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Myspace maumaz
Pamela Serafino
Il tango maschilista? - Due facce contrapposte - Il tango triste? - Il tango ballato - Il tango e i caff - La
passione per i cavalli e per il gioco - La madre - La grande migrazione - Anche nel tango i cattivi poeti
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Il tango maschilista?
Un luogo comune sul tango quello di considerarlo maschilista. In molti testi del tango cantato vien fuori,
invece, l'immagine di un uomo perdente, vinto e umiliato dalla donna.
Riporto di seguito la traduzione di due esempi per tutti. Non dimentichiamo di inquadrare i testi nel loro periodo
storico, cio dei nostri bisnonni. Chiaro che si legge anche l'ironia. II tango tutto e il contrario di tutto. Uno pu
leggerci il maschilismo o il femminismo indifferentemente. E' la rappresentazione in versi della vita con le sue
sfumature e contraddizioni.
In un' intervista di pochi giorni fa, Adriana Varela, mito vivente del tango cantato, afferma che il tango non
maschilista, tuttalpi lo ancora la societa' in cui viviamo..
Tutti i video di
Maurizio Mazzotta
su YouTube
Ladra
Enrique Santo Discepolo, 1928
Per esser stato buono,
mi hai mandato in miseria,
mi lasciasti nell'indigenza,
mi hai rubato anche il colorito.
In sei mesi
mi hai mangiato il mercatino,
la casetta delle ferie,
la gancera, il bancone...
Ladra!...
Mi hai rubato perfino l'amore...
Ora,
tanto mi spaventa una donna,
che se per strada una mi fissa
mi metto accanto a un vigile.
Cio' che mi da piu' rabbia,
e' l'essere stato tanto stupido!
Sei il visitatore N
2 di 20
11/04/2015 17:25
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E ho saputo che il guerriero
che mori' pieno d'onore,
non mori' ne fu guerriero
come mi abindolasti tu.
E' canuto e registrato
come agente di camorra,
professore capobastone,
malandrino e truffatore!
Insieme
mi avete pelato a zero,
la tua figura fu l'amo
dove andai ad abboccare.
Avete inghiottito
tu, la vedova e il guerriero
cio' che mi costo' dieci anni
di pazienza e lavoro...
Ladri!
tu, la tua vecchia e tuo padre,
Guarda!
Attenti che se cambia la partita
e ho il coltello dal manico,
non vi do il tempo di scappare.
Cio' che mi da piu' rabbia,
e' l'essere stato tanto stupido!
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11/04/2015 17:25
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Sentimento gaucho
Juan Andrs Caruso,1924
In un vecchio spaccio del corso Colon
dove va chi ha perso la fede,
tutto sporco, straccione, un pomeriggio incontrai
un ubbriaco seduto in un angolo oscuro.
Nel vederlo sentii una profonda emozione
perch nella sua anima un dolore segreto indovinai
e, sedendomi accanto, al suo lato, gli parlai,
e lui, allora, mi fece questa crudele confessione.
Fai attenzione, amico.
Sai che condizione dell'uomo soffrire...
La donna che amavo con tutto il cuore
se n' andata con un uomo che l'ha saputa sedurre
e, malgrado andandosene ha portato con se la mia
allegria,
non vorrei vederla pi... Che nella vita sia felice
con l'uomo che la tiene per il suo bene... o che so io.
Perch tutto quell'amore che per lei sentivo
lo tagli con un sol colpo con la lama del tradimento.
4 di 20
11/04/2015 17:25
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Amabilmente
Ivan Diez
La trov nella garonniere e fra altre braccia...
Comunque, con classe e senza arrabbiarsi,
disse all'amante: "Puoi andartene,
l'uomo non colpevole in questi casi"
E nel trovarsi solo con la ragazza,
chiese le pantofole e gi fatto,
le disse come se non avesse visto niente:
"Servimi un paio di mate, Caterina."
La ragazza, impaurita, gli dette retta
e l'uomo, assaporandosi un buon sigaro,
l'assecond chiacchierando di sciocchezze...
E quindi, sbaciucchiandole la fronte,
con gran tranquillit, amabilmente,
le sferr trentaquattro pugnalate.
Il tango triste?
Un altro luogo comune considera il tango "triste". In realt, data l'immensa produzione sia di testi che di
musica, il tango rappresenta tutti gli stati d'animo dell'uomo nel contesto storico in cui vive, con i suoi
sentimenti, emozioni, gioie, drammi. Nel tango "Siga el corso" si rappresenta con gioiosit una sfilata di
carnevale. Il Carnevale stato un momento importante per lo sviluppo di questa musica e ballo. C'erano
centinaia di orchestre dal vivo a Buenos Aires che animavano le serate danzanti nelle diverse
accademie, saloni, caff nella prima met del Novecento.
Nel secondo tema "Un bailo a beneficio", si rappresenta una serata di ballo in un ambiente di borgata,
descrivendo i vari personaggi con i loro soprannomi. Si ha la sensazione di vedere uno di quei tipici film
comici, muti e in bianco e nero dell'inizio del Novecento. Spesso balliamo senza conoscere il testo del
brano e ci affidiamo solo alla musica. Generalmente i cantanti sono dei baritoni, come anche gli
strumenti utilizzati per il tango si basano su note piu' basse rispetto al "tenore". Questo forse ha
generato l'equivoco. I toni piu' bassi nella lirica vengono utilizzati per rappresentare storie serie, tristi.
il ruolo del padre, dell'amante terzo incomodo, mai dell'attor giovane.
5 di 20
11/04/2015 17:25
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Pi che di "tango triste", sarebbe pi logico parlare di tango come rappresetazione delle due facce della
medaglia della vita; allegra e triste, felice e disperata, comica e drammatica.
Lungo il defil
(Siga el corso)
Francisco Garcia Jmenez,1926
Questa Colombina
ha messo sulle sue occhiaie
il nerofumo del fuoco
del suo cuore...
Quella marchesa
dalla risata pazza
si dipinta la bocca
per baciare un claun.
Incrocia dal palco fino al carro
la stella filante
nervosa e sottile,
come una pittoresca spilla
sulla notte
del Carnevale.
Dimmi chi sei,
dimmi dove vai,
allegra mascherina
che mi gridi nel passare:
"Che fai?" "Mi riconosci?"
Ciao... Ciao... Ciao...
Io sono la misteriosa
donnina che cerchi!"
Togliti la maschera!
Ti voglio conoscere!
I tuoi occhi, per il defil,
vanno cercando la mia ansiet.
Le tue risate mi fanno male!
Mostrati come sei.
Dietro i tuoi disvii
tutto l'anno Carnevale!
Con sonora burla
tuona la cornetta
di una provocatoria
dama in trasparente.
E fra gridi e risate,
bella mascherata
giura che l'ammazza
la passione per me.
Sotto i folli cartelli
6 di 20
11/04/2015 17:25
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passano i fedeli
del dio giocondo
e va attaccando al mondo
i suoi sonagli il Carnevale.
7 di 20
11/04/2015 17:25
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Il tango ballato.
Molto stato scritto sul ballo e sui suoi vari aspetti, di festa, allegria,
amicizia... Mi piace riportare questi due testi. Il primo del 1942 che quasi
una mini guida di come bisogna ballare il tango. Consideriamo sempre la
sua data e di come da allora il modo di ballare sostanzialmente non sia
cambiato, in particolare nello stile milonguero. Il secondo testo risale al 1927
e gi allora c'erano personaggi che facevano del ballo un momento di
esibizione, alla ricerca dell'applauso, del fare da maestri, senza cercare
l'intimit e l'interpretazione. Ancora oggi vediamo gente, a volte maestri, che
ballano considerando la musica un optional. Ecco quindi che sono capaci di
ballare la Marsigliese e, come commentava argutamente Gianni Giberti,
8 di 20
11/04/2015 17:25
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Baldoria (Garufa)
Victor Solio e Roberto Fontaina, 1927
Della borgata La Mondiola sei il pi dritto
e ti chiamano Baldoria per l'eleganza;
hai pi pretese di un corista di rivista
che ha avuto successo con un tango.
Durante la settimana, lavori,
e il sabato sera sei un dottore:
ti infili le ghette e il colletto inamidato
e vieni al centro da conquistatore.
Baldoria, caspita come sei divertente!
Baldoria, sei gi un caso perduto;
tua madre dice che sei un bandito!
perch ha saputo che ti hanno visto
9 di 20
11/04/2015 17:25
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Il tango e i caff
Ritrovarsi nei caff un costume tuttora in uso nelle citt del Rio de La Plata.
E' un'abitudine che gli emigrati, mediterranei in particolare, si portarono appresso insieme a tutto il loro
bagaglio culturale. Quest'abitudine ormai da noi andata persa. I vecchi caff sono stati trasformati in
bar, imitando le usanze nordeuropee, sfruttando gli spazi dei locali per una maggiore resa economica...
A Buenos Aires i caff, sia quelli modesti che quelli eleganti, hanno degli spazi enormi con tanti tavoli.
La gente si incontra per chiacchierare, socializzare, oppure c' chi da solo si dedica alla lettura, chi a
scrivere... consumando poche cose, magari un solo caff e passandoci diverse ore.
Nelle biografie di diversi personaggi famosi del tango, come Gardel, Canaro, Discepolo, El Cachafaz... si
racconta che avevano l'abitudine di frequentare il loro caff preferito, sempre alla stessa ora e al solito
posto. L ricevevano amici o personaggi vari, dove discutevano di tango, cultura...
Molto hanno scritto su questi locali e abitudini. Riporto un testo del poeta Discepolo, e uno di Castaa,
musicista e poeta contemporaneo.
10 di 20
11/04/2015 17:25
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che sono gli stessi che danno fiato alle mie ore:
(Jos, della chimera...
Marcial, che ancora crede e spera...
e il magro Abel che se n' andato ma ancora mi guida...).
Sui tuoi tavoli che nessuno domanda
piansi un pomeriggio il primo inganno,
nacqui alle pene, bevvi i miei anni
e mi arresi senza lottare.
Caff L'Umidit (La Humedad)
Cacho Castaa
Umidit...pioviggina e freddo...
Il mio alito appanna il vetro azzurro del vecchio bar.
Non mi domandate se da molto che l'aspetto:
un caff che gi freddo, dopo tanti posacenere.
Malgrado so che mai arriver
sempre quando piove vado correndo fino al caff
e solo racconto con la compagnia di un gatto
che strapazza con piacere i lacci delle mie scarpe
Caff L'Umidit, bigliardo e festino...
Sabato con debiti... Che bello spettacolo!
Ho solo bisogno di ringraziarti
per l'insegnamento delle tue notti
che mi allontanano dalla morte.
Caff L'Umidit, bigliardo e festino...
Sabato con debiti... Che bello spettacolo!
Semplicemente ti ringrazio per le poesie
che la scuola delle tue notti
insegnarono ai miei giorni.
Solitudine di celibato... Sono trenta
anni gi stanchi di sognare.
Per questo torno fino all'angolo del caff
a cercare la comitiva eterna di Gaona e Boyac.
Gi sono pochi quelli che restano!
Andiamo, ragazzi, a ricordare questa notte
una per una le imprese di altri tempi
e il ricordo del caff che chiamiamo L'Umidit.
11 di 20
11/04/2015 17:25
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riportati, quando l'Argentina era "ricca", il tenore di vita era abbastanza alto. Nel primo testo, Alfredo Le
Pera, associa in forma poetica e autoironica le delusioni di un cavallo a quelle di una danna. Il primo lo
fa perdere per una incollatura, appena una testa fra un cavallo e l'altro, l'altra con la sua testa dice di
amare sapendo di mentire... Nel secondo testo l'autore maledice Palermo perch lo lascia in povert...
Spesso nel tango si avverte questo autocompatirsi, nell'essere vinti dalle proprie debolezze e passioni,
tutto in uno spirito autoironico...
Per una incollatura-testa
(Por una cabeza)
Alfredo Le Pera, 1935
Per una incollatura di un nobile puledro
che proprio sul traguardo rallenta l'andatura,
e che nell'attardarsi sembra dire:
Non dimenticare, fratello, tu sai che non devi giocare.
Per una testa, passione di un giorno
di quella civetta e burlona donna,
che nel giurare sorridendo l'amore che sta mentendo,
brucia in un rogo tutto il mio amore.
Per una testa, tutte le follie.
La sua bocca che bacia cancella la tristezza,
calma l'amarezza.
Per una testa, se lei mi dimentica
che importa perdermi mille volte la vita,
perch vivere.
Quante delusioni, per un'incollatura.
Ho giocato mille volte, non torno ad insistere.
Per se uno sguardo mi ferisce nel passare,
le sue labbra di fuoco un'altra volta voglio baciare.
Basta con le corse sono finite le scommesse.
Un finale combattuto gi non torno a vedere!
Ma se qualche cavallo risulta favorito domenica,
io mi gioco intero.
Che ci posso fare!
Palermo
Villalba e Braga , 1929
Sia maledetto, Palermo!
Mi tieni secco e infermo, mal vestito e senza mangiare,
perch il denaro le domeniche lo sperpero con i cavalli
nell'Ippodromo Nazionale.
Per cercare quello che non perde
mi divoro la rivista Verde e mi studio il pedigr
e malgrado il compendio butto dalla finestra
tutto il lavoro del mese.
Capricci che tengo con i cavalli,
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11/04/2015 17:25
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La madre
La percentuale molto alta di emigrati italiani in Argentina e comunque nei paesi del Rio de la Plata ha
determinato il forte attaccamento nella loro cultura alla figura materna. In questi due tanghi si riconosce
lo spirito "napoletano" del rapporto con la madre. La mamma come rifugio sicuro, l'amore che non ti
tradisce mai e che nessuno puo' portarti via.
Il primo testo di Celedonio Flores senzaltro molto poetico, pi evidente nella lingua originale e con i
vari termini in lunfardo a volte difficili da tradurre.
Nel secondo si va alla ricerca forzata di strappare lacrime, del resto tipica moda culturale del periodo
storico... Il vezzo affettuoso di chiamare vecchio o vecchia i propri genitori tuttora in uso a Buenos
Aires.
Ho paura
Celodonio Flores, 1928
Nella bisca della vita mi fermai col sette e mezzo,
essendo l'unica fermata della vita che indovinai.
Gi stavo sulla china della rovina, senza rimedio,
ma un giorno dissi fermati e quel giorno mi fermai.
Lasciai la comitiva rea dell'eterna carovana,
mi appartai dalla milonga e dal suo vagabondo
capriccio;
con il triste delle mie notti feci una bella
mattinata:
cimitero della mia vita convertito in giardino.
Garsonier, corse, bische, bevute da vizioso
e amori passeggeri... Baci falsi di donna...
Tutto sepolto nell'oblio del passato chiassoso
per l'amore pi santo che un uomo pu avere.
13 di 20
11/04/2015 17:25
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Consiglio d'oro
Arqumedes Arci, 1933
Ero un ragazzino quando mor il mio vecchio;
fu tanta la miseria, che la mia vecchia e io
mangiavamo piangendo il pane amaro e duro
che nelle ore di miseria la mia mano mendic.
La mia povera vecchietta lavando roba altrui
spezzava la sua schiena ai piedi del lavatoio,
per poche monete che calmavano appena
la crudele amarezza della nostra situazione.
Crebbi con negligenza e nei miei anni giovanili
mi avviai per il cammino che mi sembr migliore...
Mi accompagnai a ballerine, mi ingozzai di bevute,
e il migliore dei miei amici mi ha venduto quando ha
potuto.
Tutto pieno di me feci il guappo; mi chiusero fra le
grate
e da carcerato nemmeno un amico venuto a visitarmi,
solo il volto smagrito e adorato della mia vecchia
si appoggi alle grate per potermi baciare.
Per questo, compagni, per le tante delusioni,
non mi convince nessuno con frasi di amicizia;
oggi vivo con mia madre, voglio addolcire i suoi anni
e voglio rendere felice la sua nobile anzianit.
Mi sento cos allegro vicino alla mia mammina
14 di 20
11/04/2015 17:25
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La grande migrazione
La grande migrazione italiana verso l'Argentina risale all'inizio del secolo appena passato. La gente
abbandon i propri paesi e spesso la miseria, con promesse che oggi possiamo dire addirittura
ingannevoli. Le terre e le ricchezze erano gi divise da generazioni, e in mano a un pugno di gente,
discendenti dai conquistatori e di origine ispanica, inglese, americana... Quindi quella italiana era
principalmente una migrazione di manodopera, trattata con razzismo e con appellativi offensivi, legati
alla condizione di "straccioni". In questi due tanghi si racconta di un emigrante del sud e di uno del
nord. Entrambi la dicono lunga sulla loro situazione e in particolare si avverte quanto la musica italiana
abbia contribuito in modo predominante a far nascere ed evolvere il tango in tutte le sue forme
espressive, musica, poesia, ballo...
Canzonetta
Enrique Lary
La Boca... Viottolo... Giro di Ladra...
Osteria... Gennaro e il suo accordion...
Canzonetta, grigia di assenza,
crudele invasione di vecchie pene
nascoste nelle ombre della bettola.
Dolore di vita... Oh mamma mia!
Ho i capelli bianchi,e io sempre su questo tavolo
aggrappato alla tristezza dell'alcool.
Quando ascolto "Oh sole mio" "Senza mamma e senza amore",
sento un freddo qua nel cuore, che mi riempie di ansia...
Sar l'anima della mia mamma,
che lasciai quando ero bambino,
Piangi, piangi, Oh sole mio. Anch'io voglio piangere!
La Boca... Viottolo... Giro di Ladra...
Gi se ne vanno Gennaro e il suo accordion...
15 di 20
11/04/2015 17:25
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La violetta
Nicolas Olivari, 1930
Con il gomito sul tavolo lercio
e lo sguardo inchiodato al suolo,
pensa l'italiano Domingo Polenta
il dramma della sua migrazione.
E nella sporca cantina che canta
la nostalgia del vecchio paese
stona la sua rauca gola
gi conciata da vino scadente.
"E La Violetta la va, la va, la va;
la va sul campo che lei si sognava
chi era il suo yinyn che guardandola stava..."
Anche lui cerca il suo sognato bene
gi da quel giorno, tanto lontano,
che con la sua carica di illusione spar
come la Violetta che la va, la va...
Canzonetta del lontano paese natio
che abbellisce la sporca taverna
e che brilla negli occhi dell'italiano
con la perla di qualche lacrimone...
La apprese quando venne con altri
chiuso nella pancia di una nave,
ed con quella, facendo chiasso,
che consola la sua disillusione.
16 di 20
11/04/2015 17:25
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.................................
Las pruebas de la infamia
las traigo en la maleta:
las trenzas de mi china
y el corazn de l!
.................................
Arrsteme, sargento,
y pngame cadenas!...
Si soy un delincuente,
que me perdone Dios!
=======
17 di 20
11/04/2015 17:25
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Un altro tema ricorrente quello della madre, del glio ammalato, della pazzia
o l'infermit, no alla morte. Spesso il colpevole l'uomo cattivo.
Con estrema facilit si fa leva sui sentimnti pi popolari. Si concentrano su
un'unica
persona tutte le disgrazie possibili, al di fuori di ogni pi semplice calcolo
probabilistico.
Cancin de cuna
......................................
Tu padre fue malo y te abandon,
......................................
Y el drama intenso de aquella madre
que por su hijito loca qued
===========
18 di 20
11/04/2015 17:25
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Silencio
..............................
Meciendo una cuna,
una madre canta
..............................
Eran cinco hermanos.
..............................
Un clarn se oye.
Peligra la Patria.
Y al grito de guerra
los hombres se matan
..............................
Y la viejecita
de canas muy blancas
se qued muy sola,
con cinco medallas
...............................
============
Molti testi di tango sono passati alla storia non tanto per la loro
bellezza quanto per gli interpreti. Anzi diciamola tutta, per
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11/04/2015 17:25
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