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ATTI

DEI.

ISTITUTO

R.

VENETO

SCIENZE, LETTERE ED ARTI

(tomo

lii)

SERIE SETTIMA - TOMO QUINTO

DISPENSA QUARTA

VENEZIA
PRESSO

LA.

SEGRETERIA DEL
NliL

TIP.

Pubbl.

il

22 Aprile 1894

PALAZZO

R.

LOREDAM

CARLO FERRARI
' 1893-94

ISTITUTO

INDICE

Atto dell'adunanza ordinaria del giorno 18 febbraio 1894

Lavori
A. Favaro,

ra.

letti

e.

C.

F.

Amici
Ferraris,

Sulla Bibliotlieca Mathematica di

c.

Nuovi appunti
.

Sul

e G.

c.

s.

545

Carrara.

552

sulla Statistica della

coltura intellettuale. Nota.

R. Na.sini,

543

Gu-

Nona Comunicazione

e corrispondenti di Galileo Galilei. Studi


s.

p.

per la pubblicazione negli Atti.

stavo Enestrm.

Detto.

potere

581

rifrangente

.......

dell'ossigeno, dello zolfo e dell'azoto nei nuclei ete-

Memoria

rociclici.

F.

Enriques.

s.

c.

Sulla teoria

delle

sistemi isotermi di Liouville

D. RiccorONi.

Le

trasformazioni proiettive

finite

G. Ricci,

Memoria

Intorno alla

sipcyftcie

595

con in-

in s stesse.

Nota

638

geodetiche e dei

linee

643

Sai provenzale nella Divina Commedia, con

riguardo alle recenti edizioni dello Scartazzini; Ber^j

Brockhaus, 4 volumi,

lino,

Hoepli,

A. Stefani,

c.

s.

1874 a 1800

682

L'azione locale vaso-dilatalrice dell'urea

cresce col crescere della pressione


F. Galanti,

s.

P. Ragnisco,

c.

c.

s.

e Milano,

volume, 1893

Saggio
Di

ci

di

versioni da

687

Monandro

710

che manca alla scuola elemen-

719
735

tare
F. Bonatei.li,

m.

e.

P. Cassani,

e.

s.

Percezione e pensiero. Parte

Sulla geometria pura euclidiana

dimensioni. Nota

Elenco dei

libri

e delle

Istituto dal

11.^

opere periodiche

ad

n
820

pervenute

16 Febbraio al 10 Aprile 1894

al
.

R.
.

lxxix

AMICI E CORRISPONDENTI
DI

GALILEO GALILEI.
STUDI DEL

M. E.

ANTONIO FA VARO

L' instauratore del metodo sperimentale suscit, come


non poteva a meno, intorno a s opposizioni vivaci, le
quali degenerarono anco talvolta in odii profondi e par-

torirono poi quelle gravissime conseguenze, che, dopo averlo

conturbato per mezzo secolo

di

nella relegazione di Arcetri.

Ma

vita,

se

il

quadro

stenza, spesa cosi luminosamente, offuscato

nue

lotte,

attraverso le quali

si

fecero finire

gliela

condusse,

d'

una

dalle

esso

esi-

conti-

d' altra

parte giocondamente lumeggiato dalla devozione e dall'affetto d' una lunga ed elettissima schiera di discepoli, di

amici e

di

fida nella

mecenati, la maggior parte dei quali

prospera come

Ormai non
biografia del

vi

nell'

ha pi alcuno

sommo

gli

rimase

avversa fortuna.

filosofo possa

il

quale

aversi

creda

che la

completa

senza
conoscenza dell'ambiente nel quale egli visse, ed
a formarsene un giusto concetto indispensabile non solo
la cognizione di tutto ci che personalmente e direttamente
la piena

lo risguarda,
tizie si

ma

altres

il

raccogliere quanto maggiori no-

possa intorjio alle persone con le quali egli

legato in rapporti di

spondenze.

polemiche,

di

amicizie e di

si

trov
corri-

(553)

[2]

sarebbe ingiustizia

questo fine,

che soltanto

grandemente

giov

tacerlo,

il

Prima Edizione completa

od an-

negarlo,

il

la cosiddetta

da
Eugenio Alberi, tanto pi ricca delle precedenti in fatto
di documenti epistolari
e molto pi giover la Edizione
Nazionale Galileiana la quale fornir agii studiosi un ma

delle

sue

opere, diretta

pi copioso

tanto

teriale

vagliato, riprodotto e
sia

e tanto pi scrupolosamente

(*)

io credo, non
una parte lar-

commentato. Nel quale,

per tornare sgradito

trovare

il

fatta

ghissima alle lettere fra terzi relative a Galileo, poich in

molte

meglio ancora che non nella corrispondenza

di esse,

sommo

diretta del

filosofo, si

rispecchiano

sul suo conto correvano, e sulle sue

giudizi

opere

quali

intorno ai

della sua vita.

casi

Tra

corrispondenti e

gli

amici

alcuni

Galileo,

di

portarono nomi tuttogiorno chiarissimi e rispetto

ai

quali

potrebbe apparire superfluo l'entrare in maggiori particolari

ma

ormai

molti altri vi sono sui quali

un denso

due

secoli e mezzo,

hanno

incirca trascorsi dalla loro morte,

all'

velo, e che tuttavia

tirato

importa allo studioso delle

cose galileiane di trarre dalla relativa oscurit, perch un

formarsi e delle respetti ve relazioni

giusto giudizio possa


col

sommo

filosofo

corrispondenza,

di

alcune circostanze notate nella

quali rimarrebbero, spesse volte,

le

d' al-

tronde inesplicabili.

Come

gi,

or non ha molto, ho impreso ad illustrare,

con una serie speciale

(1)

Siami lecito

pubblicazione

di

citare in

il

Per

la

studi, gii oppositori di Galileo,

appoggio

di tale

mio asserto

Edizione Nazionale delle 'Opere

la

di

("^)

recente
Galileo

M. il Re d' Italia. Materiali per un inBocumenti Galileiani non posseduti dalla BiFirenze raccolti per cura di Antonio Favaro.

Galilei sotto gli auspicii di S.

dice dei Manoscritti e


blioteca Nazionale di

Venezia,

tip.

(2) Cfr.

Ferrari, 1894.

A. Favaro.

(Atti del R. Istituto

Gli oppositori di Galileo.

I.

Veneto di scienze, lettere ed arti

Antonio Rocco.

Tomo

III,

serie

(554)
cosi

P3
mi propongo ora

raccolti per spargere

di

un

amici e corrispondenti di

sembra

approfittare

di

alcuni

materiali

po' pi di luce intorno


lui,

rispetto ai quali

sotto qualche rispetto desiderabile.

esecuzione questo mio disegno,

amo

farlo

mi

porre

ad

il

Nel

dichiarare

ad alcuni

fin

da prin-

cipio che io

non mi propongo di seguire alcun ordine derivato da criteri di cronologia o di importanza


dei personaggi, dei quali verr trattando
ma di farlo
seguendo

soltanto le occasioni che dalla continuazione delle mie indagini mi vengono offerte.

VII, pag. 615-636). Venezia, tip. Antonelli,

niont. (Atti del R. Ltituto

1892.

II.

Veneto di scienze, lettere ed


serie VII, pag. 731-745). Venezia, tip. Ferrari, 1893.

Liberto Froidarti.

Tomo

IV,

(555)

[4]

MARGHERITA SARROCCHI.
Il primo cenno che, per quanto a me noto, si trova
Margherita Sarrocchi nel carteggio di Galileo, contenuto in una lettera di Luca Valerio data da Roma sotto

di

il

di

4 aprile 1609

nacque

tissimo,

(i).

matematico

Questi, che fu

Napoli da Giovanni

in

Valerio

valen-

ferrarese

intorno al 1552, fu ascritto addi 7 giugno 1612 all'Acca-

demia

de' Lincei, e

merit che Galileo, menzionandolo ono-

revolmente neir opera sua capitale,

Archimede
il

sai

dell' et nostra. (2)

Valerio ringrazia Galileo per

salutasse

lo

nuovo

Nella lettera suaccennata


l'

invio

d'

un teorema,

probabilmente relativo alla determinazione

del

as-

bari-

il maun
lavoro
tematico napoletano aveva gi dato
pregevolissimo (3), se gli ricorda come una antica cono io sono quel Luca Valerio devoto suo
scenza, scrivendo

centro di qualche solido, materia intorno alla quale


alla

luce

conobbe in Pisa appresso la felice memoria del signor Camillo Colonna, quando per quelli ameni
e ombrosi prati andavamo in compagnia d' altri filosofi,
servitore, eh' ella

(1)

mo

Le opere

(2)

di Galileo

Galilei.

Prima edizione completa,

Discorsi

movimenti

locali

del

signor Galileo

Galilei Linceo, ecc. con una appendice del centro di gravit

d'

alcuni

M.D.XXXVIII, pag. 30.


De centro gravitatis solidorum libri tres Lucae Valerii matheet civilis philosophiae in Gymnasio Romano professoris. Ro-

solidi. In
(3)

To-

dimostrazioni matematiche intorno a due mtove scien-

ze attenenti alla mecanica et

raaticae

ecc.

Firenze, societ editrice fiorentina, 1851, pag. 38-41.

Vili.

Leida, appresso gli Elsevirii,

mae, typis Bartholomaei Bontadini, MDCIIII.

(556)

[5]

bene spesso girando e disputando insieme.


Il teorema di V. S. mi piaciuto assai,
maravigliosi d'Archimede. L' ha

Ietto

prosegue

Indi

al pari

ancora

de' pi

signora

la

Margarita Sarrocchi, che fu gi mia discepola, donna dottissima in tutte le scienze, d'ingegno acutissimo; e giudica
del facitore l'istesso che io, e a V. S. si raccomanda, pregandola a farle grazia, s' ella ha letti quei canti della
Scanderbeide, suo poema eroico, che
eh' ella

che

altri

La
lileo

al

rivedesse, di scrivermene

li

ne sentono

costi,

le
il

furono

siccome anch'

prima

tolti

suo parere

totale dispersione delle lettere indirizzate da

Valerio non

ci

permette

fatta a queste istanze, e soltanto

una nuova

di

quel

la prego.

io

conoscere

la

Ga-

risposta

possiamo argomentarla da

lettera del Valerio sotto

il di 23 maggio 1609,
nella quale egli avverte Galileo di mandargli gli undici
canti della Scanderbeide della signora Margherita Sar-

rocchi

(1)

e dalla

poscritta ad

18 luglio, dove leggiamo

un' altra

del

successivo

la signora Sarrocchi ringrazia

V.

S. del favore fattole in mandarle il giudizio del suo


poema, e della diligenza che dice di voler fare sopra ogni
parte di esso, e le bacia le mani restandolene con perpe-

tuo obbligo.

Non

vi

(2)

lettera del

sieno partecipati

Valerio a Galileo nella quale non

saluti

della Sarrocchi, e tra esse vogliamo notare ancora quella sotto il di 23 ottobre 1610,
nella quale leggiamo
Per fine bacio a V. S. le mani,
come ancor fa la signora Margherita, rendendole i saluti
i

duplicati. Ella predicatrice


s'

apparecchia a dare

dosi anch' essa della

in

del

gran valore

guerra puerile, che pur

lora gli ormai rochi e sprezzati parlatori.

(1)

Le opere

Vili. Firenze,
(2)
(3)

di

luce la sua Scanderbeide,

(3)

le

V.

Ibidem, pag. 48.


Ibidem, pag. 112.

fanno ta-

Galileo ebbe,

di Galileo Galilei. Prima edizione completa, ecc.

1851, pag. 45.

S.

riden-

Tomo

(557)

[6]

senza alcun dubbio, occasione

quando

la Sarrocchi,

Roma

di

egli per la

29 marzo

e vi rimase dal

conoscere personalmente

seconda

conferire ancora con essa intorno al suo


di

volta

4 giugno

al

rec a

si

poema ma prima
;

procedere ulteriormente, procureremo noi pure

pi intima conoscenza con

1'

una

e con

1'

de' Rossi,

(i)

il

ebbe a

quale

persona, e da lui sappiamo che nacque

di fare

altro.

Della Margherita Sarrocchi lasci pi diffuse


Gianvittorio

e di

1611,

memorie

conoscerla di

in Napoli,

[^)

ma

anno in cui vide


la luce nulla ci apprende. Questo per sappiamo che nel
1585 era gi a Roma, e ne faceva la conoscenza Aldo

della famiglia dalla quale usc, n dell'

Manuzio,
di

quale poi le scriveva da Bologna, sotto

il

dicembre

riprodurre

(3)

dell'anno stesso, in termini che

perch

che la Sarrocchi,

ritraggono
giova

fedelmente

credere

in

l'

ancor

aveva prodotto sul Manuzio allora non

ci

di

il

18

piace di

impressione

giovane

et,

quarantenne Non so per ancora se io debba giudicare ventura


o sventura la mia di haver conosciuto V. S. poich ci
mi venne fatto per mia, ben dir, mala sorte, quando mi
convenne partir di Roma la qual partita, che per s stessa
peranco

mi fu pur troppo dispiacevole, doppia noia mi rec per la


privatione di quel gusto, che V. S. si degn darmi del suo
molto valore
solatissimo,

di

ricordandomi

cui

io viverci certo

quando grande conforto non

mi

scon-

porgesse

la

(1) Jani Nicii Erithraei Pinacotheca imaginum illustrium doctrinae vel ingenii laude virorum, qui, auctore superstite, diem suum
ohierunt. Colon. Agrippinae
apud lodocum Kalcovium et socios
,

CIOIOCXLV,
(2)

Che

pag. 259-261.
fosse nata in questa citt

Illustrium mulierurn

et

conferma anche

illustrium virorum

elogia

il

Capaccio. Cfr.

JuLio

Caesare

Capaccio neapolitanae urbi a secretis conscripta. Neapoli, apud F. Ja-

cobum Carlinum

et Constantinuin Vitalera,

1608, pag. 203.

(3) Lettere volgari di Aldo Manucci. Al molto 111. sig. Lodovico


Riccio. In Roma CIO IO XCII, presso il Santi e Corap., pag. 26-28.

Due altre lettere dello stesso alla medesima veggansi a pag. 47 e 146.

(558)

pj

speranza, anzi la

tosto a vederla et udirla pi

parmi

udirla,

mia ferma

d eterni ination

ritornar ben

lungamente. Intanto parmi

vederla e dovunque

di

di

volgo

ho

l'

di

imagine

sua dinanzi agli occhi. Et se la virt ha in s viva et occolta forza di tirare gli animi di ognuno (quantunque sia
ella riposta in soggetti
in

alcuna parte

tal'

difformi)

hora

corpo et di animo
dobbiamo credere che

et di

quanto

debba ella esser calamita de' cuori et delle volont, risplendendo in corpo et in animo cosi belli come son quelli
di V. S. la quale basta ad illustrare non una famiglia,

non una

ma una

ma un Regno
havendo a sdegno
che il bello del bello sia rinchiuso in Donna, che, rinchiusa in piccola stanza, rinchiude anco quelle bellezze
dell' animo che Natura, cortese madre, le diede, la prega
a comunicare
frutti dell'ingegno suo a chi avidamente
et anco giustamente li chiede et li brama. Accioch da si
fatta comunicanza, et a lei ne venga quella lode che si
Citt,

ma

intero,

1'

Provincia

universo Mondo.

intera,

quale,

Il

conviene con ammiratione


ingegni, presa

lei

et stupore di tutti, et

per guida,

col pervenire ove difficilmente

La
vegno
quarto

porga speranza

si

si

tutti gli

di

poter

giunge.

casa della Sarrocchi era gi dunque nel 1585 con-

dei dotti e dei letterati,


di secolo

tale

pi tardi, poich

ci

si

conservava un

vien descritta ricor-

Accademia de
primi virtuosi di Roma (i) e lo
conferma Gianvittorio de' Rossi, scrivendo Domum suam,
non solum harum politissimarum artium, sed philosophiae,
so et

omnium bonarum disciplinarum, denique virtutum omnium oraculum, haberi volebat. Itaque omnium, qui

theologiae,

in aliqua liberali disciplina principes haberentur,

ad eam fiebat

rum

illa

controversias dirimebat,

Sarrocchiam sed Socratem

(1) Cfr.

Doc.

III.

concursus

eorum disputationibus aderat


illa

illa

eo-

quidquid loquebatur, non

dixisse,

non ab ea profectum

(559)

[8]

quae posset errare, sed Delphis responsum existimare po-

Ed

scebat.

lo stesso

quale ancora scrive della gran-

il

dissima perizia con la quale maneggiava

non

ma

solo,

altres

aggiunge

italiano

verso

il

eam

saepe ego

conclusa

gantissima argutissimeque

eorum

vidi, ele-

epigrammata,

summa

Se fu scolara

qui aderant approbatione, recitare.

del Valerio e pot gustare le dimostrazioni date da Galileo sulla determinazione del baricentro dei solidi,

essere perita nella geometria e nelle scienze affini

fra poco la prova.

tale fosse stimata

neminem

vanitas atque superbia; omnibus se anteponere,


ferre, iniuriam sibi factam queri,

quotque fuissent praestare

a laudatoribus suis au-

immortales

dicerentur, assensionem
versari ausus esset

adversos habebat

erat, alio

plus in ea poterat

in

suam

eo inimicitias

iis,

quae ab ipsa

praebuisset, aut eisdem

ac multos et literatos viros ea

ad-

causa

Baptistam Marinum, quem

liis Io.

illa,

amore dilexerat, atque Platonico sed


amor sui, quam cuiusvis alterius, quan:

tumvis elegantis, ac ceteris in rebus


Sarrocchi

disgusti della

cum

non continuo

susci pere, qui in disputando,

fama

si

mulieribus tantum, ac non viris etiam, quot sunt

diret, se

ut

e che

(^)
ne vedremo
presso
Senonch al rovescio della medaglia leggiamo
Sed longe meritis maior illi inerat
citato biografo

come
il

doveva
;

amante non
cia neW Adone, raffigurando

sibi

obnoxii. Di tali
confratello

concittadino,

col

ed

platonico Cavaliere Marino, lasci questi trac-

e scrivendo di

lei

1'

antica amica

in

una gazza

Loquacissima pica

il

contraffatto

Uccellato uccellone a sfidar esce,

E con

strilli

importuni in rozzi carmi

Dassi anch'ella a gracchiar di amori e d'armi.

(1)

<.<...

non poeticis modo

ornamentis insignem scrive


r.

V, S.

VII

il

studiis, sed

omnium

etiam disciplinarum

Capaccio succitato.

38

(560)

(-q

Ma

non prima a balbettar si mise


Quel suo (canto non gi) strepito e strido,
Che alto levossi in mille e mille guise
che

Infra

volanti ascoltatori

Ed empi
Quasi

di

un

grido,

che Citerea ne rise


festa popolare il lido.
si,

Tacque

alfine, e fuggi non senza rischio


Del volgo degli augei favola e fischio. (i)

And

Margherita sposa a un Birago, a quanto semnon sappiamo in quale anno


certamente ne portava il nome nel 1599, poich con esso
la

bra, gentiluomo piemontese,

un documento di quest' anno.


desso un codicillo che Beatrice Cenci,

figura in

settembre 1599, aggiunse

ma

di salire

gione

il

al

sotto il di 8
suo testamento, tre giorni pri-

patibolo. In esso

leggiamo

Lascio per ra-

legato et in ogni altro miglior

modo alla Signora


Margherita Sarrocchi-birago scudi 500 de moneta, acci preghi Dio per l'anima mia, godendosi per li frutti, ma non
levando la sorte principale et venendo detta signora a morte
di

recada la sorte principale a M."" Caterina de Santis vedova,


overo ad altri nominati da essa M.^ Caterina, con l' obligo
che dir di sotto.
Lascio nell'istessa maniera a M."" Cate-

rina de Santis vedova, la quale bora


di detta

signora Margherita,

si

ritrova in compagnia

altri scudi

500

di

moneta con

obbligo di porli a frutto in loco sicuro et debba spenderli

per elemosine
pillo

come

li

fanciullo sia

cio in sustentare

ho conferito a bocca
sempre obbligata con

un povero fanciullo puet mentre vive detto


;

li

frutti

a sustentarlo

venendo a morte la Signora Margarita, sia anco obbligata di spendere li frutti di quelli altri 500 scudi nell'istes-

et

(1)

L'Adone. Poema del Cavalier Marino con

legorie e la tavola delle

gina 116.

cose

notabili.

Volume

II.

gli

argomenti,

Londra,

le al-

1784,

pa-

(561)

[10]

sa opera de carit. Et morendo detta M.* Caterina avanti


esso fanciullo,

debba lasciare tutta

nari ad altre persone con

rendo

il

1'

fanciullo avanti di

somma

la

di detti da-

obbligo sopra detto, ma,

mo-

siano semplicemente

suoi.

lei,

li

Et venendo caso che la Signora Margarita et M.* Caterina


morte et che il fanciullo nominato da M.^ Caterina

fossero

fosse in et di

20 anni,

nomi-

resti in tal caso esso fanciullo

nato da M.^ Caterina libero padrone cosi delli frutti come


tutta la sorte principale con obbligo di pregar

di

mia.

Voglio finalmente che questa volunt

levando et annullando

danze che sopra

di ci

tutti

impedimenti, contese et tar-

li

potessero venire

quello che io ho fatto,

non

Signora Margarita Sarocchi


quelli denari

che

io

li

s'

et di pi dichiaro

et a

M.^ Caterina

se io

lascio,

Santis

chiamo questa ultima

et

ferma

et

di-

che

et cosi in tutto quello

si

de

espressamente non

chiaro che a loro

fogliano

mia robba

intendano mai levati alla

de sopra ho

fatto,

anima

sia esseguita

che, se io dopoi facesse altra dispositione della


di

1'

vera

mia volont, per dichiaratione della quale ho fatto fare la


presente scrittura dal mio Padre confessore et sottoscritta
di
il

mia propria mano, la quale dar chiusa et sigillata con


sigillo della mia casa in mano del notaro soprascritto

et di testimoni.

mo

Il

Bortolotti,

questo documento,

pupillo fosse

un

{^)

il

quale pubblic per

opina che

figlio illegittimo

il

avuto

il

pri-

povero

fanciullo

dalla

Beatrice,

cosa la quale riuscirebbe anche per altra via confermata.

Col cognome Birago ancora ricordata la Margherita


un codice della Biblioteca Nazionale di Torino (2) contenente Canto imperfetto d'un Poema Heroico, che si comin

pone da Madonna Sarocchi Biraga

(1

lotti.

e questa circostanza

Francesco Cenci e la sua famiglia. Cenni storici


Seconda edizione ampliata e con nuovi documenti

renze, tip. della Gazzetta d' Italia,


(2)

Con

la

segnatura V. 18

1879, pag.

138-140.

di A.

Berto-

inediti.

Fi-

[11]

(562)

una

forse contribu a far credere al Vallauri ch'essa fosse

gentildonna piemontese >

(^).

Finalmente noter che, come


ne' Biraghi , trovasi iirmata in
al

Duca

quale

di

Mantova

prega

lo

sotto

con

la

una

lettera da lei indirizzata

10 gennaio 1613

di

il

Margherita Sarrocchi

<<

sua solita generosit

nella

una

di

let-

tera efficace al signor ambasciator di Francia per esser


favorita in

per una

un

lite

col

officio

Papa

Borghese

Cardinale

e col

che aveva con D. Filippo Colonna.

(2)

Del suo valore letterario pare che la Margherita


ponesse

di

dar saggio con la pubblicazione

di

poich ad esso troviamo che accenna esplicitamente


zio nella gi citata
il

di lei

nome

sua lettera

alla posterit

Giorgio Scander-beg

poema

Di questo

cesimo ed

1606

il

le cui

ma

pro-

il

Manu-

soprattutto passato

come autrice d'un poema eroico

La Scanderbeide

intitolato

(3)

si

un Museo,

nome

dal

gesta essa

alcuni canti (cio

decimoquarto) erano

si

dell'

eroe epirota

propose

di cantare.

primi nove,

stati

il

dodi-

dati alla luce

nel

e son questi appunto dei quali abbiamo visto che

(*),

Marino in Piemonte. Episodio della storia subalpidi Tommaso Vai-lauri. Torino, stamperia reale,
1847, pag. 181. Dello stesso vedi pure pag. 400, 504 del volume primo
della Storia della poesia in Piemonte.
Il cognoaie Birago parrebbe
per piuttosto lombardo che piemontese,
Che del resto fosse realmente napoletana, oltre ad altri documenti, prova una lettera del Capaccio alla Margherita data alla luce dal Bortolotti sopra l'autografo
che nell'Archivio Gonzaga di Mantova, forse perch mandato dalla
destinataria medesima al Duca, come prova della stima in che era te(1)

// Cavaliev

na del secolo XVII

nuta. Cfr.
lettere

La Nuova

ed

arti.

Rivista. Pubblicazione mensile di politica, scienze,

Anno IV

(Serie

2.^).

Torino,

tip.

Baglioni,

1884,

pag. 569.
(2)

La Nuova

(3)

Star dunque aspettando

partecipe di

si

Rivista.

fatto

Anno IV

bene.

il

(Serie

2.^).

Torino, 1884, pag. 572.

suo Museo, per dover esser anch'io

{Lettere

volgari di

Aldo Manucci,

ecc.

pag. 28).
(4)

La

Scanderbeide.

Sarrocchi. Dedicato

Poema

all' 111."'

eroico

della

Sig." D. Costanza

Signora

Colonna

Margherita
Mar-

Sforza

[12]
il

(563)

Valerio scriveva a Galileo esserle

ella
di

rivedesse

li

chi

li

sommo

prima che

scorrettissimi di stampa per la fretta

(*),

stampare

le'

ed intorno

(2)

mand anche

filosofo

stati tolti

quali

ai

nostro

il

suo parere.

il

Recatosi pertanto Galileo a

Roma, come

gi abbiamo

per incidenza avvertito, egli fu senza alcun dubbio introdotto dall'amico Valerio presso la Sarrocchi, con la quale

conviveva, e trov

questi

una calda ammiratrice

essa

in

novit celesti ch'egli aveva pochi mesi innanzi sco-

delle

come a

perte, e che,

tanti altri,

scere alla poetessa, al di

casa loro

lei

Ed

raccoglieva.

si

ebbe occasione

amico
anzi

il

Valerio e la Sarrocchi

Caravaggio. Con privilegio per anni

di

Lepido Facij,
(1)

Come

grado

Roma, appresso

In

gi abbiamo trovato notato in altra lettera del Valerio,

scusa che era mancato

siamo che non

ali"

siamo

ci

Marino

luogo a molte

autrice

il

modo

di

critiche,

rivederla.

sentiti in caso di leggere

il

qui

di

la

Noi confes-

poema per

rico-

MARfiHKRiTA dato appiglio a dolersi di lei


non mi attrista V haquale ebbe poi a scrivere

noscere se in esso abbia


cav.

XX.

in

MDCVl.

questa pubblicazione aveva dato

al

gli oppositori la

galileiane, e poich siamo

verit delle scoperte

ricono-

{^)

ebbero parte non lieve nel sostenere contro

chesa

di far

e alla societ che nella

il

la

vermi sentito trafigere con acute punte dalle scheccheratrici delle Scanderbeidi (La Sampogna del Cavalier Marino, divisa in Idilij favoAl Sereniss.

losi e pastorali.
tia,

appresso

Giunti,

sig.

Principe

M.DC.XXI, pag.

Tomaso di Savoia. In VeneTommaso Stigliani, il

23) ed a

quale pare sia stato pure fra gli intimi della SARRorrni e che ne chia-

ma

erronico

poema

il

degno

niere del signor Cavalier Fra


di

di avvolgere

Tomaso Stigliam.

Bartolomeo Zannetti, 1G23, pag. 455).

Canonico Gio. Maria Crescimbeni


istoria della volgar poesia.
nezia,

MDCCXXX,

(2)

Cfr.

d'Arcadia

Volume secondo,

])arte

intorno

prima,

ecc.

alla

sua

In

Ve-

presso Lorenzo Baseggio, pag. 475.

Carteggio Galileiano inedito con note ed appendici per cura

Giuseppe Campori. Modena,


pag. 28.
(3)

t-.ustode

(Il CanzoRoma, per V erede


anche Comentarj del

Sarache

In

Cfr. Doc.

e V.

coi tipi della Societ tipogr.

di

MDCCCLXXXI,

(564)
di

[13]

pubblicare alcuni documenti inediti

mento

permettiamo

relativi, ci

(i)

a questo

argo-

entrare a tale proposito

di

maggior particolare.
di 14 maggio 1611 scriveva da Perugia Cosimo
Sassetti a Mons. Piero Dini
Qua tra questi Padri Reverendi un gran romore contro il signor Galileo, e due
principali ai quali ho parlato, n meno Tolomeo gli convertirebbe, sebben si convertisse prima lui. Desidererei la
risposta a una ragione quale sento, che mi pare assai conin qualche

Sotto

il

non
minime che non inquali pare a me, che dichino che non ne

cludente, cio che l'occhiale faccia apparire quello che

quando pur sieno

fluischino

manca

delle

Questa ragione

in Cielo.

argomenti

Adamo,

come V.

S.

ma

altre ragioni,
tarsi, e

perci se

rebbe vinta la

lite.

Questa lettera
che

il

Voi.

I.

non

sentito addurre alcune


sottili

e facili a ribut-

(3)

fu

da Mons. Dini comunicata a Galileo,


di

rispondervi, ed

lettera, indirizzata

21 maggio 1611

(*),

la

Firenze, Successori

Lo

appunto

quale corse anche

Vi avevo gi accennato nel mio GhIIpo Galilei

(1)

Padova.

di

levasse loro la suddetta, credo che sa-

con quella stupenda

Dini sotto

nota

Ho

trovava in Roma, con preghiera

si

egli lo fece
al

io.

stimo troppo

io le
si

creazione

dalla

e Rev."" sa meglio che

111.''

saprei per tradizione raccontar

da grandissimi

fortificata

cominciandosi

e probazioni,

ecc.,

sieno tanto

(2),

Monnier,

Studio di

lo

1S83,

pag.

396,

(2).

(2) Intendi

le

(come allora alcuni

stelluzze

le

chiamavano) intorno

a Giove.
(3)

Tomo

Le

opere di

Galileo

VI. Firenze, 1847, pag.

sta del Dini nelle

Memorie

Galilei.

(4)

I.

L) opere

VI. Firenze,

Veggasi anche

ecc.

la rispo-

e lettere inedite finora o diaperse di Gali-

con annotazioni dei


Modena, M.DCCC.XVIII, pag. 168.

leo Galilei ordinate ed illustrate

Venturi. Voi.

Prima edizione completa

163, nota (3).

cav.

Giambatista

di Galileo Galilei. F'rima edizione co.npleta, ecc.

1847, pag. 163-175.

Tomo

[14]

(565)

per parecchie mani e ne

Giunta

furono

tratte copie

Galileo a Perugia,

la risposta di

si

cademie s'era mai pensato ad impugnare

ma

(*).

di

asserendo che n nell'Universit n nelle Ac-

l proteste,

leiane

diverse

mandarono

per nel tempo stesso

Grunl)erger

scoperte gali-

scrivevano lettere al P.

si

ed alla Sarrocchi

(2)

le

(3)

per sapere che cosa ne

pensassero in proposito, senza per rimaner troppo convinti


delle risposte

le

(^),

dubbio intorno alla

tendevano a

quali

verit

togliere qualsiasi

annunziate

delle

scoperte.

Il

trovarsi di questi documenti nel carteggio galileiano presso

Nazionale

la Biblioteca

di

Firenze fra

le lettere del

rimane spiegato da una lettera

filosofo

della

Galileo, della quale vogliamo riprodurre qui

sommo

Sarrocchi a

uno squarcio,

anco perch riesce ad illustrazione dei documenti

quali

nella presente occasione diamo alla luce.

un padre Innocenzio, frate di Sant'AgoSanta Maria Novella, ad un


mio servitore che desiderava eh' io vedessi una sua certa
nativit, e insieme mi fece pregare da parte dello Studio di
Perugia ch'io gli dicessi la mia opinione circa le nuove
stelle ritrovate da V. S. 1. lo li feci il piacere della nativit e gliene feci chiedere un' altra d' una fanciulla, alla
quale era succeduto un accidente meraviglioso. La cui
madre, pensando averla strangolata, la gett in una chia Scrisse gi

Perugia in

stino che sta in

san benissimo e vive.


si

(1)

Tomo
1."

Cfp.

me

la

Le opere

caso

Veggasi

mand

successe in Perugia,
scrissi

calcolata.

(3)
(4)

Cfc.

Cfr. Doc.

ecc.

che ne scrive Lodovico Cigoli a Galileo sotto

ci

Il

la

avendogli ancora

Galilei, ecc.

153-154).

Doc.

dove

che mi mandasse

182.

luglio 1611. (Le opere di Galileo

1851, pag.

si ri-

Prima edizione completa,

di Galileo Galilei.

1851, pag. 169,

Vili. Firenze,

(2)

ze,

Il

trova detto padre, al quale

nativit, egli

di

piangere e pigliata

e la fanciulla fu poi sentita

vica,

e III:

V.

cfr-.

anche Doc. IV e VI.

Tomo

Vili.

il

Firen-

(566)

[15]

io scritto la verit delle stelle e lodato

l'

ingegno

di

V.

S.,

non quanto , almeno quanto per me si potea, egli mi


una lettera la quale m' alter molto. E perci gii
replicai come pareva a me che convenisse, e per ragione
non dovendo io far torto al valore di V. S. e all' osservanza che le porto, egli replic, come potr V. S. vedere;
perciocch le mando ambedue l'ultime sue lettere. Le mie
non le mando, non avendone io tenuta copia, non pensando
che si dovesse venire a tanto duello. Le mando bene la
copia d'una eh' io rispondo ad un certo Guido Bettoli, come
lo vedr dalla sua che pur le mando. La lettera sua vecchia, ma io r ho avuta nel tempo che la vedr eh' io li
rispondo. Credo che la data sia finzione. Ho voluto che
se

rispose

V.

veda tutto quello che passa.

S..

soggiunge

Quanto

molto mortificati, e

ai

ho

scritto loro

Ed

in altra sua

signori di Perugia mostrano d'esser

dicono

pensato scriver contro a V.


scuse, e

(^).

tuttavia
S.,

che non hanno

mai

e io mostro d' accettar le

che similmente V.

S.

l'ammette.

vero che quel frate par che la vogli meco e che


mi voglia pigliar in parole, volendo intender da me la significazione d'alcuni vocaboli, mentre ch'io voleva applicar
le stelle di novo trovate all' astrologia, quasi che voglia
dire che non sia vero il ritrovamento di queste stelle; ma

bene

io

il

ho chiarito altra barba delle

avvegnach

lui,

Finalmente

io

in altra

mento d'una

cos spero di

sue, e

far

donna ed egli frate maestro. {^).


sua, sempre a Galileo, accusa ricevi-

sia

lettera nella quale rispondeva a quelle op-

posizioni de' Perugini , forse copia di quella indirizzata al


Dini, e chiude

con dire: Di Perugia non

credo che la verit abbia lor messo

il

le dir nulla:

senno.

(3)

Ritornato Galileo in Firenze incominci un attivo car-

(Ij

Tomo

Biblioteca Nazionale

XIII, car. 10.

(2)

Ibidem,

car.

12.

(3)

Ibidem, car.

14.

li

Firenze.

Mss.

Galileiani.

Parte

I,

(567)

[lfi|

teggio tra di

lui

e la Sarrocchi, carteggio del

non

quale

piacque all'Alberi di tenere alcun conto nella edizione ga-

da lui curata. Rispondendo ad una di Galileo, che


non giunse insino a noi, gli scrive la Margherita, ricordandogli la promessa che fatta le aveva di rivedere il suo
poema ed anco, a quanto pare, di adoperarsi perch

lileiana

la

dedica ne fosse accettata da qualche gran personaggio,

fors'anco da qualcuno della Corte di Toscana. L'invio del

Luca

Valerio con

lettera

e dalla Sarrocchi stessa

con una

manoscritto, preannunziato da

novembre 1611

dell' 11

(i)

sua del 6 gennaio 1612


13, sotto

(2),

qual giorno

il

segui finalmente nel successivo

scriveva: sottopongo

essa

tal-

mente questo poema al giudicio di V. S. che s'Ella con la


sua solita sincerit mi dir che non vai nulla, io lo dar
piuttosto a Vulcano eh' al Sole, sapendo molto bene che
siccome

stampe mostrano

le

sano altres

1'

liberamente

il

ignoranza.

il

saper dell'uomo, cos pale-

dirmene

supplico V. S. a

Per

parer suo, ed essermi

rigorosissimo

ci

in

giudice e favorirmi di transponere e

mutare

condo che

che non vorr durar

le piacer, e in quelli

pii^i

muter

tanta fatica, avvisarmene, che io

parole

le

se-

versi

le

cose secondo che Ella mei imponer. Facciami ancora grazia


di

riveder la lingua ed emendarla, perch

la fosse

purch non guasti


toscana

in

lunghi.

(1)

(2)

ortografa ....
di

che

S.

desidererei

la

che

la

rivedesse

ancora

che

dividere questo poema, col suo giuquesti

mi

paiono troppo

(^)

Le opere di Galileo
1851, pag.

Galilei.

Prima eiHzione completa,

Ibidem,

car.

18.

ecc.

To-

181.

Biblioteca Nazionale di Firenze.

XIII, car. 16.

(3)

del dire, essendo

grandezza

pi canti, perciocch

Vili. Firenze,

Tomo

all'

mi favorisse

S.

dizio,

mo

la

molto dolce .... vorrei che V.

ancora quanto

V.

io vorrei

toscana pi che fosse possibile, almeno nella frase,

Mss.

Galileiani.

Parte

I.

(568)

[17]

ad accusare ricevimento del poema


con lettera data dalle Selve sotto il di 21 gennaio 1612,
Si affrett Galileo

la quale la sola

pervenuta insino a noi delle moltissime

ch'egli deve avere indirizzate al Valerio e alla Sarrocchi.

Essa

si

come

trova nell' Archivio storico

pervenuta non noto

vi sia

sere impossibile che quel bizzarro

Mantova
non es-

Gonzaga

di

opina

Govi,

il

uomo che

nale Ferdinando, nel tempo che stette a

fu

Roma

Cardi-

il

avesse avuto

qualche relazione con la poetessa ed aver chiesto allora ed


(^);

ma

questo documento

la

ottenuto dalla Sarrocchi questo autografo di Galileo


per, considerando che alla

data

Margherita doveva gi aver

varcato

mezzo secolo, stimiamo

qualche

di

anno

il

probabile che Y autografo

sia pi

mandato essa

galileiano l'abbia

di

stessa e che

si

trovi

nel-

l'Archivio Gonzaga per lo stesso motivo che l'altro del Ca-

paccio del quale abbiamo per incidenza

come prova
e

del

tenuto parola

(2)

cio delle relazioni letterarie della Sarrocchi

conto

in

cui era tenuta.

non si impegna affatto a cordomande che la Sarrocchi gli aveva

In questa lettera Galileo

rispondere a tutte

le

indirizzate ed anzi adduce le molte e molte indisposizioni


e tutte gravi e fastidiose

sangue

di

petto,

di

per

chia-

mente anquale non gli

inetto ad ogni operazione di corpo e di

cora perch sia scusata

con molti dolori

con una grande effusione

di rene,
rirsi

permette

di

affatticare

1'

il

impotenza sua

la

pensiero non che la

mano senza

grandissimo nocumento. N queste scuse erano pretesti

perch

infatti

cupato nella redazione finale del


alle cose

intorno a questo tempo, oltre ad essere oc-

che stanno in su

mente travagliato da

1'

suo

acqua,

Discorso

ecc.

intorno

era effettiva-

indisposizioni che nella

primavera e

da Gil(1) Tre lettere di Galileo Galilei pubblicate ed illustrate


berto Govi, Roma, tip. delle scienze matematiche e fisiche, 1870,
pag. 9-10.
(2)

Cfr.

nota

(1)

della pag.

[11].

(569)

[18]
nella state di questo
(i)

malattia,

non

cosi

s'

medesimo anno degenerarono in grave


come non s' era impegnato,

Galileo, del resto,

occup

poema

affatto del

Sarrocchi,

della

una prima

quale, dopo averglielo chiesto di ritorno in

non pervenuta insino a

tera

che

in altra,
in

occasione

a domandarglielo

noi, torna

ultima delle sue a Galileo

test

noi

nota,

un esemplare del Discorso,


tenuto parola. Quanto al mio

ringraziarlo

abbiamo

del quale

poema,

di

1'

la

let-

cosi essa gli scrive,

d'

V.

S.,

mi far favore rimandarmelo,

come

poich

modo che quello non


nuovo copiare e lo mander a V.

gi le ho scritto,

ho

ci

fatte

molte

mutazioni, di

pi buono. Io lo far

di

S.

glior tempo, perciocch spero eh' Ella

sanit. Se intanto con cotesta Altezza

sar in mi-

ora

all'

con

star

pu far nulla, V.

si

favorir una sua serva. Nel tempo che le mandare il


mio poema, la pregar a riveder le cose mie liriche. Intanto leggeremo il suo trattato e scriver pi lungo a V.
S. (2). Codesto leggeremo indica che la lettura doveva
S.

farsi di

conserva col Valerio,

quale

il

timane appresso ne scrisse a Galileo.

infatti

alcune

che

lo affliggevano,

e de' quali

si

ha forse

in una lettera che Lodovico Cardi da

zione

mede-

In questa

(3)

sima occasione egli accenna ad una moltitudine

set-

travagli

di

una spiegascri-

Cigoli

veva contemporaneamente al nostro filosofo e nella quale


leggiamo Non ho visto ... il Signor Luca se non cosi
:

alla sfuggita,

perch sta molto lontano, e sempre impedito

per vettureggiare carico in servit della Sig. Margherita,


tralasciando per ([uanto dice gli studi
molti

si

(1)

e cosi befieggiato da

sotterra per tale umore, n io

Lo opere

di Galileo Galilei.

mi

sono ardito a

Prima edizione completa,

ecc.

Torno

V. Firenze, 1845, pag. 137.


(2)

Tomo

(3)

Tomo

Biblioteca Nazionale di

Firenze.

Mss.

Galileiani.

Parte

I.

XIII, car. 20.

Le opere

di

Vili. Firenze,

Galileo

Galilei.

Prima edizione completa,

1851, pag. 226-228.

ecc.

(570)

[19]

persuaderlo pi che tanto, perch lo veggo troppo in preda

mi sfugge, perch sempre ha

a tal umore, anzi

carne o cose

io lo trovo,

meco con

questa cogliona, e

si

obbligo, perch le

ha insegnato.

insegnato a

lui,

di servirla

avesse

lei

obbligo

in

(i)

ci

rimanesse un qualche dubbio in-

che correvano tra il Valerio


parmi sarebbe eliminato dai termini nei
Valerio stesso comunica a Galileo la morte del
intirai

e la

Sarrocchi,

quali

il

rapporti

marito dell'amica:

La

per

pi libero

innanzi

rimasta

avr

vedova.

(2)

scrive della Sarrocchi

Ea

essere

da

ha molto

dire che gli

d'

che

sotto

porta

le

pensate se

(guanto gli parrebbe

E quando dopo
torno agli

scusa

che

siffatte,

Signora Margherita Sarrocchi...


spazio

Se a questo
il

di

sendo

filosofare,

aggiunge

si

che

ci

Gianvittorio de' Rossi, cio che

fama fuit, qua solent esse potriae, fidicines, cantrices, eaeque quas pingendi fingendique ars a
lana et colu abduxit (3) non pare clie quel povero marito avesse il demerito di essere incomodo per
molti amici
che la poetessa napoletana aveva saputo raccogliere in

pudicitiae

torno a

s.

questa

In

medesima occasione,

agosto 1613, scriveva ancora

ha

finito di

il

cio

Valerio

rivedere e rilimare

il

sotto

clie

la

di

il

31

Sarrocchi

poema a sua

sodisfa-

zione e d'altri uomini assai dotti in quest' arte, con animo di


darlo, piacendo a Dio, l'anno veniente alla stampa.
sto

Que-

per non segui altrimenti, anzi non troviamo altra edi-

zione della Scanderbeide anteriore all'anno 1623,

(1)

Ibidem. Supplemento. Firenze, 1856, pag. 63.

(2)

Ibidem.

Tomo

Vili. Firenze,

(*)

quando

1851, pag. 284.

(3) Jani NiCii Erithraei Pinacotheca imaginuni ilhislritim doctrinae nel ingenii laude virormn, qui, auctore superstite., dieni suum

obierimt.

CIOOCXLV,
(4)

La

Colon.

Agrippinae, apud lodocam

Kalcovimn

et

socios

pag. 261.

Scarderbeide.

Poema Heroico

della

Sig.''^'^

MAnr,HRRiTA Sar-

[20]

(571)

cio la Sarrocclii era gi morta, ed


alle

stampe da un Giovanni Latini,

poema

il

figura dato

quale doveva essere

il

come nel

legato da vincoli assai stretti con la Sarrocchi,

cenno relativo

Valerio lascia supporre Gianvittorio de'

al

Rossi, scrivendo

Docuit

mano Mathematicas

discipl'nas ac

quo toto fere tempore,


cui US

ingenio

ille

multos annos in gymnasio

Geometriam

primis

in

Margaritae Sarrocchiae, potriae,

delectabatur,

contubernalis

cuiusque etiam domi mortuus

extitit;

ro-

perpetuus

fecitque liaere-

est,

dem Ioannem quendam Latinum, eidem Sarrocchiae imprimis carum, et conturbernii


(i)

coniunctum.

Ed

in

infatti

eiusdem

necessitudine

un documento

sibi

quale

il

si

trova in copia fra le carte dei Lincei nella Collezione Galileiana della Biblioteca Nazionale di Firenze

Fidem

ego

facio

qualiter die

14

ego

Notarius

pubblicus

(^)

leggiamo:

infrascriptus

Januarj 1618 illustrissimus

excellen-

et

Dominus Luca Valerius nobilis Neapolitanus, filius


bonae memoriae illustrissimi Domini Joannis Valerii Ferrariensis et q. Joannae Rodomanae, genere Macedonico,
patria Corcirensis, sanus Dei gratia &c. haeredem suum
universalem instituit illustrissimura Dominum Joannem Latinum de Firmo &c. In fide datum hac die 26 martij
Ita est Nicolaus Angelus Modius Causarum Cu1618.
tissimus

riae Capitolinae Notarius.

Ma

ROCCHI

Con

gi qualche anno

prima della morte del Valerio

Principessa D. Giulia da Este.

alla

Dal

Sig.

privilegio della Santit di Nostro Signore, del

Prencipi

d' Italia

dato alla stampa. In

Giovanni Latini.

Re

Roma, per Andrea

di

Spagna

e de'

MDCXXIII.

Pei,

In questa seconda edizione della Scarderbeide trovansi ventitre canti.

Di questo
derbeide.
poli,

a spese di Antonio Bulifon, 1701. In questa edizione l'opera di-

visa in
il

poema si ha anche una terza edizione intitolata La ScanPoema Eroico della signora Margherita Sarrocchi. In Na-

due volumi,

secondo

de' quali

il

canti ottavo, nono,

(1)

Ibidem, pag. 237.

(2)

Lincei. Voi. V, car. 205.

primo contiene
duodecimo

primi sette

decimoquarto.

canti

ed

(572)

[21]

s'erano

molto rallentate

di

le relazioni di lui,

e quindi an-

che quelle della Margherita Sarrocchi, con Galileo ne fu


causa r aver egli voluto uscire dall' Accademia dei Lincei,
:

perch
terra,

essa

in

era

stata

cancellato

fu tuttavia

quod hoc

professava

si

quale

la

et ulterius

dal

ruolo degli

dai Lincei

dopo

la

il

sit

hoc ipsun tentandi

marzo 1616

24

pubblicazione

copernicana,

Non

Accademici non

quidem mereatur; sed quia hoc poe-

nae loco ipsi tribuatur, ne ipsi


ris in annis,

dottrina del moto della

la

dalla Chiesa condannata.

del

presenti

licitum aut

ma

(i),

futu-

aliis,

nell'adunanza tenuta

cio

diciannove

famoso decreto contro

giorni
la dot-

Francesco Stelluti,
Angelo de Filiis e Giovanni Faber, gli impedirono commercium, vocem activam et passivam, ut vocant, et conventus Lynceorum.
Margherita Sarrocchi segui nella tomba il Valerio a
pochi mesi di distanza, perch in una lettera di Gaspare
Farfuzzola al Duca di Mantova, sotto il 12 settembre 1618,
leggiamo: Sar dunque supplicato a gradire questa mia
trina

Galileo,

divozione che cominci sin dal tempo che V. A. favori di

presenza l'Academia della Signora

che

sia in cielo.

(1)

tipi

del Salviucci,

scritta

Il Bibliofilo, giornale dell' arte antica e unoderna

Carlo

Lozzi.

Anno X.

compositori, 1889, pag.

3.

N.

I.

da Domenico

1883, pag. 30-31.

scritture, loro accessorii e ornati colla

dato da

Sarrocchi

(2)

Breve storia della Accademia dei Lincei,

Carutti. Roma, coi


(2)

Margherita

relativa

Bologna,

in

istampe,

giurisprudenza,
Societ

tipografica

fongi

(573)

[22J

DOCUMENT

I.

Luca Valerio a Marc' Antonio Baldi.


(Bibl.

Naz.

di

Firenze.

Molto

Mss. Galileiani. Par. VI. T. XIV,

Illustre et

P. Marcantonio Baldi

Perch V.
che

me

il

Sig.

S. hieri

Molto Reverendo Sig.'"


Padron mio osservandissimo.

sera mi

domand

Galileo col suo occhiale

alli

Roma, sono vere

et a molti altri in

car. 29).

1'

se

osservazioni

del

giorni passati ha fatto

Cielo,

fare

o apparenti per forza di refra-

non tanto per V. S., rispondo in carta, quanto per alcuni che
hanno dato a credere che io per 1' amicitia del Sig."" Galileo et come
suo partigiano, dica esser vero e non vana apparenza quanto per detto
occhiale ci rappresenta. Dicole adunque da filosofo per amore della
zioni, io,

li

che di qualsivoglia huomo del mondo, non mi esser mai caduto


mente che il medesimo vetro drizzato nel medesimo modo verso
una stella medesima, come quella di Giove, potesse farla apparire in
un istesso luogo del cielo, cinta da quattro stelle, che sempre l'accom-

verit,

nella

pagnano, invisibili al semplice occhio naturale, in

modo

tale

una

eh'

sera apparissero site, com' io le ho osservate, tre occidentali e la quarta


orientale

et la

seguente tre orientali

volte in siti diversissimi,

non consentendo

l'

altra

la

occidentale

dimostrazione

altre

et

metafisica

medesima et nel
finita e terminata causa, mentre resta la
medesimo modo disposta o circonstantionata, possa mostrarsi varia

che una
negli

effetti.

N meno

cosa da purgato giudicio

il

creder che

chiale potesse causare tale apparenza intorno a Giove solo

torno ad alcun' altra


chiale

si

stella,

od altro obbietto

d' infiniti

1'

che con

scorgono semplici, come sappiamo che sono in

1'

lontano

dal

creder

oc-

s medesimi,

variandosi solamente la grandezza per la convessit del vetro. Si


V. S. stia pur sicuro eh' io sia tanto

oc-

non in-

che

che

queste

cose celesti nuovamente dal gran Galileo, et non prima di lui da alcuno,

[23]

(574)
osservate, possano essere apparenze cagionate da inganno

state

in-

d'

strumento, quanto sono lontano dal creder che

che a noi cos paia. Se cagioni di

prespettiva,

senza ragione et esperienza alcuna

dell' occhiale,

lano e leggermente ridono, ne fussero capaci,


foglio,

dimostrando essere impossibile per

Sole

il

se

le

ma

luca,

avversari

che

arditamente par-

havrei stese in questo

forma

la

gli
si

non

di tal vetro la molti-

apparente

plicazione

dell' obietto

et

solo

guirne un molto grande inconveniente che

eh' ella

fossi possibile,

la figura dell'

se-

occhio natu-

ad ogni huorao causare simile inganno, onde si revocasse


in dubbio tutto quel che intendiamo per mezzo del vedere.
rale dovesse

Ho

voluto spiegare a V. S.^

non tanto per

lei,

coni' io dissi

mio parere con queste quattro righe,

il

da principio,

con

la

quale

'

discorrer

medesimo soggetto, quanto perch, venendole occasione, ella possa, con questa mia scrittura di mia mano,
assicurare alcuni di questi ritrosi, atti a sparger la fama eh' io non
sono di contrario parere a quel eh' io mi contento che, come mio, appi a lungo a bocca sopra

'

il

parisca per iscrittura.

Et con

Di Casa, a

bacio a V. S.

tal fine

le

mani pregandole da Dio

felicit.

30 di maggio 1611.
Di V. S. molto

Ill.^'e

et M.t

Servitore

Reverenda

aff.

Luca Valerio.

fuori

(di

Valerio

pugno

Galileo): Attestazione del sigJ Luca

di

in data

20 maggio 1611.

11.

Guido Bettoli al P. Cristoforo Grunberger.


(Bibl. Naz. di Firenze.

Mss. Galileiani. Par. VI. T. XIV,

car. 28).

Al M.' RevA P." et mio Pad.^e Osser.


il

Pre Cristoforo Griemberger


Molto

Non
la

Roma.

Rev.<i Pr^.

so se per la distanza del

buona memoria

dell'

Ecc."

sin qui si sia dimenticata di

tempo di quando fui in Roma con


Marchese della Corgna mio Signore

Sig.''

me;

et se fusse in oblio si ricordi di quel

(575)

[24]
suo devotissimo
Brae,

quale io sono, et

il

tesissima, spero

che

servitore

prest

gli

come

si

non meno hora

perci fatto ardito ho preso la

opere

l'

dell'

Ticon

Ecc.

cor-

la trovai allora gentilissima et

(merc

di trovarla

penna

la

sua)

virti

et

e scritto questi quattro versi,

et

incluseli dentro la presente lettera, la quale capitata qua,

desiderando

sapere se ella sia vera, et anco qualche cosa intorno

mirabili

ef-

fetti

dell'Occhiale, o instromento che dir vogliamo, del Sig. Galileo

Ga-

lilei,

et

alli

sapendo per prova quanto Ella sia eccellentissima nelle scienze


in ritrovarsi in compagnia dell' Ecc." Padre Clavio.

matematiche et

lucidissimo specchio di queste scienze, e

d' altri

che a quest' hora

testo virtuosissimo Collegio,

Padri eccellenti di co-

vi

havranno

in cielo sia cosa reale o

apparente, o refrazzioni, o

stimata

Tal lettera inclusa stata


scritto

una

poich

il

corpi

Sig."^

si

vede

celesti.

Galileo

lettera o discorso che capitata qua, nella quale dice

ha
che

Universit dello Studio di Perugia gli habbino scritto con-

virtuosi

fnta,

veri

mille

fatte

prove et con vive dimostrazioni haveranno visto se quello che

non vero, et se alcun si fosse allacciato


nome, per averne poco lui, ha fatto male, poich n 1' Universit o
Academia nessuna di Perugia non solo non ha scritto tal cosa, n
tro alcune cose, la qual cosa
tal

tampoco pensata
al

per prego Vostra Paternit Molto Reverenda, oltre

favorirmi di risposta,

ma

anco

haver tale opinione dello Studio

disingannare

di

di

tissimo et con questa, di nuovo ravvivata la


la

il

Sig.""

mia servit verso

prego a farmi degno dei suoi comandainenti baciandogli


Di Perugia,

li

Galileo

di

Perugia, che gliene rester obbliga-

le

di

lei,

mani.

4 di giugHO 1611.
di V. P.

m. Rev.^a
Servitore Aff.

Guido

(copia di

pugno

Bettoli,

Galileo.)

di

III.

Guido Bettoli
(Bibl. Naz. di Firenze.

Molto

Illustre

Margherita Sarrocchi.

Mss. Galileiani. Par. VI. T. XIV, car.

Signora

et

Padrona oss.

Li mirabili effetti che di continuo

che dir volerne, del

Sig.'"

si

odono del Cannone, o occhiale


continuo d da dire ad

Galileo Galilei, di

ogni uno r openione sua, mi ha fatto essere


T.

V, S.

VII

31).

presuntuoso

39

di

pigliare

(576)
la

[25]

penna

et

far riverenza a V. S. et pregarla a favorirmi

dell"

openion

sua, essendo ella perfettamente compita d'ogni scienza, ne spero


fetta notizia del vero, poich gi anch' Ella vi
et sentito intorno a ci
et

Academia de

il

per-

fatto mille prove,

giudicio di molti, essendo la casa sua ricorso

primi virtuosi di Roma, et con

sapere haverne determinato

dito et

havera

il

giu-

suo perfetto

la verit.

Qua son giunte alcune


le quali

ce

n'

una

dere a una che gle


la

del

lettere delle quali non so che dirmi, tra


Sig/ Galileo, nella quale pretende di rispon-

si stata scritta dal

Universit

qual cosa non vero che quesf Universit habbi

cosa alcuna del Sig/ Galileo, et se alcuno


i

suoi

scritti, farlo

con no 'ne

de' Virtuosi di

tro

il

scritto,

Sig/ Galileo,

che,

men

quando

Perugia,

pensato
soglion

il

questo

Studio,

scritto,

detto

voluto, per autenticare

si

che questi Signori di questo Studio et Accademie

non solo non hanno

di

di

ha

scriver

di

fare,

male,

fatto

Perugia sin

maniera

altra

in

qui

con-

lettere

scrivono.

Con questa digressione ho

voluto disgannare V. S. se

gate orecchie di Lei, o d'altri virtuosissimi, fusse capitata

openione, che

il

Sig.'"

pur-

alle

tal lettera

Galileo pretende di rispondere, della quale

da questi Signori non se ne

non quanto dal

sa se

Sig.""

Galileo

vien tocco, cosa che veramente ha dato non poco disturbo, n so


se la passeranno. So quanto Ella sia

magnanima

et

qua
ne

come

virtuosissima

et

non mi stender pi in longo,


solo star spettando risposta et che mi facci degno de' suoi comandamenti. Perch bacio le mani con una mia al Sig."" Luca Valerio, non
far di lui altra memoria, essendo al uno et 1' altro divotissimo servitore et di nuovo facendogli riverenza gli bacio le mani.
defenditrice de' virtuosi, et per questo

Di Perugia,

li

4 di giugno 1611.

Di V.

S.

Molto Illustre

Servitore Devotissimo

Guido

fuori

Bettoli.

Alla Molto Illustre Sig.""^ et Prona mia Osserv.^

La

Sig.""^

Margherita Sarrocchi

Roma.

[26]

(577)

IV.

Fra Innocenzo Perugino a Girolamo Perugino.

Naz. di Firenze.

(Bibl.

Mss. Galileiani. Par.

XV,

T.

1.

car.

41).

Girollamo Carissimo.

Non

maravigliate

vi

cercare la Nativit di

come mi

sandra,

ho

briga, e vi

bagni

Nocera, dalla

di

e poi

scriveste che la signora

mando

la figura e la

de

mi son trattenuto per


quella creatura partorita dalla figlia della Cas-

quale impedito non ho potuto scrivere

fatta

perch ho pi-

ho tardato tanto a scrivere,

s'

gliata per quindici giorni continui l'acqua

fatto giuditio del fatto,

ho

desiderava, et trovatala,

minor

habbi

signora

qui inclusa, acci la

quale havr piacere sapere

s'

buono.
In materia delle novit del Sig.'' Galileo ero

mandata qua,

scrittura

Sig.^ Margarita,

ma

informato

dalla vostra lettera

ho conosciuto eh'

onde

trasportare

affettionata al Sig.'" Galileo,

lascia

si

ella

pi

sua

della

V opinione

e perci desiderava intendere

della

troppo

dall' affet-

Qua sono molti di quegli occhiali, e con


vedono quelle stravaganze, onde i nostri fin tanto che non
vedano, non si possono indurre a credere novit cosi grandi, et in
tione che forsi dalla verit.

nessuno

si

come Venere possa andare sopra

particolare

illuminata. Oltre che

suade

li

signora

la

detter

il

ne sente, perch'
11

il

Sitio,

Sole

pur

per essere

io

lui

a stampare

il

1'

ha

la

giudichi secondo

visto, e poi

avisatemi

intelletto, et

per ora non ne dir

Bonciano risaluta

Sig."'

opera da

veda, se non

lo

suo acutissimo

e per frate Pietro, se

quello

signora caramente e

li

li

scriver

suo poema, che

maestro antico, pregate

morto un huomo

mese

fa incirca.

saprete,

Ed

io

il

me

il

lo sta

e vi

istesso fa

di tutto cuore.

20

di luglio 1611.

li

1'

nata una femina,

raccomando

Di Perugia,

ultima

solecciti

aspettando con gran desiderio.

Quello che fo con vostro


l'

1'

intanto habbi patienza e

Signor Dio per

quale vi risaluta, e
vi

vive servitore,

prima non ne viene occasione, mander

stampata e

eh' ella

altro.

Lungo

Di nuovo vi fo sapere che gioved mori Cecco Del

tutta

fiorentino, ci per-

contrario, le ragioni del quale sono molto probabili, per sar

il

bene che
che

Francesco

libro di

il

anima sua

nostro

in quella casa

partorita

dalla

figlia

da

frate

Pietro

fratello,
il

Padre

fra

Gio.

lo

Battista.

tutto vostro
f.

un

Innocentio perugino.

[27]

(578)

fuori :
Al mio carissimo quanto

fratello

Girollamo di Vincenzo Perugino

Roma.

V.

Margherita Sarrocchi a Guido Bettoli.


(Bibl. Naz. di Firenze.

Illustre

Ho

Mss. Galileiani. Par. VI. T. XIV,

me

14 di giugno, che

sia capitata cosi tardi

posta del Papa, et la lettera non

per non se meravigli se ancor

mesi sono

varmi

n'

ammalata,

et

mi

la

prima

ricevetti

il

Sig.""

Luca

io

et

hieri,

di

vero che due

io tardi le rispondo. Gli

perch

un mimando

parso

poich ogni ordinario

hebbi una da un frate alla quale non

in letto

car. 33).

Signor mio Osserv.""

ricevuto la di V. S. de

racolo che
alla

per

risposi

ritro-

scrisse a V.

S.

che

per saper la mia opinione ne domandasse a Padre Innocentio

del or-

dine di Santo Agostino che sta costi in Santa Maria Novella.

Hora

dico a V. S. che tutto quello che se dice del ritrovamento delle


del sig. Galileo vero, cio che con Giove son

quattro

con moto proprio sempre egualmente distante da


di loro, et io
Sig.'"
il

sa.

con

li

proprii occhi

Con Saturno sono due

che quasi

lo

il

che

una da un lato,
toccano. Venere, quando si congiunge

come

vede poi tutta piena

et

stelle

la

erranti

ma non

fra

ho veduto mediante X occhiale del

Gallileo et fattele vedere a diversi amici,

illuminare et diventar,
la si

1'

stelle

Giove,

le

stelle

et

tutto
1'

col

il

mondo

altra dal altro

Sole, #si

vede

Luna, corniculata insino a tanto che

mentre

si

va

compiendo appar minore,

chiaro segno, anzi demostrazione geometrica, che ella s'aggira intorno


al Sole, et

minore

quando

piena gli sopra, et per la

gran distanza appar


poich non

questo, dico, si fa per demostrazione geometrica,

pu apparir piena per oppositione che habbia col Sole. Molti Matematici grandi, et in particolare il Padre Claudio (sic) col Padre Gambergere (sic) negavano questo da principio et dipoi si sono disdetti essendosene certificati, et ne hanno fatte pubbliche lettioni. Quanto poi che
cotesti signori dello Studio et Achademici non habbino scritto contra
al Sig."" Gallileo, io lo

mandare

credo et lo far sapere al

Sig."" Gallileo,

la lettera di V. S. Intanto V. S. gli assicuri

che

il

anzi gli

Sig.""

Gal-

(579)

[28]
oltre alla sublimit dello

lileo,

ingegno mirabile che ha,

tanta

di

buona

conditione che, quando ancora eglino gli havessero scritto contra, s'aque-

tarebbe ad una minima loro scusa, essendo che egli non pretende altro

che giovare

mondo, che se fusse avido

al

di

haver fama

ne pu

havere molto maggiore da molte singolari compositioni che egli in diverse scientie ha fatto.

Questo quanto mi occorre dire in risposta

della

domanda

sua

del resto la ringratio del

cortese affetto che ella dimostra verso di me,

et delle lodi che, oltre al

mio merito, mi

di

me

in ogni

sua buona vulunt. Nostro Signore


Di

fuori

d, et cos la

Roma, a

la

21 di agosto 1611.

Copia della ri.sposta scritta dalla

Tratta

dell'

et grata alla

guardi.

Sarrocchi al Sig/ Guido Bettoli e

prego a valersi

sua occorrenza, che mi trover prontissima

di

Margherita

Sig.*"*

pugno

Galileo:

di

occhiale e de' nuovi scoprimenti.

VI.

Fra Innocenzo Perugino a Girolamo Perugino,


(Bibl.

Naz. di Firenze.

Mss. Galileiani. Par.

T.

I.

XV,

car. 43).

GiroUamo carissimo.
Havrei prima

li

d'

ora dato risposta alla gratissima vostra,

non fare sdegnare

bio di

la Sig.'"'^

Margarita mi ha trattenuto

non

direte ch'io ho scritto quelle cose per imparare e

dirli,

onde non deverebbe sdegnarsi,

ma

pensa,

la verit, et poi

come

alla giornata si

mostrer da

altri

dotti

con figure geometriche, e gi vi chi ne scrive

tempo debito, onde giudico malfatto


quelli che

non sono

dell'

il

chiamare

opinione del Galileo

fessione, n mai ho studiato geometria,

io

si

ritrova

cosi alla pri-

non

eh' ella

anco in Geometria
si

far

vedere

non

fo

vulgari

ignoranti e

ma ho una

du-

il

per tanto

per contra-

considerare che cosi

una novit tanto grande non pu


ma esser ricevuta da tutti, massime chi ha difhcult pi
meglio

ma

questa pro-

semplice infarina-

ci. finch non vedo la cosa pi chiara,


pu accomodare a capire questa novit e questa forsi sar una di quelle opinioni stravaganti che la Signora mi ha
predette nella mia genitura, e quel che pi importa non sono solo per

tura d'Astrologia

con tutto

r intelletto mio non

si

(580)

[29]

quando havessi veduto, come havete fatto voi, non


sarei cos incredulo, oltre che per questo mi dovrebbe lodare e non
biasimare, dicendo Salomone Qui cito credit levis est corde. Horsu,
se questa mia gli dar a sorte disgusto, ricever tanto pi gusto da
quella del Sig/ Bonciano, quale mando per fi-ate Pietro insieme col
tanto

mi

scusi, che

libro da lui

ultimamente stampato

tro desidera

me

Qua da

1'

avvisi,

noi in questi giorni

colare sono morti molti giovani

che stava a piedi

lo

legga dunque e

che la servir

s'

fatto

de

un

nostri

la nostra piaggia, tra

lo

goda, e s'al-

di cuore.

bel morire, ed in
vicini

nobili

parti-

morto Bastiano,

morto Carlo

Leoni,

Scipione Perinelli, Marc'Antonio Cantagalina, e questi due ultimi hanno


lasciate le mogli giovani e belle,

Pompeo

Cirelli, et in

somma

vi posso dire di nuovo, e

mando

altri

fu amazzato
non mi ricordo,

hiersera
eh' io

con questo fine

da frate Pietro saprete quel che

buona gratia

di tutto

il

cuore mi

desiderate.

Colonnello

eh'
vi

quanto
racco-

Conservatemi

servitore.

Di Perugia,

li

28 d'agosto 1611.

Tutto vostro
f.

fuori

la

della signora, facendoli fede che gli vivo affettionatissimo

Al mio carissimo quanto fratello

Girolamo de Vincenzo Perugino

Roma.

Innocentio perugino.

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