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CAPITOLO II

AN DRO

ovevo assolutamente aver fatto qualcosa di male


nell'ultimo periodo, qualcosa per cui evidentemente

meritavo di essere punita in qualche modo.


Questo pensai, una volta attraversata la porta del club, e una volta
constatato che improvvisamente nove occhi si erano puntati (per
l'ennesima volta in due giorni) con fare indagatorio su di me.
Il decimo occhio presente nella stanza, azzurro come un'acquamarina e
altrettanto sfavillante, puntava invece in direzione dell'attaccapanni, ed
apparteneva a Hiro Hamada, la ragazza pi strabica della scuola, la pi
bionda, nonch l'unica a detenere la carica di Presidentessa del club di
Danze Popolari. Nell'altro suo occhio, quello altrettanto azzurro che
fissava me, leggevo uno strana eccitazione, un'emozione dovuta
sicuramente alla presenza di Sae accanto a me: avevo gi visto quel tipo di
sguardo altre volte e voleva dire qualcosa del tipo: Bingo!!! Un nuovo

membro per il nostro club!!!. Purtroppo avevo visto altrettanto spesso


spegnersi quell'euforia dopo che il presunto neo-adepto, chiarendo il
malinteso tra mille inchini, aveva dichiarato di essere entrato nella sede del
club per sbaglio o per chiedere in prestito qualcosa.
Ma questa volta non c'era nessun fraintendimento e la presenza di Sae
era ufficiale, bench temporanea, ed infatti, dopo che io l'ebbi presentata
agli altri componenti come se ce ne fosse bisogno! , e spiegato il
motivo della sua presenza al club, l'entusiasmo non si smorz: Sae fu
catturata dai quattro componenti pi giovani che la circondarono con mille
attenzioni e centomila domande, mentre la Presidentessa mi traeva in
disparte con l'aria di una cospiratrice:
Kanbayashi! esclam, al contempo sussurrando, prendendomi
sottobraccio. Ottimo lavoro! Bell'acchiappo!!! Mi sa che abbiamo fatto
bingo stavolta!, disse, mentre mi nasceva spontaneo un sorriso per aver
indovinato il termine che avrebbe usato. Ma era stata una predizione molto
molto facile, anche se da tempo mi chiedevo perch la Presidentessa fosse
cos amante del bingo quando sapevo per certo che i suoi genitori
gestivano invece una sala di pachinko.
Ma lo sai, Kanbayashi, cosa significa per il nostro club avere tra le file
una Sae Nishimura?
Che... che con una persona in pi... ci divertiremo di pi? buttai l. In
realt per me la faccenda aveva un altro significato, ma mica potevo
rivelare alla Presidentessa il fatto che per me stare nello stesso club di Sae
avrebbe significato morire dallo struggimento ogni volta che durante un
ballo l'avrei sfiorata.
Apri gli occhi, Kanbayashi!, esclam Hiro-senpai, picchiettandomi

poco delicatamente con un dito in mezzo alle sopracciglia. Significa


molto, molto di pi! Non sai forse quanto popolare Nishimura?
Ahim, certo che lo sapevo. Annuii.
E allora! Fai due pi due, su! Facciamo bingo e ci prendiamo anche il
jackpot stavolta! Non ti rendi conto che... aveva iniziato a dire, ma nel bel
mezzo della frase si era accorta che, avendo man mano alzato il volume
della propria voce, gli atri la stavano fissando.
Eh, eh! Adesso balliamo! Eh, eh!, ridacchi facendo finta di niente, e
cambiando bruscamente discorso, poi, si rivolse ancora verso di me,
sibilando senza quasi muovere le labbra, a mo' di ventriloquo:
Continuiamo dopo!
Dunque, dunque, dunque... da cosa potremmo iniziare? riprese la
Presidentessa, camminando a grossi passi avanti e indietro davanti a noi
disposti in fila, proprio come potrebbe fare un comandante davanti a un
piccolo plotone. Nishimura-san, tu hai per caso qualche conoscenza di
balli popolari?
No, per nulla! So imitare qualche stacchetto di alcune idol per!,
rispose Sae, mettendosi in una posa particolarmente kawai e strizzando un
occhio. Con gli occhi quasi sbarrati, controllai istintivamente il mio naso,
per essere sicura che non ne fosse schizzato fuori un litro e mezzo di
sangue...
Ecco, Sae era cos: poteva essere maledettamente dolce e femminile,
come in questo momento, o maledettamente risoluta e teppista, come ad
esempio il giorno prima in classe, quando era stata punita... e riusciva a
passare da un estremo all'altro alla velocit della luce. Ed entrambi gli
estremi, purtroppo, mi facevano lo stesso effetto... anche se a volte non ne

capivo il motivo. Certe sue espressioni mi mandavano in ebollizione il


cervello ed ero convinta che, da un momento all'altro, come in una pentola
a pressione, il sangue incandescente sarebbe pur dovuto uscire da qualche
valvola di sfogo!
Hamada-senpai invece aveva probabilmente pensieri molto diversi su
Sae perch, vista la sua posa da idol mancata, guard il soffitto e fece un
gesto come per mettersi le mani nei capelli, fermandosi un attimo prima
giusto perch probabilmente solo in quel momento si accorse che sarebbe
stato un po' maleducato. Hiro era un tipo molto schietto, che prestava poca
attenzione alle formalit e a volte poteva sembrare quasi rude, una cosa
insolita per una persona giapponese: probabilmente queste maniere le
erano state trasmesse come un virus dallo stretto contatto con i nonni, che
erano stranieri e che erano anche i responsabili della parte bionda del suo
genoma.
Presidentessa, cosa ne dice di fare un An Dro? propose Touya
Shibutani, l'unico componente di sesso maschile del club di Danze
Popolari. Siamo in numero dispari e quindi se ballassimo una danza a
coppie qualcuno dovrebbe rimanere fuori... E l'An Dro cos semplice da
imparare!
S, gli diedi ragione mentalmente, certamente la cosa pi facile
dell'universo ma anche quella pi noiosa della galassia! Ed a Sae
sembrer tremendamente piatta... si annoier subito del nostro club!
Ma ormai anche Hamada-Senpai aveva votato a favore dell'An Dro e
aveva cominciato a spiegarlo. Non che ci volesse molto tempo per dare le
istruzioni necessarie... due passi in diagonale avanti a sinistra e due passi
indietro a destra, da ripetersi all'infinito per tutta la durata della musica. E

il movimento delle braccia: una rotazione in avanti (come per remare) e


una indietro, agganciati ai vicini tenendosi per i mignoli...
Ed ecco che magicamente mi ritrovavo legata a Sae per mezzo di questo
piccolo dito, e improvvisamente fu come se tutte le terminazioni nervose
del mio corpo si fossero concentrate nel mio mignolo sinistro, in attesa di
captare tutti i dettagli di questo contatto speciale per poi trasmettere
informazioni al mio cervello ed emozioni al mio cuore.
Un centimetro quadrato.
Anzi: un centimetro quadrato scarso.
Questa era la porzione della mia pelle che aderiva a quella di Sae,
tuttavia da quella piccolissima superficie si irradiava una vibrazione quasi
elettrica che raggiungeva tutto il resto delle mie membra. Mi sentivo quasi
imbarazzata da questo contatto di per s innocentissimo, ma che mi
causava delle sensazioni quasi oscene, come se la parte interna del mio
mignolo sinistro fosse diventata la zona pi erogena del mio corpo. A dire
il vero, non avevo mai notato come fosse sensibile la pelle delle mie dita,
specialmente nella parte interna, ed era veramente incredibile che dal mio
mignolo destro, dove ero agganciata a Shibutani-kun (nello stesso identico
modo!), mi arrivasse invece una sgradevole sensazione di dolore. Il
mignolo infatti, essendo l'unico punto d'unione tra le braccia dei danzatori
che roteavano a tempo di musica, veniva letteralmente artigliato dal
compagno accanto, che per non rischiare di sganciarsi durante il
movimento lo afferrava saldamente con molta, a volte troppa forza. Il
risultato finale era, alla fine del ballo, una mora generale di mignoli,
strattonati, arrossati e tumefatti.
E questo successe anche a Sae, perch, se io avevo considerato il mio

aggancio con lei paradisiaco, per lei viceversa non aveva evidentemente
avuto alcuna particolare importanza e quindi, finito il ballo, la vidi soffiarsi
con forza su entrambi i mignoli, per cercare un po' di refrigerio. Hamadasenpai, dall'altro lato rispetto a me, gliel'aveva probabilmente massacrato,
avendo per abitudine una presa che definire "energica" era quantomai
riduttivo... e questo lo sapevo per esperienza diretta.
Fino a cinque minuti prima non avrei mai annoverato il soffiarsi sui
mignoli tra le pose sexy che una ragazza potesse mai assumere, ma in
quel momento mi sembr la cosa pi sensuale del mondo e riuscivo quasi
a sentire il soffice respiro di Sae solleticarmi le mani come se lo stesse
facendo a me.
"Su, su, che non nulla!" la incoraggi la Presidentessa. "E' solo il
sangue che si rimette in circolo. E' tutta salute! Si vede che finora hai usato
troppo poco i tuoi mignoli."
Sae le rivolse una strana occhiata, del tipo: "Perch, bisogna usarli? Non
lo sapevo!"
"I mignoli sono molto importanti", intervenne Touya. "Per esempio, per
suonare uno strumento, tutte le dita hanno un ruolo insostituibile".
"Oh! Non ci avevo mai pensato... forse tu suoni qualche strumento,
Shibutani-kun?" si interess Sae.
"S, in effetti suono il flauto, o meglio lo suonavo. Fino all'anno scorso,
ero nella banda scolastica".
"Oh, il mio amico Soichiro sa suonare la chitarra. Ma lui non suona nella
banda."
"Gi. Non ci sono chitarre nelle bande, purtroppo" rispose Touya con
un'espressione triste.

Ma... fermi tutti! Perch la professoressa Ojiwara ci sta guardando...


dalla finestra? esclam Sae, interrompendo l'interessante conversazione
sui mignoli. E' qui per controllarmi?? Non poteva chiedere all'insegnante
referente come aveva detto? Perch vuole tormentarmi l'anima in questo
modo! Che stress...
In effetti l'insegnante ci stava proprio fissando, attraverso l'ampia vetrata
dell'aula del club, che si trovava al piano terra dell'edificio scolastico. Non
avrei saputo dire da quanto tempo fosse l, poich ero troppo concentrata
su Sae per fare bene attenzione a tutto il resto.
Hiro prese la parola. Non penso che sia qui per controllare te
specificamente. E' normale che venga a guardare di tanto in tanto, dato
che...
Dato che..? Incalz Sae, evidentemente incuriosita.
Dato che lei l'insegnante responsabile del club di danze popolari.
Cooosa? sbott Sae stupefatta. Ma allora cos' stata tutta quella
messinscena di ieri in classe? Poteva semplicemente assegnarmi a questo
club, senza fare tutta quella commedia, come se volesse far sembrare di
assegnarmi un club a caso! Poteva dirlo chiaramente che voleva un
membro in pi per il suo club... poco numeroso. Kanbayashi-san,
prosegu, voltandosi verso di me e fissandomi con i suoi bellissimi occhi
verdi spalancati in modo impressionante, quasi sbarrati, come poteva
Ojiwara-sensei non sapere che tu frequentavi questo club?
Forse... beh...forse lei... non mi ha notato... Non sono un tipo.. beh,
ecco, appariscente... risposi confessando tutta la mia trasparenza.
Esatto, proprio cos esclam la professoressa Ojiwara spalancando
all'improvviso la porta. Doveva aver fatto tutto il giro dell'edificio mentre

noi stavamo parlando.


Non sono cos ossessiva verso i club che coordino da ricordarne a
memoria tutti i componenti...
... i sei componenti? puntualizz Sae incredula, sottovoce.

on sono cos ossessiva verso i club che


coordino da ricordarne a memoria tutti i
componenti...!?! Davvero hai detto cos?

disse Kanami Matsuda esterrefatta, smettendo per un istante di bere il suo


caff.

Dovr pure in qualche modo cercare di mantenere in vita la mia fama


di algida professoressa di inglese... rispose Mai Ojiwara sogghignando
furbescamente e aggiustandosi gli occhiali di metallo, per darsi un
contegno. Chi l'avesse vista in quel momento avrebbe stentato a
riconoscere in lei l'arcigna insegnante dell'istituto Makarekawa: aveva
un'espressione rilassata e serena mentre sorseggiava beatamente una
cioccolata calda in compagnia della sua amica d'infanzia, ritrovata di
recente e divenuta da poco tempo anche una sua cliente.
Le due donne avevano infatti frequentato la stessa scuola fino al
diploma: successivamente, per, Kanami si era dovuta trasferire a Tokyo
per via del lavoro del padre, e in questa citt aveva trovato lei stessa

un'occupazione come modella e l'amore. A volte per il destino decide di


tornare sui propri passi, e cos era successo che suo marito, anni dopo,
avesse avuto un'importante promozione lavorativa a condizione di doversi
spostare, per combinazione, proprio nella cittadina natale della moglie.
Era stato poi di nuovo il lavoro, stavolta quello di lei, a far reincontrare
Mai e Kanami. Infatti quest'ultima, trasferendosi al seguito del coniuge,
aveva dovuto lasciare il magnifico lavoro che aveva a Tokyo, per
accontentarsi dell'unica occupazione decente che aveva trovato vicino alla
nuova casa, ma ne era piuttosto insoddisfatta. Per questo motivo
desiderava trovare un nuovo posto ed aveva anche provato a fare qualche
colloquio, ma si era ben presto resa conto che nessuno cercava una
modella vecchia come lei (che, comunque, aveva solo trentaquattro
anni!) e che ormai per ottenere un buon lavoro era richiesta una discreta
conoscenza delle lingua inglese, materia in cui lei a scuola aveva sempre
ottenuto a malapena una sufficienza stiracchiata.
Cos aveva pensato di farsi dare ripetizioni private dalla sua vecchia
amica, che sapeva essersi laureata con ottimi voti in lingue straniere, e le
due si erano riunite dopo tanti anni, riformando la strana coppia che
erano sempre state: la bella Kanami, dai lunghi e lucidi capelli corvini,
col viso d'angelo e il corpo da modella, sempre alla moda ma senza
passione per lo studio, e l'inseparabile amica bruna Mai, una ragazza secca
secca e abbastanza ordinaria, i cui unici punti di forza, e cio dei magnifici
occhi viola, erano nascosti da spessi occhiali da miope che le conferivano
un'aria da topo da biblioteca: impressione che, peraltro, corrispondeva a
verit.
Le lezioni private che Mai impartiva a Kanami erano ben presto

diventate una via di mezzo tra ripetizioni e rievocazioni dei bei tempi del
liceo, alternate a passeggiate, sessioni di shopping, golose merende e
confidenze di vario tipo. In particolare Kanami andava ghiotta dei racconti
delle vicende della professoressa con i suoi studenti, e trovava
spassosissimo il contrasto tra la personalit solare dell'amica nella vita
privata e la seriet e intransigenza che invece la caratterizzavano come
insegnante. Mai, poi, era bravissima a descrivere in modo comico le
reazioni degli sfortunati studenti alle sue punizioni o strigliate.
Sei malefica!! E poi ti dovrebbero dare il premio di insegnante pi
disonesta dell'anno. Come hai potuto fingere cos spudoratamente di non
sapere in quale club stavi mettendo la povera ragazza? Mi ricordo
benissimo che un mese fa mi hai detto che volevi trovare un modo perch
quelle due iniziassero a frequentarsi...
Ehi, piano con le accuse! Io tecnicamente non ho mentito. In quel
momento davvero non ricordavo che Kanbayashi fosse nel club di Danze
Popolari. Devo seguire come referente otto e ripeto otto club, e non ne
ho assolutamente il tempo; e poi, dico, gli studenti in questa scuola hanno
una tale fantasia che ne hanno inventati di veramente assurdi, pensa che da
quest'anno sono l'insegnante di riferimento anche per il club del gioco
delle freccette. Che poi, dico, chiss perch lo hanno chiesto proprio a
me!
Gi, chiss! fece eco Kanami ridacchiando, perch le era
improvvisamente comparsa nella mente l'immagine dei componenti del
club di freccette intenti a mirare ad un bersaglio con al centro la foto di
Ojiwara-sensei.
Bah... comunque, non ricordo il tempo di aver fatto visita al club di

Danze Popolari sicuramente ben prima che Kanbayashi si iscrivesse.


Quindi, Kanami-chan, come vedi, sono completamente innocente pura
come un agnellino!
Innocente tu? Ma fammi il piacere! Se ti ostini a cercare di pilotare le
vite dei tuoi studenti a tuo piacimento! Hai mai pensato di fare la
burattinaia, invece che la professoressa?
Non essere cos drastica adesso! Solo perch cerco di far conoscere due
ragazze non penso di essere poi cos subdola come tu mi dipingi. Non ho
mai pensato ai miei alunni come a delle marionette. E poi, mi piacerebbe
sapere cosa avresti fatto tu al mio posto.
Non che fosse successo poi chiss che, se ben ricordo. Se non sbaglio,
avevi solo trovato, su un quaderno, le dichiarazioni d'amore di una per
l'altra, giusto?
Si, sul quaderno di Kanbayashi, c'era scritto a matita, su praticamente
ogni pagina, <<I love Sae>>. Le scritte erano cancellate con la gomma, ma
comunque erano rimasti i solchi.
Che tu avrai decifrato con qualche metodo da detective... perch sei
curiosa come una scimmia.
Perch sono preoccupata per il rendimento dei miei studenti, vorrai
dire.
Mettiamola cos se ti fa sentire pi professionale! Beh comunque,
secondo me, non era certo il caso di intervenire tramando loschi intrighi...
Ma quali loschi intrighi? E poi, scusa, dovevo forse lasciare che la
media della povera Kanbayashi si abbassasse sempre di pi? No,
seriamente, tu non hai idea di come fosse conciato quel quaderno. La
ragazza in classe non prende nemmeno pi appunti, scrive solo una serie di

I love Sae e non dirmi che siccome la frase in inglese devo


considerarlo un esercizio! E'

palese che soffre per amore, per una

studentessa che non le avrebbe mai rivolto la parola oltretutto, se io non


fossi intervenuta. Io almeno le sto dando una possibilit di conoscerla e,
spero, di aprirle il suo cuore. Perch se si tiene questi sentimenti chiusi
dentro... un giorno se ne pentir.
Eccome se se ne pentir, ribad mentalmente Mai Ojiwara, guardando
Kanami Matsuda negli occhi e trattenendo a forza un sospiro.

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