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Lesperienza collettiva di un gruppo di ragazze e ragazzi appassionati di tecnologia e

comunicazione che hanno fatto proprio il motto di Primo Moroni Condividere saperi,
senza fondare poteri.

Autistici & Inventati

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10 anni di hacking e mediattivismo


a cura di Laura Beritelli

Allinizio la lista era un casino Pinke


Era il 2000, no, no, era il 2001, aspetta guardiamo...
ah s (sospiro). Era maggio Cojote.
[iptables -A INPUT -p all -s ! 127.0.0.1 -j DROP]

Il collettivo A/I, o Autistici/Inventati, nasce nel 2001 con lobiettivo di creare un server autogestito
e fornire gratuitamente servizi web nel rispetto dellanonimato e della privacy. Il loro veicolo informatico sopravvissuto a molti tentativi di repressione, a denunce, sequestri, inchieste giudiziarie.
Nel tempo, ha costruito una rete di server collocati in molti paesi del mondo che gli permette di
offrire a diverse migliaia di utenti gli strumenti per una navigazione consapevole, che tutela la loro
libert di informazione e comunicazione.
Questo libro prima di tutto un azzardo, un tentativo di narrazione pensato a partire dai
ricordi di chi in A/I c stato, di chi passava di l per caso ed rimasto, di chi ha dato una
mano, di chi ancora, ogni giorno decide che ne vale la pena. , al contempo, il racconto
di unavventura abbastanza unica nel mondo del digitale e la ricostruzione di una serie
di percorsi formativi mai lineari, al limite tra gioco e impegno politico.
Presentazione di Sandrone Dazieri
Prefaziosa di Ferry Byte

10 anni di hacking e mediattivismo

Alla fine del XX secolo la scena hacker era avanguardia pura. Quando le idee, le pratiche e le scorribande nella rete di questa nicchia di sperimentatori telematici iniziarono ad attirare lattenzione del
mainstream, in Italia un manipolo di attivisti ebbe lintuizione che la comunicazione fosse davvero
la sostanza in cui si sarebbero espressi i processi sociali, politici e culturali dellimmediato futuro.

Laura Beritelli (Firenze, 1978) ha una laurea in Ermeneutica Filosofica. Dal 2007 redattrice della
rivista Humana.mente, un quadrimestrale di studi filosofici pubblicato gratuitamente online.

ISBN 978-88-95029-62-7

DISTRIBUZIONE MIMESIS

Autistici & Inventati

14,00

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Attribuzione - Non commerciale Condividi allo stesso modo 3.0 Italia


2012, Autistici/Inventati, Agenzia X
Copertina e progetto grafico:
Grafici Umanoidi
Immagine di copertina:
BLU - blublu.org
Fotografie ed illustrazioni:
Si ringraziano: Dino Fracchia, Echomrg, Espanz, Maox,
Molleindustria, Ono-sendai, Pinke, Pirate, Pk e Shah.
Contatti:
Agenzia X, via Giuseppe Ripamonti 13, 20136 Milano
tel/fax 02/89401966
www.agenziax.it - info@agenziax.it
Autistici/Inventati - Casella postale 1149
50100 Firenze
www.autistici.org - info@autistici.org
Stampa
Digital Team, Fano (PU)
ISBN 978-88-95029-62-7
XBook un marchio congiunto di Agenzia X e Mim Edizioni S.r.l.,
distribuito da Mim Edizioni S.r.l tramite PDE

Autistici & Inventati

10 anni di hacking e mediattivismo


a cura di Laura Beritelli

Indice

Prefazione di Sandrone Dazieri


Prefaziosa
Le voci inventate di un autismo digitale unico e irripetibile
di Ferry Byte

11

Introduzione

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Parte I dal 1990 al 2001


Dalla pantera al G8 di Genova

21

1990-2001 - Scenario
1990-2001 - Hacktivism
Lesperienza ECN
Milano e dintorni - Autistici
Firenze - Inventati
Bologna
Primo incontro
La fondazione
Online
La formazione
Comunicazione diretta
Indymedia
Lentusiasmo del fare
HackIt a Catania - Un treno carico di 486
Genova

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110
114

Parte II dal 2001 al 2006


Dal dopo Genova alla politica dellemergenza
2001-2006 - Scenario
2001-2006 - Hacktivism
Dopo Genova
European Social Forum
Kaos Tour e strategie comunicative
I casi legali - Trenitalia, 2004
Verso il Piano R* - Linvolontaria centralit di A/I
I casi legali - Crackdown Aruba, 2004-2005
Piano R*
Download a copy, upload an idea
No(b)logs
Parte III dal 2006 al 2011
Gli anni recenti
2006-2011 - Scenario
2006-2011 - Hacktivism
Una rete collaborativa
I casi legali - Pedopriest, 2007
Nipotini di Orwell
I casi legali - Crackdown norvegese, 2010

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230

Ghost Track
La pulizia dei cessi
di Ginox

240

Glossario

249

Socializzare saperi senza fondare poteri


Primo Moroni

Alla comunit di Hackmeeting


e alla confraternita dei nostri utenti

10
Campagna
no SIAE

Prefazione

ulla A32 la polizia sta provando per la terza volta a sfondare il blocco dei manifestanti antitav. Volano manganellate e sassi, e le prime file dei valsusini si beccano gli
scudi antisommossa in faccia: per fortuna che sono strumenti difensivi, il rumore dei denti che saltano arriva sino a
dove sto io, parecchio in disparte a fumarmi una sigaretta
che sa di lacrimogeno. Alla quarta carica la linea del blocco stradale viene sfondata. I manifestanti si aprono a corolla, mentre la fila di celerini penetra in mezzo a loro come
un coltello: il rullo degli sfollagente sembra una mitragliata.
Nella fuga un gruppetto di notav rimane indietro e si attesta
vicino alla mia postazione: irriducibili pronti a resistere fino
allultimo. No, guardo meglio: et media sessantanni. Sono
i pi anziani che corrono meno veloci. Mi avvicino, una signora sorregge un ragazzo. Un ferito. No, li sento parlare.
Giuvinot siamo un po fuori forma, neh? Abbiamo corso
quaranta metri e non hanno ancora tirato fuori gli idranti.
Signora, non ce la faccio pi. Lasciatemi qui, mi incateno
al guard rail. Quindi si avvolge come un koala alle protezioni stradali.
11

Distiamo pochi passi, lo vedo in faccia e lui vede me. Goril...! urla col fiato rotto. Lo riconosco, Malaussene. Ai
tempi del Leoncavallo stava sempre a smanettare sui computer e parlava come un baccellone venuto da Marte. Un
hacker, un acaro. Gli dico di alzarsi e seguire la signora,
che un gruppo di sbirri sta correndo in questa direzione.
Lui scuote la testa e ansima: Abbiamo scritto un libro! Ho
qui le bozze. Gli chiedo cosa centri adesso. Lui risponde
che se lo arrestano le tira contro la troupe del Tg3. Il mondo deve sapere. Deve conoscere la lotta che abbiamo fatto
per la libert delle reti, per la diffusione dellinformazione
senza censure, il libero scambio dei saperi, il free software.
Delira poveretto. I celerini gli sono ormai addosso. Lo
prendono per i piedi e lo trascinano via come un sacco di
patate. Gorilla grida ancora, prima di essere seppellito
dalle mazzate. Se finiamo il libro tu devi scrivere una presentazione. Prometti!.
Se ne esci vivo gli rispondo. Ne uscito vivo. Il libro
questo. Buona lettura.

Sandrone Dazieri

12

Prefaziosa
Le voci inventate di un autismo digitale unico e irripetibile

reparatevi a leggere un libro dove militanti ossessionati dalla crittografia mettono a nudo la propria organizzazione e dove la comunicazione digitale targata media
activism, dopo aver accompagnato, totalmente o in parte,
la vostra esistenza negli ultimi anni, prende letteralmente
corpo con tanto di nickname.
Se siete fruitori compulsivi dei server di movimento Autistici/Inventati oppure Indymedia Italia, allora questo il
posto giusto per capire quali sono i meccanismi alla base
della comunicazione digitale dei mediattivisti italiani. Lo
svelamento di questi meccanismi vi sorprender, ma soprattutto non potr fare a meno di cambiarvi, di permettere
alla vostra coscienza di evolvere (rispetto allo stato di cose
presenti) e quindi incider nella vostra percezione di come
va il mondo, e non solo quello digitale.
Questo libro stato una sorpresa anche per me, che alla
generazione e alla crew di Autistici e Inventati non appartengo ma rispetto alla quale mi sento genealogicamente

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e idealmente fratello maggiore. Dopo la prefazione scritta per Mela Marcia, ben venga per me lopportunit
di scrivere una nuova prefazione di parte ovvero unaltra
prefaziosa. Bisogna in effetti essere in parte di parte per
poter apprezzare pienamente questo libro che ha anche
il pregio di riuscire a portare dalla propria parte anche la
maggior parte dei lettori che, pur non essendo tifosi del
mediattivismo italiano, decideranno di leggerlo. Va apprezzato lapproccio narrativo con cui rivelata la reale
natura dei rapporti fra politica e media (digitali e non), fra
poteri reali e forme temporanee di contropotere.
Leggendolo tutto dun fiato, la narrazione mi ha letteralmente travolto: un impetuoso torrente di voci che traccia
la storia di dieci anni di passioni e furori, gaffe e idee che
hanno caratterizzato lattivit di un vasto collettivo di militanti digitali che riuscito a far parlare di s in tutto il mondo. Il merito pi grande di questo racconto corale quasi
una trascrizione di tante sottoculture underground orali
emerse come un fiume carsico quello di umanizzare un
certo tipo di comunicazione digitale: sapere che dietro un
servizio comunicativo, una sigla, una rete di blog, un anonymous remailer si cela un preciso nickname, una persona
in carne e ossa con il suo carattere, sesso, et, opinioni
sicuramente d plus-valore a tutto ci che abbiamo potuto
godere dagli schermi dei nostri portatili in questi lunghi e
faticosi anni.
Gi La fatica, il dolore e limpegno. Sono cose che trasudano da questo libro e non potrebbe essere altrimenti per
chi ha avuto la voglia e lobiettivo di raccontare sul web un
movimento italiano che in questi anni ha conosciuto morti,
fermi e arresti, neanche fosse in atto una rivoluzione o un
fantasma si aggirasse per il mondo Invece le voci dei

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No TAV o dei no global merita(va)no decisamente maggior


ascolto anche alla luce della realt dei fatti e soprattutto
riarrotolando la pellicola delle politiche spesso illogiche
e socialmente inutili che cercano di contrastare.
Sulla pelle di questi ragazzi, in dieci anni, sono passati il
G8 e la TAV, lattacco dal volto feroce delle major e i colpi
di coda della SIAE alla libera condivisione delle informazioni sul web. In dieci anni si incarognito lattacco di entit
aziendali e politiche che si sono sentite offese dagli afflati
controinformativi. In dieci anni si sono susseguite denunce
a sequestri dei server. La privacy si disciolta come neve
al sole di Facebook, sulle nostre vite digitali sfrecciato lo
tsunami della globalizzazione, lairbus della crisi economica. Un mondo sconquassato in un solo decennio. Ma non
meravigliatevi se li incontrate sempre vestiti di scuro, con
lo sguardo diffidente e la lingua tagliente. Hanno sempre
mantenuto lo stile crudo e diretto per non perdere il filo di
questi durissimi e pesanti anni.
Ma il tono che trasuda dal libro non arreca affatto tristezza,
nostalgia o senso di sconfitta. Nella narrazione al contrario prevale lumorismo, il compagno dellintelligenza sveglia e dello spirito critico. Questa, s, la risorsa estrema a
cui ricorrere per sopravvivere quando si assediati e si
percepisce sul collo il fiato del tecnocontrollo poliziesco
Monitorati, quando magari si solo allestito un network di
comunicazioni crittate per scambiarsi le ricette di cucina!
In questo libro sono tante le narrazioni, ma c anche tanto
non detto. Anzi forse la parte rilevante del messaggio di
fondo: se le motivazioni e le giustificazioni spesso latitano,
peraltro lucidissimo il filo conduttore di pensieri e azioni, tutte innegabilmente rivolte al concetto di bene comune
e di miglioramento della prospettiva individuale e colletti15

va. Il fil rouge del libro quello dei movimenti alternativi


allo stato di cose presenti.
Mentre leggerete il libro, sentirete in sottofondo lo sfrigolio di Matrix - la storia parallela dellevoluzione tecnologica
della comunicazione digitale vista dalla scomoda posizione di chi ha la presunzione e la voglia di farsi avanguardia,
avendo potuto sperimentare per primi tutta una serie di
possibilit tecnologiche e aver poi goduto del privilegio
di Cassandre hi-tech: poter distribuire una serie di Lavevo detto io! a platee pi o meno numerose di ascoltatori perlopi poco disposti a capire e a mettersi in gioco
rispetto alle novit del momento. Nel giro di una manciata
danni siamo passati dallascoltare programmi radio notturni di improbabili suoni audio bzz scrthcchh e ftbleehh che, registrati su cassette audio (!?!) e opportunamente modulati e demodulati (toh! ecco perch si dice
modem), diventavano giochi software da utilizzare sullo
ZxSpectrum dellamico (che poteva permettersi il lusso di
comprarselo) alle mirabilia del mondo social: ma nel mezzo ci sono state le BBS (bulletin board system), la nascita
del web, i newsgroup, i canali IRC (Internet Relay Chat) e le
mailing list, la posta elettronica, i blog, i video online e tutti
i social media
Un decennio filtrato attraverso le lenti di un collettivo impegnato a fare controinformazione nelle situazioni pi disparate ed estreme.
Ci ha creato una vera e propria schiera di disinvolti tecnologici che ora si troveranno a gestire (in attesa di un prossimo cambio generazionale) chiss quali nuove avversit e
innovazioni tecnologiche al tempo stesso.
A/I sta per Autistici/Inventati ma chiss che questa assonanza non giochi con lacronimo inglese di Artificial Intel-

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ligence: in ogni caso di zone temporaneamente autonome


(TAZ) se ne sente ancora oggi il bisogno e gli strumenti
della comunicazione digitale continueranno a tornarci utili.
Senza farci distogliere dalla capacit di riflettere sui contenuti e sulle idee da veicolare.
Ferry Byte

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Introduzione

uesto libro esce a pi di dieci anni dallinizio di A/I.


Il collettivo si forma nel 2000 e abbiamo ritenuto potesse essere intelligente, prima che i ricordi si confondano
troppo e i pezzi si perdano, fissare qualche voce di questa
esperienza nero su bianco. Speriamo inoltre che la storia
di un collettivo raccontata dallinterno possa offrire spunti
utili a chi si trova a vivere dinamiche simili, non tanto come
esempio da imitare, quanto come caso di studio di sfighe,
entusiasmi, delusioni, successi, sbagli, risate, fatiche e via
dicendo per tutta quella gamma di accadimenti e relazioni
che attraversano un gruppo come il nostro.
Il testo si divide sostanzialmente in tre parti: la formazione del collettivo, lattivit fino al 2006 e da l al 2010 circa.
Principalmente si compone di interviste perch nessuno di
18

noi avrebbe mai avuto voglia e tempo di rimettere assieme questi dieci anni. Lidea e loccasione si sono presentati
quando Laura ci ha proposto di intervistare qualcuno del
collettivo su come era nato il progetto, e cos nasce il libro.
Gli scritti di Laura sono stati poi riveduti e integrati dal resto
del gruppo, il che lo rende un poco unopera a pi mani,
sospesa tra lautonarrazione e lesposizione degli eventi in
ordine cronologico.
Uno dei principali problemi che abbiamo dovuto affrontare
stato la scelta di chi intervistare. Perch in questi anni A/I
stato attraversato da diverse decine di persone. Parlare
con tutti avrebbe reso il lavoro troppo lungo, con il rischio
che rimanesse incompiuto. Si scelto consapevolmente di
essere parziali e di partire da chi ancora oggi nel collettivo
aveva voglia di raccontare, siamo poi passati alle persone
uscite ma con le quali siamo rimasti pi in contatto o che
erano pi semplici da reperire. E quindi ci siamo fermati,
consapevoli che il lavoro risulter magari incompleto.
Ma meglio incompleto che incompiuto, e comunque ci
serviva una scusa per farne un altro intorno al 2020. Dal
momento che nelle interviste si menzionano eventi e scenari che potrebbero non risultare chiari a chi non li abbia
vissuti, abbiamo cercato di inquadrare il contesto allinizio
delle varie parti, abbiamo riempito il testo di rimandi e li
abbiamo collegati a un piccolo glossario in chiusura. Le
parole del glossario che via via compaiono nel testo sono
evidenziate in modo che, anche leggendo il libro a spizzichi e bocconi, possiate ritrovare la spiegazione dei riferimenti pi oscuri.
Questo libro dedicato a tutti i nostri utenti, perch alla
fine siamo qui per loro, una piccola comunit di teste matte
e generose.
19

Wetware

Parte I

Dal 1990 al 2001


Dalla pantera al G8 di Genova

Scenario

1990-2001

er raccontare o leggere una storia utile possedere


una certa capacit immaginativa e soprattutto bisogna
scegliere un momento, un episodio dal quale iniziare. Per
inquadrare il contesto storico in cui il collettivo di A/I nasce
e si sviluppa abbiamo deciso di partire dieci anni prima,
nel 1990, quando la maggior parte dei fondatori del progetto erano adolescenti o poco di pi. In Italia arrancava il
sesto governo Andreotti, erano gli ultimi anni del cosiddetto pentapartito, la coalizione che per tutti gli anni ottanta ha
governato il Bel Paese: DC, PSI, PSDI, PRI, PLI. Linchiesta di
Tangentopoli, lesilio di Craxi segnano la fine della Prima
Repubblica e linizio della Seconda, che sta terminando
forse proprio in questi giorni in cui scriviamo o forse gi
terminata da un po. In fin dei conti sono cambiamenti di
poco conto per le persone citate in questo libro, che tendono ad avere rapporti piuttosto burrascosi con le istituzioni
indipendentemente dai cambi al vertice.
Nel 1990 unalleanza di trentacinque paesi con a capo
gli Stati Uniti inizia la prima guerra del Golfo in seguito

22

allinvasione del Kuwait da parte dellIraq. In Italia intanto si svela ufficialmente lesistenza di Gladio, una struttura
clandestina promossa dalla Nato in funzione antisovietica
e attiva sul territorio dal 1956. Se non avete avuto la fortuna di essere giovani in quegli anni e volete rivivere latmosfera dellepoca vi consigliamo un film: La guerra degli
Ant, ambientato per lappunto nel 1990. Quattro punk di
Montesilvano (in Abruzzo) vivono la propria noia e fatica
di vivere, emigrano, provano a costruirsi unesistenza, falliscono, tornano al loro paesello. A met degli anni novanta
sale in carica il primo governo Berlusconi, che casca dopo
un anno, nel 1999 il primo governo DAlema d la propria
benedizione allintervento armato in Kosovo. Il decennio si
apre con una guerra e si chiude con unaltra. Dal punto di
vista economico termina la grande ristrutturazione degli
anni ottanta, che distrugger nelle metropoli occidentali la
centralit della fabbrica. Si avvia quel processo di delocalizzazione della produzione e della finanziarizzazione dei
mercati che viene etichettato comunemente come globalizzazione. Il risultato pi immediato che per molti di noi
ladolescenza trascorre in quartieri dove ledilizia residenziale si alterna ad aree dismesse abbandonate a se stesse.
Non vogliamo per soffermarci sui grandi avvenimenti
mediatici di quegli anni, se non per inquadrare il contesto.
Il nostro obiettivo far comprendere lambiente in cui le
persone intervistate in questo libro si formano. Per questo
dobbiamo abbandonare la politica di palazzo, la macroeconomia e la geopolitica e scendere nelle strade di alcune
citt italiane, tra movimenti, cortei e occupazioni. Si tratta di
una storia pi minuta, di esperienze poco note e per questo pi difficili da contestualizzare. Potremmo iniziare da un
inverno freddo freddo in cui qualcuno scambia un grosso
gatto nero per una pantera. Quando una volante conferma
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lavvistamento scoppia il caso e parte una caccia al felino


che durer mesi e finir nel nulla. Il movimento studentesco contro la riforma Ruberti trover cos un nome e un
simbolo. La pantera occuper molte delle facolt italiane
per tutto il 1990, mentre da l a poco le piazze saranno riempite dalle manifestazioni di protesta contro la guerra in
Iraq. Nel frattempo in tutta la penisola si assiste a un fiorire
di situazioni autogestite, centri sociali e squat. Su questo
aspetto ci soffermeremo un poco di pi dal momento che
la totalit del collettivo A/I allinizio proviene dagli sviluppi
e attinge alle suggestioni di questi ambienti. Considereremo due citt menzionate nelle interviste a titolo di esempio, ben consapevoli che la nostra narrazione sar parziale
e poco esaustiva.
A Milano nel 1989 si consuma il tentato sgombero del CSA
Leoncavallo, gli occupanti resistono sul tetto, lanciando di
tutto in testa agli assedianti. Rimane in qualche modo storico il manifesto con la foto di tre persone con sassi, una molotov e la scritta Quando ci vuole ci vuole. Nei movimenti
vicini ai centri sociali sembra di riemergere dal riflusso
degli anni ottanta. Il 10 settembre del 1994 si tiene un corteo cosiddetto dellOpposizione Sociale. Partecipano la
maggior parte dei centri sociali italiani e molte altre strutture di base. Si tratta di difendere lo sgombero del Leoncavallo, ma pi in generale lesperienza delle occupazioni in
s. Nella storia dei media di movimento rimasta famosa
la frase dello speaker radiofonico quando il corteo sfonda
in via Cavour: La polizia sta retrocedendo, a colpi di bastone la polizia sta retrocedendo. Non accadeva da anni,
n sarebbe accaduto molte altre volte negli anni a venire.
Non vorremmo cadere per nellequivoco di usare il Leoncavallo come icona e musa ispiratrice per tutti gli altri

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italiani. Sarebbe un errore, perch ogni esperienza ha


le proprie peculiarit e i propri percorsi politici. Esistono
esperienze legate allonda lunga dellAutonomia Operaia,
altre legate alla tradizione marxista-leninista, altre pi di
origine anarchica libertaria, il tutto per estremamente
contaminato dalla scena musicale, dalle sottoculture. Per
tutti gli anni ottanta il movimento punk invader i CSA. Lesperienza del Virus di Milano in qualche modo simbolica
di questo tipo di contaminazione. Negli anni novanta i media mainstream eleggeranno i CSA come la casa dellhip
hop, da l a qualche anno si inizier a parlare di musica
elettronica e di rave party. Nel 1999 viene sgomberata Bredaoccupata 3337, una delle esperienze di autogestione citate nelle interviste. una delle prime realt sul territorio
milanese a usare massicciamente lo strumento del rave
illegale in chiave dichiaratamente conflittuale e politica,
per questo uscir spesso dal proprio spazio per occupare
aree dismesse.
CSA

Linteresse per questo tipo di sottocultura va di pari passo con le riflessioni sui nuovi media, su Internet e con le
fascinazioni per il cyberpunk. Breda viene occupata nel
1997, al suo interno si muove lantimuzak front, un collettivo che da met degli anni novanta organizza rave illegali
nellhinterland milanese. Nel film Decoder la muzak la
musica diffusa nei McDonalds, per condizionare i gusti e i
comportamenti degli avventori. Lantimuzak lantidoto, al
suono del quale esplode la rivoluzione.
Nel 1998 viene occupato il deposito Bulk da alcuni collettivi studenteschi. Nel 1999 in quei locali si terr il secondo
Hackmeeting italiano. Questa realt sar sgomberata nel
2000, ma rioccuper un ex deposito dellEnel. In questi
nuovi spazi trover una casa il LOA, lhacklab milanese. Al

25

di l dei singoli spazi, comunque importante comprendere come il momento fosse estremamente propizio per la
scena controculturale di Milano. Potremmo citare almeno
una decina di altri spazi occupati in citt: Cox18, i Transiti,
il Garibaldi, Torchiera, Pergola, Garigliano (con Connecta
al suo interno), Panetteria, She squat, Metropolix, s.q.o.t.t.
A Firenze negli anni novanta, e ancora oggi, esistono due
grossi centri sociali: il CPA a Sud e lEx-Emerson (oggi nEXt
Emerson) a nord. Entrambi sono importanti per i fatti narrati in questo libro. Il CPA perch ospita il primo Hackmeeting italiano. LEx-Emerson perch al suo interno si forma
il gruppo di Strano Network, una realt molto interessante
nel panorama del primo attivismo digitale.
Insieme a questi, diversi altri spazi occupati: il Maf, lIndiano, la Giungla, la Baracca, il Bubusettete, il Matticao, la Villa,
Yoda House, il Mulino Il Movimento di Lotta per la Casa
in ventanni di attivit compie un intenso lavoro che contribuisce a contrastare il disgregamento sociale nei quartieri
popolari e combatte lemergenza abitativa con centinaia
di occupazioni, di italiani e migranti. Nella Firenze di fine
anni novanta si muove inoltre un gruppo di studenti piuttosto esuberanti che danno vita a diverse occupazioni. Una
in particolare citata molte volte nelle interviste, il Cecco
Rivolta.
Attorno a essa si crea un ambiente estremamente prolifico:
si produce un settimanale murario, Stampa Clandestina, si
promuove un progetto di orti urbani, si mette in piedi una
sorta di sportello casa per studenti, Omme, che contribuir a moltiplicare gli squat in citt. Tra il 2000 e il 2002 nascono case occupate come funghi: il Pacaro, il Pettirosso, il
Bomba libera tutti, il Soqquadro Si crea una consistente
comunit di centinaia di studenti e giovani lavoratori preca-

26

ri, il Network, che oltre al problema abitativo, affronta temi


come copyright, autoproduzioni e libera circolazione dei
saperi.
Questi sono allincirca gli ambienti intorno ai quali il collettivo si forma. A seconda delle citt dorigine varieranno
le situazioni, le esperienze specifiche, ma il clima risulta
simile.
Per procedere nella nostra storia rimane ancora un tassello
da mettere a posto. Nel 1999 a Seattle migliaia di persone
contestano la conferenza del WTO, lOrganizzazione mondiale del commercio. Le immagini delle proteste fanno il
giro del mondo, ed come se urlassero un immaginario,
ma molto chiaro Via!. Nei due anni successivi non ci sar
vertice di istituzioni internazionali che non venga contestato da almeno decine di migliaia di persone. La societ civile
sembra un poco risvegliarsi e nascono i social forum, delle
assemblee composite che vorrebbero costituire unalternativa dal basso ai processi di globalizzazione del grande
capitale. Per quanto fragile, imberbe e inconcludente, si ha
limpressione di fare parte di un movimento internazionale. A ogni controvertice confluiscono manifestanti un po
da ovunque. Le tappe di questa specie di strano tour sono
Davos, Praga, Nizza, Napoli, Gteborg. Per raggiungere le
destinazioni vengono organizzati pullman e treni, a met
tra la gita scolastica e la trasferta della squadra del cuore.
Marzo 2001, Napoli: il corteo duramente caricato in piazza Municipio. Le persone fermate e portate presso la caserma Raniero vengono seviziate. Giugno 2001, Gteborg:
la polizia apre il fuoco e ferisce un ragazzo, che rimane
in coma per settimane. Si tratta del biglietto da visita per
il G8 del luglio di quellanno, quando centinaia di migliaia di persone scendono nelle strade di Genova. Nelle tre
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giornate di cortei, il secondo giorno muore Carlo Giuliani


ucciso da un carabiniere. La polizia carica indiscriminatamente fino al pomeriggio. Sabato il corteo spezzato in
pi punti, vengono perquisiti i campeggi dei manifestanti,
la sera viene fatta irruzione presso il complesso di scuole
che ospitano il media center: la Pascoli e la Diaz/Pertini. In
questultima i presenti sono pestati a sangue, diversi saranno portati via in barella. Molti dei fermati in queste giornate
sono detenuti presso la caserma di Bolzaneto, seviziati e
torturati. Questa la nostra Genova. Se leggendo vi viene
da dire: Certo, la polizia stata cattiva, per tra i manifestanti cera chi lanciava le pietre e rompeva le vetrine,
magari prendete in considerazione di smettere di leggere
questo libro ora.
Nellestate del 2001 si chiude anche la storia di A/I prima
di A/I, perch a giugno il progetto viene presentato ufficialmente allHackmeeting di Catania. Subito dopo quasi tutti
partecipiamo alle proteste contro il G8 di Genova e chi laveva ancora perde definitivamente verginit e innocenza:
ora si capito come gira il mondo. Lo scenario cambia, il
collettivo esiste e dovr in qualche modo confrontarsi con
questo turbinio vorticoso.

28

Hacktivism

1990-2001

a generazione a cui appartiene la maggior parte del


collettivo A/I figlia dello home computing, dei computer inverati in elettrodomestico. Negli anni ottanta si diffondono i VIC-20, i Commodore 64, gli Spectrum, lAmiga
e lAtari ST. Tutti i membri del collettivo hanno posseduto qualcuno di questi oggetti. Siamo la prima generazione che cresce con un computer accanto, principalmente
come compagno di giochi. Mentre noi consumavamo i
joystick e gli occhi sui videogame, la telematica muoveva
i primi passi alla conquista delle linee telefoniche grazie a
un oggetto inventato alla fine degli anni settanta: il modem.
Con esso era possibile accedere al mondo delle BBS, i
bullettin board system, le banche dati amatoriali. Sostanzialmente si trattava di un sistema di messaggistica, simile allattuale posta elettronica, unito a un meccanismo di
scambio di file. La parte pi interessante consisteva nel
modo in cui i nodi di queste reti comunicavano, che finiva
per essere molto collaborativo e coinvolgente. Si trattava
sostanzialmente di accendere il modem a tarda notte, poich un tempo telefonare la notte costava meno, e lasciare
29

che le persone si collegassero alla propria BBS. Presto si


crearono dei network di BBS, alcuni internazionali tipo Fidonet, altri pi tematici, spesso volutamente staccati dalle
grosse reti, per mantenere un certo grado di indipendenza
e autonomia gestionale, pur riutilizzandone i protocolli e i
meccanismi di funzionamento. Venivano dette per questo
fido-compatibili.
Allinterno del movimento cera una grossa diffidenza nei
confronti della tecnologia, dei computer in primis. Non si
trattava di un atteggiamento immotivato: la tecnica non
neutra, viene sviluppata con fini e scopi ben precisi che
nel nostro mondo basato sul soldo spesso coincidono con
logiche di profitto, al di l di qualsiasi considerazione etica.
Esiste poi tutto un filone di pensiero esplicitato bene dal
gruppo di intellettuali noto come la Scuola di Francoforte
o in letteratura dal romanzo 1984 di Orwell, che individuano nella tecnologia la chiave di volta per ledificazione di
una duratura societ totalitaria. Gli strumenti di comunicazione diventano il motore inarrestabile della propaganda,
che nella societ delle merci si incarna nella pubblicit.
Questa analisi descrive una tendenza ben presente nella
nostra societ, ma taglia fuori alcune anomalie, che invece
influenzano pesantemente i fatti raccontati in questo libro.
Negli anni settanta la radio una tecnologia diffusa e tutto sommato facilmente accessibile. Nel 1974 una sentenza della Cassazione sancisce la fine del monopolio Rai.
Letere libero, bastano un po di buona volont, un paio
di manuali da radioamatore e qualcosa da dire o da fare
ascoltare. In pochi anni nascono tantissime emittenti locali,
molte casalinghe, alcune che fiutano laffare e si affrettano a
darsi una struttura commerciale, altre ancora che si inseriscono in pieno nei movimenti di quegli anni. Oltre alla ben

30

nota Radio Alice di Bologna, vorremmo citare Radio OndaRossa di Roma, che nasce proprio nel 1977, si caratterizza
subito come emittente politicizzata e movimentista e tale
rimane fino ai nostri giorni. La radio fino ad allora era stata
uno strumento di comunicazione di massa sotto legida del
controllo statale. Guglielmo Marconi, uno dei padri dellinvenzione, o almeno uno dei primi ad affrettarsi a depositare il brevetto, fu fascista di provata fede e realizzatore di Radio Vaticana su commissione di Pio XI. Lo stesso strumento
quarantanni dopo si fa voce del movimento 77. C stato
un cambiamento di senso, forse non soltanto di uso, una
reinvenzione dellutilizzo di questo feticcio tecnologico.
La storia della telematica degli anni novanta si pu inserire
in un ragionamento abbastanza simile.
Alcuni gruppi legati a realt di movimento intuiscono il potenziale comunicativo delle BBS, dello home computing, la
relativa indipendenza del mezzo. Si formano una serie di
BBS dichiaratamente politicizzate. Alcuni esempi: ZERO! BBS
a Torino che per un po fu ospitata presso i locali di Radio
Black Out, e tutte quelle che entreranno a far parte del progetto ECN, a cui dedicato il primo capitolo del libro. ECN
significa European Counter Network, e voleva essere una
rete di ci che potremmo definire, per necessit di sintesi
e consapevoli della povert del termine, lantagonismo europeo. In realt praticamente soltanto in Italia si cre un sistema di BBS legate a questa rete. I primi nodi furono Roma,
Padova e Firenze. Intanto nasceva un altro circuito legato
allunderground digitale, la rete Cybernet, in cui confluirono anche elementi pi legati alla letteratura, allespressione artistica, a ci che potremmo definire immaginario
cyberpunk. Tra questi Decoder BBS, Virtual Town di Firenze,
AvANa BBS di Roma, ECN Bologna, ma presto i nodi saran-

31

no pi di cinquanta. In Sicilia si former Freaknet, affine a


queste ultime due, ma autonoma da entrambe. In questi
circuiti si inizier a parlare di hacking, di quel particolare
approccio alla tecnologia e alla realt che far incontrare
molti membri del collettivo di A/I.
In quegli anni circolava un piccolo manuale che in poche
righe cattura alcune idee con cui siamo cresciuti. Si chiama Digital Guerrilla e nel capitolo Network di movimento
cos si esprime:
Allora, cosa significa per noi tutto questo?
Uno degli scopi principali del movimento (e per molti di noi,
uno degli scopi principali della nostra esistenza) la comunicazione. Comunicazione di idee per cercare il cambiamento politico, comunicazione tra gruppi per condividere
progetti e aiuti organizzativi, comunicazione tra individui per
riunirsi in gruppi (o anche per continuare a rimanere individui, nonostante i gruppi) e comunicazione per aiutarci a
conoscere altra gente nel mondo con i nostri stessi interessi
e obiettivi. I network telematici possono costituire un mezzo
alternativo economico e semplice sia per la comunicazione
interpersonale, sia per quella di massa.

In ogni caso sarebbe bello rendere accessibili le reti di movimento anche a chi non possiede un computer. Questo pu
essere fatto mettendo in piedi terminali pubblici in centri sociali, centri di documentazione, librerie, eccetera. Ed eventualmente anche stampando parte del materiale e distribuendolo su carta. Attraverso i network telematici possiamo
automatizzare la diffusione delle notizie e delle informazioni
in tutta la citt, la nazione o in tutto il mondo: le reti se ne
infischiano dei confini politici...
Ma una rete telematica pu diventare molto di pi di questo.
Molte persone, anche tra quelle che le usano gi, si ostinano

32

a vedere nelle reti solo dei grossi megafoni per le proprie


iniziative pi o meno alternative e controculturali. In realt
gli strumenti telematici, oltre a costituire delle ottime agenzie di controinformazione per collettivi militanti tradizionali,
possono dar vita a forme comunitarie del tutto nuove. Quando la vicinanza fisica non condiziona pi la nostra possibile
gamma di esperienze, anche le istituzioni educative come
la famiglia, la parentela o la parrocchia (sia essa una parrocchia religiosa o politica) possono ricevere dei duri colpi
Per comprendere questa visione del ruolo delle reti telematiche, utile forse ricordare che ad esempio Tom Jennings, lideatore di Fidonet, si autodefin punk, anarchico,
libertario, omosessuale, hacker e a favore del pirataggio
di qualunque tipo di software commerciale. Si partiva insomma con queste che per noi sono ottime premesse.
Nel frattempo Internet esplode, il web si impone e le BBS
letteralmente si spengono, gi travolte in parte dallItalian
Crackdown, il primo incontro repressivo, fastidioso e grottesco tra le autorit italiane e la telematica. ECN diviene
un server mantenuto dal collettivo Isole nella Rete. Su di
esso molte realt di movimento aprono spazi web, discutono nelle mailing list o in chat. Cybernet si sparpaglia, del
nome rimane traccia nel canale #cybernet su ircnet e nel
newsgroup cybernet.cyberpunk sui news server di A/I.
Dalla comunit nata sui circuiti di BBS di cui abbiamo parlato, e migrata ora su Internet, nasce lidea di un incontro.
Qualcosa a met tra una tre giorni di seminari e dibattiti e
una festa: lHackmeeting. Si terr a Firenze nel giugno del
1998 su proposta del circuito che gravita attorno al progetto Strano Network, presso uno dei centri sociali storici
della citt, il CPA. Sono presenti un po tutte le realt italiane,
che per la prima volta si vedono in faccia, riunite nello stes33

so luogo. Elencare le presenze o descrivere latmosfera nel


dettaglio sarebbe alquanto utile per inquadrare il periodo,
ma richiederebbe qualche decina di pagine. Ci limitiamo
a citare la presentazione di un libro, che nella sua introduzione rimane uno degli scritti pi chiari per capire molte
delle visioni che stanno allorigine di A/I. Si tratta di Kriptonite, un prontuario sullutilizzo della crittografia per eludere il controllo che la societ informatizzata porta con s.
Al di l delle valutazioni di merito su questa analisi, il testo
riassume benissimo lo spirito di quegli anni.
Dopo questo primo test, gli Hackmeeting diventeranno
un appuntamento fisso e annuale, organizzato attraverso
una mailing list e per almeno una parte di A/I saranno un
terreno fertile di maturazione. LHackmeeting successivo
si svolger a Milano, quindi a Roma e nel 2001 a Catania.
In questultimo verr presentato ufficialmente A/I. Durante lHackmeeting di Milano invece si forma il gruppo del
LOA, spesso citato nelle interviste. In particolare si articola lidea della costruzione di strutture territoriali, a met
tra il circolo e il laboratorio, che funzionino da collante per
la comunit di Hackmeeting durante tutto lanno: gli hacklab. In poco tempo ne spuntano diversi, spesso collocati
in centri sociali, che ben si sposano col concetto di laboratorio e sperimentazione. Lattivit degli hacklab in realt
si focalizza molto spesso sulla formazione, sui corsi, sulla
condivisione delle conoscenze e sulla capacit di utilizzare
gli strumenti tecnologici, o quanto meno di comprenderli.
Finora abbiamo taciuto infatti alcuni eventi. Nel 1991 viene
rilasciata la prima versione di Linux e prima ancora un tizio
buffo di nome Richard Stallman d vita al progetto Gnu e si
inventa il termine Free Software, per indicare un particolare modo di sviluppare e condividere i programmi, che dovranno essere rilasciati con i sorgenti e il codice derivato
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da essi dovr a sua volta rispettare queste semplici regole.


Questi due accadimenti forniranno la base tecnologica per
unenorme quantit di progetti, oltre che la base didattica per la maggior parte degli hacklab. I server di A/I per
esempio usano Debian/Gnu Linux, una delle pi longeve
distribuzioni di Linux.
Nel resto del mondo intanto esplode la new economy, le
imprese si delocalizzano e si accorgono di Internet, tutte pronte a spintonare per aggiudicarsi un posticino nella corsa alloro della rete. I domini .com vanno a ruba, la
borsa impazzisce e lindice Nasdaq fibrilla eccitato come
un adolescente alla prima esperienza sessuale. E come un
amante inesperto e frettoloso, se ne viene troppo presto.
Nel duemila la new economy conosce il proprio picco e la
propria palude: esplode la bolla speculativa delle dot com,
molte aziende che avevano puntato tutto sullerogazione di
servizi via web falliscono. Ma in pochi anni lentusiasmo da
cocainomane dei mercati ha cambiato il volto della rete.
Non un caso che nasca in questo periodo una pratica di
protesta in uso ancora oggi, il netstrike. Consiste nel rendere irraggiungibile un sito web, collegandosi in tanti, troppi, nello stesso momento allo stesso sito. Dal 1995 in avanti ne vengono lanciati diversi, in supporto alle campagne
pi diverse: dal Chiapas allo sgombero del CPA a Firenze
o del Bulk a Milano, o per il G8 di Genova. Fino a pochi
anni prima in Italia molti soggetti istituzionali o grosse entit commerciali non avevano una corrispondenza virtuale,
neppure une-mail.
La disponibilit dei mezzi di comunicazione, le riflessioni
su come utilizzarli, lesigenza di raccontare il movimento
in crescita danno vita a un organismo nuovo nel panorama
italiano. Nel 2000 nasce Indymedia Italia, un esperimento
35

di sito a pubblicazione aperta, gestito attraverso una serie


di liste di discussione. Intorno a questo progetto confluir una grossa comunit, dai videomaker agli smanettoni,
dai giornalisti in erba ai militanti pi tradizionali. Presto
Indymedia diviene un punto di riferimento sul web per il
movimento tutto, che nel bene e nel male animer le colonne dellopen publishing con articoli e commenti. Durante il
G8 di Genova si riveler per molti versi fondamentale, per
la capacit di raccontare quanto stava accadendo in tempo
reale e dare una voce non filtrata al movimento in tutte le
proprie molteplici e contrastanti anime. Siamo tornati cos
al 2001, a Genova, in quel luglio soffocato dai gas lacrimogeni.

36

37
Il primo Hackmeeting

Lesperienza ECN

a proposta del gruppo danese Tv Stop di lanciare una


rete telematica europea condivisa a uso e consumo
del movimento antagonista risale al 1988. Lo European
Counter-Information Network, o ECN, prevedeva la creazione di tante reti nazionali da connettere assieme. Per
lItalia, il referente del progetto era allora il Coordinamento nazionale antimperialista e antinuclearista, detto anche
anti-anti.
Snd: Alliniziativa di Tv Stop dallItalia avevano parteci-

pato i padovani di Radio Sherwood, Zombi_J da Bologna e i romani di Radio OndaRossa. Una volta tornati,
cominciarono a fare unelaborazione politica sullemergere delle nuove tecnologie. La proposta era quella di
costruire una rete BBS che mettesse in collegamento le
soggettivit alternative, i gruppi della sinistra radicale
sparsi per lEuropa e che allora, nel 1988-1989, erano
ancora estremamente rarefatti, molto legati a situazioni
territoriali e contingenti. A Padova installarono un nodo
della BBS, con una tecnologia amatoriale Fidonet mutuata dagli americani, che tramite un telefono, un modem e
un computer ti faceva collegare a una banca dati.

38

Nel 1989 ebbero inizio i primi collegamenti sperimentali


e nel 1990 la rete ECN vide la luce, smistata tra i nodi italiani di Padova, Firenze e Roma. Poi Bologna e Torino, infine
Milano.
Snd: Lidea ci piacque subito, ma a Milano allinizio non

attecchiva. Al Leoncavallo cera una grossa resistenza, allepoca il computer stava nei luoghi di lavoro, te
lo metteva l lazienda per farti lavorare di pi, era uno
strumento del padrone. Il collettivo informatico di comunicazione era gi nato, da quattro avevamo aggregato altri cinque o sei. Facevamo corsi di computer per
darci una nostra legittimit. Spingendo, tirando, dando
una mano a gestire il bar, in qualche modo nel 1991 riuscimmo a comprarci un computer e a mettere online il
nodo ECN di Milano.
I nodi erano gi una decina quando, nel giugno del 1991,
il progetto venne ufficialmente presentato allInternational
Meeting di Venezia, dove circa duemila soggetti nazionali
e internazionali si erano dati appuntamento per discutere
le nuove forme dellantagonismo. Da subito venne inaugurata una riflessione su come allargare la rete al resto dEuropa ma, di fatto, lItalia rester lunico territorio nazionale
ad aver dato seguito alla proposta nata dallincontro di TV
Stop. Ma lidea era gi nellaria, e in Olanda si realizzer
con XS4ALL, uniniziativa per garantire laccesso Internet a
tutti che nasce dal mondo dellalternativa ma vestir i panni
del provider commerciale. In Germania il movimento degli
Autonomen dar vita a Spinnetz (Spidernet), una rete formata da gruppi della sinistra radicale.
Snd: Tra la fine degli anni ottanta e linizio degli anni no-

vanta stava emergendo un mondo della comunicazione


del tutto nuovo rispetto ai canoni classici il quotidia39

no, la rivista, la televisione. Negli Stati Uniti cera gi la


Usenet, Internet era uno strumento gi praticato da tutti,
anche se ad avere accesso alla tecnologia era ancora
unlite.
Dai primi seminari e incontri nazionali organizzati per
confrontarsi sulla rete ECN emergono due differenti modi
di intendere le potenzialit della telematica amatoriale: da
una parte abbiamo larea ECN, il collettivo che mantiene e
prende il nome dalla stessa rete ECN, che la vede come un
mezzo a disposizione del fare politico; dallaltra, unarea
pi variegata, tra cui elementi di Decoder, AvANa BBS di
Roma e la Cayenna di Feltre che intravedono in essa una
nuova frontiera dellagire umano, sulla base di una nuova
modalit rizomatica del comunicare.1
Snd: Cera gi ai tempi chi faceva unanalisi pi evoluta,

come quelli di Decoder, in qualche modo i nostri nemici-famiglia. Avevamo due visioni contrapposte. Loro
gi da anni portavano avanti una visione di tipo culturale, sullhacking e sul cambiamento che le nuove tecnologie avrebbero portato nel mondo e nella societ: una
visione molto elevata. La nostra idea era invece funzionalistica, utilitaristica: ci serviva uno strumento per mettere in collegamento i soggetti di movimento, i collettivi,
i centri sociali, chi faceva le iniziative di lotta.
Per la sezione milanese del collettivo ECN, il contesto politico
era un fattore imprescindibile, specialmente perch operava
in un periodo, quello tra il 1989 e il 1992, che vede la nascita
del cosiddetto movimento dei centri sociali. A Milano era
una decina danni che non si vedeva un fermento simile.
1 - Arturo Di Corinto, Tommaso Tozzi, Hacktivism: La libert nelle maglie della rete, 2002, http://www.hackerart.org/storia/hacktivism.htm.

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Snd: Sullonda dello sgombero e della rioccupazione

del Leoncavallo, il 16 agosto del 1989, part una serie di


piccole e grandi occupazioni che presero un posto sulla
ribalta, tentando di farsi vedere e di dettare unagenda
politica, pur nel piccolo del mondo dellalternativa. Un
altro degli elementi significativi di quei momenti fu il
movimento studentesco della Pantera, che aveva come
caratteristica quella di coordinarsi con il fax fu infatti
chiamato anche il movimento del fax: dalle segreterie
occupate delle universit ci si mandavano quintali di fax
e cos facevano anche i centri sociali, passando notizia
di unoccupazione, di un presidio... Erano i presupposti
di qualcosa che stava crescendo, che stava cambiando.
Cera lidea che ci fosse un movimento che stava nascendo o rinascendo, si vedevano facce nuove, e proprio dentro questo fiorire di cose venne lidea di poter
usare strumenti diversi, come era stato il fax per la Pantera. Dentro quel contesto prende piede anche tra di noi
lidea che il computer possa essere uno strumento da
usare per costruire collegamenti, per scambiare informazioni, per condividere cose.
Durante i primi anni novanta, gli obiettivi di ECN si modificarono progressivamente, superando quelli del solo Coordinamento anti-anti: si cerca di coinvolgere tutte le realt
di movimento che non usano mezzi digitali, da un lato dedicandosi a convertire in formato digitale i documenti da
esse prodotti e, dallaltro, tenendole in contatto fra loro.
Snd: Tutti i sabati e le domeniche andavamo nei posti

dove cerano gruppi di persone che volevano fare un


proprio nodo cosa, questa, che non succedeva quasi
mai, perch cera una barriera tecnologica insormontabile. Mettere in piedi un nodo richiedeva grandi com-

41

petenze. In definitiva ne nacquero molto pochi: al massimo splendore cerano nove computer pi tre o quattro
point che non davano accesso allesterno, ma che si
collegavano e si scaricavano tutti gli aggiornamenti. In
quel modo comunque riuscivamo a far circolare tutte le
comunicazioni dei centri sociali. Eravamo in pochi, io e
un altro paio di soggetti al Leoncavallo, qualcuno a Roma
a via dei Volsci a Radio OndaRossa qualcuno a Radio
Sherwood. Ricevevamo quintali di fax, li battevamo al
computer e li mettevamo in rete. Allora ci sembrava di
avere una grande capacit di comunicazione, tanto che
nel 1993-1995 si tent anche di dar vita a unesperienza
parallela, una specie di Agenzia della sinistra radicale,
un servizio rivolto alle radio di movimento.
Data la straordinariet e trasversalit del suo ambito dinteresse, il movimento telematico stava crescendo in modo
contiguo ma indipendente rispetto alliniziativa dei singoli centri sociali. ECN a Milano realizzava fanzine o giornali
che riportavano le notizie che circolavano esclusivamente
a mezzo telematico, pubblicava un bollettino settimanale e
molto altro ancora.
Snd: Prendi il bollettino ECN, quello che andava stam-

pato in duecento copie il luned sera Era dai tempi di


Lotta Continua che non si vedeva una cosa del genere!
Allora si disse che non era un confronto da poco. Ci misuravamo con Lotta Continua
Alla fine della prima met degli anni novanta il Coordinamento anti-anti si sciolse, i rapporti tra centri sociali iniziarono a cambiare e ci furono derive di vario genere.
Il movimento entrava in crisi per come si era conosciuto
fino a quel momento, e anche ECN, di riflesso, visse una

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stagione di sottoutilizzo e scarso interesse. Al contempo,


emergevano approcci alla rete ancora diversi.
Snd: Cerano dei disgraziati in giro che subito hanno

pensato di poterci fare cose diverse con questi attrezzi Nasceva il collettivo Luther Blisset I bolognesi
cominciano a usare ECN per fare unazione di critica,
molto riflessiva e profonda, sul modo di essere dei
centri sociali. Cera, che so, lidea di essere gli eredi
dellAutonomia Operaia, ma quella roba non esisteva pi, era morta e sepolta, e non cera nemmeno pi
lo stesso contesto sociale. Era unidea nostalgica, cos
come era nostalgica tutta una serie di canoni della sinistra radicale riproposti nel piccolo mondo dei centri
sociali, che invece era completamente diverso Se
Lenin avesse visto una roba simile gli sparava subito, li
mandava in Siberia, non ci pensava due volte! Facevamo i concerti punk il sabato sera, lelemento fondamentale delleconomia del centro sociale era il bar, dove si
spacciavano ettolitri di birra, le canne andavano a mille Era unidea abbastanza infondata lessere gli eredi
di qualche cosa. Nei centri sociali cera un ceto politico
un po vecchiotto e poi cerano dei giovani che dicevano: diverso adesso. Inizi insomma una frattura anche in ECN con i gruppi che vedevano con pi difficolt
questo cambiamento, lidea che si potessero usare gli
strumenti diversamente, per fare discorsi che andavano
al di l della tradizione e che parlassero della societ
comera in quel momento.
Nel mentre, nel gennaio del 1993, durante un incontro a Firenze viene decisa la creazione di una rete autonoma con
gateway aperti verso tutte le reti che ne facciano richiesta.
Nasce cos la rete CyberNet. Il primo collegamento viene

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stabilito fra il nodo Senza Confine BBS di Macerata, che funge da smistamento per tutte le comunicazioni (Hub nazionale), e Hacker Art BBS di Firenze. A marzo e ad aprile si
collegano Decoder BBS di Milano e Bits Against the Empire
di Trento.
Snd: La rete ECN si era degradata e ridotta. Noi di Milano, per mantenerla in piedi, prendemmo contatti con
altre reti Fidonet, come P-net, che ci rimise in collegamento con la rete di Decoder.

A differenza della rete ECN, CyberNet una rete di tipo rizomatico, un modello orizzontale con aree messaggi in cui
chiunque pu sia leggere che scrivere. Larea messaggi
principale di CyberNet era Cyberpunk, zona trasversale
condivisa inizialmente dalle reti ECN e P-net e, in seguito, da Freaknet e altre ancora. Nel suo primo anno di vita,
CyberNet raggiunge una ventina di nodi, nel secondo circa cinquanta.
Snd: Sempre nel 1993-1994 il CERN si inventa il web. Jer-

ry Cornelius, che si occupava di informatica e seguiva


le novit, mi fece vedere una delle prime schermate e
mi disse: Guarda, questo il futuro. E ci iniziammo a
interessare a questa cosa.
Larrivo di Internet apre in effetti una nuova stagione per
ECN-Milano e nel 1995 nasce Isole nella Rete e lomonimo
sito web in cui confluiscono i contenuti di ECN e anche le
sue principali aree messaggi, riconvertite in mailing list. Le
prime liste sono: Movimento, sulle iniziative politiche dei
movimenti alternativi in Italia; CS-List, sulle iniziative dei
centri sociali; Internazionale, sulle notizie internazionali;
ed ECN news, la newsletter di ECN. Dopo vengono: EZLN It,
a sostegno della rivolta zapatista in Chiapas; Cyber-rights,

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sul diritto alla libert di comunicazione; Antipro, sulle tematiche antiproibizioniste; e Deviazioni, sulle questioni
omosessuali. La nuova piattaforma apre quindi i primi siti
gestiti da realt antagoniste italiane, come Tactical Media
Crew e Malcolm X di Roma o Strano Network di Firenze.
Snd: Con Internet si apriva un orizzonte nuovo. Io e Jerry

cominciammo a ragionarci su e chiedemmo un incontro con le altre persone degli altri collettivi che si erano
perse per la strada. Nellagosto del 1995, alla festa di
Radio Onda dUrto a Brescia, ci trovammo in una ventina
circa e proponemmo il salto su Internet. Nel frattempo
Radio Sherwood aveva preso posto su XS4ALL, un provider commerciale olandese sostanzialmente formato
da compagni, nato anchesso sulla scorta della proposta di Tv Stop.
Anche i bolognesi e i romani si erano trovati uno spazio per appoggiare le loro quattro pagine web, noi invece proponemmo di fare il nostro server. Ci risposero
che non aveva senso centralizzare in un momento in cui
la rete si stava espandendo, ma noi cominciammo lo
stesso, perch lidea ci sembrava buona. Come gruppo ECN-Milano, facemmo delle serate nei centri sociali,
lECN-tour, in cui facevamo vedere Internet, spiegavamo
come poteva essere un passaggio non solo di ordine
tecnologico, ma anche sul piano delle possibilit comunicative. Coinvolgendo anche le persone che avevano
partecipato ai progetti nelle altre citt negli anni precedenti, riuscimmo a trovare le risorse per comprare
un computer e stringere un contratto con un provider.
Nel marzo del 1996 costituimmo unassociazione, Isole
nella Rete, e partimmo. Il 1 agosto eravamo online, con
ancora un po di dubbi da parte di molti, daltra parte

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cera stato proprio un passaggio di decisionismo di noi


milanesi, convinti di quello che stavamo facendo.
diventa il primo network virtuale del movimento italiano, il primo che fornisce account di posta elettronica, siti
e, soprattutto, le indispensabili liste di coordinamento. Nel
tempo si era fatta avanti unidea della rete non solo come
struttura di distribuzione, ma come soggetto politico di per
s. Non senza difficolt, Isole nella Rete riesce a mantenere
una posizione autonoma, ad affermarsi come strumento di
tutti e non come organo di un determinato centro sociale. Lidea infatti quella di fornire occasioni di relazione e
comunicazione in un mondo segnato dalle dinamiche di
frammentazione e dalla contrapposizione politica.

ECN

Snd: La cosa funzionava, comunque, e anche chi aveva

messo le pagine altrove le spost sul server di ECN. Costruire un luogo dove stavano tutti divenne un elemento
di grandissima visibilit in un momento di dispersione
per i soggetti della comunicazione. In effetti questo fu
uno degli elementi di successo delliniziativa. Uno sapeva che si collegava a www.ecn.org e trovava la comunicazione della sinistra alternativa italiana: i centri sociali,
le radio libere, i collettivi, di tutto e di pi. Cera, si poteva vedere. E questo era un obiettivo abbastanza difficile
da raggiungere.
Nel 1998 ECN - Isole nella Rete fornisce il primo anonymous
remailer italiano, un importante strumento di difesa della
privacy e di crescita per la comunicazione degli attivisti.
Quellesperienza e il relativo materiale confluiranno in un
libro, Kryptonite, che uscir lo stesso anno, andando a costituire uneredit fondamentale per le nuove generazioni
che si affacciano al mondo digitale.

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Snd: La nostra esperienza come ECN finita nella prima

met degli anni novanta, quella come Isole nella Rete


nella seconda met degli anni novanta. Poi ci sono state altre cose, e ci sarebbero state comunque. Penso a
Indymedia, che nata per conto suo e che ha fatto cose
estremamente interessanti, probabilmente pi di quel
che abbiamo fatto noi, o allesperienza di Inventati e Autistici e tutta la banda degli sciamannati o giovinastri,
come li chiamavo io.
Ai fini della nostra narrazione, il 1998 fa dunque da spartiacque. Con il 1998, possiamo dire, unepoca finisce e
unaltra comincia. Il passaggio di consegne si conclama
attraverso lorganizzazione del primo Hackmeeting, che
diventer in seguito lappuntamento annuale delle controculture digitali.
Snd: Nel 1998 c stata la prima iniziativa interessante

che usciva un po dal perimetro tradizionale dei collettivi precedenti. I fiorentini danno vita al primo Hackmeeting. In prima battuta la proposta viene presa dal collettivo che si occupava di Isole nella Rete con un po
di perplessit perch non era una cosa esattamente
politica. Poi siamo andati tutti e ci piaciuto, tant che
lanno dopo labbiamo replicato a Milano. Quello fu il
punto di passaggio attraverso cui portammo il collettivo ECN fuori dal Leoncavallo e, in qualche modo, segn
anche la fine di quellesperienza. L a Milano, nel 1999,
il collettivo ECN-Milano si sciolse e nacque il collettivo
LOA al Bulk. Era una nuova stagione, quella dei laboratori hacker.

47

48
Il LOA di Milano

Milano e dintorni - Autistici

llassemblea finale del primo Hackmeeting, al CPA di


Firenze, si prende la decisione di riproporre levento
lanno successivo, a Milano. Dellorganizzazione sono incaricate ECN e Decoder, le due realt impegnate sul fronte
digitale del capoluogo lombardo, che aprono una lista di
discussione dedicata: Hackit99.
Blicero: Decoder fondamentale per la formazione e
lispirazione, per limmaginario, e perch loro la rete
di relazioni che d la possibilit di fare Hackmeeting.
Con Decoder ho sempre avuto un ottimo rapporto anche perch leggendo loro che elaboro la centralit
della tematica tecnologica. Purtroppo, durante lorganizzazione di Hackmeeting 99 c uno scazzo tra larea
politicamente attiva, quella di ECN, e quella pi controculturale, tecnologica e anche un po filosofica di Decoder. A seguito dello scazzo Decoder assume un ruolo
pi defilato in Hackmeeting.

Blicero nel 1998 fa parte di Bredaoccupata 3337, uno spazio che lui definisce abbastanza innovativo e dalle scelte
politiche radicali.
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A partire dalle sue passioni e dallintuizione che comunicazione e tecnologie sono un settore strategico in cui investire politicamente, propone agli altri di organizzare serate a
tema e si incarica personalmente di prendere contatti con
ECN.
Blicero: Avevo sentito parlare di ECN per la prima volta

a Sintesi, unaltra occupazione, ma li ho conosciuti dopo


averli contattati per organizzare a Breda uniniziativa,
che poi diventer Neuromacchine. Con il gruppo storico di ECN a Milano nasce subito una bella sinergia.
Propongo loro di vederci e iniziare a lavorare su questa
seconda edizione.
Per lanciare Hackmeeting 99 si organizzano moltissime
iniziative, tra cui il Warm-up, cinque serate in altrettanti
centri sociali milanesi Leoncavallo, Cox18, S.q.o.t.t., Deposito Bulk e, appunto, Breda, con Neuromacchine. Contemporaneamente viene allestito lo spazio che lo accoglier, la recente occupazione di studenti Deposito Bulk, dove
Hackmeeting si svolger tra il 18 e il 20 giugno 1999
Bomboclat: Allassemblea finale di Hackmeeting 99

viene lanciata liniziativa per lapertura degli hacklab


in tutta Italia. A Milano, ECN che nel mentre si spostato dal Leoncavallo al Bulk apre con i pi giovani il
LOA. Quando il progetto sta in piedi con le proprie forze,
per, Snd, Graziano e gli altri vecchi si fanno da parte
per non influenzare troppo il percorso di crescita dei
ragazzi.
Il LOA di Milano nasce quindi con Hackmeeting, dal gruppo di persone che lo ha organizzato e da quelle che ha
catalizzato. Il neonato hacklab mutua il nome dallimmaginario cyberpunk di William Gibson, in cui i loa compaiono

50

come curiosi spiriti vud, archetipi culturali incarnati nelle


strutture della rete e della tecnologia, forze dellinconscio
collettivo.
Pbm: Io non avevo interessi culturali nel cyberpunk e

non leggevo fantascienza, ma ne avevo nellambito dei


diritti digitali
Hackmeeting si rivelato un punto dincontro fondamentale, perch ha messo in contatto soggetti che, pur venendo
dai contesti pi diversi, condividono la stessa attitudine nei
confronti dello strumento informatico.
Shah: Tutto era cominciato con la lista di coordinamento,

dove eravamo entit numeriche, avatar. Anche io prendo contatti per via telematica con il gruppo che organizza Hackmeeting e solo nella fase di pre-organizzazione,
con gli eventi propedeutici, inizio a conoscere gli altri
di persona. Tra noi ci siamo trovati in familiarit subito. Dopo il successo di Hackit99 ci siamo detti: Bene,
quando ci rivediamo?!.
Il nuovo gruppo occupa una stanza allinterno del Bulk,
cosa che consegue per via naturale, essendo lo spazio che
ha ospitato Hackmeeting. I ragazzi prendono a ritrovarsi
con una certa regolarit, coordinandosi inizialmente proprio tramite quella che era stata la lista Hackit99, la quale,
chiusi gli archivi, diventa la loro. Parte del collettivo originale milanese di Isole nella Rete confluisce nel LOA e sono
in molti a fare da padri fondatori per il nuovo progetto.
Shah: I primi anni sono di puro arricchimento cultura-

le, non solo sul fronte dellhacking ma anche su quello umano. Le persone pi disparate, che venivano da
situazioni e contesti anche molto diversi, riuscivano a
condividere le loro conoscenze. Allinizio lo facevamo

51

tra di noi, in modo totalmente informale, chi sapeva una


cosa la spiegava agli altri Insieme abbiamo imparato
a ricostruire le macchine da pezzi di hardware, a farle
funzionare e a metterle in rete E tutto questo era gi
una fonte straordinaria di informazioni.
Al LOA si fa riciclaggio dellhardware e una serie smodata di
attivit legate allimmaginario hacker. I ragazzi si siedono
davanti a una macchina e decidono insieme cosa farle fare,
ognuno ci mette dentro i suoi desideri, e si impara sperimentando.
Blicero: In realt il primo anno non si fa molto: si organiz-

zano seminari e si discute di tecnologia come liberazione Diciamo che un momento costruttivo dal punto di
vista esistenziale.
Mentre il Bulk sotto sgombero, i giovani del LOA partecipano, la notte di Capodanno del 2000, alla presa di un
vecchio deposito Enel.
La nuova sede diventa operativa dopo lo sgombero effettivo
dallimmobile di via Don Sturzo, il 2 marzo. Del nuovo Bulk,
in via Niccolini, il LOA-Hacklab si accaparra una bella fetta
di spazio: le due stanze nella torretta.
Blicero: Si pu dire che allora che il LOA nasce in modo

vero e proprio. Fino a quel momento era stato uno spazio nello spazio, che non aderiva alla politica del Bulk
e vi contribuiva in modo autonomo. Ora che avevamo
occupato, lo spazio era pi sentito. La torretta del nuovo
Bulk stata davvero la nostra torre davorio.
Quello stesso anno un altro gruppo che si ritrova al Bulk
chiede al LOA di tenere un corso di HTML. Sono gli autori
della e-zine Chainworkers, e il loro obiettivo permettere
a tutti i redattori di partecipare alla pubblicazione.

52

Bomboclat: Zoe e la sua amica Laura organizzano un cor-

so davvero memorabile, a cui non so quanto parteciparono effettivamente gli autori di Chainworkers, ma che
ci ispir moltissimo ad andare avanti e a proporne altri.
Quando si capisce che le conoscenze cos accumulate
sono utili anche agli altri abitanti del pianeta Terra, laspetto
ludico cede il passo a quello formativo e si iniziano a organizzare corsi di informatica per la comunit.
Pbm: Per fare i corsi ci vuole laula, il materiale didatti-

co, i computer, la struttura. Cos chi sapeva fare le reti


ha fatto le reti, chi sapeva riparare i banchi ha riparato i
banchi
Il LOA anzi, in materia di formazione, sviluppa idee sempre pi ardite, che seguono o anticipano quel che sta succedendo nelle altre citt italiane. Si organizzano lezioni di
reverse engineering, UNIX, programmazione in C e, in un
momento dentusiasmo, anche un corso di cinese.
Bomboclat: Il nostro motto era: Non esiste il problema
tecnico. Infatti cera sempre qualcuno che si rivelava
lelemento chiave e lo risolveva. Al LOA confluivano competenze di ogni tipo. Oltre a quelle di meccanica per
fare il recupero dellhardware, cera chi era esperto di
una cosa o dellaltra, il programmatore, il sistemista

Storicamente, il LOA uno dei primi hacklab moderni, nato


a seguito di quelli di Firenze e Roma, che gi esistevano
come nodi BBS, e del Freaknet Medialab di Catania.
Caparossa: Tolti AvANa BBS di Roma e Freaknet, che gi

esistevano, lhacklab di Firenze fu il primo dellondata.


Perch dopo il 99 ci furono quei due, tre anni, in cui gli
hacklab nacquero ovunque, anche ad Asti, in posti veramente improbabili.
53

Con il passaggio a Internet, i laboratori informatici autogestiti nascono un po dappertutto ed l che unintera
generazione impara a usare le nuove tecnologie.
Grazie agli hacklab, agli Hackmeeting, ai server come
kyuzz.org e tmcrew.org (che come ECN offrono servizi per
la comunit digitale italiana) si intensificano gli scambi di
comunicazione tra contesti ed esperienze diversi, ma uniti
da un comune sentire.
Psykozygo: Unidea lanciata su una lista la si discuteva

in IRC, rimbalzava sul newsgroup, mutava forma e si arricchiva, poi magari diventava qualcosa di concreto in
modi che inizialmente non si erano nemmeno immaginati.
in questo periodo di comunicazione magmatica che
prende forma il motto +kaos, che da allora si lega in
qualche modo alla storia di A/I.
Alieno: Personalmente ho provato pi volte a ricostruire

la prima volta che +kaos comparso in rete, ma ogni


volta c una versione diversa. In qualche modo il termine +kaos letteralmente un loa, inteso come un piccolo
spirito nella rete italiana dei primi anni zero.
Se da subito, per loro natura, questi luoghi educano alluso
del computer, di cui si impara a capire il funzionamento
tanto a livello di meccanica quanto di linguaggi, il LOA va
presto in direzione di una sistematica della formazione. Nel
giro di pochi mesi, si tengono gi due corsi dinformatica
al giorno, frequentati da moltissime persone con interessi
diversi fra loro.
Bomboclat: Per anni questo tipo di seminari fanno for-

mazione migliore di quella delle accademie.

54

Ma lhacklab milanese non solamente un fortuito luogo


delezione dove si compreso che la conoscenza potere e va condivisa. Per i ragazzi che vi si ritrovano, il LOA
diventa presto un iperluogo dove le proprie curiosit e i
propri interessi si incontrano, si integrano e si incastrano
perfettamente, andando a definire un percorso esistenziale
comune.
Pbm: Al LOA improvvisamente tutto quadra: non avevo

pi un ambito musicale, uno digitale e uno ideologico. E


infatti per un anno vivo l: cerano tante cose che nascevano, tanti progetti.
Gli acari del LOA vogliono che anche le loro pratiche riflettano la natura libertaria di Internet. Lavorano molto su
questo, nel tentativo di sottrarsi alle logiche che vedono instaurarsi in altri gruppi, dinamiche che sembrano portare
immancabilmente a rapporti gerarchici e, lentamente, alla
soppressione della possibilit di inventarsi ogni giorno.
Non solo quindi fanno davvero le cose assieme, ma tentano
di educarsi alla relazione e allorizzontalit.
Pbm: Ho visto persone cambiare il proprio modo di

gestire i rapporti, stando l. Io da parte mia avevo idee


embrionali e confuse, sviluppate in autonomia e a cui
ho dato un senso stando con persone che venivano da
ambienti dalla forte consapevolezza politica, che a me
mancava. Il LOA era un luogo di incontro e comunicazione, in cui non si condivideva solo la conoscenza tecnica.
Decidono di chiamarsi Autistici per la loro tendenza a
comunicare, diciamo, in modo poco ortodosso.
Agli occhi del resto del mondo, dieci persone in una stanza
che comunicano via chat invece di parlarsi a voce potrebbero sembrare una scena straniante, una metafora della
nuova alienazione.
55

Pbm: Uno dei motivi dellautisticizzazione viene dal fatto

che al computer si lavora da soli. Il computer ha un solo


monitor e una sola tastiera e si diventa chiusi perch il
contatto con laltro non necessario. Ma un computer
si pu usare anche diversamente. Al LOA ho imparato
questo (oltre che moltissimo altro, sia dal punto di vista
tecnico che umano).
Forse proprio a partire dalla condivisione di queste nuove, insolite modalit dello stare assieme, il LOA diventa una
realt unica, dove si supera il carattere di isolamento esteriore dellinformatica e si impara a prendere decisioni in
modo diverso, che va in tuttaltra direzione.
Pbm: Ma la nostra capacit comunicativa e di apertura, ci

rendevamo conto, restava limitata. Ce ne accorgevamo,


ad esempio, nella comunicazione con gli altri collettivi
interni al Bulk. I contrasti erano allordine del giorno. Da
quello ci eravamo resi conto che, se volevamo fare qualcosa che davvero mettesse la nostra tecnica a disposizione, cera bisogno di farlo integrandosi con qualcuno
che fosse pi comunicativo, votato allinvenzione.

56

57
Aula corsi LOA - Milano

58 a Firenze contro la NATO


Corteo

Firenze - Inventati

arallelamente, negli stessi anni, a Firenze nasceva Inventati, anche se, a onor di cronaca, erano allora conosciuti con il nome di Sgamati.
Cojote: Come punto di definizione precedente a In-

ventati c Sgamati. Da tempo avevamo deciso che


bisognava lavorare sullinformazione e attraverso la
rete. Cos abbiamo messo su questa cosa. Eravamo io,
Anoushow, Ilnonsubire e Mille, ma ci giravano attorno
anche altre persone. Non avevamo grandi competenze
tecnologiche, anzi, solo grazie a contatti personali con
gente dellhacklab Ferry Byte, TheWalrus e gli altri,
che allora facevano parte di ECN che mettiamo su dei
siti. La nostra idea fin dallinizio quella di dare una sorta di copertura alle manifestazioni e alle altre attivit di
movimento. In sostanza, eravamo un gruppetto di comunicatori improvvisati in epoca pre-Indymedia.
Allorigine di Inventati c un gruppo di ragazzi poco pi
che ventenni, con alle spalle la politica dei collettivi studenteschi.
59

Pinke: Nel gruppo Sgamati io non entro subito, ma era-

vamo nello stesso giro. Sgamati nasceva come progetto


informale con una serie di persone che gli ruotavano
intorno, e che solo dopo sono diventate pi stabili. Eravamo tutti amici e magari due facevano Sgamati, due
facevano altre cose ma poi la sera a bere la birra eravamo sempre gli stessi.
Siamo a cavallo tra la fine del 1998 e linizio del 1999. C
un grande fermento politico e, come altri loro coetanei, i
ragazzi iniziano a muoversi nellambito dellantagonismo
toscano, ma senza aderire direttamente a nessuna delle
realt storiche presenti sul territorio. Le brutte esperienze
non tardano per a presentarsi e, durante lo sciopero generale contro la guerra in Kosovo, subiscono il loro primo
episodio di repressione.
Pinke: Il 13 maggio 1999 c un corteo che finisce con
cariche brutali davanti al consolato americano. Gente
inerme viene picchiata e inseguita. la nostra prima
esperienza di violenza da parte delle forze dellordine.
Uno di noi, Anoushow, finisce allospedale. Da allora capiamo che andare in piazza da giovani entusiasti poteva
costarci diverse botte, se non larresto. I giornali, il giorno dopo, scrivono cose come la guerriglia degli autonomi: ci bollano, ci accusano. Abbiamo iniziato quindi
a riflettere e concluso che in piazza si va in un certo
modo e che dovevamo scrivere noi quel che succedeva, perch i giornalisti scrivono solo cazzate.

Questa esperienza traumatica rafforza la preziosa intuizione che i materiali audio e video in un corteo possono essere utili, e si inizia a presentarsi in piazza con la telecamera.
Per la prima volta sono gli aderenti al corteo piuttosto che
i giornalisti o la polizia a portare questo genere di stru60

mentazione e il gruppo di amici si deve scontrare principalmente con gli organizzatori stessi delle manifestazioni, i
vecchi che, istintivamente, ne diffidano.
Pbm: I militanti di vecchia data nella tecnologia vedeva-

no solo lo strumento di controllo. C voluto tempo per


conquistare la fiducia del movimento.
Dopo un primo momento di discussioni, i ragazzi e i loro
dispositivi digitali vengono per accettati, un po perch
sono da sempre interni e quindi piuttosto inverosimili
come infiltrati, un po perch in certi episodi la presenza
della telecamera in corteo gioca a favore del movimento,
che ne recepisce il valore come strumento di lotta.
Cojote: Lepisodio decisivo accade durante una manife-

stazione del Movimento Lotta per la Casa quando, in via


Cavour, un poliziotto suona il campanello a un appartamento che si affaccia sulla strada. Si qualifica come
giornalista e chiede di poter salire per fare delle foto
dal balcone. La casa abitata da alcuni studenti attivi
politicamente che sinsospettiscono e chiamano il Movimento Lotta per la Casa, che chiama noi, che arriviamo
con la telecamera. Quando entriamo nellappartamento
riprendendo, il presunto giornalista va in difficolt. Segue anche una specie di colluttazione. Quel che sorprese tutti quel giorno fu che cera stato un conflitto mediatico: da una parte linfiltrato con la sua macchina fotografica e dallaltra noi con la telecamera.
Gli avvenimenti di quel pomeriggio non restano per senza conseguenze: la studentessa che li aveva chiamati subisce delle minacce e, a quel punto, i ragazzi si rivolgono
al CSA Ex-Emerson che il giorno dopo, per tamponare la
situazione e non farle rischiare altro, indice una conferenza

61

stampa, durante la quale spiega per filo e per segno cosa


era successo nellappartamento.
Cojote: A seguito di questa vicenda anche la parte pi

restia del movimento storico antagonista, che poi in


qualche modo ci faceva gi da spalla nelle nostre attivit, supera le ultime resistenze e i dubbi sul fatto che
ci sia qualcuno che fa comunicazione in modo diverso.
a partire da questa vicenda che ai nostri resta addosso il
nome Sgamati.
Cojote: I tempi cambiavano e noi volevamo fare da con-

nettore per il movimento, essere un ponte di relazione


tra chi faceva diverse forme di attivismo. Uno dei primi
eventi che abbiamo coperto stato il corteo in occasione del summit della NATO a Firenze, tra il 24 e il 25
maggio 2000. Mandavamo aggiornamenti via sms direttamente dalla piazza e pubblicavamo sul sito in tempo reale.
Sgamati inizia quindi documentando i cortei cittadini: i
ragazzi fanno foto, girano video, scrivono i report. Tutto il
materiale confluisce poi nel sito web o, meglio, nei vari siti.
Infatti, non esistendo ancora un unico contenitore, si aprono siti dedicati in occasione di ogni grande manifestazione
come, ad esempio, quella contro il vertice NATO. Ma lidea
davvero innovativa la cronaca in diretta dal corteo, ovvero
luso strategico dei telefoni cellulari, che ormai sono diventati accessibili e si stanno diffondendo a macchia dolio.
Sgamati sempre presente alle manifestazioni locali, facendo un lavoro che, in un certo senso, precede quello
di Indymedia o, quantomeno, pi vicino a quello che
avrebbe fatto in futuro Indymedia che allhacktivism. Sostanzialmente, ha ancora un approccio umano al web, nel

62

senso che uno di loro, Mille, sta al computer e aggiorna


manualmente il sito a partire dagli sms che riceve.
Pinke: Io allora aiutavo con il sito. Scrivevo, ma non in
HTML,

scrivevo proprio i testi. Ci si metteva poi al computer insieme con gli altri che sapevano lHTML e si concludeva la pubblicazione.
Anche se degno pi di una bottega artigianale che di un
hacklab, il loro metodo d i risultati sperati. Le persone rispondono positivamente e in breve i nostri si costruiscono
una reputazione sul territorio e in rete.
Pinke: Lentamente cresce linteresse per quel che facciamo, almeno nella cerchia degli amici. La cosa si allarga infatti con il passaparola, ma lattenzione sempre maggiore. Il nostro un inizio in sordina. Facevamo
grandi discorsi tra noi, ma stavamo solo muovendo i
primi passi.

Incoraggiato dalla risposta della comunit, il gruppo di


amici lavora sodo al consolidamento delle proprie pratiche, ma nel farlo si trova presto a dover affrontare una lunga serie di problemi, tra cui, principalmente, quello di non
avere uno spazio in cui trovarsi a fare le cose insieme. Fino
a ora ci si appoggiati agli uffici degli amici: la sera, quando quelli escono, Sgamati entra ed in questo modo che
riesce ad avere a disposizione la fotocopiatrice, i computer e, soprattutto, la linea Internet, che ancora non molto
diffusa nelle case.
Ancora a monte del problema tecnico e di un luogo dincontro, c poi quello, impellente, dellassenza di risorse:
anche la telecamera di cui abbiamo sentito parlare finora
in realt in prestito e, spesso, si usa in sua vece un modello
di macchina fotografica digitale che fa anche piccoli filmati.

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Cojote: Le telecamere a giro erano poche, una ad esem-

pio ce la prestava uno studente di psicologia. Il fatto era


che anche se uno ci prestava una telecamera e noi facevamo un video Hi8, poi servivano le schede di acquisizione e cos via
Questa non banale serie di problemi inizia a risolversi a
giugno del 2000 con loccupazione del Cecco Rivolta, una
casa colonica sulle ridenti colline del quartiere di Castello.
Il Cecco non risolve solo la questione dello spazio: Sgamati trova l una comunit dappoggio e questo fa s che anche
gli altri ostacoli il numero ristretto, la mancanza di risorse
e di competenze vadano diminuendo progressivamente.
Pinke: Quando c loccupazione del Cecco c chi lo
occupa e gente, come me, che arriva l il giorno stesso
e resta per sempre. Dalle cose studentesche del liceo
e dai gruppettari passo direttamente alla casa, e per
me un mondo che si apre. Sono stati gli altri Sgamati
a portarmici, loro vivono al Cecco, sono la sua costola
tecnica. Da allora inizio un percorso con tutti loro che
dura ancora adesso.

Allinterno del Cecco, Sgamati mette in piedi la Batcaverna, con lidea di farne un laboratorio di informatica aperto
a tutti. Non un vero e proprio hacklab, quanto uno spazio
dedicato principalmente ai progetti di controinformazione
Pinke: La Batcaverna non un ghetto nel ghetto, ma un

punto di incontro che incuriosisce molte persone. Negli


anni diventata un luogo di ritrovo dove venivano persone che non erano n del Cecco n di Sgamati, come
Lobo, che io ho conosciuto l.
Tuttavia, innegabile che certi comportamenti risultino
piuttosto stravaganti agli occhi degli altri abitanti della casa.

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Blanqua: Pelle bianca, occhiaie accennate, capelli lun-

ghi con la coda o comunque un po anni 80, vestiti di


nero, nati a sedere curvi su un monitor. Cibo preferito:
kitkat, kinder cereali, patatine e coca cola. Mi ricordo
di quando dopo trentatr ore davanti agli schermi neri
qualcuno di noi, della squadra primitivista del Cecco,
entrava in Batcaverna e chiedeva: ragazzi, qualcuno di
voi cena? E dallaltra parte un mugugno, un sorriso e
poi tanti sinfonici ticchettii
Ma ancora con i telefoni cellulari e con Mille seduto davanti a un computer online che, a settembre 2000, Sgamati
organizza la cronaca minuto per minuto dalla prima vera
e propria manifestazione europea no-global, il controvertice di Praga, organizzato in occasione del meeting di Banca
Mondiale e Fondo Monetario Internazionale.
Cojote: Mille non veniva e allora si decise di fare cos. Io

mandavo sms del tipo: Ci stanno rincorrendo, o


abbiamo girato langolo e lui aggiornava la pagina
web. Quando non ci sentiva per troppo tempo, ci chiamava lui. Mille passava le notti al computer, ma faceva
anche pi di questo: ad esempio gli telefonavano i genitori e i compagni per avere nostre notizie e lui si prodigava per tenere tutti informati e tranquilli.
Anche se riceve informazioni limitate a quel che succede
ai suoi amici, Mille il media center di Praga: il loro sito in
quei giorni fa concorrenza a Radio Sherwood e, per la continua battitura degli aggiornamenti, che arrivavano giorno
e notte, finisce per saturare la banda di ECN. Un evento epico. Tra laltro, questa volta per aggiornare il sito Mille usa
uno script di Void, che come vedremo in seguito avr un
ruolo determinante anche in A/I.

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Mille: Void lo avevo gi conosciuto a Bologna e avevamo

fatto amicizia.
Infatti nel mentre a Bologna era nata Indymedia Italia, anche se non aveva ancora una sua autonomia vera e propria. Il processo di adesione era stato sottoposto al comitato internazionale che rilascia i domini Indymedia ed era
stato portato a termine nellambito dei preparativi per la
contestazione della conferenza dellOCSE a Bologna (12-15
giugno 2000).
Cojote: Allepoca come tecnico cera Void e a curare la-

spetto culturale un membro di Luther Blissett, che era


presente sul piano internazionale da molto prima di
noi e che, grazie ai suoi molti contatti, aveva ottenuto
la gestione del dominio, ma non aveva n struttura n
progetto sociale dietro. Non voleva davvero metter su
Indymedia, ma problematizzare la questione dellinformazione usandone il marchio.
Al tempo delle scorribande di Sgamati a Praga, dunque,
Indymedia ancora non ha il ruolo che si andr ricavando
in vista del G8 di Genova e, daltronde, nessun giornale
ha un inviato che possa seguire levento nella remota citt
ceca. Sgamati va a colmare questo vuoto. E, come si suol
dire, il piano ben riuscito, tant che anche il primo ricordo dei milanesi sui fiorentini legato a quella mitica
telecronaca.
Cojote: A noi non interessava tanto la tecnologia in s, ma

fare siti dinformazione su queste cose di movimento.


Eravamo affiatati e ci prendeva bene. Eravamo lusingati
dallimmediato feedback. Pur essendo gli ultimi arrivati, pur non essendo nessuno, magicamente avevamo un
impatto sui contesti politici esistenti.

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Dopo Praga, tra i fiorentini si fa avanti lidea che il passo


successivo debba essere portare in rete le piccole realt
del territorio, dare strumenti di espressione e comunicazione tra loro e con il mondo a centri sociali, case occupate, collettivi, gruppi, gruppetti e chi pi ne ha pi ne
metta.
Pinke: A cavallo tra il 2000 e il 2001 io sto crescendo

e inizio ad avere pensieri dallorizzonte pi ampio


delloggi. Col gruppo iniziamo a fare delle riflessioni
sempre sulla comunicazione che vogliono andare
oltre la semplice documentazione dei cortei: bisogna
che gli spazi e i movimenti, chi fa le cose, abbiano degli strumenti e sappiano come usarli per non restarne
fregati. anche il passaggio da una fase di fascinazione
per le macchine alla consapevolezza che le macchine,
come tutti gli strumenti, possono essere usate bene e
male, la maturazione di un concetto molto ben radicato
e alla base stessa di A/I. Un concetto semplice che puoi
usare come paradigma per molte cose. A/I nasce per
questo, per dare strumenti e insegnare come usarli.
Per il passo successivo del progetto, il nome gi pronto.
Il nucleo originale di Sgamati lo aveva gi pensato e, per
la precisione, lo aveva fatto durante un viaggio in macchina
tra il paesino chiantigiano di San Gersol e il Lungarno di
Firenze: poich si dovevano inventare un nome, i ragazzi
decidono per Inventati e decidono anche di non decidere dove mettere laccento, in modo che resti lambiguit tra
inventa te stesso e siamo inventati.
Il nome non basta, ovviamente. Serve per prima cosa dare
maggiore struttura al gruppo. I ragazzi iniziano a guardarsi
attorno, ma tra le realt gi presenti non sembra essercene una che possa far loro da appoggio per un piano cos
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ambizioso. Anche lhacklab, che frequentano da sempre e


che adesso rinato nella sua nuova sede presso il Centro Popolare Autogestito di Firenze Sud, non pu essere
considerato una cornice plausibile. Al CPA i ragazzi ci sono
cresciuti, conoscono gi la sua cultura di relazione e sanno che non compatibile con quel che vogliono fare. Per
quanto dentro al CPA lhacklab sia a sua volta un gruppo nel
gruppo, condivide molti aspetti con il centro sociale: la formazione, i corsi di informatica libera e le attivit artistiche
impegnate ne fanno unestensione naturale. In un ambiente cos coerente e radicato, non c posto per un progetto
comunicativo completamente diverso come il loro, che si
annuncia totalmente trasversale e un po peregrino.
Cojote: Noi avevamo le idee chiarissime. A quel punto

volevamo metter su un server di movimento. Solo che


non lo sapevamo fare. Avevamo bisogno di qualcuno
che ci insegnasse a farlo.
Dopo essersi confrontati e consultati con lhacklab ed ECN,
i nostri vengono messi in contatto con le molte comunit
informatiche con cui potrebbero plausibilmente collaborare, e iniziano a fare viaggi in giro per lItalia per incontrare chiunque abbia le competenze per aiutarli a creare un
server indipendente. Ogni volta che possono, partono alla
volta di una citt diversa.
In Puglia stringono amicizie importanti, come quella con
Phasa, che conoscono a un raduno di hacker.
Cojote: Quellestate Phasa ci raggiunse a Firenze a fare

cose con noi nemmeno ricordo quale progetto avevamo in ballo allepoca. Poi ha deciso di restare.
Tuttavia, i molti viaggi di quel periodo, in lungo e in largo
per lo stivale, non danno i frutti sperati.

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69
La Batcaverna al Cecco Rivolta di Firenze

Bologna

i Void si parla sempre come di uno dei pochi che,


quando nasce il collettivo A/I, capisce qualcosa di informatica. Per quanto possa risultare un po apologetica,
questa definizione certamente appropriata se guardiamo al collettivo nella prospettiva dei fiorentini e delle loro
scarsissime competenze tecniche, che certo compensano
con lentusiasmo, oltre che con infinite risorse creative.
Void comunque allepoca pi preparato di molti altri, non
fossaltro perch era stato lultimo sistemista a entrare in
ECN.
Void: Vidi su Rai 3 una puntata della trasmissione Me-

diamente dedicata a ECN e allambiente hacker underground. Mi colp al punto da contattare via mail il
collettivo. Quando, qualche tempo dopo, mi trasferii a
Bologna, volli incontrare Zombi_J di ECN di persona ed
cos che facemmo amicizia.
allepoca lunica alternativa in rete agli spazi commerciali per il movimento e Zombi_J il personaggio di riferimento per linformatica libera a Bologna. Con lui, Void

ECN

70

inizia un lavoro di sensibilizzazione alluso degli strumenti digitali e ai vantaggi del software libero negli ambienti
antagonisti, a cui la sua partecipazione al collettivo resta
inizialmente subordinata. Introdotto da Zombi_J, Void entra
comunque a far parte di Isole nella Rete alla fine del 1999
e del sottogruppo dei sistemisti nel 2000.
Void: Anche se usavo il computer da sempre, le mie

competenze erano orientate alla programmazione. In


ECN ho imparato invece ad amministrare le macchine.
Le connessioni veloci scarseggiano, e Void si collega quasi
sempre dalla libreria Grafton 9, una delle primissime che
mette a disposizione del pubblico dei computer in linea.
La libreria ha anche la peculiare caratteristica di essere un
punto di ritrovo per la Bologna che pensa e si infatti ricavata un ruolo affatto marginale in quel periodo: vicina al
circuito del Livello 57, vede nascere mille progetti, dalla
colonna bolognese del Luther Blissett Project a Indymedia.
Void: Il rapporto coi fiorentini inizia proprio allora, nel

2000, in quello che il periodo delle manifestazioni no


global in Italia. A maggio ci sono le iniziative contro la
NATO a Firenze e contro Forza Nuova a Bologna e a giugno c il No OCSE, sempre a Bologna.
I bolognesi sono rimasti impressionati dal ruolo avuto da
Indymedia nel coordinamento del cosiddetto popolo di
Seattle e, a cavallo delle due manifestazioni previste nella
loro citt, si danno da fare per metterne in piedi la sezione
italiana. Affrontano il process che d diritto a partecipare
al progetto e ottengono il dominio italy.indymedia.org appena in tempo per il No OCSE, una settimana di workshop
e altri eventi organizzati assieme ai nascenti social forum.
In quel frangente il sito di Indymedia Italia viene usato tanto

71

per notificare quel che succede in citt come calendario


quanto per fare informazione indipendente su quel che
accaduto. Per quanto oggi tutto questo possa sembrare
scontato, allora non lo era affatto. Era una continua sperimentazione.
Void: In occasione della manifestazione No Forza Nuo-

va a Bologna avevamo fatto i primi video. Quando i fiorentini, che avevano cominciato a maggio lattivismo di
strada, vedono quel che abbiamo fatto e vedono anche
che dopo un paio dore avevamo messo online il video
del corteo, ci chiedono un incontro, che avviene ai primi
di giugno a Bologna. A quel punto noi stiamo aprendo
Indymedia e loro si mostrano interessati. Vengono poi al
corteo No OCSE. Con loro condividiamo da subito lattitudine politica e decidiamo di restare in contatto, anche
perch noi non avevamo ancora unidea precisa di cosa
fare del progetto Indymedia.
Il proposito iniziale, sotto suggerimento di un membro di
Luther Blissett, quello di far sembrare Indymedia un gigante, un media organizzato. Indymedia Italia viene infatti
lanciato, in quelloccasione, con tanto di comunicati stampa
e false foto della redazione inviate ai giornali. Dopo la manifestazione No OCSE, per, le potenzialit dello strumento risultano ben pi interessanti: oltre allinfrastruttura, gli
americani mettono a disposizione varie tecnologie come
un CMS, un programma che gestisce contenuti e che rende
quindi laggiornamento del sito automatico. Lo stesso che
abbiamo visto usare da Mille per Praga.
Void: Per la prima volta vediamo un CMS Noi non ave-

vamo nessuna esperienza nella pubblicazione e nello


streaming Con il loro supporto, capiamo che non
solo uno scherzo, una cosa che pu funzionare.
72

Dopo quel primo intenso mese di attivit, Indymedia Italia


diventa in pratica una lista di discussione su cosa fare del
progetto e tale resta per ancora alcuni mesi a venire. Sempre a giugno, Void e i fiorentini vanno insieme ad Hackmeeting, che quellanno si tiene a Roma, presso il Forte
Prenestino. L incontrano per la prima volta i milanesi del
LOA, ma di questo hanno ricordo, in effetti, solo pochi. Tra
questi Void, forse perch la sua militanza in ECN gli rende
pi facile leggere la mappa dei rapporti umani.
Void: Blicero lo conoscevo gi telematicamente tramite
ECN, ma allHackmeeting di Roma lo conosco di persona.

Tra lHackmeeting di Milano e quello di Roma, ovvero


nellarco di poco pi di un anno, si sono stabilite tutte le
relazioni fondamentali a consentire non solo il naturale avvicendamento generazionale, ma anche la nascita di una
vera e propria fucina tecnica per il movimento.
Caparossa: Io dentro Autistici ci sono entrato dallini-

zio perch dopo lHackmeeting a Roma ho conosciuto


bene i milanesi. Tra lHackmeeting di Milano, del 99, e
lHackmeeting di Roma, del 2000, fu lanno in cui entrai a pesce dentro la lista Hackmeeting, a cui mi iscrissi
pochi giorni prima di andare a Milano e dove conobbi
appunto tutto il giro che in parte esiste ancora: Jaromil,
Asbesto, i catanesi, i romani, Di Corinto e tutta sta gentaccia qua. E quellanno ci fu il primo contatto (in realt
il contatto grosso fu a Roma) tra i fiorentini e i milanesi.
A questo punto, i prolegomeni al progetto Autistici/Inventati sono tutti in fieri.

73

Manifesto Kaos Game - Milano

Primo incontro

uello che avviene tra la fine di settembre e linizio di


ottobre 2000 al Bulk di Milano un incontro organizzato a mezzo telematico dallo stesso Void, che ha lanciato
nelletere una sorta di appello alla comunit Hackmeeting.
Lidea quella di confrontarsi e capire se ci sono i margini
per portare a un ulteriore grado evolutivo lesperienza politica, tecnologica e comunicativa che lambito degli hacklab sta producendo.
Blicero: Void ci spieg che questo strumento Indymedia
cera gi, ma che sarebbe andato a morire se non veniva
usato. A seguito di questa profferta c lentrata in massa
di tutti i presenti in Indymedia. Giocoforza, vede la luce
quella che poi sar la vera e propria Indymedia italiana.

In particolare, la discussione si concentra quindi sulla questione Indymedia, su come svilupparne le potenzialit.
Void: Per Indymedia quellincontro decisivo. Dopo la

riunione al LOA, nella lista di discussione entrano anche


i milanesi, i fiorentini e qualche altro. Da l, nel giro di
pochi mesi, la partecipazione si allarga moltissimo e
Indymedia decolla.
75

Tuttavia, la riunione ci interessa nella misura in cui rappresenta anche la prima volta che i futuri protagonisti di A/I
sono assieme in una stanza. Quel giorno, oltre a discutere
di Indymedia, ognuno si presenta e parla dei propri progetti. Il LOA, ad esempio, esprime lesigenza di strumenti
tecnologici pi flessibili per supportare la vita politica dei
movimenti.
Void: ECN era lunica alternativa al commerciale, ma non

offriva sufficienti servizi alla comunit, n mail ai singoli,


n mailing list, che invece erano sempre pi richieste.
Oltretutto aveva ormai delle notevoli limitazioni tecnologiche, dovute al fatto che si trattava di una macchina
molto piccola e dai costi di housing altissimi.
A conferma di questo, la problematica dei fiorentini era non
solo quella di offrire, ma di usufruire di servizi pi agili, essendo coinvolti in almeno dieci progetti diversi sul territorio.
Mille: Parlammo di cosa volevamo fare noi e cosa vo-

levano fare loro, di qual era il loro approccio al web. I


milanesi ad esempio pensavano di dare spazio a piccoli
siti sulla sicurezza informatica per la comunit. Noi no,
ma eravamo contenti di averli incontrati, anche perch
allepoca era molto difficile conoscere gente che capisse di cosa parlavi. Le persone con cui interagivamo
politicamente, anche quando erano molto interessate al
nostro progetto, capivano fino a un certo punto quel che
dicevamo.
Dalla discussione emerge chiaramente la necessit di darsi
linfrastruttura necessaria per evolvere tecnologicamente.
Void: Lesigenza dei servizi era comune a tutti. Eravamo
tutti coinvolti nella scena Hackmeeting e volevamo un
ambiente per sperimentare, smanettare, imparare cose

76

e metterle in pratica. Ed questo che sar Autistici/Inventati il primo anno.


Da quel giorno tutti i presenti iniziano a mantenere i contatti tra loro per seguire levoluzione di Indymedia e, pur
volendo tenere i progetti ben separati, a tratti finiranno per
sovrapporli, facendoli diventare indistinguibili per molti di
loro, fusi in ununica militanza, in un unico gesto di partecipazione.
Cojote: Siamo stati sempre attenti a tenere le cose ben

separate, anche perch allinizio molti di noi stavano da


entrambe le parti, in A/I e in Indymedia. In seguito i progetti sono andati avanti indipendentemente: Indymedia,
che aveva una struttura aperta, cresciuta molto, mentre
A/I ha scelto di rimanere un collettivo chiuso.
Tanto gli acari del LOA quanto Inventati assumono di default
un atteggiamento mimetico che, negli anni a seguire, diverr una caratteristica della loro presenza sulla scena politica.
Cojote: Volevamo distinguerci dalla vecchia scuola e

quindi, a maggior ragione, non ci introducevamo come


appartenenti a questa o a quellaltra realt...
Con la nascita del movimento no global, c nellaria la possibilit di un forte attivismo e si vuole evitare a tutti i costi
di perpetrare le chiusure e le diffidenze che impediscono
una partecipazione ampia e orizzontale. Se la missione
diffondere luso di strumenti efficaci e condivisi, bisogna
farlo nel modo pi neutro possibile, evitando le logiche
identitarie che scoraggerebbero chi si avvicina al progetto
di propria iniziativa.

77

78
Seminario Hands on Hardware

La fondazione

n pochi mesi si definisce un periodo storico davvero intenso, su cui far luce e stabilire distinzioni essenziali non
sempre facile e forse nemmeno troppo utile. Il ricordo di Autistici sabbruma ogni volta che ascolta il racconto
dInventati, e spesso le nostre interviste finiscono in frasi
come:
Cojote: Era il 2000, no, no, no, era il 2001, aspetta guar-

diamo... ah s (sospiro). Era maggio.


Mille: ... possibile che se lo ricordi meglio qualcun altro.
Blicero: allora probabilmente mi sbaglio, pu darsi

che i fiorentini alla riunione non ci fossero e che vengano invece alla presentazione a settembre.
Tuttavia leggenda vuole che, subito dopo lincontro per
Indymedia, a cui forse i fiorentini non cerano, questi ultimi,
incoraggiati dai compagni dellhacklab, contattino nuovamente i milanesi. Ormai evidente che a questi smanettoni di buone speranze che bisogna chiedere aiuto.
79

Cojote: Agli incontri del gioved sera allhacklab avevo

fatto amicizia con Zeist, che era di Piacenza, e anche


lui mi aveva parlato bene del LOA. Poi tutti assieme ne
abbiamo riparlato anche con Ferry Byte, Sansa, TheWalrus, Leandro e gli altri dellhacklab e davvero sembrava la soluzione migliore. Alla fine anche loro ci hanno
indicato i milanesi.
Ed cos che, nel novembre del 2000, il LOA riceve una misteriosa mail da Inventati. I contatti tra i due gruppi procedono solo e rigorosamente tramite mail crittate e questo
spiega la celerit con cui si organizza un incontro: a Milano,
quello stesso dicembre.
Blicero: Mi ricordo che Cojote e Mille mi chiesero la
chiave PGP per mandarmi delle mail, sostenendo che
dovevano dirmi delle cose segretissime, che poi era:
Ci vediamo?! Organizziamo quindi questo incontro
stile super agente segreto tal posto, tale ora, mi riconoscerai perch sono fatto cos Poi loro arrivarono con due ore di ritardo direttamente al LOA, a bordo
del Generale Lee che era la macchina scalcagnata
di Cojote, mitologica! strombazzando in via Niccolini
mentre gli sbirri che tenevano sotto controllo loccupazione ci osservavano scendere dal LOA basiti. Una cosa
ridicola

e Sgamati, o Autistici e Inventati che dir si voglia, si


danno appuntamento al nuovo Bulk. Da Bologna li raggiunge Void. Durante la mitica cena alla pizzeria La Balena
unico punto fermo nei racconti di tutti i fiorentini espongono il loro piano sedizioso ai milanesi.

LOA

Blicero: In pratica quel che ci propongono di fare un

server tipo ECN. Lidea allepoca era che non fosse giu-

80

sto avere un solo server di providing per il movimento. Lobiettivo iniziale era quindi duplicare lesperienza
ECN e invogliare altri a fare lo stesso, in modo da avere
diecimila macchine e rendere impossibile sequestrarne una e bloccare le comunicazioni di tutti. Lobiettivo
era, in sostanza, avviare un processo di moltiplicazione
dei server. Poi parlandone ci siamo dati la nostra specificit, ma allinizio il punto era questo.
Inventati non ha solo bisogno di qualcuno che lo aiuti tecnicamente, ma di trovare un interlocutore solido, che condivida le sue ragioni. Anche perch forse i ragazzi non sono
capaci di installare un server, ma sanno cosa farne: vogliono dare le stesse possibilit a tutte le realt politicamente
attive sul territorio.
Si tratterebbe quindi di attivare siti, mailing list e caselle di
posta con unagilit diversa, pari almeno alla rapidit con
cui si moltiplicano i nuovi soggetti, frammenti di partecipazione a cui servono, e con una certa urgenza, nuovi mezzi
dinterazione per non disperdersi.
Blicero: Per Inventati, la parte fiorentina, che aveva un

approccio al web pi comunicativo, lesigenza era avere


uno spazio per ospitare i propri progetti editoriali, da
Sgamati a Copydown, dal foglio murale Stampa Clandestina a Spia la Spia, un progetto di mappatura delle
telecamere. Ma la proliferazione dei nodi restava anche
per loro un punto strategico fondamentale.
Larea techie di Milano e dintorni non solo ha le competenze per farlo: hanno in cantiere la stessa idea. Oltre alla
voglia di sperimentare e mettere in gioco le competenze,
i giovani LOA sentono la necessit di un progetto proprio,
che esuli da ECN. Per quanto possano contribuirvi e alcuni

81

di loro siano ormai entrati a far parte del collettivo milanese originario, sono anche in qualche modo, per una banale
questione generazionale, ospiti e non protagonisti di
quellavventura.
Blicero: Per Autistici, ovvero la parte di relazioni tecno-

logiche e nerd milanesi, lo stimolo maggiore fare una


cosa nostra. C voglia di raccogliere e moltiplicare lesperienza ECN e anche in qualche modo di omaggiarla,
in sinergia e non in opposizione a ECN anzi, quelli di
ECN partecipano alle fasi iniziali di A/I.
Autistici e Inventati legano da subito, si trovano daccordo
su tutto, tant che, gi durante la cena, riescono a discutere una quantit di dettagli. Ricalcando il modello di Isole
nella Rete, decidono di fondare unassociazione culturale
per gestire il server, di darsi un nome unico come associazione ma di mantenere ciascuno il proprio collettivo e
cos via discorrendo.
Cojote: Loro partivano dallhacking e avevano come

forma culturale lautismo da l il nome Autistici. Noi


portavamo in dote i contenuti del progetto Inventati.
Dallunione dei due nomi abbiamo subito ribattezzato
il progetto associativo: Investici, ma ci siamo sempre
firmati A/I, nellidea di continuare a valorizzare entrambe le esperienze.
Il doppio nome ha anche ragione nel fatto che i fiorentini,
non credendo di trovare a breve gente che avesse tanta
intraprendenza e voglia di unirsi al loro progetto, avevano
gi registrato il dominio Inventati.org e aperto unassociazione.
Cojote: In quel periodo giravamo lItalia in cerca di sup-

porto tecnico, ma lavoravamo anche per far diventare

82

reale il progetto a prescindere che lavessimo trovato o


meno.
Alla fine dellincontro si decide di mettere in rete un server
che verr assemblato al LOA. I milanesi accettano di buon
grado di occuparsi delle questioni tecniche, che sono loro
proprie, mentre i fiorentini portano in dote le liste e sottoliste che gestiscono, come la mitica A-TEAM, che ospita i
progetti di comunicazione e che, prima di Indymedia, seguiva le manifestazioni no global.
Quando i ragazzi ripartono, non solo si deciso di costruire un server e metterlo in rete al pi presto, ma anche di
rivedersi a Bologna per la prossima riunione di Indymedia
Italia.

83

Online

edeli al riciclaggio, al LOA nei mesi successivi si assembla un server a partire da vecchi pezzi di hardware.

Pbm: Una banca dismetteva del materiale e abbiamo

comprato un server del 1998 al prezzo simbolico di


quindicimila lire. Poi abbiamo comprato dellhardware
per espanderlo e riciclato altro hardware che avevamo,
tra cui un disco del mio computer di casa
Non appena la parte meccanica pronta, Inventati e Void
tornano a Milano per linstallazione.
Mille: Il giorno in cui abbiamo detto: Ecco, da oggi esi-

ste A/I il 3 marzo 2001, quando andiamo al LOA per


linstallazione del server. In quelloccasione, noi gruppo
originario dei fiorentini ci siamo tutti.
una bella domenica di sole. Allinstallazione partecipa
una decina di persone, e la tastiera la tiene in mano il meno
tecnico, nellidea che tutti debbano imparare a fare tutto.
Ovviamente la situazione un po caotica, si perde un sacco di tempo a decidere cosa serve e cosa no, se mettere

84

gli strumenti di sviluppo o meno, e cos via. Ogni proposta


viene discussa e messa in atto solo se raggiunge il consenso di tutti. Non c alcun piano, si fa tutto sul momento.
Pbm: I servizi che volevamo dare erano gli stessi forniti

dallazienda per cui lavoravo, quindi li conoscevo bene.


Linstallazione in s sarebbe stata una giornata di lavoro,
ma ci abbiamo messo di pi perch abbiamo deciso di
condividere la conoscenza. Pensavamo fosse importante che tutti vedessero cosa veniva fatto.
Loperazione viene condotta allinsegna della consueta
circospezione: tutti seguono ogni passaggio, si sceglie il
software pacchetto per pacchetto anche se, a dirla tutta, i
fiorentini ancora non ci capiscono molto.
Bomboclat: Ma le differenze tra le due formazioni erano

superate dalla reciproca fiducia, quella che nasce tra


persone che si conoscono e di default implementano
gli stessi codici, come la paranoia per la sicurezza e un
certo atteggiamento sul digitale. Queste erano le due
cose che facevano da ponte con i fiorentini.
E sono anche i principali motivi per cui la macchina stata
pensata: da un lato per sottrarre le persone che ne fanno
uso alle strategie di controllo e dallaltro per restituire alla
comunicazione via Internet la sua natura di libera condivisione. Il primo server, non a caso, viene battezzato allunanimit Paranoia.
Bomboclat: I nomi dei server sono una storia nella sto-

ria: Paranoia, Chernobyl, Astio, Rivolta e poi col Piano


R*: Contumacia, Latitanza
Fin dallinizio, A/I non si prende troppo sul serio. E non potrebbe essere diversamente, dato che la realizzazione del
loro diabolico piano costellata di episodi epico-demen85

ziali, come quando i nostri si chiudono fuori dal server, nel


suo secondo giorno di vita, con il comando:
iptables -A INPUT -p all -s ! 127.0.0.1 -j DROP

che rende la macchina autistica e blocca tutto.


Pbm: Ginox aveva preso in carico la messa in sicurez-

za della rete, allora stava studiando Iptables. La mattina


dopo va al LOA, si mette a lavorare e d il famoso comando, sbagliando una negazione: lui voleva permettere totalmente laccesso dalla macchina alla macchina,
in modo che tutti i servizi interni potessero comunicare
tra loro. Senonch si dimenticato un punto esclamativo
e, invece che permetterlo, ha negato laccesso a tutto
quello che non proveniva dalla macchina. In pratica, il
computer comunicava solo con se stesso. Un server pi
autistico di cos La cosa ci piaciuta cos tanto che ne
abbiamo fatto una maglietta!
Sempre nellidea di riconoscere le due diverse personalit
del collettivo, quella milanese e quella fiorentina, quella
techie e quella comunicativa, vengono poi ospitati entrambi
i domini: Autistici.org e Inventati.org.
Bomboclat: In questo senso Autistici/Inventati nasce

come Giano bifronte


Si inaugura cos unavventura digitale bipolare: i due
gruppi condividono lo spazio e il tempo di un unico server,
mantenendo ciascuno la propria specificit.
Alieno: Abbiamo da subito tentato di rispettare una di-

visione logica per cui tutti i progetti di hacking finivano


su Autistici e tutti i progetti contenutistico-culturali e di
attivismo finivano su Inventati, anche se per richieste
specifiche abbiamo spesso concesso strappi alla rego86

la. Le home page invece hanno avuto una veste grafica


differente fino al 2004, quando abbiamo cambiato il sito
e unificato le due pagine.
Nellaprile del 2001 la macchina online. Diversamente
dal server di ECN, che paga un provider per lhousing, Paranoia in rete gratuitamente. Un posto e banda garantita
per il server di una neonata associazione culturale sono
stati infatti prontamente contrattati da Pbm sul posto di lavoro. Questa prima sistemazione del server non un dettaglio da poco, visto che, diversamente, lintera operazione
avrebbe avuto un costo proibitivo.
Pbm: Il primo, il secondo e il terzo computer sono stati

ospitati nellazienda in cui lavoravo. Avevo ottenuto di


tenere questo server nei locali come bonus, e come favore. Era unazienda che conoscevo bene, io avevo fiducia in loro e loro ne avevano in me. Fermo restando che
il server era sotto la mia responsabilit, con loro potevo
gestirmi situazioni come le forze dellordine che vengono a chiederti i dati Una cosa successa pi volte.

87

La formazione

llinizio A/I sostanzialmente una lista, unassemblea


permanente. Lattivit principale parlare. Ed un
momento fondamentale sia perch ci si deve conoscere,
sia perch ci sono differenze tecniche enormi tra i due
gruppi.
Pinke: Dentro A/I nei primi periodi cerano un sacco di

discussioni, si scriveva molto, cera una quantit infinita


di mail. Noi fiorentini in particolare scrivevamo tantissimo e venivamo anche presi in giro per questo! Facevamo assemblee lunghissime, chiaramente avevamo un
sacco di cose da dirci. Avevamo limpressione che da
quelle decisioni sarebbero dipese molte cose. Gettavamo le basi per un progetto che non doveva morire dopo
due anni, ma durare e ogni servizio veniva scelto con
lottica strategica di farlo conoscere e far s che la gente
si fidasse di noi. Chiacchiere. Belle e costruttive, ma un
sacco di chiacchiere!

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Si fa molta attenzione, specialmente nel decidere come


lavorare insieme: ad esempio, dopo aver esplorato le varie opzioni, si sceglie di avere ununica mailing list in cui
passano questioni tecniche, politiche e di coordinamento,
indifferentemente.
Pinke: Per non creare due correnti interne tra tecnici e
non tecnici, si decide di tenere ununica lista e vedere di
colmare il divario facendo diventare i politici pi tecnici
e viceversa. Allinizio la lista un casino. Io mi tengo le
mail, in particolare quelle di Pbm, che sono dettagliate
spiegazioni tecniche di come si mettono su i vari servizi. Me le studio e cerco di mettermi in pari. Partivo da
zero, e mettevo le mani sulle macchine solo se seguita.

Il carattere distintivo della nuova associazione infatti che


tutti possono fare tutto: tutti cio hanno gli stessi diritti sulla
macchina, tutti sono root ovvero super-utenti, o amministratori.
Pinke: Mi hanno offerto la shell come a chiunque altro

entrava nel collettivo, ma ho rifiutato io dicendo che ancora non sapevo cosa farci e che quando lavessi saputo glielavrei chiesta. Nel mentre cercavo di colmare i
miei limiti studiando, chiedendo consigli e spiegazioni.
La formazione avveniva nei limiti della reciproca consapevolezza che noi, i non tecnici, non dovevamo rallentare troppo il collettivo e loro, i tecnici, dovevano
spiegare bene le cose che si stavano facendo per non
lasciare troppo indietro le persone meno competenti.
Nel tempo siamo arrivati a un equilibrio e siamo riusciti
a mantenerlo.
La differenza di competenze vista come una ricchezza.
Chi inizialmente non ha sufficiente confidenza con i lin-

89

guaggi informatici studia e nel mentre si dedica a seguire


info@ rispondendo agli utenti o a raccogliere progetti tra
le realt territoriali: a queste vengono proposte le utenze,
la pagina HTML o la digitalizzazione e larchiviazione dei
materiali.
Caparossa: Non era necessario essere un tecnicone,

perch appunto cera questa mentalit allora: che tutti


dovevano fare tutto. Tutti dovevano un minimo sforzarsi
di capire che cosa stavano facendo. La documentazione
che ci siamo fatti al nostro interno, che poi in parte
diventata la documentazione pubblica, me la sono letta
tutta, e quindi ho imparato una serie di cose che altrimenti avrei dovuto studiare sui libri. E poi ho imparato a
pensare prima di pigiare invio, che non poco.
Laccettazione delle diverse competenze come ricchezza
non significa che non si lavori per superare i limiti che esse
imporrebbero: si d per scontato che chi ne sa di pi gestisca il server, ma si porta avanti lautoformazione, nellidea
di mettere tutti in grado di partecipare, anche perch poter contribuire sul piano tecnico significa condividere gli
sbattimenti.
Cojote: I milanesi avevano limpressionante capacit di

valorizzare il processo di formazione. Oggi posso dire


che probabilmente questa stata la chiave di un sacco di cose. Noi possiamo aver portato stimoli, ma non
avevamo certo la stessa capacit di codificare le nostre
pratiche Avanzavamo a braccio, se una cosa ci interessava la facevamo. Mi ricordo di Pbm e Blicero, che
avevano una dedizione incredibile ed erano coinvolgenti su argomenti a noi completamente sconosciuti e
ostici. Per noi i milanesi sono stati la formazione tecnica,
ci hanno dato risorse e conoscenze fondamentali E io
90

ho studiato informatica a Pisa: posso avere imparato del


metodo, ma le cose che mi servono ancora oggi nel mio
lavoro le ho imparate dal LOA.
Per permettere agli elementi meno preparati di attivare almeno le caselle di posta, Tx0 scrive la prima interfaccia
grafica che, scavalcando il passaggio tecnico, rende chiunque in grado di amministrare la burocrazia quotidiana.
Caparossa: Cera questo pannellino fatto da Tx0 che

era via shell, ma interattivo. Aveva fatto dei bellissimi


scriptini in Perl, per cui se volevi creare una lista davi il
comando, entravi in questa shell interattiva tutta colorata, cera un help che ti diceva i colori e davi i comandi
crea lista, crea sito web, crea mail
Tra i meno tecnici c anche Mille, che studia Unix ma non
si sente mai pronto, e che quindi si dedica alle attivazioni e
al rapporto con gli utenti. Un lavoro incredibile e certo non
da poco, tanto che, quando la quantit di richieste diventer imbarazzante, verr proposto il forum di auto-aiuto.
Caparossa: Unaltra cosa che si disse allinizio che si

voleva avere una relazione con i soggetti che avrebbero usato i nostri servizi. Non si voleva fare il provider di
movimento.
E quindi allinizio info@autistici.org e info@inventati.org
erano servizi umani dove tu parlavi con la gente. Quando ti chiedevano la mail, la mailing list o il sito tu dicevi:
S, ma perch?. Cio non cera un servizio automatico: cera un umano che rispondeva a un altro umano e
ci interagiva.
La lista serve ovviamente per coordinarsi, ma ci si incontra anche regolarmente per darsi la struttura condivisa che
serve a gestire il server. Al primo incontro per linstallazio-

91

ne al LOA ne segue quindi un secondo al Cecco di Firenze.


Sono proprio i milanesi, di visita in visita, a dare un contributo fondamentale alla costruzione della Batcaverna.
Mille: Fu Pbm a fare la prima installazione Debian, e

mentre lavorava ci spiegava tutto quel che succedeva.


Per noi stato interessantissimo.
Il LOA dunque fa supporto tecnico e contemporaneamente insegna ai fiorentini una gran quantit di cose. Per dare
unidea della situazione, Sgamati non aveva nessuna conoscenza di Linux a parte alcune cose basilari e quindi,
nellintento di dare comunque strumenti, metteva a disposizione attraverso il progetto Copyleft un CD con le versioni
craccate di alcuni software proprietari, con i file di istruzioni e i codici per installarli.
Alieno: Finch non mi hanno costretto a mettere la parti-

zione Linux per A/I, io ero un utente Windows


Sono mesi intensi. Con A/I, il collettivo Inventati inizia un
percorso verso lautonomia informatica anche se, per molto tempo ancora, resiste la distinzione tra tecnici e controinformatori.

92

Comunicazione diretta

el primo periodo di collaborazione per i singoli elementi di A/I cambia la forma, ma non la sostanza: ciascuno continua la sua attivit nella propria citt. A Firenze,
quel che fanno di diverso dare le mail del nuovo dominio,
impegnandosi in un lavoro di diffusione capillare.
Pinke: Mille ne ha fatto la sua crociata personale. Ha

aperto centinaia di mail a singole persone e liste a tutti i soggetti esistenti. Noi dal canto nostro si discuteva
di come portare A/I nel reale e per questo facevamo
banchini informativi e scrivevamo sui muri. Il nostro era
un lavoro maniacale, fotocopie su fotocopie come era
in uso al Cecco e banchini per diffondere gratuitamente gli opuscoli di A/I, Kriptonite o i floppy di Strano
Network. Andavamo alle feste universitarie, alle feste
dellUnit, ovunque ci fosse gente. Quando il tempo delle fotocopie gratuite finito, per continuare a dare gratis
il materiale ci siamo autotassati e pi tardi abbiamo fatto
dei gadget per finanziarci. Mille nel frattempo andava
da tutti e li convinceva a farsi la casella di posta. Ha fat-

93

to un lavoro enorme e ne ha aperto un numero infinito.


Apriva inoltre le liste ai collettivi, andando da ciascuno
per spiegare che la mailing list era uno strumento per
coordinarsi e, dato che poi si rivelavano effettivamente
utili, col tempo sono stati gli stessi collettivi a chiederci
di aprirle.
Inventati deve insistere moltissimo con i gruppi, i centri sociali, le case occupate e i collettivi per convincerli a utilizzare la nuova tecnologia. Ci si scontra con una diffidenza
enorme sui nuovi mezzi di comunicazione, a partire dal
Cecco stesso, che non solo base operativa del gruppo,
ma essendo frequentato da giovani e giovanissimi, dovrebbe rappresentare un luogo daggregazione dalla maggiore apertura mentale.
Blanqua: Sembra impossibile, ma davvero agli inizi del

Cecco in tanti non sapevamo nemmeno accendere un


computer! S, il computer: il nemico. Ecco cosera. Mi
ricordo i lavori della Batcaverna e che Pilar, la mia cagnetta allepoca appena arrivata, aveva scelto di cacare
solo l. E io pensavo che in fondo delle ragioni le aveva:
che stanza era una stanza dedicata ai computer?
In pratica, solo chi viene dagli hacklab o conosce ECN capisce il messaggio di A/I. Per la maggior parte delle persone i discorsi su privacy, anonimato e tecnica sono ancora
incomprensibili.
Pinke: C da dire che allepoca la posta elettronica non

era uno strumento indispensabile come oggi. Internet


e i suoi strumenti iniziavano a diffondersi, ma restavano
ancora oggetti dlite.
In una situazione del genere la risposta di Inventati lelaborazione di una strategia comunicativa diffusa, qualco-

94

sa che crei curiosit; qualcosa che, in sostanza, avvicini le


persone al collettivo. Per farlo, sono determinanti gli stimoli
degli occupanti del Cecco.
Il gruppo che occupa il Cecco ha una forte componente
che si ispira alle pratiche situazioniste, da cui vengono sia
il suo appellativo GSA (ghetto super giovani anti noia),
sia molte delle idee di dtournement alla base delle campagne di comunicazione informale attraverso cui Inventati
si fa conoscere sul territorio.
Cojote: Al Cecco abbiamo imparato tanto gli uni dagli

altri Le idee delle scritte venivano dagli amici situazionisti, erano loro che ci dicevano come fare le cose e
come comunicare.
I due gruppi del Cecco non sono la stessa cosa e hanno in
molti casi anche background culturali assai diversi. Tuttavia
si sono incontrati da tempo e uniti per la messa in opera
di una serie di iniziative e provocazioni che sono andate
dallimprovvisazione teatrale sugli autobus alloccupazione della casa colonica.
Pinke: Inizialmente abbiamo dovuto prendere le misure
gli uni degli altri: da un lato ceravamo noi che portavamo i computer nella Batcaverna, costruendo questo
ambiente ombroso; dallaltro cerano loro, che stavano
in giardino, bucolici Insomma, abbiamo dovuto capirci. Una volta fecero addirittura un corteo interno dentro
alla Batcaverna cantando Playstation, sbirri e polizia
dal Cecco Rivolta vi spazzeremo via!

Il Cecco una realt esuberante, dove venti persone devono trovare un modo di vivere insieme. Ci sono addirittura
le correnti interne: i cinefili, i tecnocrati, i filosofi. Tuttavia,
dopo il primo incontro/scontro, gli occupanti iniziano a co-

95

noscersi meglio e a condividere le reciproche passioni e


interessi.
Blanqua: Vuoi o non vuoi a un certo punto la Batcaverna

era diventata reale. Immaginate una quindicina di persone che non hanno mai visto una pagina web, che non
hanno mai visto Internet. E poi allimprovviso qualcuno
che arriva e ti spiega come si accende, come si spegne, come si naviga per ragazzi, si paga tutto: mica
si poteva aprire la lentissima mail di Inventati da Windows, sarebbe stato troppo facile! Windows era diventato il nuovo super nemico per il ghetto super giovani
anti noia, dovevamo imparare ad amare il nostro server
e soprattutto Linux, lo sconosciuto. Di Linux mi ricordo
principalmente Ilnonsubire che come alle elementari
quando devi imparare Il cinque maggio a memoria, mi
insegn a scaricare la posta. Mutt, ping, pong se ci ripenso mi sento una hacker professionista. Per davvero
accadde un miracolo. Inventati anche per una come me
che ancora oggi fatica a comprendere i misteri della
rete, era figlio di un organismo collettivo. Non sapevo
bene cosera eppure era anche mio.
dunque seguendo i suggerimenti degli altri occupanti
del Cecco che Inventati lancia una campagna di scritte
sui muri, studiate per comparire in posti ben visibili ma
anche irraggiungibili infatti alcune resisteranno per cinque o sei anni, prima che qualcuno si prenda la briga di
cancellarle. Per farle, ci si arrampica o ci si cala nei posti
pi improbabili, come ponti e cavalcavia.
Le scritte recitano inizialmente solo Inventati. Lidea dei
ragazzi creare aspettativa e, in effetti, molti iniziano a
chiedersi cosa voglia dire questa parola, come la si pronunci, chi ci sia dietro. Successivamente passano a scrive96

re Inventati.org. La bizzarra operazione attira lattenzione


di qualche cronista locale dato che, al tempo, davvero
singolare vedere un indirizzo Internet su un muro.
Lidea delle scritte come lancio mediatico informale era
stata testata in occasione delle proteste contro la guerra
del Kosovo, quando la citt era stata riempita di simboli
della pace con accanto un WHY?. Tra i luoghi significativi
scelti per quella scritta cera limpalcatura che allora infagottava la facciata della celebre basilica di Santa Croce.
Cojote: Il trucco della comunicazione diretta sta nella

pervasivit del messaggio. In quel caso lidea era che


se ogni turista che passava da Santa Croce avesse scattato una foto, avrebbe circolato a un livello tale da ottenere il suo effetto a prescindere. Per quanto riguarda
le scritte Inventati, volevamo creare aspettativa e ci
siamo riusciti: il dominio era stato comprato ancor prima di mettere su il server e quindi era praticamente
vuoto, volevamo invogliare le persone. La curiosit che
suscitavano ci ha aiutato, ma contava soprattutto il fatto
che eravamo sempre presenti nei posti e nei momenti
importanti, quando succedevano le cose: cos che abbiamo attecchito nel territorio. La cosa che ha funzionato davvero che noi cercavamo di essere dappertutto.
La fondazione di A/I e la messa online del server indipendente, la campagna di scritte sui muri, lostinata presenza
nei luoghi daggregazione e le crociate personali di Mille sono tutti elementi che, messi insieme, danno risultati
insperati. Nel giro di quei pochi mesi il movimento inizia
a recepire il senso del progetto. Ai banchini informativi di
Inventati adesso c la fila per prendere le password e il
bigliettino con le istruzioni per il proprio nuovo o primo
account di posta.
97

Mille: Di solito le facevamo @inventati anche se era pos-

sibile farle @autistici il form era lo stesso, ma spiegare questa doppia possibilit era sempre difficile! Fino a
che non abbiamo aperto altri domini, noi consigliavamo
luna o laltra a seconda del tipo di progetto ma poi, in
genere, a Firenze la gente ci chiedeva di avere la mail
@inventati perch faceva fico, eravamo conosciuti ecc.
Viceversa a Milano chiedevano @autistici.

98

Indymedia

a un lato A/I si fonda sullassunto che le nuove tecnologie si stiano ricavando un ruolo pericolosamente
invasivo nella vita delle persone, e quindi i primi anni di attivit sono ununica campagna sulluso di strumenti digitali
liberi, su cui hai tu il controllo, come con Linux. Dallaltro
lato per, A/I condivide anche lintuizione letteraria che la
comunicazione, potenziata attraverso quelle stesse nuove
tecnologie, stia iniziando ad avere pi peso dei fatti e che
sia quindi necessario preoccuparsi dellinformazione, oltre
che dellinformatica.
Bomboclat: in quegli anni che nasce la figura del me-

diattivista, in cui politica e tecnica si fondono, grazie al


digitale che fa da collante. Dallidea di fare controinformazione si passa allidea di essere linformazione. Si
definisce propaganda ci che esce dalle televisioni e si
rilancia con il proprio concetto di informazione.
Se vogliamo, A/I un incontro felice tra tecnica e contenuti,
unesperienza che riflette il passaggio storico in cui tecnologia e comunicazione si fondono definitivamente nella
99

ben pi vasta area conoscitiva rappresentata oggi dalla Information Technology. Nei mesi in cui si forma il collettivo,
le stesse persone vengono quasi tutte coinvolte anche in
Indymedia, un mezzo dinformazione organizzato, ma condiviso e trasversale.
Blicero: Indymedia aveva avuto una prima fase in cui era

stata gestita sostanzialmente da Bologna per la storia


dello hoax, poi una rete abbastanza estesa di persone
che facevano riferimento agli hacklab, la stessa rete che
in seguito d vita ad A/I, entra in Indymedia e capisce
che una comunicazione gestita in quel modo diminuisce le potenzialit dellinsorgere di egemonie da parte di aree specifiche e che Indymedia uno strumento
che pu essere usato in maniera paritaria da tutti, diversamente da radio, tv e giornali. E questo era possibile
per come era fatto lo strumento stesso. Si poteva fare,
era un obiettivo che si poteva perseguire. E questo
quel che pi o meno si fatto.
Per Indymedia, il terreno di prova saranno ancora una volta
le manifestazioni no global, anima dacciaio dellinternazionalismo di quel periodo. Ci su cui si innesta sono invece i molti tentativi locali fatti fino ad allora, da quello dei
ragazzi di Bologna o di Sgamati, fino ad arrivare a quello
che organizza la Rete Campana a Napoli.
Man0: Nel marzo del 2001 qui a Napoli c stato il No

Global Forum, che era levento di contrasto allomonimo


vertice dellOCSE che si teneva in citt. Per la prima volta, si cominciano a fare dei ragionamenti molto confusi
su degli strumenti di supporto. Ad esempio una delle
cose che viene fatta registrare una serie di domini che
potevano essere effettivamente quelli dellOCSE, come
globalforum.it. Probabilmente ai tempi non cera ancora
100

unesigenza da parte di queste varie istituzioni economiche transnazionali di fare un sito per ogni evento, per
cui trovammo questo dominio e i ragazzi dei vari centri
sociali mi dissero: Guarda, abbiamo preso questo dominio, vogliamo creare il sito e parallelamente vogliamo
fare un media center.
In occasione della manifestazione del 17 marzo 2001 a
Napoli contro il Global Forum sullE-government indetto
dallOCSE, si registrano ancora una volta pesanti scontri di
piazza. Le violenze sui manifestanti che subiscono pestaggi lungo il percorso del corteo, rappresaglie nei vicoli e torture nelle caserme trovano largo spazio su tutti i
giornali.
Man0: Il No Global Forum non and proprio bene, per

si cominci ad avere il concetto di media center. Ai tempi qui a Napoli non si parlava ancora di Indymedia: alcuni erano molto diffidenti, ad altri sembrava una grande
stronzata Per fu il primo tentativo di fare qualcosa
del genere. Fondamentalmente mettemmo dei computer in rete con una serie di strumenti a disposizione di
tutti, attraverso luso di software libero. Il media center fu
montato al laboratorio occupato S.K.A. e quella fu la prima volta in cui partecipai a una cosa del genere, in cui
lavorai per fare in modo che queste tecnologie fossero
a disposizione di una causa. Parallelamente cominciai
a tenere i contatti tramite IRC con le altre realt italiane.
Gli avvenimenti di Napoli rendono chiaro sul fronte politico
che il livello dello scontro tra forze dellordine e manifestanti no global si decisamente alzato; sul fronte mediatico,
attirano lattenzione dei giornali di mezzo mondo, soprattutto in quanto gli episodi di violenza hanno colpito indiscriminatamente chiunque si trovasse in piazza. Sul fronte
101

digitale invece, questi avvenimenti sono determinanti per


mettere in luce la necessit comune al movimento tutto di
diffondere il materiale fotografico, audio e video prodotto
dai manifestanti, in modo meno confuso e pi efficace, unitario e a livello nazionale.
Lo strumento per farlo c, ed Indymedia Italia. Il supporto tecnico pure, ed la comunit hacker.

102

Lentusiasmo del fare

ome abbiamo gi detto, il collettivo Autistici/Inventati nasce principalmente dallincontro di due gruppi, i
milanesi e i fiorentini. E da Void, di ECN, che a Bologna ha
per le mani il progetto Indymedia Italia. Tuttavia, non sono
solo questi gli elementi che confluiscono in A/I.
Bomboclat: Cerano i torinesi, che avevano aperto con

noi il canale Hackit99 per la preparazione di Hackmeeting a Milano: Elettrico, Takazawa ecc. Il LOA chiamava i
torinesi la succursale. Era un misto di gente che passava da ambienti come El Paso, Radio Black Out, ECN e
partecipava agli Hackmeeting. Allinizio cerano anche
alcuni del Freaknet e gente che andava e veniva, come
Lechuck. Il Lobo invece era l da sempre, arriva ad Autistici/Inventati attraverso Strano Network e lhacklab del
CPA Firenze Sud.
Il primo periodo vede la storia del collettivo intrecciarsi a
quella di molti altri protagonisti del digitale e ibridarsi con

103

quella delle pi diverse realt, perlopi provenienti o legate al mondo di Hackmeeting, ai laboratori informatici e agli
spazi autogestiti.
Bomboclat: Era un periodo di grande fermento e Autisti-

ci era un po il riflesso di questa effervescenza. Cerano persone di Milano, Bologna o Torino, ma anche delle
tante altre citt dove cera un hacklab o quantaltro
Al primo periodo risalgono anche i riferimenti alle piaghe
bibliche: la morte del primogenito, la tramutazione dellacqua in sangue e linvasione di cavallette. Un immaginario
catastrofico e apocalittico mutuato dalla fantascienza, dal
cyberpunk e dal bisogno di ironizzare sui propri disastri
informatici.
Alieno: Erano dei veri tormentoni della lista Hackmeet-

ing che allepoca era ospitata sui server di kyuzz.org.


La piaga delle cavallette ci letteralmente rimasta attaccata addosso, tanto da farne adesivi e magliette per
lHackmeeting di Genova nel 2004 e da usarla poi come
nome del blog che dal 2005 abbiamo affiancato allarea
news della nostra home page.
Una volta messo online il server, viene deciso di non porre
tanto laccento sui servizi offerti, quanto sullaspetto tecnico dellintera operazione: A/I non memorizza i dati identificativi degli utenti (no-logs), invita alluso della crittografia,
offre un servizio di anonymous remailer e pubblica diversi manuali sulla privacy nelle comunicazioni online.
Shah: Per me aveva senso in quel periodo, e mi inte-

ressava e divertiva, luso della crittografia nella comunicazione in Internet. Putro, che era il nostro mastro di
chiavi GPG, veniva al LOA da fuori Milano e si faceva lo
sbattimento perch era davvero gustoso esserci. Abbia-

104

mo iniziato subito a pastrocchiare con la crittografia, ma


solo un po pi avanti, quando si sono sbrigate le difficolt tecniche, nata CryptoKitchen. In pratica abbiamo
aperto una mailing list a cui ti iscrivevi e imparavi a usare la crittografia scambiando ricette di cucina. Il passo
successivo stato un sito web che faceva da database
per le ricette scambiate in lista, anchesso cifrato. CryptoKitchen labbiamo seguito in particolare con Manhattan, mentre Tx0 era lartefice del meccanismo dietro la
submit
Questi aspetti techie sono di diretta filiazione ECN. Diversamente da ECN, tuttavia, i giovani Autistici non hanno la necessit quasi burocratica di parlamentare ogni passo. ECN,
infatti, come prodotto delle realt del territorio e soprattutto di anni in cui il movimento aveva subito spaccature decisive, aveva una politica condivisa che doveva rifletterne
le molte anime.
Di fatto, aveva unassemblea variamente partecipata e
quindi molto responsabilizzante: ogni richiesta di servizio,
anche la singola mailing list, doveva passare attraverso una
valutazione e votazione. Si doveva sempre capire con chiarezza chi e come si sarebbe accollato la nuova utenza o
iscrizione.
Blicero: La grossa differenza tra A/I ed ECN, da cui co-

piavamo tutto, che noi aprivamo la mail ai singoli e


davamo spazio web, liste e chat anche a situazioni pi
piccole che non avevano rilevanza nazionale. C da
considerare che in quel momento storico si era appena
iniziato a usare questi strumenti.
La principale differenza nellorganizzazione interna invece era lorizzontalit, tanto che sul primo server la
root di A/I ce lavevano tutti, mentre in ECN lavevano in

105

due soli. Quel che facevamo era demenziale dal punto


di vista tecnico, ma per noi aveva un senso politico.
Con il tempo lorizzontalit si consolida come caratteristica
intrinseca alla lista, tanto che da sola pu fornire un interessante spunto di riflessione sullesperienza A/I.
Azi-1: Seguivo la lista con un particolare interesse perch

mi ritrovavo da subito nella questione di essere comunit


di metodo. Magari in quel momento non lo si diceva gi
esplicitamente, per lidea che venisse fuori un metodo
decisionale che fosse un consenso informale e vederlo
poi funzionare era uno stimolo notevole per me.
Oltretutto il LOA ha richiamato la scena underground hacker
milanese, gente molto diversa tra s e molto pi interessata
al free software e ai diritti digitali che alle espressioni politiche territoriali. Anche per questo il collettivo da subito
meno selettivo nella distribuzione dei servizi di quanto non
lo fosse ECN, perch i suoi componenti non portano il pesante fardello storico del movimento.
Shah: Io ero entrata in ECN, facevo parte del LOA e mi

vivevo la nascita di A/I come parte dellescalation di aggregazione dellhacklab, che in modo fluido continuava
ad allargarsi e a includere persone e progetti. Era normale che a un certo punto nascesse qualcosa in pi di ECN
e Isole nella Rete. Tuttavia A/I era una cosa nuova, non
solo unevoluzione di e da ECN, proprio perch i fiorentini portavano una parte di contenuti, diciamo umanistici,
di cui cera in effetti carenza. Era una cosa interessante.
Credo che il LOA si sarebbe accartocciato su se stesso
se si fosse arroccato sul solo aspetto tecnico. Mettendo
insieme i due aspetti, Investici ha garantito a quellesperienza di sopravvivere pi a lungo.

106

In un certo senso il gruppo fiorentino si formato in maniera pi tradizionale e, al momento del contatto coi milanesi,
sta vivendo il passaggio alla tecnica come necessit politica. La gente di Inventati viene dai collettivi studenteschi, dai
centri sociali e dalle case occupate: per loro lesigenza del
server e dei servizi di anonimato la sponda naturale per la
propria attivit politica. Vale la pena citare come esempio il
progetto SpiaLaSpia, che forse quello che meglio rappresenta limpegno in questo senso del collettivo.
Pinke: Si trattava di una mappatura in fieri delle teleca-

mere di sorveglianza a Firenze. Lidea era nata guardando lequivalente mappa di San Francisco, che al tempo
aveva fatto piuttosto discutere perch dava modo di rendersi conto a colpo docchio della vastit del controllo
urbano. Erano i bei tempi in cui ancora aveva un senso
parlare di riservatezza (o almeno cos pareva a noi), in
cui il garante della privacy Rodot emanava un rigido
regolamento che cercava di limitare linvasivit delle telecamere cittadine. Erano i bei tempi delle telecamere
amiche.
Spialaspia.org viene concepito come un sito a pubblicazione aperta: si compila un form, si inseriscono indicazioni geografiche e tecniche della telecamera, se ne indica linvasivit (ad esempio: dovrebbe inquadrare solo il bancomat,
inquadra invece tutta la strada). Il motto, parafrasando la
nota graphic novel Watchmen, : chi controlla il controllore?. Purtroppo i controllori dellepoca non prendono molto
bene la cosa e c anche chi finisce sotto inchiesta perch
trovato in possesso proprio di fotografie di telecamere di
sorveglianza.
Pinke: Col senno di poi, alla macroscopica luce del post

11 settembre, nellera di Facebook e della rinuncia spon107

tanea alla propria riservatezza, tutto questo risulta buffo


e forse un po ingenuo. servito per a farci capire meglio in che mondo stavamo vivendo e in che direzione
stavamo andando.
La parte milanese compie in un certo senso il percorso inverso: Autistici si costituito a partire dalla comune passione per la tecnica e, con la nascita del progetto A/I, si avvicina ora al territorio.
Blicero: A Milano noi viviamo una fase di evangelizzazio-

ne, un attivismo forte. Eri sempre in giro a fare. La situazione era fervida, si andava in ogni posto a offrire strumenti, a cercare di convincere le persone e le situazioni
a adottare questi nuovi mezzi.
Ed proprio nel confronto con il reale che Autistici si rende
conto che il meccanismo che ha messo in piedi inizia a funzionare abbastanza bene.
Bomboclat: Cera sinergia nel diffondere le tecnologie e

si sviluppava una fiducia reciproca perch tutti eravamo


impegnati a costruire cose e anche la gente vedeva che
quando si diceva una cosa poi la si faceva anche.
In pochissimi mesi di grande slancio, le diverse istanze del
nuovo collettivo si salderanno cos nellentusiasmo del fare:
si vogliono divulgare il pi possibile gli strumenti di Kriptonite, costruire possibilit per tutti, arrivare a fare massa
critica.
Shah: In pratica con A/I si era ricalcato liter della nasci-

ta del LOA, quando dopo aver messo su le macchine la


questione era stata: Che ne facciamo ora di questo bel
giocattolo? Ancora una volta, ciascuno ci ha messo del
suo.

108

109
Un carico di 486

Hackit a Catania
Un treno carico di 486

ntanto, dopo la messa online in aprile, cominciano ad apparire i primi lavori di digitalizzazione di materiali, come
lArchivio Primo Moroni, un vero e proprio fiore allocchiello per il collettivo (che far della frase socializzare saperi,
senza fondare poteri di Primo Moroni il proprio motto).
Bomboclat: Abbiamo iniziato a mettere online dei siti,

lavori fatti a partire dai contatti che gi avevamo prima


di essere sul web, che ci venivano dal territorio e che
ci portavamo dietro. LArchivio Primo Moroni era pronto
per giugno, quando abbiamo presentato il progetto a
Catania.
A/I viene infatti presentato ufficialmente nel giugno del
2001 ad Hackmeeting, che quellanno si tiene a Catania,
presso il CSA Auro e il Freaknet Medialab.
Bomboclat: Come ingresso in societ del collettivo ab-

biamo scelto il luogo che ritenevamo pi nobile. A Catania abbiamo passato una settimana bellissima, mistica,

110

indimenticabile! Io portavo il mio primo seminario in


coppia con C1cc10. Non era nientaltro che Linux su un
floppy, ma per noi era una cosa fantastica che dovevamo
dire a tutti, anche perch pensavamo: Se lo presentiamo, qualcuno che lo ascolta magari si unisce al progetto e diventa qualcosa di pi grande. La nostra idea di
piccoli smanettoni era che, parlandone con gli altri, la
cosa magari sarebbe cambiata. E in effetti delle cose
successero durante quellHackmeeting
Quellanno, invece dei soliti tre giorni, per i membri del
collettivo Hackmeeting dura pi di una settimana e soprattutto si rivela unesperienza davvero ricca.
Bomboclat: Eravamo andati gi prima per dare una

mano al Freaknet ad allestire e poi volevamo incontrare


di persona tutta quella gente che avevamo letto in rete,
ma che ancora non conoscevamo. Siamo partiti in treno
che occupavamo quasi un vagone intero, perch abbiamo portato con noi laula corsi, nel senso che labbiamo
smontata, impacchettata, portata a Catania e rimontata
allAuro! Immaginati trenta, quaranta persone tutte con
il loro carico di 486 Erano, mi sembra, una ventina di
postazioni che poi lasciammo l perch al LOA avevamo
gi in progetto di passare al Pentium 1 che, nota bene, a
quel punto era in giro gi da sei anni.
Si tratta dunque di un evento che trascende la presentazione del progetto in s e che serve innanzitutto a conoscersi,
ad avere una prima conferma che A/I esiste davvero.
Ginox: Noi venivamo da Torino, siamo partiti diretta-

mente dalla festa di Radio Black Out per Milano e poi


sulla tradotta per il meridione estremo, insieme al LOA.
Prima che la Freccia Rossa rendesse i nostri viaggi su

111

rotaia finanziariamente impossibili e venissero eliminati


i treni notte, potevi attraversare tutta lItalia su uno scomodissimo treno, che per almeno costava poco e non
eri costretto a viaggiare a stretto contatto con manager
sfigati e piazzisti incravattati. Io incontrai per la prima
volta tutto il collettivo in questoccasione. Prima avevo
le idee confuse su chi facesse parte di cosa. A Catania ci fu unassemblea in mezzo alle tende nel cortile
dellAuro. Uno scorcio bellissimo diviso a met con un
convento, una situazione buffa, perch noi al mattino facevamo colazione con il corso interattivo di bestemmie.
LAuro fu importante perch il collettivo ebbe modo di
concentrarsi su un obiettivo concreto: rimettere a posto
i bagni del CSA per poter fare lHackIt e adeguare limpianto elettrico. Per lappunto da Torino era sceso con
noi Elettrico, che si prodig alquanto nellopera.
Per la prima volta feci anche qualcosa di pi ludico con
tutta lallegra combriccola, per la precisione andammo
al mare a fare il bagno. A questo punto la presentazione
di A/I era quasi superflua, comunque si tenne mi sembra nei locali della palestra, dove al centro era presente
un ring. Fu pi una sorta di nativit, con il server appena nato nella mangiatoia e tutti gli amici che venivano
a vederlo e a fargli le faccine buffe. Sul palco cera pi
gente che sotto, era tutto un andirivieni. Comunque da
quel di Catania iniziamo a esistere per davvero. In lista
si iscrive tantissima gente, che magari non fa nulla e se
ne esce un anno dopo. La mia idea che A/I fosse figlio di un humus culturale ben preciso, di una comunit
allargata, dai confini non troppo definiti e definibili, ma
se ci stavi dentro sapevi di cosa si stava parlando. Era
il nostro tentativo di strutturare qualcosa a partire dalle
idee che circolavano in quellambito.
112

Quelle di Catania sono giornate fortemente impresse nei


ricordi degli Autistici, a maggior ragione perch inserite in
una catena di esperienze altrettanto intense che, alla luce
dei fatti, si riveleranno determinanti per il futuro di A/I.
Bomboclat: Ma dopo Hackmeeting il viaggio conti-

nuato: prima andammo a trovare Asbesto del Freaknet


a Palazzolo Acreide, poi proseguimmo per andare a un
appuntamento con la storia, a Genova.

113

Genova

opo le giornate di Napoli la repressione contro il movimento subisce unulteriore escalation di violenza e,
al vertice europeo di Gteborg, un ragazzo raggiunto da
un colpo di pistola sparato in aria dalla polizia e cade in
coma.
A giugno la paura di ulteriori scontri fa sospendere il meeting dellABCDE previsto a Barcellona.
A luglio, quando il G8 di Genova ormai alle porte, nel
movimento ci sono posizioni diverse su come gestire e
partecipare al controvertice e anche da parte dellala
techie di A/I, a Milano e dintorni, c molta diffidenza
riguardo allidea di farsi coinvolgere nellorganizzazione
del media center.
Blicero: Quando arriva il G8 di Genova, la posizione ge-

nerale che non si deve andare, che una trappola.


Questa posizione era condivisa da tutti. Ma che fai, non
ci vai? Vai al mare? E quindi io decido di andare. Poi ho

114

tirato dentro tutto il LOA e anche tutto il giro di Hackmeeting. Alla fine sono stati tirati dentro tutti.
In realt al mare qualcuno ci va, ma per manifestare il dissenso con una boutade assolutamente geniale: liniziativa
Tutti a Varazze.
Caparossa: A un certo punto della primavera del 2001,

in piena macchina organizzativa per il G8 di Genova, un


tot di noi, non solo dellambito anarcociclisti ma anche
di altri giri, fece un documento. Si mise su anche un sito,
io, lAlieno e il Tapiro. Si chiamava Turn Off G8, e sostanzialmente si diceva: ma perch dobbiamo andare in
bocca al trappolone? Invece di andare in bocca a questi
pezzi di merda a fare lo scontro che poi ci ammazzano che non sono neanche lo stato italiano, sono il G8,
ci sono tutti, che cazzo ci andiamo a fare a prendere
le mazzate? Ed eravamo ottimisti. Mandiamoli a fare in
culo e ce ne andiamo a fare un bel rave di tre giorni a
Varazze. E infatti lo slogan era Tutti a Varazze. A Varazze si cagarono addosso, anche perch una cinquantina
di persone arriv davvero e si trovarono la citt militarizzata. Nonostante tutto, la famiglia sempre la famiglia
e, arrivati a luglio del 2001, si prese e si and a Genova.
Per il controvertice, la provincia e il comune di Genova
mettono a disposizione rispettivamente un centinaio di
computer e due edifici: le scuole Diaz/Pertini e Pascoli. I
soggetti che hanno partecipato al gruppo comunicazione
allinterno del Genoa Social Forum si dividono il secondo
edificio: la gestione stampa (Il manifesto, Carta ecc.) prende il primo piano, Radio GAP (Radio OndaRossa, Radio
Onda durto e Radio Black Out e altre consorziate per levento) occupa il secondo, Indymedia il terzo.

115

Man0: Io colsi lappello a dare una mano, per cui era

il 16 luglio assieme ad altre persone partii da Napoli e andai alla scuola dove si stava mettendo su questo
media center. Si trattava di unesperienza non solo di
Indymedia: cera Indymedia, cera il suo nucleo iniziale,
ma cerano anche molte altre realt. E fondamentalmente molte delle persone che adesso sono in Autistici o in
altri progetti simili si ritrovarono l per dare una mano
a mettere su il media center. E l, dal conoscersi virtualmente e parlare attraverso le chat, ci si conobbe di
persona e per me fu importante, perch da una base di
fiducia generica e virtuale, conoscendosi di persona la
fiducia negli altri cambia.
I nostri si danno appuntamento sulla lista Hackmeeting per
costruire linfrastruttura tecnica che servir a far lavorare
tanto Indymedia quanto il team legale: c da stendere
cavi, montare i server e le postazioni
Man0: Quello che capii io che fondamentalmente a

Napoli stavamo cinquantanni indietro! Nel senso che


io mi sentivo smarrito. Anche dal punto di vista tecnico
quello che sapevo fare era minimo rispetto a quello che
facevano gli altri, che avevano imparato negli hacklab.
In effetti il livello tecnologico dispiegato in quei giorni dal
movimento impressionante ma, come spesso succede,
dietro le quinte ci si confronta con situazioni di ogni genere.
Caparossa: Noi eravamo nella Pascoli, dove cera il me-

dia center, ma poi arriv talmente tanta gente che non ci


si stava. Allora venne deciso, prima ancora che iniziasse
tutto, il marted o il mercoled prima delle manifestazioni, di cablare anche la Diaz, cosa che inizialmente non
era prevista. Quindi si comprarono cavi lunghi e si lan-

116

ciarono al di l della strada, facendoli passare sugli alberi. Ho questo ricordo bellissimo di alcuni ragazzi che
fecero il lazo tipo cowboy, lo rotearono alla John Wayne
e lo lanciarono sugli alberi. Poi uno si arrampic sullalbero, lo rilanci al di l della strada e lo fece passare
dentro la scuola. Una scena meravigliosa. E la Diaz fu
cablata con quattro, cinque computer, ovviamente Debian, che poi andarono completamente distrutti il sabato sera.
In quel preciso momento il media center, Hackmeeting e il
neonato collettivo A/I sono realt che si sovrappongono e
i cui protagonisti danno tutti ore e ore di lavoro. Di fatto, A/I
e Indymedia sono due soggetti in cui militano pi o meno
le stesse persone.
Bomboclat: Si fanno amicizie storiche. Faust, ad esem-

pio, un genovese incontrato allepoca e che entra in


Autistici.
Alcune delle persone conosciute tramite il media center di
Genova e che erano solo in Indymedia entrano infatti in A/I
e, viceversa, molti componenti di Autistici/Inventati che in
quei giorni sono al media center per dare supporto tecnico si iscrivono permanentemente alle liste di Indymedia.
Man0: Una delle persone che erano l a Genova, cio

Blicero, un giorno mi parl di questo progetto di Autistici (me ne parl dopo Genova e passato agosto, per
cui sar stato forse settembre-ottobre), mi spieg come
funzionava, io mi ci ritrovavo e gli dissi: Va beh, iscrivimi in lista, nei limiti delle mie possibilit cercher di
dare una mano.
Il controvertice si svolge dal 19 al 22 luglio 2001. Sono previsti cortei per i tre giorni di gioved, venerd e sabato.

117

Pinke: Molti di A/I erano andati una settimana prima per

aiutare a sistemare il media center di Indymedia. Io parto con il Cecco solo qualche giorno prima, senza seguire lallestimento. A Genova per dormivo comunque al
media center, i miei amici erano l. Durante il giorno mi
dividevo, andavo un po con quelli e un po con quegli
altri.
A Genova la situazione critica: la citt blindata, le violenze annunciate e per la manifestazione finale in piazza si
prevede cento volte il numero di persone che normalmente partecipa alle manifestazioni dei controvertici. Si profila
allorizzonte una situazione ingestibile.
Nelle varie comunit, come abbiamo detto, ci sono molte
perplessit sul se e sul come aderire al controvertice
organizzato per mesi e mesi dal Genoa Social Forum: le
stesse tensioni si riflettono anche sul fronte dellimpegno
che, come iscritti di Indymedia, alcuni membri di A/I hanno preso. Qualcuno decide di tirarsi indietro prima, come
Mille.
Mille: Allora Indymedia era un giro allargato a partire da

A/I, in totale una cinquantina di persone, con cui viene


messo su il media center a Genova. Pochi mesi prima
del G8, improvvisamente, ci troviamo a essere trecentocinquanta iscritti. Io personalmente noto che c una
forte tensione e un attivismo di basso livello: cera chi
era entrato in lista con le migliori intenzioni, ma cera
anche chi entrava per scrivere la tesi, chi per curiosare
e chi per spiare. La spinta a iscriversi in massa veniva
dalla pressione che i media ufficiali avevano montato
sullevento. A quel punto io ho listinto a distaccarmi e a
Genova vado come semplice manifestante. Scrivo una
lunga mail in lista in cui spiego le mie ragioni sulla fac118

cenda (in cui facevo critica e autocritica), che Stampa


clandestina, un foglio murale fiorentino, pubblica per intero e affigge dappertutto in citt.
Inventati arriva a Genova e raggiunge Autistici negli edifici
che il comune ha dato in concessione. In seguito allevacuazione di diversi campeggi per un acquazzone che li ha
resi inagibili, la Diaz ha per principalmente funzione di
dormitorio, mentre nella Pascoli si sono fatti spazio il media
center, linfermeria e il servizio legale.
Pinke: Credo che il G8 di Genova abbia condizionato
la storia del collettivo. Nei ricordi pi salienti che ho di
quei giorni, ero quasi sempre assieme a loro. Forse
proprio questa esperienza che ci ha unito e reso un
collettivo vero. Da un lato, Genova dimostrava che tutte le pippe filosofiche e la paranoia avevano un senso;
dallaltro, ha voluto dire che per quanti sforzi potevamo
fare, lo scontro era impari. Non bastano la consapevolezza e la preparazione davanti a una dimostrazione di
forza bruta. Avevamo perso: cosa si poteva fare pi che
portare tutta quella gente in piazza? Avevamo dato tutto
e ottenuto niente.

Il gioved la manifestazione dei migranti fila liscia. Come


noto, invece, il pomeriggio di venerd la tensione si alza,
ci sono scontri pesantissimi e, in piazza Alimonda, muore
Carlo Giuliani. Al media center, per scrivere le venti righe
di feature da pubblicare su quella giornata, si sta attenti
anche alle virgole.
Cojote: A leggere Indymedia lindomani non sarebbero

stati gli amici e i compagni ma migliaia di persone: in


una situazione tanto drammatica, bisognava mantenere
la lucidit.

119

Sabato, andando oltre le peggiori aspettative, la citt torna


a essere un inferno e quella sera stessa le forze dellordine
assaltano la scuola Diaz. Il collettivo quasi tutto al media
center: sono loro a fare le riprese dellirruzione dallalto.
Poi anche la scuola Pascoli viene perquisita.
Radio GAP, che dalledificio trasmette in tutto il mondo via
streaming, annuncia larrivo della polizia e interrompe la
diretta alle 23.57.
Per una serie di ragioni concomitanti, Pinke ha ragione, e
si pu arrivare a dire che il collettivo esiste come tale solo
dopo Genova. C, ad esempio, un fattore anagrafico: il
progetto A/I stato presentato allHackmeeting di Catania
solo poche settimane prima.
C poi la nascita di una forte amicizia, quel legame speciale che viene dallaver condiviso unesperienza tanto tragica.
Blicero: Genova levento di comunione traumatica, la
seconda ragione di coesione interna del collettivo. Il
collettivo si salda prima per lentusiasmo e la proiezione nel futuro delle cose che fa, perch la gente risponde, perch quello che fai serve e funziona. Perch quella cosa che fai nuova. Poi c levento traumatico: tutti
insieme affrontiamo una roba enorme. A Genova hai
fatto fronte a unaggressione, hai fatto branco. Quel che
ti ha reso pi coeso laggressione stessa. Hai un nemico, per quanto indefinito, uno che ce lha con te. Questo
rende Genova un momento importante emotivamente,
qualcosa che non puoi far finta di non aver condiviso.

C infine lexploit pubblico, unesposizione al mondo tale


che A/I si afferma in breve e naturalmente come server di
movimento.

120

Pbm: Il successo della cosa stato clamoroso, non im-

mediato, ma clamoroso.
La presenza al media center ha infatti permesso ad A/I di
raggiungere un numero enorme di persone e di far conoscere il progetto alle infinite realt dellattivismo politico,
sociale e controculturale, italiano e non.
Blicero: Con Genova, tutti quelli che sono passati dal

media center e da Indymedia conoscono A/I e quindi


a noi che chiedono liste ed e-mail. E la cosa si espande.
Nel mentre sono successi degli eventi che hanno messo
il movimento al centro dellattenzione mondiale e quindi unesplosione di partecipazione. La crescita di A/I
un processo dovuto a tanti fattori contemporanei che
non dipendevano da noi. Ci trovavamo nel posto giusto
al momento giusto, avevamo voglia di fare e di spendere energie perch sapevamo che era una necessit
storica, perch credevamo che fosse importante.
Per quanto la comunione traumatica possa legare A/I, lo
shock per ci che si visto e vissuto in quei giorni non
facilmente digeribile e non tutti reagiscono allo stesso
modo.
Bomboclat: Per quanto riguarda il media center di Ge-

nova, ci fu una straordinaria partecipazione e non ha


senso parlare delle sigle con cui i vari soggetti vi parteciparono. Per A/I si trattato sicuramente di un momento in cui cera tanta gente che entrava, ma anche tanta
che usciva: molte persone si allontanarono per via della
durezza dello scontro
Sul fronte digitale, Genova la manifestazione pi registrata, ripresa e fotografata che il movimento abbia mai conosciuto. I processi stessi che ne conseguono sono combattuti

121

a colpi di materiali digitali. In sostanza con il G8 si inaugura


lera Indymedia e con essa anche un paradigma politico
completamente nuovo. Chi di A/I resta in Indymedia lo fa
per continuare a offrire le proprie competenze informatiche e editoriali, che sono sempre pi necessarie.
Bomboclat: Con la sperimentazione contemporanea

dello streaming radio casalingo, delle telestreet e degli


archivi online, vanno compiuti passaggi tecnici come la
compressione dati, affinch con i limiti di banda dellepoca la fruizione dellimmensa produzione di contenuti
che sta prendendo piede non venga rallentata o addirittura impedita. A/I combatte le proprie battaglie tecniche
sul free software, dato che non sempre semplice convincere i mediattivisti a usare Linux o a cambiare i formati con cui sono abituati a lavorare. Si fanno dibattiti su
dibattiti e, ancora, tanta formazione negli spazi sociali.
Per tutte queste concomitanze, da quel luglio del 2001 la
presenza del collettivo si registra ovunque come supporto
tecnico del movimento.
Blicero: Ci siamo trovati al centro della storia, ma non

una cosa che organizzi a tavolino Chiunque, anche in


futuro, si ritrover nella nostra stessa situazione, ci si trover perch sta facendo cose e per la testardaggine che
ci mette, per una serie di motivi che non sono pianificabili. Dopo Genova, come A/I continuiamo a favorire la
moltiplicazione dei server: nascono Indivia, Oziosi e altri progetti analoghi che per noi sono molto importanti.
Nel mentre cerchiamo di dare supporto tecnico e curiamo tutti gli aspetti della comunicazione del movimento,
dalle radio alle street tv.
Tuttavia, per quanto esistano altri server indipendenti, il carico di lavoro maggiore ricade su A/I.
122

Man0: In qualche maniera laspetto politico, laspetto

organizzativo e comunque laspetto tecnico hanno fatto s che molte persone scegliessero Autistici e, a dire
la verit, anche io stesso, non sapendo che prospettive potesse avere il progetto di Teknusi, chiaro che
ho sempre suggerito i servizi di Autistici. Tranne per
quelle cose su cui Autistici non che fornisse molto pi
supporto come ad esempio gli streaming, che avevano
bisogno di una grande quantit di banda. Per quello ci
autofinanziavamo molto spesso ci autotassavamo
abbiamo messo su un server nostro e lo abbiamo utilizzato per gli streaming.
cos che A/I, un progetto partito da pochi mesi con lidea
di ricalcare il modello ECN, si trova improvvisamente a vivere e a costruire il passaggio del movimento dallanalogico al digitale.

123

124
Mediattivisti allopera

Parte II

Dal 2001 al 2006


Dal dopo Genova alla politica
dellemergenza

Scenario

2001-2006

l G8 di Genova, comunque lo si interpreti, uno spartiacque che apre una crisi gi ben presente nel movimento.
Dopo Genova difficile tracciare una visione dinsieme,
inizia una fase di vorticosa frammentazione.
Si respira unatmosfera piuttosto irreale, ancora incapaci
di leggere con lucidit lomicidio di Carlo Giuliani, la mattanza alla Diaz, Bolzaneto, le due giornate di massacri e
scontri per le strade.
Terminati i dibattiti televisivi, gli scambi di accuse e dinsulti, partono le inchieste. A febbraio del 2002 vengono
perquisiti il Tpo di Bologna, il Cecco Rivolta di Firenze, il
Gabrio di Torino e la sede dei Cobas di Taranto in quanto presunte sedi di Indymedia Italia. In realt non esistono
sedi di Indymedia, di fatto soltanto al Tpo viene sequestrato tutto il materiale video presente, alla ricerca di immagini

126

per imbastire il processo per gli scontri di piazza. Daltra


parte, chi ha assistito alla perquisizione sottolinea linteresse degli investigatori per loggettistica esposta nello spazio del Sexyshock, culminato col sequestro di un vibratore.
Prendono il via diversi procedimenti giudiziari, alcuni coinvolgono i manifestanti, altri le forze dellordine. Delle strutture create per il G8, lunica a sopravvivere sar il Legal
Team, affiancato dalla rete di volontari di Supporto Legale,
che continuer a seguire i processi nel lento, ma inesorabile disinteresse collettivo.
Latmosfera di straniamento verr acuita dal clima post
attentato alle torri gemelle dell11 settembre 2001, dove
quel sentimento ben descritto dal termine state of fear, che
avevamo assaggiato a Genova, si diffonde in tutto il mondo. Si afferma come prassi lemergenzialit di fronte alla
quale bisogna agire, una sorta di ineluttabile decisionismo
sostituisce o meglio completa le gi stanche pratiche democratiche. un modus operandi che si applicher a tutto,
dalla politica alleconomia, anche se le due non sono pi
distinguibili.
A novembre del 2002 si terr il Social Forum Europeo, il
primo grande raduno di quello che fu il movimento di Genova 2001. La partecipazione ampia, ma si tratta di un
saluto, forse senza averne la consapevolezza. Un milione
di persone si trovano a sfilare per le vie di Firenze e poi
pi nulla. Ci si concentra sulla sopravvivenza quotidiana,
oppure si molla il colpo. E quel movimento di protesta internazionale si assopisce.
Come risposta all11 settembre, gli USA e la NATO lanciano la campagna militare Enduring Freedom in Afghanistan
alla ricerca di Osama Bin Laden, prima alleato in funzione antisovietica e ora divenuto larcinemico, il Magneto, il
127

Moriarty del ventunesimo secolo. Nel 2003 prende vita la


seconda guerra del Golfo, con tanto di esecuzione di Saddam Hussein e di democratizzazione forzata dellIraq.
Il movimento tenta di ricompattarsi sulle proteste contro la
guerra, ma il clima piuttosto avvelenato, i governanti tirano dritto e non ascoltano nessuno in ossequio al volere degli Stati Uniti. Nel 2002-2003 si svolgono grosse manifestazioni, che per sono pi utili a toccare con mano la propria
impotenza che a ostacolare decisioni gi prese.
In Italia inizia il lungo decennio dei governi Berlusconi,
con il breve intermezzo di Prodi. La sinistra esplode pi di
quanto avesse gi fatto ed esaurisce le proprie energie in
una perenne critica del Silvio nazionale, che di fatto incatena il dibattito pubblico alla sua figura.
In molte citt la ristrutturazione delle grandi fabbriche aveva lasciato una distesa di cadaveri urbani vuoti e desolati.
Molti erano rivissuti come ordigni disinnescati, attraverso
le occupazioni e le autogestioni. Ma gi negli anni novanta
la speculazione edilizia aveva iniziato a inserirli nel proprio tesoretto e dal duemila in avanti in diverse citt, ad
esempio a Milano, gli sgomberi taglieranno le gambe a
molte occupazioni e la vita dei collettivi diverr sempre pi
complicata. La sopravvivenza delle realt di movimento
sempre pi complessa e impone riflessioni e unattenzione alla dimensione locale, che esaurisce tutte le energie a
disposizione.
Un nuovo lutto segna e accompagna la frammentazione
di questo periodo, nel 2003 a Milano viene accoltellato a
morte da due fascisti Dax, un ragazzo dellOrso, unoccupazione in zona Ticinese. Questo fatto tinge di nero le
nebbie della capitale del nord, che proprio in questi anni

128

inizia il proprio percorso per diventare un laboratorio della


destra al governo. Lapice di questa svolta forse nel 2006,
quando in concomitanza con un raduno in piazza dellestrema destra non viene autorizzata una manifestazione
antifascista promossa da vari centri sociali e realt autorganizzate. Il corteo si tiene comunque, ma verr sciolto
da cariche e arresti e quanto di resistente rimane in citt
esplode, tra incomprensioni e riflusso. Si tratta di un destino comune a molte realt italiane. I movimenti cadono in
letargo, con qualche rara, ma importante eccezione. Nel
2005 in Val di Susa trentamila persone occupano un cantiere della TAV a Venaus, buttano gi tutte le reti e costringono
le forze dellordine a ritirarsi. come riemergere da una
lunga apnea.

129

Hacktivism

2001-2006

esplosione commerciale del web determina il modo


in cui le persone entrano in contatto con la rete, e un
ragionamento del tutto simile si pu applicare alla telefonia
cellulare, o alla tecnologia in genere.
Nel corso degli anni novanta si era cercato di analizzare
limpatto che la telematica avrebbe avuto sulla dimensione sociale e si auspicava che si moltiplicassero le comunit dotate di un pensiero critico sulla realt, in grado di
sfruttare lorizzontalit che il mezzo sembrava consentire.
Dal duemila in avanti appare pi evidente che levoluzione
del web non avverr soltanto per una spinta dal basso e
la dimensione critica non avr un posto di rilievo, ma sar
emarginata e chiusa alle corde, come il corrispettivo reale.
In qualche modo si inverte una tendenza: mentre allinizio
i movimenti provano a sfruttare una tecnologia a proprio
vantaggio, ora sembra pi una rincorsa per non essere tagliati fuori dagli ambiti di comunicazione che il mercato
inizia a offrire alla grande massa.

130

La crittografia ad esempio si diffonder, ma in maniera del


tutto differente rispetto al pensiero cypherpunk, che animava ad esempio Kriptonite o il primo collettivo di A/I.
il commercio elettronico a sdoganarla e a imporla, mentre
gli utenti si dimostrano per la maggior parte restii e annoiati dalle complicazioni che lutilizzo degli strumenti crittografici comporta e sono di fatto ben disposti a barattare la
propria riservatezza con servizi gratuiti.
Parallelamente a questa trasformazione, entra in crisi, dilaniata dalle liti, Indymedia Italia. Durante e dopo Genova
2001 aveva conosciuto unesplosione, moltissime persone
si erano avvicinate allo strumento e alle liste di gestione in
seguito ai fatti del G8. Aggiornamento 1 una delle prime
testimonianze video a uscire sui fatti di Genova e viene realizzata da Indymedia Italia. Si tratta di un montato di quanto le telecamere degli attivisti avevano ripreso seguendo i
cortei, ci sono immagini dellirruzione alle scuole Pascoli
e Pertini, scene di pestaggi in piazza, delle cariche sul lungomare. Genova sar una delle prime situazioni nelle quali
evidente come il mondo dellinformazione tradizionale
verr presto costretto a confrontarsi con il web, con la diffusione di telecamere digitali e, pochi anni dopo, di videofonini e smartphone, con la moltiplicazione delle fonti e dei
veicoli di informazione. In qualche modo Indymedia viene
superata dal suo stesso slogan, che si incarna bene nella
nostra societ di esibizionisti, voyeur, o volenterosi mediattivisti: Become the media.
La crisi di Indymedia dura diversi anni, vede uno spegnersi
delle liste nazionali e un passaggio di consegne a quelle
locali, alcune delle quali semplicemente cessano lattivit.
Attualmente il progetto esiste ancora e sta ricercando un
proprio senso.

131

Anche A/I e tutti gli altri server autogestiti hanno difficolt a confrontarsi con questo affannoso sviluppo e con laffermarsi sul web di soggetti dotati di enormi capitali alle
spalle o che comunque si muovono nellottica del profitto.
Il fenomeno blog la prima avvisaglia del cambiamento,
seguita poi dai proto social network, in particolare nasce
Myspace.
In qualche modo questi strumenti realizzano lidea di dare
a tutti un accesso semplice alla rete, ma centralizzano su
enormi soggetti commerciali la diffusione dei contenuti e i
dati sensibili di milioni di utenti. Il web inizia a trasformarsi,
le persone si abituano allincessante presenza di Internet,
e lentamente prendono a esporre se stessi e la propria vita
in rete. Laffermazione ho conosciuto quella persona su
Internet non risulta eccentrica o esotica, ma normale, alla
stregua di lho incontrato al bar.
Noblogs.org sar il tentativo di A/I di sfruttare quanto di
buono questi oggetti offrono, una piattaforma per blog, ma
priva di informazioni sensibili, concepita inizialmente per
non disperdere quelle intelligenze critiche che si ritrovano
orfane di Indymedia.
Anche sul fronte territoriale si arretra. La crisi delle occupazioni in diverse citt, e il diffondersi di altri spazi, soprattutto virtuali, dove formarsi, segnano anche la fine di molti
hacklab, che non reggono il ricambio generazionale o vengono spazzati via assieme ai centri sociali che li ospitano.
Quanto sopravvive continua la propria attivit, forse un po
spogliata della componente sperimentale e pi intrisa di
routine. Questi anni sono caratterizzati da una sorta di arrocco forzato. Si parla spesso di resistenza, la sensazione
proprio di salire in montagna e attendere fino alla fine
dellinverno.
132

Per quanto la fase di riflusso sia piuttosto evidente, non tutto


sopito. Nel 2006 la comunit di Hackmeeting si esibisce
in una piccola perla di autogestione: si occupa un posto a
Parma, ci si mette acqua, corrente e Internet e vi si celebra
lannuale e catartico incontro di smanettoni e affini. Chiss
che la primavera non sia dietro langolo

133

Dopo Genova

Void: Nei mesi appena successivi al G8 in Italia ci fu

fermento, in molti si avvicinarono alla politica, allattivit dei centri sociali. Quel che cambia, per A/I, che
aumentano le iscrizioni. Ma noi continuavamo a fare le
solite attivit: mailing list interna di discussione e sperimentazioni sulla macchina di vario genere.
In questi mesi si lavora per perfezionare lo strumento, in
particolare si inizia a parlare pi esplicitamente di mettere
in sicurezza il server. Il post Genova non lascia presagire
nulla di buono.
Void: I primi problemi di sicurezza iniziamo a porceli

subito dopo che ci presentiamo in pubblico ad Hackmeeting. Una prima restaurazione della macchina con
modifica alla configurazione iniziale la facciamo allora. Dopo Genova, da esperimento per i nostri scopi di
hacker, il server era diventato una cosa seria.

134

Tuttavia il passaggio storico in seguito al quale il lavoro di


A/I non pu essere pi considerato innocuo non velocissimo e la risposta delle istituzioni alle forme di mediattivismo non , inizialmente, del tutto coerente.
Cojote: Il primo appuntamento in corteo dopo Genova

la marcia della pace ad Assisi, quellanno comprensibilmente molto sentita e affollata. Io guidavo un camper
preso a noleggio che avevamo fasciato con le bandiere
nere di Indymedia. Eravamo l per distribuire il primo
VHS delle riprese fatte al G8, montate e con gi un primo
aggiornamento.
Dopo la marcia i ragazzi parcheggiano il camper per due
giorni in una piazza di Perugia improvvisando un punto informativo. Le autorit locali, anche se prese alla sprovvista,
appoggiano liniziativa e rilasciano unautorizzazione.
Cojote: Avevamo un appeal strano. Anche per la faccen-

da della Palestina, quando Blicero si colleg da laggi


con noi, che eravamo in piazza della Signoria a Firenze, furono i tecnici del comune a offrirci linfrastruttura,
dandoci un link per lo streaming e lasciandoci piazzare lantenna. In quelloccasione ceravamo sistemati nel
bel mezzo della piazza senza preavviso, ma nessuno
ha cercato di mandarci via. Una cosa impensabile oggi.
Eppure eravamo sempre vestiti di nero e non avevamo certo un atteggiamento socialdemocratico.
Il collettivo si spiega la tolleranza con cui lassessore di turno accoglie le loro iniziative col fatto che sono al di fuori
dei termini del conflitto a cui i funzionari pubblici e i politici erano abituati allepoca. Da un lato quindi, lamministratore colto impreparato; dallaltro, le loro iniziative non
sono immediatamente collocabili in una precisa categoria.

135

Abituato a relazionarsi allantagonista storico con il suo


portato, il suo linguaggio, le sue rivendicazioni , il politico
locale non ha motivo di eccepire qualcosa a questi giovani
comunicatori.
Cojote: Il mediattivista provava a essere una figura super

partes. Stavi accanto ai giornalisti e la tua relazione con


lautorit non era viziata dal peso della storia. Si capiva
benissimo da che parte si stava, tant che laiuto che ricevevamo in quelle occasioni ci veniva per lo pi da singoli, da persone che da dentro decidevano di darci una
mano. Il problema che invece ci premeva, e che dopo
Genova sapevamo avremmo affrontato a breve, era il
sequestro dei materiali da parte delle forze dellordine.
Non c troppo da attendere: nel febbraio del 2002 la polizia sequestra i materiali informativi, le VHS, i computer e
gli archivi documentali su Genova individuando una serie
di luoghi come sedi di Indymedia che di fatto non ha
sede, essendo un network indipendente che lavora attraverso liste pubbliche. I luoghi fisici individuati e perquisiti
sono una sede Cobas a Taranto, il centro sociale Gabrio a
Torino, il Tpo a Bologna e il Cecco Rivolta a Firenze.
Vista la piega che sta prendendo la situazione, per il collettivo tempo di compiere una riflessione.
Cojote: Dopo i sequestri di Indymedia, iniziammo a cer-

care di mettere al sicuro i dati. Allepoca eravamo eccessivamente paranoici, molto pi di adesso, tanto che
A/I un collettivo chiuso e accetta nuovi membri solo
per cooptazione proprio perch allepoca temevamo
di incappare in una gola profonda.
La causa del meccanismo di cooptazione ha tante altre
sfaccettature tra cui, banalmente, la manipolazione dei dati

136

sensibili di mezzo movimento italiano, come anche la necessit di far funzionare gli strumenti indipendentemente
da eventuali dissidi interni.
Ale: A/I ha sentito il bisogno di organizzarsi in modo tale

che la fiducia fosse una propriet totalmente transitiva,


perch ha la responsabilit della posta degli altri, dei
loro dati. Anche per questo, fin dallinizio un collettivo
chiuso. A/I sopravvive e si evolve interpellando (cooptando) chi di volta in volta crede abbia le competenze
e le motivazioni giuste. Nella pratica, questo si traduce
nel fatto che i nuovi elementi vengono cercati e trovati allinterno dei vari ambienti di cui A/I partecipe. Si
tratta di persone che di volta in volta hanno avuto la voglia e la forza di dare qualcosa alla comunit attraverso
questo specifico progetto. Quello che qui viene detto
cooptazione quindi un meccanismo informale che
seguito naturalmente alla forma della propria attivit
politica.
Lessere un collettivo chiuso si riveler anche una risorsa
strategica per la sopravvivenza del progetto.
Void: Autistici dopo Genova resta abbastanza unito,
mentre vediamo gli altri progetti tendere ad avere problemi. Questo anche perch ognuno di noi nel suo collettivo porta avanti i propri discorsi, mentre allinterno di
A/I porta avanti un impegno diverso e di tipo personale.

La cooptazione non lunico meccanismo innato di difesa


del collettivo: c anche una sorta di compartimentazione, che nasce dalla comune determinazione a costruire
qualcosa di duraturo.
Blicero: Se in A/I non c una sensibilit condivisa su una

determinata questione, quel determinato aspetto cade

137

automaticamente fuori dal suo dominio, perch il progetto pi importante della singola questione. Allinterno del collettivo ci sono persone che prendono posizioni politiche diverse, ma A/I pi importante e si fa
uno sforzo Uno sforzo che non tutti hanno fatto perch
quello del collettivo un atteggiamento intransigente e
che sacrifica le scelte pi innovative nonch la voglia
di sperimentare per salvaguardare il collettivo stesso.
Le cose sono in continuo mutamento e quindi spesso
farraginose non solo nel rapporto con listituzione, ma
anche internamente al movimento, che cerca di riorganizzarsi dopo la mattanza di Genova. Se molti si allontanano
dalla vita politica attiva, chi resta sente lobbligo di far funzionare le cose. Le tensioni che attraversano le relazioni tra
le varie realt politicizzate in quel periodo, a volte fertili,
a volte sterili, rendono lesistenza di A/I sul territorio piuttosto complessa. Inventati, ad esempio, per la pretesa di
essere super partes e lavorare in un certo modo nella comunicazione, a Firenze si trova in una posizione inedita e
non sempre facile da gestire.
Cojote: Quella stessa tolleranza delle istituzioni nei no-

stri confronti era motivo di conflitto con il movimento,


che lo vedeva come una forma di incoerenza. Ma noi
non abbiamo mai considerato pi buone quelle istituzioni che ci facevano attaccare lantenna piuttosto che
farci mandare via.
Come abbiamo gi visto, i vecchi militanti hanno sempre
guardato ai controinformatori che ora si chiamano mediattivisti con una certa diffidenza e Inventati ha trovato,
non senza difficolt, una vera comunit dappoggio soltanto presso i giovani libertari del Cecco.

138

Cojote: Facevamo una cosa delicata, evidentemente. Da

un lato eri esposto, lautorit ti individuava facilmente,


tanto che su Firenze abbiamo preso denunce per tutto
e di pi compresa una per detenzione di esplosivo.
Dallaltro, nel movimento eravamo a diretto contatto con
realt diverse del territorio che, molte volte, tra loro non
parlavano. Alla fine la gente doveva fidarsi di te e, daltro
canto, tu dovevi dire le cose molto accortamente.
innegabile che, con e come Indymedia, si riescano ormai
a fare cose che erano impensabili solo pochi anni prima.
Si fa informazione su tutta una serie di luoghi e situazioni
locali, nazionali e internazionali che il movimento da
sempre ha interesse a far conoscere al di fuori del circuito
della controinformazione.
Caparossa: Nel 2002 ci fu la carovana in Palestina. Si fe-

cero dirette su dirette con Radio OndaRossa e Indymedia. Agenzie come la Adnkronos ci fregavano le news
senza citare la fonte, perch loro non ce lavevano un
giornalista che si faceva sparare dai militari israeliani
nel media center di Jenin. E non perch eravamo fichi,
ma perch eravamo l. Perch avevamo la capacit di
essere l. Perch avevamo le relazioni, i contatti. Perch
avevamo creato un mondo di comunicazione fisica e
digitale che in quegli anni ci permetteva di essere sul
posto.
E tutto questo lo si fa, ancora una volta, con strumenti assolutamente abbordabili: la telecamera da poche centinaia di
euro, la macchina fotografica da poche decine di euro, un
portatile, una connessione traballante.
Caparossa: Gli strumenti erano strumenti, non erano il

fine. Cio andare a Jenin a mettere su il media center

139

non era una roba da nerd: era unazione politica nel senso pi positivo e bello del termine, perch davi a quella
gente la possibilit di comunicare con lesterno, possibilit che altrimenti non avrebbero avuto.

140

European Social Forum

appuntamento successivo, per il movimento, al Social


Forum Europeo, che si tiene nel novembre del 2002 a
Firenze. In molti allora danno per scontata la presenza di
un media center curato come a Genova da Indymedia, la
quale per proprio in quel periodo entra in piena crisi.
Blicero: In preparazione del Social Forum di Firenze ini-

zia uno scazzo atomico dentro Indymedia. un momento di scelte strategiche che vengono vissute diversamente. Da allora quel forte senso di comunit che cera
stato tra i mediattivisti, gli hacker e tutti quelli che fanno
cose nel movimento viene meno. Crolla la fiducia tra le
persone e inizia il declino.
Indymedia cresciuta molto da Genova, acquisendo sempre maggiore credito. Ma tanta visibilit porta inevitabilmente a confrontarsi con un cambiamento che in qualche
modo finisce per alterare i rapporti tra i mediattivisti.
Bomboclat: Fin da subito la bagarre principale era stata

se Indymedia dovesse considerarsi o meno un soggetto

141

politico e in che modo dovesse essere gestita la sua influenza. Questa e altre questioni trasformano Indymedia
Italia in un riflesso delle diverse posizioni di movimento.
Ma non tanto la pressione sociale e politica, quanto
la corrosivit di un meccanismo di relazione interno ad
allontanare le persone le une dalle altre. Quello che si
mette in moto un processo noto, tipico dei gruppi informali, che per se non riconosciuto, socializzato e affrontato tempestivamente, finisce per dilaniarli.
Da parte sua, il collettivo A/I partecipa allESF in ordine
sparso. Alcuni si dedicheranno a Hub.
Caparossa: Per lorganizzazione del Social Forum di Fi-

renze io presi il posto di Blicero, pensa che culo Cio


Blicero aveva deciso di fare altro, da cui poi nacque Hub.
Ci fu uno scazzo spaventoso perch di punto in bianco
lui e Gradozero decisero di fare Hub.
Decisero che lesperienza media center cera stata e
occorreva andare oltre: bisognava fare qualcosa di pi
avanzato, autonomo rispetto allorganizzazione del Social Forum, bisognava caratterizzarsi in maniera diversa,
e dissero che loro dentro ci venivano solo a contestare.
Altri saranno coinvolti nella gestione tecnica delle strutture
del Social Forum come impegno lavorativo.
Mille: Si trattava di lavoro. Quelli dellESF preferivano

qualcuno del territorio e siamo stati chiamati noi del


giro di Inventati, che a Firenze eravamo molto conosciuti, ma se non avessero affidato il lavoro a noi, lo avrebbero affidato a una ditta privata.
Io ho seguito personalmente le riunioni preparatorie e
ogni volta che dicevano il media center lo fa Indymedia intervenivo a correggerli, anche se capisco che

142

quando le persone sono sempre le stesse e ci sono tutte


queste sigle difficile far chiarezza. Allepoca usavamo
diversi cappellini a seconda di quel che facevamo.
Altri ancora lasceranno Firenze o parteciperanno allevento da spettatori.
Pinke: Al Social Forum non partecipo perch lo vedo

come unostentazione mediatica priva di senso. Non volevo stare tra le persone che si facevano chiamare pacifisti in un dopo-Genova di scazzi legali e divisioni pro
e contro Black Bloc Non li sopportavo umanamente.
Allinterno di Indymedia e di rimando un po in A/I c
un grosso dibattito.
Mi ricordo Blicero come uno che premeva per occuparsi di Hub, mentre io ero per il no. Durante unassemblea di Indymedia insomma espressi il mio disaccordo
a partecipare allESF, come fece del resto anche tutta
Indymedia Toscana.
Durante lESF entra in contatto col collettivo Ale, al quale si
devono diverse idee e spunti importanti per il prosieguo
della storia di A/I.
Blicero: Il Social Forum di Firenze molto importante

perch coinvolgiamo Ale nella vita di A/I. AllESF Ale conosce Bombo e C1cc10, che lo tirano dentro Autistici.
Non un coinvolgimento immediato, ci vuole almeno
un anno, ma poi il suo contributo sar fondamentale dal
punto di vista tecnico e non solo
Non dimentichiamoci infatti che allepoca dellESF internamente ad A/I si sta discutendo di come migliorare la sicurezza della macchina in previsione di eventuali sequestri.
Purtroppo contemporaneamente Pbm, il guru del serveraggio, Mr. Wolf Risolvo Problemi, lesperto di questioni

143

tecniche, sta mollando il colpo e non gli si pu chiedere


molto pi che sostenere la struttura cos com.
Pbm: Nei primi tre anni sono stato sempre dietro alla

gestione del server. Ma negli anni successivi, per questioni personali e di lavoro, ho avuto sempre meno
tempo da dedicare al progetto e quando ho potuto mi
sono fatto da parte perch non ce la facevo. Ma gi nei
mesi precedenti mi ero sempre pi staccato, slegato:
gi nellautunno del 2004 quasi non mettevo mano sul
server.
Quando Cojote lo introduce ai problemi del collettivo, Ale
propone una serie di possibili soluzioni tecniche. Si inizia
a delineare cos quello che, tre anni dopo, conosceremo
come il Piano R*.
Pbm: Fino al Piano R* mi sentivo molto responsabile

della macchina, anche perch le mie erano le competenze tecniche a pi ampio spettro: ero lunico che poteva mettere mano a tutto contemporaneamente. Fortunatamente, nel mentre erano arrivate altre persone che
avevano molta voglia di fare e soprattutto erano tecnici
molto competenti. Loro hanno gradualmente preso in
carico quel che facevo io e io ne ho approfittato per
defilarmi.
Comincia cos linesorabile rivoluzione che vede in pochi
anni la struttura tecnica di A/I modificarsi. Ma non solo per
questo lESF uno snodo decisivo. Dopo lo scazzo atomico Indymedia infatti si riorganizza, ma allinterno della sua
lista di gestione la situazione sempre meno armonica.
Blicero: Nel riflusso politico che segue all ESF A/I si sal-

va perch era pi piccolo. Si era dato dei limiti precisi


su cosa faceva e cosa non faceva. Indymedia era troppo

144

aperta e pubblica, non poteva darsi questi limiti e daltronde non poteva andare avanti cos perch era diventata ingestibile, andava organizzata. In pratica, per, non
sopravvive al cambiamento.
Anche Inventati, dopo quellesperienza, non ha molte alternative al ripiegamento. Lo scenario delle tensioni anche il loro e sostanzialmente dopo lESF sono i fiorentini che
si trovano a dover pagare le conseguenze degli eventi di
quei giorni e a subire le dinamiche deflagranti che si sono
innescate.
Caparossa: Il riflusso ci sarebbe stato lo stesso. Ma Fi-

renze esplosa. A Firenze non c stato pi nulla. Ognuno si rincantucciato in quel poco che rimasto in piedi. E in quel poco che rimasto in piedi sono iniziati gli
sgomberi, sono iniziate le denunce come se piovesse,
stata la strage. Politica e umana, perch poi la gente
ha smesso di parlarsi, anche tra persone interne ad A/I.

145

Kaos Tour
e strategie comunicative

a situazione economica di A/I molto precaria, o meglio, non esiste. Il collettivo si autofinanzia attraverso le
realt in cui militano le persone che lo compongono e con
piccole sottoscrizioni.
Alieno: Per finanziare il progetto nel 2002, in coinciden-

za con lHackmeeting di Bologna, stampammo maglie


e felpe con la scritta +kaos. Andarono a ruba e contribuirono a creare un immaginario che ancora adesso ci
portiamo dietro.
La mancanza di uneconomia d vita a una serie di ingegnose soluzioni come quando, nel luglio 2002, Paranoia
si rompe irreparabilmente. Bomboclat e C1cc10 in quel
mentre si trovano al lavoro e un collega, emotivamente partecipe delle sfortune di A/I, mette a disposizione la propria
macchina per il rendering 3D in modo da sostituire il server e salvare i dati. I due autistici, pc sotto braccio, salgono
sul tram e corrono a salvare la situazione.

146

Bomboclat: Il nuovo server prende il nome di Chernobyl

in virt del suo strano biprocessore. Tuttavia la macchina in prestito, per cui viene rimpiazzata con Astio, che
deve invece il nome a una forte insofferenza nei confronti di questo infausto mondo. Il collettivo subiva continue pressioni e la polizia postale aveva gi visitato pi
volte lufficio dove il server veniva ospitato.
Astio viene assemblato al LOA, questa volta non a partire
da hardware riciclato, ma seguendo un progetto di autocostruzione.
Pbm: Ci piaceva lidea fai da te il tuo server, che poi

era anche un modo per avere il meglio risparmiando


un po. I risultati per non sono stati proprio eccellenti:
abbiamo fatto errori di assemblaggio, scegliemmo dei
componenti non troppo compatibili tra loro. Quel server
ci ha dato problemi a non finire e, alla fine, lo abbiamo
dovuto sostituire.
Nel frattempo lhacklab milanese vive un periodo difficile.
Il Bulk sotto sgombero e a un certo punto viene tagliata
la corrente elettrica. Si decide di portare a buon fine i corsi
gi iniziati con lausilio di un rumoroso generatore, ma la
situazione chiaramente insostenibile. Mentre lo spazio
che lo ospita si svuota, anche il LOA va progressivamente
in letargo e, senza un punto di riferimento fisico, la gente
si disperde.
Alcuni mantengono i contatti, altri entrano in A/I. Bomboclat, C1cc10 e Blicero portano avanti limpegno mettendo
in piedi una rete in ogni centro sociale in cambio di ospitalit per le proprie iniziative improntate alla diffusione del
software libero. Per un po di tempo a Milano e dintorni si
costretti al nomadismo.

147

Bomboclat: Si organizzano serate durante le quali si

gioca e si discute. Memorabili gli sniffer-party, con postazioni Internet collegate a un proiettore, per illustrare
caso per caso agli attivisti dove hanno sbagliato nel proteggere la loro privacy e come non lasciare log.
Ma la chiusura del LOA figlia di questioni pi ampie, non
solo del taglio della corrente. Nello stesso periodo anche
molti altri hacklab, che abbiamo visto invadere tutta Italia
nel 2000, chiudono i battenti o vanno in ibernazione. Si tratta del cambiamento sancito, almeno in Italia, proprio da
quel luglio 2001, dopo il quale niente sar pi lo stesso.
Il paradigma politico si sta dunque ridefinendo per tutti
quando nel 2003 alcuni fuoriusciti del LOA danno vita a ReLOAd, un Internet Cafe dentro Pergola.
Le persone che aderiscono a questa esperienza di attivismo in un luogo non occupato, allora abbastanza controversa, si sentono parte di un continuum, dato che la loro
riflessione politica non si interrotta e ReLOAd ne il risultato.
Bomboclat: Siamo passati tutti assieme dal nerdismo

a Serpica Naro, sempre in prima fila, sempre pronti a


intercettare i bisogni del momento. Saper cambiare
stata la nostra ricchezza.
Dopo la chiusura del LOA, il riflusso politico e una serie di
altre sfortunate circostanze, volge inesorabilmente a termine anche la sistemazione gratuita del server.
Visto il consumo di banda, non ci sono molte altre soluzioni
che rivolgersi a un provider.
Pbm: Dopo un lungo periodo di contrasti in azienda, ho

cambiato lavoro. Sono andato a lavorare per unindustria e l non potevo portare con me il server.

148

Al 2003 A/I ospita 205 siti, 2046 utenti e 269 liste di discussione: la cosa si spinta troppo oltre per pensare di poter
chiudere la baracca. Per quanto economico, un contratto di
housing decente viene allora stimato in diverse migliaia di
euro allanno. Non si pu pensare di pagare una cifra del
genere autotassandosi. necessario intraprendere un percorso diverso, una campagna di sostegno. Nascono cos i
KAOS Tour.
Bomboclat: Non solo una questione economica. Viven-

do su Internet, il collettivo una realt completamente


deterritorializzata. Per aggiornare i propri iscritti e soprattutto convincerli a usare propriamente i mezzi che
vengono loro forniti, non sempre sono sufficienti le newsletter. Per condividere con il movimento linnovazione
tecnologica e comunicare i nuovi temi su cui si vuole
spingere necessario andare incontro alle persone.
Tra il 14 e il 15 marzo 2003 A/I organizza la data romana
del suo primo KAOS Tour nello spazio occupato di Strike, a
Roma. Anche con laiuto di molte realt solidali (come Candida TV), si riempie un fitto programma di attivit e iniziative. Ognuno mette a disposizione tempo e competenze.
Bomboclat: Per tre giorni facciamo workshop su come

configurare un server, crittare le comunicazioni, creare


un archivio visuale, fare streaming audio, montare i video e metterli in rete.
Strike, che anche grazie al supporto dei ragazzi del BUGs
Lab in cambio riceve il solito servizio di cablaggio, ospita
al contempo seminari sulle comunit informatiche italiane,
GNU-economy, diritti digitali ed etica hacker. Vengono anche fatte lezioni in radio e alla Sapienza. Si mettono in scena performance teatrali a tema, serate di musica e dj set.

149

Pinke: Il primo KAOS Tour stato bellissimo, era la prima

cosa che facevamo tutti insieme dopo Genova, e lincontro con i nostri utenti stato meraviglioso perch
ci sono piaciuti! Il KAOS Tour ci ha messo in testa che
A/I stava costruendo una comunit. Non stava solo dando strumenti, non era un provider. Durante il KAOS Tour
constatavi che la gente si sentiva parte integrante del
tuo processo. Quella comunit nata negli anni, piano
piano, ma c. C una comunit che va al di l del gruppo del collettivo.
Un altro aspetto da non sottovalutare che in quelloccasione non sono solo i membri del collettivo a incontrarsi,
ma anche molti informatici che hanno partecipato e costruito la scena hacker italiana in quegli stessi anni e nei
precedenti.
Mille: C stata una bellissima discussione a Strike. Nel-

la stessa stanza ceravamo noi di A/I, ECN, Strano Network, parte dellhacklab di Firenze, alcuni di TMCrew e
la gente che aveva lavorato alle reti BBS come quella di
AvANa Sono quindici anni di realt digitali italiane in
una stanza a parlare a ruota libera.
Il KAOS Tour a Roma un momento di condivisione e autoformazione per il movimento: si parla di Autistici/Inventati,
ma principalmente si forniscono strumenti e si presentano
tanti progetti.
Void: A Bologna noi ci eravamo stabiliti al TPO. L avevamo un laboratorio telematico che grazie alle risorse
economiche dellassemblea era davvero ben attrezzato, in particolare per i video. Non era visto bene da tutti,
ma era uno spazio indipendente, un punto di riferimento frequentato da molti: studenti, attivisti, ma anche da

150

chi aveva solo bisogno di un consiglio su come configurare il computer. Quindi noi a Bologna eravamo molto conosciuti, il rapporto era prevalentemente vis vis,
come per Inventati a Firenze. Tuttavia allinterno della
lista di A/I era nata lesigenza comune di presentare in
giro il progetto.
Con il ricavato del primo KAOS Tour, A/I sistema il server
presso la web farm di Aruba, in quel di Arezzo.
Dopo il primo evento a Strike ne seguono molti altri, pi o
meno grandi. Il modello del KAOS Tour infatti quello del
circo itinerante: una disseminazione che raccoglie in s lesperienza formativa degli hacklab, luniverso Hackmeeting
e le serate milanesi inaugurate anni prima da ECN.
Void: Eravamo partiti come sempre da quel che aveva

fatto ECN, ovvero andare nei centri sociali e animare un


dibattito. La differenza era che ai tempi di ECN la rete
non si sapeva cosera, mentre ora la gente non solo sa
cos, ma un fatto comune avere una mail o navigare.
Noi pensiamo quindi di organizzare delle attivit itineranti nei posti a noi affini in tutta Italia. Sono eventi che
in parte rispecchiano anche lo spirito di Hackmeeting:
da una parte momenti di socialit e dallaltra workshop.
Da quellanno, nella dicitura KAOS Tour rientrano tutti gli
eventi di autofinanziamento, dibattito, informazione e presentazione del progetto organizzati da A/I sul territorio.
Void: Il primo KAOS Tour a Bologna si fa nel 2005 a Crash!,
dove si erano gi fatti seminari e introduzioni a Internet
nel 2004, ma senza festa e senza nome.

Il 2005 lanno pi impegnativo anche perch, a seguito della spinta repressiva responsabile del crackdown ad
Aruba, il collettivo si sentir obbligato a girare moltissimo
151

per dare spiegazioni sul disastro avvenuto. Vedremo in seguito cosa accadde allora. Se confrontato con newsletter e
comunicati, comunque, il KAOS Tour del 2003 un exploit
comunicativo immenso per A/I, uno sforzo collettivo condiviso con le varie realt.
Alieno: Il KAOS Tour allinizio era il modo per parlare alla

comunit e dire: guardate che in tutto questo c un approccio politico allinformatica, quelli che fanno queste
cose non sono angeli del ciclostile informatico, ma sono
persone che portano avanti un ragionamento insieme
a voi. Per questo anche la parte grafica era autogestita
dagli spazi che ci ospitavano, solo nel 2005 ci prendiamo la briga di stampare un unico manifesto per tutte le
date e sar quello con il disegno regalatoci da Blu.
Nel 2003 il collettivo aveva ancora una strategia comunicativa abbastanza approssimativa. Ogni tentativo di fare comunicazione passava, come logico, dal sito, che soprattutto
nella parte Inventati in quegli anni cambia almeno un paio
di volte, sempre in conseguenza a riflessioni strategiche.
Alieno: Allepoca la parte web era divisa tra il gruppo

del LOA che aveva fatto la home page di autistici.org e il


gruppo fiorentino che invece modificava la parte di inventati.org alla ricerca di una versione che funzionasse.
Ad esempio, nella prima home page, quella blu e nera,
non cera spazio per le news, mentre in quella nera e
rossa, del 2003, ci sono anche gli aggiornamenti.
Con il 2004, per, le cose cambiano. Il collettivo si trova costretto a confrontarsi con la questione comunicativa e non
solo per esprimere moniti tecnici alla propria comunit.
Alieno: La prima vera urgenza di comunicazione lab-

biamo nel 2004, per il caso Trenitalia. Allora ci fu un di-

152

screto livello di produzione di materiale nostro. Iniziammo a far girare impaginati in cui raccontavamo le storie. Eravamo noi, i protagonisti, a dover mantenere alta
lattenzione su quello che ci era successo. Trenitalia
la prima grossa grana. Successivamente a questa esperienza emerge la necessit di avere un giusto bilanciamento tra grafica e news. Grazie a Shah e a Echomrg,
che avevano una certa esperienza, nella seconda met
dellanno arriva la home page unificata.

153

I casi legali

Trenitalia, 2004

I FATTI
Nel luglio del 2004 lAssociazione Investici riceve una
citazione in giudizio da parte di Trenitalia. Imputata sarebbe una pagina web ospitata sul suo server che ricalca esattamente il layout del sito di Trenitalia. Seguendo
una pratica ormai classica di dtournement, la pagina
prende in giro la societ ferroviaria denunciandone lattivit di ausilio alla guerra.
Durante le manovre precedenti la guerra in Iraq (marzo
2003) le ferrovie italiane erano infatti state utilizzate per
spostare i carri armati e le forniture belliche da e verso
le numerose basi americane presenti sul territorio della
penisola. Un fatto di cronaca che aveva suscitato molte
polemiche, nonch diverse mobilitazioni.
Il sito, ancora esistente, http://autistici.org/zenmai23/
trenitalia: laveva ideato un collettivo di designer che, tra
laltro, allepoca della citazione si era gi dissolto.

154

Le richieste di Trenitalia non sono da poco e contemplano limmediata soppressione della pagina, che offendeva orribilmente lazienda; la pubblicazione dellavvenuta rimozione su due quotidiani nazionali scelti da
Trenitalia (Corriere della Sera e Sole 24ore: una spesa di
soli ventimila euro); leliminazione dei meta tag riferiti
a Trenitalia; limmancabile risarcimento per danni morali e materiali.
Dopo una serie di udienze per decidere in merito allurgenza del provvedimento, viene notificato al collettivo
lobbligo di eseguire immediatamente quanto richiesto.
A/I costretto a rimuovere lirriverente sito, ma non senza prima aver fatto ricorso.
Purtroppo per Trenitalia, allatto censorio consegue lubiqua riproduzione di siti mirror della pagina web incriminata.
Con lagosto lItalia cade nel suo letargo afoso e si torna
in aula a settembre.
Alludienza di ricorso, il 7 settembre, Trenitalia rilancia
chiedendo di estendere linibitoria ad ogni pagina di
analogo contenuto.
In pratica chiede ad A/I di eliminare anche la lista dei
mirror sorti spontaneamente in rete e variamente segnalati. Si tratta di un punto giuridicamente controverso,
perch se davvero fosse reato mantenere link a una risorsa, ogni motore di ricerca sarebbe da considerarsi
criminale.
Ancora una volta in tribunale vengono caldeggiate visioni della rete che non hanno nulla a che fare col diritto.
Gli avvocati di Trenitalia approfittano della mancanza di

155

una diffusa cultura digitale per montare un caso che in


s non esiste, ma che tocca a latere varie questioni spinose, ad esempio in quale misura un ipotetico fornitore
di servizi, anche commerciale, debba essere considerato responsabile dei contenuti che ospita. Nellincartamento indicano infatti lAssociazione Investici come
autrice del sito facendo oltretutto confusione tra dominio e sito.
Gli avvocati del collettivo portano invece al giudice una
rassegna stampa. Si tratta di una collezione di fatti di
cronaca riguardanti Trenitalia. La rassegna non riporta
tanto le voci che si sono sollevate a favore delloperato
del collettivo, quanto le storie del difficile rapporto di
Trenitalia con la sua posizione di spalla degli eserciti: proteste, licenziamenti e lamentele varie. La vicenda
Trenitalia viene seguita con grande interesse e partecipazione, fuori e dentro il mondo della rete: si usa il
tribunale contro un evidente caso di satira e la cosa fa
arrabbiare molti. Tante sono le voci che si levano in difesa di A/I. Il 14 settembre, in tempi brevissimi, il tribunale
accoglie il ricorso di A/I, che pu rimettere in rete il sito.
Trenitalia obbligata a coprire le spese legali.

LA SENTENZA
La sentenza conferma che si tratta di satira, il cui diritto
riconosciuto e tutelato nellordinamento quale particolare espressione della libert di manifestazione del
pensiero e di critica ed dunque ricompreso nellambito di tutela garantita dallart. 21.
Il tribunale riconosce anche che la satira non ha sconfinato nellingiuria gratuita, proprio perch trovava
fondamento attendibile nel quadro degli elementi dia156

lettici e di fatto che hanno dato origine al tema della polemica.


In sostanza, il contributo fornito alla partecipazione
italiana alle operazioni belliche in Iraq era fatto noto,
come noto era che allepoca Trenitalia aveva subito critiche pesanti da una parte del movimento pacifista e
che numerose manifestazioni erano state indette proprio in riferimento a tali trasporti.
La sentenza, stupendo tutti, si chiude rispondendo alla
preoccupazione implicita di tutto il dibattito: quella relativa allabuso del copyright, tema contenitore per molte
questioni analoghe.
Sul piano della tutela del diritto dautore profilo peraltro non trattato nel presente procedimento cautelare, ma
nellambito del quale si registrano i maggiori approfondimenti sul punto e che appare rilevante in s al fine di
dare conto in via generale della possibile tutela assicurata dallordinamento ormai opinione generalmente
condivisa quella che attribuisce allopera parodistica
la natura di opera autonoma, in quanto implicante comunque una (seppur modesta) attivit creativa, e dunque
una protezione ai sensi degli articoli 1 e 2 L.A. in quanto
dotata di propria autonoma individualit.
La faccenda si chiude cos: in gloria, anche se per un
breve periodo si teme ancora che Trenitalia voglia procedere con una causa. LAssociazione Investici, daltro
canto, potrebbe richiedere i danni.
Per fortuna la societ demorde e anche il collettivo pu
tornare alle sue faccende quotidiane. Peccato che nel
frattempo stesse succedendo qualcosaltro, alla web
farm Aruba, qualcosa che avrebbe minato alla base il
lavoro di A/I.
157

Verso il Piano R*
Linvolontaria centralit di A/I

l grosso del lavoro di A/I consiste nel mantenimento dei


servizi. Poi, nel 2005 c lo shock del caso Aruba: una
doccia fredda per il collettivo e per tutta la sua comunit.
Tuttavia, non essendoci state gravi conseguenze legali, lepisodio pu essere letto come un ulteriore momento formativo, che forza il confronto con la realt. Un momento
decisivo in cui ci si determina a fare in modo che questo
genere di disastri non possa pi succedere.
Pinke: Aruba stato un altro fattore di crescita perch ci

siamo resi conto che sbagliavamo lasciando intendere


una sicurezza che non potevamo garantire.
In Italia esistevano altri server autogestiti, ma di fatto A/I
ha finito per diventare involontariamente centrale nellerogazione dei servizi, nonostante il collettivo condividesse il
concetto di far moltiplicare i server autogestiti.
Ale: Prendiamo Indivia, messo in piedi dai bolognesi
vicini a XM24. Alla base c la provocazione di tenere
158

i server in case private per quanto ospiti effettivamente caselle di posta e siti, deve limitarsi a una certa
utenza locale perch non ha la struttura necessaria ad
affrontare le cause e i processi a cui inevitabilmente si
va incontro allargando il giro.
Al di l delle questioni strettamente legali, col tempo si capisce che lidea originaria sulla proliferazione dei server
indipendenti non sta funzionando: per motivazioni tecniche, organizzative e paradossalmente anche a causa della
concentrazione delle utenze su A/I.
Man0: Nei primi anni Autistici propone di moltiplicare

i server autogestiti. Teknusi era nato come una specie


di test e ha ospitato liste e mailbox, per molti avendo
la possibilit di scegliere fra Teknusi e Autistici, hanno
scelto Autistici. Qualcuno ha una casella di backup per i
momenti di sfiga di Autistici, che possono accadere. Se
sequestrano un server o qualcosa non funziona, automaticamente c unopzione di backup su Teknusi e si
va a usare la lista che sta su Teknusi.
Nei comunicati, il collettivo prova a spingere per la disseminazione dei contenuti sui server degli altri progetti Indivia, Oziosi, Teknusi, ECN proprio per non trasformare
A/I nellobiettivo sensibile, nel provider di movimento. Ma
si tratta di una politica di limitazione del danno, pi che di
una vera strategia. Non essendo molto realistico affidarsi
alla speranza che i provider si moltiplichino a velocit smodata nei mesi a venire, si infatti gi deciso di realizzare il
proprio piano di decentramento.
Bomboclat: Dato che Aruba ha insegnato che in Italia

non puoi fidarti di nessuno, i dati di Autistici ora sono


dappertutto. Non reagire tecnicamente allevento avreb-

159

be significato collaborare politicamente, per quanto in


modo indiretto, a unondata repressiva che vedeva coinvolgere i nostri utenti in processi lunghissimi e assurdi.
Il Piano R* dunque la risposta del collettivo a un lungo
periodo di reazione, che non si limita pi a reprimere gli
attivisti politici, ma sta inghiottendo la societ tutta. Il caso
Aruba, con tutte le sue conseguenze effettive e potenziali,
solo la goccia che fa traboccare il vaso.
Pbm: Aruba stato il casus belli. Ale aveva gi portato
avanti uno studio su come replicare e distribuire i dati
perch la quantit di persone era sempre maggiore. La
struttura originale di A/I era ormai inadeguata e gi si
pensava a cosa fare in caso di fermo tecnico del server.
Il caso Aruba stato determinante per passare dallo
studio alla pratica.

160

161
La nascita di Latitanza

I casi legali

Crackdown Aruba,
2004-2005

CROCE NERA ANARCHICA


E GLI ARRESTI DEL MAGGIO 2005
Tutto inizia sul finire del maggio del 2005, precisamente
il giorno 25, quando al presidente dellAssociazione
Investici viene intimata la rimozione della casella
croceneraanarchica@inventati.org.
Vengono consultati gli avvocati, ma risulta che non ci si
pu opporre: la richiesta passa ai tecnici del collettivo,
che si vedono costretti a eseguire quello che ritengono
comunque un atto censorio.
A/I riceve solerti sollecitazioni via fax e telefonate dalla
DIGOS, ma davanti al mandato del tribunale che deve
cedere e cancellare laccount.
Nel frattempo a essere sequestrato preventivamente
non solo laccount su inventati.org, ma anche gli indirizzi di posta Hotmail e la pagina web del gruppo Croce Nera Anarchica. Il sequestro preventivo, abbastanza

162

inusuale, era stato disposto qualche giorno prima dal


Tribunale di Roma in collaborazione attiva con la Procura di Bologna, nellambito di unindagine che, la mattina
del 26 maggio, portava ad arresti e perquisizioni in tutta
Italia.
Il mandato parlava di collegamenti fra gli aderenti ai
singoli gruppi di affinit e sosteneva anche che le comunicazioni fra i vari gruppi avvengono principalmente
attraverso il sito Internet e la casella di posta elettronica.
Le accuse alle persone sono gravissime. Riguardano
per tutti gli articoli 270 e 270bis, i reati di strage, violazione della legge sulle armi e associazione sovversivo-terroristica di matrice anarco-insurrezionalista. La
procura agisce dunque sulla base dei cosiddetti gravi
indizi di colpevolezza, poich dalla lettura dei messaggi della casella Hotmail sempre intestata a Croce Nera
Anarchica sarebbe gi emerso il passaggio dalla
semplice adesione ideologica al livello operativo degli
appartenenti al sodalizio.
Per Autistici/Inventati questa situazione una novit
assoluta: prima dora cerano state le solite richieste
di dati anagrafici e log di una certa utenza o dellaltra,
informazioni che il collettivo non pu fornire perch le
sue macchine non le registrano. E fino a qui, tutto da
manuale.
Il sequestro preventivo e la soppressione di un account
sono invece una stravaganza nei rapporti con le forze
dellordine.
Dal punto di vista storico questo giro di vite a mezzo
digitale, che ha i suoi precedenti principalmente negli

163

arresti di Cosenza del 2002 e nel sequestro del server


di Indymedia del 2004, scandisce un altro passo dello
stato italiano verso la censura e il controllo.
anche un momento in cui un numero esagerato di
intercettazioni telefoniche fa dei cittadini italiani i pi
spiati dEuropa: la spesa dello stato per questo gigantesco panopticon gi sotto locchio critico della stampa, aggirandosi intorno ai trecento milioni di euro lanno
si parla di centoquarantamila intercettazioni di telefoni
cellulari solo per Telecom nel 2004.
il tempo degli articoli su Enigma, il cervellone elettronico con sede a Campobasso che manda in pensione
le classiche auscultazioni, sostituendole con un sistema
di registrazione e stoccaggio digitale dei dati. E ovviamente diventata prassi intercettare anche in rete le attivit private dei cittadini senza farsi troppi scrupoli.
La rivoluzione digitale sembra rendere ancora pi
pervasivo il controllo: quante pi sono le forme in cui
si frammenta la comunicazione, tanti pi sono gli spiragli da cui entrare nella vita delle persone. Resi indispensabili i telefoni cellulari, onnipresenti le telecamere
amiche e, con la complicit dei provider commerciali,
agevolato laccesso alla corrispondenza elettronica dei
cittadini, il lavoro delle forze dellordine non mai stato
cos facile.
Per i fatti del 26 maggio Autistici/Inventati emette un
duro comunicato congiunto con Isole nella Rete, che
ospita invece il sito di Croce Nera Anarchica.
Tuttavia, per quanto sgradevole, questa faccenda paradossalmente solo la punta delliceberg. Linizio di una
vicenda clamorosa.

164

VISITE DI CORTESIA AD ARUBA 1.0


Facciamo un passo indietro. Nel 2003, con il primo KAOS
Tour, si era voluto finanziare un housing per il server di
A/I, dato che non era pi possibile tenerlo gratuitamente presso gli amici. Lesito di quella campagna era stato
il trasferimento della macchina ad Aruba, provider allepoca tra i pi economici. Come ricostruito in seguito, il
15 giugno del 2004 alcuni agenti della polizia postale,
su ordine della Procura di Bologna, fanno una visita di
cortesia alla ditta aretina pretendendo libero accesso
al server di Autistici/Inventati. Certo sotto pressione, i
tecnici di Aruba spengono la macchina e permettono
agli agenti di copiare i file che desiderano dal disco e,
si pensa, forse anche di piazzare uno sniffer.
Nel frattempo, quando il collettivo chiede spiegazioni dellinevitabile down, la risposta di Aruba che c
stato un guasto tecnico alla presa elettrica dellarmadio. Il raid verr in seguito giustificato dagli inquirenti
con la necessit di intercettare i messaggi di una sola
casella e-mail, la stessa che la polizia intima al collettivo di cancellare il 26 maggio dellanno successivo:
croceneraanarchica@inventati.org.
Ma questo che rende ancora pi grottesco laver compromesso la riservatezza degli altri trentamila utenti.

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DE VIA SERGIO


RAMELLI, MARTIRE FASCISTA
Torniamo ora al 2005 e alla richiesta ufficiale di cancellazione della casella e-mail.
165

In quanto parte interessata, lAssociazione Investici,


dopo aver cancellato la mail di Croce Nera Anarchica, richiede a sua volta alla Procura di Bologna, titolare
dellindagine, copia degli atti del procedimento.
Nella documentazione ci sono una generica relazione
dei ROS su quello che viene definito il panorama anarcoinsurrezionalista italiano e la relazione della Direzione
Investigativa sullindagine svolta, che ha portato al sequestro, agli arresti e alle perquisizioni di quel maggio.
Linchiesta relativa , si scopre presto, sempre la stessa
che con la scusa dellacquisizione di un log ha consentito allFBI nellottobre del 2004 di sequestrare il server
dove era ospitata Indymedia Italia (peccato che anche
la macchina di Indymedia non registrasse i log).
Leggendo gli atti, alcuni membri del collettivo si accorgono che le e-mail che vi compaiono come probatorie
non sono solo quelle della casella Hotmail, la cui intercettazione era citata nel mandato, ma provengono proprio dalla casella di posta Inventati, la stessa che hanno
chiuso a seguito dellintercettazione dei messaggi su
Hotmail.
I conti non tornano: i messaggi di posta elettronica messi agli atti non possono essere in nessun modo giunti legalmente nelle mani degli inquirenti, n provenire dalla
casella di posta che stata appena cancellata.
La polizia postale deve avere avuto accesso al server di
Autistici/Inventati.
A una lettura ancora pi attenta della ricostruzione della
ancora, di una nota a pi di pagina,
viene fuori che per decifrare le comunicazioni di chi si
sospettava essere il mittente dei vari bollettini, era stato
DIGOS, anzi, meglio

166

necessario recarsi presso Aruba, accedere al server di


A/I e prelevarne i certificati SSL. Il tutto in data 15 giugno
dellanno precedente.
Inutile dire che Aruba avrebbe dovuto opporsi a questa
acquisizione di documenti poich in nessun modo legalmente responsabile del server, di propriet invece
dellAssociazione Investici.
E cos, quasi per caso, tutta la vicenda Aruba emerge
nella sua gravit.
il 21 giugno 2005: per un anno il traffico sul server
stato verosimilmente compromesso e alcuni file
intercettati da personale della polizia postale non
autorizzato.
Il metodo usato per procedere allintercettazione ha
comportato una completa violazione delle libert fondamentali di tutte le persone che si servono di A/I.
In pratica, un sopruso degno delle migliori utopie negative, come si dir in uno dei molti comunicati di l a
venire.

INTERROGAZIONI PARLAMENTARI
datata 12 luglio linterrogazione al Parlamento europeo sullabuso nei confronti degli utenti dellAssociazione Investici. Lautore, Vittorio Agnoletto, riassume brevemente cos laccaduto:
Senza informare della cosa i responsabili di Investici, i
tecnici di Aruba S.p.A. hanno consentito che venissero
spenti tutti i server e hanno consentito agli agenti di polizia di recuperare informazioni e dati sensibili riguardanti
167

un numero importante di utenti. I titolari di Investici sono


stati alloscuro di tutta questa faccenda fino al 26 maggio
2005, quando hanno scoperto quasi casualmente labuso
di cui sono stati vittime, che ha permesso alle forze di
polizia italiana di avere un accesso indiscriminato e non
autorizzato a dati sensibili e alle comunicazioni di tutti gli
utenti (almeno cinquemila quelli con una mailbox e oltre
trentamila in liste di discussione).
Del 22 luglio invece linterrogazione al parlamento
italiano di Mauro Bulgarelli e Paolo Cento, deputati dei
Verdi, interrogazione che si conclude chiedendo che
si indaghi su Aruba e la sua pessima abitudine di non
rispettare le leggi sulla privacy e la libert despressione. In un momento in cui gi si parla di intercettazioni
telefoniche fuori controllo, si profila ora una situazione
demenziale anche per chi fa uso della rete: da un lato i
provider commerciali come Hotmail non hanno nessuno scrupolo nel fornire alle forze dellordine i dati dei
propri clienti, senza avvisarli; dallaltro, si legge nello
sdegnato comunicato del collettivo, anche affidandosi
a chi si impegna fortemente in senso contrario, non
possiamo sapere quali e quante informazioni le forze
dellordine possano prelevare dai nostri e dai vostri siti
o server; non sappiamo che uso ne faranno e per quanto tempo; non possiamo sapere se il provider riserva
questo stesso trattamento di favore a richieste commerciali ben pagate di concorrenti o agenzie di mercato
per dati personali.
Ad avvalorare il senso dassedio che questepisodio
provoca nelle comunit informatiche, negli stessi giorni,
anche il serverone del FLUG viene compromesso.

168

Per dare invece misura del danno, vale la pena citare una sola delle informazioni riportate allepoca da
Indymedia, ovvero che la violazione del server di Autistici/Inventati ha toccato direttamente anche il Genova
Legal Forum: le caselle di posta degli avvocati, quelle
dei consulenti tecnici e la mailing list di coordinamento
sono infatti tutte ospitate su un server di cui la polizia
detiene la chiave crittografica.
Di conseguenza, si legge nellarticolo, tutta la strategia difensiva a disposizione delle procure: documenti,
analisi, atti e reperti ancora non presentati in tribunale.
Con buona pace del segreto istruttorio e del rispetto
del diritto di difesa.

VISITE DI CORTESIA AD ARUBA 2.0


La prima contromisura di Autistici/Inventati ritirare la
macchina, bonificarla e rimetterla online. Si tratta di un
intervento demergenza, che si risolve completamente
per la fine del mese di giugno, quando vengono riattivati tutti i servizi fondamentali.
Lamarezza tanta: le buone pratiche e la padronanza
della tecnica non sono bastate a proteggere la privacy
e lanonimato di circa trentamila iscritti e degli amministratori stessi.
Per recuperare la macchina, si organizza spontaneamente una spedizione congiunta di Autistici di varia
provenienza: in sostanza, chiunque pu partire su due
piedi si unisce alla carovana. Mille ad esempio racconta che allepoca lavorava per unazienda da cui poteva
andare via in fretta e furia senza troppi problemi. Ale
169

invece ricorda di aver notato allora per la prima volta


che Aruba ha sede in una via intitolata a Sergio Ramelli,
con tanto di precisazione: martire fascista. Un particolare inquietante a cui magari nessuno avrebbe fatto
attenzione in una situazione diversa.
A ritirare il server arrivano quindi almeno tre macchine cariche di persone inviperite. A scanso di equivoci li
accompagna un avvocato. Salgono nellufficio di Aruba
un paio di persone e il legale. Il resto del collettivo attende in strada, nel parcheggio deserto dove ogni tanto
fa capolino unauto con sopra tre figuri con gli occhiali
neri. Dopo un carosello di fronte agli Autistici, accampati allingresso di Aruba, lauto esegue uninversione,
quindi un altro carosello e sparisce sulla statale. Dopo
poco torna. E via cos per tutta la durata della visita.
La discussione negli uffici intanto si fa lunga e fastidiosa.
Il proprietario cerca goffamente di spiegarsi, peggiorando solo la propria posizione agli occhi allibiti del collettivo. Sono momenti di tensione: vola qualche insulto,
ma alla fine si riesce a uscire dallazienda con il server
in braccio e a lasciarsi alle spalle quantomeno il problema pi urgente.
La macchina viene quindi bonificata e collocata momentaneamente dove ECN tiene la sua. Successivamente il
giudice ordiner alla polizia postale di distruggere i dati
copiati dai dischi, che di conseguenza non potranno essere riutilizzati (almeno ufficialmente) in unaula di tribunale. Ma il problema di dove sistemare il server resta
invariato.
Infatti, mentre ECN gode di un vecchio contratto, lhousing
per il server di A/I ha costi eccessivi. Per questo e altri

170

motivi, non si tratta di una soluzione sostenibile. In quei


momenti di concitazione si prova anche a tenere i backup su unaltra macchina, in qualche luogo sperduto e
non attrezzato.
Tuttavia, il risultato di appoggiarsi a una connessione
domestica che non funziona mai niente. un momento difficile e delicato. Si gi deciso che necessario
rivoluzionare linfrastruttura. Si va avanti cos ancora per
qualche mese, in attesa di realizzare il Piano R*.

171

Piano R*

n sostanza, quel che viene realizzato con il Piano R*


una rete di server autogestiti, poi definita network di comunicazione resistente.
Ale: I termini sono ovviamente impropri, network un

modo stupido per dire che sono pi di un computer,


per comunicare che stavi muovendoti da una struttura
materiale a una immateriale. Lidea non era sparire e
diventare irrintracciabili, che molto difficile e pure un
po inutile, ma rendere molto complicato bypassarci. E
lo abbiamo fatto usando delle soluzioni tecniche sufficientemente confondenti. In questo modo, se qualcuno
vuole dei dati, deve passare dallassociazione Investici.
A/I vorrebbe essere resistente almeno per due motivi, uno
tecnico e uno politico. Da un lato la nuova rete di server
argina, per quanto possibile, il rischio che le strutture vengano meno improvvisamente, lasciando tutti a piedi, senza

172

un mezzo per comunicare. Dallaltro mette in grado A/I di


sostenere luniverso di chi pratica la resistenza allomologazione e al controllo: un mondo di idee che per diffondersi e proliferare necessitano di strumenti.
Bomboclat: La paranoia che ci contraddistingue e pu

sembrare apparentemente eccessiva si rivela in realt


sempre provvidenziale. Se fino allaffaire Aruba avevamo una sola macchina, da allora assistiamo a una moltiplicazione esponenziale di server. E siccome nemmeno
questo basta, negli anni successivi verranno approntate
altre contromisure utili a limitare i danni che di volta in
volta accadono
Come abbiamo visto, quando Ale entra nel collettivo alla
fine del 2002 A/I sta gi cercando di riprogettare la propria
infrastruttura per renderla pi sicura e resistente a down o
guasti. La sua entrata in scena si rivela fondamentale.
Cojote: A me sembrava molto furbo quello che si dice-

va. Ale era, credo, principalmente affascinato dalla sfida


tecnologica e dalla possibilit di trovare un contesto in
cui quello che faceva aveva un senso sociale. Condividevamo la costruzione di una cosa che ci sembrava
molto opportuna. Come questo sia diventato poi il Piano R* dipeso da varie cose, e sono gli anni di lavoro
stessi che hanno pian piano definito cosa poteva essere.
cos che andata: una volta individuate le debolezze
dellinfrastruttura ognuno ha lavorato alla soluzione.
Quando nel 2005, in risposta al crackdown di Aruba, si decide che il momento di rendere tangibili questi ragionamenti, il collettivo si concentra in uno sforzo ingegneristico
per portarlo a compimento nel pi breve tempo possibile.
unestate di grande lavoro.

173

Gio: Io entro in A/I in un momento divertente: quando

c il crackdown. Partecipo quindi alla realizzazione


del Piano R*, anche se a livello storico cerano gi delle
idee precise su quello che si andava a fare.
In quel periodo abbiamo sperimentato anche diverse
altre cose, come il primo nodo Tor di Autistici, un servizio che andato e venuto negli anni; Jabber, per la
messaggistica istantanea; la prima bozza di CA che non
si appoggiasse a terzi
Ma il Piano R* oltre allo sforzo tecnico richiede principalmente uno sforzo politico e strategico: stabilito che non si
possono tenere le macchine solo in Italia, bisogna capire in
quali paesi possano essere collocate.
Bomboclat: Dove appoggiare i pezzi di ferro? Dopo le-

sperienza di Aruba non si vogliono correre rischi inutili


e quindi fondamentale aver fiducia in chi detiene la
macchina.
Una certa serenit pu essere garantita solo dalla diretta conoscenza dei compagni. In questa occasione sono
molto utili i contatti allestero acquisiti durante lo sforzo
internazionalista spinto da Indymedia.
Indymedia era servita da tessuto connettivo a livello mondiale promuovendo per sua natura una sorta di internazionalismo militante. Ha in pratica costruito un ponte radio con
gli altri paesi, una connessione che permette a manifestazioni anche molto diverse dellantagonismo di incontrarsi
e coalizzarsi.
Bomboclat: Ad esempio con Indymedia si organizzava-

no i No Border Camp, luoghi dove lhacklab italiano, con


la propria identit, la propria etica e le proprie esigenze, entrava in contatto con lInternet Cafe belga, ispirato

174

da tuttaltri principi. Entrambi si riconoscevano fratelli


nel comune impegno su determinati contenuti.
Con questa e altre iniziative analoghe Indymedia non solo
aveva riconosciuto il portato storico delle diverse realt
europee, ma gli aveva anche dato nuovo impulso e continuit, fornendo o rinforzando contatti che risulteranno in
seguito di grande aiuto.
Bomboclat: In realt il Piano R* era gi pronto da un

anno, almeno dal viaggio di Ale e Phasa in Brasile per


la quarta Debian Conference, dove avevano conosciuto
gli americani di Riseup.
Nel 2006, quando la nuova struttura ormai attiva da un
anno, Blicero e Ale intraprendono un lungo viaggio fino
in Scandinavia. Durante lestate percorrono in macchina
mezza Europa continentale. La meta la Norvegia, ma le
tappe sono tante.
Ale: A Oslo abbiamo conosciuto la persona che ospitava
il nostro server norvegese. Poi siamo andati in Germania, Francia, Olanda stato un tour di socializzazione,
andavamo a presentare il Piano R* e contemporaneamente conoscevamo di persona le varie comunit dappoggio che lo avevano reso possibile!

Durante quel viaggio di settemila chilometri i due fanno


quindi numerose tappe volte a introdurre la nuova infrastruttura ai vari gruppi internazionali simili ad A/I, anche se
nessuno di loro adotter mai una strategia analoga.
Blicero: Tra i vari contatti internazionali che abbiamo, in

pochi hanno seguito la nostra strada. Questo dipende


in parte dal fatto che le loro utenze sono minori e le dimensioni del progetto pi piccole. Con gli americani di
Riseup abbiamo invece pi rapporti proprio perch la
175

loro comunit meno piccola e la scala dei problemi


simile a quella di A/I.
Con il Piano R* insomma il collettivo volta pagina, anche se
lo slancio internazionalista verr circoscritto velocemente
alla sola gestione delle questioni tecniche. Esiste inoltre un
problema linguistico, riconducibile alla difficolt di rapportarsi con langlofonia imperante.
Alieno: Quando diciamo Autistici, in giro per il mondo

nessuno capisce. Il mondo anglofono e i nomi italiani dei nostri domini vengono rigorosamente storpiati
Non se ne viene a capo! Per il Piano R* ci siamo impantanati un sacco di tempo sul nome del dominio che
ci avrebbe permesso di superare il dualismo AutisticiInventati. stato un po un dramma. Avevamo scelto
onenetbeyond (ma per fortuna poi non abbiamo dovuto usarlo se non per la campagna di lancio) insieme
alle parole anglofone che contengono la R*: R*esist,
cR*ypto, oR*gasm, che invece hanno avuto un risultato
almeno pari a +kaos!
Ottobre 2005: avviene la moltiplicazione del server. Da
uno a molti, geograficamente distribuiti. Ci si avvale di una
serie di tecnologie che verranno poi descritte nellOrange
Book.
Grosso modo, alla base della nuova struttura c lintercambiabilit delle macchine: tutte hanno la stessa configurazione e questo le rende individualmente sostituibili. Nessuna
di esse essenziale.
I server vengono quindi sincronizzati e le comunicazioni
tra loro e lesterno crittate.
Se da un lato le macchine sono funzionalmente identiche,
dallaltro i dati che ospitano sono invece diversificati. I dati
176

sensibili delle persone, ad esempio quelli della posta elettronica, vengono distribuiti in modo che in ogni momento
possano essere spostati su un altro server. Questo, come
vedremo in seguito, molto utile quando il server su cui
si trovano originariamente viene compromesso, come nel
caso norvegese.
Il Piano R* non stato pensato per il recupero dei dati, ma
perch in caso di attacco la struttura continui a funzionare.
Questo rispecchia una precisa priorit politica del collettivo: dare a ognuno la possibilit di comunicare o di far circolare il messaggio censurato.
Ale: Di fondo lobiettivo garantire che, qualunque cosa
succeda, le persone saranno ancora in grado di comunicare.

Il 2005 segna un cambiamento epocale per A/I, che non


si esprime solo nella nuova struttura tecnica, ma anche in
una presa di posizione politica. E per quanto ne conseguano molte cose positive dalla sopravvivenza del servizio
allemergere delle competenze meno techie allinterno del
collettivo , come passaggio non del tutto indolore.
Con il Piano R* A/I diviene suo malgrado esattamente ci
che non doveva n voleva divenire allinizio: un provider di
movimento. Lidea iniziale non ambiva tanto alla moltiplicazione dei server quanto alla moltiplicazione dei soggetti che li gestivano ma, a parte qualche rara eccezione, la
cosa evidentemente non ha funzionato. Per queste ragioni,
alcuni lentamente si allontanano dal progetto. Caparossa
ad esempio lascer il collettivo in questo periodo. Le motivazioni vertono per lappunto su quanto espresso sopra,
assieme alla difficolt di condividere le competenze e le
conoscenze tecniche allinterno di A/I. Nello sforzo del Piano R* si ricrea infatti uno scarto molto evidente tra chi pi
177

tecnicamente preparato e ha tempo per crescere in questo


senso e chi si trova a svolgere solo manovalanza, o addirittura non riesce pi a contribuire al progetto in nessuna
maniera. un problema storico in qualche modo sempre
presente e si tratta di un nodo in parte irrisolto tuttora, che
soltanto col tempo e con lo stabilizzarsi della nuova struttura si sta affievolendo. Con il Piano R* il collettivo si abbandona s al ruolo di provider di movimento, ma cercando di
realizzare una struttura questa volta pensata appositamente, tecnologicamente molto diversa da quella iniziale. Con
la disseminazione, si accede a unaltra classe di cittadinanza in Internet.
Ale: In Internet esistono vari livelli di tutela dei dati

dellutente, che si basano sulla classe sociale a cui appartieni Cos come capita, guarda caso, nella societ
reale. Anche nel mondo digitale la tua dimensione economica fa la differenza: la fascia bassa, quella di chi ad
esempio paga poche decine di euro lanno un dominio,
la patria dellarbitrio. I provider commerciali hanno
politiche iper-cooperative con i soggetti forti e non tutelano il cliente dai problemi giuridico-legali perch sono
un costo non previsto. Per questo ti oscurano il sito alla
prima lamentela e sta sempre a te dimostrare che hanno sbagliato. A un generico attaccante con sufficiente
potere basta scrivere una mail di richiesta o compilare
un modulo, non gli costa niente ottenere i tuoi dati. Questo noi non potevamo cambiarlo, perch il modello
di quellindustria, quindi abbiamo ribaltato il problema:
con il Piano R* la nostra struttura tecnica paragonabile
a quella di una compagnia o di unistituzione di media
grandezza e di conseguenza bypassarci ha un costo. Se
questo non impedisce a nessuno di provarci, scoraggia
quantomeno dal farlo su scala massiccia e ogni volta
che gli gira.
178

179
Manifesto del primo Kaos Tour

Download a copy,
upload an idea

hi non ha partecipato al KAOS Tour e non li ha mai visti


in azione potrebbe essersi fatto lidea che gli Autistici
siano un manipolo di hacker senza cuore, tutti presi soltanto da codici, reti e circuiti.
In realt nel collettivo girano forti attitudini creative e per la
quantit di musicisti che si conta tra loro, spesso si parlato di mettere su una band e andare in giro per il mondo a
suonare Ma non si sono mai messi daccordo sul genere
suonano qualunque cosa: dallelettronica al grindcore e
alla fine hanno preferito restare seduti davanti a un monitor
a programmare e ad amministrare macchine.
Pbm: Mi interessavo di diritti digitali anche perch unal-

tra delle mie passioni era quella musicale. Alla fine degli
anni novanta si era rimesso in discussione il rapporto
tra artista e pubblico e la discussione investiva direttamente lambito digitale. Anzi, diciamo che con larrivo
di Napster ma indipendentemente da ci che faceva
luso della musica su digitale era stato messo al rogo.
180

Nellambito del LOA nascevano tanti progetti e uno che


mi era piaciuto molto, a fine 2000, era proprio una campagna abbastanza articolata contro la neonata legge sul
diritto dautore, che prevedeva tra le altre cose lobbligatoriet dei bollini SIAE.
Le inclinazioni musicali dei vari membri di A/I e i relativi
interessi per la libera circolazione di idee e contenuti si
fanno sentire fin dallinizio nella vita del collettivo. La frase
di Primo Moroni che A/I ha scelto come motto Socializzare saperi, senza fondare poteri non si riferisce dunque solo alluso di Linux, ma si allarga a tutta una serie di
altri ambiti.
Pinna: Io ho sempre fatto musica, sono sempre stato in-

teressato ai computer e man mano mi sono avvicinato


allhacking. In quegli anni avevo iniziato a usare Linux e
di conseguenza ero venuto a contatto con lapproccio
del software libero, che si basa sul copyleft che non
una negazione del copyright! Diamo quindi vita a questo progetto, Copydown, in cui confluiscono tensioni ed
esperienze diverse come quelle del DIY/no-copyright
legato alla ribellione e alle autoproduzioni. Sono gli
embrioni di quelli che sarebbero diventati i contenuti liberi e le licenze Creative Commons, il tentativo di
trasportare in ambito non software quello che il software
libero e lopen source avevano dimostrato essere possibile con Linux e la licenza GPL. Iniziamo anche a documentare il fenomeno del filesharing che era appena
nato ma gi ci appariva inarrestabile.
Copydown nasce prima di Autistici/Inventati e fino ad allora ospitato su un altro server indipendente, Strano Network, che si era sviluppato soprattutto in ambito toscano e
fin dai tempi delle BBS.
181

Pinna: Copydown allinizio si sposta su A/I come ospite

e, man mano, cresce al suo interno, anche per lavvicendamento tra le persone che di Copydown erano di volta
in volta pi fortemente promotrici. Si sposta sempre pi
dentro Autistici e i due progetti crescono insieme. Sebbene fosse nato dalle esigenze di un ambito ben specifico, quello della musica e delle produzioni testuali, video o comunque culturali, Copydown ha molte analogie
con le esperienze che si sviluppano in Autistici o che in
Autistici cercano un appoggio.
Copydown diventa presto uno dei contenitori principali a
livello nazionale per quanto riguarda le tematiche delle licenze libere, della circolazione dei saperi e della cultura libera. Le tendenze che si sviluppano al suo interno e che lo
accomunano al progetto A/I sono molteplici e si richiamano tanto ai discorsi pi recenti legati alle tecnologie, come
la critica dei brevetti e la promozione del software libero,
quanto alle ragioni dei movimenti storici, come le autoproduzioni (Do-It-Yourself o DIY) che risalgono invece al punk.
Pinna: Il filesharing ad esempio stato uno dei temi

sempre presenti nelle attivit di Copydown e si ricollega benissimo a molti aspetti importanti per Autistici. Sia
perch passa attraverso sentenze di tribunali che hanno
a che fare con il sequestro di server o di computer di
utenti peraltro spesso con sconfitte delle major sia
perch i programmi per il P2P sono intrinsecamente
legati alla privacy e allanonimato cose, queste, che
sono il pane quotidiano di Autistici.
La presenza di Copydown dentro A/I si rivela sempre pi
coerente perch se il primo vuole promuovere le autoproduzioni no-copyright o copyleft, il secondo il riferimento
digitale per centri sociali, gruppi e associazioni culturali
182

che si avvalgono principalmente di questo tipo di produzioni.


Ma cosa fa Copydown? Allinizio soprattutto ricerca: si osservano le varie proposte di licenza per la distribuzione
libera del software e degli altri prodotti culturali, proposte
che vengono di volta in volta illustrate sul sito e discusse
nella mailing list.
Pinna: Prima che nascessero le Creative Commons

cerano in giro alcune licenze libere ispirate a quelle


del software, ma che si rivolgevano ai contenuti artistici. Per esempio la Open Publication License, o la Free
Art License. Non abbiamo lavorato molto con queste
licenze. Le abbiamo solo riassunte, esposte in articoli. Alcune di queste erano una semplice trasposizione
delle licenze software ai contenuti culturali, altre erano
spiccatamente politicizzate. Ad esempio ce nera una
che impediva il riutilizzo in ambito militare la licenza software SLUC e unaltra che vietava un riutilizzo
che ledesse i diritti umani o sorvegliasse gli utenti la
licenza software HESSLA. Dopo che sono sorte le Creative Commons, queste licenze sono un po sparite nel
nulla
Quello che fa Copydown quindi trovare, tradurre, confrontare e segnalare lesistenza di queste licenze al suo
pubblico di creatori, autoproduttori, distributori.
Pinna: Questo sempre stato il target a cui ci siamo

rivolti: il musicista o il gruppetto che decide cosa fare


delle proprie creazioni e come; letichetta che raccoglie musicisti e magari propone loro di adottare, anche
attraverso le licenze, un certo approccio agli spazi; i
gruppi che dentro quegli spazi agivano per distribuire
la musica e organizzare concerti e che quindi avevano
183

un dialogo in atto con i due tipi di figure viste prima,


cio i creatori e i distributori.
Quando alla fine del 2002 cominciano a circolare le licenze
Creative Commons, la nuova sfida viene subito raccolta,
ma non senza controversie tra i partecipanti (mai una gioia
assoluta in questo mondo!).
Pinna: Un dibattito critico c sempre stato, come di-

scussione nella mailing list. E questo rifletteva un po leterogeneit dei nostri background, perch da una parte
cera chi proveniva da un ambito di programmazione
e quindi attraverso la licenza GPL si portava dietro un
approccio fondato sullo schema legale, anche se modificato in modo da essere pi libero (e questo il succo delle licenze Creative Commons e di altre licenze);
dallaltra, cera chi proveniva da un ambito di autoproduzioni, no-copyright, rifiuto della legalit e delle leggi
sul diritto dautore.
Indipendentemente dalla questione se adottare o no una
licenza e quindi se riconoscerne lo schema legale, lesigenza delle persone che ne fanno parte sempre la stessa: avere il pieno controllo su quello che fanno ed eliminare
quanti pi limiti possibile alla libert di distribuzione e circolazione dei contenuti.
Nel giro di pochi anni le licenze Creative Commons, sostenute da una forte campagna internazionale e adattate ai
vari sistemi legali, riescono ad affermarsi un po ovunque.
Pinna: Per certi versi la vita delle Creative Commons ha

un po rispecchiato il mio impegno su questo versante.


Nel senso che a un certo punto io ho visto che queste
licenze erano diventate patrimonio comune e venivano
ormai usate ampiamente non solo da chi aveva come

184

priorit il modo in cui fare le cose e in cui distribuire le


creazioni. Si erano affermate a livello globale e a quel
punto la mia motivazione a far conoscere questo tipo
di possibilit di fare le cose, o gli strumenti e le licenze,
anche un po venuta meno. Si era ottenuto quello che
serviva.
Copydown viene da subito definito il portale italiano del
No-copyright, ma nel tempo che cresce e diventa autorevole, in particolar modo mettendo online una serie di
risorse tra cui un archivio, davvero unico nel suo genere, di
musica e testi di cultura libera.
Il progetto si fa conoscere anche organizzando controazioni e proteste, come quella contro i brevetti software
del 2004 e lassalto al MEI, il Meeting delle Etichette Indipendenti. In quelloccasione un coordinamento di netlabel,
web radio, alcuni gruppi musicali e vari cani sciolti appartenenti alla galassia no-copyright/copyleft si presenta non
invitato al festival e diffonde un vademecum no-copyright
intitolato RILASCIATI!. Negli anni Copydown riesce anche a
pensare un proprio appuntamento annuale, dal nome provocatorio ed ironico: il Mai.
Pinna: Una delle cose interessanti che abbiamo fatto an-

che con (L)eft, la scena musicale che girava attorno a


Copydown, fu organizzare un paio di Mai, in alternativa
al MEI. Ci trovavamo fra gruppi e persone che normalmente scrivevano in lista, per vederci in faccia, condividere le ultime cose fatte, scambiarci materiale Nelle diverse occasioni in cui qualcuno di Copydown era
presente, abbiamo distribuito compilation di materiale
autoprodotto, rilasciato sotto no-copyright o sotto licenze libere, insieme a materiale scaricato dalla rete con le
stesse modalit e che avevamo assemblato e organiz185

zato. Era tutto materiale che magari non aveva un livello


qualitativo eccelso, per era d.o.c. dal punto di vista del
copyleft.
Quello che vede A/I formarsi un periodo storico in cui il
digitale apre a moltissime nuove forme di produzione e diffusione di contenuti liberi, tra cui il videoattivismo e la web
radio. Altri progetti, oltre a Copydown, si facevano strada in
quegli anni. Tra questi, NGV.
NGV,

acronimo di New Global Vision, nasce contemporaneamente a Indymedia e ad A/I ma ha una sua specificit:
si propone come strumento di diffusione per la comunit di
videoattivisti nellepoca del filesharing.
Zombi_J: Nei giorni successivi al G8 di Genova, dal media center erano arrivate al Tpo di Bologna decine e decine di cassette video. Con quei materiali, indymediani
di diversi paesi realizzarono Aggiornamento 1, che fu
immediatamente messo in circolazione sia su supporti
tradizionali VHS e CD sia tramite FTP. A distanza di
qualche giorno quel video veniva proiettato pubblicamente in tutti i continenti, dallAustralia agli Stati Uniti,
dal Giappone al Sud America. La velocit e la relativa
facilit di questo processo diede lo spunto per immaginare che nei mesi e negli anni successivi la diffusione di
video attraverso la rete sarebbe esplosa. Di qui la conseguente deduzione che per favorire questo processo
sarebbero stati necessari strumenti di rete che privilegiassero quanto veniva prodotto da circuiti alternativi,
militanti e non.

Crescendo, questo progetto non poteva che contare sul


supporto degli hacklab e dei server di movimento, prima
ECN e successivamente A/I.

186

Zombi_J: Con Void che si dedicava al codice, si realizz

il primo CMS, che fu messo online nel 2001 sul server di


ECN e qualche anno dopo fu spostato su A/I. Ma i video
venivano messi in rete su quattro o cinque server FTP
posizionati in altre sedi per garantire la presenza dei
contenuti anche in caso di problemi, e per dividere il
carico di banda e i costi di mantenimento.
E non sono pochi gli elementi di Autistici/Inventati che si
appassionano al progetto, mettendo le proprie competenze a disposizione della collettivit.
Bomboclat: Superando svariati problemi legati allhar-

dware che girava al LOA, che spesso non era supportato,


avevamo messo in piedi un banco video Linux. Non lo
ha mai usato nessuno per farci un progetto completo.
Noi dicevamo: Funziona! E loro non lo usavano.
Noi eravamo quelli che: linformatica bella, se free
pure meglio. Sempre. Per loro era: mi serve qualche
cazzo che mi faccia finire subito il video che devo
uploadare: no matter what.
Quindi tra videoattivisti e acari ci stavamo cordialmente sul cazzo anche se spesso le videomaker, essendo
donne, ci facevano superare lodio con un sorriso.
oltre alla pubblicazione permette lindicizzazione di
molte caratteristiche dei video: informazioni sugli autori,
diversi percorsi di consultazione e navigazione, possibilit
di commentare liberamente.
NGV

Zombi_J: Il sistema fu poi perfezionato negli anni suc-

cessivi e radicalmente innovato da Ale nella parte


dellupload e dellorganizzazione dei server FTP, migrando il sito su A/I e lanciando una versione beta per la
visione in streaming.

187

Se il collettivo NGV sempre stato minimale dal punto di


vista strettamente tecnico, invece estremamente esteso
sul piano dellaffezione e della partecipazione dei videomaker/mediattivisti.
Zombi_J: I video arrivavano da diversi canali, sia dalla

rete che a mano o per posta. Cos si costituito il primo


archivio video online del movimento, e non solo.
ha archiviato quasi settecento video che spaziano tra
gli argomenti e i generi pi diversi, dai seminari sul software libero alle street parade antiproibizioniste, passando
per i cortometraggi di fiction e le performance teatrali.
anche riuscito nel recupero di materiali storici provenienti
dalle autoproduzioni, e non solo da quelle.
NGV

Alieno: La prima volta che ho consegnato una copia

dellintero archivio di NGV a non ricordo quale telestreet,


il pacco era composto da decine di CD rigorosamente
organizzati e titolati. Qualche anno dopo, dato il volume
dellarchivio, mi trovai a consegnare alcune decine di
DVD. Poi ho iniziato a tenere una copia aggiornata in un
hard disk usb e a riversare larchivio direttamente nel
pc di chi lo richiedeva.
Il progetto negli anni ha coinvolto una comunit composita,
che va dai semplici fruitori e dai videomaker principianti
fino ai pionieri del documentario di sperimentazione come
Alberto Grifi.
Ha affiancato esperienze come quella delle telestreet, di
decine di collettivi video spesso stato convocato per
spiegare un modello di condivisione e di lavoro, e non solo
in Italia , fino al riconoscimento del Prix Ars Electronica
di Linz nel 2005.

188

Zombi_J: NGV stata attiva pi o meno fino al 2007,

quando calata la tensione operativa. Una serie di problemi, sia tecnici che di impegno, hanno fatto s che il
progetto si arenasse pur mantenendo ancora adesso
larchivio online. Un peccato, per quel che mi riguarda
rimane una delle migliori esperienze di mediattivismo.
Nel 2002, in seguito a una serie di iniziative realizzate dal
col titolo Fatti la Radio in Casa, nasce radio.autistici.
org. Il sito pensato per dare la possibilit di cimentarsi
con lo streaming audio a chiunque ne abbia voglia, nonch
per fornire un elenco navigabile dei progetti gi esistenti e
ascoltabili dagli utenti.

LOA

Bomboclat: Lesperienza di Indymedia e del media cen-

ter ci fece capire quanto fosse utile fare da relay per


le radio di movimento in modo che potessero ricevere
gli aggiornamenti audio. Capimmo che la cosa era importante e che andava data visibilit a questo tipo di
copertura informativa (oltre ovviamente allo stream per
chi decideva di farsi la propria radio).
Tra i vari server indipendenti che adottano il progetto c
Teknusi, che praticamente garantisce la comunicazione indipendente di tutta la Campania.
Man0: La cosa che pi mi interessava e appassionava

era il discorso degli streaming audio per poter fare radio via web. Questa cosa mi sembrava incredibile
Immagina uno che sta a Napoli e scopre la radio via
web chiaramente nelle altre citt ci erano gi arrivati,
per la cosa che pi mi interessava era questa. Autistici
forniva il servizio di icecast, per non mai stata una
cosa su cui si spinto pi di tanto.

189

Teknusi d anche sostegno alle altre radio quando c da


trasmettere la cronaca di eventi particolarmente importanti.
Man0: Lo streaming aveva bisogno di una grande quan-

tit di banda e quindi abbiamo messo su un server


nostro e lo abbiamo utilizzato per quello. Qualche soddisfazione labbiamo avuta sia sul piano locale sia su
quello internazionale, come quando qualche anno fa
facemmo da mirror per gli streaming del G8 in Germania. Anche ultimamente, a novembre scorso, ci sono
state le proteste contro il passaggio dei treni di scorie
nucleari in Germania. L abbiamo fornito un bel supporto ai tedeschi, accollandoci tutti i relay dei loro streaming audio. Questo ci ha anche fatto capire che le cose
le avevamo fatte bene, perch a volte cerano duemila
ascoltatori in contemporanea e tutto funzionava.
Torniamo per un attimo alla vita musicale del collettivo. Un
problema che presto i componenti dellambito Copydown
e in particolar modo di (L)eft, sua costola musicale, si trovano ad affrontare quello dei social network.
Pinke: Era lanno in cui in Italia cera stato il boom di

Myspace. La considerazione iniziale era che tutto il giro


delle autoproduzioni musicali della scena italiana punk
hardcore, elettronica, o altro, stava su Myspace.
Ancora non cera Facebook o comunque non era famoso, quindi tutti stavano l e sembrava che questo avesse
svoltato i destini di gruppetti sconosciuti che improvvisamente riuscivano a fare i tour in tutto il mondo, cosa
che tra laltro era vera: effettivamente in qualche modo
serviva.
Quindi improvvisamente tutti si erano catapultati su
Myspace, avevano scoperto questo mondo. Ci trovavi
gruppi incredibilmente riot e incredibilmente radicali,
190

che per avevano la loro bella paginetta (illeggibile, generalmente) su Myspace.


Tuttavia Myspace un portale commerciale in mano al
magnate della comunicazione mainstream Murdoch, e la
cosa alquanto incompatibile con le visioni di Copydown,
(L)eft, A/I e tutto lambito delle autoproduzioni. Quando
con Copydown alcuni di loro vengono invitati al DIY Fest
organizzato a Torino nel 2006 dal giro di Radio Black Out,
per parlare proprio di social network, i ragazzi si rendono
conto che se non possono produrre unalternativa, la questione presto chiusa: il contenitore commerciale serve
e funziona, la gente non smetter certo di usarlo per una
questione di principio.
Pinke: Con un po di gente del giro delle autoproduzioni

(ricordo in particolare i torinesi e i romani) ci eravamo


cominciati a chiedere come potevamo fare per sensibilizzare le persone al fatto che Myspace non era proprio
il luogo pi rivoluzionario del mondo; magari fargli cambiare idea o, perlomeno, fargli aprire anche uno spazio
non commerciale che sentissero come proprio. Allora
ci venuta lidea di fare un portale delle autoproduzioni che stesse su Autistici, una cosa autogestita, dove le
etichette, i gruppi, tutto il mondo delle autoproduzioni
musicali potesse trovare il modo di farsi conoscere, magari anche fare comunit, gestendo i propri strumenti.
Nessuno di Autistici voleva imporre una censura totale
di Myspace, per cui tutti dovevano avere lo spazio solo
su A/I. Per era anche un paradosso che questa scena
comunque importante non esistesse su Autistici.
Per i due anni successivi, mentre su Copydown e (L)eft si
procede a un attento e documentato lavoro di analisi del
funzionamento di Myspace, inzia una collaborazione tra
191

gruppi musicali e assieme alla costruzione di autoproduzioni.org. Il risultato la creazione del portale e un lungo
documento, intitolato Uscire da Myspace, dove si spiega
per filo e per segno il perverso meccanismo soggiacente
al social network.
Pinke: Myspace, come molti altri servizi commerciali
su Internet, apparentemente gratuito, ma in realt lo
paghiamo molto caro. Lo paghiamo non solo tramite i
banner pubblicitari che vediamo, ma soprattutto con i
dati che noi, i nostri amici e i nostri fan inviamo a ogni
clic su MySpace, dati che vengono accumulati e messi
in relazione tra loro. In questo modo diamo a una grossa
multinazionale la possibilit di analizzare e controllare i
nostri gusti e le nostre amicizie, di vendere i risultati al
miglior offerente e, alla fin fine, di costruire un mondo di
pubblicit realizzato su misura per noi.

Autoproduzioni.org non tenta nemmeno di imitare


Myspace: vuole proporsi piuttosto come aggregatore di
notizie sulle autoproduzioni musicali italiane e non.
Pinke: Ci si lavor abbastanza. Era stato usato un CMS o

qualcosa di simile e cera luso delle categorie e tutto


il resto. A un certo punto, al picco del funzionamento di
questo portale, cerano molte sottocategorie di genere,
addirittura le autoproduzioni non musicali, leditoria.
Lidea era usare molto i feed RSS, fare in modo che a questo
portale si aggiungessero gli RSS dei siti che gi esistevano:
fare una sorta di contenitore dove poter trovare tutto quello
che cera nel mondo delle autoproduzioni musicali italiane.
Il tutto per rimasto a un livello molto embrionale. Non
mai riuscito a decollare veramente. Ricostruire la struttura
di un social network era teoricamente possibile dal punto

192

di vista tecnico, ma non avrebbe avuto senso: lo strumento sarebbe rimasto vuoto per mancanza di massa critica,
dato che per dargli vita quel che serve sono soprattutto le
persone che vi contribuiscono.
Gio: I social network vengono messi a disposizione:

qualcuno ti offre lo strumento e cos facendo viene buttato un seme. Il seme viene dato alle persone e cresce
in funzione dellazione delle persone. Ci che pu cambiare sono i modi per pubblicizzare questi strumenti. Ci
sono i modi pi svariati, con gli obiettivi pi svariati
Ma i social network esistono perch esisti tu, altrimenti
sarebbero una scatola vuota, con tante leve e bottoni. E
se nessuno spinge quei bottoni, lo strumento muore l.
Anche a partire da queste esperienze nelle autoproduzioni, il collettivo comincia a riflettere sullopportunit di offrire strumenti che assecondino la svolta e le implicazioni pi
sociali che il web sta prendendo.
Si comincia a parlare di offrire una piattaforma di blog da
affiancare ai siti web, ma il processo dura a lungo, pi di un
anno, anche per mancanza di software adatti alle esigenze
di policy del collettivo.
Pinke: Autoproduzioni.org stato un primo esperimento e magari ha facilitato il processo per noi, nel senso
che abbiamo fatto unesperienza che ci ha portato a capire come assestare il tiro. Per a livello di utenza secondo me non servito a molto perch le persone di fatto
non hanno risposto. Ha continuato a essere sempre uno
sforzo da parte nostra. Noi avevamo chiesto che fosse
uno sforzo condiviso e collettivo. Non stato cos.

I ragionamenti e gli esperimenti sui social network per


continuano. Nellautunno del 2006 viene lanciata la piat-

193

taforma di blog Noblogs.org, o meglio: No(b)logs, i blog


senza log.
Pinke: Anni dopo Noblogs ha dato una nuova spinta alla
comunit, gli utenti sono partecipi. Prima di Noblogs
cera lelenco dei siti su A/I. Non cera interazione ma
una vetrina dove vedevi ogni singolo progetto. Tentativi
di rete cerano, ma erano pi limitati. Ora la rete c e
puoi scambiare contatti e punti di vista con gli altri.

194

No(b)logs

el 2005 il blog uno strumento gi diffusamente usato


da anni, anche se principalmente come diario online.
Al di l degli immancabili casi particolari, la blogosfera non
per ancora riconosciuta come un nuovo ambito dellinformazione. Non c da stupirsi quindi che fino a quel momento non fosse mai emersa lesigenza di caratterizzare
una piattaforma di blogging a uso del movimento italiano, il
quale del resto ha gi altre consolidate possibilit di comunicazione, anche pi aderenti al proprio contesto sociale.
Ma gi da un po di tempo le cose stanno cambiando.
Alieno: Non a caso tutte le vecchie mailing list sono spa-

rite e non se ne aprono di nuove se non strettamente


legate a progetti specifici. La mailing list prima faceva il
chiacchiericcio di fondo che per ti dava la possibilit
dellapprofondimento. Quello che si nota anche in altri
contesti, pi o meno di area informatica, che lambito
di discussione in qualche modo non c pi. La quantit di notizie che ci passano sopra la testa ogni giorno
195

molto aumentata, perci anche pi difficile trovare


momenti di ragionamento.
Allinterno di A/I la discussione sui blog si muove su molti
piani. Se anche allepoca il collettivo ritiene il blogging sostanzialmente un vizio privato, non sfugge a nessuno che il
panorama politico in evoluzione e i movimenti, o il movimento dei movimenti, in conclamato riflusso. Unanalisi
storica sommaria basta a suggerire che iniziata una fase
di ripiegamento e di frammentazione e, dal punto di vista
degli strumenti digitali, il passaggio a una struttura reticolare come quella del blog quasi scontato per cogliere ed
esprimere al meglio le poche energie del momento.
Bomboclat: Noblogs ha visto la luce solo con lindebo-

limento di Indymedia, a cui fino ad allora era riconosciuta la priorit in ogni faccenda mediatica. Durante la
ristrutturazione necessaria al passaggio da Indymedia
nazionale ai gruppi locali, molti che prima la animavano avevano abbandonato il progetto. La piattaforma di
blogging era pensata quindi anche per intercettare e
dare uno spazio continuativo a quegli autori, nellidea
che quel patrimonio di produzione di contenuti resistenti non andasse disperso nella rete.
Prima di buttarsi, il collettivo deve dunque affrontare una
serie di punti dolenti tra cui il timore di alcuni che il contenitore possa rimanere vuoto, che una comunit A/I non
esista.
Pinke: Credo che la costituzione di una comunit sia una

cosa lenta. Ma c, io la vedo una comunit.


La discussione durer mesi e altrettanti ne serviranno per
trovare il software giusto, ma alla fine il nuovo progetto
parte.

196

Obaz: Non ricordo pi i ragionamenti che ci portarono

da autoproduzioni.org alla proposta di qualcosa per


tutto il movimento, ma era unesigenza che cominciava
a circolare nellaria, se ne parlava almeno da qualche
assemblea. Penso sia stata questione, come spesso accade nel collettivo, di una serie di pulsioni verso innovazioni che vengono messe in atto solo quando c il
software adatto.
Nellottobre del 2006 Noblogs viene infine lanciato. A/I
passa dallavere solo un elenco dei siti ospitati a una piattaforma di contenuti interattiva, pensata perch produca reti
proficue.
Obaz: Allinizio a fare da rete cera questa home page

con varie sezioni: gli ultimi post pubblicati, i post pi


letti, gli ultimi blog creati eccetera, che servivano per
sapere cosa stava succedendo dentro Noblogs. Ovviamente non era ancora abbastanza e Ale sera inventato
questa cosa le bolle con cui potevi vedere anche
di cosa stavano parlando i vari blog, e associare le parole in modo da sapere una tal parola in quanti la stavano
usando, in quali post ricorreva eccetera. Ale e Blicero ci
volevano fare la rivoluzione con queste bolle! Ma poi
si bloccato tutto nella fase di implementazione grafica e il progetto non mai stato realizzato. Ogni tanto ci
torniamo sopra e magari prima o poi lo faremo anche.
Certo, oggi i blog li segui con i feed reader o i social
network e non so se sar un di pi o qualcosa di davvero utile.
A dispetto di ogni nera previsione, gli utenti sono entusiasti.
Mettendo in piedi una rete, il collettivo ha la riprova che
una piccola comunit A/I esiste e che sta crescendo. Anzi,
Noblogs le sta dando forse una piccola spinta.
197

Obaz: Allinizio eravamo solo noi e pochi amici. Oggi ci

sono 3090 blog. Questa evoluzione difficile da raccontare, richiederebbe una ricerca a parte. In cinque anni
sono successe molte cose.
Quel che A/I fornisce sostanzialmente un contenitore,
uno strumento per navigare le singole voci. E unammiccante grafica sovietica.
Alieno: Cera stata una rarefazione progressiva delle

persone che si occupavano di grafica. Nel 2005 ero


praticamente rimasto solo. Su Noblogs lispirazione lha
data Void, tirando fuori la scritta con un carattere tipografico simile al cirillico, una roba filosovietica. Io che
da anni mi divertivo con il subvertising mi sono messo
a modificare le immagini di propaganda dellera stalinista e non solo. Dato che cera una bella risposta ho creato una intera serie di immagini, alcune sono state diffuse come manifesti, altre come adesivi. Nel 2007 sono
addirittura finite in una mostra sul Do It Yourself curata
dallAccademia delle Belle Arti di Carrara.
Le immagini di Alieno vivacizzano una campagna storica,
non fossaltro perch Noblogs rappresenta un passo in
avanti decisivo nel processo di raffinazione comunicativa
di A/I. Se consideriamo infatti che per il primo anno e mezzo di vita il collettivo rimane pressoch sconosciuto perch
si concentra esclusivamente sullaspetto tecnico e la messa in opera dei servizi, il lancio di una cosa come Noblogs
un evento di portata epocale.
Assecondando una tendenza nata con il Piano R*, si mettono poi al lavoro persone di cui si conoscono le potenzialit,
ma che sono confinate nelle retrovie a studiare Unix. Con
la progressiva affermazione di un modello comunicativo e

198

contenutistico, i meno tecnici emergono ora in tutta la loro


prestanza, trovando un ruolo pi adatto per se stessi allinterno del gruppo.
Obaz: Io sono entrata nel collettivo a gennaio 2005, alla

mia prima assemblea Ale presentava nel dettaglio il


Piano R*. Sono entrata quindi sapendo che avrei fatto
quel che potevo fare ad esempio penso di aver tradotto in inglese mezzo sito. In realt anche adesso mi sento
di fare un lavoro in parte redazionale. Non scrivo molto
i testi perch penso nel collettivo ci siano delle penne
migliori, con unironia che a me manca. Diciamo che nel
mio piccolo tento di coordinare un po la comunicazione
traducendo le cose, facendo partire le newsletter quando decidiamo di farne. Per Noblogs poi riesco anche a
dare una mano tecnica perch facile, un CMS con un
pannello damministrazione, non devo scrivere codice:
posso seguire gli utenti, spiegargli come usare la piattaforma.
Con il Piano R* si tacitamente rinunciato allidea che tutti possono fare tutto e questo male. Tuttavia, evolvendo
in questa direzione, ci sono sempre nuovi compiti di tipo
secolare da assolvere sentendosi comunque parte del collettivo: dalla gestione del conto Paypal per lautofinanziamento, alle traduzioni, alle burocrazie dei rinnovi.
Alieno: Inizialmente erano molto pi rompicoglioni sul

fatto che tutti dovevano fare tutto. Tipo che a un certo


punto mi piomba in casa Caparossa, mi fa la partizione sul portatile, ci schiaffa Linux e dice: Ecco, ora sei
un amministratore di sistema. In questa macchina hai la
password di root. E io i primi mesi mi sono loggato
sulla macchina sudando freddo, perch mi chiedevo:
Adesso cosa rompo?
199

Ancora oggi il processo di formazione interno ad A/I mostra il suo pi ammirevole risultato: una ventina di amministratori di sistema che gestiscono insieme le stesse macchine senza scannarsi.
Ale: Diciamo che anche esplorando i panorami pi

estremi non si trovano episodi simili: il numero di Sys


Admin pu arrivare a un massimo di cinque.
Non stupisce dunque che la ridistribuzione dei compiti
rappresenti un momento duro, visto che leccezionalit del
collettivo sta anche in questa sua capacit di coinvolgere
tutti nel lavoro.
Bomboclat: Allinizio chi accetta di assumere un ruolo

meno tecnico ha comunque difficolt a interfacciarsi


con i techie in modo efficace e c qualche episodio di
frustrazione.
Ma la fase di disagio dura poco dato che, come abbiamo
gi detto, la natura dei problemi da risolvere si diversifica
continuamente, le cose da fare si moltiplicano e tutti trovano un ambito in cui esprimere al meglio le proprie competenze. C, anche, una crescente consapevolezza del valore dellimpegno di ciascuno e del peso sempre maggiore
del progetto, che deve andare avanti, a maggior ragione in
una fase di riflusso e dispersione.
Alieno: Quelli che mi mancano oggi sono i luoghi e i

momenti di elaborazione. Non sono tanti gli ambiti dove


leggi o vai a sentire ragionamenti di persone che non
conosci direttamente. Se penso al primo periodo in cui
stavo su Cyber-rights, lo ricordo come un ambito ricco
di ispirazioni. Decine di persone che si confrontavano, si
scontravano, si incazzavano. Quel livello adesso lo trovo
difficilmente. Secondo me alcune comunit createsi in-

200

torno ai blog, tra cui anche alcuni ospitati su Noblogs, riescono a essere laboratori di idee interessanti. Mi pare
che in qualche modo abbiamo sviluppato un deficit di
attenzione e comincio a pensare che sia anche un effetto ricercato e in qualche modo voluto. Daltra parte
Autistici non la soluzione: noi facciamo altro. Fortunatamente, facciamo altro. Cerchiamo di fornire strumenti
alla comunit e non soluzioni rispetto alla complessit
della comunicazione: quelle vanno elaborate collettivamente.
in pratica a ridosso del lancio della nuova piattaforma
che la trasformazione in atto nella rete inizia a farsi pi rapida e affascinante, e la discussione sempre pi vivace.
A/I principalmente uno strumento basato sulla sua utilit
strategica e, per andare incontro alle nuove esigenze degli
utenti, nel giro di poco metter a disposizione il sistema di
messaggistica istantanea Jabber e quello di condivisione
di bookmark Lilith.
Con Noblogs insomma il collettivo non d solo vita a un azzardo dal successo inaspettato. Si tratta di una svolta a tutti
gli effetti, perch in qualche modo impedisce ad A/I di diventare obsoleto e gli apre la strada per continuare, anche
negli anni successivi, a dare quegli strumenti di anonimato
e riservatezza che ben conosciamo.

201

202
Manifesto Noblogs - Dettaglio

Parte III

Dal 2006 al 2011


Gli anni recenti

Scenario

2006-2011

entre scriviamo, alla fine del 2011, le ultime truppe


americane stanno lasciando il territorio iracheno, di
fatto un paese che gli analisti definirebbero destabilizzato e privo di un governo credibile. La ricerca dellarcinemico Osama Bin Laden termina invece da qualche parte in
Pakistan, dove le immagini del cadavere risvegliano in un
mondo ormai in altre faccende affaccendato il ricordo di
quel male assoluto che teneva banco sulle prime pagine
dei giornali dieci anni prima. Il conflitto in Afghanistan
comunque ancora in corso.
Nel mondo maturano intanto quella crisi economica e
quello spostamento di asse che vedono arretrare i mercati
dellOccidente ed esplodere quelli asiatici, Cina e India in
testa, e su entrambi franare la crisi del debito e delle grandi banche.
In Italia termina il lungo decennio berlusconiano: il governo viene rimpastato per le pressioni della finanza internazionale e delle istituzioni europee. Si forma un governo
204

tecnico presieduto da Monti, un uomo di fiducia della BCE,


la Banca Centrale Europea. Ma in tutto questo siamo ancora immersi e non per nulla chiaro in che modo ne usciremo. Inutile parlarne in queste pagine, che vorrebbero contribuire a una storia recente, piuttosto che a una cronaca
del presente. Magari per il ventennale di A/I ci troveremo a
scrivere del governo europeo presieduto dal consiglio di
amministrazione della BCE, eterodiretto dai comitati daffari
della Triade.
Prima che la grande crisi si rivelasse in tutta la propria essenza e monopolizzasse lattenzione su di s, la politica
dellemergenza aveva impresso un ritmo alle nostre esistenze. Dai lavavetri alla carta di caramella, dai mendicanti alle previsioni meteorologiche: nel nostro buffo mondo
il cielo minacciava costantemente di cascarci sulla testa.
Lemergenza continua si mescolava sapientemente alle recrudescenze razziste e in breve immigrazione inizi a far
rima con invasione, marocchino con spacciatore, senegalese con prostituta e via dicendo. La prima conseguenza di
questo clima avvelenato lo stigma: si creano delle figure
attorno alle quali concentrare le paure e le insicurezze della societ tutta. Si tratta di un processo comune a ogni epoca storica, ma nel nostro mondo di super accelerazione
e sovraesposizione mediatica, i protagonisti cambiano di
giorno in giorno, sfiorando a volte il ridicolo, ma determinando una spirale ansiogena, che si autoalimenta.
Nel frattempo per il fallimento delle guerre intraprese dagli USA, lincrinarsi dellapparato ideologico molto fragile,
ma efficace, che avevano costruito a supporto, ridanno legittimit alle voci critiche. A questo si unisce la crisi economica che investe il capitale impazzito della finanza internazionale. In verit le voci fuori del coro non erano mai

205

scomparse, anzi erano aumentate, ma avevano unoggettiva difficolt a catturare lattenzione nel clima volutamente
confuso dellemergenza continua. Il 2010 e il 2011 sono invece anni di ripresa dei movimenti, di risveglio della societ civile. In Italia si costituisce un ampio fronte per la difesa
dei beni comuni e una critica piuttosto serrata al modello
neoliberista. Il movimento No TAV segna delle importanti
giornate in Val di Susa, gli studenti danno vita allOnda, una
protesta nazionale contro la riforma della scuola. In generale, il peggioramento delle condizioni di vita in occidente
offre una spinta alla formazione di strutture di base estremamente vitali. In tutto il mondo si torna in piazza, dagli
indignados a Occupy Wall Street, e poi scioperi e cortei un
po ovunque. Di nuovo impossibile per noi capire dove ci
condurr questo nuovo corso, se si esaurir per la fatica di
esistere, spento in nuovo riflusso, se verr schiacciato e represso o se sar foriero di una risuscitata sensibilit sociale in grado di imporre la propria volont sulleconomia e
sulla politica. Probabilmente accadr tutto quanto assieme
e molto altro ancora, forse il caso di organizzarsi per tempo. Il dilemma del nostro buffo mondo post postmoderno
stato ben sintetizzato dal signor Vonnegut nel suo romanzo
Galapagos: In questa era di grossi cervelli, tutto ci che
pu essere fatto sar fatto. Cercate quindi di scansarvi in
tempo.

206

hacktivism

2006-2011

ella seconda met della prima decade del nuovo millennio si inizia a intuire pi chiaramente quali sono
gli interessi in gioco sullo scacchiere della rete. Internet
sembra destinata a due principali funzioni: veicolare informazioni, costruire comunit. Passata la fase pionieristica in
seguito allentrata in gioco dei grandi capitali e di centinaia
di milioni di utenti, le questioni in campo diventano queste, inserite in un processo dialettico piuttosto complesso,
e totalmente in fieri, dove gli esiti non sono evidenti, n
scontati.
Le tv e la carta stampata vengono affiancate e in parte sostituite dai social network e dalle piattaforme di streaming,
lindustria della musica e dello spettacolo deve confrontarsi
con il filesharing, in tutte le sue forme. Di fatto la propriet
intellettuale costretta a ridefinire il proprio valore monetario e anche il proprio senso. Non si tratta di un processo
indolore in cui chiaro dove si andr a parare: al contrario, una sorta di terreno di scontro. Dal 2006 in avanti vi
sono continui tentativi di ostacolare i circuiti peer-to-peer e

207

di gettare sui provider la responsabilit dei contenuti che


circolano in rete. Periodicamente si tenta di acquisire strumenti legislativi che permettano la rimozione di contenuti
dalla rete, ma nessuno di questi riesce ad arginare il fenomeno. Nel 2008 viene intentata una causa contro Pirate Bay,
un punto di riferimento per il filesharing basato su Bit Torrent. Ma intanto la mole di dati condivisi cresce a dismisura
e approda sui cosiddetti cyberlocker, le piattaforme per la
condivisione di file direttamente sul web. Proprio mentre
stiamo scrivendo gli Stati Uniti hanno ottenuto il sequestro
di Megaupload, una delle pi grandi realt commerciali
che offre questo servizio.
Si tratta di processi per nulla lineari in cui interessi economici contrastanti si mischiano alla volont degli utenti
di scambiarsi contenuti, e a questioni non banali di libert
despressione. In generale la maggior parte dei governi
non vede di buon occhio la circolazione incontrollata di informazioni, che spesso risulta politicamente imbarazzante,
in contrasto con gli interessi delle grossi lobby economiche. In questo senso sono tutti uguali: dalla Cina allIran,
dagli USA allItalia. Se si usa Twitter per screditare il governo iraniano, gli Stati Uniti lo appoggeranno come strumento di democrazia, se invece ci si coordinano i riot di Londra
dellestate del 2011, immediatamente si invoca la censura e la mancanza di strumenti legislativi per imbavagliare
la rete. Nel 2010 su questa ambiguit giocher la propria
fortuna Wikileaks, unorganizzazione che diffonde in rete
documenti riservati, basandosi proprio sullassunto che
una volta posto su Internet un qualche tipo di contenuto,
difficilmente potr essere rimosso.
Insomma gli attori in gioco sono numericamente molti e
sufficientemente potenti per creare una situazione complessa e potenzialmente di difficile lettura. Si riesce a
208

orientarsi un poco solo valutando la seconda caratteristica


della rete: le comunit.
Internet non funziona solo da contenitore di informazioni,
ma pi che altro mette in comunicazione gruppi di persone. Su questo assioma sono stati edificati i cosiddetti social network, che oggi sembrano quasi sostituire il web, o
meglio divenire linterfaccia dalla quale si accede a tutto il
resto. Nel 2006 inizia la crisi di Myspace, ma prendono piede Facebook, Twitter, Youtube. Se si include anche Google,
probabilmente si menzionato tutto ci che la maggior
parte degli utenti identifica con Internet.
Fatta la rete, senza pi grosse rivoluzioni tecnologiche in
atto, ma con gran parte della popolazione mondiale coinvolta, non pi solo la quantit di informazioni a fare la
differenza, ma i circuiti in cui sono veicolate. Gli utenti tendono a suddividersi in comunit, allinterno delle quali circolano contenuti mirati, filtrati per interesse. Chi vuole venderti qualcosa, ottenere il tuo voto, il tuo consenso o semplicemente la tua attenzione cercher di inserirsi allinterno della tua comunit o meglio ancora di incarnarla. Quello
che finora abbiamo definito hacktivism in qualche modo si
adegua. Ogni struttura, A/I compresa, finisce per costituire
consapevolmente o meno una propria comunit di riferimento, alla ricerca di contatti con realt affini. Lhacktivism
si sparpaglia per la rete, c chi apre la pagina su Facebook, il canale su Twitter, il blog su Noblogs e contemporaneamente anche su Blogspot, la mail su Autistici e insieme
su Gmail, carica i video dei cortei su Youtube e le foto su
Flickr. Con tutti i vantaggi, i problemi e le contraddizioni
che questo comporta.
Gruppi e tipologie di utenti completamente differenti si trovano a mobilitarsi contro gli stessi provvedimenti legislativi
209

o repressivi. Le leggi contro il filesharing coinvolgono dai


gruppi politicamente schierati fino agli utenti che vogliono potersi scaricare gratis il videogame per la Xbox. Per
contrappasso, diviene sempre pi importante la parte non
virtuale del gioco. Una comunit pi coesa e interessante
se esiste al di fuori del web, se in grado di incontrarsi e di vivere esperienze, di intervenire sulla realt che la
circonda. La comunit di Hackmeeting non sarebbe tale
senza lannuale incontro, senza potersi vedere e sudare
tutti quanti assieme in quelle torride giornate estive. A/I ha
superato i dieci anni di vita perch abbiamo ancora voglia
di incontrarci vis vis e progettare assieme. Come nelle
migliori operette morali, vorremmo quindi concludere con
una massima, presa in prestito da Un uomo senza patria,
di nuovo del signor Vonnegut: Le comunit virtuali non
costruiscono nulla. Non ti resta niente in mano. Gli uomini
sono animali fatti per danzare. Quant bello alzarsi, uscire
di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare
in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti.

210

Una rete collaborativa

onostante gli sforzi del Piano R* perch la rete di A/I


risultasse effettivamente resistente agli urti, gli escamotage tecnici non bastavano. La forza del progetto stata
la forza della comunit che lo supporta. Linterpretazione
dellaggettivo social per A/I sfocia decisamente nel concetto di mutuo appoggio.
Obaz: Noblogs diventato una cosa un po autogestita,

anche perch alla fine hai un tuo blog dove puoi permettere anche alle altre persone di crearsi un account
una piattaforma di cui esistono i manuali, la gente li
pu studiare e spiegarli agli altri. Femminismo a Sud ha
fatto aprire blog a tutte le femministe dItalia su Noblogs
e spiegava loro tecnicamente come funzionava promuovendo dei workshop. Ha organizzato almeno un paio di
seminari su come usare Lifetype prima e Wordpress
poi. A volte chiamavano noi, a volte li facevano da sole.

211

Noblogs ha attratto diverse comunit specifiche, dalle femministe agli anarchici, grandi e piccoli gruppi che ora si
saldano nel fare, nel portare avanti delle pratiche, dallarte
agli orti comunitari. Un altro fatto notevole che Noblogs
ha raccolto leredit internazionale di A/I, tant che il blog
pi letto, annalist.noblogs.org, tedesco.
Obaz: Ad A/I sono approdati tedeschi, russi, portoghesi,

sudamericani. Questo perch abbiamo versioni del sito


in molte lingue, comprese un paio di pagine in cinese.
La traduzione del sito autistici.org/inventati.org frutto
soprattutto della collaborazione di singoli che si sono
messi a riscrivere le pagine nella propria lingua.
Abbiamo il russo perch a un certo punto arrivavano
a info@ questi testi in cirillico; noi abbiamo cercato di
capire coserano usando Google Translate, tanto per sapere se almeno parlavano delle stesse cose! E quindi
abbiamo iniziato a metterle online perch cera questo
volontario che le aveva tradotte dallinglese al russo. Poi
c Nah, una ragazza brasiliana che poi abbiamo anche
conosciuto di persona e che ha tradotto in portoghese il
sito perch ha deciso che le piacevamo
Negli anni si tentano alcuni esperimenti per aiutare gli
utenti a relazionarsi tra loro, ad aiutarsi a vicenda e a dare
vita a quella che pu finalmente chiamarsi una vera e propria comunit.
Psykozygo: La scelta di rilanciare il forum come luogo di

auto-aiuto tra gli utenti stata un successo veramente


inatteso. Ci sono stati tantissimi esempi di collaborazione tra le persone, sia che si trattasse della personalizzazione grafica di un singolo blog che per la risoluzione
di piccoli problemi quotidiani legati ai client di posta
elettronica o altri servizi.
212

Ma le collaborazioni non si innescano solo a partire da Noblogs. il caso di Collane di Ruggine, un progetto di autoproduzione editoriale coprodotto anche dal collettivo.
Reginazabo: Collane di Ruggine nasce con l Hackmeet-

ing di Pisa. Principalmente dietro il progetto siamo in


tre, ma alla lista di gestione sono iscritte molte pi persone. Ci siamo conosciuti tramite A/I, ma tutto parte
dalle chiacchierate in Jabber, quando scopriamo che
a tutti noi piace fare libri. La coproduzione da parte di
A/I nasce perch talvolta il collettivo appoggia iniziative affini, ma che non hanno necessariamente a che fare
con il progetto tecnico. Se da un lato vero che allinterno del collettivo non tutte le posizioni sono condivise,
dallaltro lo sono certe pratiche e attivit aderenti alla
nostra cultura.
Allinizio i curatori pensano a unautoproduzione editoriale
su argomenti legati in qualche modo alluso delle tecnologie. Il primo libro pubblicato infatti una riduzione di una
tesi di laurea sul rapporto tra uomo e tecnica nei romanzi
di J.G. Ballard. Nel tempo per si accorgono di avere tanti
racconti brevi e, alla fine, optano per una rivista, Ruggine,
in cui pubblicano racconti illustrati di letteratura fantastica.
Reginazabo: I nostri racconti hanno a volte unatmosfera

steampunk, un immaginario che credo sia molto adatto


a questo momento storico. Credo che riesca ad affascinare le persone e ad avvicinarle cos a contenuti a cui
non si avvicinerebbero mai, se tu gli raccontassi semplicemente la verit.
La semplice verit, ecco: a Genova, nel 2001, mi sono
resa conto che la semplice verit non bastava. Quando
racconti la semplice verit ti sbattono a Bolzaneto e ti
massacrano di botte.
213

Il collettivo negli ultimi anni, superando un po il proprio


austero ruolo tecnico, ha appoggiato e seguito da vicino
anche alcune campagne a tema pi strettamente sociale.
Reginazabo: Tra il 2007 e il 2008 in Italia non respirava-

mo pi. La nostra impressione era che si tentasse di fare


una politica basata su paura e allarme sociale e che non
fosse un caso se politici e giornalisti calcavano tanto la
mano su quel tema: era razzismo democratico in piena.
Come episodio scatenante della mia impazienza, ricordo il pogrom di Ponticelli, a Napoli, quando una ragazzina rom fu accusata di aver rapito una bambina e il quartiere il giorno dopo savvent contro il campo nomadi,
da cui scapparono tutti.
AllHackmeeting di Palermo fummo avvicinati da alcune
persone che ci proposero di pensare insieme un progetto contro la sorveglianza e la paura sociale. Siccome cerano anche degli esperimenti positivi in giro a cui nessuno dava voce, abbiamo pensato di usare un aggregatore
di siti per fare in modo che vi confluissero, ottenendo
maggiore visibilit.
Alcune delle persone con cui il collettivo comincia a concepire il progetto stanno conducendo la campagna Freedom not fear, sponsorizzata dallEFF; il loro intervento
determinante, perch incoraggiano A/I a prendere in mano
la situazione e a fare qualcosa.
Reginazabo: Avevamo appena acquistato il dominio an-

che.no, che cadeva a fagiolo! Per prima cosa abbiamo


tirato su il blog paura.anche.no e ne abbiamo dato la
password a vari progetti. Poi abbiamo mandato inviti ad
altrettante iniziative del genere perch partecipassero.
In gran parte il nostro lavoro stato mettere assieme
blog che si occupavano di quel tema, ma facevamo an214

che pubblicazioni nostre. Per alcuni mesi, il portale ha


funzionato molto bene.
La campagna per non finisce qui, anzi, evolve presto in
qualcosa di inaspettato. Come si suol dire, da cosa nasce
cosa, ed cos che, in quello stesso periodo, compare per
la prima volta il Babau.
Bomboclat: Il Babau uno spin-off del collettivo, che oltre
a occuparsi di tecnologia come sappiamo si dedica alle
forme di comunicazione. In questo caso ha provato ad
agganciarsi alla campagna Freedom not fear trovando una formula comunicativa che potesse disinnescare
almeno concettualmente la strategia della paura e della
repressione.

Tutto ha quindi inizio quando Alieno si incarica di disegnare


la quintessenza della politica dellansia, lincarnazione della
paura come strumento di controllo: il Babau, per lappunto.
Due occhi e una bocca minacciosi su fondo nero diventano
cos il curioso testimonial della campagna contro la paura.
Alieno: Alle volte la soluzione pi semplice la pi effi-

cace. Ho perso settimane a pensare a come disegnare


la paura ed bastato ridurre il tutto agli elementi essenziali.
Lo scopo del portale paura.anche.no era infatti mettere in
evidenza i progetti positivi nati in Italia ma, al contempo,
mettere in ridicolo la paura. E a questo serve il Babau.
Bomboclat: Lidea era quella di evocare lincubo di ogni

bambino che si fa prosecuzione grottesca nel mondo


degli adulti per giustificare le politiche securitarie, nonch le paranoie insensate che si alimentano sullaggravarsi del contesto sociale che esse stesse generano; un
circolo vizioso di cui siamo schiavi da un decennio al215

meno in forme sproporzionate e insopportabili. La via


di fuga da tanta pesantezza si propone nella leggerezza
di un soggetto immaginario, responsabile di tutti i mali
immaginabili, ma anche di alcuni decisamente improbabili.
La campagna funziona e ne nasce una serie di iniziative
territoriali a Milano, Firenze, Roma e Bologna, e poi a Pisa,
Falconara, Padova, Torino e Parma
Alieno: La cosa da ricordare della campagna del Babau

stato il coordinamento, che ha fatto apparire il Babau


sia in grandi citt che nei piccoli centri di provincia con
uscite programmate che hanno creato curiosit innescando un circolo virtuoso che si mosso in autonomia
per mesi.
Si finisce per fare una chiamata alle armi: si cercano disegni
e racconti che illustrino quel senso dansia che alimentava
le politiche emergenziali di quel periodo. Si cercano i molteplici volti del Babau.
Reginazabo: A un certo punto siamo entrati in contatto

con la Scuola romana dei fumetti, da cui ci sono arrivate


diverse versioni del Babau: circa quaranta tavole di autori anche importanti sul tema della paura sociale. Questa
cosa diventata una mostra, che abbiamo portato in giro
per tutta Italia.
Oltre alla mostra itinerante, la campagna produce anche un
libro di cartoline e racconti brevi, ispirati appunto alla provocazione del Babau. Il titolo: Il Babau Paura del buio?
Reginazabo: La mostra arrivata fino a Berlino, ha avuto

la sua risonanza. Quando poi abbiamo fatto il libretto di


Collane di Ruggine con i racconti e le tavole, ci sono arrivati contributi anche dallestero, scritti in italiano, una
cosa incredibile!
216

217
Il Babau per le strade di Milano

I casi legali

Pedopriest, 2007

erch sempre destate? Momenti di stanca parlamentare? Fine del campionato? Ai posteri lardua
sentenza Nel mentre, ricostruiamo questo ennesimo
caso legale che vede coinvolto anche il collettivo. Un
brutto episodio di censura digitale, e forse qualcosa di
pi: unopera di net-art incompresa.

LUCA A VOLONT
30 giugno 2007. Una settimana dopo luscita del suo
nuovo videogioco Operazione: Pretofilia, Molleindustria
di propria iniziativa lo rimuove dal sito (www.molleindustria.org/it/operazione-pretofilia) spiegando che vuole
evitare problemi al server che lo ospita dopo il putiferio
scatenato in parlamento dallonorevole Luca Volont.
Appena lanciata la nuova, simpatica animazione in flash,
lonorevole dellUDC aveva infatti intrapreso una sua per218

sonale crociata politica e promosso uninterrogazione


parlamentare urgente, con cui chiedeva al governo di
prendere immediati provvedimenti contro i contenuti
offensivi del sentimento religioso di Pretofilia. Non contento, suggeriva quindi di perseguitarne gli autori per
pedofilia.
La risposta del governo velocissima e, durante una
seduta alla camera del 28 di giugno Misure per contrastare le offese al sentimento religioso ed alle confessioni religiose (n. 2-00624) il sottosegretario Paolo
Naccarato fa sapere che si sta gi lavorando per rimuovere la pagina web dal server.
Molleindustria ritira il gioco e denuncia laccaduto: Pretofilia (Pedopriest in inglese) vuole chiaramente essere
una satira sul clero, e non certo un gioco dai contenuti
pedo-pornografici. A questo riguardo, la presentazione
linequivocabile:
Ancora una volta il clero al centro delle polemiche per
gli abusi ai danni dei minori. Il Vaticano ha creato una task
force per garantire limpunit dei preti pederasti. Assumi
il comando delle operazioni pretofile: consolida lomert,
insabbia le indagini, contieni lo scandalo finch lattenzione mediatica non sar calata. Non lasciare che la giustizia
secolare si intrometta negli affari della Chiesa!
Pretofilia non pi scandaloso dei fatti di cronaca che
irride. Ma come pu un gioco pensato per denunciare
la diffusione della pedofilia nel clero diventare vittima
delle leggi contro la pedofilia? Lonorevole Volont, genio della burla e del dtournement egli stesso, fa appello alle clausole sulla pornografia virtuale (legge 38 del
6 febbraio 2006). La legge colpisce quelle che descrive
come:
219

immagini virtuali [] realizzate con tecniche di elaborazione grafica non associate in tutto o in parte a situazioni
reali, la cui qualit di rappresentazione fa apparire come
vere situazioni non reali.
In buona sostanza, anche se discutibilmente, in Italia il
gioco pu essere ritenuto illegale. Linterpellanza durgenza ha chiaramente lo scopo di proteggere il buon
nome del clero impedendo la diffusione del gioco.
Una volta rimbalzata in rete la notizia della censura, si
moltiplicano siti mirror, link al gioco, siti dove lo si pu
scaricare; A/I ospita Pretofilia sul suo server; diversi
blog di Noblogs partecipano alla rivolta silenziosa a sostegno di Molleindustria con il risultato che, nel cuore
della notte del 2 luglio, il server americano di A/I, che
ospita Noblogs, viene spento.

UNA (POCO) MISTERIOSA ASSOCIAZIONE PER LA


DIFESA DEI MINORI
il potere della parola: pedofilia. Lo spauracchio pi
gettonato, assieme al terrorismo, da agitare sotto il naso
della gente ogni volta che si parla di diritti digitali, anonimato in rete, privacy.
In questo caso bastata una mail, ovvero la denuncia di
una non meglio identificata associazione per la difesa
dei minori di cui nessuno ha pi saputo niente.
Infatti, per una serie di leggi condivise dalla maggior
parte dei paesi, quando si tratta di materiale pedo-pornografico, sufficiente una segnalazione (o una delazione) per far oscurare un sito o una pagina web: vista la
gravit del reato, prima si agisce e poi si verifica e se
220

si tratta di un falso allarme, tutto torna come prima con


tante gentilissime scuse.
La mattina del 3 luglio ci si accorge dellaccaduto, ma
serve un po di tempo per capire che cosa successo
davvero, visto che non risulta essere in atto alcun procedimento giudiziario a carico di A/I, o qualcosa che
giustifichi la sospensione del servizio. Poi la faccenda
si chiarisce.
Il collettivo si aspettava una reazione, ma non certo
che, con una telefonata dallItalia, qualcuno riuscisse a
convincere un provider americano amico a oscurare,
ancora una volta, tutta Noblogs per colpire un solo contenuto. Daltro canto, con unaltra chiamata intercontinentale che la faccenda viene risolta.
Il collettivo riesce a raggiungere telefonicamente il
proprietario del provider e a spiegare le sue ragioni.
Si decide per cautela di contattare dei legali, nellottica
di non rischiare inutilmente e di ripristinare il funzionamento della piattaforma il prima possibile.
Non appena il provider ottiene la conferma che Pretofilia non infrange nessuna legge in America, fa riattaccare
la spina al server e Noblogs torna a funzionare. Ecco
cosa risponde il provider ad A/I:
Abbiamo esaminato il contenuto che avete pubblicato
con lassistenza di un consulente legale esperto di diritto
statunitense. Il contenuto legale.
Potremmo dire, a posteriori, che grazie al Piano R* un
contenuto censurato torna subito in rete e che, in ogni
caso, il breve oscuramento avvenuto solo per un problema di fuso orario.

221

LOSTINAZIONE
La faccenda Pretofilia non finisce qui. Due giorni dopo,
il 4 luglio, viene messo sotto sequestro preventivo Libert, Egalit, Volont. The Blasphemous Art Riot, realizzato dal gruppo immaginario Les Liens Invisibles in
collaborazione con Image Guerrilla Group: una pagina
web irriverente anchessa spuntata in solidariet a Molleindustria.
Ci si appella in questo caso agli articoli 494 (sostituzione
di persona) e 595/3 (diffamazione a mezzo stampa) del
codice penale: la geniale opera di net-art ricalca infatti
il layout del sito dellonorevole e ne irride i contenuti.
Ogni link porta a un mirror del gioco di Molleindustria o
a pagine web di comunicati stampa sulla censura.
Si tratta di unaltra prevaricazione, come sappiamo dal
caso Trenitalia e, per il 10 luglio, anche il sito Luca a Volont www.lucavolonte.eu torna visibile.

222

223
una scena di Operazione Pretofila di Molleindustria

Nipotini di Orwell

entre allinizio della sua esistenza il collettivo si trovava a dover interagire per lo pi con scettici e tecnofobi, luso sempre pi diffuso della rete, che coincide anche
con un numero maggiore di utenti, cambia radicalmente
lordine dei problemi da affrontare e quello delle soluzioni
da offrire.
Gio: Con la scoperta del servizio di anonimizzazione

Tor potevamo finalmente sfogare il desiderio di anonimizzazione in rete!


Come abbiamo detto pi volte, il tema della difesa della
privacy un nodo centrale dellattivit di A/I, ma nellultimo
lustro diventa terreno di sperimentazione e fronte caldo rispetto allavanzata dei social network.
Gio: Lesistenza di una rete Tor dipende da chi concre-

tamente installa il software su uno o pi calcolatori con


connessioni pubbliche, e le rende disponibili alla rete.
Si tratta di un sistema collaborativo, nello stile delle reti
P2P. Questo lo rendeva interessante ai miei occhi. Inol224

tre si tratta di uno strumento con un incredibile potenziale nelle situazioni critiche di controllo e censura.
Tutte le nuove soluzioni vengono prima studiate e portate avanti solo dopo unattenta considerazione da parte del
collettivo.
Bomboclat: Su Tor abbiamo fatto una valutazione del

rischio. un servizio molto delicato in quanto gli exit


node sono spesso fonte di denunce e noi non volevamo
compromettere una rete in cui sono presenti dati sensibili come le mailbox. Abbiamo deciso che sarebbe
stato meglio che questo servizio crescesse a latere del
nostro network. C stata anche una campagna Adotta
un Server Tor, ma non mai decollata realmente.
Tanti anni di impegno su privacy e anonimato in rete vengono riconosciuti nel 2008, quando A/I riceve il Premio
Winston Smith eroe della Privacy, lunico riconoscimento positivo tra i Big Brother Awards. Per pura vanteria,
riportiamo qui di seguito le motivazioni del premio:
Il collettivo Autistici/Inventati, nellambito delle sue attivit ha
portato avanti per anni una indefessa e meritoria fornitura di
servizi di comunicazione molto pi rispettosi della privacy di
quelli commerciali od istituzionali. Ha fatto questo in maniera
totalmente volontaria e gratuita in presenza sia di difficolt
economiche che di una intrusione informatica devastante
giustificata come effetto secondario di indagini giudiziarie.
Ha reagito in maniera positiva e creativa a queste problematiche e continua a dare una possibilit a chi ritiene di dover
difendere e mantenere il proprio diritto alla privacy in Rete.
Con mezzi limitati si impegnato nel lodevole tentativo di
costruire una struttura di comunicazione resistente ad attacchi di tipo censorio.

225

Alieno: La vita digitale allepoca del web 2.0 si riempita

di applicazioni che sembrano indispensabili. Contemporaneamente si abbassato il livello di comprensione


su come funzionano tecnicamente. Su questi aspetti c
un sacco di lavoro da fare e consapevolezza da far maturare Preferisco la paranoia e lo scetticismo rispetto
al tecnofeticismo dilagante che ormai investe anche oggetti come telefoni, player MP3 e compagnia bella.
Nei dieci anni di vita del collettivo la questione del diritto
alla riservatezza personale non si evoluta, piuttosto ha
subito un ribaltamento di senso, e questo ha spinto A/I a
farsi domande, studiare, cercare soluzioni.
Obaz: La lezione sulla privacy oggi dimenticata. Prima

di Facebook, Internet la usavano i nerd per divertirsi e


gli altri per scrivere la mail o per andare a guardare
il tale sito. Poi cominciato a diventare entertainment.
E quando tu dici: Guarda che questo entertainment
pericoloso, come andare a dire a qualcuno: Guarda
che la cocaina ti fa male. Sembri mio nonno. E quindi
dobbiamo trovare il modo di rispondere a questa cosa.
un problema su cui stiamo continuando a interrogarci,
perch non pi soltanto una questione tecnica, non
lo mai stata. Ne discutiamo spesso in lista, sul perch
certe cose funzionano e altre no.
Di tanto in tanto, come per il caso allarmante di Facebook
e della sua inarrestabile diffusione, A/I prova a fare campagne di riduzione del danno, consapevole della mancanza di unalternativa praticabile.
Obaz: Fin dallinizio di Facebook da pi parti sono stati

evidenziati i problemi di privacy legati a questa piattaforma. Twitter meno invasivo, ma a me piacerebbe

226

che i nostri utenti usassero Identi.ca, il servizio di microblogging equivalente open source. Io scrivo i miei
tweet anche l, ma tutti quanti mi rispondono su Twitter!
Su Identi.ca non c abbastanza gente. A volte invece
succede il contrario. Le persone si conoscono su Twitter e poi si spostano sulle piattaforme autogestite. Ho
visto diversi progetti nascere cos e poi aprirsi il blog
da noi. O addirittura spostarci il proprio blog personale. Credo sia tutto collegato alla questione OWS, Occupy
Everything, alla Spanish Revolution o, insomma, a tutto
questo ultimo anno. Succede nel momento in cui nasce
un gruppo di persone che si erano fatte il loro blog o
Twitter anche solo come diario personale e poi hanno
cominciato a mettersi in rete tra di loro. Facendolo tramite Internet, magari entrano anche in contatto con altre
persone che ne capiscono di pi di privacy, quindi si
scambiano informazioni e fanno scelte politiche consapevoli.
Per molte persone, dai dissidenti russi agli operatori del
terzo settore che lavorano nei teatri di guerra, scrivere su
Noblogs piuttosto che su una piattaforma commerciale che
non garantisce loro lanonimato ancora oggi un bisogno
reale, piuttosto che una qualche dichiarazione di appartenenza. Ma la questione privacy determinante anche per
chi ha una vita meno avventurosa di cos.
Obaz: La questione privacy ancora attuale. Basta pen-

sare alle Nymwars che sono scoppiate attorno alla policy di Google Plus, che declassa gli pseudonimi richiedendo luso del nome reale nellaccount. Questo dimostra che poter usare un nickname che non corrisponda
al proprio nome e cognome ancora importante per
le persone e che la tendenza a usare uno pseudonimo

227

per la propria personalit virtuale ancora forte. Ma


non penso sia altrettanto importante per quelle stesse
persone che lo pseudonimo non sia mai associabile al
proprio nome e cognome: non si tratta di mantenere lanonimato. Si tratta pi di una vaga consapevolezza, che
di un reale approfondimento. Ma nel web 2.0 le cose si
fanno anche un po a senso e io credo che usando uno
pseudonimo ci si senta pi protetti. una cosa che ancora conta molto anche nella scelta di usare Noblogs.
Anche per questo, su Noblogs oggi c un po di tutto, compresi alcuni pazzi del villaggio che vengono tollerati per la
semplice ragione che esistono pure loro (o, nei casi peggiori, con la politica: una risata li seppellir). C chi ha
effettivamente bisogno dellanonimato e chi vuole giustamente tutelare la propria privacy; c chi pensa che garantisca meglio di altri la libert despressione e chi crede
che il progetto vada premiato scegliendolo; c, infine, chi
rimarca cos la propria appartenenza politica.
Obaz: Come Mille ai tempi di info@, su Noblogs ho fatto

un po di proselitismo e lo conosco abbastanza bene.


Io ho unidea ultra-movimentistica di tutto il progetto
A/I, ma Noblogs in particolare non rappresenta unappartenenza specifica. Va da s che i centri sociali e il
movimento a noi pi vicino usino Noblogs o comunque
non una piattaforma commerciale. Ma su Noblogs hanno aperto il loro blog progetti completamente diversi,
che non parlano di politica o di movimento. Ci scrivono di qualunque cosa, non una piattaforma di soli attivisti. Certo che chi oggi decide di aprirsi il blog su
Noblogs non lo fa perch ha un bel nome, ma perch
ha considerato molte cose e ha fatto una scelta precisa,
senn non arriva nemmeno a scoprire che esiste.

228

229
Un tavolo autistico durante un hackmeeting

I casi legali

Crackdown norvegese
2010

solo per contraddire la nostra teoria del danno come


animale estivo che adesso affrontiamo lultimissima vicenda legale che vede protagonista il collettivo e che
accade nel bel mezzo di un gelido inverno.
Il 6 novembre 2010 la polizia norvegese sequestra per
alcune ore il server che Autistici/Inventati tiene in quel
paese e fa copia di tutti i dischi. Inizialmente, lunica
cosa che si riesce a sapere che i birri norvegesi agiscono su rogatoria internazionale ovviamente proveniente dallItalia.
Ancora una volta, per cercare non si sa cosa comunque qualcosa che ha a che fare con uno o con pochissimi utenti la privacy di migliaia di persone viene potenzialmente violata. Il collettivo, appena avuto notizia del
danno, invita tutti a cambiare la password della posta e
dellFTP azione dovuta per tutti, e non solo per chi aveva la mail su Contumacia, il server in questione.

230

La notizia della perquisizione della polizia norvegese rimbalza di bocca in bocca, di sito in sito, di blog
in blog. Grazie al Piano R*, che si comprova unottima
arma anti-censura, in due ore vengono riattivati i servizi
su altri server. In ventiquattrore tutta linfrastruttura torna a funzionare perfettamente. Per cautela, i tecnici del
collettivo spostano su unaltra macchina tutte le caselle
di posta che si trovavano sul server sequestrato e, di
conseguenza, capita che chi aveva la mail su Contumacia ne perda momentaneamente il contenuto.
Si ricorda a tutti un po di sane pratiche, come appunto
non tenere il proprio archivio di posta online sulle macchine di A/I: unabitudine che, come in questo caso, pu
rivelarsi una pessima mossa. Per quanto i dischi siano
crittati, non intelligente comunque affidarsi ciecamente alla tecnologia ci sono errori banali che possono
invalidare la crittografia forte. In conclusione, non prudente scommettere sulla propria sicurezza affidandola
a terzi, anche se si tratta di A/I.
Poco danno, apparentemente. Ma resta da capire chi ha
violato il server.

RICAPITOLIAMO: CASA POUND


Tutto si scopre avere avuto inizio nientemeno che nel dicembre 2008, il giorno 9, ad Avezzano, grosso comune
della Marsica abruzzese.
Risale ad allora una querela sporta a seguito di presunti
atti intimidatori e diffamatori a danno di Gianluca Jannone, leader del gruppo neofascista Casa Pound, ed
Ercole Marchionni, fondatore di Casa Pound Avezzano.

231

Tali atti intimidatori e diffamatori sarebbero: una scritta


su un muro, della vernice rossa su un campanello e alcuni scritti apparsi su abruzzo.indymedia.org e su orsa.
noblogs.org, nei quali si chiede di non concedere luso
di spazi pubblici a gruppi dichiaratamente neofascisti
come quello cui i due figuri appartengono.
In seguito alla querela il procuratore Stefano Gallo apre
uninchiesta e dopo poco arriva limmancabile richiesta
di dati anagrafici alla polizia postale di Milano. Il blog
e la relativa casella di posta sono infatti ospitati su A/I e
ne risponde lAssociazione Investici, che nel capoluogo
lombardo ha sede.
Nellagosto del 2009 lAssociazione Investici viene sentita come persona informata sui fatti e dichiara, di fronte
a pubblici ufficiali, che sui propri server non vi sono file
di log relativi alla casella di posta orsa@canaglie.net, n
i dati anagrafici di chi lha richiesta. Da manuale. Evidentemente non convinta della buona fede di queste
dichiarazioni, la Procura avvia una rogatoria internazionale niente meno che in Norvegia, Olanda e Svizzera,
questa volta per minacce, al fine di ottenere dai provider che ospitano i server di A/I i dati che non hanno
avuto dal collettivo. Nel novembre del 2010 la polizia
postale norvegese esegue, da parte sua, la rogatoria:
si reca negli uffici del provider che ospita un server A/I
e clona per intero i dischi presenti sulla macchina, il cui
contenuto fortunatamente in gran parte gi cifrato.

SENZA CAPO N CODA


Su Cavallette, il blog di A/I, si legge:
Ci appare incomprensibile in questi giorni nei quali
tutte le procure dItalia lamentano i tagli e la scarsit di
232

fondi, che una querela di parte recepita dal Commissariato di Avezzano per delle vicende di minima entit scateni in una Procura della Repubblica la smania di tre rogatorie internazionali per acquisire dati che non esistono
o che sono privi di qualsiasi rilievo investigativo.
Riusciamo a comprenderlo solo se postuliamo che la
voce di Casa Pound abbia una certa influenza in qualche parte delle questure italiane.
A rafforzare lidea che questo immane sforzo investigativo non sia solidamente supportato da altrettanta competenza, una serie di particolari curiosi da cui si deduce che le forze di polizia non sono in grado di occuparsi
di criminalit informatica.
Primo, date le rogatorie, evidente che considerano reticente la deposizione di A/I, che ha dichiarato di non
avere n i log, n i dati anagrafici di chi ha aperto la casella di posta in questione. Ma sappiamo che la risposta
pi che onesta: tecnicamente certa.
Secondo, per lilarit generale, nella rogatoria internazionale compaiono tradotti il nome utente e quello del
dominio (sic):
orsa@canaglie.net (she-bear@scoundrel.net)
Entrambe le cose dimostrano poca confidenza con la
tecnologia a mezzo della quale si sarebbero consumate
le minacce di cui parla la rogatoria.
Sorge spontaneo il dubbio che le ragioni di questo
crackdown non debbano essere ricercate tanto tra
quelle di ordine investigativo, quanto tra quelle di ordine politico: un ordine sufficiente a mandare avanti un
apparato giuridico internazionale, pur senza speranza
233

di ottenere alcunch e sulla base di ancor meno, se


vero che tutto avrebbe avuto origine da una scritta sul
muro in quel di Avezzano.
a questo punto che le cose prendono una piega inaspettata. A differenza di quel che ci saremmo aspettati
in Italia, nella civile Norvegia il crackdown di A/I e la
violazione della privacy dei suoi utenti assume in breve
le dimensioni di un vero e proprio scandalo.
La cosa si fa vivace. A/I diventa famosissimo e il suo
caso viene riportato da tutti come emblematico allinterno di un preesistente dibattito sulla data retention,
che si teme possa essere un mezzo di restrizione della
libert despressione.
I giornali titolano: La polizia sequestra 7000 account,
per fare prima. infatti la fretta il motivo addotto dalla
polizia in prima battuta per giustificarsi davanti allopinione pubblica norvegese, che la accusa di aver dato
seguito a una rogatoria internazionale vaga e approssimativa che proprio non si capisce come possa aver
valso il sequestro di un intero server.

COME A/I DIVENTA UN CASO


MEDIATICO IN NORVEGIA
La Questione Datalagringsdirektivet
Il caso di A/I viene inizialmente preso a cuore da Jon
Wessel-Aas, leader della sezione norvegese della commissione internazionale dei giuristi. Wessel-Aas pubblica un primo articolo che denuncia la vicenda. Larticolo
poi ripreso a ruota da altri i link sono disponibili su
cavallette.noblogs.org e quindi dai radiogiornali na-

234

zionali del mattino trasmessi da NRK (lequivalente della


Rai norvegese).
La polemica si fa di giorno in giorno pi accesa: i norvegesi sono indignati e fioccano le lamentele per il comportamento delle istituzioni del proprio paese. Si parla
anche e univocamente della preoccupante situazione
sociopolitica italiana. Il caso di A/I cade nel pieno della
discussione, in Norvegia, sulla Datalagringsdirektivet: la
prospettiva dadesione alla Direttiva europea 2006/24/
EF solleva molti dubbi e ha gi scatenato vive polemiche. La legge verr poi approvata il 4 aprile 2011 con
poco margine 89 a favore contro 80 contrari e dopo
nove ore di duro dibattito. La direttiva, gi vigente in Italia ma rigettata dal Belgio e ritenuta anticostituzionale
da Germania e Romania, obbliga i provider alla conservazione dei dati ed entra in conflitto con la legge norvegese sulla privacy, che impone esattamente il contrario,
ovvero la cancellazione dei dati sensibili.
Allinterno del dibattito politico locale, la questione
esasperata: nessuno sembra volere questa legge tranne
il governo e le forze di polizia, che hanno dato vita a una
campagna di comunicazione sociale a base di lotta alla
pedofilia e al terrorismo.
Il caso di A/I in sostanza tagliato su misura per la situazione, tanto pi che, anche se il dibattito animato da
molte questioni interne, c anche una componente di
fastidio per leccessiva condiscendenza verso le politiche dellUnione Europea (della quale la Norvegia non
fa parte).
Il comportamento delle forze dellordine dimostra infatti
unesecuzione acritica, che i norvegesi non perdonano
quando sui giornali finisce il testo della rogatoria: come
235

possibile che nessuno abbia chiesto ulteriori spiegazioni allItalia prima di mettere in pratica il mandato?
Nella richiesta italiana non compaiono ragioni e dettagli
sufficienti a motivare la sollecitudine con cui la polizia
ha ritenuto opportuno agire.
La discussione procede e nelle mailing list a tema Datalagringsdirektivet c chi sostiene la tesi dellavvocato
di A/I, secondo cui il sequestro stato effettuato in modo
illegittimo in base alle leggi vigenti. Le argomentazioni principali contro la direttiva europea combaciano
perfettamente con le rimostranze di A/I: in democrazia,
sono i cittadini a controllare lo stato e non il contrario;
tutti i cittadini sono innocenti fino a prova contraria e non
viceversa; il controllo sistematico delle comunicazioni
stride con i diritti umani.
Tra le posizioni pi dure e autorevoli, il comunicato ufficiale di IKT Norge (lassociazione per lindustria informatica norvegese), intitolato: La polizia dimostra una
capacit di giudizio fallimentare per il settore digitale.
Una tale e inaspettata esposizione mediatica mette in
difficolt la polizia norvegese. A seguito di tutto questo,
finalmente giunge un fax di risposta allavvocato norvegese che difende il collettivo.

A DOMANDA RISPONDE
Sono queste le parole, tradotte in italiano, che la Polizia
norvegese scrive in risposta ad A/I e con cui si spiegherebbe il loro frettoloso modus operandi:
Posso assicurarle che lintento della polizia norvegese
di dare una risposta quanto pi precisa possibile alla richiesta delle autorit italiane. Siamo consapevoli del fat-

236

to che il server contiene un grande quantitativo di dati


che potrebbero non essere pertinenti alla richiesta, e tali
informazioni non saranno divulgate alle autorit italiane.
Pertanto solo le informazioni pertinenti alla richiesta delle autorit italiane, relativa alla casella di posta music@
autistici.org, saranno incluse nel rapporto di polizia che
sar preparato dalla polizia norvegese.
Music@autistici.org? Il fax continua:
Riguardo alla copia dei dischi, tale metodo stato scelto
perch il provider norvegese ci ha segnalato che i dati
in questione erano stati cancellati. Questo implicava che
i dati dovevano essere cercati e ricostruiti un processo che richieder diverse settimane secondo il nostro
esperto di informatica forense. Le alternative alla copia dei dischi sarebbero state il sequestro dei dischi o
lo svolgimento delle indagini in loco, presso il provider.
Entrambi questi metodi avrebbero comportato inconvenienti a terzi, gli attuali utenti del server, e inconvenienti
economici al provider. La scelta di copiare interamente i
dischi non significa, quindi, che sia intenzione delle autorit norvegesi divulgare alcuno dei dati non pertinenti a
music@autistici.org alle autorit italiane, ma deriva solo
dal desiderio di minimizzare limpatto negativo delle nostre indagini.
Il passo successivo dellavvocato chiedere la restituzione o la distruzione dei dati copiati non rilevanti. Si
appella quindi alla Ekomloven, ovvero allinsieme di
regole che tutelano i destinatari di servizi informatici
contro violazioni del patto di riservatezza che vige tra
questi ultimi e i provider.
Un codice che in effetti non sarebbe stato applicato nel
caso del sequestro dei dischi perch prevede una se-

237

rie di passaggi giuridici di cui non c traccia nei documenti che sono stati consegnati ad A/I.
E infatti, prevedibilmente, la risposta della polizia questa volta suona pi amara:
La polizia non ritiene che n Copyleft [la ditta che fornisce lhousing], n Autistici/Inventati ricadano nella categoria di provider come da Legge sulle Comunicazioni.
Siamo dunque dellavviso che gli articoli 211 e 212 del
Codice di procedura penale non si possano applicare al
presente caso. Per vostra informazione, qualche giorno fa
la polizia stata informata della sospensione dellindagine italiana che ha dato origine alla lettera di rogatoria.
Pertanto, il lavoro di analisi dei dati contenuti nei dischi
attualmente fermo, in attesa di un chiarimento da parte
delle autorit italiane riguardo alla validit della richiesta.
A ogni modo, ho avuto oggi notizia del fatto che lEnte
Norvegese per la Posta e le Telecomunicazioni sta esaminando una richiesta inviata da Autistici/Inventati in cui si
chiede se Autistici/Inventati sar considerato un provider
in base alla legislazione sulle comunicazioni elettroniche.
LEnte ha segnalato che dar precedenza allanalisi del
caso, dal momento che un chiarimento della situazione
potrebbe essere decisivo per valutare se il sequestro dei
dischi sia stato legittimo o meno.
In attesa degli sviluppi di questa faccenda, un saluto dal
pianeta Terra.

238

239
Space invaders against fascism

Ghost Track
La pulizia dei cessi

ono stato svezzato allinformatica da piccolo, come


molti nati a met degli anni settanta. Intorno agli otto
anni VIC-20 e Commodore 64.
Come molti di quella generazione sono venuto su a
telefilm, cartoni e computer. Mi ricordo che mi affascinava
limmaginario di serie tv pessime tipo I ragazzi del computer,
Riptide e mi ricordo di una puntata di Simon&Simon in cui
cera un ragazzino acaro sul modello War Games che
infilava una banca. Il fatto che di quel trescione americano
io mi ricordi proprio quella minchiata credo indichi che mi
abbia lasciato qualcosa a livello dimmaginario.
Ero un grande fan inoltre della serie I gemelli Edison. Non
so se sia bene o male, per un fatto. Ho sempre un po
subito il fascino del laboratorio, dellhortus conclusus nel
quale ti concentri su te stesso, tagliando fuori tutto il resto.
Un po come dovevano essere gli stanzini degli alchimisti. Il
mio interesse non stato lineare nel tempo: intorno ai quattordici, quindici anni ero disadattato, ma non nerd da pc, i
computer avevano un po smesso di interessarmi. Minteressava la musica, la scena punk/hardcore, ero affascinato
240

dai meccanismi delle realt autogestite, credo perch ponevano al centro dellesperienza la sperimentazione, che
fosse di modelli sociali o tecnici per me cambiava poco.
Se vogliamo forzare il parallelo, alla fine lattitudine pi
o meno la stessa. Curiosit e voglia di disfare il mondo e
rifarselo, autodeterminarsi. Che secondo me poi il fine di
ogni processo educativo e pedagogico, ed anche il solo
modo di maturare. Ho preso il liceo classico e poi storia
alluniversit, che non ho mai finito. Sono tornato allacarismo dopo in et pi matura, per una serie di considerazioni che forse potremmo dire politiche o un po anche
esistenziali.
Come molti nel 1998 rimasi parecchio sconvolto dalla vicenda di Sole, Baleno, Silvano ed Enrico.2 Per me segn
una serie di riflessioni. Ebbi la sensazione che quella somma di persone, collettivi, gruppi e progetti nella quale si
svolgeva la mia vita fosse terribilmente fragile. Non perch
il suicidio esprima necessariamente fragilit, al contrario: il
problema era per me che le nostre strutture erano talmente
deboli che i singoli individui erano costretti a gesti titanici e
disperati. I protagonisti involontari di quella vicenda furono
mediaticamente linciati, perch non eravamo in grado di
far emergere una verit altra, rispetto alle ricostruzioni dei
media. Perch eravamo donne e uomini di buona volont,
ma con mezzi e strutture completamente inadeguati non a
chiss quale rivoluzione, ma neppure alla sopravvivenza
2 - Baleno e Sole sono due anarchici suicidatisi in seguito a uninchiesta
su degli attentati alla TAV, dalla quale saranno poi assolti post mortem.
Baleno si ammazza in carcere e Sole qualche mese dopo nella comunit
in cui era in attesa di processo. Silvano rimane lunico imputato. Enrico
era il presidente della comunit: amico di Sole, si ammazza un paio di
mesi dopo di lei.

241

quotidiana allinterno di un ambiente sociale che ti schiaccia se ci sono soldi in ballo.


Il corridoio TAV in Val di Susa e un po tutta la storia della TAV in Italia sono sintomatici di questo modus operandi
e tra laltro anche interessanti per osservare i paradigmi
dellutilizzo della tecnica al servizio del denaro, dei lalleri
maledetti. Senza ribadire qui le ragioni di chi ha criticato la TAV in Italia, io ho ripreso a interessarmi di tecnica e
tecnologie in quel periodo perch il nostro mondo si stava
costruendo intorno a tutto questo, e noi ne stavamo rimanendo schiacciati.
Veniva ridefinito il senso tutto a loro vantaggio. La tecnica
e la tecnologia andavano innanzitutto comprese nella loro
totalit, nella loro ideologia, perch non sono mai neutre,
ma in pi andavano indagate anche nel loro aspetto pratico. Gli ultimi esami che diedi a storia furono quelli di antropologia sociale, di storia delle dottrine politiche, filosofia
morale e poi cambiai facolt e mi iscrissi a informatica, che
ugualmente non terminai. Non provenendo da una famiglia particolarmente agiata, dai ventuno in su ho sempre
lavorato, e questo oltre a farmi girare ancor di pi le palle,
mi ha dato una sponda pratica legata alla mia esperienza
diretta e uno stimolo per indagare la tecnologia allinterno
dei processi produttivi, e finanziari.
Lincontro con la comunit dellHackmeeting avviene nel
98 con il primo HackIt di Firenze, anche se dei presenti
non conoscevo nessuno. Non ho conosciuto nessuno praticamente fino a dopo lHackIt di Roma nel 2000, anche se li
ho frequentati tutti. Un po per timidezza, un po per pigrizia
relazionale, sono molto lento a inserirmi nei gruppi, inoltre
la mia componente anni 80 mi ha lasciato una tremenda
fascinazione per i piani ben riusciti, per questo di solito
242

finisco a occuparmi di robe logistiche e tecniche, che implicano poca socialit, basta che funzionino. Sono un grosso sostenitore della pulizia dei bagni, le persone che stimo
di pi le ho conosciute pulendo i bagni. Nessuno vuole mai
pulire i cessi, perch unattivit che non offre alcuna gratificazione, non di meno bisogna pulirli. Chi pulisce i cessi
si occupa di uno dei principali problemi dellautogestione.
In quel periodo mi domandavo come poter contribuire alla
crescita di un soggetto collettivo pur essendo una persona
tendenzialmente solitaria, schiva e non troppo avvezza al
lavoro di gruppo, forgiata sulla filosofia del pulire i bagni.
Per capire un po il senso della questione andrebbe credo
premesso che amo fin dalladolescenza praticare arti marziali e sport da combattimento, coltivo una grossa fascinazione per alcuni aspetti della cultura giapponese tradizionale, strippo per quel periodo artistico lussurioso e vitale
che fu lUkiyo-e3, e la prima volta che ho visto le immagini
di repertorio degli Zengakuren occupare la stazione di
Shinjuku4 nel 68 ho avuto un moto di commozione e anche
un po di eccitazione sessuale per la capacit che avevano
di muoversi in tanti come fossero uno.
3- un periodo artistico giapponese a cavallo tra lOttocento e il Novecento. Di solito si presenta come il mondo fluttuante. A me piace molto
un artista di nome Kuniyoshi, che pare fosse un tamarro con la schiena
tatuata. In quel periodo il tatuaggio giapponese per altro si diffonde cos
come lo raffiguriamo noi oggi, come forma artistica minore e un po
estrema dellUkiyo-e. Non aveva ancora un legame stretto con la Yakuza,
la mafia giappo, cosa che avverr solo pi tardi dopo la seconda guerra
mondiale.
4 -Gli Zengakuren sono il movimento degli studenti nel 68 giapponese.
Nellottobre del 68 occupano insieme agli operai la stazione di Shinjuku, una specie di simbolo del Giappone occidentalizzato nel dopoguerra. Seguono tre giorni di guerriglia, quindi finisce il 68, principia il 69 e
poi il nulla del Giappone contemporaneo.

243

Inquadrato quindi il personaggio, cerco di illustrarvi le


mie elucubrazioni, che vanno prese con le molle appunto
come i pensieri di un abbondantemente trentacinquenne
con met corpo tatuato di tamarrate giapponesi, che ama
rotolarsi a terra facendo la lotta e coprirsi di lividi e graffi.
Il judo ha un motto che suona positivistico, daltri tempi,
per nulla postmoderno e anche un po troppo semplificato,
credo al fine di essere capito anche dai bambini: tutti insieme per crescere.
Suona un po come uno slogan per lo scoutismo laico, per
in realt nella didattica del judo ha un suo senso affatto banale. La capacit di maturare di un gruppo data dal tutto,
non dallesaltazione dei singoli in competizione tra loro,
non dalle avanguardie, si tutti assieme, e soltanto cos si
cresce anche individualmente, ma nello stesso tempo ogni
singolo ha importanza, perch senza di lui verrebbe a
mancare unesperienza, ed sullesperienza della pratica
che il gruppo cresce. Nel judo tutto questo stato snaturato dallagonismo, che accresce lego e distrugge il gruppo
per esaltare il campione, ma questa unaltra storia.
Volendola mettere sullantropologico, sarebbe come dire
che luomo un animale simbolico determinato dalla socialit. Non banalmente un animale sociale, ma un animale
che macina simboli e vive inserito in un contesto. La qualit
di questo contesto influisce sulla nostra capacit di realizzarci in esso. Nel nostro mondo in cui due terzi dellumanit fatica ad avere o proprio non ha il minimo per vivere,
il contesto fa schifo, la maturazione impossibile. Analizzati
secondo i criteri pedagogici del judo, facciamo cacare.
Ecco, questa era un po la mia idea di quando ho iniziato
a fare A/I. Un luogo come un dojo, la palestra, nel quale si

244

trovino gli strumenti, per mettere insieme le esperienze. E


anche un po oltre, un luogo nel quale, proprio in virt del
fatto che ci sono altre persone intorno a te a usare quegli
stessi strumenti, la condivisione passi quasi per osmosi,
anche se direttamente non ci si pone la questione.
Partendo da una struttura che alla fine svolge dei compiti
logistici e strategici nel campo della comunicazione, arrivare a qualcosa che favorisse un cambiamento culturale e
una crescita collettiva. Senza per calare dallalto un senso,
ma lasciando che il senso emerga dal tutto. Non mi riesce
di spiegarmi meglio, spero si intenda.
Ho conosciuto A/I attraverso la frequentazione di quei
luoghi nei quali si formato il collettivo, gli hacklab, gli
Hackmeeting, gli spazi autogestiti, intorno al 2000. Il progetto ha avuto dal mio punto di vista una gestazione abbastanza breve, perch sono entrato nella lista di gestione che allora discuteva di come far nascere il progetto a settembre
del 2000 e a giugno del 2001 eravamo gi a presentarlo
allHackmeeting di Catania.
Qualche settimana dopo eravamo a Genova a costruire
il media center, per me questo era il senso del progetto.
Dare energia a un movimento, anche se pieno di difetti, di
scazzi, tendenzialmente inconcludente, perch in esso cerano invece persone che valevano molto e che da quellhumus traevano la forza di vivere e di crescere, e in loro cera
la speranza che il gruppo potesse cambiare e rafforzarsi.
Per me quello che alcuni maestri di judo chiamano il judo
di livello superiore. Il livello inferiore lallenamento fisico,
anche se fai le Olimpiadi sempre di livello inferiore si tratta.
Il livello superiore lapplicazione del judo alla vita. Genova fu unenorme sconfitta annunciata, anche se nessuno

245

di noi si aspettava di finire in una trappola di quel genere,


cio dove il livello di violenza delle forze dellordine fosse
cos elevato.
Dal punto di vista umano fu unesperienza molto forte, per
alcuni fu una specie di patto suggellato colle lacrime dei
gas CS, i lividi e il sangue. Il movimento per non sopravvisse, i singoli negarono al gruppo la loro forza proprio nel
momento in cui ce nera pi bisogno, e dopo la parata del
social forum di Firenze non si ebbe pi la sensazione che
esistesse un tutto.
Da quellesperienza rafforzai la convinzione che il movimento esploso fosse debole e che servisse costruire esperienze in grado di dargli quantomeno una roccia a cui attaccarsi per non essere portati via dalle onde. Molto di pi
A/I in realt non poteva fare. Questo per me era il climax
ed rimasto landamento del progetto: crescere quando
il movimento cresce, resistere e farsi roccia quando il movimento esplode o implode su se stesso. Finora ha funzionato credo. Nellaikido si cade un sacco, anche nel judo, la
prima cosa che tinsegnano cadere e rialzarti.
Cadere e rialzarsi, cadere e rialzarsi.
Sulle vicende successive dei vari crackdown non saprei
bene cosa dire, che non sia gi stato scritto in qualche comunicato. Si tratta di ordinaria repressione, di solito finita
abbastanza bene, non abbiamo mai avuto grossi problemi,
daltra parte svolgiamo un ruolo che moralmente ed eticamente non molto attaccabile, abbiamo unet media
abbastanza elevata, non ci spaventiamo al primo bau e abbiamo dei buoni avvocati.
Sulla storia pi recente ugualmente non saprei che dire,
perch in A/I non faccio pi moltissimo, ch non sopporto

246

pi tanto di stare davanti al computer e sono molto concentrato sullannoso problema della pulizia dei cessi.

Mamma perdono...
Ginox

247

248
LAN space ad Hackmeeting

Glossario

ACARO. Ovvero lhacker. Espressione utilizzata scherzosa-

mente dai partecipanti di Hackmeeting dopo che Ferry


Byte si era presentato con degli adesivi con un acaro
stilizzato e la scritta acaro. Durante i tre giorni al Bulk
finirono su molte magliette dei partecipanti e vinsero
la simpatia generale. Lappellativo acaro per indicare
gli hacker informatici divent cos lappellativo comune
adottato nei centri sociali in cui nascevano gli hacklab.
Anche la prima maglietta che fece il LOA aveva sulla
schiena un piccolo acaro stampato che era una copia
identica delloriginale.
ANONYMOUS REMAILER. Per inviare una mail anonima e

tutelare la propria identit nel farlo, ci si pu servire


dellanonymous remailer, un server che riceve il nostro messaggio di posta elettronica e lo inoltra al reale
destinatario (seguendo le specifiche incorporate nel
messaggio stesso). Il passaggio attraverso lanonymous
remailer impedisce al destinatario di scoprire da dove
(e quindi da chi) il messaggio sia partito. Ce ne sono
di diversi tipi: Cyberpunk (tipo I), Mixmaster (tipo II),
Mixminion (tipo III). C poi lo pseudonymous remailer,
o nym server, che funziona come un anonymous remailer ma che, invece di cancellare lidentit dellutente,
gli attribuisce un indirizzo fittizio, cosa che molti scelgono per un certo tipo di interazione in rete. Lo pseudonymous remailer consente infatti una corrispondenza,
ovvero mantiene le istruzioni su come inoltrare leventuale risposta allutente reale. Un tempo questo rendeva
possibile risalire a chi ne faceva uso; oggi il problema
stato superato e anche gli pseudonymous remailer si
appoggiano a una rete di anonymous remailer, garantendo cos lirrintracciabilit dellutente.
www.autistici.org/anon/remailer
250

AUTOFINANZIAMENTO. Il collettivo Autistici/Inventati si basa

sul contributo volontario dei partecipanti e per sostenere i costi di connettivit, hardware ecc. dipende esclusivamente dalle donazioni dei singoli e dei progetti che
utilizzano i suoi servizi. Fin dagli esordi il collettivo ha
quindi prodotto merchandising di vario genere: manifesti, adesivi, spille, magliette e felpe. Ma i gadget, oltre a
fare simpatia e a divulgare il verbo, possono assolvere
ad alcuni oneri economici e negli anni il collettivo ha
deciso di mettere allopera i suoi grafici per un fine superiore: la produzione di vestiario. Oggi, per contribuire al progetto, oltre a offrire una sottoscrizione, si pu
comprare una felpa, una maglietta o, perch no, una
soffice copertina al Cavallette Store, oppure, per risparmiare, andarsela a prendere presso uno dei magazzini
sparsi per lItalia.
autistici.org/costs

autistici.org/donate

autistici.org/propaganda

cavallette.spreadshirt.net

BBA (Big Brother Award). un premio in negativo che

ormai da anni viene assegnato in tutto il mondo a chi


pi ha danneggiato la privacy e si propone di riportare lattenzione del popolo della rete su coloro che attivamente o passivamente contribuiscono a questa situazione. Il premio, che ogni anno viene assegnato in
diversi paesi da singole giurie, ha le categorie negative
Peggior ente pubblico, Peggiore azienda privata,
Tecnologia pi invasiva e Lamento del Popolo, assegnato automaticamente a chi riceve pi nomination,
e una sola categoria positiva, il premio Winston Smith
eroe della privacy.
www.bigbrotherawards.org,
bba.winstonsmith.org
251

BBS. Acronimo di Bulletin Board System, un sistema di

comunicazione sviluppato alla fine degli anni settanta da Ward Christensen e Randy Suess, due studenti
dellUniversit di Chicago. Nel 1977 i due scrivono MODEM, un programma che consente il trasferimento di file
da un computer allaltro e, lanno successivo, BBcode,
che permette anche lo scambio di messaggi. Il sistema
BBS si basa fondamentalmente sullutilizzo di un software
che, una volta installato sul computer, permette a utenti esterni di collegarvisi attraverso una linea telefonica.
Il software d quindi la possibilit di costruire aree per
lo scambio di messaggi e file, a cui gli utenti accedono
per comunicare e condividere materiali. Allinizio il sistema molto lento e solo nel 1985, con lintroduzione
del modem a 1200 bps e la creazione di grandi reti BBS,
si diffonde propriamente.
A parte alcuni fenomeni precursori come AGHusa e
CBBS, la prima rete di BBS Fidonet, che raggiunge decine di migliaia di nodi. Per gestire le BBS necessaria una forte competenza tecnica e questo ne ha fatto
il dominio esclusivo di appassionati ed esperti, i rappresentanti della telematica amatoriale o di base. Con
lintroduzione di Internet le reti BBS, che tuttora esistono,
sono cadute in disuso.
CA (CERTIFICATION AUTHORITY). In crittografia, con Cer-

tificate o Certification Authority si intende lente di fiducia terzo rispetto alle parti coinvolte (ente di terza
parte o trusted third party) che rilascia i certificati
digitali a garanzia che una determinata chiave pubblica (laddove la chiave pubblica prende forma, appunto,
di certificato) appartenga al soggetto identificato nel
certificato. I certificati CA corrispondono quindi praticamente allautenticazione di una firma e, in ultima istan252

za, garantiscono allutente che il sito che sta raggiungendo sia davvero quello che cerca. Le CA emettono i
certificati sulla base di standard internazionali, ma sono
anche vincolate dalle leggi vigenti nei singoli paesi:
questo fa s che ne esistano molte e operanti diversamente sulla base di specifiche leggi locali. In Internet,
i protocolli crittografici utilizzano di norma una infrastruttura a chiave pubblica (PKI) basata su un sistema
di CA teso a verificare e a garantire lidentit delle parti.
Il fine ultimo di questa architettura comunicare senza
manomissioni, falsificazioni e intercettazione dei dati. Risalendo la catena di certificati CA di una PKI, si trovano una
o pi CA (dette CA root) che garantiscono per tutte le altre.
La CA root sar necessariamente una CA autocertificata,
la cui garanzia ultima la sua stessa buona reputazione.
Anche per questo le CA sono oggi una realt molto importante nel web, tanto che sono spesso gestite da organismi privati multinazionali che le commerciano.
A un certificato CA commerciale esistono per alternative, nonch la possibilit di CA autogestite, scritte e firmate dallo stesso utilizzatore, come
quella che ha scelto di utilizzare il collettivo di A/I.
ca.autistici.org
CHAINWORKERS. Nasce come gruppo interno al Bulk e

come e-zine. I chainworkers sono i primi a chiedere al


nel 2000, di tenere dei corsi di HTML per mettere
ogni redattore in grado di contribuire alla loro neonata
rivista telematica. Negli anni successivi Chainworkers
evolve in un collettivo che si occupa di precariet, lo
stesso che ha dato vita alla MayDay e a San Precario, come anche alla sfilata di moda di Serpica Naro.

LOA,

www.chainworkers.org

253

CMS. Il Content Management System, o CMS, uno stru-

mento software installato su un server web studiato per


facilitare la gestione dei contenuti di siti web, svincolando lamministratore da conoscenze tecniche di programmazione.
CREATIVE COMMONS. Le Creative Commons, o CC, sono

un tipo di licenza ispirata al copyleft informatico. Con il


gioco di parole copyleft inizialmente si siglava il software libero, ma in breve diventato il modo di riferirsi
al contesto che fa sue le pratiche a garanzia della sopravvivenza e diffusione dellopen source. in questo
ambito che nascono le licenze GNU GPL, GNU LGPL, GFDL
ecc. Ma, diversamente da queste ultime, le CC, ideate
da Lawrence Lessig e introdotte nel 2002 dallomonima
organizzazione no-profit americana, sono pensate per
tutte le opere creative. Muovendosi in materia di diritto dautore, le CC superano lopposizione tra copyright
(all rights reserved, tutti i diritti riservati) e copyleft (no
rights reserved, nessun diritto riservato), fornendo la
possibilit di rilasciare un contenuto liberamente, ma
ad alcune condizioni (some rights reserved, alcuni diritti
riservati). Le libert che lautore pu concedere sono
due: condividere (copiare, distribuire o trasmettere) e
rielaborare (riadattare) lopera. Le condizioni di utilizzo
che pu imporre sono quattro: attribuzione (attribution,
BY), non commerciale (non commercial, NC), non opere
derivate (no derivative works, ND), condividi allo stesso
modo (share alike, SA). Le sei CC sono il risultato delle
combinazioni possibili delle condizioni duso: attribuzione (CC-BY), attribuzione non commerciale (CC-BY-NC),
attribuzione non opere derivate (CC-BY-ND), attribuzione
condividi allo stesso modo (CC-BY-SA), attribuzione non
commerciale e non opere derivate (CC-BY-NC-ND), attri254

255
Arco voltaico con batteria ad acqua

buzione non commerciale e condividi allo stesso modo


(CC-BY-NC-SA). Si considera CC anche la rinuncia allattribuzione (public domain, CC-0), ma non la combinazione
che cadrebbe in contraddizione (CC-BY-NC-ND-SA).
www.creativecommons.org
CRITTOGRAFIA. La crittazione un sistema di codifica che

permette di comunicare in maniera sicura, impedendo


in modo pi o meno efficace a chiunque non sia autorizzato di accedere ai contenuti spediti. Il sistema pi
affermato per codificare i messaggi di posta GPG
(GNU Privacy Guard), un programma open source che
ha sostituito PGP e che permette di ottenere una crittazione asimmetrica dei messaggi. Grazie a un sistema a
doppia chiave, che consente a ogni utente di diffondere la sua chiave pubblica per decodificare i messaggi
che ha crittato con la sua chiave privata, GPG offre una
crittazione sufficientemente sicura. Un altro sistema di
crittazione TLS/SSL, un protocollo crittografico che permette a tutta la comunicazione che passa da un server
di viaggiare attraverso un canale crittato in modo da
non essere intercettabile dallesterno. Questo sistema si
ottiene installando un certificato (vedi CA) che permette al server di autenticarsi presso il client dellutente in
modo da stabilire la comunicazione crittata. Mentre con
GPG la crittazione sotto il pieno controllo dellutente,
con TLS/SSL la responsabilit ricade sul server: quindi,
per quanto chi gestisce il server possa essere rispettoso della privacy degli utenti, questo sistema vulnerabile in caso di sequestri (si pensi al caso Aruba), manomissioni e quantaltro.
CYBER-RIGHTS. Storica mailing list di discussione sul diritto

alla comunicazione ospitata su ECN, prima sul circuito

256

BBS e poi sul web. Cyber-rights si presenta come una


conferenza elettronica non moderata ad accesso pubblico sui temi dellapplicazione del copyright nellopera multimediale, delle tecniche di controllo sociale
portate avanti attraverso le nuove tecnologie dellinformazione e del contributo della telematica ai movimenti
di liberazione sociale. Come redattore (e non moderatore) Ferry Byte, del gruppo Strano Network, inserisce di volta in volta materiali informativi pertinenti al
dibattito.
ecn.org/cybr
DATA RETENTION, DIBATTITO SULLA. La conservazione dei

dati sensibili definisce le politiche di gestione dei flussi


di dati, la registrazione e la conservazione nel tempo
degli stessi, in relazione a requisiti legali e a interessi
economici. Le policy di archiviazione dati seguono le
leggi dei singoli stati ospiti. Tuttavia, le decisioni dei
governi in questo senso dipendono anche dal dibattito
mondiale e spesso da specifici accordi internazionali.
Le questioni legate alla data retention sollevano sia preoccupazioni etiche (privacy) da parte dei cittadini, sia
preoccupazioni economiche da parte dei provider. Il
dibattito attuale, che le rispecchia entrambe, si quindi
focalizzato attorno a due gruppi di questioni: da un lato,
ci si chiede quale debba essere considerato un tempo
di conservazione accettabile, quali debbano essere le
regole di archiviazione e quali i formati; dallaltro, quali i
metodi di stoccaggio, di accesso e crittazione.
DECODER. Rivista semestrale underground su carta, fonda-

ta a Milano nel 1986 e pubblicata fino al 1998 da Shake


Edizioni. uno dei riferimenti importanti in Italia per la
cultura cyberpunk, come si evince da questo estratto:

257

C chi dice che il CyberPunk una moda. Noi, al contrario, affermiamo che - citando una famosa definizione di ci che dovrebbe essere la reale informazione
- [Il CyberPunk] una differenza che fa la differenza.
stato un sensore e una spinta, verso la produzione
di senso, per idee e comportamenti reali che, appena
prima, vagavano isolati e senza opportunit di approdo. Con la rottura della norma si creato un diverso orizzonte immaginativo, sono nate nuove relazioni
umane e nuove comunit. Con il suo andamento process-oriented, cio rielaborativo dellinformazione,
ma che considera linformazione dal di dentro, lattitudine CyberPunk ha rimesso in gioco le categorie di
dati e esperienza.
(Decoder 8, Shake Edizioni Underground, Milano).
Al primo numero, datato maggio 1987, ne seguono altri undici. La rivista una risorsa unica di informazioni
sulla cultura underground nazionale e internazionale di
quel periodo grazie ai suoi editoriali, agli articoli e alle
traduzioni, come anche ai fumetti e alle recensioni di
libri. Il gruppo di Decoder dar vita anche allomonima
BBS. Gi sul quinto numero, del luglio 1990, si fa voce
delle istanze di una rete informatica alternativa, riassumendo il dibattito in corso nei centri sociali sullattivismo telematico. Il gruppo Decoder entra quindi in contatto con la rete Fidonet attraverso un amministratore
del nodo milanese, con cui si discutono le prime ipotesi
di unarea messaggi cyberpunk interna. Il progetto si
realizza nel marzo del 1991, con la nascita di un gruppo
di discussione che presto diviene un luogo di scambio
di informazioni (e dibattito) su hacking, reti informatiche, net-art, nuove tecnologie e realt virtuali. Nel 1993

258

gli stessi partecipanti dellarea cyberpunk di Fidonet,


raggiunta una massa critica, danno vita a un altro network, Cybernet. Dei quattro nodi iniziali uno proprio
Decoder BBS.
www.decoder.it
ECN. In pi di venti anni desistenza, ECN ha dato voce e

spazio web a centri sociali italiani, associazioni culturali,


circoli, organizzazioni sindacali, periodici, e-zine, radio
alternative come Radio Onda dUrto o Radio Black
Out e a infiniti progetti specifici. Ha permesso di fare
informazione libera sui temi pi disparati, dai diritti gaylesbo-queer alleditoria indipendente. Dato il percorso
di lunga data, oggi quei materiali costituiscono un archivio documentale del movimento italiano e delle sue
diverse aree.
Tra i progetti nati allinterno di Isole nella Rete-ECN, di
particolare interesse Antifa, un osservatorio sui fenomeni di recrudescenza fascista e sulle attivit antifasciste
in Italia. In conseguenza di questa e di unaltra serie di
iniziative, il collettivo rimasto coinvolto in diversi processi. Resta famoso il caso di Giulio Caradonna, un ex
deputato del MSI che nel 2000 ha citato in giudizio lassociazione Isole nella Rete e il centro sociale La Strada
nel tentativo di ottenere il diritto alloblio, ovvero di
far rimuovere le informazioni che lo riguardavano da un
sito antifascista. Nel 2004 ECN ha vinto la causa. Per gli
stessi motivi ECN ha subito diversi atti di vera e propria
repressione, tra cui pu essere ricordato il raid della
polizia nel 1995, presso il c.s.o.a. Leoncavallo di Milano, in cui materiali e attrezzature vengono vandalizzati, e un crackdown nel 1998, che avviene poco meno
di un mese dopo il primo Hackmeeting a Firenze. In

259

quelloccasione il pm di Vicenza Paolo Pecori dispone


il sequestro del server, che allepoca si trova a Bologna,
a seguito di una querela per diffamazione sporta dalla
Viaggi Turban Italia Srl di Milano. Al centro della vicenda la pubblicazione di un messaggio con informazioni
sui rapporti economici tra lagenzia e lex premier turco.
Il fatto avviene in un clima di tensione politica, per larresto in Italia e la possibile estradizione in Turchia del
leader del PKK Abdullah calan. Tuttavia, oltre al fatto
che le informazioni contenute nel messaggio in questione sono gi di pubblico dominio, non c ragione
apparente per effettuare un sequestro, piuttosto che, ad
esempio, far rimuovere il messaggio incriminato. Questo e altri episodi simili costellano la storia decennale
di ECN. Isole nella Rete non infatti solo una realt antagonista che opera in difesa della libera espressione
e circolazione delle idee e quindi anche nellambito
della spinosa questione sul diritto dautore, o copyright
ma anche gestore di un server indipendente la cui
attivit si colloca in un dibattito mondiale ben pi ampio, quello sui diritti digitali e sulla regolamentazione
delle responsabilit legali dei provider sui contenuti da
essi ospitati. Un dibattito che vede misurarsi molti poteri e interessi economici, dalla necessit di controllo dei
governi allindotto delle grandi compagnie editoriali.
www.ecn.org
EFF (Electronic Frontier Foundation). Organizzazione inter-

nazionale no-profit di legali rivolta alla tutela dei diritti


digitali e della libert di parola nel contesto I.T. e della comunicazione in generale. Il suo principale proponimento quello di educare la stampa, la politica e la
stessa societ civile riguardo al diritto nelle materie
connesse alla tecnologia e agire in difesa di queste li260

bert. La EFF fornisce e sostiene economicamente la


difesa legale di singoli individui e protegge le nuove
tecnologie dal chilling effect, che blocca il legittimo
esercizio di un diritto in considerazione delle potenziali
controversie legali; organizza azioni politiche e mailing
di massa; incoraggia le tecnologie che crede preservino la libert personale; mantiene un database e siti web
di informazioni riguardanti la libert di parola; monitora
e sfida le leggi che possono infrangere le libert personali, promuove la compilazione di elenchi di violazioni
di diritti.
www.eff.org
FIDONET. Nel giugno del 1984, Tom Jennings collega la

sua BBS a quella di John Madill dando vita a Fidonet,


la prima rete BBS. Lanno successivo la rete conta gi
centosessanta nodi e da allora cresce in modo esponenziale. Con Fidonet nascono la telematica di base e il
fenomeno hacker. Per la prima volta ci si scambiano informazioni in maniera completamente libera, dal basso,
incoraggiati dal meccanismo stesso di distribuzione, in
cui i fruitori sono anche autori. Larea messaggi condivisa di Fidonet non a caso prende il nome di anarchia
e lunica regola per partecipare non offendersi e non
lasciarsi offendere facilmente. In Italia, la rete Fidonet
nasce nel 1986. Nel 1994, nellambito di unindagine
sulla pirateria e sulla pedopornografia in rete delle procure di Torino e Pesaro, vengono sequestrati contemporaneamente dalla Guardia di Finanza decine di nodi
BBS collegati a Fidonet, con gravissime conseguenze,
ovvero lItalian Crackdown (11 maggio). Al contrario di
quanto annunciato dai media in una campagna denigratoria portata avanti a lungo contro la telematica amatoriale, quellindagine non porter a nessuna condanna:
261

262
Manifesto Kaos Tour 2007 - Dettaglio

il tribunale stabilir che Fidonet non era implicata nello


scambio di software pirata. In Italia, su questa nota dolente che lepoca delle BBS finisce e quella di Internet
comincia.
FILESHARING. Pratica di condivisione dei file, divenuta fe-

nomeno di massa con Internet e banda larga. Il filesharing pu avvenire in una rete P2P (peer-to-peer, da pari
a pari) o client-server, attraverso vari tipi di software
dedicato che permettono di trasferire i file da un computer allaltro. Nasce con le reti BBS, che gi avevano
unarea per lo scambio dei file, e cresce col diffondersi
e il semplificarsi del mezzo digitale. In particolare, gli
eventi significativi per la diffusione del fenomeno ai livelli attuali sono la messa a punto della tecnologia MP3,
il formato che rese i file leggeri e facili da scambiare, e
il lancio di Napster, un software di filesharing ideato da
Shawn Fanning e Sean Parker (1999). Napster diede visibilit internazionale alle pratiche di filesharing e resta
famoso non tanto per lo strumento fornito, ma perch il
suo ideatore fu portato in tribunale dalle major discografiche e perse clamorosamente. Da allora le cose non
sono andate sempre cos, anzi, si sono aperti e chiusi
molti processi che attestano linnocenza della pratica
del peer-to-peer e, soprattutto, limitano la responsabilit
dei creatori di software per filesharing. La corte suprema americana, ad esempio, ha stabilito che si tratta di
pratica criminale solo se lintenzione dellinventore del
software esplicitamente quella di infrangere la legge
sul copyright. Tra vittorie e sconfitte in sede giudiziaria,
battaglie politiche contro il copyright, questioni etiche
sulla libera condivisione e molto altro ancora che gira
attorno alluniverso filesharing, degno di nota il fatto
che negli anni molti artisti, i soggetti primi della prote263

zione del copyright, abbiano sposato la causa del P2P,


ribaltandone laspetto di presunto danno economico
alle case discografiche in utile mezzo di diffusione della
propria arte e, quindi, in pubblicit.
FLUG. Acronimo di Firenze Linux User Group, il Linux

User Group che opera nel capoluogo toscano. I LUG


sono libere associazioni di utenti Linux che si ripropongono di lavorare su uno specifico territorio. In genere
fanno riferimento alla ILS, la Italian Linux Society, ma agiscono indipendentemente da essa. Come gli altri LUG, il
FLUG dedito alla diffusione e allo sviluppo del software libero ed aperto a chiunque voglia collaborare al
progetto nel rispetto del suo manifesto. In generale, il
fine del gruppo la ridistribuzione del software senza
vincoli per gli utenti nel loro uso del programma, e il
sistema operativo di riferimento Linux perch Linux
trae la sua forza tecnica dal fatto di essere uno UNIX, la
sua forza morale dal fatto di essere FREE. Nello specifico, Il FLUG realizza programmi, documentazione e
traduzioni che vengono rilasciati sotto licenza libera.
Dal 1998 al 2008, il FLUG ha organizzato periodicamente
corsi di avviamento al sistema operativo del pinguino.
Dal marzo 2009 tiene incontri a tema aperiodici, secondo lo schema delle hacknight, e organizza il Linux Day
nella propria citt. Nel 2003, il FLUG ha messo online un
server, detto il serverone, su cui ospita i servizi per la
propria comunit e per altri gruppi analoghi con sede
in altre citt. Il 27 giugno del 2005 stata riscontrata
una compromissione fisica del server, presso la sede
milanese del provider Inet. Il serverone non conteneva alcun tipo di dato sensibile, se si escludono quelli
necessari al funzionamento dei servizi stessi e la posta
elettronica personale dei pochi aderenti al FLUG autoriz264

zati allaccesso al server per poter svolgere i compiti


relativi alla gestione del server stesso. Il serverone
stato installato ex novo e rimesso in rete il 3 agosto 2005.
www.firenze.linux.it
FREAKNET. Il Freaknet nasce a Catania come rete BBS

sganciata dal circuito mondiale Fidonet, nellintento di


essere una vera rete libera, politicamente affine, ma
metodologicamente differente rispetto alle allora reti
Cybernet ed ECN. Attraverso la Freaknet, Asbesto e
Hecatombles conoscono Shining che collabora con I
Siciliani, cui viene dedicata una parte della rete e che
diventa cos il primo giornale a pubblicare anche a
mezzo telematico. Freaknet chiede e ottiene uno spazio
al centro sociale Auro di Catania, dove viene allestito
il MediaLab, il primo laboratorio italiano autogestito di
informatica libera, costruito quasi interamente con hardware regalato e pezzi di vecchi computer letteralmente salvati da discariche e cassonetti. Per anni, il Freaknet
MediaLab fornisce un servizio informatico gratuito
unico in Italia: d accesso libero e non sorvegliato ai
suoi utenti, i cui dati vengono archiviati e discretamente
protetti contro ogni possibile cancellazione e modifica
accidentale o meno. Periodicamente sono fatte copie di
riserva di tutti i dati. Le copie vengono poi conservate
in luoghi segreti e inaccessibili da persone di fiducia,
ignare di ci che hanno tra le mani, per garantirne la
sicurezza (specie contro gli abusi di potere). Viene inoltre applicata una notevole conoscenza su come tenere
sicura la rete di computer contro virus e attacchi informatici, tanto che il Freaknet MediaLab non subisce mai
gravi disfunzioni.
Al MediaLab, a partire dal 1999, si tengono circa quindici corsi di informatica di base. Nel 2001, il centro sociale
265

Auro e il Freaknet MediaLab ospitano un Hackmeeting


(22-24 giugno), in cui lelemento pi forte non stata
la tecnica n la politica, egualmente miscelate, ma la comunit e il consolidamento di relazioni. Quando viene
a mancare la sede presso il centro sociale, i corsi sono
sospesi e il MediaLab viene ospitato temporaneamente
presso il Poetry Hacklab a Palazzolo Acreide. Poich il
Freaknet negli anni ha accumulato centinaia di manuali
per computer, sistemi operativi, applicazioni e componenti, nonch una vasta selezione di dischetti di varie
dimensioni, contenente per lo pi pacchetti di software
e driver per DOS di tempi passati, le macchine storiche
sono state classificate e restaurate per dar vita al Museo
dellinformatica funzionante.
Nel rispetto della natura nativa della rete, le macchine
DOS non utilizzano alcun software che necessiti di licenza duso. Si usa software gratuito, liberamente scaricato
da Internet, la cui copia libera (pur non essendo un
prodotto GNU/open source) o software coperto da una
licenza di tipo libero per utenza hobbistica, come sancito dai documenti reperibili presso la Unix Heritage
Society.
Le macchine storiche che montano, a scopo di conservazione e studio, sistemi operativi commerciali, sono
dotate dei loro sistemi operativi sui loro supporti originali, nonch della manualistica e della documentazione
dorigine. Oltre ai computer veri e propri, il MediaLab
dispone di una discreta collezione di terminali seriali
(unit con solo schermo e tastiera che permettono di
accedere ai servizi informatici di altri computer), un
terminale braille, un plotter con i pennini a inchiostro
liquido e un lettore ottico per codici a barre.
www.freaknet.org

266

G8 GENOVA, 2001. Tra il 20 e il 22 luglio 2001 si tiene nella

citt di Genova il ventisettesimo summit internazionale


noto come G8. Come nelle altre occasioni, il movimento
no global organizza un controvertice, che prevede varie
manifestazioni e un corteo finale; diversamente dalle altre occasioni, a Genova succede limpensabile: la morte
del giovane manifestante Carlo Giuliani. Il controvertice
rester tristemente famoso per le terribili violenze da
parte delle forze dellordine in piazza i giorni di venerd
e sabato, soprusi che continuano durante la perquisizione della scuola Diaz quella sera stessa e nel carcere di
Bolzaneto i giorni successivi.
GPG. Vedi PGP.
GPL. GNU GPL o semplicemente GPL lacronimo di Gene-

ral Public License. Si tratta della licenza per il software


libero pi diffusa e utilizzata. Fu scritta originariamente
da Richard Stallman nellambito del GNU project.
https://www.gnu.org/copyleft/gpl.html
HACKMEETING. , in Italia, lappuntamento delle controcul-

ture digitali. Si svolge su base annua e vi partecipano


le comunit e le individualit che si pongono in maniera critica e propositiva rispetto alle nuove tecnologie.
Hackmeeting , in buona sostanza, una tre giorni di seminari, dibattiti, scambio di idee, apprendimento collettivo, giochi e feste, ospitata tradizionalmente allinterno
di spazi autogestiti centri sociali e luoghi occupati.
Il primo Hackmeeting si svolto dal 5 al 7 giugno del
1998 a Firenze, presso il Centro Popolare Autogestito
Firenze Sud (CPA), anche in risposta al cambiamento di
clima per gli hacker dopo lItalian Crackdown (1994),
che aveva segnato linizio delle azioni giudiziarie contro

267

la telematica amatoriale. Allepoca, i componenti della


rete Fidonet erano stati accusati di associazione a delinquere, contrabbando, duplicazione di software, violazione di sistemi informatici terzi e, anche se queste
accuse si erano poi rivelate inconsistenti, ne era conseguito lo smantellamento della rete stessa; inoltre, da
allora ogni tentativo di capire la logica delle nuove tecnologie veniva additato dai media come una sorta di
nuovo fenomeno criminale.
A organizzare il primo incontro furono ECN, il gruppo
Decoder di Milano, AvANa BBS di Roma, il Freaknet di
Catania, Metro Olografix, la rete CyberNet e, ovviamente, il CPA Hacklab di Firenze con Strano Network.
Da allora a organizzarlo sono gli stessi hacker e attivisti per le libert digitali, che si coordinano attraverso
una mailing list attualmente ospitata su A/I: tutti possono
contribuire sia alla progettazione, sia alla realizzazione
pratica dellevento o proporre seminari e interventi.
Da allora non c stato un anno in cui hacker, smanettoni, curiosi, militanti, attivisti e chi pi ne ha pi ne metta
non si siano incontrati per parlare di quanto succedeva
intorno a loro e per dimostrare con i fatti che qualsiasi
dispositivo (dal computer ai media) pu essere manipolato per trasformarlo in qualcosa di diverso, migliore,
e soprattutto libero da logiche gerarchiche e di potere.
Negli anni successivi Hackmeeting si tenuto a Milano
(1999), Roma (2000), Catania (2001), Bologna (2002),
Torino (2003), Genova (2004), Napoli (2005), Parma
(2006), Pisa (2007), Palermo (2008), Milano (2009),
Roma (2010) e di nuovo a Firenze (2011). Nel 2012 HackIt si terr allAquila.
www.hackmeeting.org
268

269
Seminario di GiArduino

HOAX. Bufala o semplicemente beffa, lo hoax uno

scherzo relativamente complesso e portato avanti su


larga scala, teso a causare limbarazzo generale. Il fine
spesso quello di indurre un cambiamento di percezione e quindi una sensibilizzazione nelle persone rispetto a uno specifico tema sociale o politico. Lo hoax
non va confuso con la truffa, perch il suo scopo non
causare una perdita economica a terzi, e va distinto
dalle leggende metropolitane, che si diffondono con un
meccanismo diverso, per cui le persone sono vettori
inconsapevoli di una credenza. Per hoax si intende un
falso deliberatamente costruito per passare come verit: chi lo realizza consapevole di ingannare, ma lo fa
assecondando lo spirito del gioco o della provocazione
culturale.
INDIVIA. Indivia nasce dallesigenza di spazio virtuale, di

contenitori che accolgano progetti legati alla condivisione dei saperi e delle esperienze. Indivia vuole essere il primo nodo di un server pi vicino al concetto di
rete; pi modulare, collettivo, scalabile, con una struttura
capace di annetterne altre in una prospettiva distante
dalla tipica macchina unica che dispensa servizi.
www.indivia.net
I.T. (Information Technology). Acronimo di Information

Technology, tecnologia dellinformazione, traducibile in


italiano come informatica se intesa in senso ampio. I.T.
infatti una sigla che nasce in ambito tecnico-ingegneristico per indicare la gestione, la conservazione e la
fruibilit dei dati, ma che, con la crescita esplosiva del
fenomeno digitale, passata nel linguaggio comune a
denotare un ambito pi ampio, conoscitivo, tradizionalmente coperto dalla teoria della comunicazione.

270

Oggi con I.T. quindi prassi comune riferirsi:


a una gamma molto varia di attivit direttamente o
indirettamente collegate alla creazione, memorizzazione, conservazione, trasmissione e scambio di
ogni genere di informazione che si avvalga di un
meccanismo di diffusione o divulgazione digitale,
senza distinzione di formato;
agli studi e alle competenze attraverso cui queste
attivit vengono esercitate;
agli strumenti tecnologici attraverso cui questo avviene.
La sigla ha quindi un pi generale significato riconducibile, ma non limitato, ai processi che coinvolgono le
macchine (computer), sia relativamente allhardware, al
software, ai sistemi operativi e ai linguaggi informatici,
sia relativamente ai contenuti, ai dati, alle informazioni
stesse. Oggi tutto ci che venga percepito come conoscenza e che si avvalga di un meccanismo di trasmissione dellinformazione digitale considerato parte del
dominio dellI.T.
JABBER. Traducibile come chiacchiericcio, Jabber un

protocollo di comunicazione orientato alla messaggistica istantanea, sviluppato dallomonima comunit open
source nel 1999. Il protocollo, che trova anche applicazione nella tecnologia VoIP (Voice over IP), oggi indicato con la sigla xmpp. Diversamente dalla maggior
parte degli strumenti per la messaggistica istantanea,
Jabber sfrutta un approccio aperto sia per quanto riguarda lo sviluppo, sia per quanto riguarda limplementazione. Questo significa anche che chiunque pu offrire
un servizio di messaggistica Jabber e interoperare con
gli altri analogamente forniti. Molti client che parlano

271

questo protocollo sono disponibili come software libero e open source. A/I ha scelto di offrire Jabber perch
queste sue caratteristiche ne fanno una buona base per
la comunicazione sicura e perch possibile crittare le
conversazioni via Jabber con un sistema chiamato OTR.
www.autistici.org/jabber
KRIPTONITE. Nel 1998 esce il libro Kriptonite. Fuga dal con-

trollo globale. Crittografia, anonimato e privacy nelle reti


telematiche di Joe Lametta (Nautilus, Torino). Dietro lo
pseudonimo si nasconde il lavoro collettivo di una certa
area dellantagonismo telematico italiano. Lopera non
soggetta a copyright ed interamente disponibile online. Per illustrare gli strumenti descritti nelle complesse
e accurate schede tecniche, Kriptonite usa come espediente il racconto in prima persona di Joe Lametta, che
di quegli stessi strumenti si avvalso per mettere a segno un colpo da un miliardo di dollari.
Dai bassifondi di Metropolis, tra cantine malfamate
topi e spazzatura, Joe Lametta intraprende la strada
del crimine fino a diventare il luogotenente di Lex Luthor, terrore e incubo della citt.
Allapice della sua carriera unoperazione rocambolesca gli permette di rubare un miliardo di dollari,
truffando il sindaco, la polizia, Superman e infine il
suo stesso padrone. Le sue armi sono un modem e
un computer portatile; un manuale lo aiuta spiegando
le tecniche per comunicare nelle situazioni pi difficili
conservando anonimato e sicurezza.
Di Joe Lametta e del miliardo di dollari si sono perse
le tracce, ma ci rimasto il manuale e il racconto della
sua impresa.
(Kriptonite, Introduzione)

272

273

A parte limmaginario letterario hacker e dintorni, Kriptonite un manuale pratico di autodifesa digitale, uno
strumento di divulgazione pensato per sottrarsi al controllo sociale e alla limitazione delle libert individuali
nellera telematica. Lo scopo della pubblicazione dare
una panoramica esauriente delle risorse tecnologiche
esistenti per garantirsi anonimato e privacy in rete.
Non viene ignorato lunico aspetto controverso, ovvero che gli strumenti offerti possono anche finire nelle
mani sbagliate. Si spiega quindi a pi riprese come le
campagne del sospetto contro lanonimato siano veicolate da interessi che niente hanno a che fare con la difesa degli innocenti e si risponde alla questione sostenendo che questo non rientra tra le nostre preoccupazioni:
preferiamo considerarlo piuttosto un problema in pi
per tutti coloro che sono soliti fare appello al senso di
responsabilit degli individui solo quando per qualche
motivo gli altri (pi convincenti) metodi di controllo
non funzionano pi.
Allipotetica domanda del lettore sul perch scegliere
lanonimato in rete, il libro d invece una precisa spiegazione tecnica: Non facile rendersene immediatamente conto per chi non abbia familiarit con la Rete,
ma tutto quel che viene immesso in essa passibile
di archiviazione, di conservazione indefinita e infine di
analisi. Anche ci che non sembrerebbe immediatamente pubblico.
Kriptonite introduce la storia del lungo braccio di ferro
tra il mondo della telematica amatoriale e le strategie di
controllo sociale, un fenomeno che affonda le sue radici molto pi lontano nel tempo di quanto non si possa
immaginare. Per prima cosa spiega il funzionamento
274

del protocollo Internet (IP) e la differenza con le BBS, in


modo che il lettore capisca come il controllo dei flussi
comunicativi in una rete basata sulla commutazione di
pacchetto (Internet) sia molto pi complesso del controllo sulla normale comunicazione telefonica (BBS). Si
sfatano alcuni miti sul decentramento, chiarendo come
in effetti non esista un vero e proprio organismo centrale di controllo su Internet, ma tanti enti dalle funzioni
consultive e di coordinamento (come lInternet Society)
e le legislazioni dei singoli stati. Si fa notare che se anche gli stessi stati possono essere messi in difficolt dalla natura tecnologica intrinseca di Internet, questo non
basta a tenere salve, rendere anonime o irrintracciabili
le proprie comunicazioni.
Si passa quindi a introdurre la crittografia. Si forniscono
informazioni dettagliate sul software PGP: cos, dove
trovarlo e come usarlo prima per la propria posta e poi
su interi file system. Le informazioni sono il riadattamento di una guida gi esistente allinstallazione e uso
di PGP scritta per essere consultata online. Due capitoli sono poi dedicati allanonymous remailer nelle sue
varie forme. PGP e anonymous remailer sono tecniche di
crittazione forte, di contro a forme pi deboli quali
alias e account pubblici: questo significa che garantiscono uneffettiva irrintracciabilit e limpossibilit di
decifrazione della propria corrispondenza, se usate in
modo appropriato (anche per questo gli autori non si
stancano di ripetere che bisogna leggere attentamente
la manualistica o una buona guida). Si introducono quindi la steganografia, la telefonia digitale crittata, luso di
programmi come Speak Freely, IP poster; si introduce
lidea di un server LWL (acronimo di Look Whos Listening, cio guarda chi c in ascolto) come soluzione
275

integrata per gli utenti Speek Friendly e si suggerisce il


programma a chiave pubblica PGPfone, che ha la fondamentale caratteristica di non aver bisogno di un canale
sicuro per lo scambio in chiaro della session key prima
dellinizio della conversazione. Lultimo capitolo sui Packet Radio spiega il problema del controllo delletere
a partire dalla storia della trasmissione dati via radio
fino al GSM. Kriptonite resta un punto di riferimento fondamentale dal punto di vista politico e culturale. I suoi
contenuti sono tuttora validi e sul sito troviamo brevi aggiornamenti e nuovi link per ogni tema trattato. Per limplementazione delle singole risorse, negli anni successivi sono stati scritti o tradotti in italiano manuali pratici
(tutorial) molto efficaci nellaiutare i non addetti ai lavori.
www.ecn.org/kriptonite
MAJOR. Termine che identifica le multinazionali della musi-

ca e del cinema che detengono gran parte del mercato


musicale e cinematografico mondiale. Sono compagnie
specializzate nella produzione, nella distribuzione e
nella promozione di musica e film su diversi supporti e
formati (come DVD, compact disc, dischi in vinile e diversi formati digitali).
MOLLEINDUSTRIA. Lindustria del videogioco oggi non pro-

duce strumenti di intrattenimento e sollazzo che possano essere considerati neutrali. Anzi, quando va bene
propone giochi atti a veicolare e perpetrare modelli
culturali reazionari. Molleindustria un progetto che,
unendo attitudine mediattivista e critica videoludica,
hanno fatto del videogame una nuova frontiera della
critica politica. Molleindustria esplora le potenzialit
persuasive del videogioco, ne decostruisce la retorica e d vita a una pratica alternativa di game design. Il

276

risultato sono degli improbabili giochi satirici in flash.


www.molleindustria.org
NO-LOGS. Con questa parola si pu indicare sommaria-

mente il funzionamento alla base di A/I. Oggi le societ


occidentali stanno facendo enormi sforzi legislativi e
di seguito tecnologici per associare alle azioni virtuali
lindividuo reale che le compie (vedi data retention).
Se infatti sul versante meccanico possibile risalire agli
intestatati dei contratti di telefonia a cui tuttavia non
detto corrispondano gli effettivi utilizzatori , sul versante virtuale molto complicato estrarre da Internet
linformazione su chi abbia compiuto una determinata
azione. Questo, come si spiega in Kriptonite, dovuto
alla struttura stessa della rete, che rende molto complesso tracciare il percorso delle informazioni. I passaggi da
computer a computer lasciano comunque delle tracce,
o log, che possono essere registrate dalle macchine, e
la cui consultazione consente di risalire allutilizzatore.
Autistici, sostanzialmente, amplifica leffetto di rumore
di Internet facendo da ulteriore interposizione informativa tra lutente e chi fosse eventualmente intenzionato a
controllarlo. Viene quindi scardinato il meccanismo attraverso cui lidentificazione avviene, ovvero la possibilit di consultare i log. No-logs non indica quindi una
tecnologia, ma lassenza di una tecnologia. Da sempre
i provider conservano di loro iniziativa queste informazioni per il limite di tempo in cui vi si pu dover ricorrere per la risoluzione di problemi (ad esempio in caso
di smarrimento della posta). Oggi, a seguito degli sforzi
che si dicevano prima, vengono in genere conservati, e
pi a lungo del necessario, in unottica di profilazione.
Se prima dunque si poteva risalire al mittente o meno,
oggi non ci sono dubbi sulla riuscita di una simile ope277

razione. A/I non registra queste informazioni, i log. Con


una ricerca di equilibrio tra lutilit dei log per la risoluzione di problemi e la loro pericolosit per lanonimato dellutente, A/I tiene traccia del traffico sulle sue
macchine nella misura in cui questo garantisce il servizio. Inoltre, quelli di cui ha traccia sono log ridotti,
dati parziali in cui non compare lidentit dellutente. A/I
non cancella dati in suo possesso: semplicemente non
li genera. Anche per questo, A/I tiene i suoi computer in
paesi dove non c questobbligo. Per il collettivo, infatti,
contribuire allanonimato dellutenza nella rete significa
lavorare per mantenere limpostazione nativa di Internet, dove ogni computer uguale e la libert despressione ai suoi massimi storici.
NYMWARS. Tensioni fra utenti e fornitori di servizi in rela-

zione allobbligo di usare un nome utente reale vs. la


libert di usare uno pseudonimo. Il termine nato a
luglio 2011 con lintroduzione di Google+ e la relativa
nuova policy.
ORANGE BOOK. il titolo del documento pubblicato dal

Collettivo A/I nel 2004 che descrive le motivazioni e la


struttura tecnica del Piano R*.
www.autistici.org/orangebook
OZIOSI. Oziosi.org riconosce la pigrizia, la lentezza e

lozio come uno stato di natura a cui luomo e la donna


liberi desiderano con calma. Oltre a offrire mail, mailing list, gallery e un wiki, Oziosi organizza a Perugia
i Free Media Days, un evento nel quale si esplora il
mondo e le soluzioni alternative della comunicazione.
www.oziosi.org
P2P. Vedi Filesharing.

278

PGP. Acronimo di Pretty Good Privacy, PGP un software

libero di crittazione che venne sviluppato da Phil Zimmermann nel 1991. Zimmermann lottava contro il nucleare e cre PGP in modo che i suoi compagni potessero
usare i sistemi BBS e memorizzare i messaggi e i file in
tutta sicurezza. Pubblic il codice sorgente avvalendosi
poi di una formula common right per cui non veniva richiesto lacquisto di una licenza per il software a meno
che non se ne volesse fare un uso commerciale. PGP si
diffuse rapidamente prima su Usenet e poi su Internet.
La diffusione di PGP fu pesantemente ostacolata dal governo americano e le vicissitudini legali in cui Zimmermann incorse furono tremende. PGP un programma di
crittografia a chiave pubblica che pensato per risolvere un paradosso classico della crittografia, ovvero luso della stessa chiave per crittare e per decifrare. Essa
invece si avvale di una coppia di chiavi (doppia chiave):
una pubblica e una privata. La chiave pubblica serve
unicamente per codificare il messaggio, mentre quella
segreta serve unicamente per decodificarlo. Metaforicamente, il messaggio rimbalza due volte tra mittente e
destinatario prima che questultimo possa leggerlo, ma
tra loro non stato necessario scambiarsi la chiave: in
sostanza, si eliminato lanello debole di ogni strategia
crittografica, il momento in cui i due termini della relazione devono comunicarsi la chiave in chiaro (cio
senza crittografia).
Ogni utilizzatore di PGP crea dunque la propria coppia
di chiavi. La chiave segreta rimane tale, mentre la chiave pubblica viene divulgata e messa a disposizione di
tutti coloro che vogliono comunicare con lui. In genere,
la propria chiave pubblica viene depositata in archivi
pubblici (keyserver) a disposizione di chi la desideri.
279

PGP,

tra i crittosistemi, considerato uno tra i migliori


e tra i pi facili da usare. Anche se se ne fa uso prevalentemente per proteggere le e-mail che non hanno un
sistema di sicurezza nativo, PGP pu essere usato per
proteggere ogni tipo di file, dati su disco o backup.

PIANO R*. Citazione da Il Dottor Stranamore, nonch

dtournement del Piano di Rinascita Democratica della loggia P2 del venerabile Licio Gelli, con Piano R* ci
si riferisce alla risposta del collettivo A/I a una serie di
debolezze tecniche culminate nel crackdown Aruba.
Si tratta, al contempo, di una strategia a lungo termine
pensata per difendere il progetto dallondata repressiva
che accompagna il riflusso politico negli anni successivi al G8 di Genova.
Il nome Piano R* ammicca dunque a concetti come Resilienza (del progetto), Resistenza (agli attacchi dellautorit), Rivoluzione (dellinfrastruttura). Lanalisi e le motivazioni del Piano R* sono descritte nellOrange Book,
che contiene unestesa documentazione delle sue caratteristiche architettoniche e tecniche.
Gi nel 2003 il collettivo inizia a immaginarsi londata repressiva prossima ventura, e a riflettere sulle
modalit che avrebbe assunto. Ci parve allora che
la crescente importanza dei mezzi di comunicazione
digitali, specie allinterno di contesti politici radicali,
avrebbe presto attirato lattenzione delle forze repressive. Eravamo ottimisti: da allora abbiamo visto la sempre crescente paranoia globale dare nuova spinta alle
ideologie orwelliane e panopticiste del controllo totale, che ormai mirano non solo ai comunque ristretti
ambiti del dissenso, ma alla societ intera.
(Orange Book, Introduzione)
280

La preparazione al Piano R* si svolge su un arco di tempo di circa due anni. A/I individua prima i suoi punti deboli, che risultano essere: la collocazione della macchina presso un provider commerciale o in case e spazi
sociali la cui difesa fisica irrealistica; laccentramento
su ununica macchina dei dati personali di troppe persone combinata alla mancanza di una cultura diffusa
dellautodifesa digitale tra le stesse; levoluzione dello
scenario legale e il conseguente aumento dei casi di
sequestro di materiale informatico. Successivamente,
sceso a patti con una serie di idee che nel mentre si
sono dimostrate meno sostenibili, il collettivo compie il
passaggio alla nuova infrastruttura. Quando viene implementato, nellottobre del 2005, il Piano R* risulta essere una complessa operazione di decentramento, atta
a incrementare il costo e la complessit dei sequestri
fino a renderli impraticabili, moltiplicando e confondendo la superficie di attacco su diversi soggetti in diverse
nazioni con diverse legislazioni (Orange Book, Introduzione).
www.autistici.org/rplan
PRAGA, 2000. Controvertice e manifestazione internazio-

nale organizzati tra il 26 e il 30 settembre 2000 in concomitanza con il meeting della Banca Mondiale e del
Fondo Monetario Internazionale a Praga. Si registrano
violenti scontri di piazza. Praga il primo appuntamento europeo per il movimento no global dopo lenorme
risonanza della manifestazione internazionale di Seattle
nel dicembre del 1999 (N30, o la battaglia di Seattle),
a cui si fa formalmente risalire la nascita del movimento
anti-globalizzazione (che infatti viene detto talvolta anche popolo di Seattle).

281

A Seattle si era fatta la differenza: non solo per avere in


pratica annullato il vertice dellOMC oggetto della protesta, ma anche per il riuscito coordinamento internazionale, la mancanza di una forte appartenenza specifica
delle persone in piazza, lapprofondita comprensione
dei temi trattati da parte dei manifestanti, luso di Internet per gestire i contatti, la copertura in tempo reale fornita da Indymedia. A Praga, durante la manifestazione
internazionale, i manifestanti si organizzano in tre diversi gruppi che arrivano da tre direzioni diverse al centro
conferenze dove si stanno svolgendo i colloqui. Il gruppo giallo mette in atto una serie di pratiche di disobbedienza civile. Il gruppo rosa avanza attraverso quelle
che verranno definite frivolezze tattiche, ovvero con
un corteo di musica, danze e performance teatrali. Il
gruppo blu si scontra invece apertamente con la polizia, per lo pi con lancio di sampietrini, anche se non
mancano celebri episodi incendiari. Da Seattle a Genova, i successivi appuntamenti in Europa per il movimento saranno Nizza (dicembre, incontro del Consiglio
europeo), Davos (Forum economico globale, gennaio
2001), Napoli (marzo, Global Forum sullE-goverment,
OCSE), Gteborg (giugno, incontro del Consiglio Europeo), Barcellona (ABCDE, annullato), Salisburgo (Forum
economico globale).
PRIX ARS ELECTRONICA. Premio annuale dedicato allar-

te digitale, allanimazione al computer, allarte interattiva e alla musica. Viene assegnato durante il Festival
Ars Electronica di Linz, in Austria, dal 1987. I vincitori
ricevono una piccola riproduzione in oro della Nike di
Samotracia. Il Prix Ars Electronica, il Festival Ars Electronica, lArs Electronica Center-Museum of the Future
e lArs Electronica Futurelab sono le quattro divisioni di
282

Ars Electronica Linz GmbH, che negli anni si confermato come lente delezione per larte e la cultura di
questo specifico orientamento.
www.aec.at
RISEUP. Come A/I in Italia, il collettivo Riseup, unentit

autonoma con sede a Seattle, negli Stati Uniti, ma con


membri sparsi in tutto il mondo, crede che sia vitale
che le infrastrutture di comunicazione essenziali siano
controllate dal movimento e non dalle aziende o dal
governo, e si sforza quindi di mantenere la posta dei
suoi iscritti il pi sicura e privata possibile. Lo scopo di
Riseup contribuire alla creazione di una societ libera in un mondo libero dal bisogno, dove viga la libert
despressione, senza oppressione o gerarchie, e dove il
potere sia condiviso equamente.
Riseup persegue questo scopo offendo risorse digitali per la comunicazione a chi impegnato nel comune
sforzo contro il capitalismo e le altre forme doppressione.
www.riseup.net
SERPICA NARO. anagramma di San Precario, fa il suo primo

exploit nel 2005, quando si fa conoscere in tutta Italia.


Spacciandosi per una giovane artista e stilista anglonipponica, Serpica Naro riesce a partecipare alla giornata
conclusiva della settimana della moda di Milano, il 26
febbraio. Quel giorno giornalisti e operatori della moda
accorrono nella tensiostruttura montata da reLOAd nei
pressi del centro sociale Pergola di Milano per assistere
alla sfilata del precariato: al grido di we are not low
class, we are not high class, we are the new class, in
passerella sfilano otto modelli che rappresentano con
sarcasmo alcuni aspetti della precariet. Abiti che na-

283

scondono la maternit per non essere licenziate, gonne


anti-mano morta piene di trappole per topi, minigonne
sexy per fare carriera pi in fretta, abiti da sposa per
donne senza cittadinanza italiana, perch lunico modo
per averla sposare un italiano, tute da lavoro che nascondono il pigiama, per essere sempre pronti a lavorare notte e giorno, abiti double-face per chi fa due lavori
e quelli antistress per quando sei sfinito dalla fatica, le
magliette con il numero di giorni che mancano al licenziamento.
Per finire, le vere produzioni di chi lavora come precario del textil design, ma schifa i circuiti ufficiali della moda: una serie di modelli autoprodotti. In seguito Serpica Naro diventa un meta-brand, un marchio
rilasciato per la prima volta nella storia sotto una licenza Creative Commons che pu essere utilizzato da chiunque non sfrutti i lavoratori e il precariato.
www.serpicanaro.com
SNIFFER.

Conosciuto tecnicamente come packet


analyzer (network analyzer, protocol analyzer, Ethernet o Wireless sniffer), lo sniffer un software o una
parte di hardware che intercetta e memorizza passivamente i dati che transitano su una rete telematica o su
parte di essa.
Ci si pu servire di questi programmi sia per scopi legittimi (ad esempio lanalisi del traffico, lindividuazione
di problemi di comunicazione o di tentativi di intrusione) sia per scopi illeciti (intercettazione fraudolenta di
informazioni sensibili). Per intercettare i dati in una rete
locale necessario avere accesso fisico al mezzo della
trasmissione. La strategia di difesa che pu essere implementata contro questo genere di intrusione la crittazione del traffico.

284

STRANO NETWORK. oggi unassociazione culturale dedita

a creare eventi incentrati sullarte e sui nuovi strumenti


di comunicazione. Nasce a Firenze nel 1993 per lorganizzazione dei seminari permanenti di comunicazione
multimediale antagonista presso il CSA Ex-Emerson
di via Bardazzi e per linstallazione di uno dei primi
quattro nodi della rete Cybernet: Hacker Art BBS. Nel
1994, su idea di Tommaso Tozzi, oggi direttore del Dipartimento di arti multimediali e docente allAccademia
di Belle Arti di Firenze e Carrara nonch presidente
dellassociazione , il gruppo d vita alla BBS Virtual
Town Television, una storica banca dati fiorentina.Tra le
tante cose fatte nellambito delle comunit informatiche,
vale la pena di ricordare il netstrike del 1996 contro il
sistema giudiziario americano (per i casi Mumia Abu
Jamal e Silvia Baraldini), che blocca il sito della Casa
Bianca a Washington per dodici ore, e lorganizzazione nel 1998 del primo Hackmeeting a Firenze. Strano
Network negli anni ha promosso la riflessione su arte e
network, uso e abuso della comunicazione, copyright e
hackeraggio sociale; ha organizzato concerti di musica elettronica, installazioni di realt virtuale e mostre a
sfondo ironico sui mutamenti del costume occidentale.
www.strano.net
SUBVERTISING. Il termine un gioco di parole basato sullu-

nione dei termini advertising (pubblicit, pubblicizzare) e subvert (capovolgere, sovvertire). In pratica
si cerca di smontare il senso veicolato dalle pubblicit
commerciali per costruire nuovo senso. Il subvertising
in linea di principio non differisce dal dtournement
lettrista/situazionista: ci che lo rende diverso nella sostanza la messa in pratica. Le azioni di subvertising
portate avanti da gruppi come Adbusters o Billboard
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Liberation Front, solo per citare i nomi pi noti, sfruttano


la grande visibilit della pubblicit urbana per creare
cortocircuiti allinterno del sistema.
TEKNUSI. Teknusi.org (2003 circa-2011) (stato) un col-

lettivo di individualit prevalentemente del sud Italia,


ma sparse un po in giro per il mondo. Nasce come
una sorta di palestra tecnica per altri progetti nonch
come server fatto in casa per servizi che garantiscano
anonimato, privacy e una sana idea di sicurezza. Negli
anni il collettivo di teknusi.org ha rivolto gran parte delle
sue energie allo streaming icecast e ai servizi alle tante
piccole o grandi radio indipendenti e/o di movimento.
www.teknusi.org
TOR. Acronimo di The Onion Router, un sistema di co-

municazione anonima per Internet basato sulla seconda


generazione del protocollo di onion routing. Tor protegge gli utenti dallanalisi del traffico attraverso una rete di
onion router (detti anche relay) gestiti da volontari. Tale
rete permette di rendere anonimo il traffico in uscita e
di realizzare servizi anonimi nascosti. Originariamente sponsorizzato dallo US Naval Research Laboratory,
stato un progetto della Electronic Frontier Foundation
e ora gestito da The Tor Project, unassociazione senza scopo di lucro.
www.torproject.org
USENET. Contrazione di user net, un sistema di comu-

nicazione basato su un computer network, ovvero una


rete mondiale di server formata da migliaia di macchine
connesse tra loro e su cui vengono raccolti, organizzati
in un archivio pubblico e consultabile da tutti, i messaggi, le informazioni e i contenuti che le persone aventi accesso ai server si inviano sottoforma di news (le aree
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tematiche sono dette newsgroup). La Usenet, che in


pratica una Internet, viene inventata nel 1979 e implementata nel 1980 da due studenti della Duke University,
Tom Truscott e Jim Ellis, ed ancora oggi molto usata.
Ha infatti un ruolo molto importante nella storia della telematica, ad esempio in ambito Usenet che nascono
termini come spam o FAQ. La Usenet ricorda molto
le BBS, ma come interazione gi una via di mezzo tra
lemail e il forum internet.

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