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34 | ARTI

sabato 19 dicembre 2015

la nuova Napoli
uno scugnizzo liberato
GIANNI VALENTINO

n Soldi, spazi e contenuti. Un indovinello in replay, a Napoli. La citt non


pu spendere i denari di una volta sono
finiti ma i cittadini esigono agor sociali e culturali dove esprimersi. E se la
politica lumaca, ci pensano le persone
a capovolgere lequazione: autori dellimpresa sono collettivi autonomi o di
artisti, che dettano nuove regole per vivere la citt. E poco importa che i mecenati siano latitanti.
Del resto, il Forum universale delle
Culture, evento triennale promosso dalla omonima Fundaci di Barcellona in
diverse citt del mondo e chiuso a dicembre 2014, non ha dato i risultati attesi (il budget superava di poco i 10 milioni di euro). E per il Grande Progetto
Unesco, in cui molti speravano e sperano sono 100 milioni di fondi europei
destinati tra laltro al restauro o alla riqualificazione di diversi monumenti,
dalla chiesa dei Girolamini allOspedale
Incurabili, dal Tempiodella Scorziata al
Teatro di Neapolis troppo presto per

Rinascimento | Dalla danza al cinema, alle installazioni itineranti.


La citt risorge a partire dai suoi luoghi feriti. Grazie allarte.
E allimpegno dei cittadini, stanchi di aspettare le istituzioni

Nellex asilo Filangieri


nascono reading, concerti e
performance. In pacifica
convivenza con i residenti

tirare un bilancio. Insomma, chi non


vuole rincorrere gli eurofinanziamenti
per produrre contenuti, oggi sindustria
in soluzioni alternative e si trova a disposizione una mappa che porta a galla
continue sorprese: giardini, palazzi, cave, chiostri. Associazioni e collettivi si
lanciano in questo avventuroso compito
creando esperienze dal basso. O, quantomeno, scambiando relazioni, conoscenza, umanit.
In un territorio che i turisti premiano
stagione dopo stagione Trivago pone il
capoluogo campano al terzo posto delle
citt italiane pi ambite (nel 2011 era al
nono) e il ponte dellImmacolata ha segnato unoccupazione delle strutture ricettive al 95 %, per non parlare dei numeri registrati dalla recente Notte darte,con concertiemuseiaperti finoanotte ecco brillare miriadi di operazioni
culturali e sociali. Come lo Scugnizzo Liberato, lex Asilo Filangieri, la maratona
delle Sette stagioni dello spirito.
Tra i quartieri Montesanto e Avvocata, nellex carcere minorile Filangieri
(erail conventoseicentesco delleMonache Cappuccinelle, in Salita Pontecorvo
44) poi casa-famiglia negli anni 70, che
Eduardo De Filippo individu quale rifugio per educare e difendere i ragazzini
dalla minacciadella vita brada( intatto
il teatro con la targa dedicata allattore e
drammaturgo morto nellottobre 1984)
da alcuni mesi nato lo Scugnizzo liberato, grazie allintervento degli attivisti
della rete Scaccomatto. Hanno riaperto
il portone antico; ripulito cortile, scalinate, stanze e terrazzi (gran parte degli
arredi era stata saccheggiata) e adesso
offrono la struttura a famiglie del territorio e artisti. Proiezioni per il cineforum manco a dirlo, tra i titoli c Sciuscidi De Sica doposcuola, consulenza
prelegale agli immigrati, caf per i lavo-

DAVIDE MONTELEONE

DISLIVELLI A Napoli,
come la vede in questo
scatto il fotografo Davide
Monteleone, non c il
mare e neanche il Vesuvio.
Solo una distesa
sconfinata di tetti
digradanti. In primo piano,
la Certosa di San Martino,
uno dei pi grandi
complessi monumentali
della citt situata sulla
collina del Vomero

ratori e sala prove per quattro compagnie teatrali. In pi, accoglienza al progetto pedagogico Arrevuoto, nato in seno allo Stabile Mercadante che per questa edizione svilupper Lispettore generale di Nikolaj Gogol. Sedicimila metri
quadri distribuiti su quattro piani, doppio spettacolare terrazzo che affaccia su
Castel SantElmo dal quale si scorge lintero corpo di Napoli qui Zilda,
neo-star della street-art mondiale, ha
lasciato in eredit due dipinti: Tu eri lineffabileeLangelo riabilitatorecuperati per i cittadini. Pi la palestra, con
danzatori di capoeira a far da maestri ai
pi piccoli. C ancora da fare, dice
Leandro Sgueglia, uno degli attivisti che
si occupano dello spazio. La nostra intenzione quella di far decidere le sorti
del luogo, attraverso assemblee pubbliche, a chi davvero vive il territorio, trasformandolo nella grande piazza che
manca al quartiere e organizzando attivit sociali e culturali. Oggi limmobile
di propriet del Demanio statale ma in
transizione verso il patrimonio del Comune di Napoli. Tra le urgenze, in fase

di completamento larchivio sullex carcere che funger da osservatorio sulle


condizioni odierne dei detenuti. E molto presto saranno pronte le stanze di disegno pedagogico per i bambini.
Com avvenuto gi allAngelo Mai e
al Nuovo Cinema Palazzo a Roma, al
Macao di Milano e al Teatro Garibaldi
Aperto a Palermo, pure a Napoli esiste, e
vive, una struttura abbandonata dal sistema ufficiale e occupata da chi sperimenta nel cinema, nella danza, nella
musicae nelteatro. lex AsiloFilangieri da non confondere, nonostante lomonimia, con il precedente in vico
Maffei. Tuttintorno, erompono le voci
degli artigiani di presepi di San Gregorio Armeno, lodore di bab e bollenti
pizze a portafoglio. Allinterno delledificio, che si sviluppa su tre piani, recitano attori, nascono reading, concerti e
performance che finalmente hanno trovato una dimora stabile (ogni rappresentazione termina entro mezzanotte,
in unregime di pacifica convivenzacon i
residenti dirimpetto). Concessa dal Comune che attraverso un disciplinare

duso ne regolamenta le attivit (nonostante le polemiche tra consiglieri di opposti schieramenti, le spese per i sei custodi,le puliziee ilconsumo elettricosono a carico dellamministrazione cittadina), la struttura ha nel tempo ospitato
lo scultore/regista belga Jan Fabre e
lartista del suono Bob Ostertag, e qui
hanno avuto la loro genesi alcune esperienze teatrali con Enzo Moscato e Davide Iodice.
Pi metafisica, lavventura delle Sette stagioni dello spirito, ispirata al libro
Il castello interiore di Teresa dvila,
ideata dallartista e ricercatore ambientale Gian Maria Tosatti con la curatela
di Eugenio Viola, che si sviluppa in una
serie di installazioniin residenze monumentali: civili o industriali.Tra la chiesa
dei SS. Cosma e Damiano, lex Anagrafe
comunale, i Magazzini generali della
Stazione marittima, lex Ospedale militare e la chiesa di Santa Maria della Fede
(pure questa occupata di recente da attivisti), in movimento costante tra un
quartiere e laltro epilogo a marzo
2016 la sperimentazione del giovane

sabato 19 dicembre 2015

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romano porta in dono racconti dinfanzia, catapulte di esistenze borderline e


isolamento emotivo, con il merito di
aver rigenerato, in due anni e mezzo di
interventi, immobili da tempo caduti in
oblio. Il mio progetto una riflessione
sul ruolo dellartista nellasociet,spiega Tosatti. Ho vagato in citt fino a rintracciare sette ferite dei suoi quartieri
perch ritengo che larte possa esprimere le potenzialit di aree dimenticate. Mi
sono lasciato ispirare da Camus e da
Malaparte, e con il sostegno del gallerista Peppe Morra affronto di volta in volta un esperimento, che coinvolge addetti ai lavori, fasce colte e bambini che mai
si avvicinerebbero allarte. E che talvolta
nemmeno frequentano la scuola. Ho
sempre pensato che la vera opera sia la
performance/reazione del visitatore.
A lungo Napoli stata loasi creativa
di grandi nomi, da Joseph Beuys a Andy
Warhol, a Lucio Amelio. Ha speso milioni in lire e in euro per le installazioni natalizie in piazza Plebiscito di artisti
di fama mondiale dalla Montagna di
salediMimmo Paladino(1995)alTaratantara di Anish Kapoor (2000) agli
Spiriti di madreperla di Rebecca Horn
(2002) senza forse mai davvero annullare la distanza tra le lite dedite allarte
e le persone comuni. Oggi il museo darte contemporanea Madre, che insegue
un nuovo regimedi produzioni, acquisizioni e mostre della propria collezione,
prova a ristabilire un contatto eterogeneo tra cittadini e artisti.
E le gallerie? Negli anni 70, quella di
Amelio calamit nel quartiere Chiaia il
talento di Cy Twombly, Robert Rauschenberg, Keith Haring. E ancora
Amelio fu lideatore della collettiva Terrae Motus in seguito al disastroso sisma
del novembre 1980. Commenta Peppe
Morra, altro gallerista storico, che alcuni anni fa ha anche creato il Museo Nitsch: Sono daccordo su un rapporto
partecipato nella gestione degli spazi e
approvo eventuali occupazioni di strutture dimenticate. Chi vive i quartieri deve sperimentare una dimensione consa-

C una separazione, mai


colmata, tra le megaopere
del Plebiscito e la gente,
dice il gallerista Morra

pevole dellarte. Come Fondazione


Morra gi nel 2003 abbiamo presentato
una manifestazione dinteresse per avere in comodato duso lex Convento Cappuccinelle. Ma la presa di possesso dellimmobile non basta, servono progetti
di lunga durata. Gli spazi richiedono
manutenzione e contenuti. Insieme agli
attivisti si potrebbe dar vita a laboratori
di formazione per artigiani e giovani
creativi, alimentando le speranze sociali
in questa fase storica di stasi produttiva.
Sosteniamo le Sette stagioni di Tosatti
perch crediamo nel dialogo tra la comunit e le responsabilit degli artisti.
Ma rispetto a dieci o ventanni fa la situazione a Napoli migliorata sul fronte
dellarte? Prosegue Morra: Dal mio
punto di vista, attualmente i giovani
hanno pi spazi in cui esprimersi, ma le
istituzioni, meno consapevoli rispetto a
valutazioni di estetica, si limitano a sporadiche apparizioni dal tenore meramente politico. Per le Sette stagioni, per,il Comunecista afiancoperch ilsindaco de Magistris crede nel risanamento delle aree sprecate. Quello che grave
secondo me, ragionando a posteriori,
la separazione mai colmata tra le megainstallazioni del Plebiscito e la gente,
anche se non discuto gli artisti scelti o i
loro contenuti. Il punto che gran parte
di quelle installazioni costosissime erano vissute da turisti o spettatori colti. E
non comunicavano. Anzi, venivano
spesso scambiate per un luna park in cui
andare a giocare un paio dore.

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SABRINA MEROLLA

Prove di danza nel refettorio dellex Asilo Filangieri

ANDREA PORCHEDDU

n Bisogna venire a Napoli per


capire il teatro italiano: quel
coacervo ribollente di passione
e frustrazione, di genio e improvvisazione o per dirla con
Eduardo di miseria e nobilt
che alla base di una cultura secolare. Per le strade come sui
palcoscenici si rappresenta la
vita, alla meno peggio: e la vita
teatrale di Napoli bellissima.
Qua il teatro sembra questione
degna di tifo calcistico e oggi
che il Mercadante diventato
Nazionale per il rotto della
cuffia tutti hanno qualcosa da
(ri)dire. La riforma di settore
voluta dal Mibact di Dario
Franceschini ha ridisegnato la
mappa geografica delle eccellenze e sotto il Vesuvio successo di tutto: a fronte del riconoscimento dellex Stabile come
Nazionale, mancato quello
del Bellini come Tric (Teatri di
rilevante interesse culturale),
relegato a Centro di produzione (uno dei grandi scandali di
questa riforma). Non solo: il
Teatro Diana, dallo spirito
apertamente privato e commerciale ancorch di qualit,
diventato Centro di produzione, ripescato dopo una bocciatura. E lo anche la neonata Casa del Contemporaneo (che a
sua volta accorpa tre strutture).
Un bel papocchio che ha
strascichi in termini di ricorsi
amministrativi e infinite discussioni.
Alla guida del Mercadante
c Luca De Fusco, uomo con un
passato politico nella Prima
Repubblica che ancora oggi
vanta illustri sostegni. Lo Stabile ha fatto il salto di qualit,
diventando lunico Nazionale
per il Sud Italia, anche grazie
allavallo nobile di Luca De Filippo, chiamato alla guida della
Scuola: ora che il maestro se n
prematuramente andato, si
temporeggia prima di trovare
un nuovo responsabile. De Filippo aveva preparato il piano
didattico e lofferta formativa:

teatro riformato
in casa Cupiello
Palchi | Allombra del Vesuvio il Mercadante
diventa Nazionale. E rischia di oscurare
il resto della vivacissima scena partenopea
Per ora la Scuola va avanti cos
dice De Fusco poi si vedr.
Cos, nonostante il parere sostanzialmente negativo della
commissione di qualit del
ministero, si moltiplicato il finanziamento del Fondo Unico
dello Spettacolo: bassino, 1,2
milioni di euro, ma molto pi
alto rispetto al passato e lazienda ha oggi un budget di circa 9
milioni. Sul futuro del Nazionale, comunque, si interrogano
tutti, in primis lo stesso direttore: Altri teatri, con la riforma,
devono mantenere o aumentare di poco lattivit che facevano. Noi saremo studiati come
modello di possibile sviluppo
perch dobbiamo raddoppiare
fatturato, pubblico, attivit in
un anno. E ce la stiamo facendo.
Di fatto, per, la gestione del
Nazionale stata al centro di feroci prese di posizione politiche. Il sindaco De Magistris e il
neo eletto governatore De Luca
hanno preso di mira non solo la
direzione, ma anche la presidenza delleconomista Adriano
Giannola.
Ci sono problemi economici, ammette De Fusco, non di
bilancio, poich possiamo contare su fondi europei, ma di cassa, dovuti ai ritardi di pagamenti dei soci, ossia Comune e
Regione. Questa una citt ris-

sosa per natura, per ci sono


tensioni che non capisco: perch rimuovere un ottimo presidente come Giannola? Solo
perch andiamo daccordo?
Sono abituato al fuoco incrociato contro di me, ma non capisco perch si debba destabi-

Lo Stabile diretto da
De Fusco, uomo dal
forte passato politico
con illustri sostegni

lizzare una struttura che comincia a funzionare e che cerca


di assestarsi per il futuro.
Molti non la vedono cos. Su
tutti un agguerritissimo Carlo
Cerciello, regista e anima dello
straordinario Teatro Elicantropo: Non ho ancora capito
quale sia la filosofia che guida il
Nazionale. La perplessit sul
piano politico: un teatro pubblico, per non chiaro il rapporto con il territorio, con gli
spettatori. Mi sembra una linea
autistica, in cui si rischia di
sperperare denaro della collettivit pensando solo alloggi, allimmediato. Gli fa eco Igina
Di Napoli, direttrice della Sala
Assoli, lo storico spazio ai

Quartieri Spagnoli, e di Casa


del Contemporaneo: Grave
il ritardo degli enti locali nellerogazione dei fondi, che provoca problemi enormi. Tutto quel
che si muove nella creativit,
invece, dovrebbe essere reso sistema, rete, per dare nuove opportunit ai giovani di talento.
Mi pare, invece, che si stia concentrando tutto sul Nazionale,
creando una scissione tra testa
e corpo: la testa del Nazionale, ma il corpo va da unaltra
parte.
Secondo Gabriele Russo, che
con i fratelli dirige il bellissimo
Teatro Bellini, la citt in netta
ripresa, anche dal punto di vista teatrale. Una ripresa non
considerata dalla riforma:
Prima cera uno Stabile pubblico, il nostro Stabile privato,
due centri di innovazione, il circuito. E ora? Abbiamo il Nazionale, va bene, ma il territorio
ben pi vivace: penso che Napoli, dopo Milano, sia la realt
dItalia con maggior creativit,
il luogo pi interessante in termini di energie, programmazione, produzioni e nella capacit di ripensare la tradizione
alla luce del contemporaneo.
Il fermento cui tutti fanno riferimento dunque altrove?
Nei tanti teatrini, fortini asserragliati in quartieri difficili,
o in esperienze come quella di

Arrevuoto, sviluppata a Scampia, che ha dato vita alla formidabile compagnia Punta Corsara. Il regista e attore Emanuele Valenti non ha dubbi: Il
Nazionale? Ha fatto bene allaltra Napoli, quella non ufficiale,
alternativa, che si organizzata, si messa in rete. Insomma,
la grande vitalit di questa citt
si sta esprimendo fuori da l.
Anche lo sguardo critico nota possibilit e contraddizioni.
Ad Andrea Esposito, giovane
giornalista per il seguitissimo
sito Fanpage, non dispiace lidea di un hub attorno al quale
si sviluppino tante attivit diverse, dalla formazione alla
promozione della nuova drammaturgia. Lo Stabile era sullorlo del fallimento, adesso si
salvato economicamente e pu
avviare una nuova fase. Il grande limite che, superata lemergenza, sembra mancare un
progetto per il futuro, per un
nuovo pubblico che non sia
quello borghese. Insomma, come al solito, ha da passa a nuttata: servono progetti culturali, come sta accadendo per il sistema museale regionale.
Giulio Baffi, critico di grande
esperienza, aggiunge non senza ironia: Il Nazionale il teatro della speranza. Speriamo
che dia ossigeno al sistema comunale e regionale. Il nostro
un territorio ampio, produttivo, creativo ma politicamente
osservato in modo inadeguato.
Il Nazionale non pu esaurirsi
nelle produzioni pi o meno
belle, ma deve essere motore
che si riverbera in tutto il territorio.
Alla fine, per capirlo un po
meglio il teatro napoletano, occorre attraversare le bancarelle
natalizie di San Gregorio Armeno e affacciarsi allex Asilo
Filangieri, di cui d conto Gianni Valentino: lAsilo diventato
una realt commovente per
proposta, passione e generosit
di chi gli d vita. Tutto con autofinanziamento, con entusiasmo: teatro straordinariamente di grande intensit..

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