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CAPITOLO 1

Propagazione elettromagnetica nelle strutture cilindriche chiuse


1.0 Introduzione
Ci riferiremo spesso a due equazioni vettoriali di Maxwell1:
E = j H

H = j c E + Ji
In queste equazioni:

ix + i y + iz
=
x
y
z
E
H
Ji

loperatore nabla;
il fasore del campo elettrico;
il fasore del campo magnetico;
il fasore della densit di correnti impresse.

Siccome sappiamo che ogni quantit vettoriale pu essere scomposta nelle sue tre componenti
relative agli assi
E = Ex i x + E y i y + Ez i z

H = H x i x + H yi y + H z i z
allora possiamo dire che dalle due equazioni vettoriali scritte sopra possiamo trarre 6 (cio 3+3)
equazioni scalari.
Lutilizzo dei fasori deriva dal fatto che le quantit da noi utilizzate variano in maniera
sinusoidale: ci significa che possiamo associare ad un campo tempo variante
e (t , P )
(funzioni del tempo t e del punto P)
h ( t, P )
un fasore tempo invariante che dipende soltanto dalla pulsazione2:
E ( )
(funzione della sola pulsazione).
H ( )
1.1 Strutture cilindriche: generalit
Vi sono vari modi in cui un segnale si pu propagare:
propagazione libera (cio nello spazio libero). Esempio: due antenne comunicanti poste a una
certa distanza d e in contatto visivo fra di loro. Questo tipo di comunicazione, affascinante e
molto utilizzata, ha alcuni inconvenienti: lattenuazione dello spazio libero infatti molto
Sono equazioni formulate nel dominio delle frequenze.
Ci si pu interrogare sul senso di questa operazione e obiettare che, nella realt, non trasmetteremo mai segnali
puramente sinusoidali, in quanto essi non trasmettono alcuna informazione. Tale obiezione cade per di fronte al fatto
che la nostra soltanto unapprossimazione: i segnali sinusoidali sono infatti spessissimo utilizzati per creare le portanti,
righe dello spettro attorno alle quali viene concentrato il segnale; tuttavia, mentre la portante si trova generalmente a
frequenze molto elevate [GHz, THz], la banda di frequenza del segnale a questa associato spessissimo molto stretta e
parecchio inferiore se facciamo un confronto [qualche KHz di banda << GHz, THz della portante]. Fatte queste ipotesi,
lapprossimazione che facciamo per lo studio del campo elettromagnetico consente dunque di confondere
loscillazione modulata con il segnale sinusoidale della portante. E ora, siccome il segnale puramente sinusoidale,
possiamo davvero passare nel mondo dei fasori.
1
2

consistente e quindi,
i, a garantire la bont del collegamento, servono antenne molto potenti
pot
e
con elevati guadagno e direttivit.
direttivit. Abbiamo inoltre il problema delle interferenze: antenne
trasmettenti due segnali completamente diversi e indipendenti3 possono darsi fastidio a
tal punto che un ricevitore, nelle vicinanze, finisce per ottenere un segnale fortemente
disturbato e indistinguibile rispetto a quelli che si volevano trasmettere. Lentit di questo
problema cos notevole, e le applicazioni che si basano sulla propagazione
propagaz
di segnali
talmente pervasive, che si presto sentita la necessit di regolare e centellinare lo spettro
delle frequenze tramite listituzione di norme molto severe;
propagazione guidata (cio forzata).
forzata). La propagazione elettromagnetica guidata si serve
ser di un
supporto fisico per trasmettere un segnale. Facciamo un esempio: prendiamo una struttura
cilindrica molto particolare,
particolare cio un cavo; la sua struttura comprende
- un nucleo dielettrico4, caratterizzato da una certa permettivit elettrica = 0 r 5
e una certa permeabilit magnetica = 0 r ;
-

un rivestimento
rivestimento conduttore4, che forza il segnale a rimanere allinterno del
dielettrico riflettendo londa che si sta trasmettendo.

Abbiamo detto che il cavo una struttura cilindrica; con questo termine si intende un mezzo:
non omogeneo;
privo di sorgenti: ci significa che lo studio di una struttura cilindrica riguarda una zona
molto diversa da quella in cui avvenuta lalimentazione (cio lintroduzione del campo
camp
elettromagnetico);
le cui propriet geometriche ed elettromagnetiche (e quindi la distribuzione spaziale dei
valori dei parametri costitutivi [permettivit elettrica], [permeabilit magnetica], c
[conducibilit])
ducibilit]) sono invarianti rispetto ad una direzione dello spazio, chiamata direzione
assiale (o direzione di propagazione)
propagazione della struttura. Ci significa che tutte le sezioni normali a
tale direzione sono identiche6.
Si faccia attenzione che quella di struttura cilindrica unastrazione: non assolutamente detto
che essa debba essere geometricamente cilindrica. sufficiente, infatti, che presenti una direzione

Ma posti in frequenze simili.


Si noti che non possibile
ile stabilire in maniera assoluta se un materiale un buon conduttore o un buon isolante:
tutto dipende infatti dalla natura del segnale e dalla sua frequenza. Si ha infatti:
3
4

buon conduttore

Si ricorda, a tal proposito, che c la conducibilit elettrica del materiale scelto.

buon dielettrico

0 si riferisce al vuoto; r invece la permettivit elettrica relativa,, la quale dipende dal materiale usato.
us
Le stesse

considerazioni possono essere fatte con la permeabilit magnetica.


6 Inoltre, le condizioni al contorno e di continuit imposte al campo elettromagnetico sono le stesse su ogni piano
perpendicolare a tale direzione.

privilegiata7; a riprova di quanto appena detto, nella figura


figura sottostante vediamo una sezione di
una struttura cilindrica generica. Si osservi che non vi nulla di geometricamente cilindrico e che,
anzi, la forma della struttura irregolare e resa piuttosto complicata dalla presenza di pi
conduttori e pi dielettrici

La presenza di una direzione privilegiata ci permette di scrivere il campo in maniera particolare,


per certi versi semplificata,, e di trascurare le variazioni che si hanno lungo la direzione z, sapendo
che in tale direzione si ha unattenuazione
unattenuazion esponenziale che va col termine
e z
dove (costante di propagazione) un numero complesso
= costante di attenuazione 8
()
= + j
= costante di fase

che dipende fortemente dalla frequenza alla quale si lavora.


Dunque, lespressione del campo :

parte
attenuazione
trasversale

z

e ( x1 , x 2 , z ) = Et ( x1 , x 2 ) + Ez ( x1 , x 2 ) k e ( )
 

parte assiale

Daltronde, sappiamo che esso si pu scrivere anche scomponendo questultimo lungo le direzioni
cartesiane ortogonali:
e = ex i + e y j + ez k
Se raggruppiamo quelle che si riferiscono al piano trasversale9, sostituendo ex i + ey j con et
(componente trasverasale), si ha:

e = et + ez k

et = Et ( x1 , x 2 ) e ( )z

( ) z
ez k = Ez ( x1 , x 2 ) ke

dove

(10)

Negli esempi che faremo in seguito, la direzione privilegiata quella che coincide con lasse z di un sistema solidale
con la struttura cilindrica. Inoltre, tale direzione coincide con quella che prima abbiamo detto assiale o di propagazione.
8 La costante di attenuazione, espressa in valori naturali, si misura (come quella di fase) in m 1 . Tuttavia essa e spesso
data in unit logaritmiche: a questo proposito si ha
7

dB m = 20 log10 e
9

m 1

= 20 log10

e m 1 = 8,69 m 1

Cio quello che la direzione assiale (cio quella privilegiata della struttura) buca perpendicolarmente.

10

Si noti che anche ez dipende da x1 ,x2 : se, cio, valutiamo questa componente del campo in due punti diversi
d
della

stessa sezione otteniamo due risultati diversi. Nonostante dunque ez sia chiamata la componente assiale ci non
significa che sia invariante sul piano trasversale.

1.2 - Modi
Per definizione, un modo unonda elettromagnetica11 (soluzione particolare delle equazioni di
Maxwell) che soddisfa le condizioni al contorno12 su ogni sezione trasversale della struttura
cilindrica e che si propaga nella direzione assiale di questultima. lecito quindi presumere che
tali soluzioni dipendano dalla coordinata assiale z tramite un fattore di propagazione
strutturalmente analogo a quello della propagazione libera: e, infatti, ad ogni modo associata
una particolare costante di propagazione , oltre che a quattro particolari equazioni di modo.
Quindi, due particolari modi i e j saranno caratterizzati da:

costante di propagazione i

campo elettrico (trasversale) Eti

modo i campo elettrico (assiale) Ezi k


campo magnetico (trasversale) H
ti

campo magnetico (assiale) H zi k

costante di propagazione j

campo elettrico (trasversale) Etj

modo j campo elettrico (assiale) Ezj k


campo magnetico (trasversale) H
tj

campo magnetico (assiale) H k


zj

La sovrapposizione di tutti i modi d origine alla vera soluzione dellespressione dei campi nella
struttura cilindrica. In particolare a caratterizzare il vero campo elettromagnetico sar una
combinazione lineare delle equazioni di modo13:
combinazione lineare




parte
attenuazione
trasversale

N
z
e ( x1 , x2 , z ) = Et ( x1 , x2 ) + Ez ( x1 , x2 ) k e ( ) = lim an en ( x1 , x 2 , z )
N
 


 

n =1
parte assiale
modo

combinazione lineare




parte
attenuazione
trasversale

N

z
(
)
h ( x1 , x2 , z ) = Ht ( x1 , x2 ) + Ez ( x1 , x 2 ) k e
= lim an hn ( x1 , x 2 , z )
N
 


 

n =1
parte assiale
modo

La rappresentazione tramite le funzioni di modo ha una vantaggio nascosto: spesso, infatti, non
necessario trovare tutti gli infiniti modi per caratterizzare e ed h . Anzi, a volte ne basta soltanto
uno (che chiameremo modo fondamentale).
Vogliamo ora studiare la propagazione elettromagnetica nelle strutture cilindriche facendo uso
delle equazioni di Maxwell omogenee, nellipotesi di mezzo normale14

h ( x1 , x2 , z ) = j c ( x1 , x2 ) e ( x1 , x2 , z )

e ( x1 , x2 , z ) = j ( x1 , x2 ) h ( x1 , x 2 , z )
c
dove c = j la permettivit elettrica complessa.

Come si vede, dobbiamo andare a sostituire allinterno delle equazioni soprascritte le espressioni
di e ( x1 , x 2 , z ) e h ( x1 , x 2 , z ) . Risulta anzitutto conveniente scomporre loperatore Nabla in due

Le soluzioni delle equazioni di Maxwell che hanno interesse in relazione alla propagazione guidata sono quelle
aventi il carattere di onde elettromagnetiche che si propagano lungo lasse della struttura.
12 Ed, eventualmente, di continuit.
13 Non si conosce una funzione? La si scompone in una combinazione lineare di funzioni pi semplici! questo un
approccio molto comune per risolvere problemi ingegneristici molto raffinati dal punto di vista matematico.
14 Cio spazialmente non dispersivo, stazionario, lineare ed isotropo.
11

parti, mettendo bene in evidenza la parte riguardante la sezione trasversale (variabili x1 , x2 ) e


quella concernente la variabile z:
assiale



(Nabla) =
i+
j+ k
= t + k t =
ix + i y
x
y
z
z
x
y
Detto questo, andiamo effettivamente a sostituire i campi allinterno del sistema:
e = et + e z k = E t e z + E z k e z
h = h t + hz k = Ht e z + H z k e z
trasv.

h = j c e

e = j h

Otteniamo:

(
(

)
)

(
(

Ht e z + H z ke z = j c Et e z + Ez ke z

z
z
= j Ht e z + H z ke z
Et e + Ez ke
Raccogliamo i termini esponenziali:

( H t + H z k ) e z = j c ( E t + E z k ) e z

z
z
( E t + E z k ) e = j ( H t + H z k ) e

Sfruttiamo ora la scomposizione, poco fa esaminata, delloperatore Nabla nelle sue due parti:


z
z
t + z k ( Ht + H z k ) e = j c ( Et + Ez k ) e

+ k ( E + E k ) e z = j ( H + H k ) e z
z
t
z
t z t


Quindi applichiamo la propriet distributiva nei termini a sinistra delluguale, per ottenere:
( t Ht k Ht + t H z k ) e z = j c ( Et + Ez k ) e z

z
z
( t Et k Et + t Ez k ) e = j ( Ht + H z k ) e
A questo punto marchiamo chiaramente quali siano le parti che si riferiscono alla sezione
trasversale e quelle che invece riguardano la direzione z15
assiale
parte trasversale
parte


 
 assiale

trasv.
t Ht k Ht + t H z k = j c Et + Ez k

parte assiale
parte trasversale

 



+
H
k
t Et k Et + t H z k = j H
z
t

trasv. assiale
ed ora uguagliamole16!

t Ht = j c Ez k assiale (campo elettrico)

t Et = j H z k assiale (campo magnetico)

k Et + k t Ez = j Ht trasversale (campo magnetico)


k H + k H = j E trasversale (campo elettrico)
t
t
z
c t

15

Si presti attenzione che ci sono dei prodotti vettoriali di mezzo, quindi non immediato associare Et alla

componente trasversale, n fare lassociazione tra il pedice z e la direzione di propagazione della struttura!
16 Si fa uso della propriet anticommutativa del prodotto vettoriale
t H z k = k t H z

Attenzione al cambio di segno effettuato!

Se ora prendiamo lultima equazione (trasversale, campo elettrico), ed esplicitiamo il termine Et ,


otteniamo:

k Ht + k t H z = j c Et
j

( k Ht + k t H z ) = Et

Giunti a questo punto, sostituiamo il tutto nellequazione gemella a quella poco fa elaborata e cio:
k Et + k t Ez = jHt
Si ha:
j

( k Ht + k t H z ) + k t Ez = jHt

Distribuiamo i termini tra parentesi, in modo da mettere in evidenza i prodotti vettoriali tripli17:
j

j
k
k Ht +
k t H z + k t E z = j Ht
c
c

j 2
j
( k ( k Ht ) ) +
( k ( k t H z ) ) + k t Ez = j Ht

A questo punto sviluppiamo i prodotti tripli18:


j 2
j
k ( k Ht ) Ht ( k k ) +
k ( k t H z ) t H z ( k k ) + k t Ez = j Ht

H + k t Ez = j Ht
c
c t z
Moltiplichiamo per il termine + j c da entrambe le parti:

2Ht

2Ht + t H z + j c k t Ez = 2 cHt
A destra delluguale compare il termine 2 c , che poniamo prontamente pari a 2 (19):
2 = 2 c
Indi per cui abbiamo:

2 Ht = t H z j c k t Ez

Facendo la stessa cosa con laltra equazione si ottiene la formula a questa duale:

2 Et = t Ez + j k t H z

Abbiamo quindi un bel sistema in cui compaiono le componenti trasversali in funzione di quelle
assiali:
2 2 Ht = t H z j c k t Ez

2
2
Et = t Ez + j k t H z
Le equazioni trovate (cio queste ultime assieme al sistema di 4 equazioni assiali/trasversali) sono
le equazioni fondamentali per lo studio della propagazione nelle strutture cilindriche. Si noti che
esse valgono in generale per qualunque andamento dei parametri costitutivi , ,c sul piano
trasversale. inoltre importante ricordare che la costante di propagazione che compare in
queste equazioni dipende solo dalla pulsazione e non dalla coordinata z.

(
(

17
18

)
)

Attenzione alle parentesi: se non venissero specificate, il prodotto vettoriale triplo non avrebbe alcun senso.
Si ha u ( v w ) = ( u w ) v ( u v ) w . Una volta sviluppato il prodotto, fortunatamente alcuni termini se ne vanno.

Si ricordi che la costante di propagazione intrinseca del mezzo. La costante c, invece, la conducibilit del mezzo (non
la si confonda con la velocit della luce, che in questa sede chiameremo v ).
19

Sulla base delle componenti assiali Ez , H z i modi di una struttura cilindrica si classificano come
segue:
modi trasversali elettromagnetici (TEM), aventi

Ez e H z

entrambi nulli e, quindi,

completamente privi di componenti assiali;


modi trasversali elettrici (TE), aventi Ez = 0 e H z 0 e, di conseguenza, campo elettrico solo

trasversale;
modi trasversali magnetici (TM), aventi Ez 0 e H z = 0 e , di conseguenza, campo

magnetico solo trasversale;


modi ibridi, aventi Ez 0 e H z 0 . Per i modi ibridi si fa una sotto-classificazione:
o modi quasi-TEM: in cui Ez Et e H z Ht ;
o modi HE: in cui H z E z ;
o modi EH: in cui Ez H z .

I modi TEM, TM e TE sono molto importanti e comodi: in loro presenza, le equazioni


fondamentali per lo studio della propagazione nelle strutture cilindriche si semplificano
moltissimo. Per avere delle strutture in cui ho modi puramente TE, TM, TEM, necessario che si
soddisfino alcuni requisiti:
le strutture devono essere cilindriche;
le strutture devono essere omogenee20, 21.
1.3 - Le equazioni di Helmholtz e le loro condizioni al contorno
Nel caso di regione omogenea, i parametri , ,c (e, di conseguenza, 2 ) sono costanti rispetto a
x1 , x2 e si ha:
e ( x1 , x 2 , z ) = 0

Scindendo nelle componenti trasversali e assiali sia il Nabla che il campo elettrico otteniamo:

z
z
t + k z Et e + Ez ke = 0

Da cui, applicando le propriet del prodotto scalare:


z
z
z
z
t + k z Et e + Ez ke = t Et e Ez ke = 0

La stessa cosa si pu fare per il campo magnetico; otteniamo:


t Ht e z H z ke z = 0
Abbiamo quindi ricavato queste due relazioni22:
t Et = Ez k

t Ht = H z k
Se infatti avessi un mezzo non omogeneo (con tanti conduttori ma, soprattutto, tanti diversi dielettrici) dovrei
andare ad applicare le equazioni di continuit
E 1 = E 2
H 1 = H 2
e

20

su ogni superficie di separazione fra i dielettrici stessi: ci comporterebbe lesistenza di una E z e H z e la violazione
delle condizioni necessarie per avere un modo TEM, TE o TM.
21 Si noti che non presente alcun vincolo sulla natura aperta o chiusa della struttura.
22 In particolare, si ha
per Ez = 0 t Et = 0
per H z = 0 t Ht = 0

Ora, se applichiamo allequazione

2 Et = t Ez + j k t Hz

loperatore t (da entrambe le parti), abbiamo23:

2 t Et = t t Ez + jt ( k t H z )

Sviluppando il tutto, notiamo che il termine jt ( k t H z ) se ne va

2 t Et + t2 Ez = j ( t H z t k k t t H z ) = 0

Se ora inseriamo allinterno dellequazione la relazione,


t Et = Ez k
e dividiamo per , otteniamo
e, dualmente,

2 Ez + t2 Ez = 0

2 H z + t2 H z = 0

Quelle che abbiamo trovato sono due equazioni differenziali scalari, del secondo ordine (aventi
ciascuna 2 soluzioni); ponendo kc2 = 2 2 riconosciamo che tali equazioni sono equazioni di
Helmholtz omogenee!
t2 Ez + kc2 Ez = 0
2
2
t H z + kc H z = 0
A questo punto, per risolvere il problema di Maxwell, si pu prima di tutto trovare le H z e Ez da

queste equazioni e, quindi, sostituire tutto quanto nelle relazioni che restituiscono le componenti
trasversali in funzione di quelle scalari.
Tuttavia, necessiter di opportune condizioni al contorno per definire una soluzione univoca24,25:
tali condizioni al contorno sono
per i conduttori elettrici perfetti: componente tangente del campo elettrico pari a zero tra
dielettrico e conduttore  e = 0 ; tale condizione si traduce in
o
o
o
23

Ez = 0

per i modi TM26

H z
=0
n
= costante

per i modi TE27


per i modi TEM28

Nella nuova relazione trovata compare loperatore


t t = t2

(Laplaciano)
Soluzione univoca di unequazione differenziale = integrale generale + condizioni al contorno.
25 In realt poi mi servirebbero anche le costanti di propagazione , alle quali saranno associati un certo
comportamento assiale di Ez e H z , ma per ora non ci preoccupiamo di questo aspetto, che esamineremo meglio in
24

seguito.
26 Infatti sul contorno del conduttore elettrico perfetto vale che

( 2 2 ) E t

= t E z + j k t H z  [condizione TM, H z = 0 ] 

( 2 2 ) E t

= t E z

Quindi (formula inversa):


Et =

t Ez
2 2

Se ora troviamo quel che accade nella direzione tangente, scopriamo che:

Ez
Et = 2 2
(cio lannullamento di Ez comporta lannullamento di Et = e )


27

Caso duale al precedente (v. nota 26).

per i conduttori magnetici perfetti: componente tangente del campo magnetico pari a zero
tra dielettrico e conduttore  h = 0 ; tale condizione si traduce in
o
o
o

E z
=0
n
Hz = 0

per i modi TM29


per i modi TE30

=0
n

per i modi TEM

1.4 Modi TEM


Le equazioni di Maxwell nei fasori sostengono che:
t Ht = j c Ez k

t Et = j H z k
Tuttavia sappiamo che, per i modi TEM, si ha Ez = H z = 0 , quindi le equazioni di prima
diventano:
t Ht = 0

t Et = 0
Il ch significa che Ht e Et sono irrotazionali e, di conseguenza, conservativi. Ci impone

lesistenza di una quantit chiamata potenziale:


Ht = t potenziale scalare magnetico

Et = t potenziale scalare elettrico

(31)

La ragione del segno diverso sta nel fatto che le equazioni


k Et + k t E z = j Ht trasversale (campo magnetico)

k Ht + k t H z = j c Et trasversale (campo elettrico)


diventano, per il modo TEM,
k Et = j Ht trasversale (campo magnetico)

k Ht = j c Et trasversale (campo elettrico)


da cui:
28
29

Specificheremo pi avanti il senso di questa affermazione.


Infatti vale la

( 2 2 ) E t

= t E z + j k t H z  [condizione TM, H z = 0 ] 

( 2 2 ) E t

= t E z

Da cui:
Et =

E Et n = 2
E n = 0
2 2 t z
2 t z

Daltronde abbastanza comprensibile che la componente tangente e il versore n (normale) siano ortogonali (e il loro
prodotto scalare sia nullo)!
30 Caso duale al precedente (v. nota 28).
31 Ora che abbiamo definito il potenziale scalare elettrico, possiamo chiarire meglio il significato delle due condizioni
al contorno:

= 0 ( sui contorni dei c.m.p ) , = costante ( sui contorni dei c.e.p )


n
Queste due condizioni ci dicono che:
in ogni piano trasversale il contorno di ogni conduttore elettrico perfetto una linea equipotenziale;

la superficie di un conduttore magnetico perfetto impone che la componente dellintensit di campo elettrico
normale ad esso sia nullo.

H t = j k E t

E = k H
t
t
j c
Il meno presente in queste equazioni lo si tira dietro anche nella formulazione del potenziale. Si
noti che queste equazioni forniscono la stessa informazione: si ha infatti
Ht = k Et

Qualche pagina fa abbiamo scritto che, se Ez = 0 , allora

t Et = 0
Quindi, se ora applichiamo ambo i lati loperatore Nabla trasversale alla formula del potenziale
scalare elettrico, otteniamo
t Et = t t = t2 = 0 t2 = 0
Quindi il potenziale scalare soddisfa lequazione di Laplace in due dimensioni.
Giunti a questo risultato, notiamo che sempre per quanto riguarda i modi TEM le equazioni
2 2 Ht = t H z j c k t Ez

2
2
Et = t Ez + j k t H z
si semplificano tantissimo diventando:
kc2Et = 2 2 Et = 0

2
2
2
kc Ht = Ht = 0
A questo punto ci possiamo chiedere a che condizioni queste due equazioni vanno davvero a zero;
tale scenario si ha:
se Et e Ht sono nulli, ma questo un caso banale, relativo a una situazione in cui la

(
(

)
)

(
(

)
)

propagazione avviene lungo un sistema di conduttori elettrici (ed, eventualmente,


magnetici) perfetti, cilindrici e con generatrici fra loro parallele, immersi in un mezzo
omogeneo32;
se 2 = 2 (33,34) il ch prevede che , ,c debbano essere costanti in ogni punto.

1.5 Ricapitolando: analisi di una struttura cilindrica chiusa


Consideriamo una struttura cilindrica generica rivestita da un conduttore (e quindi chiusa).
Infatti allinterno di un conduttore elettrico (o magnetico) perfetto il campo elettromagnetico nullo. Pertanto, anche
in questo caso il mezzo in cui il campo elettromagnetico ha sede effettivamente omogeneo. Strutture cilindriche di
questo tipo, purch contenenti almeno due conduttori elettrici, si dicono linee di trasmissioni uniformi a pi fili e hanno
grande importanza tecnica. Con un solo conduttore, si diceva, non posso avere il campo, in quanto il potenziale
scalare elettrico costante

32

( x1 ,x2 ) = 1 (costante)

Ci significa che il gradiente di questa quantit nullo e, dato che


Et = t
la presenza di un solo conduttore non permette lesistenza di una componente Et , non possibile trasmettere
linformazione.

2 c .

33

Ricordiamo che la costante di propagazione intrinseca del mezzo, pari a

34

Ma dobbiamo stare attenti al fatto che il termine ( ) funzione della pulsazione!

La struttura conterr, oltre al conduttore esterno (generalmente detto anche freddo), altri
conduttori, responsabili di quella differenza di potenziale in grado di veicolare linformazione.
Se la struttura regge il modo TEM35 allora

TEM =

In tal caso, dunque, dobbiamo risolvere una sola equazione scalare


t2 = 0
invece che 6. A tale equazione vanno associate le condizioni al contorno

= 0 ( sui contorni dei c.m.p )

n
= costante ( sui contorni dei c.e.p )

Nel caso TEM non presente la componente assiale del campo elettrico, n del campo magnetico: i
due campi sono dunque pari alle componenti trasversali seguenti36
et = Et e z
ht = Ht e z

Se la struttura sorregge il modo TM allora dobbiamo prendere lequazione di Helmholtz

t2 Ez + 2 2 Ez = 0
A tale equazione vanno associate alcune condizioni al contorno, le quali sono
sui conduttori elettrici perfetti
Ez = 0

Ez
=0
sui conduttori magnetici perfetti

n
Per ogni modo si ricavano quindi le componenti trasversali in funzione di quelle assiali:
2 2 Et = t Ez

2
2
Ht = j c k t Ez

(
(

)
)

Se la struttura sorregge il modo TE allora dobbiamo prendere laltra equazione di Helmholtz


(quella duale)

t2 H z + 2 2 H z = 0
A tale equazione vanno associate alcune condizioni al contorno, le quali sono
H z
=0
sui conduttori elettrici perfetti

n
H = 0
sui conduttori magnetici perfetti
z
Per ogni modo si ricavano quindi le componenti trasversali in funzione di quelle assiali:

Il fatto che la struttura cilindrica sia chiusa non per una condizione necessaria: il modo TEM guidato anche
nelle strutture cilindriche aperte.
36 Unaltra ovvia conseguenza, abbastanza intuitiva ma finora poco trattata, che non vi dispersione di potenza del
segnale al di fuori della struttura. Vi , s, attenuazione, ma non certamente dispersione: basti vedere lespressione del
flusso del vettore di Poynting

2 z
*
Et Ht k dS e
S

La presenza del versore k ci suggerisce che tale vettore normale sia ad E che ad H (e quindi va tutto in direzione
assiale).
35

(
(

)
)

2 2 Ht = t H z

2
2
Et = j k t H z

1.6 Effetto di taglio dei modi TE e TM


Come si nota dalla trattazione appena fatta, invece di risolvere le famigerate equazioni di Maxwell
(molto belle ed eleganti, ma scomode per fare i calcoli) ci basta risolvere:
1 equazione di Laplace (nel caso TEM);
1 equazione di Helmholtz (nei casi TE e TM).
Le equazioni di Helmholtz hanno uninfinit numerabile di soluzioni (modi)37:
N

e = lim aiei = lim ai Ei ( x1 , x 2 ) e i z


N

i =1

i =1

Definita la geometria della struttura e la frequenza di lavoro, la sommatoria si risolve esaminando


i vari modi.
Lautovalore38 della funzione di Helmholtz :
0 modi TE, TM
kc2 = 2 2
= 0 modi TEM
Facciamo lipotesi che la struttura sia omogenea (e che quindi sia costante in tutta la struttura) e
che vi sia assenza di perdite39: ci significa che ad ogni kc2 corrisponde un preciso 2 . Si avr
dunque
= k2 + 2 = k2 2

c
c
c
=
= = 2 c
Osserviamo ora lequazione

modi TE, TM
modi TEM

= kc2 2 c
La quantit sar a questo punto puramente reale [puramente immaginaria] se il termine sotto
radice maggiore di zero [minore di zero]. Infatti:
2
2
Re kc > c
=
2
2
Im kc < c
La detta la legge di propagazione del nostro modo; infatti essa compare allinterno
dellespressione del campo elettrico
parte

trasversale

z

e ( x1 , x 2 , z ) = Et ( x1 , x 2 ) + E z ( x1 , x 2 ) k e ( )
 

parte assiale

che diventa, per ogni modo i:


ei ( x1 , x 2 , z ) = Eti ( x1 , x 2 ) + Ezi ( x1 , x2 ) k e i z
Considerando una struttura che non supporta il modo TEM (il quale si propaga sempre), se il
parametro puramente reale allora il modo si attenua40 (lesponenziale porta tutto verso lo

37

Si ricordi che ad ogni Ei associata una i .

In algebra lineare, un autovettore di una trasformazione lineare un vettore non nullo che non cambia direzione
nella trasformazione. Il vettore pu cambiare quindi solo per moltiplicazione di uno scalare, chiamato autovalore (cfr.
Wikipedia).
39 E dunque lecito scrivere:
= j c .
38

zero). Se,
e, viceversa, la costante immaginaria, allora il modo si propaga. Possiamo ora
esprimere il tutto in funzione della pulsazione dato che, in ultima analisi, la costante di
propagazione
one proprio funzione di .
kc

<
, Re

Re kc2 > 2 c
c

=
2
2
Im kc < c
> kc , Im

Quindi, in ultima analisi, esiste un effetto di filtraggio passa-alto intrinseco e il fatto che un modo di
propaghi o meno dipende dalla pulsazione; esistono infatti alcuni valori di che discriminano il
comportamento di una certa struttura: in particolare la pulsazione di taglio
k
c = c

fa da spartiacque fra lavvenuta e la manca propagazione di un certo


modo. Quindi:
il modo TEM si propaga sempre (v. figura a fianco);
i modi TE e TM non si propagano sempre, ma soltanto al di sopra
di una certa pulsazione c , quando si dicono soprataglio, ovvero
quando , cio la parte reale di , si annullata per lasciare
spazio alla parte immaginaria . Nei grafici sottostanti vediamo
infatti che, per un certo modo i avente frequenza di taglio ci , la
propagazione possibile solo dove i > 0 (e, di conseguenza,

= 0 ):

Qui > 0, = 0 e il segnale si propaga

Qui > 0, = 0 e il segnale attenuato

Ogni modo ha la sua propria pulsazione di taglio: in base alla sua entit si differenziano i modi in
superiori (quelli con c alta) e inferiori (con c bassa).

Il modo si attenua nonostante non vi siano perdite:


perdite sembra assurdo, eppure vedremo pi avanti questo
perfettamente spiegabile.
40

Dobbiamo ora spiegare come sia possibile che un modo entrante in una struttura cilindrica, e
avente una pulsazione inferiore a quella critica, non riesca ad raggiungerne la fine e
apparentemente scompaia.

Per andare al nodo della questione sufficiente prendere le equazioni


2 2 Et = t Ez
2 2 Ht = t H z

modi TM
modi TE
2
2
2
2
Ht = j c k t Ez
Et = j k t H z
dividere per kc2 = 2 2

(
(

)
)

(
(

Ht =

j c
k t E z
kc2

Et =

)
)

j
k t H z
kc2

e sostituire t Ez e t H z , ricavati dalle prime espressioni:

kc2

Et = t Ez

kc2

Ht = t H z

Otteniamo:

Ht =

kc2
j c
k

Et
kc2

Et =

kc2

j
k

Ht
2
kc

Da cui:
Ht = j

c
k Et

Ht = k Et
j c

k Et =
Ht
j c
k Et = ZTM Ht

Et =

k Ht

Et = k Ht
j

k Ht = j
E
t
k Ht = ZTE Et

La ZTM e la ZTE sono delle impedenze e si comportano in maniera completamente diversa in base
alla natura di :
se Im allora ZTM e ZTE sono impedenze reali (lunit immaginaria si semplifica) e si

comportano alla stregua di resistenze elettriche;


se Re allora ZTM e ZTE sono impedenze immaginarie (lunit immaginaria sopravvive)
e quindi entrambe reattive ( ZTM diventa capacitiva e ZTE induttiva), questo significa che
riflettono indietro la potenza. Ecco svelato il segreto: i modi non scompaiono, bens vengono
riflettuti indietro.

Quindi, quando siamo sottotaglio, la sezione trasversale si comporta come una parete di
impedenza reattiva e riflette41; viceversa, soprataglio, la parete di impedenza reale e quindi il
segnale pu propagarsi. In definitiva la migliore o peggiore propagazione dipende sia dal tipo di
materialee scelto, sia dalla frequenza (e quindi dalla pulsazione) di propagazione.
C poi da dire che, nei materiali reali,
reali e non sono mai veramente a zero dove dovrebbero
esserelo teoricamente (cio semplicemente quando siamo soprataglio e, viceversa,
in regime di sottotaglio).
Inoltre, non esiste quella discontinuit cos marcata presente se sovrapponiamo in un unico
grafico sia che , come in figura:
figura

Nei materiali reali le curve sono pi dolci. Infine, non vero che non vi sono perdite; per questo
bisogna avere:
buoni dielettrici
 cm m

ottimi conduttori42  cm m

Le perdite introducono un contributo nella costante di fase e, inoltre, sono responsabili del
cosiddetto effetto pelle.. Se consideriamo una struttura cilindrica costituita
costituita da conduttore perfetto,
trasversalmente omogenea, possiamo stare sicuri che non vi alcuna componente del campo
allinterno del conduttore stesso. I conduttori reali, invece, soffrono di uno spessore di penetrazione
in cui il campo non zero (daa qui la scelta di skin effect per nominare questo fenomeno). Quindi
non solo il campo si dissipa nel conduttore, ma vi anche un accumulo di energia di
propagazione, oltre ad unalterazione della costante di attenuazione.
Per ora, tuttavia, non ci curiamo
o di questo e consideriamo materiali ideali.
1.7 Qualche precisazione sul vettore di propagazione
Abbiamo detto che kc2 lautovalore della funzione di Helmholtz; esso pari a:
kc2 = 2 2

costante di propagazione
costante di propagazione
(in direzione assiale) del modo
intrinseca del mezzo
Tale autovalore entra in gioco se consideriamo il vettore di propagazione s (per le onde piane!).
s = sx i + sy j + sz k
Le componenti di tale vettore non sono totalmente scorrelate fra loro; precisamente, si hanno due
gradi di libert: ricordiamo infatti che

Leventualit che il segnale venga rispedito indietro molto indesiderabile oltre che potenzialmente pericolosa: in
circuiti funzionanti a centinaia di GHz, con segnali di decine di W (e, quindi, molto potenti), rischiamo di bruciare
tutto.
42 Ad esempio loro, oppure il platino.
41

= sx2 + sy2 + sz2


Quindi si pu asserire che:

sz2 = sx2 + sy2 + 2


Ed ecco quindi i due gradi di libert!
Se ora poniamo:

kc2 = t2 = x2 + y2

( t = costante di propagazione in direzione trasversale )


Abbiamo che
kc2 = 2 2
t2 = 2 2

2 = 2 + t2
Ma daltronde abbiamo detto che43

= sx2 + sy2 + sz2


dunque:
sx2 + s2y + sz2 = 2 + t2 = 2

Se ora imponiamo che la propagazione avvenga unicamente lungo la direzione z (modo TEM), e
cio che la costante di propagazione t2 = sx2 + s2y sia pari a zero44, abbiamo:

2 =2
Nei modi TM e TE ci non avviene e tutte e tre le componenti del vettore di propagazione s sono
diverse da zero: la propagazione in tal modo si eserciterebbe in tutte le direzioni, ma
fortunatamente la presenza di un conduttore periferico pu rendere chiusa la nostra struttura e
salvarci da questo inconveniente.

Viene citata la relazione pitagorica delle onde piane: possiamo infatti trattare il campo elettromagnetico come
sovrapposizione di onde piane.
44 Non vi propagazione lungo le direzioni del piano trasversale.
43

CAPITOLO 1bis
Esempi notevoli di strutture cilindriche chiuse
1.8 Lastra planare ideale
Una lastra planare ideale una struttura chiusa
e cilindrica circondata da:
due conduttori elettrici perfetti;
due conduttori magnetici perfetti.
Il mezzo, sede del campo elettromagnetico,
occupa una regione rettangolare che
consideriamo indefinitamente estesa in
direzione z e stante allinterno di:
0 x a

0 y b
Vogliamo analizzare analiticamente questa
struttura e, per farlo, potremmo
potremm tentare di
risolvere direttamente le equazioni di
Maxwell45; tuttavia ci interessa maggiormente
determinare linsieme completo dei modi,
modi, in modo da poterli poi sommare tutti quanti per
ricavare le espressioni del campo elettrico e magnetico:
n

e = lim ai ( Eti + Ez k ) e i z
n

i =1
n

h = lim ai ( Hti + H z k ) e i z
n

i =1

Le prime osservazioni che possiamo fare sono le seguenti:


la struttura omogenea;
esistono due conduttori elettrici perfetti (un primo conduttore, ad esempio quello inferiore,
lo si assume a massa e lo si chiama conduttore freddo;; laltro diventa immediatamente il
conduttore caldo46).
Possiamo immediatamente concludere che tale struttura regge il modo TEM,
TEM il quale ha
pulsazione di taglio pari a zero e quindi si propaga sempre e comunque.
comunque I modi TE e TM, invece,
sono
no uninfinit numerabile (come vedremo pi avanti).
Chiamiamo ora 1 il potenziale presente lungo la retta y = b (nei pressi del conduttore caldo) e 0
quello riscontrabile lungo y = 0 (in
in corrispondenza del conduttore posto a massa).
Siccome possiamo dire con sicurezza che 1 0 , allora si ha
( x , y ) 0

(47)

Questo implica immediatamente che esista una componente trasversale del campo.
campo

Omogenee, perch per ipotesi non vi sono sorgenti.


Per questo, in generale, una linea ad m+1
m+ conduttori detta ad m fili: trascuriamo infatti il conduttore freddo nel
conteggio dei fili.
47 Se i potenziali alle ordinate 0 e b sono diversi, vuol dire che il gradiente sar sicuramente diverso da zero (in caso
contrario sarebbe costante).
45
46

Inoltre, abbiamo dato per ipotesi che non vi siano sorgenti (v. nota 1), il che ci porta ad affermare:
2 ( x , y ) = 0
Detto questo, poniamo il potenziale sul conduttore freddo pari a 0:
( x ,0 ) = 0
Assegniamo invece il valore 1 al potenziale sul conduttore caldo:
( x ,b ) = 1
Per cercare di semplificare il problema facciamo quindi lipotesi di lavoro che il potenziale
dipenda solo da y(48). Per cui:

=0
x
Questa condizione chiaramente valida sia lungo la retta x = 0, sia lungo x = a, allorch si ha:

( 0, y ) = 0
( a, y ) = 0
x
x
Abbiamo quindi tutte le conduzioni al contorno:
( x ,0 ) = 0

condizioni sul potenziale nei conduttori


( x , b ) = 1

( 0, y ) = 0

potenziale invariante rispetto alle x


(a, y ) = 0

2
2
2
2 ( x , y ) = 0 cio + = = 0
assenza di sorgenti

x 2 y 2 y 2

Lintegrale generale dellequazione differenziale


2
=0
y2
ha la seguente forma:
( y ) = c1 y + c2
Tuttavia sappiamo che

( x, y = 0) = 0
( x , y = b) = 1

Dunque gi abbiamo le seguenti informazioni


0 = c1 0 + c2

1 = c1 b + c2

1
b
le quali ci fanno concludere che il potenziale ha la seguente distribuzione49:
y
( y ) = c1 y + c2 =
b
Sappiamo poi, dalla teoria di base dellelettromagnetismo, che:
Et ( x , y ) = t ( x , y )

c2 = 0

c1 =

Se separiamo la relazione appena scritta nelle componenti x e y otteniamo:


Questo un metodo di risoluzione molto comune ogniqualvolta si disponga di un teorema che garantisce lunicit
della soluzione cercata. Se, in base allipotesi fatta, si ottiene una soluzione, per il teorema di unicit essa lunica. La
correttezza dellipotesi si verifica dunque a posteriori.
49 Si nota la dipendenza lineare rispetto alle y.
48

( x , y )
( x , y )
Ex i x + E y i y =
ix +
iy
x

Tuttavia sappiamo che il potenziale invariante rispetto ad x, per cui si annulla immediatamente
la relativa derivata parziale:
( x , y )
( x , y )
Et ( x , y ) = Ex i x + E y i y =
ix +
iy

x
y

( x , y )
Et ( x , y ) = E yi y =
iy
y
Capiamo quindi che il campo diretto lungo lasse delle y, e
E
precisamente verso la direzione negativa di tale asse50.
Calcoliamoci numericamente a quanto pari questo campo
y
y
elettrico trasversale sapendo che ( y ) = :
x
b
( x , y )
1
Et ( x , y ) = E y i y =
iy = iy
y
b
Una volta trovato il campo elettrico (in direzione trasversale), possiamo trovare immediatamente
quello magnetico tramite la relazione:
Ht = i z Et
( x , y )

Ht = i z
iy

c
y

( x , y )

Ht =
iz i y
c
y

c 1
i
b x

Ht =

Quindi abbiamo gi finito di analizzare il modo TEM:


eTEM = Et ( x , y ) e TEM z

hTEM = Ht ( x , y ) e TEM z

Siccome sappiamo che, per i modi TEM, si ha

2 =2
= = j
possiamo infine dire, sostituendo, che51,52:
eTEM =

hTEM =

e j z
iy
b

c e j z
ix
b

Il modo TEM, come sappiamo, ci fa molto comodo perch si propaga sempre; tuttavia non il solo
ad esistere in tale struttura e, anzi, nel nostro esempio lenergia si distribuisce anche fra tutti gli
50

Si faccia riferimento alla relazione scritta poco dopo: ha segno negativo.

51

Teniamo soltanto il segno meno nella relazione = j .

52

Notiamo che il legame fra i campi e ed h statico: risulta quindi possibile sostituire questo componente con un
circuito a costanti concentrate.

(infiniti) modi di tipo TE e TM. Lunico modo per ottimizzare la nostra distribuzione energetica
quello di porre sottotaglio tutti i modi superflui. Vediamo, anzitutto, quali sono questi modi.
Scriviamo le equazioni di Helmholtz:
2 Ez 2 Ez
+ kc2 Ez = 0
2 +
2
t2 E z + kc2 E z = 0
y
x

2
2
2
2
t H z + kc H z = 0
H z + H z + k2 H = 0
c
z
x 2
y2
Dopodich analizziamo le condizioni al contorno.
MODI TM
E z ( x , 0 ) = 0

condizioni sul campo elettrico (nullo) nei conduttori elettrici perfetti (sopra e sotto)
E z ( x , b ) = 0

E ( 0, y ) = 0

x z
condizioni riferite ai conduttori magnetici perfetti (ai lati), con x direzione tangente

E (a, y ) = 0

x z
MODI TE
H z ( 0 , y ) = 0

condizioni sul campo magnetico (nullo) nei conduttori magnetici perfetti (ai lati)
H z ( a , y ) = 0

H z ( x , 0 ) = 0
y

condizioni riferite ai conduttori elettrici perfetti (sopra e sotto), co n y direzione tangente



H z ( x ,b ) = 0

y
Si tratta ora di risolvere le equazioni differenziali di Helmholtz; per farlo, useremo il metodo di
separazione delle variabili (v. oltre).
MODI TE
Supponiamo che H z si possa esprimere come il prodotto di una funzione X (della sola x) e di una
funzione Y (della sola y):

H z ( x , y ) = X ( x )Y ( y )

Una volta separate le nostre variabili, mettiamo lequazione


2H z 2 H z
+
+ kc2 H z = 0
2
2
x
y
nella forma:

2X
Y
x 2

X non dipende da y
2 H z (x ,y )

quindi facendo
si ha Y ( y )

x 2
d2 X (x )
dx 2

2Y
X
y 2


Y non dipende da x
2H z (x ,y )
quindi facendo
y 2
d 2Y ( x )
si ha X ( y )
dy2

Dopodich, con qualche passaggio matematico:

+ kc2 XY = 0

2X
2Y
+
X
+ kc2 XY = 0
2
2
x
y

2X
2Y
= X
kc2 XY
Y
2
2
x
y

1 2X
2
X
x


dipende solo da x

1 2Y
=
kc2
2
Y

y


dipende solo da y

Siccome x e y sono due variabili indipendenti, poniamo la quantit sopra pari ad una costante che
chiameremo kx2 :

1 2 X
1 2Y
=

kc2 = kx2
2
2
X x
Y y
Ora si ha53:

1 2 X
= kx2

2
X x
ove ky2 + kx2 = kc2

2
1 Y = k 2 + k 2 k 2
c
x
y
Y y 2
Gli integrali generali delle equazioni nel sistema soprastante sono:
X ( x ) = c3 cos ( kx x ) + c4 sin ( kx x )
Y ( x ) = c5 cos ( ky y ) + c6 sin ( ky y )

Ora tiriamo fuori le condizioni al contorno. Le abbiamo scritte anche prima, ma ora dobbiamo
esprimerle con le nuove funzioni X e Y:
H z ( x = 0, y ) = 0
X (0 ) = 0

X (a ) = 0
H z (x = a, y ) = 0


1 dY (0 )
H z (x, y = 0) = 0

=0
X
dy
y

1 d Y (b )
H (x, y = b) = 0

=0
z
y
X
dy
Imponendo X ( 0 ) = 0 :

X ( 0 ) = c3 cos ( kx 0 ) + c4 sin ( kx 0 ) = 0

c3 = 0

Imponendo X ( a ) = 0 :

=0

X ( a ) = c3 cos ( kx a ) + c4 sin ( kx a ) = 0

c4 sin ( kx a ) = 0

Le soluzioni sono quindi54:


m
, m {0}
a
Ora passiamo alle altre due condizioni, ovvero a
kx =

53

Queste relazioni richiamano anche le equazioni di stampo pitagorico viste alla fine del capitolo scorso:
kc2 = t2 = 2 2

2 + t2 = 2
54

E qui finalmente capiamo perch sono uninfinit numerabile ( valori). Con m = 0 ci riconduciamo al modo TEM.
1

dY ( 0 )
dy

che ci fa avere

=0

d
c5 cos ( ky 0 ) + c6 sin ( ky 0 ) = 0
dy 
Y (0)

d
d
c6 sin ( 0 )} =
{c6 } = 0
{
dy
dy

e allaltra condizione

dY ( b )
dy

=0

che ci porta a scrivere55


d
c6 sin ( ky b ) = c6b sin ( ky b ) = 0
dy

c6 = 0

ky =

n
,
b

Ora possiamo valutare H z nei modi TE:

H z ( x , y ) = X ( x )Y ( y ) = c3 cos ( kx x ) + c4 sin ( kx x ) c5 cos ( ky y ) + c6 sin ( ky y ) =

m
n

= c3 cos ( kx x ) + c4 sin
x c5 cos
y + c6 sin ( ky y ) =
a
b

= 0

= 0

m
n
= c4 c5 sin
x cos
y H z (m,n ) ( x , y )
a
b

Ricordando ora le espressioni, valide per i modi TE, che mettono in funzioni le componenti assiali
con quelle trasversali (v. capitolo 1)
2 2 Ht = t H z

2
2
Et = j k t H z
che nel nostro caso diventano
kc2(m,n )Ht = t H z (m,n)

k = iz
2
kc(m,n ) Et = jk t H z (m,n )
possiamo immediatamente ottenere:



m
n
m
n
t c4 c5 sin
x cos
y = 2
i x + i y c4 c5 sin
x cos
y
Ht = 2

kc(m ,n )
kc(m ,n ) x
y
a
b
a
b


t

E = j i c c sin m x cos n y = j i i + i c c sin m x cos n y


z
t 4 5
z
x x y y 4 5
a
b
a
b
t
kc2(m ,n )
kc2(m ,n)



m
n
m
n
c4 c5 sin
x cos
y i x + c4 c5 sin
x cos
y iy
Ht = 2

kc(m,n) x
y
a
b
a
b

E = j i c c sin m x cos n y i + c c sin m x cos n y i


z
x 4 5
a
b x y 4 5
a
b y
t
kc2(m,n )

(
(

55

)
)

E anche questa volta abbiamo uninfinit numerabile di valori.

Scriviamo quindi cos la componente tangente del campo elettrico:

m
n
m
n
Et = j 2
i z c4 c5 sin
x cos
y i x + c4 c5 sin
x cos
y iy =
kc(m,n)
y
a
b
a
b
x
sviluppo delle derivate

m
n
m
n
m
n
=j 2
i z c4 c5
cos
x cos
y i x + c4 c5
sin
x sin
y iy =
kc(m,n )
a
b
a
b
a
b

= j

n
m
n
m
n
cos
x cos
y ( iz ix ) + j 2
c4c5
sin
x sin
y (iz i y ) =
k
a
kc(m,n )
b
a
b
a
b
applichiamo il prodotto vettoriale ai versori

n
m
n
m
n
= j 2
c4c5
cos
x cos
y iy + j 2
c4 c5
sin
x sin
y ( i x )
kc(m,n)
a
kc(m,n )
b
a
b
a
b
2
c ( m ,n )

c4c5

Considerazioni assolutamente analoghe possono essere fatte anche per i modi TM: ancora una
volta quel che se ne deduce che i modi TE(m,n) e TM(m,n), ciascuno dei quali individuato da una
coppia di valori (m,n),
), sono un infinit numerabile (pari a 2 ciascuno, ovvero 1 per gli m e 1
per gli n).
CONCLUSIONI E OSSERVAZIONI:
OSSERVAZIONI
se abbiamo una lastra planare si ha la seguente relazione per lautovalore della funzione di
Helmholtz:
2

m n
k = = k + k =
+
= t2(m.n)

a b
Si nota la proporzionalit inversa rispetto ad a e b,, cio alle dimensioni geometriche della
lastra planare;
kc2 concorre, per ogni generico modo, a determinare la rispettiva pulsazione di taglio:
2
c

2
x

2
y

m n
a + b

=
2

kc

c(m,n ) =

Come si nota, le pulsazioni di taglio (TE, nellesempio) sono 2 (stessa cosa per il caso TM);
kc2 fa la sua comparsa anche allinterno della costante di propagazione:
m n
c(m,n ) = k c =
+
2 c

a b
pu essere interessante andare a
vedere quale sia la pi piccola
pulsazione di taglio, fra tutte
quelle dei vari modi (escluso,
chiaramente, quello fondamentale
fondament
TEM). Non bisogna fare molti
sforzi: basta porre m = 0 ed n = 1(56)
1
c(1,0 ) =
a
2

2
c

56

I suddetti valori sono i pi piccoli assumibili da m ed n.

c(1,0)
La banda f = 0,
detta banda di unimodalit del sistema, in quanto allinterno di

essa esiste soltanto il modo TEM. In questa banda tanto pi grande quanto pi piccole
sono le dimensioni lineari a e b della sezione trasversale della struttura tutta lenergia va
a finire nellunico modo (TEM
TEM) esistente57; per frequenze superiori a

c(1,0)
2

, invece, si hanno

campi dinamici risonanti e lenergia si suddivide anche fra di essi.


essi
1.9 Guida rettangolare ideale58
La guida rettangolare ideale si differenzia dalla lastra planare
ideale per la presenza di un unico ed avvolgente conduttore
elettrico perfetto. Avendo soltanto un conduttore (e non due
o pi), non abbiamo il modo TEM, bens uninfinit
numerabile di modi TE e TM.
La curva di dispersione simile a quella del caso precedente:
differisce, appunto, per la sola assenza del modo TEM (v.
figura sottostante).

Siamo in assenza di perdite, quindi

= j =

c(m,n )
1



= k cio alla costante


di fase intrinseca del
dielettrico in assenza
di perdite

Le condizioni al contorno sono in parte


diverse da quelle della lastra planare:
MODI TM
E z ( x , 0 ) = E z ( x , b ) = 0 condizioni sul campo elettrico (nullo) nei conduttori elettrici perfetti (so pra e sotto)

p
ai l a ti
E z ( 0 , y ) = E z ( a , y ) = 0} stesse condizioni, ma riferite ai c.e. perfetti

MODI TE

y H z ( x , 0 ) =

H (0, y ) =
x z

H z ( x , b ) = 0 condizioni riferite ai c.e.p (sopra e sotto), con y


y

H (a, y ) =
x z

dire
direzione
tangente

0 stesse condizioni riferite ai conduttori elettrici perfetti ai lati

Modificando le dimensioni della struttura, in ogni caso, la propagazione del modo TEM non viene perturbata. Tale
modo, infatti, privo di effetti di taglio e, pi in generale, le grandezze caratteristiche
caratteristiche della sua propagazione
dipendono solo dal mezzo e non dalla geometria della struttura cilindrica.
58 In questo paragrafo, come in quello precedente, faremo lipotesi di assenza di sorgenti.
57

Cambiano, di conseguenza, anche le espressioni delle componenti:


m
n
per un generico modo TE si ha: H z (m,n ) = C
x cos
y ;
cos
a
b
costante
m
n
per un generico modo TM si ha: Ez (m,n ) = D
x sin
y .
sin
a
b
costante
Notiamo immediatamente che i modi TE e TM hanno, in
direzione x ed y,, un andamento sinusoidale rispetto a tali
variabili spaziali59.
Si ha quindi una situazione come quella in figura a fianco,
dove il campo elettrico stato fotografato in corrispondenza
di tre istanti t1 , t2 e t3 . Si vede che si ha stazionariet: ci
implica per il campo elettromagnetico, detto in risonanza, la
presenza di nodi e di ventri;; il campo, inoltre, rimane sempre
racchiuso allinterno di un inviluppo (anchesso sinusoidale).
Quel che accade, che anche il motivo per cui vi
stazionariet, che il campo si palleggi da una parte
allaltra della guida senza mai uscire60.
I risonatori (come questo) sono componenti molto particolari, in quanto sono gli unici a violare i
principi espressi dal teorema di Poynting e dal teorema di unicit; in particolare, i risonatori
mantengono costantemente luguaglianza
energia elettrica Ue = Um energia magnetica
e quindi si autosostengono.
Le condizioni per la risonanza sono intimamente legate alla geometria della struttura61; con le
condizioni al contorno che abbiamo si pu dimostrare che nella guida donda rettangolare si
possono propagare soltanto i modi risonanti. Ne deduciamo che importante scegliere le
dimensioni giuste della guida in modo da poter trasmettere i segnali voluti.
Poich il TEM non esiste, il TE 1,0 il modo fondamentale62 e f1,0 rappresenta la frequenza minima
a cui possibile la propagazione elettromagnetica nella guida rettangolare63. Questa frequenza
cresce al diminuire delle dimensioni lineari della sezione trasversale64.
Mentre vi unattenuazione lungo z.
Sono gli effetti
ti della presenza di una parete reattiva. Se infatti consideriamo il modo TE , il c.e.p. funziona come una
sorta di cortocircuito, allo stesso modo in cui fatte identiche ipotesi un c.m.p. si comporterebbe alla stregua di un
aperto:
59
60

Fermo restando che la risonanza si ha solo per determinate frequenze.


Se a b.
63 Questo particolare rende le guide rettangolari degli elementi intrinsecamente passapassa-alto, in quanto non sempre
trasmettono il segnale (al contrario delle strutture che sostengono il modo TEM)!
64 A frequenze relativamente basse (1 Ghz ca.), affinch la frequenza
frequenza di taglio sia minore di quella di lavoro, la guida
deve essere dellordine dei centimetri, cosicch i circuiti in guida risultano pesanti, ingombranti e costosi.
61
62

Tenendo presente che questa volta per i modi TM e TE non pu essere n m = 0 n n = 0, valgono
ancora le relazioni:

m n
a + b

=
2

sulla pulsazione  c(m,n) =

kc

m n
2
sulla costante di propagazione  c(m,n ) = k c =
+ b c
a

Le guide donda di questo tipo vengono utilizzate per circuiti di potenza, linee di alimentazione,
antenne Horn65. Per ogni banda di lavoro, inoltre, esistono dimensioni obbligatorie di
funzionamento della guida.
2

2
c

1.10 Guida circolare


La guida circolare una struttura cilindrica chiusa ad un solo
conduttore.
Senza
troppo
dilungarci
nelle
solite
considerazioni, abbiamo:
2 modi TE;
2 modi TM;
siamo privi del modo TEM.
Dunque anche questa volta, per pulsazioni inferiori a quella
di taglio del modo fondamentale (che anche la pulsazione
di taglio minima min ), nulla si propaga nella struttura:
dunque anche questa volta abbiamo curve di dispersione
come in figura a destra.
Il resto della trattazione, invece, ben
differente rispetto ai paragrafi precedenti;
precedenti
dobbiamo infatti adottare un sistema di
riferimento a coordinate cilindriche e
formulare le nuove condizioni al
contorno.
Lequazione di Helmholtz da risolvere :
t2 Ez ( r, ) + kc2 E z ( r, ) = 0
Sviluppando
ando il Laplaciano (ricordando di essere in un sistema di coordinate cilindriche)
otteniamo:
2 E z 1 Ez 1 2 Ez
+
+ 2
+ kc2 Ez = 0
2
2
r
r r r
Le condizioni al contorno, invece, sono66:
Ez ( a, ) = 0
modi TM

H z
( a, ) = 0 modi TE

65
66

Si tratta di antenne fortissimamente direttive spesso utilizzate per le comunicazioni Terra-satellite.


Terra
Si nota da tali relazioni che la linea di separazione fra il dielettrico e il conduttore una circonferenza di raggio a.

Facciamo nuovamente lipotesi di lavoro della separazione delle variabili: immaginiamo dunque
che il campo elettrico Ez possa essere espresso attraverso il prodotto di due funzioni una (R)
dipendente unicamente dal raggio r e laltra ( ) dipendente da solamente dallangolo :
Ez ( r, ) = R ( r ) ( )
Detto questo, lequazione di Helmholtz diventa:
2
1
1 2
R ( r ) ( ) +
R ( r ) ( ) + 2
R ( r ) ( ) + kc2 R ( r ) ( ) = 0
2
2
r
r r
r
Ora eseguiamo le derivate parziali e dividiamo per R :
2 R R R 2
2 +
+ 2
+ kc2 R = 0
2
r r r
r
2
1 R 1 R
1 2
+
+
+ kc2 = 0
R r 2 rR r r 2 2
Moltiplicando per r 2 si ha:
r 2 2 R r R 1 2
+
+
+ kc2r 2 = 0
2
2
R r
R r
2
2
r R r R
1 2
2 2
+
+
k
r
=

c
R r 2 R
r

2





parte espressa in funzione della sola r

parte espressa
in funzione
della sola

Poich i due membri di questa equazione sono funzioni di due diverse variabili indipendenti,
ciascuno di essi devessere uguale ad una costante, che indicheremo con h2 :
1 2
1 2
2
equazione armonica 
=
h

= h 2
2
2
Le possibili soluzioni dellequazione armonica sono
( ) = c1 cos ( h )

( ) = c2 sin ( h )

(o una combinazione lineare di queste)


Per ragioni fisiche, il campo elettrico Ez devessere una funzione del punto ad un solo valore.

Poich i due insiemi di coordinate ( r, , z ) e ( r, + 2m , z ) , con m intero e diverso da zero,


individuano lo stesso punto, si ha la seguente periodicit:
( ) = ( + 2m )
Ovvero:

( ) = c1 cos ( h ) = c1 cos ( h ( + 2m ) )

( ) = c2 sin ( h ) = c2 sin ( h ( + 2m ) )
Questo porta anche la costante h ad assumere valori interi (altrimenti si sballa la periodicit e
non compare pi un termine additivo multiplo di 2 ).
Detto questo si ha:
r 2 2 R r R
+
+ kc2 r 2 = h 2
R r 2 R r
Moltiplichiamo per R e dividiamo per r 2 :
2 h2
2 R 1 R
h 2 2 R 1 R
2
+
+ Rkc R 2 = 2 +
+ R kc 2 = 0
r 2 r r
r
r
r r
r

Lintegrale generale di questa equazione differenziale :

R ( r ) = c3 J n ( kc r ) + c4Yn ( kcr )

In questa relazione:
J n ( kc r ) la funzione di Bessel ordinaria di prima specie e di ordine n;

Yn ( kc r ) la funzione di Bessel ordinaria di seconda specie (o funzione di Neumann) di

ordine n.
In definitiva, questa la forma di Ez

Ez ( r, ) = R ( r ) ( ) = c1 cos ( h ) c3J n ( kc r ) + c4Yn ( kc r )

Abbiamo quindi uninfinit numerabile di modi definiti da kc e h.


1.11 Cavo coassiale67
Un cavo coassiale ha una struttura
truttura come quella in figura.
Notiamo
otiamo immediatamente che sono presenti due conduttori,
uno interno (caldo) e uno di rivestimento (freddo): questo
significa che la struttura sorregge il modo TEM (che anche il
modo fondamentale). Esister poi la solita infinit di modi TE
e TM.
MODO TEM
Per analizzare tale modo dobbiamo, utilizzando le coordinate
cilindriche, trovare unespressione per il potenziale .
Sfruttiamo quindi la propriet per la quale si ha
t2 ( r, ) = 0
se siamo in assenza di sorgenti. In coordinate cilindriche, questa relazione diventa:
1 1 2
r
+
=0
r r r r 2 2
A questa relazione dobbiamo aggiungere le condizioni al contorno68, riferibili alle due
circonferenze di raggio R1 e R2 che sono le demarcazioni fra il conduttore e il dielettrico:

( R1 , ) = ( R1 ) = 1

( R2 , ) = ( R2 ) = 0
Tenendo presente che sia le condizioni al contorno che il potenziale, per simmetria del problema,
sono indipendenti dallangolo , lequazione di Laplace diventa:
=0

1 1 2
1
r
+ 2
=0

2
r r r r
r
Lintegrale generale , quindi:
( r ) = c1 ln r + c2

le derivate da parziali
diventano ordinarie

 
d d
r
dr dr

=0

67

Il cavo coassiale pu degenerare in una stripline,, avente forma schematizzabile nella sottostante figura:

68

Tali condizioni sono indipendenti dallangolo .

Imponendo le condizioni al contorno si ha:


c1 ln R1 + c2 = 1

c1 ln R2 + c2 = 0
Facciamo ora qualche calcolo:
1 c2

c1 =

ln R1
2
2
c1 =

c1 =
1 c2

ln
R
ln R1

1
c1 =

ln R2
ln R1

ln
R
ln
ln
R
R
c = c ln R
2
2
1
c = c ln R2 ln R2
c 1
c =
=
2
2
1
2
2
2
2 ln R2
ln R1 ln R1
R
R
ln
ln
1
1

ln R1

ln R2

1
ln 2 ln R2
1 c2

c
R1

R
2
ln 2
c1 =

c1 = ln R

c1 = ln R
R1
R
1
1
c1 =

ln R1 ln 2

R1
ln R1

ln R2
ln R2
c
=
c
=
=
2

ln R2
ln R1
ln R2
ln R2 ln R1 ln R2
1

c2 =
c2 =
R
R1
R
ln R2

ln 2
ln 2
R1
R1

ln R2 ln R1 ln R2
ln R1
1

c1 =
c1 =
c1 =

R
R
R
ln 2
ln R1 ln 2
ln R1 ln 2

R1
R
R

1
1

c = ln R2
c = ln R2
c = ln R2
2
2

R
R2
R2
ln 2
ln
ln

R1
R1
R1
La funzione cercata dunque:
R2
ln R2
ln r + ln R2 ln r
1
( r ) = c1 ln r + c2 =
ln r +
=
=
R
R
R
R
ln 2
ln 2
ln 2
ln 2
R1
R1
R1
R1

Ora possiamo finalmente ricavare Et e Ht :

R2 r
R

2
r 2 R2
d
d ln r
1
d R2
Et = t =
ir =
ln
i =
ir =
ir = R
r r
R
dr
dr ln R2
dr
ln 2
ln 2
R1
R1
R1

R r
ir
ir
22
r
R
r
2
r
=
=
ir =
R2
R2
R2
ln
ln
ln
R1
R1
R1
ir
1
1
1
1
1
1
r
r
r i
=
i z ir =
Ht = i z Et = i z

R2
R2
R2

ln
ln
ln
R1
R1
R1
Quindi questa lespressione tempo-variante dei campi69:
et = Et ( r ) ir e z
ht = Ht ( r ) i e z

69

Si ricordi che, per il modo TEM, si ha

2 =2

MODI TE e TM
Abbiamo 2 modi TM e 2 modi TE, tutti con frequenza di taglio diversa da zero. La curva di
dispersione appare quindi molto simile a quella delle altre strutture cilindriche: avremo una
banda di unimodalit (in cui presente il solo modo TEM) e una banda (illimitata a destra) di
multimodalit. Lunico modo (nel caso volessimo lavorare a frequenze maggiori con il solo modo
TEM) per aumentare la banda di unimodalit, la cui estensione dipende dalle caratteristiche
geometriche del cavo, quello di costruire un cavo pi piccolo.

CAPITOLO 2
Propagazione e.m. nelle strutture cilindriche aperte e nelle strutture non omogenee
2.1 Generalit: i modi radianti in strutture aperte omogenee senza perdite
Abbiamo gi pi volte sottolineato nel capitolo precedente che, se la struttura chiusa1 e non vi
sono perdite, tutta lenergia e linformazione si propagheranno dallingresso alluscita della guida
donda. Se la struttura, invece, aperta2, potremmo avere qualche problema:
se la trasmissione risulta unimodale3 (e quindi siamo fra la frequenza della continua e la
prima frequenza di taglio c , corrispondente al primo modo superiore), allora il discorso
analogo a quello fatto per le strutture chiuse;
se la trasmissione consta di pi modi, nessuno ci garantisce che essi arriveranno intatti
alluscita!
Dunque risulta naturale voler decurtare i modi superiori; vale infatti la legge pitagorica per la
quale
t2 + 2 = 2
trasv.

assiale

Inoltre abbiamo che:

t2 = kc2
dove kc2 sicuramente reale. Ci porta a dire che, se siamo soprataglio4, possiamo scrivere
t = jkc
Siccome la parte trasversale diversa da zero, la struttura propagher anche in quella direzione5.
Tale situazione assolutamente da evitare6, perch comporta:
uno spreco di potenza;
pericoli per la salute umana, se si fosse esposti a lungo alle irradiazioni;
un abbassamento repentino della qualit del segnale trasmesso.
Dobbiamo quindi iniziare a parlare di modi radianti. I modi TE e TM di una struttura omogenea
aperta hanno infatti il comportamento asintotico di onde che si propagano in direzione radiale con
costante di fase kc e costante di attenuazione nulla (v. oltre). Essi non sono guidati e non possono
essere confinati in una regione di dimensioni finite trasversalmente allasse della struttura. Una
struttura omogenea aperta possiede pertanto uninfinit continua di tali modi radianti7, che nel
loro insieme costituiscono il campo di radiazione della struttura medesima.

Ed quindi rivestita da un conduttore esterno, il quale riflette il segnale verso linterno della struttura cilindrica ed
impedisce lirraggiamento verso lambiente circostante.
2 Lesempio pi comune quello di linea di trasmissione ordinaria (studiato a Propagazione L-A).
3 Il che significa che si trasmette soltanto il modo TEM, il quale intrinsecamente assiale e sicuramente non si irraggia.
Quando infatti abbiamo introdotto questo particolare modo, e ci siamo focalizzati sui requisiti necessari per poterlo
reggere, mai si specificato che si necessitasse di struttura chiusa!
4 Quindi i modi superiori ci sono eccome e > !
c
1

Il che equivale a dire che irraggiamo in ogni direzione del generico piano xy contenente una generica sezione
trasversale. Insomma, irraggiamo ovunque.
6 Ovviamente ci stiamo riferendo al caso della guida donda, ovvero della trasmissione elettromagnetica convogliata
lungo una struttura: in tale contesto non vogliamo alcuna dispersione lungo altre direzioni che non siano quelle assiali
della struttura. Se, invece, di unantenna che abbiamo bisogno, questo caso assolutamente favorevole e desiderato.
7 Un modo radiante di ampiezza finita trasporta potenza infinita in direzione dellasse della struttura. Ci significa che
un modo radiante non pu essere eccitato singolarmente con ampiezza finita, ma solo con ampiezza infinitesima.
5

Se impostiamo un sistema di coordinate


rdinate cilindriche centrato
sulla nostra struttura aperta, chiamando r la distanza dal
centro e langolo che individua i punti sulla circonferenza di
raggio r (vedi figura), vogliamo quindi
ndi poter trovare i campi
elettrici e magnetici
ici in funzione delle coordinate:
coordinate
Ez ( r, )
Hz ( r, )
Domanda: possiamo ricavare i campi elettrici e magnetici tempotempo-varianti complessivi
utilizzando la solita combinazione lineare dei modi?
combinazione lineare
combinazione lineare






N

e ( x1 , x2 , z ) = lim an en ( x1 , x 2 , z )
N



n =1

h ( x1 , x 2 , z ) = lim an hn ( x1 , x2 , z )
N



n =1
modo

modo

La risposta negativa: infatti i modi radianti decadono con fattore

1
r

(v. oltre) e, a grande

distanza (cio per r ),, alcuni di loro scompaiono.


Procediamo alla nostra valutazione matematica, tenendo conto di tutti questi particolari.
particolari Se
indichiamo con A la quantit Ez (per un modo TM) o H z (per un modo TE), abbiamo sempre la
nostra equazione di Helmholtz:
t2 A + kc2 A = 0

Possiamo scrivere questa relazione nel nostro sistema di riferimento: essa ha il seguente aspetto
2 A 1 A 1 2 A
+
+ 2
+ kc2 A = 0
2
2
r
r r r
Considerando il comportamento asintotico, ovvero quello che si ha r , possiamo trascurare il
termine proporzionale a 1 2 che si trova a primo membro:
r
2 A 1 A
+
+ kc2 A = 0
2
r
r r
Questa unequazione di Bessel di ordine 0 rispetto alla sola variabile r.
Lintegrale generale di questa equazione, per r e fatta lipotesi di regolarit del campo
allinfinito, (omettendo la dimostrazione):
1
A ( r, )
c1 ( ) e jkc r
r
jk
=

+
j

=
j

Si ha, inoltre, che c


t
t
t ( costante di attenuazione nulla: t = 0 ). Quindi:
A ( r, )

1
r

c1 ( ) e jt r

Per poter quindi esprimere il campo radiante, dobbiamo abbandonare i coefficienti an utilizzati

per le strutture chiuse e utilizzare nuovi coefficienti an ( kc ) , che sono ampiezze infinitesime (v.
nota 7); inoltre, siccome abbiamo detto che vi uninfinit continua8 di modi, dobbiamo sostituire la
sommatoria con un integrale. Ecco qual quindi il nuovo aspetto del nostro campo
ca
radiante9:
E quindi non numerabile.
Nelle espressioni seguenti non abbiamo considerato il modo TEM, il quale non rientra nellambito di questo
ragionamento e pu essere scritto nella usuale
u
maniera.
8
9

eR = a( kc )E+ e

kc2 + 2 z

h R = a( kc )H+ e

kc2 + 2 z

dkc

(10)

dkc

Quindi, ricapitolando:
se esiste il modo TEM (che sempre guidato), lespressione del campo :
e=

eTEM


parte guidata

parte radiante

h = hTEM +

parte guidata

eR


= a1ETEM ( x , y ) e z + a( kc ) ( Et + Ez k ) e c
dkc
0


 


parte guidata

k2 + 2 z

parte radiante

hR

parte radiante

= a1HTEM ( x , y ) e z + a( kc ) ( Ht + H z k ) e c
dkc
0


 


parte guidata

k 2 + 2 z

parte radiante

se abbiamo meno di due conduttori, invece, abbiamo solo le eR e h R gi espresse sopra.

Il nostro obiettivo, visto che vogliamo creare una struttura guidata e non unantenna,
chiaramente quello di rendere la componente guidata TEM molto pi consistente della parte
radiante:
eTEM
eR
hTEM
hR




parte guidata

parte guidata

parte radiante

parte radiante

I modi radianti non esistono sempre ma soltanto da una certa frequenza in poi11, come gi
abbiamo visto per i modi TE e TM delle strutture cilindriche chiuse. La pulsazione di taglio, per
ognuno dei modi radianti (individuati da m ed n), :
kc(m,n)
c(m,n ) =

Al solito, se si lavora a frequenze inferiori da quella di taglio, dove

kc(m,n ) > c(m,n )


allora si in regime di sottotaglio e il modo viene ostacolato dalla presenza di una parete reattiva,
che rispedisce tutto il campo indietro. In caso contrario, con
kc(m,n ) < c(m,n )
siamo soprataglio e il modo (m,n) si pu propagare tranquillamente. Si capisce chiaramente che,
una volta definita la frequenza di lavoro, non ha senso considerare i modi sottotaglio nella
formula che determina i campi elettrico e magnetico: possiamo dunque operare un saggio cambio
di estremi nellintegrale in kc

(...) dk

2.2 Fibre ottiche: un esempio di guide donda aperte non omogenee


Dopo tutte le considerazioni fatte pu sorgere il dubbio su come facciano a funzionare le fibre
ottiche. Esse sono strutture aperte senza alcun conduttore (quindi ci possiamo scordare i modi
10

E + e H + sono, per londa progressiva (da qui il pedice +), le funzioni di modo ottenute risolvendo le equazioni di

Helmholtz con le rispettive condizioni al contorno (diverse per Ez e H z , come sappiamo dal capitolo 1), ovvero
Et + Ez k

Ht + H z k

Esisterebbero anche le E e H (onda regressiva), ma non le consideriamo a r .


11

Daltronde, lintegrale presente allinterno delle espressioni dei campi in kc , termine che concorre come si vede

poco dopo allinterno dellespressione della pulsazione di taglio c .

TEM): vuol quindi dire che abbiamo soltanto i modi radianti? Eppure la propagazione del campo
avviene ed in maniera molto efficiente! Il segreto sta in un particolare che finora rimasto un po
in sordina: la non omogeneit della sezione trasversale.
Una fibra ottica coinvolge ben tre dielettrici12:
laria (esterna), con costante dielettrica 0 ;
il cladding,, un dielettrico di rivestimento, con costante
dielettrica 1 ;

2 >> 1 >> 0

il core,, un dielettrico interno, con costante dielettrica 2 .

La costante dielettrica del core la maggiore di tutte; quella


intermedia quella del cladding,, mentre la pi piccola la 0

dellaria. Come pu quindi il campo propagarsi allinterno di tale fibra, districandosi fra questi tre
diversi dielettrici? Anche questa volta
vol la giustificazione del fenomeno viene dalla teoria delle onde
piane elementari. Quando una radiazione, viaggiante in un certo mezzo, incontra un secondo
materiale, possono infatti accadere diverse eventualit.
CASO 1: due mezzi a contatto, il mezzo 2 un c.e.p. e quindi ha 2 = 0

In questo caso si ha la cosiddetta riflessione totale,, in quanto la linea di demarcazione fra i due
mezzi funge da parete reattiva e rispedisce tutto allinterno del mezzo 1, rispettando la legge della
riflessione ( i = r ).
CASO 2: due mezzi a contatto, il mezzo 1 ha una maggiore di quella del mezzo 2.

In questo secondo caso londa incidente viene in parte riflessa (e quindi rispedita nel mezzo 1) e in
parte rifratta (con un angolo da quello di incidenza e dipendente dal rapporto fra le due
costanti dielettriche in gioco13) allinterno
all
del mezzo 2. Se per langolo di incidenza i supera un
certo angolo (detto angolo critico)) anche in questo caso si ha la riflessione totale.
In realt le parti coinvolte sono di pi: oltre al core e al cladding esistono due rivestimenti ancora pi esterni (il buffer
e il jacket).
13 Si veda la legge di Snell.
12

La fibra utilizza la riflessione totale per imbrigliare unonda elettromagnetica;


elettromagnetica in figura vengono
mostrate due onde14:
londa b ha un angolo
dincidenza troppo piccolo e viene
rifratta (e persa per sempre);
londa a supera langolo critico
e viene riflessa allinterno del core.
Di riflessione in riflessione, il fascio di onde giunge a destinazione.

2.3 Modi ibridi guidati nelle guide aperte non omogenee


Ripercorriamo per sommi capi il percorso compiuto finora: quando cerchiamo di caratterizzare la
propagazione allinterno di una guida circondata da un conduttore (anche se spesso non conviene
introdurlo per ragioni di prezzo e di rigidit della struttura) possiamo stare certi che la
propagazione guidata. Se la guida, invece, aperta, allora si necessita di risonanza15 per la
trasmissione del segnale. Il modo TEM sicuramente guidato: dunque, finch siamo sotto la
frequenza di taglio del primo modo superiore, sicuramente la propagazione
propagazione guidata.
Nelle strutture aperte, invece, i modi soprataglio sono un problema in quanto sono modi radianti:
risulta quindi opportuno alzare la pulsazione di taglio min tramite un rimpicciolimento della
struttura.
Quando il mezzo in cui il campo ha sede trasversalmente non omogeneo, la determinazione del
campo elettromagnetico presenta maggiori difficolt. Nella maggior parte dei casi di interesse
tecnico il mezzo non omogeneo costituito da pi regioni omogenee,
omogenee aventi parametri
pa
costitutivi
diversi, separate da superfici di discontinuit.
Esaminiamo, a questo proposito, una struttura generica
non omogenea come quella in figura; presente un
dielettrico molto denso in una regione limitata (costante
dielettrica 1 ) e, attorno, N 1 regioni illimitate di
materiali con costanti dielettriche via via inferiori (se
procediamo in senso antiorario in figura):
dielettrico 2  2 < 1 ;

14
15

dielettrico 3  3 < 2 ;

dielettrico 4  4 < 3 ;

etc
dielettrico N  N < N 1 .

Le frecce indicano in realt la direzione del vettore donda


donda e le linee la passata direzione di tale vettore.
A tal fine, per il campo elettrico ogni c.e.p. funge da cortocircuito, mentre ogni c.m.p. costituisce un aperto.

La sezione trasversale della guida, dicevamo, pu essere suddivisa in queste N porzioni


omogenee, limitate o illimitate, la generica delle quali (i-esima) avr parametri costitutivi

i ( costante dielettrica ) , i ( permittivit magnetica ) , i = i i ( costante di fase intrinseca ) .

Nella struttura appena descritta non avremo sicuramente i modi TEM, ma solo modi ibridi. I modi
ibridi16 si propagano in direzione assiale con la solita legge (che va con e z ), ma trasversalmente si
comportano in maniera differente da regione a regione (vedremo come).
Per trovarli dobbiamo risolvere le ormai familiarissime equazioni di Helmholtz
2
2
t H z + kc H z = 0
2
2
t E z + kc E z = 0
abbinate, questa volta, ad una lunga serie di condizioni al contorno, una per ogni superficie di
discontinuit (cio per ogni zona di confine fra le varie regioni): tali condizioni al contorno sono
quelle gi esaminate in precedenza, con laggiunta di quelle riguardanti luguaglianza delle
componenti tangenti dei campi e ed h a cavallo delle varie zone.
e = e +1

h = h +1
e +1 = e +2

h +1 = h +2
...

etc...
Quel che dovremmo fare, a questo punto, scrivere tante equazioni di Helmholtz quante sono le
regioni tenendo presente tutte le condizioni al contorno appena descritte. Il problema sta nel fatto
che, pur rimanendo costante, fra tutte le regioni, = + j = j ( assenza di perdite ) , abbiamo
bisogno di definire la quantit kc2 per ogni singola zona. Dunque dobbiamo ricavarci17
regione i

kci2 = 2 ( ) ic2 = 2 i i 2 = i2 2

Ebbene, affinch i modi risultino guidati (altrimenti non si riuscirebbe a trasmettere nulla), si deve
avere che:
kci2 < 0 > i nelle regioni i illimitate18;

kci2 > 0 < i nelle regioni i limitate19.

Daltronde, unaltra condizione per la quale i modi presenti allinterno della zona limitata siano
guidati (e cio trasversalmente confinati), prevede che i campi associati a tali modi debbano
decadere esponenzialmente per r in tutte le regioni illimitate. Pertanto, se la regione i-esima
illimitata, devessere
jkci = ti reale kci immaginario
Da qui
kci2 < 0

il ch porta immediatamente a sostenere che > i

(20)

16

Ricordiamo che i modi ibridi sono quelli n trasversi elettrici, n trasversi magnetici (v. capitolo 1). In strutture del
genere i modi sono ibridi perch le condizioni al contorno accoppiano le componenti del campo (non lo dimostriamo).

17

Dal punto di vista pratico, il problema diventa parecchio oneroso.


Nella nostra struttura sono le regioni i = 2, 3, , N.
19 Nella nostra struttura la sola regione i = 1.
20 Questo un risultato simile a quello che si trova per le onde piane evanescenti: se la costante di fase in una
direzione superiore a quella intrinseca, in una direzione perpendicolare a questultima landamento del campo
attenuato.
18

Ci implica anche che, essendo valida la seguente relazione


ti2 = kci2
anche la costante di propagazione trasversale sempre allinterno della regione illimitata
puramente immaginaria.
Ricapitolando, affinch la struttura possa sostenere modi ibridi
ibridi guidati, deve esistere almeno una
regione omogenea, limitata in senso trasversale, in cui landamento del campo (sempre in senso
trasversale) di tipo ondulatorio (ovvero la costante di propagazione trasversale puramente
immaginaria); questa regione deve avere la massima costante intrinseca tra quelle che
costituiscono la guida. A questa porzione della nostra struttura si d il nome di nucleo (core);
allinsieme delle regioni illimitate in cui il campo si attenua esponenzialmente in senso asintotico
sul piano trasversale si d invece il nome di rivestimento (cladding).
Dunque il campo guidato (e avviene la situazione in figura a
fianco, con una continua
co
riflessione totale allinterno del core) per
quelle pulsazioni tali per cui:
costante di

massima costante di fase


M < ( ) < 1
riscontrabile fra le regioni illimitate
fase del core
In caso contrario, il modo risulta radiante.
Se chiamiamo la pulsazione di discrimine (nel senso di estremo
inferiore) per la quale il modo appare guidato o meno,
meno ci
accorgiamo di avere un secondo parametro chiave (oltre a quello della pulsazione di taglio, gi
esaurientemente esaminato nel
capitolo precedente) utile per
tracciare la curva di dispersione
ispersione
(v. figura a destra), la quale ha
due andamenti diversi in base a se
ci troviamo:
( ) < M
 fra c min e

( ) < 1
oppure
( ) > M
 sopra

<
(
)

1
Dunque, risulta conveniente far crescere di molto la frequenza di lavoro21, in modo da essere sicuri
che i modi presenti siano in propagazione guidata.
Lutilizzo di un materiale dielettrico ha molti vantaggi rispetto alluso dei conduttori:
molto meno costoso;
flessibile;
miniaturizzabile;
pu lavorare a frequenze altissime;
vi sono dispersioni e perdite (dovute alla presenza di una conduttivit c 0 ) bassissime,
soprattutto se paragonate a quelle dei conduttori.

curioso notare che tale auspicio va in direzione opposta rispetto a quello che ci facevamo sempre nel capitolo
capito 1 (e
1bis), in cui cercavamo di tagliare fuori pi modi superiori possibili in modo da riservare tutta lenergia per il modo
TEM.
21

2.4 Ortogonalit dei modi


Lanalisi dei campi elettrici e magnetici tramite i modi ci porta spesso a descrivere tali campi non
nella loro formulazione completa (la famosa sommatoria)
n

e = lim ak ei ( x1 , x 2 ) e i z
n

i =1

ma, appunto, attraverso i modi


che in un certo istante si eccitano
allinterno della struttura stessa.
Vorremmo quindi avere la
capacit di studiare un modo per
volta (essendo sicuri che tali modi
non si influenzano fra di loro nella
propagazione), sia perch spesso
alcune soluzioni modali esistono indipendente dalle altre, sia perch sotto tale condizioni
con
posso
equalizzare, modulare e/o demodulare i modi in maniera pi semplice e immediata.
immediata
Questindipendenza che i modi esercitano luno rispetto allaltro viene chiamata ortogonalit:
vediamo ora sotto quali condizioni se ne pu parlare.
Consideriamo
riamo due modi TE o TM distinti, individuati da due indici interi (m
( ed n) e si supponga
che essi siano contemporaneamente eccitati in una data guida. Si indichino con km2 e kn2 gli
autovalori dei due modi e con m , n le rispettive costanti di propagazione.
In queste condizioni, la potenza complessa trasportata dalla guida vale:
vale
*
*
e ht
e h
Pcmn =
i z dS = t
i z dS
2
2
S
S
( et e ht* sono le componenti riferite alla sezione trasversale S)
In regime di onda puramente progressiva si ha:
*
*
1
Pc ( z ) = ( Etm e m z + Etn e n z ) (H*tm e m z + H*tn e n z ) i z dS =
2S

*
1
1
* z
Etm e m z H*tm e m z i z dS + Etn e n z H*tn e n i z dS +

2S
2S




Pcm ( z )

Pcn ( z )

*
1
1
n z
m* z
m z
*
* n z
E
e

H
e

i
d
S
+
E
e

H
e
i z dS
tn
tm
z
tm
tn
2
2
S
S
 

Pcnm ( z )

La presenza dei termini incrociati22,


1
nz
m* z
*
E
e

H
e
i z dS
t
n
t
m
2
S


Pcmn ( z )

Pcnm ( z )

*
1
m z
* n z
E
e

H
e
i z dS
t
m
t
n
2
S


Pcmn ( z )

potenza trasportata dal modo n

potenza trasportata dal modo m

grazie alla presenza del modo m

grazie alla presenza


nza del modo n

indica che lesistenza di un certo modo pu influire profondamente


profondamente sulle caratteristiche degli altri
23
modi, anche sotto il profilo della potenza .

22

Che hanno a tutti gli effetti la struttura formale di una potenza.

Quello che invece sarebbe desiderabile avere la seguente equazione


N

Pc ( z ) = Pci ( z )
i =1

(senza termini misti  ortogonalit)


la quale verificata se
m n, Pcmn = 0

(con m e n indici di due modi generici)

Tale eventualit accade24 quando sussiste questa relazione per gli autovalori riferiti ai nostri modi
m ed n
kc2m kc2n

ortogonalit
Solo in questo caso i modi hanno interesse applicativo, in quanto veicoli indipendenti di trasporto
di potenza (cio di informazione). interessante notare che questa condizione coincide con quella
per la quale due modi si dicono non degeneri: due modi si dicono non degeneri se, a una data
frequenza, hanno diverse costanti di propagazione. Deduciamo immediatamente che si ha:

non degenerazione
ortogonalit (25)

Capiamo immediatamente che i modi TEM sono degeneri, visto che hanno tutti quanti lo stesso
autovalore: questo significa che necessario ortogonalizzarli. Come fare? Ripercorriamo la strada
battuta finora per sommi capi.
Anzitutto si prende la struttura tridimensionale in questione, si verifica che effettivamente
cilindrica e se ne esamina pi precisamente la tipologia ( aperta o chiusa? omogenea?);
successivamente si cercano i modi risolvendo le equazioni di Laplace/Helmholtz e si determinano,
per ogni modo m, le kcm , Em , Hm e m . Fatto questo si confrontano le varie kcm : se
n m, kc2m kc2n

allora i modi non sono degeneri e quindi sono ortogonali e si ha


N

Pc ( z ) = Pci ( z )
i =1

Se siamo pi sfortunati, dobbiamo trovare dei parametri alternativi a am e m (chiamiamoli bm e


m ) che ci forniscano una rappresentazione formalmente equivalente, ma con laggiunta
dellortogonalit tanto agognata. Alla fine di tutto il procedimento avremo quindi:
N

e = lim ak ei ( x1 , x 2 ) e i ( ) = lim bk ei ( x1 , x 2 ) e i ( )
N
N
i =1
i =1



z

vecchia rappresentazione (non ortogonale)

nuova rappresentazione (ortogonale)

2.5 Eccitazione di una guida e discontinuit


Completando le propriet di completezza ed ortogonalit degli insiemi di modi delle strutture
omogenee si possono dare semplici soluzioni ad alcuni importanti problemi relativi al

23

E questa situazione rappresenta delle insidie profonde: in presenza di perdite, infatti, si pu avere il fenomeno di

trasferimento di potenza chiamato conversione di modo (che avviene ad es. se Pcmn aumenta molto a scapito di Pcn , che
diminuisce drasticamente - e cio, in pratica, se il modo n si svuota per alimentare il modo m).
24 Lo si pu dimostrare ma non lo faremo.
25 Significa che la non degenerazione condizione sufficiente, ma no necessaria, per lortogonalit tra due modi TE o
TM.

comportamento elettromagnetico delle guide donda. Un esempio tipico costituito dalle


condizioni di eccitazione della guida, di cui si dar ora un cenno semplificato26.
Supponiamo che la nostra guida donda sia eccitata da un insieme di sorgenti, rappresentato da
una rete elettrica monoporta attiva connessa alla guida nella sezione dimbocco
dimbocc (coordinata z = 0);
per il teorema di equivalenza le sorgenti possono essere descritte mediante le distribuzioni di
campo trasversale et e ht , da esse
generate sul piano z = 0 (27).
Si indichino ora con Etn e Htn le
componenti
trasversali
delle
funzioni relative alln-simo
simo modo
della guida e si supponga che in
questultima, di ciascun modo,
risulti eccitata la sola componente progressiva28.
Grazie alla completezza
zza dellinsieme dei modi, lintensit di campo elettrico trasversale in una
sezione generica della guida pu rappresentarsi nella forma:
et ( z ) = an Etn e n z
n

Ponendoci in z = 0 abbiamo:

et ( z ) = an Etn
n

Ora dobbiamo imporre che gli an combinino solo modi ortogonali; calcoliamo quindi il vettore
di Poynting associato alla generica interazione fra il modo m e n:
*
*
*
*
S et Htm iz dS = S n anEtn Htm i z dS = n an S Etn Htm i z dS = am S Etm Htm iz dS

l'integrale va a zero per ogni m n , quindi possiamo togliere la sommatoria
e lasciare gli unici membri che sopravvi
sopravvivono, ovvero Et m e am

Questa relazione ci consente di ricavare esplicitamente in maniera immediata


immed
i coefficienti di
eccitazione (cio le ampiezze complesse) dei singoli modi:
*
*
S et Htm i z dS = am S Etm Htm i z dS



abbiamo detto che in questo caso m =n

am =

H*tm i z dS

tm

H*tm i z dS

In tale relazione et si considera come un dato del problema, in quanto esprime la condizione al
contorno imposta dalla sorgente, mentre Etn e Htn sono le funzioni di modo del generico modo
della struttura, determinate sulla base dellequazione degli autovalori
autovalor e delle condizioni al
contorno imposte dalla sezione trasversale della struttura. Il numeratore, cio

26

Nel senso che non ci si occuper del problema di determinare et nella sezione z = 0 sulla base dei dati relativi alla

sorgente, la cui risoluzione richiede lapplicazione della teoria dei potenziali.


27

Sia in tale piano che su quello che appartiene allutilizzatore cade la definizione di struttura cilindrica ed quindi
necessario chiamare in causa tutti i modi. In tutti gli altri punti, dove la struttura effettivamente cilindrica, si pu
sfrondare e parlare semplicemente di campo elettrico e magnetico.
mag
28 Come avviene se, ad esempio, la guida eccitata al finito e illimitata nel verso positivo dellasse z.

H*tm i z dS

viene detto integrale di ricoprimento tra il campo delle sorgenti e il modo n-esimo;
esimo; il denominatore,
*
Etn Htm i z dS
S

invece, gioca il ruolo di fattore di normalizzazione ed proporzionale alla potenza complessa


trasportata dal modo n-esimo.
Gli an ora hanno un significato e, per determinarli, ho bisogno appunto di sapere com fatta la
rete di alimentazione; il punto chiave sta nel fatto che tali coefficienti costituiscono specifiche di
progetto e, quindi, non qualcosa di aleatorio e misterioso che va calcolato. Abbiamo di conseguenza
lopportunit di amplificare (o, viceversa, di decurtare) alcuni modi, affidando ad essi particolari
valori di an scelti in sede di progetto: e questo un modo molto efficace ed elegante di spostare
spo
in
avanti gli indesiderati modi superiori nelle strutture provviste di modo TEM (v. figura
sottostante).

2.6 Discontinuit e problema dellirraggiamento


Abbiamo visto che nella sezione della sorgente (z
( = 0) sono presenti tutti i modi (anche quelli che
non verrebbero eccitati nelle ascisse a partire da z = 0+ , dove la struttura pu essere a tutti gli
effetti considerata come cilindrica).
cilindrica). Questo significa anche che in tale sezione critica
cri
sono
presenti tutti i modi e che, di conseguenza, si avr anche il problema dellirraggiamento29.
Situazioni analoghe a quella appena
descritta si verificano di regola in
corrispondenza di tutte le sezioni di
discontinuit, cio di quelle posizioni
in cui la geometria della sezione
trasversale cambia in maniera brusca30.
In via del tutto generale si pu
affermare
cio
che
qualunque
deviazione da una perfetta invarianza
assiale della struttura cilindrica ha leffetto di eccitare tutti i modi della struttura necessari a
sostituire un insieme completo (ai fini di soddisfare le condizioni al contorno); nel caso di
29
30

Se si eccitano tutti i modi, si ecciteranno anche quelli radianti.


Ad esempio la giunzione tra due linee di trasmissione di sezioni trasversali
trasve
differenti).

propagazione multimodale questo d luogo in genere a trasferimenti di potenza attiva tra i modi
in propagazione, fenomeno noto col nome di conversione di modo. Tale fenomeno pu dare luogo a
distorsione del segnale nel caso in cui lungo la guida si verifichino ripetutamente trasferimenti di
potenza tra il modo utilizzato per la trasmissione e altri modi che risultino contemporaneamente
in propagazione.

CAPITOLO 3
Strutture cilindriche con conduttori elettrici imperfetti
3.1 Analisi perturbativa
Finora abbiamo utilizzato conduttori perfetti e dielettrici perfetti; in pratica, ci siamo posti nel
caso ideale di assenza di perdite. Chiaramente in natura non esistono n gli uni n gli altri1 e ci
rende la situazione molto pi complicata perch si rende necessario tenere conto della presenza di
campo elettromagnetico allinterno dei conduttori stessi2.
Il metodo classico (per strutture ideali) prevedeva che:
1. si scegliesse il mezzo trasmissivo (struttura cilindrica), caratterizzato da dielettrico ideale3 e
conduttori perfetti4;
2. si calcolassero i modi i ovvero le quantit
i , Ezi , Eti , H zi , Hti
i
3. si considerasse la relazione

e ( )
riguardante la coordinata assiale z. Ci consisteva nellanalizzare la costante
= 0, ideale Im soprataglio
ideale = ( ) + j ( )
= 0, ideale Re sottotaglio
z

Introducendo le perdite, la costante reale sempre maggiore di zero, anche quando la stessa
frequenza di taglio zero! In particolare si ha:
perdite nei
conduttori



perdite nei
dielettrici



NOTA:
le perdite provocano
cambiamento di fase






j ( )



reale

immaginaria

reale = ideale + m ( ) + d ( ) +

In questo capitolo rimuoveremo dunque lipotesi di assenza di perdite ed applicheremo il


cosiddetto metodo perturbativo per lanalisi di strutture reali.
Il metodo perturbativo (e il modello qualitativo della propagazione lungo la struttura con conduttori
imperfetti), cui ci si atterr nel seguito, si regge sulle seguenti considerazioni:

Ci limitiamo ai buoni conduttori (oro, platino, rame, etc) e ai buoni dielettrici (aria, terreno, vetronite, teflon, duroid,
alluminia, etc), pur tenendo presente che nessun materiale a priori si pone in una di queste due categorie: si tenga
presente che
c
buon dielettrico
c
buon conduttore
Dunque sceglieremo il materiale che ci interessa esaminando i parametri , c , . Vale inoltre la relazione:
c
tan = tan
dove
langolo di perdita

2 Una risoluzione rigorosa del problema in termini analitici in questi casi assolutamente fuori questione, salvo rare
eccezioni di strutture aventi un grado elevato di simmetria, quali strutture piane uniformi e strutture a simmetria di
rotazione. Tuttavia, sotto certe ipotesi semplificative, ugualmente possibile svolgere alcune considerazioni di
carattere generale, da cui si pu trarre un quadro qualitativo della struttura e una valutazione approssimata al
primordine delle costanti di propagazione dei suoi modi.
3 Costante dielettrica = , c = 0.
0 r
1

c = + .

1. Se un conduttore ha conducibilit elettrica


elevata, il campo elettromagnetico al suo
interno
o apprezzabilmente diverso da zero
solo in uno strato adiacente alla superficie
che lo limita, il cui spessore legato allo
spessore di penetrazione. Questultimo
pari a5:

m =

mcm

Il fatto che, in una piccola parte del conduttore,


conduttore il
campo sia diverso da zero,
zero dipende dalla non
perpendicolarit del vettore campo elettrico
rispetto alla superficie del c.e. reale (v. figura).
Esiste infatti una componente che va verso
linterno del conduttore6!
2. Il campo elettromagnetico, salvo che nei punti interni al conduttore,
conduttor rimane praticamente
7
immutato al caso ideale ( cm = + ) , fatta eccezione per il componente di e tangente alla
superficie dei conduttori stessi, il quale assume valori piccoli ma finiti. Ci richiede che m
sia piccolo rispetto alle dimensioni reali della zona dielettrica.
3. Risulta possibile trascurare la componente assiale, in quanto allinterno dei conduttori reali
vi praticamente solo propagazione lungo il piano trasversale. Quindi, se indichiamo con
s il vettore di propagazione, e lo scindiamo nelle
nelle sue tre componenti cartesiane ortogonali
s = sx i + sy j + sz k
si ha
sx = sy = 0

ad es. con un modo TEM s 0


z

sx sz
conduttore
=
sy sz
La costante di propagazione trasversale del campo nei punti interni ai conduttori quindi
espressa da
dielettrico

( jkm )

= t2 jm m

Se ora estraiamo la radice di questa quantit otteniamo:


1+ j
jkm
m (costante intrinseca del conduttore)

4. I contorni dei conduttori sul piano trasversale sono curve regolari aventi in ogni punto
raggio di curvatura grande rispetto allo spessore di penetrazione8.
5. Abbiamo detto poco fa che m deve essere piccolo rispetto alle dimensioni reali della zona
dielettrica. Non solo: vogliamo che esso sia piccolo anche rispetto allo spessore dei
conduttori9.

Nella relazione seguente, m la permeabilit magnetica del conduttore reale e m la sua costante dielettrica.
6 proprio questo fatto a rendere i calcoli molto pi complicati: non si pu infatti n parlare di uniformit, n di modi
TEM, ma soltanto di modi ibridi.
7 Quindi tutto uguale a ci che abbiamo detto nel capitolo precedente:
precedente: potremo andare a lavorare con i modi in
modo classico senza preoccuparci delle perdite.
8 Localmente, allinterno dei conduttori si ha unonda piana che si propaga in un mezzo omogeneo nella direzione
normale al contorno.
5

In breve, il campo si propaga:


nel dielettrico con funzioni di modo praticamente immutato rispetto al caso ideale;
in corrispondenza della superficie dei conduttori penetra allinterno secondo la direzione
normale (e con costante di propagazione m ).
Dobbiamo quindi andare ad esaminare cosa succede modo per modo. Si noti che importante, a
tal proposito, che i modi siano ortogonali: se ci non fosse non sarebbe possibile andare ad
occuparci singolarmente di ognuno di essi e, anzi, ogni modo influenzerebbe gli altri in maniera
sensibile10.
Inoltre, necessario dare una verosimile rappresentazione delle funzioni11:
reale = ideale + m ( ) + d ( ) + j ( )

m ( )
d ( )

( )

dovuta alla potenza dissipata nei conduttori

dovuta alla potenza dissipata nel dielettrico

dovuta allaccumulo di energia EM nei conduttori12

Riferiamoci alla figura accanto, la quale rappresenta una sezione


trasversale di un conduttore:
P un punto allinterno del conduttore stesso;
P0 un punto che si trova sulla superficie del conduttore;
n il versore normale alla superficie;
il versore tangente alla superficie;
z la coordinata della direzione lungo la quale avviene la propagazione (individuata dal
versore k );
J st la componente di densit di corrente superficiale relativa al piano trasversale

(sezione) sul quale stiamo lavorando;


J zt la componente di densit di corrente superficiale relativa alla direzione di

propagazione.
La densit di corrente superficiale presente nel punto P0 dipende, nel caso ideale, dal

componente13 h ( P0 ) :



Js ( P0 ) = J st ( P0 ) + J sz ( P0 ) k = h ( P0 ) n
somma dei due componenti vettoriali

(14)

La presenza di tale densit di corrente genera, sempre in P0 :

una densit di corrente assiale pari a

una densit di corrente trasversale15 pari a

Js ( P0 ) k dl0 = J sz dl0
Js ( P0 ) dz = J st dz

In questo modo, partendo da un qualunque punto di contorno e muovendosi in direzione della normale, si pu
sempre pervenire a punti interni al conduttore in cui il campo elettromagnetico praticamente nullo.
10 rendendo il quadro di insieme impossibile da districare!
11 Sono tutte funzioni che dipendono dalla pulsazione
(cio dalla frequenza di lavoro).
12 Oltre alleffetto Joule.
13 Componente del campo magnetico tangente alla superficie del conduttore nel punto P0.
9

14
15

Il tutto anche dovuto al fatto che, per i conduttori elettrici perfetti, vale
Attraverso un elemento di linea dz preso in direzione assiale.

H z
= 0 [?].
n

Quando il generico conduttore ha una conducibilit finita (e quindi non perfetto), queste
correnti16 sono distribuite allinterno del conduttore con densit finita, anzich essere puramente
superficiali.
Giunti a questo punto, sapendo che con le perdite il campo decade assieme a17
e n = e t n = e jkmn
possiamo scrivere18
ez ( n ) ez ( P0 ) e

jkm n

et ( n ) et ( P0 ) e

Se ora ci ricordiamo del fatto che:


jc = c e

= ez ( P0 ) e

jkm n

1+ j

= et ( P0 ) e

1+ j

(equazione del trasporto)

Possiamo trasformare le due equazioni di prima in modo da ricavare lespressione esatta delle
correnti superficiali19:

J sz dl0 = Js ( P0 ) k dl0 = dl0 cm ez ( n ) dn = dl0 cm ez ( P0 ) e


0

1+ j

dn dl0

cm m
ez ( P0 )
1+ j

dn dz

cm m
et ( P0 )
1+ j

J st dz = Js ( P0 ) dz = dz cmet ( n ) dn = dz cm et ( P0 ) e

1+ j

Possiamo a questo punto combinare le due relazioni appena scritte in quanto, lo ricordiamo,
somma dei due componenti vettoriali
=1



cm m
c
c
Js ( P0 ) = J st ( P0 ) + J sz ( P0 ) k =
et ( P0 ) + m m ez ( P0 ) k m m et ( P0 )
1+ j
1+ j
1+ j
La superficie del conduttore si comporta quindi come una buona parete di impedenza. Ponendo
per definizione
1+ j
Zs
(impedenza superficiale del conduttore)
cm m
si ha:

Js ( P0 )

1
e (P )
Zs t 0

et ( P0 ) Z sJs ( P0 )

Ricordando poi che (labbiamo scritto non molto tempo fa):


Js ( P0 ) = h ( P0 ) n
Possiamo quindi scrivere

et ( P0 ) Z sh ( P0 ) n

h ( P0 ) n

1
e (P )
Zs t 0

Le quali sono legate allintensit del campo magnetico h e, dunque, restano praticamente immutate per ipotesi.
Nota che c n al posto del solito k che scrivevamo nei capitoli 1 e 2: tutto per torna se consideriamo che il campo
elettrico si propaga nel piano trasversale (sul quale giace n) e non nella direzione assiale (individuata da k).
18 Ricordiamo che
1+ j
jkm
m (costante di propagazione intrinseca del conduttore)
16
17

19

Nelle due relazioni che seguono, lestremo superiore di integrazione dovrebbe essere mm , essendo m un numero

tale che, ad una distanza dalla superficie pari a mm , il campo risulti praticamente estinto. Questo fatto autorizza, dal
punto di vista puramente matematico, a porre allinfinito tale estremo, senza che praticamente il valore dellintegrale
cambi.

la quale, in virt delle propriet del prodotto vettoriale pu essere scritta nel seguente modo
n et ( P0 ) n Z sh ( P0 ) n = Z sh ( P0 )

n et ( P0 ) Z sh ( P0 )

3.2 Considerazioni energetiche: potenze attive


La presenza di un campo elettromagnetico allinterno dei conduttori d luogo ad effetti energetici
consistenti in una dissipazione di potenza attiva e in un accumulo di energia elettromagnetica in
eccesso rispetto al caso ideale.
La potenza attiva dissipata per effetto Joule per unit di lunghezza vale:
c
2
1
PL = m e e* dS Rs Js ( P0 ) d 0 (20)
2
2
Sm
( Sm la sezione trasversale dei conduttori)
Se facciamo uso delle relazioni:
e ( n ) e ( P0 ) e

1+ j

1+ j
n

jkm n
= ez ( P0 ) e m
ez ( n ) ez ( P0 ) e

1+ j
n

m
jkm n
n

e
=
P

e
e

(
)
(
)
(
)
t
t
t
0
0

Possiamo scrivere

c
c
PL = m e e* dS = m e ( P0 ) e* ( P0 ) e
2
2
Sm
Sm

1+ j

1 j

c
dS = m
2

e ( P0 ) e ( P0 ) e
*

dS

Sm

Se ora scomponiamo la superficie Sm nelle sue dimensioni (e quindi sciogliamo lintegrale


doppio in due integrali semplici, uno calcolato su , che il contorno della regione occupata dai
conduttori, e laltro calcolato sulla direzione normale n) otteniamo:
cm m n
cm m
*
e
d
n
e
(
P
)

e
(
P
)
d

=
e( P0 ) e* ( P0 ) d 0
0
0
0

2 0
4

PL =

Per quanto riguarda lenergia immagazzinata, si ha che quella di tipo magnetico molto
maggiore rispetto a quella di tipo elettrico:
U e ( z ) Um ( z )
Essa inoltre pari a:
Um ( z ) =

m
4

h h

dS

Sm

ht* dS

Sm

A questo punto possiamo procedere come nel caso della potenza dissipata: si trova
Um =

m
4

e
0

dn h( P0 ) h * ( P0 ) d 0

1
1 1
m m ht ( P0 ) ht* ( P0 ) d 0 =
8
2 cm m

Quindi, brevemente, abbiamo che:

Um

20

Enunciamo la seconda uguaglianza senza dimostrarla.

1
P
2 L

J (P )
s

d 0

Dalle equazioni di Maxwell scritte per un solo modo, procedendo come per il calcolo del vettore di
Poynting e prendendo la parte reale21, si ottiene
e ht*

e e*
1
2 ( )Re t
k dS = c
dS + Re et ht* n d 0 (22)
2
2
2
S


m



 S

 
P ( z ) potenza complessiva
(vettore di Poynting)

Plm potenza
ceduta al conduttore

Pld potenza
dissipata nel dielettrico

2 P ( z ) = Pld + Plm

Questa legge ha laspetto di un principio di conservazione dellenergia.


A questo punto possiamo formulare una relazione tra potenza attiva (e da qui loperatore di parte
reale) in una z qualsiasi e nella sezione di alimentazione (z = 0):
e h*

E H*

2 z
t
t
(23)
i z dS = Re t
i z dS
P ( z ) = Re t
e
esce questo
Sm 2

Sm 2
 termine che la z
potenza P ( 0 ) alla coordinata z = 0

parte reale di e

P ( z ) = P (0)e 2 z
Derivando questa espressione rispetto allascissa z:
d
d
P(z) =
P (0)e 2 z
dz
dz
d
z
P ( z ) = 2 P
(0)
e 2
= 2 P ( z ) = ( Pld + Plm )



dz
P(z)

Essendo negativa la derivata, percepiamo che c una diminuzione della potenza, dovuta alla
somma delle potenze attive Pld dissipata nel dielettrico e Plm ceduta alla zona occupata dai
conduttori24. Ecco quindi meglio svelato dove stava il principio di conservazione dellenergia.
DIMOSTRAZIONE
Equazioni di Maxwell per un solo modo:
k Et + k t Ez = jHt trasversale (campo magnetico)
k Ht + k t H z = j c Et trasversale (campo elettrico)
moltiplichiamo per Ht*
Et Ht*k = jHt Ht* t Ez Ht* k
21

* Et Ht*k = j c* Et Et* t H z* Et k

coniughiamo e moltiplichiamo per Et

(si fatto pesante uso della propriet anticommutativa del prodotto vettoriale)
Facendo uso di identit vettoriali e delle
t Ht = j c Ez k assiale (campo elettrico)
t Et = j H z k

Otteniamo:

assiale (campo magnetico)

(
)
= ( E H ) +j H

t Ez Ht* = t Ez Ht* +j c* Ez k
t H z* Et

*
z

2
z

Ponendo ora = + j = + j , sottraendo la


* E t H t* k = j c* E t E t* t H z* E t k
*

dalla

Et Ht*k = j Ht Ht* t E z Ht* k


e sfruttando le

t E z Ht* = t E z Ht* + j c* E z k

Si ha:

t H z* Et = t Et H z* +j H z k

2 E t H t* k = c E E * + j H H * E E * + t E t H z* E z H t* k

Di questa quantit dobbiamo prendere la sopraccitata parte reale.


Omettiamo la dimostrazione per alleggerire laspetto matematico.
23 Luscita del termine esponenziale dovuta al fatto che siamo passati dai campi tempo continui ai fasori.
22

Ma questo ha anche un risvolto ancora pi interessante: poco fa abbiamo visto che si ha


2 P ( z ) = ( Pld + Plm )
Ma ci significa anche che

( ) =

Pld + Plm
Pld
Plm
=
+
2P ( z )
2 P ( z ) 
2P ( z )

d

E dunque possiamo velocemente calcolare, col bilancio di potenza, la parte reale della costante di
propagazione nel caso con perdite! Daltronde, notiamo anche che la forma del principio di
conservazione dellenergia viene ereditata anche dalla costante di attenuazione del modo:
= d + m


dielettrico

conduttore

Dove:

E t H t*

et h t*

Re

n
d
Re
n d 0

0
2
2
( ) =

m
E H *

e h *

t
t

Re t
i z d S Re t
i z dS

2
2
Sm

Sm

E E*
e e*

c
d
S
c
2
2 d S

Sm
Sm
d ( ) =
=
E H *

e h *

t
t
Re t
i z d S Re t
i z dS

2
2

Sm

Sm

Pare evidente, dunque, che tale strumento ha una grande efficacia.


3.3 Considerazioni energetiche: potenze reattive
Dalle equazioni di Maxwell scritte per un solo modo, procedendo come per il calcolo del vettore di
Poynting25 e prendendo la parte immaginaria, si ottiene:
e h *

t
2 ( ) Re t
k dS =
Sm 2

2
h h* h 2
et et* ez
1

t
t
z
dS + Im ez ht* + et hz* d 0
= 2
+

4
4
Sm
2

Dividendo entrambi i membri per


e h *

t
k dS
2 Re t
Sm 2

si ha:
2
h h* h 2
et et* ez
t
t
z
dS Im 1 e h * + e h* d
2
+

t z
0

4
4
2 z t
Sm

+
=
*
*
e h

e h

t
t
k dS
k dS
2 Re t
2 Re t
2
2
Sm 

Sm 


 

24
25

Entrambe per unit di lunghezza.


La dimostrazione la stessa della nota 21.

E quindi:

0
costante di fase
che si avrebbe
in un materiale
ideale


componente
aggiuntiva

... ...
S

2P

2P

Anche questa volta emerge tutta la potenza del metodo perturbativo.


3.4 - Conclusioni
Ecco, per punti, come funziona quindi il metodo perturbativo.
Si assume la struttura ideale e si calcolano i modi ortogonali.
Se i modi non hanno tutti autovalori distinti [es. i modi TEM hanno tutti id ( ) = ], si
deriva una nuova base di modi ortogonali mediante combinazione lineare della base di
partenza.
Dal bilancio delle potenze attive e reattive si ottiene la correzione alla costante di
propagazione utilizzando le funzioni della struttura ideale.
Tale metodo ingegneristicamente molto furbo, ma fisicamente un po scorretto.

CAPITOLO 4
Reti elettriche
4.1 Generalit e definizione di rete elettrica
Immaginiamo di voler implementare un filtro passa-banda che funzioni nellintervallo di frequenze
30 30,5 GHz e scegliamo di progettarlo a costanti concentrate
(v. figura affianco), grazie ad un risonatore che funzioni alla
frequenza interessata.
Sulla carta tutto sembra andare bene; se per provo a far
funzionare questo circuito nella realt, il funzionamento risulta
essere completamente sballato.
Come mai?
Il nodo della questione che questo circuito funzionerebbe bene
solo ed esclusivamente nel caso in cui non vi fosse propagazione allinterno dei componenti, cosa che
in realt avviene eccome! Quindi, mentre per frequenze piccole (alte lunghezze donda) posso
mantenere la vecchia rappresentazione mediante i componenti a costanti concentrate, ad alte
frequenze (piccole lunghezze donda) devo utilizzare una diversa rappresentazione.
quindi necessario creare uno strumento che caratterizzi queste strutture da un nuovo punto di
vista circuitale e, cosa non meno importante, trovare adeguati strumenti di misura (che non siano
a costanti concentrate come voltmetri e amperometri,
amperometri, i quali hanno dimensioni paragonabili a
quella della lunghezza donda!).
Il primo passo
sso per raggiungere questo scopo quello di definire il concetto di rete elettrica.
Si consideri una superficie chiusa S allinterno
della quale agiscono delle sorgenti note (ed
eventualmente nulle) e sulla quale le condizioni
al contorno imposte al campo elettromagnetico
siano et = 0 o ht = 0 in tutti i punti, salvo che
in un certo numero N di regioni nelle quali et
e/o ht sono diversi da zero: attraverso queste
porzioni di superficie la zona racchiusa
allinterno accessibile per mezzo di altrettanto
strutture cilindriche chiuse di qualunque
natura.
Fissato
sato su una di queste generiche (ad esempio
la k-esima) un piano trasversale arbitrario,
arbi
si assuma questo come piano di riferimento (o piano di
bocca) della guida k-esima;
esima; la sezione trasversale S(k) della k-esima
esima struttura cilindrica che giace sul
relativo piano di riferimento si chiama porta fisica.. La porzione di spazio delimitata dalla superficie
S, dai conduttori esterni alle N strutture cilindriche fino alle intersezioni di queste coi piani di
bocca si chiama rete elettrica a N porte fisiche.
Per ogni porta fisica si hanno poi molte porte virtuali (o elettriche),, rappresentate da tutti i modi
ortogonali che trasportano (in tante parti) il segnale attraversante la relativa struttura cilindrica (e,
quindi, la porta fisica stessa).. In tale struttura, il campo elettrico e magnetico trasversali saranno
dunque esprimibili come sovrapposizione di modi della stessa:

(k)
t

h t( k ) =

M (k)

j =1

k
( k )z( )

k
( k )z( )

a (j k ) Etj( k+) e j
+ b(j k ) Etj( k) e j
 


parte incidente

M (k)

( k ) (k )
( k ) j z
tj +

parte riflessa
( k ) (k)
(k) j z
tj

e
+b H e
aH
 

j =1

(k)
j

parte incidente

(k)
j

parte riflessa

Le varie quantit sono da leggersi cos:

k
S ( ) indica
ndica una ben precisa porta fisica;

n( ) il versore normale alla porta fisica k-esima


(orientato verso la direzione positiva);
k

k
z ( ) = 0 il piano di riferimento della guida k-esima;

k
a (j ) il coefficiente dellonda
onda incidente del modo j alla

k-sima porta fisica1,2;

k
b(j ) il coefficiente dellonda
onda incidente riflessa del modo

j alla k-sima porta fisica1,2;

M(

k)

il numero di modi presenti alla porta fisica k.

Le funzioni di modo sono sempre definite a meno di un fattore moltiplicativo complesso


arbitrario. In seguito, al fine di rimuovere ogni indeterminazione, si far esclusivamente uso di
funzioni di modo normalizzate, per le quali cio tale costante arbitraria univocamente fissata:
fissata in
tal maniera, le funzioni di modo normalizzate vengono a dipendere soltanto dalle caratteristiche
k
k
della guida, e quindi nella rappresentazione data poco fa soltanto le a (j ) e b(j ) sono quantit non

note a priori3 perch dipendenti dal


regime elettrico.
Nella figura a destra vediamo un
esempio meno generico e pi
caratterizzato, ovvero quello di una
connessione a T di una guida: si
vedono tre strutture cilindriche
afferire allinterno di ununica
superficie chiusa S (il centro
dellintersezione); ad ogni struttura
cilindrica corrisponde una porta
fisica con una propria sezione
trasversale
le e dei propri modi. Se

Fissando lorigine della coordinata assiale per la struttura cilindrica k-esima


esima sul piano di bocca della porta fisica e

assumendo come verso positivo di z ( k) quello diretto dal piano di riferimento


riferimento verso la rete, allora le a (jk) si chiamano
anche intensit donda incidenti alla porta k-esima
k
e le bj( k ) intensit donda riflesse alla medesima porta.
Unimplicazione interessante delle reti elettriche che una qualsiasi onda associata ad una qualunque porta dipende
da tutti i modi afferenti alla rete elettrica.
2

Tuttavia gli a (jk ) potrebbero essere comunque noti visto che rappresentano il modo con il quale viene alimentata la

struttura, aspetto che viene presumibilmente fissato in sede di progetto. Dunque, il problema trovare i bj( k ) , i quali
saranno funzione di tutti gli a (jk ) e delle sorgenti presenti nella rete.

facciamo lipotesi che questi modi siano ortogonali, avremo ad ogni porta fisica una porta
elettrica per ognuno di essi. Abbiamo poi delle discontinuit, tutte racchiuse nella superficie S: in
quei punti cade la definizione di struttura cilindrica e si eccitano tutti i modi.
4.2 Analisi della rete elettrica
Si consideri ora una situazione in cui sono note tutte le intensit donda incidenti, cio la
componente del campo elettromagnetico che si propaga verso la rete in ciascuna delle strutture
cilindriche afferenti alla rete stessa. In queste condizioni il campo elettromagnetico nei punti della
rete si pu considerare dovuto a due insiemi di sorgenti libere:
le sorgenti impresse Ji ( elettriche ) e Mi ( magnetiche ) , che agiscono allinterno della rete;

un sistema di correnti superficiali localizzate sui piani di bocca, che rappresentano le


sorgenti equivalenti ai generatori esterni liberi4 cui si deve leccitazione delle onde
incidenti. Si ha che essi sono pari a
(k)
(k)
M

(k)
(k) (k)
(k)
(k)
(k)
M s = a j Etj + n
J s = n a(jk )Htj( k+)
j =1

j =1

Di conseguenza, non deve destare stupore il fatto che sia possibile esprimere5 una qualunque
componente del campo e.m. tramite una combinazione lineare di:
Ji , M i
M(sk ) , J(sk )



"interne"

" esterne"

Vediamo ora come sia lecito, tramite i parametri introdotti fino ad ora, dare della rete una
descrizione alle porte, cio mediante i valori dellintensit dellonda anzich tramite lintera
distribuzione del campo elettromagnetico. Tale scopo sembra arduo da realizzare, ma siamo
avvantaggiati dal fatto che i nostri fenomeni hanno entit lineare, cosa che ci permette di applicare
la sovrapposizione degli effetti6; inoltre, possiamo applicare il teorema di equivalenza per rappresentare
il campo elettromagnetico attraverso le correnti elettriche e le correnti magnetiche.
Anzitutto introduciamo il vettore delle onde riflesse nel caso di rete elettrica a n porte (ognuna
avente M ( ) modi, ovvero M ( ) porte virtuali associate):

1
1
(1)
( 2)
( 2)
( 2)
(n)
(n)
(n)
b = b1( ) , b2( ) , ..., bM
,
b
,
b
,
...,
b
,
...,
...,
...,
b
,
b
,
...,
b
2
n
(1)
1
2
1
2
M( )
M( )


 





riferiti alla porta 2
riferiti alla porta n
riferiti alla porta 1

Questo vettore ha al suo interno


i

NT = M ( ) chiaramente n (ed = solo in condizioni di unimodalit)


i

i =1

elementi .
7

Introduciamo poi il funzionale vettoriale lineare Fj(

m ,k )

, il quale dipende da come fatta la rete

elettrica8 e cio, pi precisamente:


dal modo j sul quale ci stiamo concentrando;

Liberi significa che esistono indipendentemente dalla natura e dal comportamento della rete, in quanto imposti
dallesterno.
5 Tramite il teorema di equivalenza, che fra poco verr citato.
6 In questo modo riusciamo a esprimere il campo entrante/uscente da una porta fisica come sovrapposizione delle
relative onde.
7 N
T anche il numero di onde riflesse e di onde incidenti della rete.
4

E anche dalla frequenza di lavoro.

da quale porta si sta esaminando in un certo istante (parametro m);


dalla porta k, dalla quale proviene londa che influisce su m (e sul modo j).
Facciamo poi lipotesi che i modi siano ortogonali e che sia stata applicata la normalizzazione
convenzionale di cui si parlava qualche pagina fa, ovvero che si abbia:
0 se j k (9)
k
k *
k
Onde progressive: Etj( +) Htj( +) n( ) dS =
k
1 se j = k
S( )

Onde regressive:

( E

k
S( )

( k)
tj

Htj( )

k *

) ( n( ) ) dS = 10 sese jj = kk
k

Allora la seguente lespressione del campo elettrico tangente alla porta fisica m costituito da tutte
le onde riflesse uscenti da tale porta m:

(m)
t


=a
Fj( m ,k )
+
k =1 j =1




M (m )

N M(k)

funzionale vettoriale
lineare che dipende
dalla struttura della rete

(m)
j

(m)
tj

(k)
j

E
j =1

bisogna sovrapporre tutti i modi
che formano l'onda riflessa
uscente dalla porta m

questa quantit dipende dalla struttura


della rete elettrica e dalle onde incidenti
e tiene conto quindi dei contributi di tutte
le altre porte ( le k ) sulla porta m

G ( m ) Ji , M i


questa funzione ci esplicita il contributo
delle correnti elettriche (e magnetiche)
presenti all'interno della rete elettrica
(sorgenti impresse Ji e Mi ), ovvero ci dice
come i generatori influscono su una certa porta

E di conseguenza, per la normalizzazione nuovamente illustrata poco fa, si ha:


0 se j k
( k)
( k )*
(k)
(k) Etj Htj n dS = 1 se j = k
S

)(

(m)
( m )*
(m)
et Htn n dS =

M (m)

( m )*
( m ) dS = bn( m )
Etj( m ) Htn
n
j =1
Sm 

Sm

(m)
j

enunciata poc'anzi

Ovvero, esplicitando:
N M (k)

(m)
n

b

l'onda riflessa
dell'n -simo modo
della porta m

= a(jk )
k =1 j =1

( m ,k )
j

( m )*
( m )*
( m ) dS + G ( m ) Ji , Mi Htn
( m ) dS
Htn
n
n

Sm

dipende dalle onde incidenti dei modi afferenti a tutte
le guide/porte fisiche della rete elettrica

Sm




e da tutti i generatori liberi interni alla rete

Procedendo in maniera analoga, si dimostra che ogni intensit donda riflessa esprimibile come
una combinazione lineare di tutte le intensit donda incidenti, pi un termine noto, che dipende
solo dalle correnti impresse. Se chiamiamo a e b i vettori delle intensit donda incidenti e riflesse
e d quello dei termini noti, si pu giungere alla seguente relazione matriciale
b = Sa + d (10)
dove:
b, a e d sono vettori di lunghezza NT ;

S una matrice NT NT (11) detta matrice di diffusione della rete elettrica. Tale matrice12,
strutturalmente assimilabile ma concettualmente diversa rispetto alle matrici circuitali,
quella di forma canonica delle equazioni che esprimono i vincoli che la rete impone alle
grandezze delle porte.

Leggasi: il flusso del vettore di Poynting associato a ciascun modo vale 1.


S, a, d e b contengono numeri complessi.
11 La rete ha solo N porte fisiche, ma descritta come rete elettrica a NT porte, perch NT lordine della matrice di
diffusione. Dal punto di vista fisico questo non sorprende: ciascun modo, essendo ortogonale agli altri, rappresenta un
vincolo indipendente di scambio di potenza e di informazioni tra le rete ed il mondo esterno.
12 Che dipende dalla normalizzazione adottata nel definire le funzioni di modo e dalle posizioni arbitrariamente scelte
per i piani di bocca delle porte. Per una stessa rete, quindi, possono esistere pi matrici di diffusione.
9

10

4.3 - La matrice di diffusione e le sue propriet


La matrice di diffusione una scoperta, relativamente recente, di grande potenza per lanalisi
delle reti elettriche. Essa sempre definibile, anche nei casi per cos dire classici dei circuiti a
costanti concentrate (e basse frequenze), mentre con i vecchi parametri ammettenza/impedenza
non saremmo andati molto lontani a frequenze elevate.
Facciamo lipotesi di sopprimere le correnti impresse (e cio i generatori liberi) presenti nella
rete13. Questo comporta che:
Ji , M i

d=0
La nostra relazione diventa quindi:

b = Sa
Possiamo dunque scrivere che:

b1 = S11a1 + S12a2 + ... + S1 NT aNT


b2 = S21a1 + S22a2 + ... + S2 NT aNT
bNT

= SNT 1a1 + SNT 2a2 + ... + SNT NT aNT

Se ora mettiamo nella matrice S i termini appena scritti otteniamo


S12 ... S1NT
S11

S22 ... S2 NT
S21
S=

... ...
...
...
SN 1 SN 2 ... SN N
T
T T
T
I termini sulla diagonale principale vengono detti riflettenze; il motivo di questo nome facile da
capire: ogni termine Skk (con k indicante un preciso modo di una precisa porta, fra gli NT
possibili modi della nostra rete elettrica) ci dice quanto, del particolare modo individuato da k(14),
ritorna (e quindi si riflette) sotto forma dello stesso modo e presso la stessa porta15. Tutti gli altri
termini, che regolano lo scambio di energia dei modi fra le varie porte, vengono detti trasmettenze.
Supponiamo ora di eccitare la componente progressiva del solo modo j-esimo nella sola guida kesima, cio:
k
a (j ) 0

s
ar( ) 0 per r j o s k

Ci significa andare a vedere che succede nella rete se vi soltanto quella particolare onda
incidente (alla porta fisica k); da dove uscir questa informazione? Ritorner indietro, riflettendosi,
tutta alla porta k? Oppure verr trasmessa anche alle altre?
Se a tale modo corrispondono il p-esimo elemento del vettore a e il p-esimo elemento del vettore
b(16) (e quindi la p-esima porta elettrica), e se allm-esimo modo della guida l-esima corrispondono i
q-esimi elementi dei medesimi vettori (ovvero la q-esima porta virtuale), allora si ottiene:
Cio di fare in modo che, lanciando londa regressiva di un qualunque modo che interessa della struttura, tale onda
non subisca riflessione allestremit opposta alla porta fisica della rete. Ci accade, in particolare, se la guida di
lunghezza infinita.
14 Ci stiamo riferendo alla prima k del pedice di S, cio alla posizione p (v. nota 16) e al numero della porta elettrica.
15 Questa volta parliamo della seconda k del pedice di S. Per il resto, le considerazioni sono le stesse della nota 14.
16 Perch non il j-esimo, direte voi? Perch i vettori a e b hanno una numerazione differente da quella dei modi di
13

ciascuna porta. Ad esempio, ecco dove si trova b(j k ) 0 (in rosso) nel vettore b

posizione p


k
k
n
n
n
(1 )
(1 )
(1 )
(2 )
(2 )
(2 )
(k )

b = b1 , b2 , ..., b (1) , b1 , b2 , ..., b (2 ) , ..., ..., ..., b1 , ..., b(j ) , ..., ..., b ( )(k ) , ..., ..., ..., b1( ) , b2( ) , ..., b( ()n )
M
M
M
M


 







riferiti alla porta 2
riferiti alla p orta k
riferiti alla porta n
riferiti alla porta 1

bm( )
l

Sqp =

bq

(k )
j
ai = 0 i p

a

notazione che esplicita
in maniera chiara
il modo ( m , j ) e la porta ( l ,k )

ap


(17)

notazione che esplicita


la posizione ( q , p ) dei modi
all'interno dei vettori a e b
senza specificare la porta fisica
( bens la porta elettrica!)

Tale parametro Spq indica quanto del modo incidente di posizione generica p nelle matrici a e b
va a finire nel modo di posizione q delle stesse matrici18, ovvero quanto della porta elettrica p in
condizione di adattamento fluisce nella porta elettrica q.
Quindi:
la trasmettenza, che ha le dimensioni di un guadagno19, si determina eccitando il modo q e
misurando londa riflessa che finisce p. Essa va calcolata una volta che abbiamo creato
adattamento, cio che abbiamo annullato tutte le onde incidenti presso tutte le altre porte
elettriche chiudendo queste ultime su carichi che non riflettono alcunch (carichi adattati20);
la riflettenza un caso particolare di trasmettenza, calcolato utilizzano una sola porta
elettrica; in pratica (sempre dopo aver creato adattamento) si guarda quanto
dellinformazione inviata nella porta elettrica p viene riflesso verso la stessa porta.
Se la matrice S simmetrica (e quindi il mezzo di cui costituita la rete reciproco)
S11
S12 = S21
... S1NT = SNT 1

S22
... S2 NT = SNT 2
S21 = S12
ovvero
S pq = Sqp
S=

...
.
..
..
.
...

SN 1 = S1 N SN 2 = S2 N ...

S
NT NT
T
T
T
T

non necessario calcolarsi tutti gli elementi, ma soltanto quelli21 allinterno del triangolo disegnato
sulla soprastante matrice (poi basta ribaltare).

Per quanto riguarda il significato fisico degli elementi di d, si supponga di non eccitare alcuna
onda progressiva nelle strutture afferenti alla rete. Risulter quindi:

17

Quindi, ad esempio, se

b1 = S 1 2 a 2

allora si ha

b1
a2
Ripetendo le nostre considerazioni, tale parametro S indica quanto del modo incidente di posizione 2 nelle matrici a
e b va a finire nel modo di posizione 1 delle stesse matrici. Se S12 era pari ad 1 significava che tutta linformazione
S12 =

del modo 2 (entrante) era andata a finire nel modo 1 (uscente).


18 Se p = q si tratta di una riflettenza; altrimenti stiamo lavorando con una trasmettenza.
19 O meglio, il significato di un guadagno, perch il guadagno adimensionale.
20 Quindi non bisogna pensare, erroneamente, che isolare le altre porte significhi chiuderle su un aperto o su un
cortocircuito. Noi vogliamo assorbire tutta la potenza, quindi vogliamo adattare (non chiudere, n aprire): un aperto,
infatti, avrebbe eccome! generato una riflessione.
21 Il numero di elementi in questione pari a:
NT

NT

j =1

j =1

N T N T ( NT j ) = N T2 ( N T j )

invece che a N T2 .

a=0
E quindi avremo:

b=d
Gli elementi di d rappresentano pertanto i contributi alle intensit donda riflesse generati dalle
sorgenti impresse Ji e Mi .
Se il generico elemento-riflettenza S pp = 0 , allora la p-esima porta elettrica si dice adattata. Se tutte
le strutture afferenti alla rete sono adattate alle estremit per tutti i modi che si considerano, una
porta adattata non d luogo a riflessione del modo incidente su di essa.
4.4 Variazione del piano di riferimento
Spesso conviene spostarci lontano dalla rete elettrica, in modo da tenere a debita distanza le
pericolose discontinuit presenti presso la superficie S ove si congiungono tutte le guide donda
afferenti alla rete. Abbiamo per visto che i parametri della matrice di diffusione, i quali mettono
in relazione le onde che si propagano da e per la rete, sono influenzati dalla coordinata z riferita a
dove abbiamo posto il piano di bocca: spostarci lontano da esso significa voler variare tale
ascissa z, cosa che si ripercuote sui termini Sij ; essi contengono, infatti, le espressioni dei fasori del
campo e.m. viaggianti coi modi (i quali dipendono proprio da z). Finora abbiamo usato quelle
riferite alla coordinata z = 0:
Etj( ) ( x , y, z = 0 ) = Etj( 0)
k

Tuttavia, siccome tutte le guide afferenti alla rete elettrica sono in realt strutture cilindriche
(almeno fino alle discontinuit che tanto temiamo), possiamo scrivere Etj( ) in una formulazione
k

pi generica dipendente da z:
Etj( ) ( x , y, z ) = Etj( 0) e
k

(k) k
j z ( )

Non dobbiamo quindi rifare i calcoli daccapo: ci basta calcolare le nuove quantit Et e Ht
postmoltiplicando quelle calcolate nellascissa z = 0 (del piano di bocca) per il termine
esponenziale contenente il relativo parametro j(k ) .
Vediamo come queste variazioni si ripercuotono sulle relazioni matriciali introdotte nel paragrafo
scorso.
Chiamiamo:

k
z ( ) = 0 le ascisse dei vecchi piani di riferimento

(k)

 relazione: b = Sa

l le ascisse dei nuovi piani di riferimento


 relazione: b I = S I a I
Supponiamo poi che non ci siano perdite e che, dunque
= j (22)
Questo fa s che, una volta che per ogni modo siamo a conoscenza della k , sia immediatamente

possibile riscrivere le espressioni degli elementi di a e b:


akI = ak e jk
, con k = klk
bkI = bk e jk
Ricordando poi che
In tal caso si ha solamente una variazione di fase; questo, tuttavia, non risulta essere poi cos innocuo come pu
sembrare, perch pu comportare diverse variazioni nel comportamento circuitale. Una variazione di fase di ,
infatti, pu far variare il comportamento da uno di tipo induttivo ad uno di tipo capacito.
22

Sqp =

bq
ap

diventa evidente che


I
Sqp
=

bqI
a pI

bq e jk
a pe jk

= Sqp

e jk
= Sqp e 2 jk
jk
e

In forma matriciale tutto questo diventa


e j1
e j1
0
0

b = S

j
j

e NT
e NT
0
0

I
a

dove
e j1
0

SI =

e NT
0

e j1
0

S
j

e NT

4.5 Significato energetico dei coefficienti am( k ) e bm( k )


Vogliamo mostrare che i parametri am( k ) e bm( k ) sono dimensionalmente delle potenze. Anzitutto
ammettiamo di aver stabilito un regime di ortogonalit fra i modi23; dopodich possiamo
intuitivamente (ma a ragione) scrivere che:
Pm( k )
=
Pm( k+)

Pm( k)



potenza attiva
associata al modo m
della porta fisica k

parte entrante
nella rete attraverso
il modo m alla porta k

parte uscente
dalla rete attraverso
il modo m alla porta k

Utilizzando lespressione del vettore di Poynting, e sfruttando le normalizzazioni scelte


0 se j k
k
k *
k
onde progressive: Etj( +) Htj( +) n( ) dS =
k
1 se j = k
S( )

onde regressive:

( E

k
S( )

( k)
tj

Htj( )

k *

) ( n( ) ) dS = 10 sese jj = kk
k

si ha:
escplicitiamo le formule in funzione di z

(k)
m+



1 (k)
1 ( k ) jm(k ) z (k )
( k )* + j m( k ) z ( k ) ( k )
( k )*
(k)

= etm + ( z ) h tm + ( z ) n
h tm
n
d S = etm + e
dS =
+e

2S
2S
(k )

(k )

etm +
htm +








am( k )
k ) (k )
(
1
k

j
z
( )
( k )* + j m( k ) z ( k ) ( k )
k
k
m
= am Etm + e
am Htm + e
n
dS =

2S
2

2
2
1
( k )* ( k )
H tm
d S = am( k )
+ n

2
S


(k )
tm +

=1 ( normalizzazione )

Pm( k)

esplicitiamo le formule in funzione di z




1 (k)
1
( k ) + j m( k ) z ( k )
( k )* j m( k ) z ( k )
( k )*
( k ) dS =
= etm ( z ) htm
etm
e
htm
n ( k ) dS =
( z ) n

2S
2S

(k )

(k )

etm
htm
2






(k)
b
k ) (k )
(
2
1 k ( k ) + jm(k ) z (k )
1
m
( k )* j m z
(k)
( k )*
= bm Etm e
bmk Htm
n ( k ) dS =
Etm
Htm
n ( k ) dS = bm( k )
e

2S
2 S
2

=1 ( normalizzazione )

Non vogliamo avere a che fare con conversioni di modo, n abbiamo intenzione di calcolarci tutti i termini misti fra
le potenze dei vari modi.

23

Dunque:
Pm( k )

La dimensione di am( k ) e bm( k )

2
1 (k) 2
= am
bm( k )
2  
potenza potenza
disponibile riflessa
2

W , dunque am( k ) e bm( k )

si misurano in W (potenze).

In una rete passiva, in cui si ha

b = Sa
e
d=0
in assenza di effetti dissipativi, si ha la conservazione della potenza, ovvero:
P+
=
P
potenza totale che entra nella rete

potenza totale che esce dalla rete

In termini di onde incidenti e riflesse questo significa che, facendo un bilancio energetico
dellintera rete elettrica che tenga conto di quel che accade in tutte le NT porte virtuali, si ha:
NT

P =

bq =
2

q =1

NT

a
p =1

2
p

= P+

Dunque la rete semplicemente ricombina le energie, senza assorbirne neanche un po.


Se, invece, la rete sottoposta a perdite, si ha
P+ > P

e viene dissipato quindi il termine che manca da P per ristabilire luguaglianza (che si ha in
assenza di perdite) con la potenza entrante24.
4.6 Parametri S in una rete priva di perdite
In una rete senza perdite si ha questa relazione fra i componenti dei vettori a e b(25):
NT

(a a
p =1

*
p

bpbp* ) = 0

In forma matriciale, questa diventa:


a T*a bT*b = 0
a1
b1



*
*

a1 ... ... a N

b ... ... bNT


=0

T
1

a NT
bNT



 
aT *a

bT *b

Sfruttando le relazioni:
b = Sa

e anche

bT* = a T*ST*

Si ha:
a T*a bT*b = 0
a T* a a T*ST*Sa = 0
Questo implica anche che i parametri di S non possono essere progettati a piacimento: bisogna che essi sottostiano al
principio di conservazione dellenergia. Il numero di parametri indipendenti, allinterno di S, infatti
24

1
NT ( NT + 1)
2
25

su

Ricordiamo che tali elementi sono complessi, quindi ha senso coniugarli.

NT2

Ora raccogliamo,, stando attenti a non violare le propriet delle moltiplicazioni fra matrici:
matrici

a T* I ST*S a = 0
Dunque, in assenza di perdite, si deve avere:
I ST*S = 0
I = ST*S
Questo fissa un netto legame fra gli elementi delle varie colonne della matrice di diffusione.
Lultima relazione scritta si traduce infatti nelle due seguenti condizioni scalari (valide sempre e
solo per le reti passive,, che hanno cio d = 0):
NT

1)

q =1

qi

=1

i = 1, NT

S1i + S2i + ... + SNT i = 1


(glii elementi delle varie colonne prese singolarmente, se
sommati, sono pari ad 1)
In questa relazione nascosto il principio di conservazione
dellenergia: in pratica ci viene detto che, se entra 1 W attraverso
una porta elettrica
elettrica della nostra rete passiva, allora la somma di
tutto quello che fuoriuscir dalla nostra rete (attraverso tutte le
porte elettriche) sar ancora pari ad 1 (v. figura). La rete, dunque,
non crea (n dissipa energia) ma semplicemente la ridistribuisce.
NT

2)

S
q =1

qi

*
Sqm
=0

i = 1, NT e i m

CAPITOLO 5
Linee di trasmissione
5.1 Generalit
Le linee di trasmissione sono strutture cilindriche aperte o chiuse che contengono pi conduttori (e
quindi se il mezzo omogeneo possono reggere il modo TEM, come diremo fra poco). Sono molto
diffuse per la trasmissione di segnali a basse e medie frequenze; inoltre, nei circuiti integrati a
microonde, sono utilizzate per realizzare circuiti a costanti distribuite. Una prima distinzione fra le
varie linee di trasmissione coinvolge:
linee TEM1: quando il mezzo sede del campo omogeneo;
linee quasi-TEM: quando il mezzo sede del campo non omogeneo .
Qualche esempo di linea di trasmissione (che analizzeremo meglio):
il cavo coassiale, formato da 2 conduttori e avente mezzo omogeneo2. Il cavo
coassiale ha al suo centro un singolo conduttore di rame (detto anima); un
dielettrico (generalmente in polietilene o PTFE) garantisce l'isolamento tra il
centro del conduttore ed uno schermo di metallo intrecciato (maglia). Lo
schermo di metallo aiuta a bloccare le interferenze. Il segnale viaggia come campo
elettromagnetico tra l'anima e la maglia;
la stripline, linea di trasmissione TEM che consiste in una striscia
conduttiva posta tra due piatti paralleli che hanno la funzione di
piani di massa. La striscia pu essere sufficientemente rigida da
essere sospesa in aria o pu essere "compressa" tra due strati di
dielettrico. Questo tipo di linea di trasmissione pi difficile da fabbricare, ma offre alcuni
vantaggi per applicazioni speciali, cio per realizzare filtri e
accoppiatori;
la microstriscia (sbilanciata), che pu essere fabbricata usando
la tecnologia per i circuiti stampati (PCB) e che spesso
utilizzata per i circuiti a microonde. Consiste in una striscia di
conduttore separata dal conduttore di massa (cio quello
freddo) da un substrato dielettrico. Viene utilizzata per
antenne, filtri, divisori di potenza ed un componente
economico, leggero e molto compatto; i suoi punti deboli sono
tuttavia lincapacit di convogliare segnali ad alta potenza e le
notevoli perdite. Inoltre, le microstrisce non sono schermate e
possono irraggiare o dare adito a fenomeni di cross-talking;
la guida coplanare (bilanciata), che simile alla
microstriscia, solo che questa volta il conduttore caldo
circondato sullo stesso piano da due conduttori freddi
(collegati quindi a massa). Permane, rispetto alla
microstriscia, un substrato di dielettrico che sorregge sia
il conduttore caldo che i due conduttori di massa che lo
affiancano.
1

Se la propagazione di tipo TEM sappiamo che i campi Et e Ht sono statici e quindi si ha:

Et ( P1 , t1 ) = Et ( P1 , t1 t2 ) = Et ( P2 P1 , t1 )

Detto questo, chiaramente capiamo che si tratta di una linea TEM.

ei quesiti che ci porremo in questo capitolo il seguente: possibile dare una


Uno dei
rappresentazione circuitale della sezione trasversale delle nostre linee di trasmissione? In
direzione assiale, lo sappiamo gi, non possiamo farlo, perch abbiamo propagazione.
propagazion E poi: si
possono delineare le propriet della sezione trasversale in termini di tensioni e di correnti?
e ?? I ( z )

h
V (z )
Scopriremo che ci possibile solo se:

diametro della sezione trasversale 

lunghezza donda
don
Inoltre, i modi oltre quello TEM devono necessariamente essere sottotaglio.
5.2 Descrizione circuitale della propagazione TEM
Nel caso delle linee di trasmissione ci troviamo in uno scenario pi
generale rispetto a quello studiato nei capitoli 1 e 2: quando parliamo di
modo TEM, non possiamo semplicemente dire che si ha
=
perch non abbiamo soltanto londa progressiva, bens anche quella
regressiva (v. figura).
Siano ora A e A+ le costanti complesse che dipendono dal carico ( A ) e
dal generatore ( A+ ); esse possono essere trovate
trova e conoscendo il potenziale scalare e tirando in
causa le condizioni al contorno

= cost
sui c. e. p.

=0
sui c. m. p.
n
Si ha infatti, ricordando le equazioni di Maxwell:

et = A+ e z + A e + z t
ht =

(A e

A e + z k t

Osserviamo ora la figura a sinistra: il conduttore


di pedice 0, che ha tutti i suoi punti a potenziale
nullo, si dice conduttore di riferimento (o di terra)3.
Il sistema di m+11 conduttori (dei quali soltanto
due sono raffigurati) in esame, una volta fissato
il conduttore di riferimento, si dice linea di
trasmissione a m fili4.
Poich il campo elettromagnetico nullo
allinterno dei conduttori
conduttor e la componente
assiale del campo magnetico nulla ovunque
(cosicch t Et = 0 e Et = t ) possiamo affermare che lintegrale
3

In molti casi pratici costituito


to da uno schermo che circonda tutti gli altri conduttori o da un piano metallico molto esteso posto a
massa.
4 Nel caso m = 1 (linea di trasmissione ordinaria)
ordinaria) il potenziale risulta indipendente dal regime elettrico della linea ed funzione
soltanto della sua geometria.

P0

Li Pi

( il versore tangente alla linea Li )


indipendente dalla scelta di Pi e P0 (la cui posizione poteva essere scelta a piacere allinterno dei
rispettivi conduttori, dato che la parte di integrale associata alla porzione di Li allinterno dei
conduttori non d contributo) e della linea Li ( t Et = 0 ci suggerisce che il campo
conservativo, cio irrotazionale). Di conseguenza tale integrale dipende unicamente dallascissa z
nonch dal pedice i. Infatti, considerate le due diverse linee, Li e Li , che congiungono i due
conduttori in figura, si pu scrivere:
P0

P0

Li Pi

Li Pi

et d

et d = 
f (z)

Stokes

 t d = f ( z ) t t n dS = 0

funzione
della sola z

( la linea chiusa che unisce tutti i percorsi disegnati in figura; S la superficie chiusa
individuata da tale linea chiusa)
Il che vuol dire, in pratica:
P0

P0

Li Pi

Li Pi

(non dipendenza da Pi e P0 e dal percorso)


Lintegrale

Vi ( z ) =

P0

Li Pi

rappresenta dunque la tensione sul conduttore i-esimo rispetto al conduttore di riferimento (pedice
0) sul piano trasversale considerato (e raffigurato nella pagina scorsa). Sostituendo:

et = A+ e z + A e + z t

Si ha:

Vi ( z ) = A+ e

+ A e

+ z

P0

) d = ( A e
t

+ A e + z

) ( ) = ( A e
i

+ A e + z i

Li Pi

Ponendo allora:

Vi + = A+ i
Vi = A i
(compare il pedice i perch chiaramente ogni conduttore ha un suo potenziale rispetto al
conduttore 0 di riferimento)
Si ha

Vi ( z ) = Vi + e z + Vi e + z

dove Vi + e Vi hanno il significato di fasore rispettivamente della componente progressiva e


regressiva della tensione del conduttore i-esimo rispetto a massa.
Per ogni ascissa z posso quindi definire un vettore delle tensioni:
V1 ( z ) tensione tra conduttore 1 e conduttore di riferimento ( 0 )

V2 ( z ) tensione tra conduttore 2 e conduttore di riferimento ( 0 )


V=


Vm ( z ) tensione tra conduttore m e conduttore di riferimento ( 0 )

Facciamo ora un ragionamento analogo, ma per le correnti.


Sulle superfici dei conduttori scorrono correnti assiali le cui densit lineari possono calcolarsi
tramite le ben
en note condizioni al contorno relative ai conduttori elettrici perfetti. Si noti che queste
sono le uniche correnti assiali, dal momento che alinterno dei
conduttori non c campo e quindi neanche corrente, e
allesterno nulla la componente assiale del campo elettrico.
La corrente totale trasportata dal conduttore generico pu
ottenersi dalla legge di circuitazione:
I i ( z ) =  ht dl
li

Come abbiamo gi fatto per le tensioni, mostriamo che questo


li (v.
integrale non dipende dalla scelta del percorso chiuso
chi
figura),, bens dipende dallascissa z.
Si ha infatti:

 h
li

salta fuori dal prodotto vettoriale k

Stokes
dl  ht dl = 
g ( z )  t n dl +  t n e dl = g ( z ) t2 dS = 0


li
li
li
S = 0 !!
funzione

della sola z
deriva dal segno meno (che ora diventato +):
+) pari a n

(S la superficie
ficie chiusa racchiusa dalla linea chiusa5 scelta)
Dunque abbiamo appena dimostrato
I i ( z ) =  ht dl
li

rappresenta davvero una corrente. Ricordando ora che


1
ht = A+ e z A e + z k t

sostituiamo e otteniamo:
1
I i ( z ) = ( A+ e z A e + z ) 

li

t ( k )

 

dl =

il segno scappa fuori per


la propriet anticommutativa
del prodotto vettoriale

( A+ e z A e + z )  t n dl
li

Se ora prendiamo
iamo lespressione del potenziale in un generico punto avente coordinate ( x1 , x2 ) e
mettiamo in evidenza la dipendenza dalle
da
caratteristiche geometriche ed elettriche
e
e
dallalimentazione, possiamo formulare questa espressione:
numero di
conduttori
caldi

potenziale in direzione
trasversale



( x1 , x 2 )

j =1

parte riguardante
la gometria e le caratteristiche parte dipendente
della sezione trasversale
dall'alimentazione


F j ( x1 , x 2 )

Facciamo ora in modo che le funzioni Fj ( x1 , x2 ) , che devono soddisfare lequazione di Laplace e
essere definite sul piano trasversale, soddisfino le seguenti condizioni al contorno per ogni
generico conduttore:
t2 Fj = 0 (Laplace)

j = 1, 2, ..., m
F j = 1 sul contorno del conduttore j

conduttor i j
F j = 0 sul contorno degli altri conduttori
Assegnando questi valori6, abbiamo introdotto una normalizzazione. Ora possiamo conoscere
lespressione del potenziale ( x1 , x 2 ) per ogni conduttore:
5

Volevo fare un gioco di parole, chiedo perdono.

t2 ( x1 , x2 ) = 0 (Laplace)

per le x1 , x2 conduttore 1
( x1 , x 2 ) = 1

per le x1 , x 2 conduttore 2
( x1 , x 2 ) = 2

( x1 , x 2 ) = m
per le x1 , x 2 conduttore m

Fatte queste precisazioni sul potenziale, la nostra


1
I i ( z ) = ( A+ e z A e + z )  t n dl

(7)

li

diventa
Ii (z ) =

( A+ e z A e + z )  t F j j n dl

j =1

li
1

Ricombinando i termini:
m

( A+ e z A e + z )  t F j n dl j

j =1 l

i
Moltiplicando e dividendo per (8):
m

1
Ii (z ) =
( A+ e z A e + z ) j  t F j n dl

j =1
li

Se per definizione poniamo:


 t Fj n dl Cij

Ii (z ) =

li

Si ha:

Ii (z ) =

( A+ e z A e + z ) jCij
j =1

5.3 La matrice capacit


Per comprendere il significato dei parametri Cij si consideri una
situazione statica in cui il conduttore j-esimo sia mantenuto al
potenziale costante di 1 V, mentre i rimanenti siano a potenziale zero
(v. figura). In queste condizioni non si hanno componenti assiali del campo elettrostatico, mentre
la distribuzione del campo trasversale, identica su ogni piano perpendicolare allasse, descritta
dal potenziale adimensionale Fj definito, come abbiamo visto, da

t2 Fj = 0 (Laplace)

j = 1, 2, ..., m
F j = 1 per il conduttore j

F j = 0 per gli altri conduttori i j


6

In pratica, trovandoci sul conduttore j, abbiamo azzerato tutti i potenziali tranne quelli di tale conduttore j. Se siamo sul

conduttore 1, quindi, avremo semplicemente 1 , e tutti gli altri termini F 2 , F 3 , etc. sono tutti azzerati.
2

Da qui pare ancora pi evidente che le funzioni F dipendono soltanto dalla geometria della struttura: bisogna infatti vedere dove
si estendono i conduttori, che forma hanno e che spazio occupano nella sezione trasversale per poter avere lespressione completa
di ( x1 ,x2 ) . Nel sistema appena mostrato, il potenziale ha un diverso valore, dipendente dallalimentazione, in base a in quale
7

conduttore ci troviamo (ovvero dove ci troviamo - e il dove dipende chiaramente dalla forma).
Questa costante ci permetter di distinguere fra casi TEM e casi non-TEM: nel caso TEM, infatti, costante e possiamo portarla
fuori dallintegrale.

Il campo elettrostatico trasversale cio

et = t Fj 1V

(9)

allora evidente per il teorema di Gauss

 t Fj n dl
li

t Fj 1V

Cij


C 1V q
et ij

 

Teorema di Gauss

che Cij 1V rappresenta la carica per unit di lunghezza posseduta dal conduttore i-esimo nella
situazione considerata (cio quando tutti i conduttori sono azzerati tranne il conduttore j-esimo,
che sta a 1 V).
Poich poi il solo conduttore j-esimo a potenziale positivo, e gli altri a potenziale nullo, si avr:
C jj > 0
(cio il conduttore j-esimo ha carica positiva
quando lunico ad essere messo a 1 V)
Cij 0
(i j )
(cio i conduttori diversi da j hanno carica negativa
quando il conduttore j lunico ad essere messo ad 1 V)
Inoltre, per il teorema di reciprocit10 (essendo il mezzo lineare e isotropo, e quindi reciproco),
devessere:
Cij = C ji
Infine, si osservi che, poich il sistema di conduttori in esame si suppone isolato (cio nientaltro si
suppone esistere nello spazio se non i conduttori stessi), la sua carica totale devessere nulla, cio:
m

C
i =0

ij

=0

Ne deduciamo che, nella matrice C0 (simmetrica, perch abbiamo detto che Cij = C ji ) formata da
tutti i coefficienti C
C11 C12 C1m

C21 C22 C2m

C0 =


Cm1 Cmm
i termini positivi C jj > 0 stanno tutti sulla diagonale, mentre tutti gli altri (i Cij 0 ) sono negativi.

Inoltre, si ha che:
m

C jj Cij
i =1
i j

Questultima propriet e le caratteristiche gi illustrate della matrice capacit (grazie ad esse la


matrice iperdominante), costituiscono la condizione necessaria e sufficiente affinch una data
matrice m x m di numeri reali possa interpretarsi come matrice capacit di una linea a m fili11.
Torniamo ora alla nostra relazione:
m
1
Ii (z ) =
( A+ e z A e + z ) jCij (12)

j =1

Fj adimensionale; il suo corrispondente potenziale fisico Fj 1V .

In soldoni: se il mezzo a reciproco rispetto al mezzo b, leffetto che le sorgenti di a hanno sul campo provocato da b uguale a
quello che le sorgenti di b hanno sul campo provocato da a.
11 Questo fatto ha grande importanza in sede di progetto perch consente di giudicare se una matrice capacit ottenuta come
risultato di un procedimento di sintesi corrisponde o meno a una linea a pi fili fisicamente realizzabile.
10

Siccome ci ricordiamo che

Vi + = A+ i
Vi = A i
Allora si ha:
Ii (z ) =

( A+ e z A e + z ) jCij =
j =1

e z

CijV j +
j =1

e z

C V
j =1

ij

5.4 Equazioni dei telegrafisti


Se ora ricordiamo il risultato al quale siamo giunti nel paragrafo scorso
Vi ( z ) = Vi + e z + Vi e + z
unitamente a ci che siamo, dopo tanta fatica, riusciti a dire sulle correnti
e z m
e z m
Ii (z ) =
C
V

ij j+
CijV j

j =1

j =1

e definiamo i seguenti due vettori


V1 +

V
V+ = 2 +

V m +

V1

V
V = 2

V m

allora possiamo scrivere, compattamente:


V ( z ) = V+ e z + V e z

1
1
C0 V+ e z C0 V e z
I ( z ) =

Quindi si pu costruire anche un vettore di correnti I, contenente tanti elementi quanti sono i
conduttori (meno quello di riferimento). Siccome abbiamo calcolato le tensioni e le correnti grazie
alla conoscenza di Et e Ht , risulta dunque possibile, per un modo TEM, calcolare i vettori I e V se
si a conoscenza dei modi della struttura. Se ora deriviamo rispetto a z:

dV ( z )
1
d z = C 0 I( z )

d I( z ) = C 0 V ( z )

d z
Essendo:

c
= j +

= j

12

(13)

Mettiamo una sommatoria in i ambo i lati:


m
m m
m
m
1
1
Ii ( z ) =
( A+ e z A e + z ) jCij =
( A+ e z A e + z ) j Cij = 0

i =0
i = 0 j =1
j =1
i =0

=0

Se
m

I (z) = I
i =0

(z ) + Ii ( z ) = 0
i =1

Allora, portando di l dalluguale, scopriamo che sul conduttore freddo circola la corrente:
m

I 0 ( z ) = I i ( z )
i =1

13

Linvertibilit di C0 garantita dalla sua iperdominanza.

Possiamo scrivere:

dV ( z )
1
d z = C 0 I( z )

d I( z ) = C 0 V ( z )

d z

dV ( z )
C 01 I( z )
d z = j

L0

c
d I( z )
d z = j C 0 + C 0 V ( z )


G0

dV ( z )
d z = j L 0 I( z )

d I( z ) = ( G + jC ) V ( z )
0
0
d z

L 0 = C 01

con
c
G 0 = C 0

(equazioni dei telegrafisti)


Come si vede, in tali equazioni sono spuntate fuori delle nuove quantit:
L 0 = C 01
la matrice induttanza caratteristica:

G0 =

la matrice conduttanza caratteristica:

0
Le equazioni dei telegrafisti costituiscono una particolare formulazione che si pu dare alle
equazioni di Maxwell quando si considerano i soli modi TEM. Di fatto le equazioni dei telegrafisti
sono equivalenti alle equazioni di Maxwell in quanto forniscono le stesse informazioni, poich
dalla descrizione del comportamento elettromagnetico della struttura in termini di tensioni e di
correnti si pu risalire a quella in termini di campo elettromagnetico e viceversa.
Osservando i vettori di tensione e di corrente
V ( z ) = V+ e z + V e z

1
1
C0 V+ e z
C0 V e z
I ( z ) =

possiamo inoltre definire:


la matrice impedenza caratteristica:
Zc = C01

Yc =

la matrice ammettenza caratteristica:

C0 = Zc1

Dunque si ha, in un regime qualsiasi:


V ( z ) = V+ e z + V e + z

z
+ z
I ( z ) = Yc V+ e V e
Insomma, stanno rispuntando fuori tutte le quantit che gi conoscevamo per lo studio dei circuiti
classici. Daltronde, giunti a questo punto, facile notare che il parallelismo con le equazioni di
Maxwell fortissimo: effettuando infatti le seguenti sostituzioni
d

dz
I(z ) h

Nuove quantit

V (z)

C0

G0

L0

Vecchie quantit

rispuntano tali e quali le equazioni gi viste nei corsi di Fisica.


5.5 I modi TEM in una linea a m conduttori
Mettiamo ora insieme le relazioni:
1) per le componenti trasversali del campo elettrico e magnetico:
et = A+ e z + A e + z t

1
z
+ z
k t
ht = A+ e A e

2) che legano la tensione con le costanti complesse che dipendono dal carico e dal
generatore:
Vi + = A+ i

Vi = A i
3) che esprimono il potenziale in base allalimentazione e alle caratteristiche geometriche
della rete:
( x1 , x 2 ) =

F (x ,x )
j

j =1

Otteniamo:
m

z
+ z
e
=

A
e
+
A
e

t F j ( x1 , x 2 ) j
t
j =1

m
h = 1 A e z A e + z k

t F j ( x1 , x 2 ) j
t
+
j =1
Vj
Vj+


m
e = A e z + A e + z F

j
t
+ j
t j
j =1

V
V
j

j+

1 m z
+ z
ht = A+ j e A j e
k t F j

j =1

Siamo quindi giunti allespressione del campo elettrico e magnetico per i modi TEM in una linea a
m conduttori

et = V j + e z + V j e z t Fj
j =1

ht =

(V

j =1

j+

e z V j e z k t F j

Si noti che, come conseguenza di queste ultime equazioni, il campo elettromagnetico risulta
espresso come sovrapposizione di onde TEM del tipo:

(
1
= (V

)
)k F

etj = V j + e z + V j e + z t Fj

htj

j+

e z V j e + z

Una qualunque di queste onde non esprimibile come combinazione lineare delle rimanenti. Si
pu quindi affermare che una linea a m fili capace di sostenere m modi trasversali tra loro
linearmente indipendenti.

5.6 Potenza trasportata dal campo


Dal momento che gli unici componenti
componenti non nulli del campo elettromagnetico sono trasversali, il
vettore di Poynting (che perpendicolare a questi) ha la sola componente assiale, cio la potenza
fluisce solo in quella direzione.
Laa potenza complessa che attraversa un piano trasversale allasse
allasse pu esprimersi nella forma:
m
m
1
1
Pc ( z ) = et ht* k dS = V j ( z )I j* ( z ) = Pcj ( z ) (14)
2S
j =1 2
j =1
imperfetti circuito equivalente
5.7 Linee a pi fili con conduttori imperfetti:
Per rappresentare accuratamente il comportamento reale delle strutture, lanalisi precedente va
naturalmente raffinata. Una prima ovvia misura consiste nel tener conto del comportamento
imperfetto dei conduttori. Si noti che in tal caso i risultati ottenuti sono solo approssimati perch,
in presenza di perdite nei conduttori, i modi non sono pi rigorosamente TEM.
TEM Limitatamente al
caso di linee di trasmissione ordinarie m = 1, gli effetti del
comportamento non ideale dei conduttori sono suscettibili
di una semplice interpretazione circuitale.
A fianco vediamo il circuito equivalente per il caso di
conduttori perfetti:
14

comunque intuitivo il fatto che, se permane il parallelismo con le equazioni di Maxwell e le relazioni fondamentali che
regolano il funzionamento dei circuiti a costanti
costan concentrate e se come abbiamo detto i modi TEM sorretti dalla struttura sono
tutti indipendenti, possiamo calcolare separatamente la potenza di ognuno di essi tramite le formule in cui compaiono i
componenti dei vettori delle tensioni e delle correnti.
correnti. Alla fine, sommando tutto, si trova la potenza complessiva.
Comunque sia, sostituendo le seguenti equazioni nellespressione del vettore di Poynting
et = A+ e z + A e + z t

1
A+ e z A e + z k t
h t =

la dimostrazione rigorosa la seguente (S la sezione trasversale del mezzo interposto fra i conduttori):
*
1
1
1
Pc ( z ) = e t h t* k d S = f ( z ) g * ( z ) ( t ) ( k t ) k d S = f ( z ) g * ( z ) t t * d S
2 S
2
2
S
S

Abbiamo raccolto nelle funzioni f(z) e g(z),, per comodit:


f ( z ) = A+ e z + A e + z

1
z
+ z
g ( z ) = A+ e A e

Siccome e * sono funzioni armoniche (= Laplaciano nullo), si ha:

*
t t d S =

*
t t

) dS

Stokes m

n d l
j=0 l
j

( l j il contorno del conduttore j-esimo)


Se ora teniamo conto del fatto che, allinterno dei conduttori, il potenziale costante (lo portiamo fuori dallintegrale) e quindi
sostituiamo nella relazione della potenza:
m
1
Pc ( z ) = f ( z ) g * ( z ) j t * n d l
2
j=0
lj
Siccome poi

f ( z ) j = Vj ( z )

I j ( z ) = g ( z )  t n dl
lj

Arriviamo finalmente a dire che:


Pc ( z ) =

1 m
) j g * ( z ) t *n dl
f( z 
2 j =0

lj
Vj





I * (z)

I j (z)

=  t n dl
l j

g ( z )

i parametri C0 , che inglobano nella loro formulazione gli indesiderati accoppiamenti


capacitivi fra i conduttori del circuito, vengono calcolati utilizzando la relazione
Cij  t Fj n dl
li

trovati i C0 possiamo
siamo calcolare la conduttanza G0 (che incarna il trascurabile passaggio di
corrente attraverso il dielettrico che avvolge i conduttori)
conduttori)
c
G0 = C0

e linduttanza L0 (che si riferisce alle propriet auto-induttive


induttive del circuito),
circuito) sempre
calcolando le definizioni che abbiamo gi visto:

L0 =

C0

In regime puramente progressivo si ha poi:


1

V ( z ) = I ( z ) = Zc I ( z ) =
I (z )
Yc
C0
Come sappiamo, una volta che abbiamo in mano V e Z, facile calcolare
alcolare la potenza attiva. Dunque
facciamolo:
1
2
1
Re Zc II * = Re {Z c } I

2
P = Re VI * = 2
2
1 Re VY *V = 1 Re Y * V 2 = 1 Re {Y } V 2
c
c
c
2
2
2
In presenza di piccole perdite nei conduttori, si pu ritenere che gli elementi G0 , C0 , L0 del

{ }

{ }

circuito equivalente, i quali sono legati alla distribuzione di campo relativa


r
al caso ideale,
rimangano praticamente immutati.
Come sappiamo, la presenza di campo allinterno dei conduttori d luogo a una dissipazione di
potenza attiva e a un accumulo di energia magnetica. Questi effetti si possono interpretare
circuitalmente
nte attribuendo ai conduttori una resistenza per unit di lunghezza R e uninduttanza
interna per unit di lunghezza Li definite dalle relazioni
2
1
R I = PL (potenza attiva dissipata)
2
2
1
Li I = Um (energia magnetica accumulata)
4
Questo, quindi, il nuovo circuito equivalente:

Ricordiamoci poi le espressioni della costante di fase e di attenuazione che abbiamo calcolato
quando abbiamo studiato il metodo perturbativo:
2

RI
P
1
1
R
costante di attenuazione m = L =
=
2
2P 2 Re {Zc } I
2 Re {Z c }

2
1
Li I
4

Um
1 Li
=
=
2
1
P
2 Re {Zc }
Re {Z c } I
2
Ora abbiamo tutti gli elementi per esprimere sia R che Li :

costante di fase =

m =

1
R
2 Re {Z c }

1 Li
2 Re {Zc }

R = 2 m Re {Zc }

Li =

Re {Zc }

Inoltre, abbiamo tutti gli elementi per modificare la costante di propagazione:


senza perdite =  con perdite = + m + j
5.8 Linee a pi fili con conduttori imperfetti: analisi dei modi
I modi di una linea a pi fili con conduttori reali (a basse perdite) possono essere determinati con
il seguente procedimento. Le funzioni di modo di m onde TEM linearmente indipendenti sono:
Etj = t Fj
j = 1, ..., m
1
Htj = k t Fj

dove

t2 Fi = 0 (Laplace)

Fi = 1 per il conduttore i
F = 0 per gli altri conduttori l i
i
Il problema che i modi cos ricavati sono tutti degeneri e quindi non ortogonali. Dobbiamo quindi
impegnarci per trovare una m-upla di modi TEM della linea che siano due a due mutuamente
ortogonali anche in presenza di conduttori imperfetti.
Dato che le espressioni dei campi elettrico e magnetico (trasversali) poco fa espresse costituiscono
un insieme completo, facciamo la scelta di riesprimere le stesse quantit, ma con dei coefficienti
diversi xqi :
m

Etq = x qi Eti
i =1
m

Htq = xqiHti
i =1

Se ipotizziamo il fatto che il campo abbia una legge di dipendenza dalla coordinata assiale del tipo
e z
si ha la seguente espressione per i campi associati:

etq = e

q z

h =e
q
t

In queste espressioni il termine

x
i =1

q z

qi

Eti

x
i =1

qi

Hti

q = + mq + j mq

la costante di propagazione incognita da determinarsi per realizzare la situazione auspicata in


cui i modi non siano degeneri.

Il vettore xq dei coefficienti xqi ha un significato fisico ben preciso: esso rappresenta il vettore
delle tensioni associate alle Etq , Htq sul piano z = 0

. Tali coefficienti vanno determinati in

(15)

maniera tale che:


in presenza dei modi p, q (con p diverso da q) la potenza attiva dissipata sia nel dielettrico
sia nei conduttori uguagli la somma di quelle che competono ai due modi singolarmente
considerati e che unanaloga condizione valga per la potenza complessa trasportata lunga
lasse della linea: in pratica, ci significa che la presenza di un modo non deve interferire
con un altro modo in termini di potenza. Traducendo queste poche righe in matematica si
ha:
*
1
termine incrociato per la potenza complessa  Pcqp = etp htq n dS = 0
2 S

( )

termine incrociato per la potenza dissipata nei conduttori  PLqp =

termine incrociato per la potenza dissipata nel dielettrico  Pdqp =

( )

1
Rs J sp Jqs
2 l

( )

c
etp etq

2 S

dl = 0

dl = 0

in presenza del solo modo q (potenza Pq ) tra le potenze attive dissipate nel dielettrico e nei
conduttori e la potenza attiva trasportata valga una condizione del tipo
Pdq
PLq
q =
+
2P q 2P q
Pdq + PLq 2 q P q = 0


perdite nei
conduttori

perdite nel
dielettrico

Senza scendere nei dettagli (la dimostrazione infinita), combinando le condizioni di


annullamento dei termini incrociati, si ottiene il seguente sistema:
T 1
1 1
xq G 0 + PL q Re C0 xq = 0

2

1 1
T 1
x p G 0 + PL q Re C0 xq = 0

MT 1 G + P Re 1 1 C x = 0
0
L
q
0
q

2

(M la matrice contenente, per colonne, i vettori x p )


Ne deduciamo che il generico vettore xq deve essere la soluzione del problema agli autovalori
1
1 1
G 0 + PL q Re C0 xq = 0

2

15

Infatti se prendiamo le

etq = e

q z

htq = e

x
i =1

q z

qi

Eti

x
i =1

qi

Hti

e poniamo z = 0 lesponenziale diventa pari ad 1 e si ha


m

etq = xqi Eti


i =1
m

htq = xqi Hti


i =1

A questo punto passiamo alla rappresentazione matriciale dei modi TEM modificati: in
presenza del modo p e indicando con V p+ e V p le ampiezze complesse della componente
progressiva e regressiva del modo p-esimo, le distribuzioni di tensioni e correnti sui conduttori in
presenza di questo modo si scrivono:

(
(z ) = ( V

Vp ( z ) = V p + e

Ip

p+

p z

pz

+ Vp e
Vp e

)x
)Yx

+ pz

+ pz

Il regime elettrico pi generale sar allora:


n

V ( z ) = Vp ( z )
p =1

I ( z ) = Ip ( z )
p =1

In forma matriciale si ha:

V (z ) = M e

I ( z ) = Yc M e

V+ + e V

V+ e V
z

con

e z

e 1z

=
0

p z

m z
e

CAPITOLO 6
Linee di trasmissione, parte seconda
6.1 Dalla propagazione TEM alla propagazione quasi-TEM
Nel capitolo precedente si sono studiate le linee di trasmissione a pi fili come strutture capaci di
sostenere onde trasversali elettromagnetiche e si visto che del loro comportamento si pu dare
una descrizione circuitale rigorosa. In particolare si messo in evidenza che soluzioni TEM delle
equazioni di Maxwell possono esistere solo se il dielettrico interposto tra i conduttori perfetti
omogeneo. Questa condizione dunque necessaria anche per la validit del circuito equivalente
della linea.
Ahim, in molti casi di interesse tecnico si condotti a considerare strutture cilindriche la cui
configurazione simile a quella delle linee di trasmissione propriamente dette, ma che non
possono sostenere modi TEM poich per esse la condizione di omogeneit del dielettrico risulta
violata. Queste guide si diranno dora in avanti strutture quasi-TEM.
Laffinit strutturale tra le due classi di mezzi trasmissivi, TEM e quasi-TEM, fa intuire una
fondamentale somiglianza del comportamento, almeno sotto certe ipotesi limitative, e in
particolare suggerisce la possibilit di applicare anche alle strutture quasi-TEM i concetti circuitali
propri delle linee di trasmissione. In generale ci risulta possibile grazie alla capacit delle
suddette strutture di sostenere modi quasi-TEM, i quali a frequenze sufficientemente basse
godono di propriet analoghe a quelle dei modi TEM propriamente detti, ovvero:
frequenza di taglio pari a zero;
distribuzione trasversale di campo che approssima una distribuzione statica;
componenti assiali delle intensit di campo piccole rispetto a quelle trasversali.
In queste condizioni possibile definire tensioni e correnti su ogni sezione trasversale con
incertezza trascurabile e quindi estendere alle strutture quasi-TEM il concetto di descrizione
circuitale.
6.2 Linee di trasmissione non omogenee
Consideriamo una linea di trasmissione a m fili pi massa,
costituita da m + 1 conduttori elettrici1 perfetti in un mezzo
non omogeneo; in figura, infatti, si vede la presenza di due
dielettrici: uno di colore bianco (costante 0 ) e laltro di
colore rosa (costante 01 ). La linea tratteggiata quella
delle linee di forza del campo magnetico2, le frecce
raffigurano invece il campo elettrico. Si nota che soltanto queste ultime passano attraverso il
mezzo rosa: ci aspettiamo dunque, rispetto al caso semplicemente TEM, una uguale relazione per
il campo magnetico (il mezzo omogeneo rispetto ad H) e un differente problema per il campo
elettrico (il mezzo non omogeneo rispetto ad E).
Per semplificare la trattazione si supporr di avere un mezzo privo di perdite (c = 0) e di lavorare
ad una pulsazione relativamente bassa. Prendiamo le stesse relazioni gi viste nel capitolo 1:
1
2

m devessere almeno pari ad 1.


Che evidentemente solenoidale.

t Ht = j c Ez k assiale (campo elettrico)

t Et = j H z k assiale (campo magnetico)

k Et + k t Ez = j Ht trasversale (campo magnetico)


k H + k H = j E trasversale (campo elettrico)
t
t
z
c t

In queste condizioni (siamo sempre nella banda di frequenze relativamente verso i valori bassi) si
dimostra che esistono soluzioni tali per cui si ha:
Et Ez 0
Et Et 0
(appr. al secondordine)

H
Ht H z 0
t0
t
(dove Et 0 e Ht 0 sono i termini noti dello sviluppo di Mac Laurin)
Sostituendo nelle prime due equazioni del sistema soprastante, e ipotizzando di trovarci presso la
continua ( = 0), si ha:
t Ht 0 = j c Ez k
t Et 0 = j H z k
t Ht 0 = 0
t Et 0 = 0
Questo sistema di equazioni analogo a quello valido per un modo TEM a frequenza qualsiasi.
Daltra parte, questa condizione fra quelle richieste per poter parlare di conservativit e
introdurre i potenziali:
Et 0 = t ( potenziale scalare elettrico)
Ht 0 = t

( potenziale scalare magnetico)

Essendo il mezzo privo di sorgenti, si ha (dalle equazioni di Maxwell):


( e) = 0

h = 0
Siccome in un regime quasi-TEM si ha :
3

e Et 0 e j z
h Ht 0 e j z

Sostituiamo e otteniamo:

(
(H

)
)=0

Et 0 e j z = 0
t0

e j z




( t + z ) ( Et 0e j z ) = 0
( t + z ) ( Ht 0e j z ) = 0

t Et 0 = 0

t Ht 0 = 0

Se ora ci ricordiamo delle espressioni dei potenziali


Et 0 = t
Ht 0 = t

si ha immediatamente:

t Et 0 = 0

t Ht 0 = 0

t t = 0

t t = 0

1
t2 + t t = 0

t2 = 0

Ne consegue che soluzione dellidentico problema di valori al contorno che si avrebbe per il
potenziale scalare magnetico di un campo TEM (in senso rigoroso) in dielettrico omogeneo,

Ricordiamo che, se non ci sono perdite, si ha:

= j

mentre soddisfa un problema diverso. In altre parole, mentre Ht 0 coincide con la funzione di
modo magnetica di unonda TEM che si potrebbe propagare lungo la struttura in esame se il
dielettrico fosse omogeneo, questo non vero per Et 0 .
6.3 Calcolo delle tensioni
A questo punto dobbiamo ripetere
etere il ragionamento gi effettuato nel capitolo 5, trattandolo per
dal punto di vista dei modi quasi-TEM.
quasi
Consideriamo dunque un regime
elettrico associato ad un solo modo
quasi-TEM
TEM puramente progressivo che si
propaga lungo la linea.
Prendiamo la terza
terz equazione del nostro
famoso sistema
k Et + k t Ez = j0Ht
e moltiplichiamo vettorialmente ambo i
lati per e j z k :
e j z ( k k Et + k k t Ez ) = e j z k j0Ht
A questo punto ci ricordiamo dellidentit vettoriale
k ( k a t ) = a t
e dellassenza di perdite

= j

e scriviamo:

e j z ( j Et t Ez ) = e j z k j0Ht

Se ora integriamo entrambi i membri tra Pi e P0 lungo la linea Li , tenendo conto del fatto che
ch il
termine contenente Ez d valore nullo in quanto abbiamo specificato
specificato che nel caso quasi-TEM
quasi
si ha
Et E z 0

Ht H z 0

otteniamo:
Po

j e j z Et dl =

Li Pi

j e

Po

j e

j z

k Ht dl

Li Pi
j z

Po

dl = j0

Li Pi

Po

j z

k Ht dl

Li Pi

Se ora poniamo
e

j z

Po

dl Vi ( z )

Li Pi

(per definizione e con laggiunta del termine esponenziale


per tenere conto della
della propagazione in direzione assiale)
possiamo scrivere:
j Vi ( z ) = j0

Po

Li Pi

Se ora deriviamo rispetto a z:

j z

k Ht dl

Po

d
d
j z

V
z
=
j

e
k

d
l
( i ( ) ) dz 0
t

dz
P
Li i

d
d j z o

j
V
z
=
j

e
k

d
l
( i ( ))
0
t

dz
dz
P
Li i

Derivando lesponenziale esce fuori un j :


jj

dVi ( z )
dz

= 
jj 0 e

j z

dVi ( z )
dz

= j0e

d o
k Ht dl

dz Pi
Li

Po

j z

k H

dl

Li Pi


applicata la permutazione ciclica
del prodotto misto

dVi ( z )
dz

= j0 e

Po

j z

dato che k = n

n dl

Li Pi

Si consideri ora la struttura resa omogenea e siano4:


C0 la sua matrice capacit (elementi Cik ) e

L0 = 0 0C01 (elementi Lik ) la sua matrice induttanza.

Poich la Ht la stessa che avremmo in un modo TEM (abbiamo detto che le cose non cambiano
per il campo magnetico), si ha (senza dimostrazione) che:

siccome
Ht Ht 0


L
H
ik t 0 dl

Po

Ht n dl =

k =1

Li Pi

lk

Quindi cos diventa lespressione della derivata:


m
m
dVi ( z )
= j e j z Lik Ht 0 dl = j Lik e j z Ht 0 dl
dz
k =1
k =1
lk
lk
Ponendo ora:

I k ( z ) e j z Ht dl
lk

(teorema dAmpre con laggiunta del termine esponenziale


per tenere conto della propagazione in direzione assiale)
otteniamo:

dVi ( z )
dz

j Lik e j z Ht 0 dl = j Lik I k ( z )
k =1

lk




k =1

Ik ( z )

In forma vettoriale si ha:

dV ( z )

j L0I ( z )
dz
Quindi, a partire da una linea quasi-TEM e per quanto riguarda le tensioni, ci siamo ricondotti ad
una linea TEM: fatte le dovute ipotesi (basse frequenze, etc), insomma, le relazioni che
riguardano il caso TEM (dielettrico omogeneo) possono approssimare quelle che concernono il
caso quasi-TEM (dielettrico non omogeneo).
4

Le matrici di seguito elencate sono le stesse del capitolo 5!

6.4 Calcolo delle correnti


Procediamo ora al calcolo delle correnti: prendiamo la quarta equazione del sistema
t Ht = j c Ez k

t Et = j H z k

k Et + k t Ez = j Ht
k H + k H = j E
t
t
z
c t

e ripetiamo lo stesso identico ragionamento del paragrafo 6.3, moltiplicando vettorialmente ambo
i lati per e j z k :

e j z k  k Ht + k t H z = j c e j z k Et

= j

Chiaramente vale ancora lidentit vettoriale


k ( k a t ) = a t
e quindi:

e j z ( j k k Ht + k k t H z ) = j c e j z k Et
e j z ( j Ht t H z ) = j c e j z k Et

Se ora integriamo entrambi i membri tra Pi e P0 lungo la linea Li , tenendo conto del fatto che il
termine contenente Ez d valore nullo in quanto abbiamo specificato che nel caso quasi-TEM si ha
Et Ez 0

Ht H z 0
e della relazione espressa nel paragrafo 6.3
I k ( z ) e j z Ht dl
lk

otteniamo:
e

j z

Po

j H

+ t H z dl = e

Li Pi

j e

Po

j z

j k E
c

dl

Li Pi
j z

Po

dl = je

j z

Po

kE
c

Li Pi

dl

Li Pi




Ii ( z )

Po

j I i ( z ) = je j z

kE
c

dl

Pi

Li



applicata la permutazione ciclica

Po

j I i ( z ) = j e j z

( E
c

n ) dl

dato che k = n

Li Pi

Giunti qui, deriviamo rispetto a z:


Po

d
d
j z
j I ( z ) =
j e
P ( c Et n ) dl
dz
dz
Li i

Po

dI ( z )
j z d

j
= j j e
( c Et n ) d l
dz
dz Pi

Li

dI ( z )
dz

= j e

j z

P c Et 0 n dl

siccome
i
Et Et 0

Li
Po

Adesso facciamo una cosa furba: riabilitiamo le condizioni al contorno relative al potenziale
scalare elettrico , che possiamo esprimere cos
m

= k Fk
k =1

essendo Fk una funzione adimensionale delle coordinate trasversali definita come segue

1
2
t Fk = t t Fk

(k = 1, 2, , m)
Fk = 1 sul contorno del conduttore k
F = 0 sul contorno del conduttore i k
k

Quindi sfruttiamo la
Et 0 = t
e riscriviamo:

dI ( z )
dz

= j e

Po

( E

j z

dI ( z )
dz

t0

n ) dl = j e

j z

dz

n dl
t

Li Pi

= j e j z

dI ( z )

Po

Li Pi

(5)

Po

k =1

Li Pi
m

ct k Fk n dl

= j k e

Po

j z

k =1

F
c

n dl

Li Pi

Daltra parte
Vi ( z ) e

Po

j z

t0

dl = e

j z

Li Pi

Po

dl = e
t

j z

Li Pi

e (v. capitoli addietro)


Cik = t Fk n dl
li

Di conseguenza:

dI ( z )

= j CikVk ( z )

dz
Che diventa, in notazione matriciale:

(k = 1, 2, , m)

k =1

dI
= j CV ( z )
dz

(6)

In conclusione, la propagazione quasi-TEM lungo un sistema di conduttori in dielettrico non


omogeneo privo di perdite pu essere descritta in via approssimata in termini di tensione correnti
dalle equazioni dei telegrafisti del tipo

Notiamo come questa volta gli Fk debbano soddisfare una equazione di Laplace non omogenea (cosa che non
accadeva nel capitolo 5).
6 Ricordiamo che la matrice capacit stata ottenuta a partire dalla funzione potenziale in condizioni di mezzo non
omogeneo; la matrice induttanza, invece, stata calcolata in condizioni di mezzo omogeneo.
5

dV ( z )

dI
= j CV ( z )
dz
dz
e quindi formalmente identiche a quelle valide per la propagazione TEM in senso stretto in un
mezzo omogeneo privo di perdite. La differenza sostanziale tra i due casi consiste nel fatto che,
mentre la matrice induttanza resta la stessa, la matrice capacit deve essere calcolata tenendo
conto della disomogeneit del mezzo. A parte questo, tutte le considerazioni svolte in precedenza
a proposito del comportamento circuita delle linee e pi fili in regime TEM continuano ad essere
valide per le linee non omogenee nel campo di funzionamento quasi-TEM.
Anche in questo caso, le equazioni dei telegrafisti test illustrate sostituiscono a tutti gli effetti le
equazioni di Maxwell ai fini della descrizione dei modi.
Infine, ancora possibile descrivere un circuito equivalente per la propagazione quasi-TEM inteso
nello stesso senso gi discusso nel capitolo scorso (vedremo meglio questo aspetto pi avanti).
= j L0I ( z )

6.5 Determinazione (della costante di propagazione) dei modi quasi-TEM


Consideriamo il nostro sistema a m+1 conduttori; ormai, giunti fino a questo punto, il concetto di
modo presumibilmente ci esce dalle orecchie, cos come la dipendenza da
e z
Lo scopo che ci prefiggiamo proprio quello di trovare delle soluzioni alle equazioni
dV ( z )
dI ( z )
= j L0I ( z )
= j CV ( z )
dz
dz
che abbiano dalla coordinata assiale una dipendenza del tipo:
V ( z ) = V0 e z

I ( z ) = I0 e z

con V0 e I0 vettori costanti (calcolati in z = 0, e da qui lo 0 al pedice) da determinarsi.


Sostituendo queste relazioni direttamente allinterno delle equazioni dei telegrafisti si ha:
dV ( z )
dI
= j L0I ( z )
= j CV ( z )
dz
dz
d
d
V0 e z = j L0I ( z )
I 0 e z = j CV ( z )
dz
dz
z
z
V0 e = j L0I0 e
I 0 e z = j CV0 e z

V0 = jL0I0

I 0 = j CV0

Sostituiamo la seconda equazione nella prima:


CV0

2 V0 = 2L0CV0

V0 = j L0 j

2 V0 + 2 L0CV0 = 0

Im + 2L0C V0 = 0

Questa equazione risolvente rappresenta in realt un sistema di m equazioni lineari omogenee in


m incognite (gli elementi del vettore V0 ). Poich soltanto le soluzioni diverse dalla ovvia (cio
quella nulla, V0 = 0 ) hanno interesse, si deve imporre che sia tale da rendere soddisfatta
lequazione:

det 2Im + 2L0C = 0


Questa equazione algebrica di grado 2m in ammette 2m soluzioni distinte e opposte a due a due.

Essendo la struttura priva di perdite per ipotesi si pu porre:

= + j = j

vp

( v p la velocit di fase)
Per cui si ha:

det 2Im + 2L0C = 0


2

det 2 Im + 2L0C = 0
v

1
det L0C 2 Im = 0

vp

Si noti che ai due valori opposti ( ) corrisponde la stessa soluzione, cio la stessa distribuzione di
tensioni. Si pu allora affermare che una linea a m fili con dielettrico non omogeneo in grado di
sostenere m modi quasi-TEM linearmente indipendenti e aventi in generale costanti di
propagazione distinte.
Inoltre, notiamo che gli inversi dei quadrati delle velocit di fase di tali modi, cio
1
v2p

sono gli autovalori della matrice L0C , e quindi dipendono esclusivamente dalle caratteristiche
della linea e non dalla frequenza, in accordo col carattere quasi-TEM dei modi stessi.
Dal punto di vista intuitivo, facile rendersi conto della ragione della diversit delle velocit di
fase dei modi quasi-TEM (questo aspetto ha un risvolto importantissimo: in virt della

= j = j

vp

diversa per ogni modo quasi-TEM

i modi quasi TEM avranno diverse costanti di propagazione, quindi non saranno degeneri e non ci
sar quindi bisogno di normalizzarli). Essendo il dielettrico non omogeneo, lenergia trasportata
dal generico di tali modi si ripartisce in diverse misure tra le varie regioni dielettriche, le cui
velocit di fase intrinseche sono diverse. Poich in realt la velocit del modo devessere unica, ci
si pu aspettare intuitivamente che leffettiva velocit di propagazione dellenergia sia una media
pesata delle velocit di questultima nelle varie regioni omogenee (frazioni di riempimento).
Poich per un modo trasversale la velocit di propagazione dellenergia coincide con la velocit di
fase v p , la stessa conclusione vale per v p :
N

v p wkv pk
k =1

( wk sono i pesi dati alle varie velocit di fase)


Quindi gli m modi quasi-TEM hanno diverse configurazioni di campo elettromagnetico, il ch
implica che vi siano diverse ripartizioni dellenergia: a seconda di come saranno distribuite le
tensioni e le correnti avremo infatti delle sezioni con potenza massima e delle sezioni con potenza
nulla. Laltro effetto di queste ripartizioni sta nel fatto che i conduttori si accoppieranno a livello
capacitivo e potremo quindi avere interferenza fra i segnali che si propagano.
Sia ora vpi la velocit di fase del modo i-esimo e xi lautovettore di L0C corrispondente
allautovalore 1

v2pi

. Per definizione si ha:

1
L0C 2 Im xi = 0
vp

Se ora confrontiamo con

Im + 2L0C V0 = 0

capiamo che si pu assumere:

V0

v p =v pi

= xi

Lautovettore xi assume allora il significato di vettore delle tensioni sul piano z = 0 in presenza del
solo modo i-esimo e fissa, quindi, i valori delle tensioni e delle correnti sui conduttori nella sezione
di alimentazione in presenza del solo modo i-esimo7.
Siccome, ricordiamo, si ha

I 0 = j CV0
j

vp

= j = j

vp

I 0 = j CV0

I 0 = v pCV0

allora

I0

v p =v pi

= v piCxi

Insomma, grazie al principio di sovrapposizione degli effetti, alla fine possiamo esprimere il
campo quasi-TEM della linea come somma di m onde del tipo:

j
z
+j
z

v pi
v pi
xi
V0 vp =vpi = xi

Vi ( z ) = Vi + e
+ Vi e

j
z
+j
z

v pi
v pi
Cxi
I0 vp =vpi = v piCxi

Ii ( z ) = vpi Vi + e
Vi e

In altre parole, se poniamo:


e 1 z
v p1
0
0

v=
vpj
e z =
e p

m z
0

e
v pm
0

(matrice con gli esponenziali)


(matrice delle velocit di fase)

x
x p1
xm1
11

M=

x1m
x pm
xmm

 
x1
xm
xp

(gli autovettori tutti affiancati)


Le soluzioni prendono la seguente forma:
V ( z ) = M e z V+ + e z V

I ( z ) = CMv e z V+ e z V

Queste relazioni sostituiscono le


7

Inoltre, tale autovettore fissa le condizioni al contorno per il potenziale scalare elettrico.

V ( z ) = V+ e z + V e z

1
1
C0 V+ e z C0 V e z
I ( z ) =

e ne costituiscono lestensione a un dielettrico non omogeneo. La differenza fondamentale fra i


due casi consiste nel fatto che in dielettrico non omogeneo si hanno in generale tante diverse
velocit di fase quanti sono i conduttori della linea.

Se ora (hp: regime donda puramente progressivo) sostituiamo la


I ( z ) = CMv e z V+
I ( z ) C1M 1v 1 = e z V+
nella

V ( z ) = M e z V+

abbiamo:

V ( z ) = Mv 1M 1C1I ( z )

Per cui le espressioni delle matrici impedenza e ammettenza caratteristica sono:


impedenza caratteristica  Zc = Mv 1M 1C1

ammettenza caratteristica  Yc = Z c1 = Mv 1M 1C1

= CMvM 1

(8)

Inoltre, si ha:
CMv = Yc M

Se sostituiamo questa quantit nel sistema


V ( z ) = M e z V+ + ez V

z
z
I ( z ) = CMv e V+ e V
ci spunta fuori questa formulazione, pi consueta per noi abituati alle formule
dellelettromagnetismo classico:
V ( z ) = M e z V+ + ez V

z
z
I ( z ) = Yc M e V+ e V
Per confronto, nel caso di dielettrico omogeneo e conduttori perfetti, valgono le:
V ( z ) = e z V+ + e z V

z
z
I ( z ) = Yc e V+ e V
Si passa quindi da un caso allaltro eseguendo le sostituzioni
e z Me z
e z Mez
cio mettendo in conto il fatto che, anzich avere un unico fattore di propagazione, se ne hanno m,
ognuno associato ad una specifica distribuzione di tensioni sui conduttori, rappresentata dal
vettore xi (cio dalli-esima colonna di M).

Ricordiamo che le considerazioni fatte finora valgono soltanto a frequenze basse: oltre una certa
pulsazione limite lim , infatti, i termini della serie di Mac Laurin di grado superiore a 1 iniziano ad
avere influenza:
2



Et Et 0 + Et 2
+ Et 4
+ ...
R
R



prima li trascuravamo;
ora iniziano a farsi sentire!

Attenzione allordine delle matrici!

 il pi piccolo dei raggi di convergenza della serie

Questo quel che si ha nella curva di dispersione:

TEM (guidato)
Qui il modo quasi-TEM

Qui vi sono modi ibridi (dispersivi)


e modi radianti

quasi
6.6 Linea TEM associata ad un modo quasi-TEM
In un mezzo omogeneo e privo di perdite, la propagazione di un modo TEM in senso proprio
caratterizzata da due grandezze: velocit di fase e impedenza donda.
d
Se = 0 la permeabilit magnetica del nostro mezzo, che ha anche costante dielettrica relativa

r , esse sono espresse cos:

velocit di fase 

vp =

impedenza donda 

0 0 r

v0

, v0 = velocit della luce;

=
= 0 , 0 = impedenza intrinseca del vuoto.

0 r
r

Si consideri ora il generico (i-esimo)


esimo) modo quasi-TEM
quasi TEM di una linea a pi fili con dielettrico non
omogeneo. Se vpi la velocit di fase di questo modo, si pu ovviamente scrivere:
2

v
v pi =
dove = 0 (permettivit efficace))
v
ieff
pi
Dunque la velocit di fase del modo quasi-TEM
quasi TEM coincide con quella di un modo TEM se
supponiamo che esso si propaghi in un mezzo omogeneo di permettivit relativa pari a ieff .

v0

eff
i

Analogamente possiamo definire per il modo quasi-TEM


quasi
una impedenza
mpedenza donda efficace nella forma:

ieff =

= 0
eff
0 i
ieff

A questo punto si supponga, per fissare le idee, che nella struttura non omogenea (
( modi quasiTEM) sia eccitato il solo modo i-esimo
esimo con ampiezza unitaria e regime donda puramente
progressiva.. Il regime elettrico della linea allora espresso dai vettori di tensioni e di correnti:

j
z

v pi
Vi ( z ) = xi e

j
z

v pi
I
z
=
v
Cx
e
(
)
i
pi
i

A queste equazioni sono associate delle funzioni di modo trasversali che si indicheranno con Eit e
Hit . Si prenda ora in esame la struttura omogenea associata e le si attribuisca il valore di

permettivit relativa (costante) r = ieff . Come gi detto, questa struttura pu certamente


sostenere un modo TEM la cui funzione
funzione di modo magnetica coincide con quella ( Hit ) relativa al
modo quasi-TEM. La velocit di fase in questa struttura omogenea ovviamente uguale a vpi ,
cosicch i due modi considerati, TEM e quasi-TEM,
quasi
hanno lo stesso ht e quindi per la
I k ( z ) e j z Ht dl
lk

lo stesso vettore delle correnti Ii ( z ) .

Indicata con Zci la matrice impedenza


impedenza caratteristica della linea omogenea, si ha:
Zci = ieff eff C01 =

ieff
L = v pi L0
0 0

Il vettore di tensioni associato con la propagazione del modo TEM nella struttura omogenea
dunque espresso da:
ZciIi ( z ) = v L0Cxi e
2
pi

v pi

= xi e

v pi

= Vi ( z )

I due modi considerati, TEM e quasi-TEM,


quasi
oltre ad avere la stessa funzione di modo magnetica,
danno anche luogo allidentico regime di correnti e di tensioni sui conduttori della linea; essi
differiscono fisicamente soltanto per la funzione di modo elettrica.
Questo ci apre interessanti scenari per quanto riguarda la complessit dei metodi adottati per il
calcolo dei modi nelle linee quasi-TEM.
quasi
Infatti,
nfatti, se abbiamo 3 linee accoppiate in dielettrico non
omogeneo ( modi quasi TEM)
V ( z ) = V1 ( z ) + V2 ( z ) + V3 ( z )

I ( z ) = I1 ( z ) + I2 ( z ) + I3 ( z )

il vettore delle tensioni e delle correnti che le descrive la sovrapposizione dei vettori di
tensioni
sioni e correnti delle tre seguenti strutture equivalenti (con dielettrico omogeneo  modi
TEM):

CAPITOLO 7
Esempi di calcolo di linee di trasmissione
7.1 Linea di trasmissione ordinaria con dielettrico non omogeneo
La linea di trasmissione ordinaria si ha quando m = 1, cio quando abbiamo un solo conduttore caldo
e un conduttore freddo (per un totale di m + 1 = 2 conduttori).
In questo caso si ha che la matrice

x
x p1
xm1
11

M=

x1m
x pm
xmm



x1
xm
xp

che notoriamente pari ad m x m, pari a M = 1 .


Dunque le

V ( z ) = M e z V+ + ez V

z
z
I ( z ) = Yc M e V+ e V

diventano:

j z
j z

vp
vp
V ( z ) = e
V+ + e V

j z
j z

I ( z ) = 1 e vp V+ e vp V

Zc

Come facile immaginare, tutte le matrici si riducono a scalari e una simile sorte tocca anche a
L0 , C0 e C . Si ha:

L0 =

0 0
C0

Possiamo inoltre calcolarci velocemente la velocit di fase dellunico modo quasi-TEM:


1
1
L0C 2 Im = 0

L0C 2 = 0
vp
vp

L0C = v2p

vp =

1
L0C

C0

0 0C

= v0

C0
C

Ne consegue dunque che:

eff

v
= 0
v
p

v
0
=

C0
v0
C

= C

C0

Possiamo ora trovare le espressioni anche:

della costante di fase:

= j = j

dellimpedenza caratteristica:

Zc =

1
=
vpC

vp

L0
1
=
C v0 CC0

vp

v0

C0
C

Limpedenza caratteristica, per questo tipo di


linee di trasmissione, ha in genere un valore
minimo di 20 e un valore massimo attorno ai
100 . Dallespressione di Zc capiamo che essa
dipende dalla capacit C la quale, a sua volta,
dipende dalle caratteristiche geometriche del
conduttore (larghezza w,, altezza h). Nel grafico a
sinistra vediamo come essa varia in funzione del
rapporto w (ad ogni curva corrisponde una
h
certa costante dielettrica efficace): capiamo immediatamente che, se vogliamo alte impedenze,
dobbiamo disporre di un conduttore stretto e alto. Non
possiamo tuttavia scendere troppo con
c
limpedenza e
1
con le dimensioni , perch in tal caso cade il modello di
linea di trasmissione quasi-TEM,, in quanto la larghezza
del conduttore diventa paragonabile alla lunghezza
donda.
Sfruttando questo principio possiamo costruire degli adattatori dii impedenza (v. figura a destra).

Sempre limitatamente al caso di strutture quasi-TEM


quasi
a due
conduttori (m = 1), gli effetti del comportamento non ideale
dei conduttori sono suscettibili di una semplice
interpretazione circuitale (v. figura affianco).

7.2 Linee simmetriche a due fili


Un caso particolare di linee accoppiate di grande interesse tecnico costituito dalle linee
simmetriche a pi fili. La sezione trasversale di una struttura di questo genere possiede un asse di
simmetria.

See siamo sotto la pulsazione limite (oltre la quale scompare lapprossimazione quasi-TEM)
quasi
sosteniamo m = 2 modi quasi-TEM
TEM aventi velocit di fase
v0
v0
v p1 =
v p2 =

eff 1

Un limite tecnologico sembra essere w/h = 0,2.

eff 2

Anche questa volta possiamo disegnare un circuito


equivalente,
valente, che per deve tenere conto:
della presenza di due conduttori (invece che di
uno solo) e dal conseguente accumulo di energia
magnetica su ognuno di essi (vedi le due induttanze L11

C22

ed L22 , che poniamo


amo essere uguali dato che i due
conduttori sono indistinguibili sia dal punto di vista
fisico che da quello elettromagnetico, cos come sono
uguali i termini incrociati L12 = L21 );
dalla presenza di tre contributi capacitivi: C11 ,

11

capacit intrinseca del primo conduttore,


conduttore C22 , capacit
intrinseca per il secondo conduttore,
conduttore C12 = C21 , capacit
mutua fra i due conduttori. Per gli stessi motivi
mot poco fa
espressi si ha inoltre luguaglianza C11 = C22 .
Esaminato questo scenario, capiamo bene il motivo della struttura simmetrica delle matrici
induttanza e capacit (entrambe 2 x 2):
C12 C11 C12
C
C = 11
=

C21 C22 C12 C11

L12 L11 L12


L
L0 = 11
=

L21 L22 L12 L11


Secondo quanto abbiamo detto nel capitolo scorso, la velocit di fase dei due modi quasi-TEM
quasi
che
la linea pu sostenere sono legate agli autovalori della matrice:
L C + L12C12 L11C12 + L12C11
L0C = 11 11

L11C12 + L12C11 L11C11 + L12C12


Questa matrice del tipo

a b

b a
con:
a = L11C11 + L12C12
b = L11C12 + L12C11
I suoi autovalori sono dunque:

a + b = ( L11 + L12 )(C11 + C12 )


a b = ( L11 L12 )(C11 C12 )

Mentre gli autovettori sono:


1
x1 = = V1 ( z = 0 )
1

1
x2 = = V2 ( z = 0 )
1
Affiancando tali autovettori otteniamo immediatamente la matrice M:
1 1
M=

1 1
e

Non finita qui; possiamo ricavare anche le


l velocit di fase per i due modi:
modi
1
1
1
1
v p1 =
=
v p2 =
=
a +b
a b
( L11 + L12 ) (C11 + C12 )
( L11 L12 )(C11 C12 )

Inoltre, siamo gi in grado di calcolare le correnti per i due modi:


C11 C12 1
1
I1 ( z = 0 ) = v p1Cx1 =


( L11 + L12 )(C11 + C12 ) C12 C11 1
I2 ( z = 0 ) = vp2Cx2 =
Notiamo immediatamente che:
il modo avente pedice 1
1
V1 ( z = 0 ) =
1

( L11 L12 )(C11 C12 )


I1 ( z = 0 ) =

C11 C12 1


C12 C11 1

( L11 + L12 )(C11 + C12 )

C11 C12 1


C12 C11 1

impone su entrambi i conduttori la stessa tensione


tensione e la stessa corrente (infatti il vettore
x1 ha due 1 al suo interno);

il modo avente pedice 2


1
V2 ( z = 0 ) =
1

I2 ( z = 0 ) =

( L11 L12 )(C11 C12 )

C11 C12 1


C12 C11 1

impone su entrambi i conduttori la stessa tensione e la stessa corrente in modulo, ma in


opposizione di fase (dovuto al 1 allinterno di x2 ).
Per via delle simmetrie instauratesi
instaurate allinterno del circuito, diremo che il modo con pedice
pe
1 il
modo pari,, mentre il modo col pedice 2 il modo dispari.
In presenza del solo modo pari (dora in poi useremo il pedice E di even) si ha:

j
z
j v z
1
v pE
pE
VE ( z ) = e
VE + + e
VE

j
z
1

1 j vpE z
v pE

I
z
=
e
V

e
V
E( )
E+
E

1
Z
E


dove
ZE =

1
v pE C

( L11 + L12 )(C11 + C12 )


(C11 + C12 )

L11 + L12
C11 + C12

Si noti che in presenza del solo modo pari la distribuzione del potenziale scalare elettrico
simmetrica rispetto allasse di simmetria della sezione
trasversale, perch tali sono le condizioni al contorno imposte
ad esso. Si ha infatti:
( x , y ) = ( x , y )

( x , y ) = ( x , y )
x
x
Se poniamo x = 0:

( 0, y ) = ( 0, y ) = 0 (2)
x
x
Questa una condizione al contorno notevole, pari a quella che avremmo (sempre con la sola
presenza del modo pari: stiamo infatti studiando la cosiddetta linea del modo pari, non la linea
2

Lo zero lunico numero che cambiato di segno d s stesso!

complessiva in cui troviamo anche il modo dispari) se sostituissimo met struttura (ad esempio la
parte di destra) con un conduttore magnetico perfetto. La cosa semplifica molto i calcoli
nellanalisi elettromagnetica perch, in presenza di un modo pari, le
le due met della struttura si
comportano in modo analogo e dunque basta analizzarne soltanto una3.
In maniera perfettamente analoga possiamo prendere in considerazione il secondo modo quasiquasi
TEM (quello dispari, pedice O da odd). In sua sola presenza si ha

j
z
j v z
1
v pO
pO
VO ( z ) = e
VO + + e
VO

j
z
1

1 j vpO z
v pO
e
VO + e
VO
IO ( z ) =
1
ZO


dove ZO pari a:
ZO =

1
v pOC

( L11 L12 )(C11 C12 )


(C11 C12 )

L11 L12
C11 C12

Si noti che in presenza del solo modo dispari la distribuzione del potenziale scalare elettrico
antisimmetrica rispetto allasse di simmetria della sezione
trasversale, perch tali sono le condizioni al contorno imposte
ad esso. Si ha infatti:
( x , y ) = ( x , y )

( x , y ) = ( x , y )
y
y

Se poniamo x = 0:

( 0, y ) = ( 0, y ) = 0 (4)
y
y
Questa una condizione al contorno notevole, pari a quella
quella che avremmo (sempre con la sola
presenza del modo dispari:: stiamo infatti studiando la cosiddetta linea del modo dispari, non la linea
complessiva in cui troviamo anche il modo pari) se sostituissimo met struttura (ad esempio la
parte di destra) con un conduttore elettrico perfetto5.
Nel caso pi generale, il regime elettrico della linea a due fili sar la sovrapposizione dellonda
pari e dellonda dispari. Indicando con
V1 ( z ) = VE ( z ) + VO ( z )
I1 ( z ) = I E ( z ) + I O ( z )

V2 ( z ) = VE ( z ) VO ( z )

I 2 ( z ) = I E ( z ) IO ( z )

1
x1 =
1

1
x2 =
1
le tensioni e le correnti sui due fili e riscrivendo le matrici relative a tale caso generico
Questo metodo non valido solo in questo caso, ma ogni volta che individuiamo una simmetria in una certa
struttura.
4 Vedi nota 2.
5 Abbiamo derivato rispetto ad y,, non rispetto ad x!
3

1 1
M = x1 , x2 =

1 1

vpE
vp =
0

ZC = Mv p1M 1C1 =

vpO

1 Z E + ZO

2 Z E + ZO

C12
C
C = 11

C12 C11
Z E ZO
Z E + ZO

possiamo esprimere cos le seguenti relazioni:


V ( z ) + V2 ( z )
I ( z ) + I2 ( z )
VE ( z ) = 1
IE (z ) = 1
2
2
V ( z ) V2 ( z )
I ( z ) I2 ( z )
VO ( z ) = 1
VE ( z ) = 1
2
2
Esse consentono di trovare le componenti pari e dispari di un dato regime elettrico della linea e
viceversa.
Si noti che i modi pari e dispari potevamo tranquillamente averli
anche in una struttura TEM simmetrica (v. figura): in tal caso,
per, le costanti di propagazione del modo pari e dispari
sa
sarebbero
state uguali.
TEM
E = O
Quasi
Quasi-TEM

E O

7.3 Linea simmetrica alimentata e caricata non allinfinito


Quando la linea, anzich essere illimitata in direzione assiale, alimentata e caricata al finito,
finito le
condizioni al contorno (cio di alimentazione e di carico) ad essa imposte dal mondo esterno si
esprimono matematicamente come equazioni lineari tra le grandezze
V1 ( z ) = VE ( z ) + VO ( z )
I1 ( z ) = I E ( z ) + I O ( z )

V2 ( z ) = VE ( z ) VO ( z )

I 2 ( z ) = I E ( z ) IO ( z )

sulla sezione iniziale e terminale. Queste equazioni danno luogo a condizioni al contorno sulle
tensioni e correnti dei modi pari e dispari. Le linee dei modi pari e dispari possono essere studiate
separatamente allo scopo di determinare i rispettivi regimi elettrici tramite le

j
z
j
z
j v z
1
j v z
1
v pE
v pO
pE
pO
VE ( z ) = e
VO ( z ) = e
VE + + e
VE
VO + + e
VO

j
z
j
z
j
z

1

1
1 j vpO z
v pE
v pE
v pO
e
e
VE + e
VE
IO ( z ) =
VO + e
VO
IE ( z ) =

1
1
ZE
ZO


Una volta note, in ogni z,, le tensioni e correnti, siamo in grado di esprimere completamente il
regime elettrico della linea a due fili.
In conclusione, i concetti di linea del modo pari e del modo dispari consentono di ricondurre
qualsiasi problema relativo a una linea simmetrica a due fili a un problema di gran lunga pi
semplice, relativo a due linee a un filo tra loro disaccoppiate salvo che nelle sezioni
sezion di
alimentazione e di carico.
Per chiarire questo discorso si studier ora il regime elettrico di una linea simmetria a due fili in
una semplice situazione circuitale.

Vediamo la situazione in
figura affianco. La linea si
suppone illimitata nel verso
positivo
dellasse
z
e
alimentata nella sezione z = 0
tramite un generatore di
tensione ideale di forza
elettromotrice pari a 2A e
avente pulsazione . Il
generatore connesso al filo
1, mentre il filo 2 a massa.
Il numero A si suppone, com lecito, reale e positivo.
Calcoliamoci subito cosa accade nella sezione dalimentazione con tensioni e correnti:
V ( 0 ) + V2 ( 0 ) 2 A + 0
V ( 0 ) V2 ( 0 ) 2 A + 0
VE ( 0 ) = 1
=
=A
VO ( 0 ) = 1
=
=A
2
2
2
2
Poich la linea adattata, tensioni e correnti dei modi pari e dispari sono espresse da6:
A jE z
IE (z ) =
e
VE ( z ) = Ae j E z
ZE
VO ( z ) = Ae jO z

IO ( z ) =

A j O z
e
ZO

Siccome siamo bravi, possiamo immediatamente calcolarci il regime elettrico che si instaura su
ogni filo:

V1 ( z ) = VE ( z ) + VO ( z ) = A e jE z + e jO z

V2 ( z ) = VE ( z ) VO ( z ) = A e jE z e jO z

1 j E z 1 j O z
1 jE z 1 jO z
I1 ( z ) = I E ( z ) + I O ( z ) = A
e
+
e
I 2 ( z ) = I E ( z ) IO ( z ) = A
e

ZO
ZO
ZE

ZE

Trovati questi valori possiamo esprimere la potenza attiva trasportata dalla linea
lin nella forma:
2
m
1
1
A 1
1
P=
Pi
= VE I E* + VO I O* =
+

2
2
2 Z E ZO
i =1

somma delle potenze
riferite a ciascun
modo

Oppure, ragionando filo per filo (la linea trasporta soltanto potenza attiva perch adattata e
priva di perdite; dunque non ci d alcun fastidio estrarre la parte reale per calcolare la potenza
trasportata singolarmente dai due fili),
fili) si ha:
FILO 1
*

1
1
1 jO z
j O z 1
jE z
j E z
*
2
P1 = Re V1 I1 = Re A e
+e
e
+
e

=
2
2
Z
Z
E
O

1 j E z + j E z 1 j O z + j E z 1 + j O z j E z 1 + j O z j O z
A2
=
Re
e
e
+
e
e
+
e
e
+
e
e
=
ZE
ZO
ZO
2
ZE

2
2
1
A
1
1 A 1
1

+ j z 1
2 E O
=
Re
+
+ e ( E O)
+
+
z
=

Re 1 + cos ( ( E O ) z ) = P cos
2
2

ZE ZO
ZE ZO 2 ZE ZO

Non vi sono perdite e dunque la costante di propagazione semplicemente:


E = jE
O = j O

FILO 2
*

1
1
1 jO z
j O z 1
jE z
j E z
*
2
P2 = Re V2 I 2 = Re A e
e
e

=
2
2
ZO
ZE

1 jE z + jE z 1 jO z + j E z 1 + jO z jE z 1 + jO z jO z
A2
=
Re
e
e

e
e

e
e
+
e
e
=
2
ZE
ZO
ZO
ZE

2
2
1
A
1
1 A 1
1
+ j z 1
2 E O
=
Re
+
e ( E O)
+
+
=

Re 1 cos ( ( E O ) z ) = P sin
2
2

Z E ZO
ZE ZO 2 ZE ZO

Come era logico attendersi, in ogni sezione trasversale la somma delle potenze trasportate dai due
conduttori costante e pari alla potenza P complessivamente trasportata dalla linea. Infatti:

O
O
O
O
P = P1 + P2 = P cos2 E
z + P sin 2 E
z = P cos2 E
z + sin 2 E
z = P
2
2
2
2

Abbiamo quindi scoperto che la potenza P si suddivide in maniera dinamica e con andamento
sinusoidale sui due conduttori.
Nella sezione z = 0 si ha
O
O
P1 = P cos2 E
0 = P
P2 = P sin2 E
0 = 0
2
2

e quindi tutta la potenza detenuta dal filo 1(7).


Dopodich, al crescere di z, la potenza da P1 inizia a passare a P2 . Per capire il punto in cui tutta
la potenza sar passata al filo 2, bisogna vedere per quali valori
E O

z=
2
2
Questi valori, infatti, rendono pari a 0 il coseno ( potenza filo 1) e pari ad 1 il seno (
( potenza
filo 2). Si ha quindi che lascissa in cui tutta la potenza detenuta dal filo 2 :

z=

E O

=l

Oltrepassando questo valore si ha un rovesciamento di tendenza fino al ritorno, in 2l, alla


situazione di partenza. Ecco quindi graficato landamento della potenza sui due fili in funzione
dellascissa z:

Tale fenomeno detto di accoppiamento codirezionale,


codirezionale, con particolare riferimento alle applicazioni
circuitali nei circuiti integrati
ti a microonde. Nei problemi di trasmissione esso pi noto col nome
di diafonia. La lunghezza l gioca un ruolo molto importante nel fenomeno di accoppiamento: essa
rappresenta la distanza che bisogna percorrere affinch i due modi subiscano uno sfasamento
sfasament
differenziale pari a .
7

Cosa che ci aspettavamo, vista la situazione circuitale che avevamo disegnato.

importante inoltre osservare che il fenomeno dellaccoppiamento codirezionale strettamente


condizionato dal fatto che le velocit di fase dei modi pari e dispari siano diverse. Infatti se
E = O la potenza non si trasferisce affatto, bens
O
O
P1 = P cos2 E
= P cos2 ( 0 ) = P
P2 = P sin2 E
= P sin 2 ( 0 ) = 0

2
2

tutta in mano al conduttore 1!


Laccoppiamento codirezionale non ha quindi luogo nelle linee a due fili con dielettrico
omogeneo.

Questo fenomeno ha grande importanza in molte applicazioni tecniche. In certi casi voluto e
viene utilizzato ad esempio per prelevare potenza da un collegamento in misura prefissata
(accoppiatori codirezionali). In altri casi il fenomeno parassita e d luogo a una perturbazione del
corretto funzionamento dei sistemi in cui si verifica. Il caso pi tipico rappresentato dalla
diafonia tra linee parallele in un collegamento telefonico, ma altri casi oggi sempre pi importanti
si verificano nei moderni circuiti integrati, in cui la densit molto elevata di connessioni pu dare
luogo ad accoppiamenti indesiderati non trascurabili (ad es. tra diversi bus dati) nonostante i
piccoli valori delle lunghezze in gioco.

CAPITOLO 8
Linee di trasmissione ordinarie e teoria assiomatica
8.1 Premessa: la rivincita delle grandezze classiche dellelettromagnetismo
Studiando le linee di trasmissione abbiamo analizzato strutture elettromagnetiche in grado di
sostituire i circuiti classici alle alte frequenze.
Per descrivere il regime e.m. allinterno delle
linee di trasmissione abbiamo gi utilizzato le
formule qui riportate a fianco della figura,
oppure abbiamo ragionato in termini di onda
incidente e di onda riflessa, analizzando i vari modi allinterno delle
strutture cilindriche (e formalizzando il rapporto fra porta fisica e porta
elettrica1). Nella realt dei fatti, tuttavia, i parametri L, C, G, R (tipici dei
circuiti per cos dire classici), vengono ancora utilizzati
utilizzati anche per
descrivere le realt pi complesse e, per cos dire, sono tornati in auge.
Vediamo, di seguito, come sia possibile effettuare questo tipo di analisi
nelle linee di trasmissione ordinarie.
ordinarie
8.2 Generalit:: teoria assiomatica della linea di trasmissione ordinaria
Le linee di trasmissione ad un filo o ordinarie costituiscono un caso particolare (m
( = 1) delle linee a
m fili gi trattate: tuttavia, per la loro importanza, verranno in questo capitolo separatamente
trattate.
In questo caso abbiamo solamente due conduttori: uno caldo e laltro freddo (cio posto a massa)2.
Com noto, si pu rigorosamente parlare di circuito
equivalente della propagazione in una struttura
cilindrica a un filo pi massa solo in presenza di un
modo TEM; abbiamo per illustrato come possiamo
in realt farlo anche in presenza di modi quasi-TEM,
quasi
ma solo facendo unapprossimazione (tanto migliore
quanto pi bassa la frequenza).
Vediamo in figura affianco il circuito equivalente
e
per
lo studio di un modo TEM (e,
( per quanto abbiamo
gi detto, anche di un modo quasi-TEM):
quasi
esso
rappresenta uno spezzone infinitesimo dz
d di linea di
trasmissione ordinaria.
L (induttanza
induttanza per unit di lunghezza)
lunghezza rappresenta sia le propriet autoinduttive del circuito
(che, in assenza di perdite, sono lunico contributo che genera L)) sia, se vi sono perdite,
laccumulo di energia allinterno dello spezzone di linea di trasmissione;
R (resistenza
resistenza per unit di lunghezza)
lunghezza rappresenta le perdite ohmiche: i conduttori, infatti,
hanno una conducibilit cm finita (e non infinita, come nel caso ideale);
Tale rapporto di 1 a 1 nella propagazione monomodale.
monomodale
In realt esistono anche linee di trasmissione in cui nessuno dei due conduttori a potenziale di terra: in genere si tratta di
configurazioni simmetriche in cui in ogni sezione trasversale i due conduttori hanno tensioni rispetto a massa opposte in segno,
seg
ma
uguali in valore assoluto (linee bilanciate).
1
2

G (conduttanza
conduttanza trasversale per unit di lunghezza),
lunghezza associata alle perdite nel dielettrico
dovute alla sua conducibilit cm non nulla (e non pari a zero, come nel caso ideale);

C (capacit
capacit per unit di lunghezza)
lunghezza) dovuta agli accoppiamenti capacitivi e agli effetti gi
illustrati nei capitoli precedenti.
Questi quattro parametri (L,
L, R, G, C)
C sono detti parametri primari della linea e dipendono dalla
pulsazione .
Definite tali quantit di base possiamo poi enunciare:
limpedenza della linea per unit di lunghezza:
lunghezza
Z = R + j L
lammettenza della linea per unit di lunghezza:
lunghezza
Y = G + j C
Da qui la definizione di un analogo circuito equivalente, in cui sono
presenti soltanto lammettenza in parallelo e limpedenza in serie (v.
figura a sinistra).
Fatte queste precisazioni, le equazioni dei telegrafisti diventano:
dV
dz = ZI

dI = YV
dz
Ai fini della presente trattazione, queste equazioni sostituiscono quelle di Maxwell.
Continuando nella nostra carrellata di parametri, definiamo
d
poi limpedenza
impedenza caratteristica della linea:
linea
Z
R + j L
Zc
=
Y
G + jC
Nel caso generico,
enerico, cos si esprime la costante di propagazione:
( ) costante di attenuazione
( ) = ( ) + j ( )

( ) costante di fase
Essa pari a:

= + j = ZY =
Se ora eleviamo al quadrato:

(3)

( R + j L )(G + jC )

2 2 = ( R + j L )(G + jC )

= 
RG
2 LC
RC + LG )
 + j (

parte
reale
parte immag.

2 + j 2





parte reale

parte immaginaria

Eguagliando le parti reali ed immaginarie si ha:


2 2 = RG 2 LC

2 = ( RG + LC )
Per quanto riguarda i conduttori, possiamo scrivere le seguenti relazioni
relazion per le tensioni e le
correnti
V ( z ) = V+ e z + V e z

= ZY

1
z
z
I ( z ) = Z V+ e V e
c

dove:
V p ( z ) = V+ e z la parte progressiva dellonda;

Le relazioni che legano la costante di fase e di ampiezza alla pulsazione sono non lineari e quindi abbastanza complesse.

Vr ( z ) = V e z la parte regressiva dellonda.

A partire da queste grandezze se ne definiscono altre due:


V
V
1
1
a (z) =
V p ( z ) = + e z = aL e z
b(z) =
Vr ( z ) = e z = bL e z
Zc
Zc
Zc
Zc
Intensit donda progressiva
Tra laltro si ha che:

Intensit donda regressiva

a Pi (potenza incidente)

b Pr (potenza riflessa)

In una qualsiasi sezione possibile introdurre la grandezza


V (z) b(z)
(z) = r
=
Vp ( z ) a ( z )

(4)

(coefficiente di riflessione allascissa z)


Lungo un tronco di linea di lunghezza l londa progressiva subisce uno sfasamento temporale in
ritardo (e la regressiva in anticipo) pari a
l

Tempo di transito (o ritardo di fase) 


=
vp =
vp

dove vp la velocit di fase dellonda. Lo sfasamento angolare nelle stesse condizioni invece:

l = 2

Lunghezza elettrica 
ove la lunghezza donda.

Nei casi pratici, una linea non si estende da z = a z = , ma caricata, vale a dire interrotta, in
una data sezione (sezione di carico) e quivi connessa ad una rete elettrica monoporta: si studier il
regime elettrico impostando lorigine del riferimento assiale (z = 0) presso tale sezione di carico.
Si ha, per z = 0:
V+

= aL
a ( 0 ) =
Z
c

b ( 0 ) = V = b
L

Zc

Vp ( 0 ) = V+

Vr ( 0 ) = V

(0 ) = L =

V bL
=
V+ aL

Per cui:

V ( z ) = V+ e
+ V e

1
j z
V e j z
I ( z ) = Z V+ e
c

j z

j z

V
V ( z ) = ZC + e j z +
Z

1 V+ j z
I
z
=

(
)

ZC ZC

Esiste un interessante parallelismo fra le relazioni

V ( z ) = Z( z ) I ( z )

In particolare, si pu ricavare la coppia (a, b) conoscendo (V, I) e viceversa.

b ( z) = (z) a (z)

e j z

ZC

V j z
e

ZC

V ( 0 ) = ZC a ( 0 ) + b ( 0 )


1
I (0) =
a ( 0 ) b ( 0 )
Z
C

Per cui:

aL + bL
V ( 0 ) = aL ZC
= aL ZC 1 + L
a
L

I 0 = aL aL bL = aL 1

( )
Z C aL
ZC

V ( z = 0)
I ( z = 0)

1 + L
Z = ZL
1 L C

(5)

ZL detta impedenza di carico; se ZC = ZL la linea si dice adattata.

8.2 Linee a basse perdite


Una linea di trasmissione si dice a basse perdite se, a tutte le frequenze di impiego6, i parametri
dissipativi sono piccoli rispetto alle reattanze, cio:
R
G
1
1
e
L
C
In questo caso le costanti di attenuazione e di fase possono essere approssimate a:
R C G L
(7)
=
+
= LC

2
L
2
C

Per limpedenza caratteristica, invece, abbiamo questa relazione:


L
R (8)
G
1 + j

Zc =

C
2C 2 L
Come si vede, compare un termine correttivo del primordine in quadratura (cio moltiplicato per
lunit immaginaria j) col principale. Al denominatore dei termini di tale componente correttiva
compare la pulsazione , cosicch tale aggiunta viene trascurata ad alte frequenze, assumendo
direttamente:
Zc

L
C

8.3 Linee prive di perdite


Portando Re {Z } (ovvero R) e Re {Y } (ovvero G) verso lo zero, la linea diventa senza perdite e sia il
dielettrico che il conduttore sono perfetti.
Il fatto di poter ignorare le perdite ci perfette di fare comode approssimazioni:
la grandezza impedenza caratteristica della linea

Zc

Z
R + j L
=
Y
G + jC

Facendo la formula inversa troviamo unaltra interessante formulazione del coefficiente di riflessione:

L =

ZL ZC
ZL + ZC

Per inciso, si noti che, data una certa linea, non ha senso affermare che essa a basse perdite o meno, se non in relazione al campo
di frequenze in cui la si intende utilizzare
7 Come si vede, la costante di attenuazione non dipende dalla pulsazione se non attraverso i parametri primari.
8 Questo parametro debolmente complesso nel caso di basse perdite.
6

diventa semplicemente:
L
C
(si noti che, in questo caso, tale impedenza una pura resistenza)
la costante di attenuazione = 0 ;
Zc =

la costante di fase diventa = LC ;


lampiezza delle onde incidenti e riflesse costante:
a ( z ) = aL
a ( z ) = a e j z

j z
b ( z ) = bL
b ( z ) = bL e
Come si vede le onde, propagandosi, modificano solamente la loro fase;
il coefficiente di riflessione diventa:

( z ) = Le

j2 z

( z ) = L

In particolare, il fatto che il modulo di


sia costante ci informa del fatto che, al
variare di z, il punto rappresentativo di
tale parametro sul piano di Gauss
descrive una circonferenza9 avente centro
nellorigine (v. figura)
figura). Poich si ha che
> 0, uno spostamento verso il carico
(incremento del valore di z) d luogo ad
una rotazione in senso antiorario, mentre
uno spostamento verso il generatore ad
una rotazione in senso orario.
In regime sinusoidale:

se il carico passivo si ha ( z ) = L 1 ;

se il carico attivo si ha ( z ) = L > 1 ;

se il carico puramente reattivo ( z ) = L = 1 (10).

Si noti infine che il coefficiente di riflessione periodico (non c da stupirsi: percorre una

circonferenza) con periodo : molte sezioni condividono perci lo stesso coefficiente di


2
riflessione.
limpedenza della linea alla sezione z diventa:
Z cos z jZC sin z
Z ( z ) = ZC L
ZC cos z jZL sin z
In particolare (v. es. in figura), se la
linea cortocircuitata ( ZL = 0 ), si ha:

Z ( z ) = ZC j

sin z
cos z

= ZC j tan z

(impedenza puramente complessa)

Nel caso con perdite sarebbe stata una spirale logaritmica.


logaritmica
Pertanto, uno spezzone di linea priva di perdite, di lunghezza qualunque, chiusa su un carico puramente reattivo, si presenta
sempre al suo ingresso come una pura reattanza.
9

10

Provando a graficare landamento dellimpedenza Z(z) in funzione di z (sempre nel caso di linea
cortocircuitata) otteniamo il seguente grafico:

per 0 < z <

la linea si comporta come uninduttanza: infatti si ha

z 0
Z ( z ) = ZC j tan ( z ) = ZC j tan z
jZC z = j

L
LC z = j 
Lz = j LS
C 
LS


ZC

Ricordiamo infatti che L linduttanza per unit di lunghezza della linea. Tale
approssimazione tanto pi vera quanto corta la linea di trasmissione;

per z =
per

abbiamo un risonatore LC-parallelo;


LC

< z < la linea si comporta come una capacit;


capacit
2
per z = abbiamo un risonatore LC-serie.
LC
NOTA IMPORTANTE: queste considerazioni, cos come quelle a venire,
venire, valgono in una banda di
frequenze di lavoro stretta (e per stretta si intende pari circa al 5 10% della frequenza di
centrobanda, quindi alla fine ci va anche grassa!).
grassa!)

Immaginiamo ora di non chiudere la linea su un


cortocircuito, ma di interrompere la metallizzazione e
di lasciare un aperto. Allora, alla stregua di come
abbiamo definito limpedenza dingresso, possiamo
definire il parametro (duale) ammettenza dingresso:
Y cos z jYC sin z
Y ( z ) = YC L
YC cos z jYL sin z
Imponendo la condizione di carico cortocircuitato ( YL = 0 ), si ha:

Y ( z ) = jYC tan z

Possiamo perci ripetere tutti i ragionamenti fatti nel caso di cortocircuito, ricordandoci per che
questa volta ci troviamo nel caso duale. Ecco graficata lammettenza in funzione di z

per 0 < z <

la linea si comporta come una capacit: infatti si ha

z0
Y ( z ) = YC j tan ( z ) = YC j tan z
jYC z = j

LC z = j Cz
 = jCS

L
CS

YC

Ricordiamo infatti che C la capacit per unit di lunghezza della linea. Tale
approssimazione tanto pi vera quanto corta la linea di trasmissione;

per z =

per

abbiamo un risonatore LC-serie;


LC

< z < la linea si comporta come uninduttanza;


uninduttanza
2
per z = abbiamo un risonatore LC-parallelo.
LC

Dunque, grazie alle linee di trasmissione, possiamo realizzare delle funzioni elettriche uguali a
quelle che realizzeremmo con un circuito a costanti concentrate.

E che succede se, allascissa z = 0, andiamo a mettere un carico generico resistivo (o anche
complesso)?
In tal caso dobbiamo fare i calcoli tenendo presente che:
cortocircuito
LCC = 1
Z ZC
L = L

ZL + ZC
circuito aperto LCA = 1
Ricordiamo per lennesima
sima volta che il parametro L il coefficiente di riflessione relativo al
carico (z = 0): per sapere qual il coefficiente di riflessione in funzione dellascissa z dobbiamo
utilizzare la relazione:

( z ) = Le

j2 z

(linea senza perdite)

Ripuntualizziamo inoltre che il periodo di


questo parametro

(mentre

2
4
logicamente il semiperiodo):
semiperiodo quindi, ad
esempio, se un carico a distanza
comporta
orta come un chiuso, a

si

lo stesso
2
carico si comporter come un aperto (v.
figura a fianco).

Si noti infine che nel progetto della linea (e dello stub) abbiamo diversi gradi di libert:
libert

lunghezza della linea ( 0

) e carico (+ relativo adattamento);


4
dimensioni della sezione trasversale (+ relative condizioni al contorno).
contorno)

8.4 Onde stazionarie


Dalle espressioni su tensioni e correnti della linea

V ( z ) = V+ e j z + V e j z

1
j z
V e j z
I ( z ) = Z V+ e
c

si ottiene, per L = 0 :

L =

V
V+

(
(

V ( z ) = V+ e j z + L e j z

V+ j z
e
L e j z
I ( z ) =
Zc

)
)

V ( z ) = V+ e j z

V+ j z
I ( z ) = Z e
c

Come si vede, rimane soltanto la componente progressiva (si parla infatti di onda puramente
progressiva):: in tal caso, le ampiezze e le fasi dellonda risultano essere indipendenti dalla struttura
della sezione traversale.
Inoltre, passando nel dominio dei tempi, si nota che la tensione varia sinusoidalmente e con la
stessa ampiezza in ogni sezione:

v ( z , t ) = Re V ( z ) e jt

Non dunque difficile convincerci del fatto che l'inviluppo dell' onda (cio il luogo dei massimi e
dei minimi al variare di z)
individuato da V(z), cio da due rette
parallele all' asse z (v. figura).
Mostriamo ora che possibile
scomporre lespressione della tensione
V(z) in due parti:
una parte progressiva (che, per
rendere lidea, in qualche modo
avanza lungo la linea);
una parte stazionaria (che,
invece, come congelata e
immobile).

Si ha infatti:

j L
j L
j L
j L j z
j z

V ( z ) = V+ e
+ L e e
= V+ e 2 e j z e 2 + L e 2 e j z =






piccolo trucchetto per far tornare i conti

= V+ e

L
2



j z + L
j z + L j z + L
j z+ L
j z + L
j L
e 2 + L e 2 = V+ e 2 1 L e 2 + L e 2 + e 2 =






altro trucchetto che non cambia il valore dell'equazione ma che ci torna molto utile

j z+
j


2
V+ e 2 1 L e
+ 2 L cos z + L = Vp ( z ) + Vs ( z )

2





parte progressiva
parte stazionaria ( usato Eulero )

La parte progressiva d un contributo formalmente pari alla consueta relazione espressa in


termini di onda incidente e riflessa, ma con una riduzione di un fattore ( 1 L ).
L

La parte stazionaria, che abbiamo espresso nel dominio delle frequenze, pu essere ricondotta nel
dominio dei tempi:

j L


2V+ e 2 L cos z + L = VS ( z ) vs ( z , t ) = Re VS ( z ) e jt =
2

= 2V+ L cos z + L cos t + L + arg ( V+ ) = f1 ( z ) f2 ( t )


2
2

Come stato enfatizzato, nel dominio dei tempi la parte stazionaria formalmente caratterizzata
dal prodotto fra una funzione soltanto dipendente da z e unaltra unicamente dipendente da t.
Pertanto la parte stazionaria ha un andamento periodico (sinusoidale) sia nello spazio che nel
tempo, e in ogni sezione si ha un'oscillazione con ampiezza Vs ( z ) , diversa da punto a punto.
Calcoliamoci il modulo quadro di tale ampiezza doscillazione
V (z) = V ( z) V * ( z) =
2

2
2
2

= V+ 1 L + 4 L cos 2 z + L + 2 L cos z + L
2
2

2
2
2


= V+ 1 L + 4 L cos 2 z + L + 4 1 L
2

L
2 1 L cos z + =
2


cos 2 z + L =
2

2
2
2


= V+ 1 L + 4 L cos 2 z + L
2

dopodich estraiamo la radice quadrata per ottenere:

Vs ( z ) = V+
Ora:

(1 )
L


+ 4 L cos 2 z + L
2

se = 0 si ha Vs ( z ) = V+  onda puramente progressiva;


se = 1 (carico reattivo) si ha Vs ( z ) = 2 V+ cos z + L ; ci significa che linviluppo della
2

nostra forma donda sinusoidale e che siamo in presenza di unonda puramente stazionaria,
(della quale si pu vedere un esempio nella figura sottostante):

Come si vede in figura, linviluppo della tensione giunge al valore 2 di ampiezza


normalizzata: ci significa che finiamo per avere una tensione massima 2 volte pi grande
di quella di alimentazione; questo fatto si ripropone (con valori di massimo diversi ma
comunque superiori di un fattore 1 < k < 2 alla tensione dalimentazione) anche nel caso di
onda puramente stazionaria (v. oltre) ed preoccupante, visto che pu portare ad avere
sopratensioni molto consistenti (soprattutto se la tensione dalimentazione dellordine dei
1000 V). Il tutto, in alcuni casi, reso ancora pi complicato dal fatto non sappiamo quale
sia lentit del carico collegato al termine della linea di trasmissione (per esempio, non si sa
a priori quanti utenti saranno collegati ad una certa linea elettrica dellENEL);
per tutti gli altri valori del coefficiente di riflessione compresi fra 0 e 1 si ha unonda
parzialmente stazionaria (ovvero a tutti gli effetti costituita da una parte stazionaria e una
parte progressiva).

C da dire che nella realt dei fatti impossibile avere pura progressivit; infatti:
i nostri ragionamenti sono stati fatti con lipotesi che la costante di propagazione porti
soltanto un contributo sulla fase, mentre nella realt ve n anche uno sullampiezza (
presente, cio, una parte reale);
entrambi questi contributi dipendono dalla frequenza: possiamo cio, nei limiti del
possibile, riuscire a realizzare una linea perfettamente adattata ad una certa frequenza,
tuttavia i segnali che ci serve inviare apparterranno sicuramente ad uno spettro di
frequenze pi o meno ampio. Di conseguenza, andiamo a trasmettere frequenze non
contemplate in sede di progetto (e per le quali, magari, non si ha neppure adattamento).

8.5 Potenza
Rimaniamo sempre nel caso privo di perdite e
calcoliamo la potenza attraversante una qualsiasi
sezione z della linea di trasmissione. Utilizziamo
la definizione:
1
P ( z ) = Re V ( z ) I * ( z ) =
2

V*
1
= Re V+ e j z + L e j z + e + j z + L* e j z =
2
ZC

) (

V+

2ZC

(1 ( z ) ) = 21 ( a ( z )
2

bL ( z )

Come si vede, la potenza che vogliamo calcolare in generale la differenza fra la potenza
progressiva e quella regressiva. Questa considerazione ci molto utile visto che fondamentale, per
il progettista, sapere quanta potenza viene riflessa: se essa troppa, infatti, rischiamo di bruciare il
generatore.
Analizzando la relazione ottenuta scopriamo che la condizione migliore per la trasmissione di
potenza attraverso una certa sezione si ha quando L ( z ) = 0 : in tal caso si ha infatti
P ( z) =

V+

2ZC

2
1
aL ( z )
2

e la potenza utilizzata nella maniera migliore possibile, dato che va a finire tutta quanta nella
propagazione del segnale. Si noti inoltre che il valore di potenza

V+

2ZC

ottenibile se il generatore

ha unimpedenza interna uguale a quella caratteristica della linea: solo in questo caso, infatti, il

coefficiente di riflessione nullo. Infine, siccome quando L ( z ) = 0 si ha Vs ( z ) = V+ = costante


(onda puramente progressiva), allora possiamo dire che anche P(z) costante: la potenza
trasportata, insomma, sempre quella per ogni sezione.
Se L ( z ) = 1 , invece, nulla viene trasmesso

P ( z) = 0

coerentemente con il fatto che non c' onda viaggiante ma solo un regime stazionario.
Queste considerazioni sulla potenza ci permettono di capire come sia possibile ricavare alcune
informazioni sul maggiore o minore adattamento di una certa linea di trasmissione: per farlo si
invia sulla linea una certa onda incidente, si misura la conseguente onda riflessa e si calcola la
potenza attiva presente. Confrontando i valori di questultima con la potenza dalimentazione
possiamo senza troppi sforzi capire quanto la nostra linea sia adattata.

8.6 Massimi e minimi


Prendendo lespressione
2


+ 4 L cos 2 z + L
2

facile accorgersi che lampiezza della tensione massima quando il termine coseno pari a uno,
il che si verifica se

Vs ( z ) = V+

(1 )

z +

L
2

=0

cio quando si ha:

= k
con k = 0,-1,-2, ...
2
Facendo la formula inversa otteniamo:

k L
k

z=

=
L =k L
2 2 2
2 2

z +

z0

Ci significa che i punti di massimo sono distanziati di una mezza lunghezza donda. Notiamo
inoltre che la posizione dei massimi (e dei minimi) dipende dalla lunghezza donda, cio dalla
frequenza, e dal carico.
Nelle sezioni di massimo si ha il seguente valore di tensione:

Vmax = V+ 1 + L = V+ + V
Analogamente, si hanno valori di minimo quando il termine coseno 1, il che si verifica se

z +

2
Facendo la formula inversa otteniamo:

+ k

z = ... = ( 2 k + 1)

con k = 0,-1,-2, ...

L
2

z0

4
Nelle sezioni di minimo si ha il seguente valore di tensione:

Vmin = V+ 1 L = V+ V
Per quanto riguarda la corrente, a causa del meno presente nella qui di seguito riportata
espressione generale,
V ( z ) = V+ e j z + V e j z

1
j z
V e j z
I ( z ) = Z V+ e
c

si avr un massimo (minimo) presso i valori di tensione minimi (massimi):


V V
Vmax = V+ 1 + L = V+ + V
I min = +

ZC

Vmin = V+ 1 L = V+ V

I max =

V+ + V
ZC

8.7 Rapporto donda stazionaria


Il rapporto donda stazionaria (ROS, in italiano, o VSWR, Voltage Standing Wave Ratio, in inglese)
un parametro facilmente misurabile definito come:
V
V + V 1 + L
S = max = +
=
Vmin
V + V 1 L
Da questa formula si pu ricavare una relazione per il coefficiente di riflessione:
S1
L =
S+1
(si ricordi che in assenza di perdite si ha = L )
S d meno informazioni del coefficiente di riflessione, ma spesso sufficiente per gli scopi pratici.
Si ha:
per S = 1
regime donda puramente progressiva;
per S tra 1 e
regime donda parzialmente stazionaria;
per S pari ad
regime donda puramente stazionaria.
Il rapporto donda stazionaria pu infine entrare a far parte di una relazione con il massimo e il
minimo dellimpedenza dingresso in una certa sezione.

MAX tensione / MIN corrente

Zi max

V+ + V
V
= max =
= SZC
1
I min
V+ + V
ZC

MIN corrente / MAX tensione


1
V+ + V
Vmin ZC
Z
Zi min =
=
= C
I max
S
V+ + V

(NOTA: in entrambi casi limpedenza in questione una pura resistenza)

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