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LA VOCE DELLA GIUSTIZIA: RIFLESSIONE Giustizia riparativa Intervista a don Giambattista Mazzucchetti Don Giambattista Mazzucchetti é cappellano delle car- ceri di via Gleno (Bg) e collaboratore della Caritas dio- cesana. Gli rivolgiamo alcune domande sulla giustizia riparativa, 1. Chi colui che soffre, che ha bisogno di essere gua- rito, "rieducato' ... e secondo quale giustizia? La persona ristretta in carcere vive uno stato di soffe- renza, 6 persona ferita, anche se sirifiuta di ammetter- oe se un tempo ha inferto ferite. Stretto tra disperazione e ribellione, il carcerato ha bi- sogno di un volto che lo ascoltie gli pari Gesi si é fatto compagno di peccatori. Cé un modello alternativo alla giustizia retributiva (al male rispondo col male) che si sta affacciando sullo scenario dell'amministrazione della giustizia ed @ la cosiddetta giustizia riparativa (rispondo al male pro- gettando, con discernimento, secondo il bene, una via che & bene per tutti, peril reo, la vittima e la societal 2. Che tipo di relazioni si possono instaurare in un car- cere: di abbandono, di vendetta o di cura e di penti- mento? Lacondizione segregativa del carcere, il continuo scon- tro con le strette limitazioni alle possibilita di relazioni affettive, 0 disceltae di espressione di sé, le esperien- ze della dipendenza da altri, sono una costante sempre presente in una quotidianita che pud assumere i carat- teri dell'abbandono e delncuria ed in conseguenza di tali sentimenti pud sorgere un desiderio di vendetta Nelle relazioni che, tra le donne e gli uomini, si danno nelle carceri, da dentro il loro fallimento ed il loro desi- derio di riscatto, c’8 comunque vita che desidera venire alla luce, alla verita, alla liberta di sé 3. Perché il perdono @ cosi estraneo al concetto di stizia, perché é cosi difficile uscire dalla logica del ta~ glione? Spesso paragoniamo la misericordia, in certo modo, all'amnistia 0 alla grazia. Ma, intesa cosi, la misericor- dia finisce per costituire un atteggiamento del tipo di quelli che Gesii stigmatizza in certi Farisei 'atteggia~ mento di chi @ preoccupato - molti lo sono anche con, riguardo a papa Francesco — che vi sia troppa miseri- cordia, cosi che il male (altrui) non ne risulterebbe pit, ‘a cura di Giuseppe Bonfanti stigmatizzato a sufficienza Orbene, la misericordia non @ un atteggiamento del dopo. E, piuttosto, uno stile dellagire nei confronti del male che incontriamo nella vita, Perdanare non vuol dire far finta di niente ma che io rinuncio a chiedere il tuo male, perché sono ancora in- teressato al tuo futuro e alla tua salvezza 4, Quali suggerimenti si sente di dare a chi vede da fuori questa “citta nella citta"? Non @ raro che qualcuno ci chieda: “Ma perché andate. incarcere?". Questa domanda, in realta, a volte nascon: de un giudizio estremamente negativo sui carcerati Noi che andiamo in carcere, certo, non dimentichiamo, che fi incontriamo persone recluse che si sono mace chiate di reati anche gravissimi Un consiglio che posso e voglio dare e che rivolgo an= che ai ragazzie giovani delle scuole che mi chiamano a testimoniare della realta carceraria @ quello di non ac= cettare mai, “sic et simpliciter il giudizio superficiale @ vendicativo di chi grida/reclama la certezza della pena anche quando non si ha mai la certezza della colpa. (NB: il testo integrale dell intervista é consultabile sul sit httsf wwwparrocchiaseriate it)

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