste una significativa differenza tra la popolazione e il campione
studiato (H1). Naturalmente le due ipotesi sono mutualmente escludentisi perch non
possono essere vere entrambe, ed esaustive in quanto descrivono tutte le possibilit legate
al caso: cio una in cui riscontriamo una significativa differenza tra la popolazione e il
campione, e una dove non esiste alcuna differenza. Non esistono altre alternative.
Ipotesi nulla= H0= M-m=0. Cio, la differenza tra la media (o altri parametri diversi dalla
media) della popolazione M e quella del campione m uguale a zero. In realt non
necessariamente deve esserci questo valore assoluto perch esiste un indice di tolleranza
tale che si possa accettare l'ipotesi nulla anche quando approssimativamente zero, proprio
perch la differenza tra i due casi deve essere significativa per poter optare verso l'ipotesi
alternativa H1.
n sostanza, secondo il mio parere, possibile che la trasmissione delle energie planetarie sul
DNA o sui microtubuli dei neuroni, si comprime secondo questo modello teorizzato da
Winter. Egli mi suggerisce di studiare la negentropia per approfondire la questione in
rapporto all'astrologia. La negentropia si propone di formulare principi fisici
esclusivamente per l'esistenza e l'evoluzione di ordini dinamici, cio di creare una teoria
unificata per la fisica e la biologia.
Ecco qui una foto che attesta il mio scambio di email con lo scienziato:
Oltre alla negentropia, mi ha consigliato di approfondire alcuni link del suo sito in italiano
e l'ingegneria elettrica dei coniugati di fase. Tutto questo ovviamente ha una ripercussione
sulla biocosmologia motivazionale da me inventata e sul lavoro di ricerca che sto mettendo
in pratica per una mia prossima pubblicazione sulla relazione tra il cosmo e le energie utili
alla nostra crescita interiore.
Secondo Dan Winter, fisico e autore di "Implosione", alla base della vita vi la tendenza
auto-organizzante di alcune frequenze d'onda ad implodere presso una struttura toroidale
(a forma di ciambella) mediante una sequenza numerica che fa riferimento al rapporto aureo
(1 a 0,618). Anche la frattalit, (cio il piccolo nel grande) trova ampio spazio all'interno di
questo libro che secondo il mio parere mostra idee davvero audaci a proposito dei luoghi e
mezzi utili al raggiungimento della beatitudine. I riferimenti all'astrologia sono numerosi
passando dalle teorie di Masaru Emoto a proposito della cristallizzazione dell'acqua
secondo l'orientamento magnetico di stelle e pianeti.
Il tempo in cui l'astrologia sar riconosciuta come disciplina scientifica, penso stia
giungendo, anche se molto a rilento, grazie all'audacia di scienziati non allineati con in
dogma scientifico.
Nella biocosmologia motivazionale da me fondata, il rapporto di sezione aurea, (il
pentagono in rapporto aureo, e ogni lato ha angoli di 72) ha molta importanza: da
esperimenti di EEG (elettro encefalo gramma) emerso il fatto che il rapporto tra onde
Alpha e Beta emesse dal cervello, durante lo stato di beatitudine, in sezione aurea.
Va da s che energie planetarie in rapporto aureo possono certamente contribuire a uno
stato di beatitudine, ma che non trova corrispondenza con fatti pratici dell'esistenza
quotidiana. E' risaputo infatti che l'aspetto di "Quintile" usato da alcuni astrologi, non trova
una reale espressione fisica nel soggetto che possiede due pianeti posti a quella distanza. La
mia ipotesi che tale aspetto astrologico angolare, possa solo rappresentare un'occasione
che il cervello ha, tramite i microtubuli (materiale di cui sono composti i neuroni) di
convertire le energie cosmiche in energia vitale.
termini astrologici perch invita a riflettere sulle somiglianze esistenti in natura quando
parliamo di fenomeni fisici. Il rapporto tra colori e posizioni planetarie, si traduce, per via
analogica, in una correlazione tra valori positivi e valori negativi utili agli scopi della
biocosmologia motivazionale.
Mi rendo conto che una teoria valida solo quando ogni ipotesi formulata in maniera
chiara e perfettamente falsificabile; ma propongo questa solo come punto di partenza per
effettuare poi altre osservazioni. Considerate ci, pertanto, solo come una possibile
soluzione tra le tante possibili.
La teoria prevede:
Che ogni pianeta abbia un campo d'azione di 2,5 gradi ripartiti attorno al centro. Per
tradizione si accetta l'idea che il pianeta sia un corpo puntiforme che esercita la sua influenza
sul grado preciso. In effetti nella mia ipotesi questa idea non scompare, con l'unica eccezione
che il punto centrale rappresenta quello di massima attrazione rispetto a un punto "X"
qualsiasi dello zodiaco. Nello schema qui sotto, e precisamente in (A) si vede il pianeta
disegnato come un puntino che transita su di un grado qualsiasi dello zodiaco. In (B) il
pianeta disegnato con un cerchio attorno che descrive il suo campo d'azione. Possiamo
paragonare questo campo al potere attrattivo di una calamita.
Che ogni pianeta ha una polarit diversa dagli altri. Ogni pianeta, dunque quando si trova
a congiungersi con un altro, cede e prende parte del campo d'azione dell'altro. In questa
situazione il campo d'azione di ogni pianeta pu avere un effetto di "stiramento" tale che i
due campi cominciano ad attrarsi gi molto prima dei 2,5 gradi. Nell'immagine (F) vediamo
due pianeti di polarit diversa che gi a una certa distanza si incontrano con il campo
d'azione dell'altro. Lo stesso effetto pu avvenire quando i pianeti sono posti a precise
distanze angolari. Cos, il campo d'azione del pianeta X incontrer quello del pianeta Y se
esso si trova a 90 gradi, 180 etc. etc. come contemplato dall'astrologia.
Che quando un pianeta incontra se stesso durante un transito, allora l'effetto repulsivo e
attiva un ciclo. In questo caso la relazione angolare avviene con orbita zero gradi.
Immaginiamo per esempio il Sole che transita sul Sole radix. In questo caso l'effetto che
otteniamo non si riferisce al momento in cui il transito avviene, ma all'intero ciclo prima che
torni ancora sulla stessa posizione. Nell'immagine (H) vediamo il Sole che transita sul Sole
radix e in (I) vediamo che tale passaggio porta una "magnetizzazione" dell'intero ciclo.
Questo campo persiste sino al nuovo passaggio e riguarda solo quel ciclo. L'effetto
energetico del ciclo in corso si avverte maggiormente all'iniziare e allo scadere. Questo il
principio della rivoluzione solare. Le energie si attivano in un dato momento, persistono per
un anno sino al nuovo passaggio. L'effetto repulsione fa che l'effetto si riferisca solo a quel
ciclo e non a quello adiacente. La stessa cosa accade quando ogni pianeta si sovrappone a se
stesso: attiva un ciclo corrispondente al periodo che il pianeta impiega a tornare su se stesso.
In (L) vediamo ancora meglio quanto spiegato poco fa. Il Sole di transito della stessa
polarit del Sole radix e quindi corpi uguali si respingono. L'effetto del transito del sole,
dunque, si sente solo prima o solo dopo il grado esatto e non vi fusione di campi. Quando
il Sole transita sul sole radix incontra uno sbarramento che dato dalla stessa polarit.
Dunque il Sole non pu incidere anche dopo la posizione radix come invece avviene per le
Case che sono di polarit opposta ai pianeti. Le Case attraggono il campo, i pianeti uguali
Che i segni zodiacali sono repulsori. Cos come descritto ora nel caso dei transiti dei pianeti
uguali, il segno zodiacale un confine netto tra se e un altro. Cos, se il Sole o un pianeta
qualsiasi dovesse trovarsi a ridosso della cuspide di un segno zodiacale, agirebbe nell'uno
o nell'altro segno e non in entrambi. Quindi possiamo affermare che i segni hanno la stessa
polarit dei pianeti. Io che sono nato col Sole a 2921' e 22'' del Sagittario, secondo tale
ipotesi, non potrei essere anche del Capricorno perch il Sole incontrando una cuspide
ottiene un effetto repulsivo. Pertanto ogni segno risulta essere un ciclo a se stante.
Eppure c' qualcuno che crede nella forza di volont, nell'auto suggestione che fa accadere
le cose.
Penso che qualcosa mi andr male e incredibilmente va male? Vorrei con tutte le forze che
una cosa andasse bene e miracolosamente va bene? A chi e a cosa credere: alla saggezza
popolare oppure al potere della mente? Tutto il potenziale della mente umana ancora
quasi totalmente inesplorato; per sappiamo di cose meravigliose: persone che attraverso la
forza di volont sono riuscite a ottenere quello che volevano; anche cose pressocch
impossibili come quella di divenire campioni di maratona dopo aver subito una paralisi. In
sostanza la nostra volont dovrebbe permetterci di sfuggire al nostro "destino". Ma proprio
cos?
Il film Gattaca del 1997 in uno scenario futuristico e fantascientifico ci illustra il concetto che
la forza di volont alle volte pu superare i condizionamenti imposti dalle proprie
predisposizioni genetiche. Poi possiamo immaginare la forza di volont come il
condizionamento imposto dai propri dei interiori rappresentati dal tema natale.
Sappiamo bene per che le cose accadono, volenti o nolenti. Alcune volte ci sentiamo artefici
del nostro destino mentre altre volte ci sentiamo soffocati dal peso dell'inevitabilit. Dunque
una conclusione possibile sarebbe quella che "nella realt di tutti i giorni, la propria volont,
le scelte volute o subite e altre mille variabili, agirebbero insieme; tutto concorre a segnare
il percorso di un uomo".
osservate le immagini qui sopra e Immaginate una serie di quanti (particelle subatomiche)
come delle biglie scagliate contro una superficie piana al cui centro vi una scanalatura
verticale. Immaginando che dietro alla superficie vi sia un altro piano, vedremmo
limpronta di queste particelle passate per la scanalatura.
Se invece adottassimo una superficie piana con due scanalature, sul piano retrostante non
otterremmo due impronte verticali, ma una serie di bande. Il reattore "G" spara le particelle
che creano pi bande come si vede dalla figura 3. Come possibile tutto ci? Il quanto si
comporta come un onda (fig 2): dallinterferenza di creste e ventri generati dalle onde, si
genera per lappunto un modello di interferenza costituito da molte bande. Pezzi di materia
quindi si comportano come onde!
La particella sparata contro le due scanalature si converte in un onda di potenziali ovvero
come se si sdoppiasse. Attraversate le due scanalature interferisce con se stessa e quindi
viene proiettata sulla lastra come due onde che si incrociano. In altri casi invece le particelle
non si comportano affatto come onde ma hanno caratteristiche corpuscolari. Si tratta di
esperimenti condotti dai pi grandi esponenti della fisica quantistica. Come per i quanti che
sono sia onda che particella, cos il simbolo astrologico una costante a cui tutte le variabili
sono subordinate ma allo stesso tempo subordinata alle variabili. L'immagine qui sotto ci
mostra il simbolo astrologico "S" che viene bombardato dalle variabili "V". Immediatamente
si frammenta nelle diverse possibilit di espressione (s1, s2, s3,s4,s5,s6,sn) Ogni possibilit
di espressione in linea analogica coi significati espressi dal simbolo astrologico.
Nel corso di una vita pu manifestarsi pi di un evento in linea con le diverse possibilit di
espressione di un dato simbolo.
Ora immaginiamo una linea degli eventi che va in direzione del futuro "Fu". Con "Fe" invece
indichiamo i fattori esterni. Dall'immagine sottostante si nota immediatamente la
sovrapposizione della linea del futuro con una linea del simbolo "S". Ci significa che il
piano degli eventi caratterizzato dalla costante "S". Durante il percorso della linea degli
eventi, i fattori esterni "Fe" bombardano questa linea che subisce delle lievi perturbazioni
per adattarsi alle nuove informazioni. Il simbolo astrologico modula le interferenze date dai
fattori esterni e prosegue verso una direzione.
Dunque i fattori esterni sono subordinati al simbolo astrologico: qualsiasi fatto, azione,
voluta o subita soggetta alla costante del simbolo astrologico che reagisce modulando
quelle interferenze; ma allo stesso tempo le interferenze spingono il simbolo ad agire in
direzioni diverse ma sempre secondo le sue regole e i suoi significati.
Nella figura qui sopra rappresentata una linea tratteggiata che parte dal punto A. Essa
rappresenta il piano degli eventi. Essa si sdoppia nei punti "s" punti di scelta (voluta o
subita) che portano a strade alternative da quella principale. La linea tratteggiata
accompagnata da la "linea del simbolo". Ad ogni punto di svolta, di scelta, l'evento che ne
consegue sempre vincolato alla linea del simbolo: fatti diversi ma tutti collegati
analogicamente ai significati del simbolo astrologico.
e invece consideriamo un ottica in cui il dualismo fa parte del tutto in certa misura, allora
possiamo dire che in un dato momento esiste nel feto una certa componente di vita e non
vita. Dal grafico qui sopra si vede ben rappresentata la differenza tra l'andamento di una
linea adottando l'ottica aristotelica e quella invece di un logica sfumata (dall'inglese: Fuzzy).
Le variabili che ho elencato possono avere un'incidenza positiva e negativa come mostrato
dall'immagine qui sopra; ma anche in questo caso il concetto diventa sfumato.
Il Grande astrologo francese Andr Barbault spiega che il simbolo astrologico si muove nello
spaziotempo. Il simbolo agisce nello spazio perch significa una regione specifica
dell'essere: occupa il valore della significazione, di uno stato, di una comportamento, di una
serie di azioni. E' indissolubilmente legato al tempo poich accompagna l'uomo in tutto il
suo percorso di vita sulla terra (e forse oltre). E' in funzione dell'uomo poich grazie ad
esso che abbiamo la dimostrazione della sua esistenza.
Ancora una volta torna utile una similitudine con il mondo della fisica quantistica. Delle
Particelle subatomiche noi non abbiamo alcuna immagine; sappiamo della loro esistenza
attraverso l'impronta che esse lasciano su degli oggetti di laboratorio che potremmo
considerare come lastre. Vi una certa difficolt a fotografarli direttamente perch sono
troppo piccoli per essere visti con la luce; e non dimentichiamo che la luce stessa composta
da particelle minuscole che hanno una natura ondulatoria e corpuscolare. La lunghezza
d'onda della luce pari a 4000 Angstrom (1 Angostrom corrisponde a 1 decimiliardesimo
di metro), davvero insufficiente per la visualizzazione di particelle ancora pi piccole. Cos
come la lastra dimostrazione dell'esistenza delle particelle, cos l'uomo la dimostrazione
dell'esistenza del simbolo archetipico e quindi astrologico, attraverso la realizzazione di
eventi strutturati secondo un preciso principio di analogie.
Bisogna per aggiungere che i Quanti non interagiscono col piano (anche se in realt pare
interagiscano con l'osservatore: esso potrebbe rappresentare un piano aggiuntivo che
modula e disturba quello d'origine); mentre il simbolo astrologico interagisce con l'uomo
che potrebbe essere rappresentato come una serie di piani frastagliati. Ogni piano
rappresenta una variabile. Dunque il simbolo astrologico agirebbe di conseguenza
adattandosi al tipo di piano o piani che incontra durante la nostra esistenza.
Ora immaginate il simbolo astrologico come un proiettile di vernice rossa. Esso colpir
l'uomo che possiamo immaginare come composto da una serie di lastre: il risultato di tutte
le variabili combinate. In base alla conformazione di queste, il colore si sparpaglier in modo
diverso; ma sar sempre rosso. Il colore non cambia! Muta solo la forma dello schizzo.
Quest'ultimo rappresenta l'evento.
Il Simbolo astrologico forse indipendente dall'uomo ma certo che abbiamo un compito
decisivo in tutta questa storia: quello di essere consapevoli e poi testimoni della sua
esistenza.
DOMANDA: E' VERO CHE OGNI TECNICA DI PREVISIONE FUNZIONA SOLO IN
DETERMINATI CASI E SU DETERMINATI SOGGETTI?
Questa una domanda che spesso mi viene posta da miei consultanti che hanno letto da
qualche parte questa storia. Per altri invece non si tratta di un quesito ma di una certezza.
Sia bene inteso che non voglio schierarmi contro chi sostiene queste idee, ma intendo
solamente elaborare un pensiero partendo dalle mia esperienza. Molti sono quelli che ormai
credono nel fatto che non esista un sistema di previsione che sia valido in ogni caso e per
ogni soggetto. Una spiegazione abbastanza intuitiva quella che ogni persona rappresenta
un universo a parte, che reagisce in modo proprio ai diversi stimoli. E' vero che ogni essere
umano ha una capacit di reazione differente ma non credo che ci possa c'entrar qualcosa
con la situazione in oggetto. Infatti si tratterebbe di una condizione forse necessaria ma
insufficiente a dimostrare la fondatezza di tale informazione: il fatto di reagire in modo
diverso non implica necessariamente una mancanza di reattivit. Secondo una prospettiva
Aristotelica la cosa potrebbe funzionare, ma ormai l'uomo moderno ha evoluto il suo
pensiero oltre la concezione dualistica dell'esistenza per abbracciare una visione pi
sfumata ed elastica della realt (vedere 1^ parte).
Nelle "singolarit" mostrate da ogni essere vivente potremmo vedere un caos e quindi
l'impossibilit a prendere un sistema di previsione come valido in ogni caso. La mia visione
si discosta completamente da questa idea perch parto dal presupposto che in tutto esista
un preciso ordine: se solo avessimo tutte le informazioni necessarie per spiegare i fatti, allora
saremmo in grado di spiegare anche quello che appare caotico.
Prima di spiegare i fondamenti del mio pensiero in questa specifica discussione, vale la pena
fare alcune premesse.
Nell'articolo precedente ho spiegato come il simbolo astrologico si muova nello spaziotempo. Tutti ne siamo investiti ed esso ci accompagna per tutta la vita. A dire il vero noi
siamo accompagnati da una serie di simboli archetipici che appartengono sia all'inconscio
collettivo che personale e ritengo sia determinante ricordarlo. Ci lascia intendere che tutti
quanti rispondiamo agli stessi stimoli poich tutto in natura, oltre ad essere un oggetto o
una cosa in se, una rappresentazione dei nostri Dei interiori.
Per se vero che ognuno di noi rappresenta un microcosmo, altrettanto vero che non
un "circuito chiuso" che risponde soltanto a regole proprie. Lo dimostra il fatto che tutto in
natura soggetto a reazioni che dipendono dagli elementi coinvolti.
Nella fattispecie, la reattivit tra due o pi elementi astrologici caratterizzata da 3
elementi:
1) velocit di reazione
2) intensit di reazione
3) durata
Dalla combinazione di questi 3 elementi abbiamo l'evento.
I primi due elementi sono subordinati al proprio tema natale: sia la velocit che l'intensit
subiscono delle variazioni in base a come erano predisposti i pianeti al momento della
nostra nascita. Per esempio: un soggetto con Saturno in 12^ casa sentir gli stimoli di Giove
con reazioni completamente diverse di chi ha il pianeta della privazione in posizione
ininfluente. Ovviamente bisogna aggiungere che la velocit e l'intensit di reazione
dipendono anche dal tipo di pianeti transitanti, coinvolti nella reazione stessa. La durata
della reazione invece dipende dalle variabili esterne: un fatto pu persistere nel tempo
attraverso la memoria. Questa triade mi ricorda la molecola dell'acqua costituita da due
atomi di idrogeno (velocit e intensit) e uno di ossigeno (durata).
Dunque, secondo la mia idea, noi dovremmo avvertire un evento (per esempio descritto
dalla rivoluzione solare) Secondo il grado di reattivit a precisi stimoli, cos come descritto
dal nostro tema natale.
1) Quella genetica.
2) Quella ambientale.
3) Quella culturale.
4) Quella astrologica.
L'ultima componente funge un po' da collante con le altre, quella a cui tutte le altre
componenti sono subordinate.
Urano, Nettuno e Plutone riguardano gli aspetti collettivi dell'esistenza. Ognuno di noi, al
momento della nascita aveva Plutone in un preciso segno zodiacale e l era presente anche
per tutte quelle persone nate nell'arco di un decennio. Per esempio Plutone era in Bilancia
dal 1971 al 1983. Quando sono nato, nel 1975, Plutone era in Bilancia. Dunque posso
affermare che sono nato con Plutone in Bilancia. Nel decennio (circa) successivo Plutone era
nello Scorpione e cos via sino a giorni nostri, che Plutone in Capricorno a quasi 40 anni
dalla mia nascita.
La societ di quel decennio, a livello globale era strutturata in maniera tale che subisse gli
influssi del pianeta in un modo specifico. In quelle zone della terra non "globalizzate" da
una cultura di massa, Plutone infondeva caratteristiche in analogia con quelle che esprimeva
in altre societ. In sostanza, il pianeta, per esprimersi usa quello che trova "sul campo". Con
ci voglio dire che in base all'organizzazione delle diverse societ, Plutone si manifestava in
maniera diversa. E cos fanno tutti gli altri pianeti: hanno un significato simbolico che poi si
manifesta per mezzo degli oggetti, dei valori, delle invenzioni, delle credenze utilizzate in
un dato luogo.
Da qui possiamo dedurre che cos come il pianeta influenza l'essere umano, cos l'essere
umano costringe il pianeta ad agire entro certi schemi in un luogo, e ad agire all'interno di
altri schemi in altri luoghi.
della natura, sappiamo che possiamo leggere gli eventi futuri applicando l'intelligenza
analogica. Cio sappiamo che Plutone, all'interno di un segno zodiacale si manifester
attraverso un ventaglio di possibilit tutte in analogia tra loro. Nei fatti si esprimer in un
modo, ma nella sostanza, tutti questi eventi avranno una radice e un significato comune.
Queste manifestazioni funzionano come uno strato che guida l'essere umano a comportarsi
in un dato modo, utilizzando le risorse del momento, e a crearne altre per venire incontro
alle simbologie del pianeta che appunto richiede azioni e invenzioni in linea con i suoi
significati.
Il tempo passa e la societ si trasforma in base al cammino dei pianeti e alla risposta di
adattamento degli uomini a nuovi stimoli cosmici. Dunque l'uomo accompagnato da un
secondo strato astrologico: quello dato dallo spostamento costante dei pianeti. Il soggetto,
caratterizzato da uno strato primario (cio quello che i pianeti hanno impresso al momento
della nascita), si adegua e risponde alle richieste di uno strato pi volubile e mutevole che,
come detto poco fa, dato dai pianeti in movimento. Diciamo che il primo strato fisso,
mentre il secondo interferisce o entra in risonanza con il primo a seconda del fatto che le
idee e le invenzioni (che fanno capo a una determinata societ in un dato momento) siano o
no in sintonia astrologica. Questo significa che ognuno di noi pu adattarsi pi facilmente
a quel decennio che contrassegnato da Plutone in un segno zodiacale affine a quello in cui
era presente al momento della nascita. In ogni caso possiamo affermare che il secondo strato
entra a far parte della vita dell'individuo e lo influenza relativamente, cio lo porta a reagire
ma con delle risorse acquisite alla nascita. Questa reazione comporta anche un'assimilazione
della cultura del momento. Perci l'individuo continuamente caratterizzato dalla
mutevolezza e dalla trasformazione. In ogni momento storico assorbe, in qualche misura,
quel che accade.
Ovviamente esistono persone pi permeabili ai tempi che cambiano, mentre altri risultano
essere pi segnati dal periodo storico in cui sono nati. Ritengo che i pianeti lenti come Urano,
Nettuno e Plutone in aspetto al Sole o alla Luna o all'ascendente indicano una sensibilit
maggiore ai fenomeni di tipo collettivo, e quindi una predisposizione alla cultura di massa
e a reagire, positivamente o negativamente ad essa.
Lo stesso principio deve essere applicato non solo a Plutone che rappresenta le
caratteristiche di un arco di tempo molto lungo, ma pure a Nettuno e a Urano che
riguardano tempi leggermente pi brevi. Dunque sono altri strati primari di cui il soggetto
segnato.
La mia Luna in sestile a Plutone sicuramente riguarda il mio modo "sensibile" di contribuire
alla collettivit in funzione della sua trasformazione, e come la cultura, viceversa
contribuisca ad influenzare positivamente la mia sensibilit. Soggetti che non hanno i
luminari in aspetto a pianeti lenti, secondo il mio parere subiscono un'influenza minore
dalla societ e viceversa la influenzano poco.
Ogni corpo celeste, sino a Saturno infonde, dallo spazio, una luce che giunge sino a noi
visibile. Di Urano, Nettuno e Plutone non ci giunge alcuna luce visibile esattamente come
profonda e inconscia la loro influenza e il loro agire all'interno della nostra personalit.
In questo modo molti astrologi sono caduti in quello che io definisco "effetto imbuto", cio
sono stati risucchiati dai loro stessi argomenti e questi li hanno condotti verso una data
conclusione ma a partire da premesse non sempre valide anche se sembrano coerenti e
logiche. Infatti spesso e volentieri ci che convince non l'evidenza dei fatti ma il
ragionamento che sta a monte. Questo ragionamento dipende dalle regole che si intende
utilizzare. In sostanza, l'astrologo spinto a voler dimostrare la fondatezza di alcune
affermazioni senza fare i conti con l'esperienza ma utilizzando associazioni, collegamenti
anche tra pi materie. Far quadrare i conti dunque non pi un operazione di ricerca della
verit ma un'ulteriore elemento per la validazione sociale. Se diamo fiducia a ci che
abbiamo appreso e sentito ripetere molte volte, finiremo anche per vederlo perch la nostra
attenzione sar rivolta ai casi in cui i fatti corrispondono con le nostre teorizzazioni,
tralasciando invece tutte le volte in cui i fatti contraddicono totalmente quanto affermato
dalla tradizione o da tale principio astrologico.
Per tale scopo necessario attuare strategie che possano demarcare con maggiore precisione
i "simboli" su cui operiamo. L'astrologia di oggi, facendo appello alle moderne ricerche in
campo di neuroscienze e di psicologia, sicuramente pu essere un valido sostegno per
contrastare la tendenza alla validazione sociale in astrologia. Usando regole diverse, l'effetto
imbuto ci risucchier verso conclusioni assai differenti e forse molto pi vivine alla verit.
BIBLIOGRAFIA COMPLETA
Sezione Psicologia:
L'uomo e i suoi simboli -C. G. Jung- Raffaello Cortina Editore
La psicologia dell'inconscio -C. G. Jung- Newton Compton
Psicologia e alchimia -C. G. Jung- Bollati Boringhieri
Ricordi, sogni, riflessioni -C. G. Jung- Bur
Il libro rosso -C. G. Jung- Bollati Boringhieri
La sincronicit -C. G. Jung- Bollati Boringhieri
Gli archetipi dell'inconscio collettivo -C. G. Jung- Bollati Boringhieri
L'interpretazione dei sogni -S. Freud- Mondolibri
Complesso, archetipo, simbolo -J. Jacobi- Bollati Boringhieri
Metodologia della ricerca psicologica -Pedon, Gnisci- Il mulino
Oltre la coscienza ordinaria -V. Ampolo- Kurumuny
50 grandi idee di psicologia -A. Furnham- Dedalo edizioni
Costruisci la tua intelligenza -M. Polito- Editori riuniti university press
Dispense di Psicologia generale prof. Velardi (facolt di Psicologia)
EMDR -F. Shapiro, M. S. Forrest- Astrolabio
Dispense di psicologia della comunicazione prof. Vannoni (facolt Psicologia)
Dispense di psicologia clinica prof. Vegni (facolt Psicologia)
Dispense di fondamenti anatomo-fisiologici dell'attivit psichica prof.ssa E. Russo (facolt
di Psicologia)
Re-visione della Psicologia -J. Hillman- Adelphi
Riza psicosomatica -AAVV- abbonamento giugno 2014/giugno 2015
Mente e cervello -AAVV- abbonamento maggio 2015/maggio 2016
A tu per tu con Raffaele Morelli -D. Mosca- edizioni Riza
Corso pratico di autostima vol. 1, 2, 3 -R. Morelli, V. Caprioglio, K.Vignoli- edizioni Riza
Dispense di psicologia dell'Handicap -nell'ambito del corso di sostegno per disabili LUMEDispense di psicologia dello sviluppo prof.ssa C. D'Ardia (facolt di Psicologia)
La nuova psicologia -S. Grof- Spazio interiore edizioni
Educare oggi (libro+DVD) -P. Crepet- Enea edizioni
Ballando nudi nel campo della mente -K. Mullis- Dalai editore
Pragmatica della comunicazione umana -P. Watzlawick- Astrolabio
Lo zodiaco -F. Cumont- Adelphi
Storia dell'astrologia -Bold, Bezold, Gundel- Laterza
Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere -Jhon Gray- Rizzoli
L'arte della guerra -Sun Tzu- Newton compton editori
Di e miti -AA VV- S. Di Fraia Editore
Il segreto delle Ere -P. M. Ragone- Macro edizioni
Dispense di Antropologia culturale Prof.ssa Cardinali (facolt di Psicologia)
Dispense di Informatica e capacit relazionali Prof.ssa Cardinali (facolt di Psicologia)
Dispense di Sociologia generale Prof.ssa Velardi (facolt di Psicologia)
Storia dell'astrologia -K. Von Stuckrad- Oscar Mondadori
Ciro Discepolo, lo scienziato delle stelle -P. Gargano- Guida editori
Mito e modernit -J. Campbell- Red edizioni
Sezione Astrologia
Le effemeridi dal 1900 al 2010 -C. Discepolo- Armenia
Le effemeridi dal 2000 al 2050 -C. Discepolo- Armenia
Le tavole delle case -C. Discepolo- Armenia
Revisione dell'astrologia -C. Discepolo- Armenia
Astrologia esoterica -C. Negri- Armenia
Astrologia esoterica onomantica -A Del Bello- Hoepli
Moderno trattato di astrologia -B. Crozier- volumi I II e III- Armenia
Sinastria -J. Texier- Armenia
Astri e denaro -E. Acampora- Armenia
BIOGRAFIA AL 2015
-Nato a Fasano il 21 dicembre 1975 alle ore 21.58. Sagittario ascendente Vergine.
-Astrologo ricercatore professionista.
-Non autodidatta ufficialmente riconosciuto da uno dei massimi astrologi al mondo (Ciro
Discepolo).
-Inventore dell'escluisiva formula Wild Horse di biocosmologia motivazionale e studioso
della psiche.
-Formazione astrologica dal 1997 alla scuola di Astrologia Attiva di Ciro Discepolo, il pi
grande esperto al mondo di rivoluzioni solari e lunari mirate.
-Responsabile per la provincia di Brindisi della scuola di Astrologia Attiva.
-Studioso di importanti testi di autori antichi e contemporanei. Ricercatore astrologico e
fondatore del G.R.A.S il gruppo di ricerca di astrologia sperimentale per soli professionisti.
-Studioso autodidatta di testi di logica e fisica quantistica.
-Studioso di neuroscienze, sociologia, antropologia a livello universitario nell'ambito della
facolt di psicologia.
-Iscritto alla facolt di PSICOLOGIA.
-Formazione artistica, teatrale e cinematografica. Qualifica di maestro di arte.
-Mi occupo di:
Lettura del telma natale: le tue caratteristiche astrologiche.
Affinit di coppia: Lei, Lui e la compatibilit matrimoniale.
Astrologia elettiva: le date migliori per inaugurare un'attivit o per sposarsi.
Rivoluzioni Solari e Lunari mirate: il luogo migliore per festeggiare il compleanno e
ottenere il meglio da un anno astrologico.
Esorcizzazione del simbolo: come sostenere i transiti negativi.
Rilocazione: il luogo migliore dove vivere.
Metodo Wild Horse: come potenziare i propri punti forti facendo ricorso all'astrologia.
-Lavoro per radio, televisione e giornali.
-Autore del libro astrologico sui rapporti di coppia intitolato "L'amor che move il sole e
l'altre stelle" e di un romanzo sul pensiero positivo intitolato "Non sar una bolla di sapone".
-Si parla di me su molti siti di astrologia e non.
-Noto in molti ambienti astrologici.
-Blog astrologico alla pagina: www.alramiastrologo.blogspot.it