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Anonimo D'Amaro

Tabu

ORODEGLISTUPIDI EDIZIONI
ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ANONIMO D'AMARO
I EDIZIONE MARZO 2010

QUESTO LAVORO È STATO REALIZZATO UTILIZZANDO SOFTWARE

LIBERO. NON ABBIATE PAURA DI SPERIMENTARE LA DIFFERENZA.


«Dictée de la pensée, en l'absence
de tout contrôle exercé par la
raison, en dehors de toute
préoccupation esthétique ou morale»

André Breton, “Manifeste du Surréalisme”


Ho come questa trapanante

sensazione di decoro
SCIA BOLE
Il clown è la mia fobia

talvolta vengo senza spettatori

il clown all'incirca è la mia mania


Perdita, perdutamente

tavanà, tavanà:
lo stregone non ci salva questa sera

morirò, prima o poi

proprio come Dalida.


Toccami pure miapatica tigre,

non credo proprio di abbronzarmi

questa notte: ecomunque


preferisco pettinare i miei dubbiosi

E comunque
E comunque
E comunque
I baffi intorno alla mia bocca

li lucido d'olio e d'infinite frustate:

il clown è una follia,

quando si tocca
E allora se hai ribrezzo di questo

infinitesimale, claustrofobico
isterismo?

Non toccare all'orso il dente che balla

te lo dice una vecchia pallida

che forsero io e

bla bla, bla


Strutturale gutturale tocco di tigre,
se mi tocco

e non ci sono spettatori:

la plastica mi turba ultimamente

gùtturalmente

strùtturalmente

definitivamente
Saidàn ti: maledizioni
lingua di perditempo

lingua tagliata di gatti in calore

calorico: dicasi di gatto funambolo

esperto esperimento d'esperanto

io mi basto da solo,
a contarmi il pianto
Come le cucio io le parole

sulla mia bocca


non le trovi sul giornale

diadafantomatico tonante,

accumulo patetico da scuola superiore:

“Sono ermetico per scelta

come questa latta


che contiene puri estratti di

merda d'artista”
Dentro al fuoco signori e signore

(intanto tu rullaciltamburo):

“Com'ero bello da piccolo,

tutto poroso,
attraversavo sempre con triste

prevedibile fallimento
i cerchi di fuoco”
Questi baffi me li ha dati il direttore

con la frusta, che spesso soffro

d'isteriche insaturazioni,
gravemente: tiaidàda, ti aìda, tidada.
Riassumendo: mi sono scosso

un po' troppo, e venuto via


il tappo

è uscito tutto:

sommamente, il clown è la mia

eterna malattia
BO LE RO
Efficace velo di cacio,

ringhio di baffi su

trappola pelvica:

efficiente: detto se copre

con velo di carne

le misereossa.
Tonico, balsamo

corro un rischio

corro corro
sul delizioso filo del plagio:

“o mio muro del pianto,

in genere i critici

mi portano del carbone.”


Sciolgo poco a poco
i miei relitti nella noia:

la plastica mi turba quasi sempre

morirò primattrice,

proprio una maria doria.


Giakà no, non sopporterei

che mi gridassi giakancòra


con la tua vocetta bassa:

bovinanemente pascoli tra i

miei glutei, così tondi


e confortanti.
Ossssessssioni di foca

e pallina colorata!

Trapezio a rovescio!
Compresa nel prezzo*
Rete stracciata

e cappppio di corda

per bella dipartita!


(noi ci prendiamo sempre il culo

dei nostri clienti).

*solo per clienti autosodomizzanti


Adelusiesonodelusionid'inverno
mentre provo a dirvi,
che non so volare:
buttiamocisultrapeziodellelacrimedelclown

precisazione? intim'azione?
Sconfinantesconfessanteimproponibile

nulla, l'infinito di me, come sempre.


LERO TICO
Bontà: avvalersi di calore tiepido:

e mi viene da versare,

proprio come una Madonna


E' meraviglioso questo mio cantare

internamente: sotàl, nevàl,

DeRenal mi s'attorcigliavadederaddosso:

sotàl, nevàl, DeRenal.


E' stupefacente questo mio essere

internamente ammasso inutile

di sanguinacciossa e di parole:

sotàl, nevàl, DeRenal.


“E' tutto così meraviglioso stasera che

sto morendo sul marciapiede, mi sto

autopiacendo come un onan:

M'innaffio della polvere dei lampioni

come se battessi una pregiatala rotta”

e poi mi prese il senso del piacevole

nirvana!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Sono furie di un colibrì demoniaco

avvelenato, bistrattato, scorticato,

toccato per la prima volta dal clown:

se risolvi il ritornello

avrai zucchero filato


e in omaggio una sorpresa

a dir poco prorompente,

mio cariato bambinello da niente


Chiamami Karibù

come se dicessi follemalatoschizzato

martoriato, denudato

tornate ciclicamente al punto di partenza,

ritirando mille al via

via pastrengo 24 grazie

via portello 15 grazie

via cordenonsodirti se mi fa

più piacere trovarti o lasciarti o

tramontarti
Un giorno mi porterò in un igloo

a figliare con un esquimese

me l'han detto le cartomanti,

che son fertile come una vacca di

stagione:
Sono marrone e fertile come una mucca

eppure
l'esquimese non mi parla:

sono un io penso, me l'ha detto

Crotone, giammai mi lusingassai.


TICO NORE
Coda come una neve sul maglione tuo

peloso, parodico urlo veloce contro

le tue bionde pallidone ma non

vedi come sono fertile?

Ma non vedi come sei carburantemente

intonito dai miei blasfemi sguardi

d'inettitudine? Ma non vedi

stanchezze di mani, di voce, di testa che

mi abbattono al più cieco disonore?


Oggi mando tutto in poesia sissignore

gradisce qualche, sospiro?


Accidenti come mi conto i denti

come un orso in calore

come un vecchio canapè:

io non penso di riuscire a fare a meno di

me
Abaco è l'inizio di tutti i fallimenti:

primamente, quello minorile:

e tu che mi schizzavi sulla maglia

la tua bianca intensità da nulla!


NORE FICE
Mi hanno detto che somiglio a

Cartesio
è qualcosa di

ridicoloscuretraballante:

sono fertile e partoriente

come una mucca del Minnesota

pronta pronta a un bel macello,

proprio come Cassandra.


Tagame mi turba per il turpe filo

del sottile piaceredolorante:

primo o poi Tagame ti tocca,


diadafantomatico, e tonante.
Ed è incredibile questo mio essere

rigogliosamente cavolo a merenda: sono un

fertile cavolo scomposto in più persone,

sono qualcosa di particolarmente sconvolto,

sono una bambolina vodoo a intermittenza,

sono uno spillone e per associazione uno

spicciolo, sono il barattolo di olive

fracassato questa sera, sono qualcosa di

particolarmente oltraggioso e meramente

improbabile:
Disse il granpastore:
“La verità del tutto è una e trina:

il legno del parquet è fatto a spina!”

Disse il peccatore:
“La mia perversione è un difetto di

natura, mi piace deflorarmi di verdura.”


FICE NTE
Quando il poeta comincia a cantare le

poesie della sua ultimautopsia può

già conchiuderla.
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