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e coscienza trasparente
nelle simulazioni mentali
G. B.
Premesse-Disclaimer
Questo testo rappresenta l'insieme di alcune considerazioni PERSONALI ed
HOBBISTICHE sull'interessante campo delle simulazioni mentali e sulle tecniche
sviluppate dal Dottor Corrado Malanga riguardo al suo studio sul fenomeno
abduction.
Quanto affermato in questo documento non attinge da una preparazione accademica
e/o titolata in materia alcuna e non rappresenta verit alcuna se non in riferimento al
valore personale che ognuno di noi attribuisce alle proprie idee.
Infine, si fa presente che non si ha alcuna volont in tale testo di sostenere o confutare
gli studi sul fenomeno abduction del Dottor Corrado Malanga a cui ci si riferisce solo
analizzando alcuni aspetti reputati personalmente interessanti.
Per un approfondimento sugli studi del Dottor Malanga si invita il lettore a leggere la
grande quantit di materiale disponibile gratuitamente al sito internet
www.ufomachine.org.
Per un approfondimento sul percorso A.T.TO.R.E a cui tale documento fa riferimento
consultate il materiale presente al sito internet www.attore.altervista.org o scaricate il
PDF omonimo all'interno dei due siti internet sopra indicati.
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sono nella stanza, non vado avanti finch non ho fissato la stanza, la stanza deve diventare in
qualche modo reale da qualche parte, per fare diventare reale una cosa dobbiamo percepirla,
interferire con essa e sentirla..
Un volta creata la stanza.. la percepisco a livello sensoriale, immagino di starci dentro e cammino
dentro la stanza.. la guardo tutta.. mi avvicino ad una parete e voglio vedere com' fatta, mentre a
distanza vedevo la parete come una cosa bianca e senza dettagli mi avvicino ad essa e posso notare
particolari che prima non avevo notato, noto che la parete ha una trama.. noto anche la superficie
della parete, la tocco ed immagino di toccarla
L'uso di tutti i sensi favorisce anche la percezione visiva, cos, banalmente, se tocco
la parete la vedo meglio.
L'insieme dei canali percettivi (visivo, auditivo, cenestetico), cooperano ad aumentare
un flusso di concentrazione, che ci porta ad uno stato che possiamo definire di
simil-trance o autoipnosi (cos come afferma Scognamiglio) dove lo stato
inconscio si esprime liberamente senza blocchi creati dallo stato conscio della
persona, il cui ultimo si ritrova in una condizione di serenit, di tranquillit estrema, e
di osservazione.
dunque lo stato conscio ad osservare in modo sereno l'espressivit
dell'inconscio, supportando lo sviluppo dell'azione mentale in uno stato di similtrance (autoipnosi) all'interno di simulazioni mentali compiute SENZA interventi
di persone che guidano la simulazione.
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Il flusso-pensiero
Ma nel dettaglio cosa intendiamo per flusso? Nella psicologia l'uso di questo termine
stato introdotto da William James con l'opera Principi di psicologia.
James introduce il concetto di continuit di pensiero per cui il nostro pensare si
comporta come un fiume che scorre ininterrottamente.
Nonostante spesso noi facciamo delle pause per riflettere, il pensiero costante e non
quantizzato. Da un punto di vista olistico il pensiero viene dalla coscienza, esso il
flusso che viaggia a partire dall'archetipo verso l'emozione e dall'emozione al
simbolo fino al fonema.
Poich il pensiero frutto della coscienza esso si manifesta in ogni esperienza
esistenziale come continuo. Quando si rafforza questo flusso la persona si trova in
uno stato di flusso per cui, la sua energia psichica come un fiume che scorre e
trasporta qualunque cosa, tutto orientato verso un determinato oggetto o scopo.
Lo stato di flusso raggiunto dunque quando l'intera energia psichica, l'insieme di
tutte le abilit e percezioni mentali sono impiegate al massimo grado a raggiungere
uno scopo (che pu essere ad esempio particolarmente difficile).
La prima fase di manifestazione dello stato di flusso la concentrazione
dell'attenzione generale verso un unico punto-obiettivo. Si manifesta un
assorbimento, un coinvolgimento naturale e spontaneo che tende ad azzerare
l'attenzione verso tutto il resto.
Come abbiamo visto in precedenza, lo stato di flusso esattamente quello che
avviene quando si comincia a perdere l'attenzione di noi stessi, del nostro corpo e
dell'ambiente che ci circonda durante l'esecuzione corretta del S.I.M.B.A.D; siamo
assorbiti interamente dalla simulazione mentale e la nostra attenzione focalizzata
solo su ci che percepiamo nella virtualit della nostra mente.
Questa fase di assorbimento la stessa che si manifesta nella prima fase dell'ipnosi
regressiva in cui si porta il soggetto a focalizzare la sua intera attenzione verso
qualcosa (ad esempio un punto su uno schermo che viene osservato, poi toccato,
assaporato ecc..).
Il processo psichico che porta allo stato di flusso stato denominato da Mihaly
Cziksentmihalyi (direttore del dipartimento di scienze comportamentali Universit
di Chicago) come coltivazione:
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la coltivazione unattivit psichica resa possibile soltanto dal fatto che gli esseri
umani sono capaci di focalizzare in modo selettivo la loro attenzione per il
conseguimento di mete. Poich lattenzione il mezzo tramite il quale gli atti
intenzionali possono essere adempiuti, conveniente pensare ad essa come ad una
energia psichica . [...] Lenergia psichica non lo stesso concetto reso familiare
nei pi recenti scritti di Freud. Da una prospettiva psicoanalitica, essa si riferisce ad
un serbatoio inconscio di tensioni libidiche, ad una forza vitale che si manifesta in
desideri, i quali conferiscono motivazione e direzione alla vita conscia. Luso del
tutto differente, pi in linea con le precedenti formulazioni dello stesso Freud, in cui
egli identificava l'energia psichica con lattenzione mobile [attenzione fluttuante].
Lattivit psichica consiste di intenzioni che dirigono l'attenzione, attraverso la quale
l'informazione viene selezionata e tramutata in consapevolezza. Quando noi ci
occupiamo di qualcosa, lo facciamo per realizzare una qualche intenzione (1986, pp.
20-21).
La fase di coltivazione che si realizza durante una ipnosi o una simulazione mentale
(quale F.M.S.) guidata da un operatore si differenzia leggermente dalla fase di
coltivazione delle simulazioni mentali non guidate in quanto, il soggetto stesso deve
nel secondo caso auto-veicolarsi e indirizzare l'intera sua mente verso l'obiettivo
assumendo dunque un auto controllo.
Con l'ausilio di un operatore la condizione di stato di flusso pi facile da
raggiungere ma si pu giungere paradossalmente ad uno stato di flusso incosciente,
(se l'operatore non molto abile) ovvero uno stato di flusso in cui la persona non
riesce ad analizzare e in qualche modo metabolizzare l'esperienza del flusso stesso;
utilizzando sempre la similitudine del fiume, si ottengono delle ripide in cui navigare
davvero difficile e il livello dell'acqua troppo alto.
Nello stato di flusso incosciente si perde l'osservatore, ovvero si perde quella parte
della persona che veicola il tutto tramite la sua volont, si ottiene una manifestazione
della volont che non attraversa tutti gli strati della persona ma solo il lato pi
profondo. Detto ci si capisce per cui quasi sempre le persone non ricordano cosa
hanno visto-percepito durante una seduta di ipnosi regressiva, l'osservatore (che la
parte conscia) si addormentato. l'operatore che in questo caso fa la differenza e
rimette tutto in equilibrio applicando un contino processo di controllo.
Stuzzicare l'atto di volont dalla profondit della persona ha i suoi vantaggi, per cui
sicuramente si in grado di dialogare con l'io pi profondo (come la parte animica)
che manifesta il suo volere.
Tuttavia questa condizione pu provocare un gap, un vero e proprio scalino tra la
parte razionale e l'irrazionale; il lato conscio in questa condizione continua a non
comprendere l'inconscio e fatica a risolvere questa nuova distanza creata, si rischia di
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creare dei veri e propri traumi, dei contrasti tra la parte razionale e l'irrazionale.
Il lato conscio deve raggiungere quello stato di equilibrio con l'inconscio, in cui
l'attenzione e la concentrazione (flusso) bilanciata da una riflessivit
(consapevolezza).
Questa condizione mentale raggiunta dagli attori veri e dagli atleti di competizioni
sportive di un certo livello e in cui si coscienti all'interno di una attivit fisica o un
ruolo interpretativo.
Nell'ambito della formazione attoriale, il lavoro sull'attenzione da un lato richiede
l'uso dell'immedesimazione, del processo di analisi del personaggio, della
personificazione, della memorizzazione e comprensione dei processi corporei tramite
tecniche fisiche che favoriscono l'uso dell'istinto mimico; dall'altro invece si richiede
un allargamento dello stato di coscienza in cui, in modo paradossale, l'attenzione non
si fissa in modo fermo su nessuno degli aspetti precedentemente elencati.
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in cui l'attore, NODO B, che ha una identit ben conosciuta, ovvero che si conosce
bene , pu per cos dire divenire in scena chi gli pare. Se dunque l'attore deve
divenire da essere B a essere C egli deve riuscire prima a dimenticare se stesso,
ovvero l'imprinting del suo carattere, giungere ad una posizione neutra (NODO A,
stato di coscienza, il sentirsi io sono e basta, senza condizionamenti alcuni) e da
l andare dove gli pare.
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La capacit di un buon attore recitare parti molto lontane dalle caratteristiche della
sua persona (dal nodo B arriva la nodo C ma B e C non hanno alcun legame diretto).
Questa enorme semplificazione permette di fare delle semplici considerazioni per
quanto riguarda quello che accade ad un addotto. Un addotto tipico, con seri disturbi
dissociativi dovuti all'opera dell'alieno, perder il riferimento alla sua persona (nodo
B) ma si trover in un nodo (nodo GRIGIO), magari adiacente (caso ottimistico), ma
in genere molto lontano dalla sua forma neutra.
Ecco che allora, quando l'addotto lavora per riscoprire il proprio io nella risoluzione
del problema abduction, tramite ad esempio la pratica del S.I.M.B.A.D., sta
costruendo un legame verso la posizione neutra (dove ci trova la coscienza) e da cui
potr in seguito giungere alla sua identit personale (giungere al nodo B) diventando
quello che vuole.
Durante il percorso di liberazione si sviluppa una capacit di navigazione tra i nodi
dell'albero e la presenza dell'alieno come un nodo magnete che attrae verso di se e
cerca di condizionare l'attraversamento degli archi dei nodi. Pi si ha capacit di
navigazione e pi si riesce a contrastare l'imprinting dell'alieno e, dopo la liberazione,
a rimodellare se stessi. Quando si identifica in modo completo un alieno, ecco che
l'addotto individua nello schema precedente un nodo di imprinting che pu in
seguito riuscire ad eliminare (pruning del grafo).
Secondo quest'ottica, in realt, sviluppare anche questa capacit di navigazione
aumenta la velocit di liberazione dell'addotto, in quanto l'alieno comincia a perdere
la propria capacit di condizionamento sulla persona.
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Adattamento e controllo
Sviluppare la capacit di navigazione porta anche a sviluppare una certa capacit di
adattamento e reazione dinamica ai problemi reali.
Nei soggetti che hanno una forte capacit di navigazione, si manifesta un forte
tendenza ad assumere il controllo delle simulazioni mentali, riuscendo con una
facilit superiore alla media a rispondere mentalmente alle varie situazioni che
possono ad esempio svilupparsi dentro un S.IM.B.A.D. o dentro le successive ed
autonome applicazioni del TCTD (ovvero le applicazioni del TCTD dopo
l'applicazione guidata dall'operatore). Anche nelle simulazioni mentali guidate da
altri si manifesta questa tendenza al controllo; ovviamente ci pu essere un intralcio
alla simulazione mentale stessa ma un operatore che sa il fatto suo non dovrebbe
avere difficolt.
In questo senso si pu portare avanti, secondo le mie idee, un approccio alle
simulazioni mentali auto-guidate che aiuti ad assumere il controllo alle persone
che hanno difficolt pratica nell'utilizzare simulazioni mentali quali il
S.I.M.B.A.D. Quello che serve fare sviluppare in tali soggetti la capacit di
navigazione.
LA NASCITA DI A.T.TO.R.E.
Sull'energia e sull'equilibrio cominciai a notare come un semplice esercizio quale
quello di mimare una pianta ha mille impieghi. Il maestro di recitazione ci faceva
mimare spesso la pianta durante gli esercizi di laboratorio, favorendo in noi l'idea di
rinascere sul palco per divenire il personaggio, e/o per favorire un respiro pi
profondo. Modificai ogni esercizio in ogni particolare, facendo attenzione alla
tensione muscolare delle gambe. Mi guardai anche un video accelerato che
riprendeva i punti salienti della crescita di una piantina, cercando di traslare il
processo visto nei movimenti del corpo. Molto semplicemente i piedi erano le radici,
le gambe erano il fusto della pianta e cos via, dal basso all'alto per tutto il resto fino
alle dita che erano le foglie (o i frutti) .
Scelto l'esercizio, notavo come nella sua esecuzione si manifestavano tratti del mio
stato d'animo e non solo, facevo il paragone con gli altri membri del gruppo di teatro
che, anche se semplicemente mimavano la pianta senza tutte le indicazioni che io mi
davo, rappresentavano un dato nell'esecuzione.
Notai come un compagno di teatro, mimava la pianta come qualcosa di poco vivo,
aveva difficolt a rendere nei suoi movimenti un senso di vita, i suoi gesti erano
quasi un po' tetri, l'espressione del volto mentre la pianta cresceva manifestavano
quasi un dolore e le braccia che dovevano rappresentare i rami della pianta, erano
sempre bassi, non si innalzavano mai di molto oltre lo sguardo. Analogamente le
mani erano completamente afflosciate, quella pianta mimata era spoglia sia di
foglie che di frutti.
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sono completamente rilassate, nel punto pi basso che vi possibile. Dovete arrotolare il
busto su voi stessi. Quando vi sarete abituati a questa posizione (POSIZIONE DEL
SEME), cambierete il vostro movimento e la vostra immobilit si tramuter in una lenta
progressione verso la mobilit.
Mantenendo una respirazione ciclica pensate di riempirvi di energia e di riprendere molto
lentamente la posizione eretta. La progressione di risalita deve seguire il grado di energia
che state acquisendo. Il movimento di risalita deve essere l'esatto contrario del precedente
movimento di discesa. Le gambe saranno tese e la direzione che indicano sar seguita dal
movimento di srotolamento.
Ritornando alla posizione eretta continuate ad alzare le braccia fino a germogliare come
una pianta usando le mani e le dita per manifestare tale processo. Quando le braccia sono
alzate alla loro massima estensione fate un respiro profondo e poi lentamente riabbassate le
braccia buttando in modo naturale tutta l'aria. Sempre ad occhi chiusi, riprendendo a
respirare pensate di essere in quel luogo che avete pensato prima.
Era evidente che un cambiamento del modo di eseguire un esercizio del genere
era solo possibile grazie ad un cambiamento interiore di se stessi o una capacit
di cambiamento in tal senso.
Notai ad esempio come la quercia si addiceva perfettamente allo stato d'animo
della mia interpretazione di Peppino Impastato, mentre, quando paradossalmente
provavo ad interpretare Ofelia, se subito dopo eseguivo l'esercizio ecco che mimavo
una pianta allungata, dalla crescita leggiadra, delicata, dai frutti preziosi ma che era
anche indifesa, un forte vento poteva spazzarla via e portarsela in cielo. Riuscivo
ad andare con questi due personaggi ai lati opposti del mio essere forte e misuravo
questa mia capacit tramite l'esercizio in questione.
Viceversa, il forzarmi ad eseguire l'esercizio della pianta in un modo o nell'altro
favoriva di molto la mia performance interpretativa del personaggio corrispettivo.
La pianta divenne uno strumento per verificare il mio stato interiore ma anche agire
su di esso a mio piacimento, con la pianta mi trasportavo anche dentro le
simulazioni mentali, compiendo la pianta in riferimento ad un accaduto reale del
passato oppure semplicemente immaginato, nascendo nello spazio della
simulazione mentale introducevo all'interno di essa in modo saldo le mie percezioni
sensoriali riuscendo ad esempio a ricostruire l'accaduto passato (un p come una
super-ancora molto agganciata) o in genere a spadroneggiare all'interno della
simulazione mentale mantenendo uno stato di concentrazione profonda e
straordinariamente serena, cristallina.
Compresi come bisognava pompare al massimo la simulazione mentale, dunque
cominciai a scrivere e a provare esercizi sulla gestione del respiro da associare ai
movimenti del corpo e allo stato di attenzione. Analizzando l'atteggiamento di molte
persone, tutte quelle che incontravo, giorno per giorno ma anche di animali, cani,
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gatti, uccelli, persino lucertole compresi certi atteggiamenti istintivi presenti in modo
diverso ma al contempo simile negli esseri viventi cos disparati. Compresi come
certe cose esulavano dalla specie di appartenenza e che la nuova PNL spiegata da
Corrado Malanga riusciva a leggere bene tutti questi gesti ed intenti. Notai un primo
fattore comune sulla respirazione delle persone, notando come si possiedono alcuni
atteggiamenti a cui non ci si fa caso, come il respiro durante i movimenti e lo stato
d'animo (serenit, gioia, tristezza, paura, rabbia, affetto, odio, senso di fame, di
sete, di stanchezza, di forza, di agilit, rivolgere l'attenzione).
Quando siamo intenti a fare la qualsiasi cosa respiriamo in modo incontrollato,
respiriamo senza pensare di dover respirare ed il nostro respiro un mezzo molto
diretto per leggere noi stessi. Analogamente il respiro induce in noi qualcosa, per cui
sapere manovrare il nostro respiro ci permette di cambiare dentro.
Spinsi maggiormente me stesso nell'esplorare la plasticit corporale sulla base di
altri esercizi svolti a laboratorio, tra cui il mimare un gatto che si stira le zampe dopo
una dormita oppure il famoso esercizio (di stampo Living Theatre) del sentirsi
acqua, fuoco, aria, acqua-tondo, quadrato-fuoco, aria-cubo, acqua-lenta, fuocobradipo, aria-veloce ecc... ecc.. con miriadi di combinazioni varie.
Esplorai modi diversi di camminare, di assumere posture in base anche ai personaggi
interpretati nel laboratorio, introducevo all'interno delle mie performance
interpretative delle costrinzioni posturali ed emotive (come diceva Peppino De
Filippo: l'attore in scena deve complicarsi la vita) che mi permettevano con
maggior forza di entrare nel personaggio.
Avevo adesso tutte le carte in regola per poter scrivere un atto completo, dovevo
mettere ordine sulla sequenza di esercizi e scrivere un esercizio finale, pensavo
sempre all'idea di volare, la figura del gabbiano, l'idea di un uccello che si libra in
volo mi allettava. Scelsi un nome, A.T.TO.R.E. (Artistic Technique TO Resolve
Emotions). Adesso dovevo concentrarmi sulla stesura di un esercizio finale.
Il volo dell'aquila
Ero attratto dal concetto di volo da gabbiano, ma l'uccello in questione non
trasmetteva la giusta forza. Cominciai a pensare che solo il Re degli uccelli poteva
trasmettere la giusta forza, ovvero l'aquila. Essendo amante dei Pink Floyd mi ispirai
al celebre video della canzone learning to fly in cui un uomo sale in cima ad una
montagna per poi buttarsi e volare come aquila. Il caso volle che in quel periodo
inoltre partecipai ad uno stage intensivo sulla gestione della memoria emotiva e
sensitiva e uso dello spazio scenico ad opera di una compagnia teatrale della mia
citt. Lo stage si concluse con la messa in opera di un minispettacolo durante cui gli
attori improvvisavano aquile che volavano dall'alto di una montagna sulla colonna
sonora del film l'ultimo dei moicani.
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Non vi erano indicazioni precise riguardo alle performance singole degli attori se non
il fatto di stare a piedi uniti ed il punto della musica nel quale spiccare il volo, vi era
comunque un certo ruolo di gruppo con frasi scritte a caso che riecheggiavano come
stormi, vi era una autoanalisi di gruppo ragionato sulla scelta di aquile madri che
osservavano gli altri, uno spettacolo di impatto evidente dove gli attori andavano in
stato di trance e gli spettatori rimasero a dir poco a bocca aperta.
Durante l'esecuzione del volo di gruppo, mi capit accidentalmente di toccare le
mani di altri attori affiancati a me durante la fase del volo, nella mia mente mi voltai
verso chi avevo urtato e li vidi come altre aquile che volavano. La stessa cosa
accadde a molti altri attori quella sera. A causa del forte impatto emotivo molti attori,
soprattutto coloro che personificavano le aquile madri piansero durante l'esecuzione.
Lo spettacolo fu davvero incredibile, una esplosione di emozioni e sensazioni.
Finito lo stage, una notte sognai di volare cos come nella performance dello stage,
ma COMPLETAMENTE SOLO per andare dove risiedeva la mia coscienza.
Ecco che presi direttamente il volo dell'aquila e lo riformulai totalmente, ne presi la
pura idea del volo DA AQUILA (molto pi di impatto del volo del gabbiano a cui
prima io pensavo) e della scelta musicale particolarmente azzeccata. Pensando inoltre
al video Learning to Fly formulai esattamente il tutto. Sia nel video musicale che
nel lavoro dello stage mancava comunque, oltre alle motivazioni, la meta del volo.
Decisi quindi di inserire una meta ben precisa, un'isola, circondata da un mare, dentro
cui ci sarebbe stato il punto di accesso per entrare in contatto verso la coscienza.
Avendo fatto dei SIMBAD immaginati in una spiaggia l'idea stessa di un'isola andava
bene, io vedevo un isola caraibica e approdavo in una spiaggia perlacea, dove sorgeva
un enorme schermo bianco o uno specchio dentro cui potevo entrare per arrivare ad
incontrare la mia coscienza.
Scrissi quindi di getto l'ultimo esercizio finale, vi introdussi la pianta come inizio
dell'esercizio per pompare maggiore energia, e nel volo discendente dall'alto della
montagna verso l'isola dove risiede la coscienza vi era una discesa mentale simile alla
discesa di un ascensore ma dettata dalla musica. Considerai di usare
momentaneamente la musica utilizzata nello stage, ovvero la colonna sonora
dell'ultimo dei moicani, ma speravo poi in una composizione su misura di un
musicista che avevo conosciuto da un p, personaggio che annoto con le sue iniziali:
G.P.
Fatto questo presi tutti gli esercizi che avevo scritto prima, e li adattai in funzione
dell'ultimo esercizio finale, introdussi maggiore enfasi negli esercizi sul fare provare
forza, coraggio, crescita di energia. Nel giro di una settimana avevo tutto pronto.
Scegliendo come musiche provvisorie, oltre a quella dell'esercizio finale, alcune
composizioni di Vivaldi perse da le quattro stagioni, qualche composizione di
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Bethooven, il semplice rumore del mare, del fuoco, del vento e combinazioni. Avevo
tutto pronto ed aspettavo G.P che mi ripeteva che aveva concluso il suo studio e che
era li per consegnarmelo e da li poi che avrebbe composto le musiche.
Riporto il testo dell'ultimo esercizio:
Quando la musica tende a diminuire l'isola sempre pi vicina fino a che atterrare e
ritornate uomini, quando giunge il silenzo ecco che appare fronte a voi un enoreme
schermo di colore bianco, voi prima toccate lo schermo con la mano e poi vi entrate
introducendovi dentro una stanza che contiene quello che stavate cercando.
Adesso facendovi sempre guidare dalla musica pensate alla vostra essenza (Anima) e
visualizzatela allungando le mani fronte a voi come per concentrare voi stessi
(esercizio 4.3). Adesso individualmente comincerete il simbad. Potete mimare
fisicamente voi stessi nella stanza del simbad. Per visualizzare la parte animica
allungate il braccio sinistro (destro se siete prevalentemente mancini) in accordo
all'esecuzione dell'esercizio 4.3.
Per visualizzare Mente inspirare e sollevate il capo, la testa insieme al collo come
un altro vostro arto e tramite essa manovrate la vostra mente. Analogamente in
accordo con l'esercizio 4.3 con l'altro braccio visualizzerete Spirito. Per unire la triade
giungete le mani intrecciando le dita e portatele a toccare il vostro naso.
Al richiamo del ritornello potete decidere di espandere la triade (Anima in
particolare) dentro di voi, evidenziando, con un movimento di apertura delle braccia
verso l'esterno, la vostra espansione di energia che ingloba tutto il vostro corpo.
Il musicista sparito
Pass un mese e mezzo ed io non ricevetti nessun studio da parte di G.P che
continuava a rimandare, tra le motivazioni mi fu detto che gli avevano rubato in
ufficio e che doveva ricominciare daccapo. Io ero preoccupato, volevo le musiche,
dovevo provarle su di me e poi volevo farle provare su altre persone, anche se gli
esercizi di tutto il percorso sono esercizi di teatro per cui i dati erano esattamente le
esperienze mie e degli altri attori del laboratorio teatrale, io volevo le cose fatte
ancora pi serie, volevo portare avanti un campionario particolarmente esteso e
mirato su quanto avevo costruito. Alla fine mi stufai, il G.P in questione spar
totalmente ed io presi la decisione di rendere definitivo quanto avevo scritto
arrangiandomi con le musiche che avevo scelto. Mi accingevo all'esecuzione del del
tutto in un atto teatrale di volont.
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3.7: Il pendolo
Difficolt in base alle persone nell'oscillare in modo controllato senza perdere
l'equilibrio. Come per il 3.6, le persone estroverse sentono il porsi in avanti come un
movimento pi naturale. Viceversa per le persone introverse.
3.8: La pianta che cresce
Sensazioni simili al 3.5 ma con evidenti difficolt a mantenere l'equilibrio in
condizioni di immobilit ad occhi chiusi in base al proprio equilibrio psicofisico.
3.9: La stanza divisa
Varie difficolt nel sentirsi in modo distinto nelle parti della stanza che si manifesta
con una non fluidit nei movimenti. Dal gruppo di teatro le persone tendono a
schematizzare i movimenti in base alla loro posizione e seguendo spesso movimenti
ciclici.
Esercizio 4.1.1 ascoltare una spiaggia
Senso di benessere e rilassamento muscolare. Dal suono del mare che si infrange
sulla riva il soggetto tende ad immaginare il luogo. Il visivo tende ad identificare
tramite il suono un movimento dell'acqua nella sua immagine mentale, riuscendo a
descrivere anche la forma della riva dove si infrangono le onde. Il cenestesico
associa al suono anche sensazioni corporali tipiche, come l'odore e la sensazione di
una brezza sulla pelle che segue il movimento del mare. Tutti i soggetti attingono
dalla propria memoria sensitiva in accordo alla propria capacit sensoriale.
Esercizio 4.2: Aprire le braccia: il presente spaziale
Quasi tutti hanno avuto difficolt nel comprendere l'esercizio spiegato a voce. Alle
seguenti parole Cominciate adesso (tramite l'esercizio 3.1) a pensare ad un filo infinito che,
nella posizione in cui eravate prima di spostarvi, si estende al vostro orizzonte e che sia sospeso in
aria ad una altezza pari al vostro sguardo quando voi siete in piedi. Quando vi sentite pronti
alzatevi in piedi e posizionatevi dove pensate ci sia il filo, in modo che il filo passi attraverso il
vostro profilo. il soggetto erroneamente immagina il filo infinito non disteso
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Questi sono i pochissimi dati puramente indicativi e ben lontani da una raccolta
statistica precisa.
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Ci si rende conto in prima analisi che il percorso di A.T.TO.R.E. una strada non
immediata e non pensata per un uso esclusivo per liberarsi contro le abduction ma ha
l'obiettivo di scavarsi dentro e quindi pu essere messa al servizio delle tecniche di
liberazione sviluppate da Malanga.
Ci si rende conto che con lo sviluppo delle successive tecniche realizzate da Malanga
e dal suo gruppo di ricerca, il TCT ed in particolare la fase del TCTD eseguita dalla
persona autonomamente (ovvero dopo l'applicazione della TCTD grazie ad un
operatore) sono facilmente integrabili nell'ultimo esercizio 5.1 (ma non solo) e,
volendo, nella condizione di sentirsi spazio infinito precedentemente annunciata (in
quest'ultimo caso si richiede la capacit di sovrapporre insieme 2 simulazioni mentali
contemporaneamente e, l'annullamento dell'iterazione di altri soggetti all'interno del
sentirsi spazio infinito, ovvero l'annullamento di iterazione con l'essenza altrui si
manifesta con una luminescenza, una nebulosa colorata attorno alle sfere del TCT).
Nel linguaggio della ricerca di Malanga, il processo di annullamento dell'interferenza
dell'essenza altrui e il consolidamento di tale stato di condizione di sola nostra
essenza lo si pu descrivere come una BARRIERA A-SPAZIALE e a livello
rappresentativo, in riferimento alla campana di energia utilizzata nella tecnica della
FMS e della TCTD, tale barriera si manifesta come un concetto di densit infinita
dell'aura della persona rispetto ai confini di essa, ovvero della campana. Tuttavia
queste mie parole non descrivono esattamente quello che realmente accade. Il
concetto razionale pi simile per descrivere tale condizione dato dalla matematica,
definendo, all'interno di un insieme dei numeri reali (dunque con potenza del
continuo) con estremi a, b, (ovvero un insieme del tipo [a,b] ), un sottoinsieme i cui
estremi sono asintodici, ]a,b[, dunque ]a,b[ C [a,b] .
Sarebbe interessante realizzare una raccolta statistica approfondita su quanto esposto
ma purtroppo allo stato attuale non ho le risorse per farlo e comunque non un
obiettivo della mia vita (perdonatemi ma adesso ho cose pi importanti da fare).
Invito dunque gli esperti del settore a valutare adeguatamente quanto stato fatto e a
portare autonomamente una ricerca in tal senso se lo reputano necessario magari
realizzando qualcosa in tal senso con l'ausilio di musiche realizzare ad hoc.
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Conclusioni
Anche agli occhi dei pi scettici, supponendo che le teorie di Malanga riguardo al
fenomeno abduction siano solo un grande e colossale abbaglio (davvero poco
probabile) rimane obbiettivamente interessante l'utilizzo delle metodologie sviluppate
nell'ambito delle simulazioni mentali e delle tecniche meditative. Se tutto fosse la
descrizione di una psicosi collettiva ci si ritrova ad avere degli strumenti per stilare
profili precisi di tali disturbi e per mettere appunto tecniche meditative che tengono
conto di queste informazioni.
In quest'ottica, quanto formulato in A.T.TO.R.E e in questo documento, lo si pu
considerare uno studio PERSONALE su tecniche meditative simili ad uno yoga o
altro.
In riferimento allo psicodramma di Levy Moreno credo PERSONALMENTE che
quanto esposto in questo documento dovrebbe rendere chiara l'idea che prima l'analisi
(ed autoanalisi), ovvero la comprensione, e in seguito la modifica delle performance
di semplici esercizi di teatro permettono una presa di coscienza, uno sviluppo nelle
persone della capacit di superare le proprie difficolt, e un cambiamento radicale del
proprio io.
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Bibliografia
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