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Un contributo al dibattito: Solo un nuovo modello che tenga conto

dell'ambiente e delle sue risorse (turismo,


agricoltura, alimentazione, riciclo ...) e delle
Pedemontana: chi la fermerà? risorse sociali ed umane, che punti alla tecnologia
avanzata (autostrade informatiche più che
asfalto!) può essere oggi una risposta.

La mediazione con le amministrazioni e forze


politiche locali (ancorché assai poco disponibili
nella loro miopia) e regionali (di cui si intravede
forse forse qualche lontano spiraglio non si sa
quanto illusorio) deve partire dalla
consapevolezza che opere come l'Autostrada
Pedemontana Veneta non sono un errore
incidentale frutto di singoli inganni e speculazioni
di singoli settori, ma rappresentano il modello
Mentre la nostra vita lavorativa (e non solo) si fa dominante a livello nazionale e regionale di cui
sempre più precaria e la crisi avanza, con i ricatti centrali nucleari, megainceneritori, rigassificatori,
della speculazione finanziaria sulla spesa pubblica autostrade, Tav (vedi Passante) sono altrettanti
e quindi sul welfare in Grecia e presto in Italia, esempi e non casi fortuiti.
l'attacco ai beni comuni naturali si fa sempre più
La militarizzazione di Vicenza, il collegamento
massiccio, e sempre più incombente la catastrofe
che passa con la basi Usa in Friuli proprio tramite
ecologica in molte parti del mondo.
la Pedemontana e il nuovo collegamento stradale
La crisi del sistema economico basato sulla di Vicenza nord, fanno parte di un unico sistema.
finanza, che si muove in modo predatorio ed
Lo spregio della democrazia, dal decisionismo
estraneo ai territori, è anche crisi del modello di
fino alla falsa 'emergenza traffico' è un processo
sviluppo, ma da noi vige il fondamentalismo
sistematico il cui unico antidoto è la democrazia
indimostrato del «fare», secondo cui non esiste
dal basso che si sviluppa attorno alla lotta per
alternativa al modello di sviluppo attuale.
beni comuni.
La via della green economy e delle tecnologie
La capacità di gestione del ceto politico locale se
cognitive avanzate, ormai ampiamente applicata,
è strategicamente debole nelle sue scelte (il
se non vincente, altrove, da noi è marginale e
'maso chiuso' non è un modello granché attuale!)
viene vista come 'sorpassata' dai nostri incolti e
è però finora forte sul piano tattico della gestione
arroganti governanti.
del consenso elettorale: si inserisce nelle crepe
Lottare contro le grandi opere e per la difesa dei della composizione sociale in parte disgregata e
beni comuni è oggi una battaglia di sopravvivenza arretrata delle Valli per creare fratture e
che pone in discussione il modello di sviluppo rallentamenti, attraverso l'azione dei media e dei
veneto e nazionale, nel quale ancor oggi vengono politici locali.
proposte come innovative soluzioni basate
Per questo, il movimento 'no pedemontana',
sull'auto e sul traffico su gomma o l'industria
partito in ritardo sul tema, nonostante la crescita
diffusa spesso a basso contenuto tecnologico ed
indubbia degli ultimi mesi, si è scontrato con la
elevato sfruttamento della manodopera e
difficoltà di estendere la lotta e rafforzarla nella
dell'ambiente (vedi Arzignano e Montecchio...) .
sua incisività nella fase pre-elettorale e ancor più Per questi motivi, occorre non solo rinsaldare le
in quella post elettorale, di fronte al prevalere fila (abbandonare la lotta significherebbe una
(apparente e in parte sostanziale) del modello sconfitta sul terreno fondamentale dei beni
conservativo e localistico al potere. comuni) ma anche e soprattutto, con la
necessaria maggiore intelligenza collettiva,
L'ipotesi lobbysta in seno al movimento, che si trovare nuove occasioni e forme di lotta e di
propone di entrare nella zona grigia tra agitazione, nuovi obiettivi, canali, alleanze,
amministrazioni, imprese, progettisti, interessi dentro e oltre il nostro campo, al di là di
locali, facendo valere l'interesse dei cittadini, di particolarismi e campanilismi.
per sé interessante, è praticabile solo con molta
consapevolezza e senza dimenticare che solo la Per un nuovo rilancio del movimento creiamo
forza del movimento è in grado di pesare dappertutto comitati nelle nostra valli e oltre!
contrattualmente e creare alleanze. Con Interveniamo sulle questioni locali, estendiamo e
l’avvertenza di non essere usati e diventare cassa approfondiamo l’iniziativa, fermiamo la grande
di risonanza proprio delle forze che hanno voluto opera di devastazione: fermarla tocca a noi!
l’Autostrada e l’hanno portata sul punto della
realizzazione.

Infatti non siamo più nella fase in cui la Lega, che


da questo poi trasse forza politica e posizioni di
potere, usava i suoi legami sociali e i suoi canali
politici in funzione 'populista' per sostenere
l'interesse locale, ma in una fase in cui essa è
organica ormai alle grandi imprese appaltatrici e
quindi meno coinvolgibile, a differenza di quanto
accadde ai tempi della famosa lotta contro la
Centrale a Montecchio M..

Anche gli altri grandi partiti 'di lotta e di governo'


più tradizionali hanno ormai spesso interiorizzato
l'imperativo del 'non cedere al populismo', non
assecondare gli interressi 'localistici' di 'quelli che
sono sempre per il no', così come vengono
definiti dai media.

In questa fase particolare, si è creato uno


sbandamento in seno al movimento, che non
investe solo gli aperti fautori di un modello
politicista e filo- istituzionale, ma investe molti
appartenenti al movimento stesso per la difficoltà
che si riscontra non solo localmente di trovare
riscontro e respiro per le mobilitazioni a causa del
contesto politico nuovo in cui la crisi della
rappresentanza e del movimento sindacale ha
colpito i canali contrattuali consueti senza che
ancora ne emergano di nuovi.

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