a cura di
PAOLO XELLA
Contributi di
GABRIELLA SCANDONE MATTHIAE - PAOLA PISI
ANNA MARIA POLVANI - PAOLO XELLA
SERGIO RIBICHINI - MARIA GRAZIA LANCELLOTTI
GIULIA SFAMENI GASPARRO - MARIA ROCCHI
ILEANA CHIRASSI COLOMBO
ESSEDUE EDIZIONI
In copertina:
Deposizione di Franco Pistoso (coll. priv.)
SOMMARIO
PAOLOXELLA
Prefazione
Al.ITORI VARI
15
PAOLAPISI
Dumuzi-Tammuz, alla ricerca di un dio
31
ANNA MARIAPOLVANI
Telipinu e gli di nascosti in Anatolia
63
PAOLOXELLA
Da Baal di Ugarit agli di fenici: una questione di vita o di morte
73
SERGIO RIBICHINI
La scomparsa di Adonis
97
115
151
MARIA ROCCHI
181
199
209
211
PREFAZIONE*
PAOLOXELLA
fu
se
si predica che Cristo resuscitato dai morti, come possono dire alcuni
di voi che non esiste la resurrezione dei morti? Se non esiste la resurre
zione dei morti neanche Cristo resuscitato! ( ...)Ora, invece, Cristo
resuscitato
di Cristo; poi
sar la fine, quando egli consegner il regno a Dio Padre, dopo aver ri
dotto al nulla ogni principato e ogni potest e potenza
(/ Lettera ai
Per quanto riguarda le grafie dei nomi dei personaggi divini e/o mitici, s i
re
non muore ma si
nasconde,
con
conseguenze
Demetra e Kore, la
cui
sorte alternante
inesorabili:
in
cui
AUTORI VARI*
La definizione
dal
era
(se
fu invece prestata a una figura importantissima, cio il dio siro
confrontati con
della
teoria
senza negare i loro legami con il ciclo stagionale. A tali figure sarebbe
per lo pi connessa un'ideologia di salvezza (in questo mondo,
nell'altro mondo) variamente orientata e diffusasi nelle culture mediter
regale
nella
conseguente
ambiente
aporia
politeistico,
provocata
dalla
mortali
non
il
problema
del
dying
god
ponendosi
in
decisa
delle
tale
Sulla
scia di Jensen,
altri
interpretati
come
figure sia
usando
un
documentazione su
criterio rigorosamente
storico
sia
un
ipostatizzava,
culturali
religiose
della
9
loro
epoca,
pi
difficile
di
questi
personaggi,
che
impedisce
"resurrezioni"
ipso
al
di
facto
fuori
la
del
con
il
sostrato
qual la
mitologico
di
dottrina della
questi
culti.
Egli
contro
l'affermazione
tout
court di
un
valore
sublimit
dei misteri
luce
di
queste
riflessioni
si
rende
pertanto
necessario
riguarda l'oggetto della presente ricerca (ma non solo per essa!), una
"categoria" alla quale eventualmente far afferire - anche solo a scopo
11
dito di M.G. Lancellotti dal titolo "Le thme du 'dieu qui meurt' l'poque
perse: les aspects mthodologiques", presentato al Ve Colloque Internatio
nal "La Transeuphratne l'poque perse: religions,
images", Parigi 30/3- 1/4/2000,
croyances, rites et
S. Ribichini,
G. Scandone
NOTE
J.G. Frazer, The Golden Bough, III ed., voli. IV-V, The Dying Gode Ado
nis Attis, Osiris, I ed., London 1890, 2 voli.; II ed., London 1900, 3 voli.;
III ed., London 19 1 1- 1915, 12 voli. Per quanto riguarda la differenza tra le
diverse edizioni cf. J.Z. Smith, Drudgery Divine, Chicago 1990, pp. 9 1-
1905).
2
12
a Quirino, Roma 1984, e altri luoghi della sua produzione scientifica, spe
cie Mistica agraria e demistificazione, Roma 1986. Sul problema cf. infra
la
Postfazione
di
l.
Chirassi
Colombo,
anche
sui
rischi
di
una
"demolizione" indiscriminata.
4
Cf. soprattutto A.E. Jensen, Das religiose Weltbild einer fruhen Kultur,
una
Torino 1952.
5
Sulla rielaborazione filosofica e cristiana dei miti classici cf. tra gli altri
in
quanto tale.
7
13
OSIRIDE, L'AFRICANO
ovvero la morte regale
in quanto re
ne costituiva
la caratteristica
pi
impor
re
re
della VI dinastia, Pepi Il. Essi furono raccolti e sistemati, sembra, dai
sacerdoti di Heliopolis, citt del dio Sole: quindi, in essi prevale una
visione dell'aldil fortemente influenzata dal culto solare e dall'idea del
destino celeste ed astrale riservato al sovrano post mortem.
de_s
j!_- !!e
15
f-
e.:f <
Testi delle
Piramidi: in alcune si augura al faraone di "diventare Osiride" nel
mondo sotterraneo, mentre in altre (poche) formule il dio e la sua cer
() (Form.1267 dei
ramidi.
zione delle fasce: con una egli impugna il flagello e con l'altra uno
Sud del paese. In seguito, durante il Nuovo Regno, oltre alla Corona
Bianca, Osiride porter assai spesso la grande corona chiamata in egi
ziano
16
"
"dio che muore", riservando solo alcuni accenni agli sviluppi della sua
figura e del suo culto in epoca ellenistico-romana.
Ritornando, dunque, al racconto-mito dell'uccisione e dello smem
bramento di Osiride, vogliamo qui riassumerlo brevemente, per pun
tualizzame gli elementi basilari. lnnanzitutto, dobbiamo ricordare che,
seppure la letteratura egiziana farao11ica classica contiene fruenti allu
sl.oiifenarrazioni parz.iali delle vicende de dio, il mito in . folJlla com
pletici noto solo dlJ.lla.tardissiml! redazione di Plutarco.Nel DelsJe
f Osirid lo storico di Cheronea, vissuto tra il I ed il II secolo d. C.
(471:27 d. C.), narra de(t)iion re Osiride, eroe civilizzatoredrascita
divin-(eri'f]glio di Nut/Rhea e di Geb/Kronos), che insegn agli Egi
ziani l'agricoltura, la legge,e la venerazione degli di. II perfido fratello
gemello di Osiride, Seth (da Plutarco chiamato Tifone), lo uccise con
uno stratagemma, rinchiudendolo in una bara, che fu poi gettata nel
Nilo. Alla notizia dell'assassinio Iside, sorella e moglie affettuosissima
di Osiride,inizi una lunga e disperata ricerca del cadavere del consorte.
Ella fin per ritrovare la bara sulle coste del Levante, 11 Biblo; la
nascose in un luogo sicuro e raggiunse il fig
_ lio Horusfche veniva
) allevato in segreto a Buto, nelle paludimpenetrablfi del delta del Nilo.
Seth scopr la bara, l'apr, fece il corpo del fratello in quattordici pezzi,
che disperse. Iside li ritrov e li riun, ad eccezione di uno: il fallo,
mangiato dai pesci. Ma la dea lo sostitu con uno finto, affinch la
spoglia del marito fosse completa. Osiride fece !J2!:2QfO ingresso nel
tldil,da cui_torn solo per aiutare il figljQ.tlf>runella lotta..oni:fQ
v ! th peil d()mino sull'Egt"f La battaglia dur molti giorni e si
concluse con la vttoria di Horus, sostenuto dagli altri di anche du
rante il successivo processo intentatogli da Seth, che non voleva asso
lutamente cedere la regalit al nipote. lsidE.()1sllln ad Osiride anche
dl consorte e ne ebbe un figl}9 pre!Ilaturo e rachitico:
ate\
0
La narrazione di Plutarco riproduce abbastanza fedelmente il mito
originale; se ne discosta, tuttavia, in alcuni punti, decisamente impor
tanti. Innanzitutto, secondo la tradizione egiziana classica, Osiride non
ucciso da Seth con il sistema di chiuderlo vivo in una bara, ma viene
colpito con un'arma, o affogato nel Nilo. Poi, la ricerca del cadavere
del dio condotta non dalla sola Iside, ma da Iside e dalla-sorella Nef' tis, c.!:'. ()!!t c<>.Pe :4f1amllt!).tr'ici., :-1?-:=ife
mo.!:. ebr}J?.C!.t_t.J_t-1:\llt:at!lf:illa t()ri(l_gz !: In terzo
J n.
/
;l .'!1.()!:1<?
-
__
18
__
19
20
midi}.
\
"'
l
'
23
mor
28
iaTJ"l
BIBLIOORAFIA SELETTIVA
U. Bianchi, "Iside dea msterica. Quando?", in G. Picca1uga (ed.), Perennitas. Studi in onore di Angelo Brelich, Roma 1980, pp. 9-36.
S.G.F. Brandon, "The Ritua1 Tecnique of Sa1vation in the Ancient Near
.;f
4
di Ancient
East", in S.G. Brandon (ed.), The Saviour God. Comparative Studies in the
Concept of Salvation, Manchester 1963, pp. 17-36.
31-56.
Jr
'l'
H. Frankfort, La royaut et [es dieux, Paris 1951 (trad. fr. di Kingship and
L)
29
J.G. Griffiths, The Origins of Osiris and His Cult, Leiden 1980.
E. Homung, Conceptions of. God in Ancient Egypt, lthaca 1982 (trad. ingl.
di Der Eine und die Vie/e).
iJ-
C.G. Seligman, Egypt and Negro Africa. A Study in Divine Kingship, Lon
don 1934.
.
)
pp. 423-564.
30
DUMUZI-TAMMUZ
Alla ricerca di un dio
PAOLAPrSI
l. II nome di Tammuz, forma accadica di Dumuzi, ci stato tra
smesso anteriormnte alla decifrazione oel cunertorme dall'Antico Te
stamento, e precisamente dal profeta Ezechiele, che descrive in una vi
sione simbolica il Tempio di Gerusalemme profanato dagli idolatri:
Mi condusse all'ingresso del portico della casa del Signore che guarda
a settentrione, e vidi donne sedute che piangevano Tammuz (Ez. 8,
14). Nella traduzione dei LXX il nome del personaggio oggetto del la
mento femminile non viene tradotto, ma soltanto traslitterato dal
l'ebraico in lettere greche (ho thammouz), mentre nel testo latino di S.
Girolamo il nome del dio compianto dalle donne suona diversamente:
rt1
Jfl
.... .......
. iiliii, .....
all
a, quan
__________
_____
31
gg
__
_g
___ __
_________________-----
.../'
. ,_.
i
32
j_(
mito, anche per 9!lf1tQ Ii-.&!!.<! !_ttag!i: Itar!..P!ta dei suoi abiti e
orJ!I!!!l__n!Lal!e_P.Qt:! _deliinfeljLla T'?!!!l.!'I?.slLlia-llJ2lli!.!1Q!:!
'? fr_!!i ch-IEbel!}2'!() LIl i '>'.l!..!.l:l()!!Je.!tt.Jr}.!!l!!?a.
Tammuz divenne cos ben presto i!__!!!QQ.t?}lo cll gi()_mQT!! ..rtsorJprOn dyi!}g_):lfli!:r.f.S.i8 l!c{, belle . i!l()t !l ei
mondo SCientifico da Frazer, non fu infatti coniata (a rurferenz w
quanto comunemellte-sfntener<Tan'a'ntropologobrtannlcO.NefiS78;
in unac oii:fereiza tenuta al IV Cngiesso dgu6ilellt1Isti: Fl-enr
fuanat_inistae ?"!el\1fs:?2":1![. a2.!t() !f:s2
C5siride e Adonis-Tammuz, ne <<tutte quelle storie di di peiWJ.icamen_:ifii?"_ -rznascenti slmboleg_i-oJ.ri1EodFji_iifE:fu:f?._
verse vicende dlla rivoluzioa e diurna del so!e , che !!!ili!
tali divinit devono essere considerate come forme parallele, derivate
da uno stesso concetto pnmarw .
Nella ch1ave mterprefaffvif"proposta da Lenormant e, in genere,
nella prima fase degli studi assiriologici, Dumuzi-Tammuz s confi
gura dunque innanzitutto_S..2.!ll.!!\l_!l _9nificazione del sole primave
nle. Sarebbe per improprio ricondurre esclusivamente alla linea
Maflnhardt-Frazer il riconoscimento di un simbolismo vegetale nella
(presunta) periodica scomparsa e ricomparsa del dio: ancor prima della
decifrazione del cuneiforme la vicenda di Adons-Tarnmuz era stata in
fatti comparata con quella della Kore eleusina e, al pari di questa, letta
come una codificazione mitca del ciclo stagionale della vegetazione, e
in particolare del granou. E' difficile pertanto valutare se e quanto gi
negli studi assriologci di fine '800 potesse farsi sentire l'influenza di
Mannhardt12, che nel secondo volume di Wald- u n d Feldkulte aveva de
dicato ampio spazio a Tammuz-Adonis, interpretato tramite un'am
plissima comparazione con usi folklorci nord-europei, e con perso
naggi del mondo classico (in particolare Lino) - come uno "spirito
della vegetazione", il cui culto era orientato a favorire "magicamente"
la fertilit stagionale. In ogni caso, negli studi assriologici dell'ultimo
o
!
t _
i ? t 6
n
titeM'.etto qu111rsolare. Appena scoprto niCiOCiilient cuneiformi, Dumuzi-Tammuza.qiisisce dunque i tratti che lo caratterizze
ranno in quasi tutta la storia degli studi moderni: un dio "morente e
risorgente", la cui vicenda mitica codifica un ciclo naturale (solare o O
agrario-vegetale), ed la forma mesopotamica di un tipo divino diffuso
__
..
..
..
- ----
"
-"--
---
- "'-
.
--
-------------- ---------
J % n:c:
33
34
......
poche eccezioni, sar destinato a rimanere fino ai giorni nostri. A
partire dai primi del '900 si moltiplicarono le monografie su Dumuzi
Tammuz, contemporaneamente alla pubblicazione di nuovi testi che lo
vedono protagonista: Tammuz era, ed rimasto, il dio mesopotamico
che pi ha appassionato gli studiosi moderni, nonostante non possa
essere considerato una delle divinit pi importanti del pantheon locale.
La popolarit di Tammuz presso assiriologi e storici delle religioni
non pu evidentemente essere disgiunta dal successo del modello
frazeriano del culto_ . di fesoJ1jitt.h-, .Jl,EL.P!illli 9:".!!L -I_:J_QO, C
costitu la cat_a2[iPE!-per..-:_r---i..-!().&e!'--.!
riti dell'antichit. La soluzione frazeriana, con la conseguente riduzione
del simbolismo mitico-rituale, nella sua fase originaria, ad una risposta
ai bisogni primari dell'uomo (cibo e procreazione), sembrava infatti
una ragionevole spiegazione della produzione religiosa "primitiva".
Inoltre, il paradigma naturalistico del ciclo stagionale poteva essere
visto come il livello esplicativo pi elementare ed arcaico, ma non
esclusivo, della vicenda di amore, morte e resurrezione di Tammuz. Nel
clima culturale dei primi del '900 infatti risultava quasi scontata
l'ipotesi di un passaggio aa-iiiiil"'nnasTia"cllanaturaooii'i.l'visiOne o
globale della pereiiiienascmnrerravta aarra-morte e"iif"fne aana
Soierlofogia-oltierrioriaana.lre:orre-gamemotrila''Sfvezzarr<rena
atura, che ognljnno sconfT_i8eia !!.!.!!!!.-t?!-9
id)erato oagli Inferi permetteva dunque di ricondurre al dying god anche
eventuali svirupprescaiolgiCf:Tiritraconczronrfgosa de Vilno
Oriente . anticO:alm-eno'-nelfe-rasrpr 'inillle:-poteva''cosl.- venire
fondata sul!aVcrdi.. aegiT "df iioreiiire..nsorgeniL II ''dramm.i
stagiOnale" acqulSI m tl moilo-unvaiOreeuristicoqliliSfuiiversare.-Non furono persoltanio'"i'appareiteragionevolzza lriSta nel
ricondurre la produzione religiosa a un sistema di bisogni elementari,
.
---------"
---., -
' ''"
35
:t )_!8!15'--i dJ_?rio.<:Ii!ffiente morente e risor&_costituisce una evidente ricodificazione in termini di ciclicit stagionale
:> di unffi(flTQ[iJtan_Q.d -morte eresurreQJ}. La_ <;toria tipol ()gi
_
del "dio morente", infatti, da un lato rendeva universalizzabile la
mo_:!S.Ia nna-dTiJfia-m orte e resfliil()epp..I'_tati di salvezza
(a diversi livelli: mondana, come nnascita annua della natura,
t!t_o_nniJ.). d.a1t'altro-poteva racilmeriteessere' tr.sronlata nuna
teoria sulle orig!ni del Cristianesimo. Dumuzi-Tammuz, la cui morte
a_ Siajp1;nia,"comeavvei per-queir icrlst(), <lalle
di
Gerusalemme, divenne cos l'antecedente caldeo del Redentore . Del
resto, una-volta che la vicenda di Tarnm f-ccii;rt;;_- prima di Padri
della Chiesa e poi dagli studiosi moderni in uno schema concettuale
cristiano di morte e resurrezione "salvifiche", il referente comparativo
del Cristianesimo si impose inevitabilmente, anche se non sempre
J venne esplicitato: ancora in anni relativamente recenti uno dei massimi
sumerologi, Samuel :N--Kiiilel r'. potr affermare che- derrieilti
fondamentali" del ctiTto-aeTmlio -diDum1zi son orifliiii ne1la figura
J d'""Cilsio - La pubblicazione pressoch completa della variante sumerica della
Discesa di /Star (La discesa di /1U1Ttna agli Inferi) mise per in crisi
numerose certezze consolidate da tempo. La versione sumerica del mito
era stata trovata a Nippur, durante una campagna di scavi diretta
dall'Universit di Pennsylvania; le tavolette per vennero divise in due
diversi musei (lstanbul e Filadelfia). I primi cinque frammenti del testo
vennero pubblicati da Langdon e da Poebel, ma il contenuto rimaneva
inintelligibile. Una ricostruzione della prima met del mito comparve
nel l937 ad opera di Kramer, che si era valso anche dei lavori inediti di
Chiera, precocemente scomparso. Kramer continu la pubblicazione
del testo e nel 1942 il mito era stato ricostruito sino al ritorno di
Inanna dall'aldil. La scoperta sensazionale avvenne con la decifrazione
e collazione delle iavolette successive, pubbiT'teda Kramerel 1950 e
i9sT:--di-esseu.sl apvren<!.xli c P11uzC m ;,-.aio-oiisegnat-a
demoni Galla da Inanna, la quale, pertanio, JziC h s.ede f_r.egno
_
36
_
d9
_ _
...
---
=::
-1i/tfj;1t
iJte
n:::J
impose :..u.a. uo_\1 interprtazine_p ql]:>_!i.d..cg, l!?_sino..!.
il'CercaaeTI'airiato scompars-d..Ellt di !
__
..
__
..
- -
..,
37
.... - 21
--
-,____
---
------ -
- ----
--
--- - --
..
__
38
39
..
..
-------------------
--- .-
__
.. .........
H-
...
__
..
__
__
40
terminologia,
dunque,
che
rinvia
!nanna,
tii:lizne
"pescatore"
postdiluviano,
nativo
di
Ku'ara,
successore
di
42
,_
..
--
43
---
------
- --- ------
---
__
44
fatto che SRT l (r. 174) indichi probabilmente nel primo giorno del
l'anno (zag-mu)"' il momento delle nozze tra lddin-Dagan e Inanna non
implica che il rito venisse reiterato annualmente. L'individuazione del
l'inizio dell'anno come momento della celebrazione della ierogamia rrequenTe-anlie}[Sj-1?.! re_enti.- dip!le!. <lJ. .rsQdll.---h
I'iilcerto dato del test!..?!E.:Pa?!!_:_el'-!P?.-dallil
Scuola mitlco-rituale e sogg1acente alTe mterpret!.Q..I!i di J:f.IJ)(!r e JaObsen, oelTa-uranOeF(a=.oi !;ipdan9,([__iiLJL<:: 2.Il)Pk.sQ Ij
resurri-ie!:2B.m--()still!rebejlllo sif!l.!? Anche in que
sfo--per, i documenti smentiscono la teoria, e con ogni probabilit,
ciascun sovrano celebrava una sola volta le nozze con la dea, forse al
l'inizio del regno. Bench la finalit specifica e l'occasione del rito
non siano determinabili con certezza, se non per quanto concerne la
"fissazione dei destini" per il re, con conseguente conferimento di so
vranit e "benedizione" per il regno da parte di Inanna - elementi per
relativamente generici e non peculiari della sola ierogamia -, !'ipotesi
ei.l?__l!bil-c:e)t!_ ll()':(!-()s-q.o.,_l!!f!lll_<_l!IJ:t?P.o._c:a di lJ. Ig,
far parte della complessa cerimonia di intronizzazione, e in particolare
Ge-riti (:h acesso al trono celebrati acftJrik ..
In ogni casoTe-noe-sa!i1991lo;-:ccnnt!_)I!\'ece \'l)_()le un_a vul: (
gataasSfologica_i()_ri o -!i_&i<t1__!1-l!ti?.?.E!o_n--J.9()llZIQ fuOJimni:.J:?.ll lll.u.z.Lil r?.no ll.! ita.[i!ua!lll..n.te il !l_l 1-J.
e di.o < .
all'interno di una!!!.a !-a!a_pan.f!!:iml:l,
la
cb . m en
sp()sa
ma
_
___
. .
_
_ _ _l!l;
persona, e solometaroncamente viene appellato (e neppure - in tutti
i
componimenti) con il nome dell'amante prototiprCodllniiiina, per in:
dlare, pi che un'Iiientffi,-uiYniOTOgla-funzlonf:"l5elfeSiO,Tacond:../j
ZiOnedi "sposo di Inaniia11 "'o-tui.:ii_il-t-a!:.s()vr ;c()e
risulta dalla produzione Inni!!_e dllejsc!. . .'?,!l.i7.1!9.!!..J.Ui!l:lit(l_- ..
_
. e l
l'occI()_
_! _cl- r?;I_o !!..!!..
__
sr_
..
..
...
- -
__
__
45
) "resurrezione''.reQQ
. r--"l efcan ii. driameriiazioii?';". in-cui Dumuzi - a
volte id!!iligto c?_ p_aon-altre_(fi"viiJ[f!_l_fli!P oitretOniba
(NllaZu, Ni_!!&ill:. _t_;_J:.':'iell_ompianto da spos-1? sorella.
46
nizzato della III dinastia di Ur III, con ogni probabilit deve essere cor
relata con l'aspetto astrale di Dumuzi-AmauSumgalanna63
Tutto questo non s!g!J:i_fic(l_cileJa _mgrte Qi_ Q.l;l!!l!!:Z:i clb.l..!.!! ,ti
dotta in maniera univoca ed esclusiva ad una codificazione mitica della
realizza, a
morte del re: piuttosto, come ha mostrato Alster , Dumuzi
vari live_!!---11.11 mediazione tra :ni"\7ersrsfll.ilicfopposti (viiaJ
di l u?_'!li_ni, citt f spazio xtr:aurbano\ e pertanto pu fo!:&
una soluzione alla contraddizione insita nella ineludibile mortalit di
un sovrario divirio. Moitol. _Il1a pure perm1emente dio e sposo di
Qu.!I!-i (;2.it_ uisce un p_ijJ_:di_.[fefiiEJifJ?!lV.!Jgato <
un'escat?.Is!_<\1-!-- (;_sin alla l1gas _presargo11ica prevede la
'-rs<)pravvivenza" degli antenati come fonte del potere del success'ore:e
clle'n-epoEa-neos-umeriC deve necessariamente_ conciliar moriant1t
iiiViilTtr.''PJjn 1r2ILounqu_.: jl: c<lllll'Q. c!Lii2_ di l?.lli.--<
bench si estenda anche alla pastorizia (sia in senso proprio che metafonco, scoC!'o la_ 6en-nofa eqivalenza simbolca_Ehfa eLijLJ.i:
s>E@), ;5P<ll?.l?Jing_ <:l!tQ.L .ss.n:z;j_ah11e11te funerarie>:.!
m1t1 di mrte dil:>umuzi L2..11!is-<!ti.re._!_ -!::.h<?. CQ_I!:'.-<
fondazione del lutto, delle lamentazioni e delle offerte per i defunti, e
cio di un ra OffcUTIUraiiilntecorreito"'cnTmort:'-f'lsthiiZI'one"di
--------- ---------------.....
---- - -- ,.,__ ....... --...,.
parte di Inanna del cto fuE
_ -e._a _u_itg dt?!l<l:._I!l_()r-ell<:J .R2!2_7
particolarmente evidente in /nanna e Bilulu, e la corretta esecuzione dei "
ntJ di lutto costituisce-no(feriemr_erTncipaffdeTiaDiScesa-dilnanna
-coerenremente"con-ir aaio ffiiticaerraoenrirv-a-morie- d nuniuzi,
la documentazione arrlministratfva"iiO'-fmTsc.aicuillnii'Zio_a_-fa;ore
dell'esistenza di cerimonie-cil.liecTe6rnssero-Ifntorno-in--vitae,-a-ilzf,
s_r s_!!l:_!!tir!!J_I_Iti!!?-(feTos=y_e_rT_qul} _c-!1:
spesso attribuitagli negli studi moderni: il grande rilievo che riveste
Dumuzi nelle.compoSzoniletteiirie non trova infatti riscontro nei te
sti economici, dai quali invece risulta una presenza del dio nella prassi
religiosa tutto sommato scarsa. Le testimonianze pi consistenti pro
vengono da Umma, dove il XII mese traeva il nome, sin dall'epoca
sargonica, dalla festa di Dumuzi, la quale, come abbiamo detto, impli
cava probabilmente una liturgia nuziale: i dati relativi a tale occasione
rituale, recentemente analizzati da Sallaberger67, non ci permettono per
di ricostruirne un quadro coerente"'. A Lagas, nel periodo di Ur III, era
invece il VI mese a prendere il nome dalla festa di Dumuzi, sulla quale
per non possediamo alcuna informazione"'. In una tavoletta lagaSita
__
------------------------------------
-------
----
-------.r;r-
_____ _,_____
__
-- - - - -
-"--
__
-----.-
__
___
47
__
_____
----
- -
musag), ai sovrani defunti della citt e alle loro spose, ma non allo
stesso DumuziX>: bench sia impossibile trarre conclusioni definitive
un solo documento (tanto pi che sacrifici
di
ai ovemanti morti di LagaS
nota che nel periodo neosumerco a LagaS il mese della festa del dio
III),
LagaS e
a lnanna-Ninegal/a
(Signora del palazzo), di epoca paleobabilonese, apprendiamo che durante la festa d Dumuz, che doveva
(rr. 65
48
__
. .
__
..
..
..
__
__
..
49
............ u-----"---
50
NOTE
1 Fonti in F. Lenormant, "Il mito di Adone-Tammuz nei documenti cunei
formi", in Atti del IV Congr. Int. degli Orientalisti, Firenze 1880, I, p .
144ss. e W.W. Baudissin, Adonis und Esmun, Leipzig 1911, p . 94ss.
cata a Tammuz). In un ponderoso saggio del 1856, Die Ssabier und der Ssa
bismus, I-II, St. Petersburg 1856, Chwolson aveva analizzato una serie di
testi sui Sabei "pagani"' di Harran, in alcuni dei quali compare Tammuz: i n
particolare l'Agricoltura Nabatea, composta nel X sec., e la relazione di
>an-Nadim sulla festa di Ta>uz a Harran, celebrata in luglio e denominata
ei-Bfiqit (Il, pp. 27s. e 20 l ss.; cf. infra). Quattro anni dopo Chwolson
pubblica appunto un breve volume (Uber Tammuz, cit.) in cui raccoglie
tutte le interpretazioni anteriori sul dio, dai commentari cristiani e rabbi
nici su Ezechiele sino agli studi pi recenti. Dal ricco dossier emerge un
panorama interpretativo assai variegato e fantasioso, ma la linea esegetica
dominante negli studi sette-ottocenteschi quella dell'oloi!?
E!
!.fpglogica fra Osiride, Adonis e Tammuz, posizione peraltro respinta dallo
stesso A., che vede.in Tammuz un fondatore di religione>> e un martire
del nuovo culto>> . Il volumetto di Chwolson verr comunque ben presto
dimenticato: tre anni prima della sua pubblicazione era stato infatti
"ufficialmente" decifrato il cuneiforme, e ben presto si pot accedere a
fonti dirette sul dio mesopotamico.
6
La prima notizia del ritrovamento della Discesa di !Star venne data da Fox
Talbot nel 1865. Negli anni successivi quasi tutti i principali orientalisti
Ph
51
7 ....
,-----
solo da
Adonis (del 1884, e cio sei anni prima dell'uscita del Ramo d'oro), nel
S.N. Kramer,
16 Sulla ricostruzione del testo sumerico cf. S.N. Kramer, "Scoperta e deci
frazione della 'Discesa di Inanna"', in D. Walkenstein - S.N. Kramer, Il
mito sumero della vita e dell'immortalit, Milano 198.5---(a: -or. /nanna
en of Heaven and Hearth, New York).
-t
17
52
reale
JSS,
7, 1962,
Lista
147-160.
t!!{st Part,
BiOr
riage,
22
p.
155.
Th. Jacobsen,
183, 1966,
p.
31
e id.,
New Haven-London
1976,
p.
24ss.
28 Ribichini
ini.
\_2 Cf. A.H. Gardiner, ree. di J. G. Frazer, The Golden Bough: Adonis, Attis,
Osiris,
JEA,
53
-<
30
lnscrip
nato Dumuzi, assente anche dalla grande lista di Fara. Inoltre TSS 715 re
gistra offerte di farina sia per Dumuzi che per AmauSumgalanna, il che po
trebbe far ritenere che le due figure divine fossero all'epoca distinte. La pi
Nelle iscrizioni
lanna>> e <<sposo di Inanna>> ed associato nel culto alle divinit del ciclo
di Dumuzi nnanna e AmageStinanna, etc.: cf. P. Pisi, "Il dio Lugal
URUxKARki e il culto degli antenati regali nella LagaS pre-sargonica",
Orientis Antiqui Miscellanea, II, 1995, pp. 1-40). Nelle liste di offerte
della LagaS presargonica ricorre anche una divinit indicata come ddumu
zi: si tratta per dell'abbreviazione del nome di una dea, Dumuzi-apzu, del
tutto irrelata rispetto allo sposo di Inanna: cf. Selz, op. cit., p. 114ss.
32
33
possiamo dedurre molto di significativo dalle due attestazioni del nome del
tettore delle stalle e degli ovili (UET I 42= I. Karki, op. cit.: Rim-Sin 9).
34
54
del dio, altrimenti unitaria, nella Lista reale risulti scissa in due diversi
sovrani. Alster, uno dei pochi studiosi a sollevare tale problema, sostiene
che tale duplice presenza motivata dal fatto che Dumuzi si reincama con
tinuamente in ogni re terreno (B. Alster, Studies in Sumerian Proverbs,
zioni del dio, sembra emergere dalla Lista reale una connessione strutturale
tra istituto regale e Dumuzi: due volte la regalit scende dal cielo (prima
e dopo il cataclisma) e due volte deve realizzarsi nello sposo di lnanna. E'
35 J. Klein, "A New Nippur Duplicate of the Sumerian King List in the
37 BM 96739
Near East,
"Astrai Dumuzi", i n
M.E. Cohen - D.C. Snell - D.B.Weisberg (edd.), The Tablet and the Scroll.
rr.
73-75), il che, co
Matsushima (ed.), Official Cult and Popular Religion in the Ancient Near
C h r., Stuttgart
55
celebrazioni rituali; piuttosto, degno di nota che, nel caso in cui la tradu
zione corretta dell'iscrizione di Naram-Sin debba essere sposo di Inanna
Anunnitum, la dea compaia con un'epiclesi che evoca un campo d'azione
bellico, e non certo fertilistico: cf. I.J. Gelb, "Compound Divine Names in
the Ur III Period", in F. Rochberg-Halton (ed.), Language, Literature, and
History; Philological and Historical Studies Presented to Erica Reiner,
40
"
di
!nanna e Dumuzi, spesso triilfatJ unitariamente studiosi, apparten
goTi01:ilre aTtaageencompSiflvlersF non di rado, infatti, non
si operata un'd
_ eguata distnzione fra testi destinati ad accompagnare i l
nto Jerogam1co 12. i su!rativi lLP!!!tY.,JI,).ffi2.J!!.:..!LYsill!.r.iJmiti
ai ciclo delle due divinit anhe in assenza del loro nome (cf. le osserva
zioni di B. Alster''SumerianTove Song;.\R.A, 79,1985, pp. 127-159; J.
Renger, op. cit., p. 255s., cui rinviamo anche per la descrizione del rito
ierogamico, e Cooper, op. cit., p. 86). Senza pretendere di fissare precisi e
definitivi criteri tassonomici - prematuri allo stato attuale della documen
tazione -occorrer dunque distinguere gli scarsi testi sicuramente (o al
meno probabilmente) collegati con la celebrazione delle nozze sacre da
composizioni (come i canti di corteggiamento) di cui non conosciamo
l'eventuale contesto cultuale.
43
Y.
Sefati, Love
muzi-lnanna Songs,
44
45
des biens, des personnes et des ides dans le Proche-Orient Ancien (RAJ
!f.XX
\ VJJJ ), Paris 1992, pp. 381-387, e bibliografia ivi citata.
onostante lnanna sia stata presentata, _sin _at gli inizi d,egli
studi assi
riologci, come una Signora d e_lla_ fecondit, arbitra !.Eesperire
d1_ ogni forma dJ, vita, occorre_ rileVare'Clie nella dumentazione mesopo-
<J
/
56
tamica mai la dea esercita un dominio sulla sfera della fecondit vegetale e
i pete_e([!nanna".:"'cne'"Rrepos_!!!
tmale. n vastissimo spdrcon
principalmente alla guerra:...la sani_._jiJI'i!.I!.ssuJll .-!1J..J!. '
pJ generale, ad ogni trasformazione i status (cf. J.J. Glassner, "Inanna et <
les me", in M. de Jong Ellis [ed.], Nippur at the Centennial (RAI XXXV),
Philadelphia 1992, pp. 55-85) - esclude proprio l'ambito agrario, la ferti
lit e la rieroduzione. Anc_l})!J?..S2._g!Ll!Q-a..!l
!L !!R.J!!..:_f.,..L
litamente _addotto ri[ OVa_5!!1!.,-!!J?f!ili!-E- - <
sareiifea1t ntensce eScfusivamente che durante la catabasi di l!!tar cessano gliacoppifit'!1Lli . - iini: l'accttQtO _P.oso-:Pr!ffiaritTi
Sii.liiSesl!.r:!
..!l9.. . ':'l!!..!!J>rf!dllz.!<>.ne,. n vien..J'!tt()_.,Jf!!P..<:.lll1
vegetazione.
Cf. Kuts her, op. cit., p. 33s.; Cohen, The Cultic Calendars, p. 186s. e
W. Sallaberger, Der kultische Kalender der Ur J/J-Zeit, Berlin-New York
1993, l, p. 257ss.
48
Per il periodo di Ur III, cf. Sallaberger, op.cit., l, p. 210, nota 990. Per
l'epoca paleobabilonese, cf. Kraus, op. cit., p. 244ss.
49
57
51
Tale ipotesi deve per essere avanzata con una certa cautela, visto che ci
pervenuta la registrazione
delle
nozze sacre.
52 Prescindiamo
dea nel rito ierogamico (su cui cf. Renger, op. cit., p. 256 e Cooper, o p .
cit., p . 87s.): solitamente s i pensa a d un'operatrice rituale - en, lukur, etc. o alla regina. Dal testo delle "nozze" di lddin-Dagan pare per che !nanna
r di Dumuzi.
f. in particolare Il sogno di Dumuzi (in Alster, Dumuzi's Dream),
1975, p. 67ss.; id., The Treasures of Darkness, p. 47ss.; id., The Harps
cf. testo
e traduzione in W.H.Ph.
Rtimer,
esce dal fiume>> (rr. 232ss.) si riferisce con ogni probabilit ad una barca
rituale, e non al ritorno di Damu dall'aldil per via fluviale. Dal finale della
composizione,
purtroppo
mutilo,
sembra
di comprendere che
Damu
58
nei testi economici relativi a tale festivit. Riti u-sag sono documentati
struibile.
60
GilgameS",
BASOR, 94, 1944, pp. 2-12) e La morte di Ur-Nammu (id., "The Death of
Ur-Nammu and His Descent to the Netherworld", JCS, 21, 1967, pp. 104-
della III Dinastia di Ur, recano offerte agli di dell'aldil, fra cui figura Du
muzi.
rr.
menti.
veva celebrare il ritorno del dio dagli Inferi, cui faceva seguito il ricon-
59
per suffragata da alcun dato, e nell Inno a /nanna Ninegalla (cf. infra) i l
'
tuale u-sag- -a del I mese (cf. supra, nota 59), che invece ne avrebbe
compianto la morte. Tale ricostruzione, bench non implausibile, rimane
per fortemente ipotetica, tanto pi, che, come abbiamo gi rilevato, nel I
mese non vengono menzionati
ai
dati e non dedotto dagli stessi. Un problema a parte costituisce il culto nel
territorio di Umma di una divinit denominata ddumu-zi-URUxA-a, so
litamente considerata negli studi moderni come una forma locale di Dumuzi
(e cio il Dumuzi venerato a URUxA-aki); contro tale identificazione si
cui si tratta di una divinit del tutto indipendente dallo sposo di !nanna.
69
70 B. Perlov, "The Families of the Ensf's Urbau and Gudea and their Fune
72
festivit del V mese: in questo caso, potrebbe per trattarsi non dello
Cf. Kutscher, op. cit., p. 37ss. e Cohen, The Cultic Calendars, p. 235.
60
rr.
72ss., morti
&l L'episodio della mosca era gi noto prima della pubblicazione di Alster,
il quale fa notare come si tratti di un testo parallelo all'eremma CT 15, 19:
19ss., su cui cf. Cohen, Sumerian Hymnology, p. 87ss.
81
Cohen, The Cultic Calendars, p. 315ss. e J.A. Scurlock, "K 164 (BA 2,
61
che
il
dio
mesopotamico
Chwolson, Die Ssabier und der Ssabismus, Il, pp. 27s. e 20 l ss.
62
negli
una
l.
ad una fi
adirato, si sottrae di fatto ad ogni rapporto con gli esseri viventi, siano
essi di, uomini o animali, che vanamente lo cercano per scongiurare
gli effetti della sua irreperibilit. Pi che con una vera e propria scom
parsa, si ha perci a che fare con una "latitanza" del dio, che sospende
una gravit tale da non potersi neppur paragonare alla lontana con le
"crisi" temporanee che pu comportare l'avvicendarsi del ciclo stagio
nale. La situazione che si viene a creare da un lato investe drammati
camente l'ordine naturale, sconvolto e sovvertito (siccit, carestia,
64
[la
Dall'analisi del mito si evince che alla base della crisi vi sono
tanto l'inattivit del dio, quanto il suo furioso agire, che provoca
dannose conseguenze; gi prima che egli scompaia - cio nella fase
65
pregni non
pregni (e)
partoriscono pi
[e
le
11
oltretomba) a soqquadro
12
...)) .
I diversi interventi diretti di divinit o di animali da esse apposita
mente inviati non sortiscono alcun effetto positivo. Anzi, nel caso del
l'ape mandata da Hannahanna (un motivo presente in tutte e tre le ver
sioni), le conseguenze sono addirittura nefaste, le sue punture destinate
a svegliare Telipinu provocano un accrescimento della sua ira:
(B II l) [And] l'ape [esplor] le alte montagne, esplor
le [prof]onde [valli esplor le limpide] acque, nel (suo)
[inter]no fin il miele fin [ ...], [la cera] fi[n] e lo
[trov] su un prato nel bosco del pa[ese di Lihzi]na e (5)
[lo] punse sulle mani e su i piedi ed egli si al[z], e
[cos] (disse) Telipinu: "Io mi sono adirato! [ ...] perch
voi [avete fatto alzare] me che dormivo e perch avete
fatto parlare me [che ero adi]rato? [Telipinu] divenne
[in]furiato e poi la fonte [ ...] ferm [ ...] (10) de[vi] i
fiumi scorrenti [ ...] li trasform in letti rocciosi [ ...] ro-
66
ra
gioni per capire il rapporto che esiste fra la struttura narrativa del mito
e il rituale che gli connesso. Purtroppo le tavolette in nostro pos
sesso sono mutile proprio nella parte relativa agli antefatti e siamo
quindi costretti a procedere sul rischioso terreno delle ipotesi.
Alcuni indizi nella parte finale del mito collegano tuttavia la solu
zione della crisi al benessere della coppia reale: tale riferimento ai so
vrani, se viene esaminato all'interno del passaggio in cui esso ripor
tato, getta qualche luce anche su quella che potrebbe essere la parte ini
ziale del racconto. Il ritorno di Telipinu e la sua pacificazione sono
rappresentati mediante un progressivo
perfettamente
recupero
della
"normalit"
don la casa, furono allestiti gli altari degli dei, nel foco
lare i ceppi bruciarono, nell'ovile le pecore furono libe
rate (dal fumo), nella stalla i buoi furono liberi
(dal
69
celebrazione di un
70
NOTE
l Cf. F. Pecchioli Daddi - A.M. Polvani, La mitologia ittita, Brescia 1990,
pp. 13-14.
2
Cf. ad es. Th.H. Gaster, Thespis, New York 1961, passim; R. Gusmani,
E mpire, Leiden 1982, pp. 485-504: Telipinu sarebbe << ( . ..) un "genio della
fecondit" soggetto a ritmi alternanti di presenza e di assenza (... ) (p.
494).
4
and Ritual,
1959, p. 209; B. de Vries, The Style of the Hittite Epic and Mythology,
Ann Arbor 1967, pp. 5-7.
6
ligions of Asia Minor, Warsaw 1995, pp. 71, 106; cf. anche V. Haas, Ge
schichte der hethitischen Religion, Leiden - New York - Koln 1994, p .
442ss.
7
loghi a quelli delle creature mortali e ad esse vengono prestate tutte quelle
cure che mirano alloro benessere, a cominciare da una dimora adeguata i n
cui ospitarle. Quasi ovunque vige infatti il concetto che l'uomo stato
creato dagli di per servirli e onorarli in cambio di protezione, benefici e,
in alcuni casi (come in Egitto), della partecipazione almeno parziale alla
loro sorte privilegiata. Questa idea di fondo non implica solo una sotto
missione degli uomini alle divinit, ma prevede anche un coinvolgimento
degli esseri soprannaturali nel destino di questo mondo.
8
9
71
10
Il
12
13
14
15
16
17
18
gico collegato alla citt di Lihzina cf. A.M. Polvani, in Pecchioli Daddi Polvani, op. cit., p. 78.
19
20
Ibid., p. 84.
'
E un modulo narrativo che abbiamo visto gi ricorrere nella narrazione
sopra presentata.
21
22
Si rimanda anche per questo tema a Cocchiara, op. cit., a cui deve ag
23
72
PAOLOXELLA
Intorno al terzo quarto del XIV secolo a. C., probabilmente tra gli
73
conoscenza
della
mitologia
della
vita
religiosa
ugaritica,
credenze, riti, temi mitici che emergono da tali testi costituiscono una
civilt di Ebla, nella Siria interna del lll millennio, sia scendendo
verso il I millennio
fondo
che
deve
essere
indagata
per
molti
aspetti
prerogative di entrambi: nel caso del primo, addirittura una delle sue
74
oltre
che
da una
serie
di
figure
minori
ciascuna
in
rizza quasi ogni racconto: la dialettica tra la vita e la morte, tra le forze
positive della continuit e quelle negative della distruzione. Non pos
sibile qui dilungarci in un'esposizione dettagliata di tutti gli episodi
ma, nell'ottica del nostro tema, i cc.dd. di che muoiono e risorgono,
giocoforza riconsiderare brevemente la figura e le imprese del dio Baal,
una figura talmente caratterizzata in questo senso (sui modi precisi si
torner tra breve) che se Sir J.G. Frazer avesse potuto conoscere i testi
di Ugarit (Ras Shamra non fu scoperta che nel
dubbio inserito nel novero dei
terribile
minaccia
si
profila,
nella
figura
di
Mot,
personificazione della Morte, che sta per penetrare nel palazzo di Baal
attraverso un'apertura che lo stesso dio ha voluto. Mot, eternamente
affamato di vita e di vite, viene a sfidare Baal col desiderio di imporre
all'universo
la
sua
legge
di
dissoluzione
di
annientamento
76
79
vivi in
circostanze cruciali
descritto come un cacciatore, qui Baal riesce ad avere la meglio sui due
mostri, ma rimane lui stesso vittima del duello, cadendo morto a terra,
carestia/siccit.
Con
Baal
scompare
anche
l'acqua,
vitale
suo
messaggio
alla
linguaggio impiegato (il corpo di Baal viene ritrovato tra le zolle della
terra, egli risorge sul monte Sapanu, cio tra le nuvole, Mot sembra
trattato come un cereale, ... ),era quello che meglio di tutti si prestava
che
attiva e operante a favore dei vivi, presente nelle memorie e nel culto.
Non pi o non solo larve anonime e piene di rancore, ma esseri
culturalmente utili
n questa originale formulazione del culto dei Rapiuma, uno dei tratti
pi caratteristici della relgione in Siria-Palestina, l'uomo oppone la
propria risposta all'annientamento perpetuo nella morte, che prevede
tutt'al
pi
una
penosa
sottoesistenza come
spirito
malefico
di alternanze
non possibile
sia la
82
Abbiamo cos potuto verificare che Baal un dio che "ritorna" deci
samente con un ruolo, dopo la crisi, assai pi attivo e universale di
prima: forse per questo si rivelato una figura "scomoda" da inserire in
tipologie precostituite che non prevedono resurrezioni con tali conse
guenze clamorose. Proprio per tali ragioni Baal merita di diritto un po
sto preminente nel quadro dell'indagine sulle divinit che sono prota
goniste di una "crisi" variamente definibile e pi specificamente per
due motivi fondamentali.
9
In primo luogo, si tratta - se si esclude parzialmente Dumuzi
dell'unico dio le cui vicende ci siano pervenute attraverso una fonte di
retta ed immediata (le tavolette ugaritiche); in secondo luogo, perch
Baal deve considerarsi una sorta di "prototipo" (ci si passi il termine
inadeguato) per l'antichit delle tradizioni che lo concernono (i test
sono redazionalmente della met del II millennio a. C., ma devono ri
salire nel contenuto molto pi indietro nel tempo). Per queste ragioni
Baal pu considerarsi storicamente e morfologicamente correlato alle
divinit cittadine fenicie che emergono (nella documentazione a noi di
sponibile) nell'Et del Ferro e che, pur nella specificit dei culti locali,
rientravano certamente in un'ideologia mitico-rituale affine a quella del
loro "predecessore" ugaritico. E' a queste figure che dedicata la se
conda parte del presente contributo.
*
*
di
ugaritica12
di
acco
dos
sier (da cacciatore fallito a simbolo di un Oriente "di maniera"), che
componenti. Resta il fatto che una divinit con questo nome non
mai attestata nelle fonti semitiche e, se proprio si volessero trovare
forti somiglianze con un personaggio vicino-orientale, si dovrebbe
forse chiamare in causa pi che un dio, un personaggio "umano"
di
di
con il
pi
antico
I millennio. Del
84
stano con chiarezza la sua inclinazione a guarire, non esiste alcun indi
zio diretto (salvo quello che esamineremo subito) di una sua esperienza
85
sente nelle tradizioni sul pastore frigio. Quanto a Adonis, anche lui era
da una misoginia
di
(= elevazione al
di
di
di
suo padre, Sadykos, il calco greco di un termine semitico (/idq), di
"principe santo" nelle iscrizioni di Sidone d'et persiana21 Il nome
86
cittadini
della
tradizione
siro-palestinese
particolare.
in
generale,
fenicia
in
il legame di Esmounos/
descritto come un cacciatore profonda
cb
vero che Astronoe fa una lamentazione per lui, ma questo atto sembra
far parte
dea che gli conferisce una pienezza di forze che coincide con una im
87
vicende
Melkarthos di certe
dopo la morte.
gio detto mqm >[m(carica onorifica di primo piano nel mondo fenicio
punico) aveva un ruolo importantissimo nella festa; esso significa pi
t es, una carica in rapporto al culto di Eracle. Esistono due passi dello
storico Giuseppe Flavio3' che concernono la celebrazione del'egersis di
rentemente usato dai Padri della Chiesa per designare la resurrezione (di
Cristo, dei morti)33 Aggiungeremo che il verbo *qwm significa ap
punto (ri)sorgere e le interpretazioni alternative proposte non sono
n convincenti n esurienti34
una volta per tutte nel tempo del mito e riattualizzato dal rito. Il suo
carattere periodico esclude naturalmente che si trattasse di una cerimo
89
da una rea
bel
kr, (signore
della
fornace
?)
incerto36,
l'oggetto
ufficiali;
91
N01E
I Per una introduzione generale divulgativa su Ugarit si rinvia a P. Xella,
Dossier Ugarit, Archeo XVI/4, 182, 2000, pp. 53-87; pi tecnico W.G.E.
Ras lbn Hani and Other Places, Miinster 1995 (= abbr. KTU).
2
I nomi delle divinit e dei vari personaggi ugaritici vengono qui citati
nella loro forma pi comune e convenzionale, Baal, El, Mot, Anat, Sha
pash, etc., anzich nella grafia "scientifica" ma meno popolare (Ba<a!u,
Ilu, Motu, <Anatu, SapSu, etc.).
3
Di questi ultimi in ogni caso non rimasta alcuna traccia ma, data
l'epoca,
nella
Versione breve: KTU 1.4.VIII, margine della tavoletta; cf. anche K1U
Temi trattati, tra l'altro, in P. Xella, Gli antenati di Dio, Verona 1982; s i
veda anche K. van der Toorn - B. Becking - P.W. van der Horst (edd.),
Dictionary of Deities and Demons in the Bible, Leiden 19992; su Asherah,
cf. P. Merlo, La dea A.\'era, Roma 1998.
92
10
pedia of Religion, 4, New York 1987, pp. 521-527; cf. anche id., Drudgery
Divine. On the Comparison of Early Christianities and the Religions
of
11
Cf. ad esempio T.N.D. Mettinger, "The "Dying and Rising God". A Sur
vey of Research from Frazer to the Present Day", Svensk Exegetisk Ars
bok, 63, 1998, pp. 111-123.
12
M.S. Smith, "'Ibe Death of "Dying and Rising God" in the Biblica!
Cf. infra.
93
14
Dam., Vita Isidori Reliquiae, ed. Cl. Zintzen, Hildesheim 1967, fr. 348,
17
Kult, Giessen 1903, p. 98ss. Secondo Ph. Borgeaud, La Mre des dieux. De
Cyble la Vierge Marie, Paris 1996, p. 203, n. l, si tratterebbe di una
"variante orientalizzante" del mito di Attis. Su Attis, cf. il contributo di
M.G. Lancellotti in questo stesso volume.
18
comme moyen
de rajeunissement
et d'immortalit:
La teoria ippocratica
contes,
lgendes,
p.
168 ss.
20
Dato confermato da Filone di Biblo, apud Eus., P.E. I IO, 38: l'Asclepio
di Berito
dell'epoca di Elagabalo, sulla quale figurano otto personaggi, uno dei quali
potrebbe essere teoricamente Eshmun, dati in P. Xella, op. cit. (nota 14),
p. 149.
21
22
403-41524
25
di
26
libanese
(nei
dintorni
di
Beirut)
qahr mun,
cio
"tomba
202-203.
27
del suo nome non lascia intravedere particolari nessi con i processi della
natura, ma riguarda precisamente il benessere fisico, la salute degli uomini,
Eus., P.E., I 10, 18 et 27. Cf. S. Ribichini, "Le origini della citt santa.
Biblo nei miti della tradizione classica", in. AA.VV., Biblo. Una citt e la
sua cultura, Roma 1994, pp. 215-230,
in particolare. su Malkandros i n
Oltre
allo
studio
pionieristico
di.
Lipinski,
"La
de
fte
C.
Fruchtbarkeitsgottes",
und Gesellschaft,
32
95
Vedi
33
Cf. tra l'altro le voci egeiro, egersis, in H. Balz -G. Schneider (edd. ),
Dictionary of the
s. v. kq, p. 534.
37
38
39
I Re 18, 20-40 (cf. ancheGius. Fl., Ant. Jud. VIII, 8, l ss.) e Ezechiele
28, 1-19.
40
96
LA SCOMPARSA DI ADONIS
SERGIO RmiCH!NI
l. Amore e morte
mato il dio Ares, geloso di quell'amore. C' poi il lamento delle don
ne, che piangono la morte di Adonis e che sono le protagoniste del rito
col quale si commemorava la fine del giovane.
"Adonie" si chiamavano in Grecia tali celebrazioni, che Saffo te
stimonia per la citt di Lesbo nel VII secolo a. C. e che altri scrittori
l'aveva messo in guardia sui pericoli della caccia e gli aveva suggerito
d'inseguire soltanto animali innocui, evitando le bestie che non fuggo
98
defunto.
100
2. Oltre la vita
Morte celebre, insomma, quella di Adonis, per i Greci che raccon
come uno spettacolo, con coro e attori, dinanzi alle immagini dei due
protagonisti del mito, Adonis e Afrodite, uniti sotto un chiosco di
piante. Si portavano frutta, i "giardinetti" in cesti d'argento, profumi
di Siria in ampolle dorate, dolci di farina impastata con olio e miele in
figure d'animali; una solista cantava Adonis, restituito ad Afrodite di
sei mesi in sei mesi. Nel giorno conclusivo, poi, un corteo funebre ac
compagnava la statua di Adonis al mare e sulla riva le partecipanti
salutavano lo scomparso. L'inno di commiato era anche un appunta
mento per la festivit dell'anno successivo: Sii a noi propizio, Ado
nis, e propizio il nuovo anno ritorna. Caro giungesti e caro sarai, Ado
nis, quando tornerai!. Anche qui, come nella Grecia d'epoca arcaica
o classica, la festa sembra svolgersi al di fuori del culto pubblico e ha
come partecipanti privilegiate le donne; si osservino per contro,
101
102
correre nella sua interezza, raccontavano che Adonis fosse morto non
lontano dalla citt, sul monte Libano; in ricordo di tale accadimento
essi ogni anno facevano la lamentazione, celebravano orgie e facevano
gran lutto in tutta la contrada. Quando hanno cessato di battersi il
petto e di piangere - continua il testo - essi celebrano dapprima i fune
rali di Adonis, come se fosse morto; poi, il giorno seguente, essi rac
contano che egli vive e lo portano all'aria aperta [verosimilmente con
103
venti violenti che si levano in questi giorni, trasportano nel fiume que
sta terra, dando ad esso il colore del sangue". Tale fu la spiegazione
che quello mi dette; e sebbene parlasse con spirito di verit, a me que
sta coincidenza del vento parve non meno prodigiosa.
Due, come si vede, sono i momenti fondamentali della festa di
Adonis a Biblo: una cerimonia funebre, con lamentazioni e un sacrifi
cio come quelli che si fanno a un morto; poi (verosimilmente) una
processione, che scorta all'aria aperta un Adonis considerato vivente.
Le donne non preparano i giardinetti di Adonis, ma si dedicano
(almeno una parte di loro) a una prostituzione considerata alternativa
al rito di lutto. C' poi una certa confusione con Osiride, che fa di que
sto Adonis un grande dio, al centro della venerazione e perfino della
toponomastica, giacch tutto il territorio (monte, boschi, fiume) per
cos dire segnato dal mito di Adonis; perfino il tempo, con i suoi pro
digiosi accadimenti (arrossamento del fiume, arrivo della pignatta), ri
percorre la sua vicenda. Sembra soprattutto chiaro, nella festa di Bi
bio, che il momento gioioso non precede ma segue i riti di luttoa>: co
munque s'interpreti la frase relativa, essa infatti parla a favore di un
Adonis inteso quale personaggio glorioso, evidentemente vincitore
sulla morte, diverso dall'eroe pianto in Grecia.
Tale, del resto, Adonis si mostra negli scritti di vari autori cristiani,
che parlano di un suo periodico "ritorno" dalla morte alla vita, o an
che, pi espressamente, di "resurrezione". Girolamo ad esempio,
commentando il passo biblico in cui il profeta Ezechiele ricorda le
donne che piangevano Tammuz sulla soglia del tempio di Gerusa
lemme, scrive: Coloro che parlano l'ebraico e il siriaco chiamano
Tammuz quello che noi chiamiamo Adonis, e raccontano la storia
dell'amante di Venere, bellissimo giovane, ucciso nel mese di giugno,
che poi torn a vivere. Essi chiamano con quel nome (Tammuz) lo
stesso mese di giugno e celebrano la sua festa annuale, nella quale le
donne lo piangono come se fosse morto e poi lo cantano e celebrano
come se fosse risorto 21 Cirillo, vescovo di Alessandria nel IV sec. d.
C., attesta invece che ancora al suo tempo, nei templi di Alessandria,
si recitava la scena del pianto di Afrodite per la morte del giovane e
quella della gioia divina per l'avvenuto "ritrovamento" di Adonis
nell'Ade. La concatenazione degli avvenimenti nel suo resoconto del
mito diverge, rispetto a quelli sopra riferiti, in pi particolari che in
vece richiamano i racconti orientali su Tammuz. Per Cirillo, infatti, il
neonato Adonis fu abbandonato sui monti dalla madre perch frutto di
104
Adonis. Afrodite dapprima fece il lutto per lui, poi os scendere negli
Inferi per riavere Adonis, al quale, nel frattempo, s'era per interessata
anche Persefone, che rifiut di restituirlo: insieme, infine, le due dee
s'accordarono per dividersi Adonis a tempi alterni. La festa pertanto,
ad avviso del vescovo alessandrino, dapprima coinvolgeva i devoti nel
lutto divino per la morte di Adonis, e quindi li faceva partecipi
dell'esultanza della dea tornata dall'oltretomba con la notizia dell' av
venuto ritrovamento dell'amato72
Eccoci insomma di fronte a un Adonis orientale "risorto" o "ritro
vato", che ben poco mostra d'avere in comune con quello della Grecia
d'epoche arcaica e classica e perfino con l'Adonis di Teocrito. Un
Adonis che confonde la propria personalit con quella di altri per
sonaggi del tempo del mito o del culto pubblico: quella di Osiris e di
3. L'orientale Adonis
Nella geografia dei miti greci, la vicenda di Adonis ha varie collo
cazioni: Cipro, dapprima, che lo vede figlio di un mitico re dell'isola;
poi l'Assiria, intesa come generica indicazione del mondo vicino
orientali. Del resto, come s' visto, nel mondo antico si conoscevano
varie "interpretazioni" di Adonis, che ci dicono della ricchezza di per
al dio egiziano sepolto presso di loro. Nelle vesti e nel rango di una
divinit, col proprio tempio, infine, Adonis si trova venerato, nel Il
sec. d. C., a Dura Europos, sull'Eufrate, dove il suo culto era proba
106
dice
ad
esempio
una
cortigiana al
suo
compagno
ger
campi [a quelli che hanno con le piante sia Kore sia Dioniso]; ma Attis
Adonis c' anche un inno orfico36, nel quale i fedeli l'invocano in que
sti termini: Adonis talora spento talora luminoso, che favorisci la ve
getazione. ( ... )Tu che sei caduto preda dei desideri di Persefone dalle
belle trecce, tu che abiti in parte sotto ilTartaro triste e di gi ritorni in
frutti maturi verso l'Olimpo, vieni o felice e porta ai tuoi misti i frutti
Adonis non
altro che il sole, come anche il greco Apollo, il frigio Attis e l'egiziano
Osiride: Gli Assiri o i Fenici che rappresentano Venere in lutto quan
do il sole entra nell'emisfero inferiore e i giorni sono meno lunghi,
credono che essa sia in lacrime come se avesse perduto il sole, rapito
nubi,
priva
del
sole;
quando
109
NOTE
l Sapph., fr. 140 Lobel-Page.
2
concordano con Ovidio vari mitografi; cf. ad es. Schol. in Theocr., V 92 per
Nic. Col., fr. 65 Schneider. Lact. Plac., Narr. Fab., X 12; Hyg., Fab., 58 e altri
parlano invece della metamorfosi in una rosa o, pi semplicemente, della colo
ritura di un fiore che prima era bianco.
4
Per Cosm. Hier., Ad carm. S. Greg. Naz 65, Adonis vittima della propria
.
Apoll., Bibl., III 14, 3-4; vedere inoltre Ant. Lib., 34; Ov., Met., X 503ss.;
Hyg., Fab., 58. I genitori hanno i nomi di Theias e Smyma o anche quelli di
Assai ridotta, per vero: cf. Hyg., Fab., 251, che cita gli esempi di personaggi
discesi da vivi negli Inferi cui era stata concessa la facolt di tornare sulla ter
ra. Per ps.-Clem., Recogn., X 25, il siriano Adonis venerato come un dio, pur
essendo stato uomo e pur essendo defunto, al pari dell'egiziano Osiride, degli
eroi troiani Ettore, Achille, Patroclo, e di Alessandro il Macedone.
7
8 Schol. in Dion. Per., 509; Lyc., Alex., 828-33: qui Adonis ha il nome cipriota
di Gauas.
9
1
1
12
Cf. Hier., Ep., LVIII 3; cf. anche Paul. Noi., Ep., XXXI 3.
Cf. Amm. Mare., XIX l , Il; XXII 9, 14-15.
Cf. Ov., Met., X 737-39.
110
13 Cf. ad es. Zon., Lex., s. v. Adonian agornen; Hesych., a 1227 e vedi anche
Men., Sam., 31-37; Phot., s.v. Adonia
ed riferito da vari scrittori (cf. ad es. ps.-Plut., Cent., II 18; Apost., VIII 53;
Diog., V 12; Zen., IV 21) con il commento: E' sciocco infatti mettere insie
me sole e fichi.
15
16
Cf. ad es. Kiris (An. Ox., II, p. 228; EM, 515,14-17: nome di un pesce e di
o:
l 1077), Pygmaion
4281), Pherekles (Hesych., 4> 303); Gauas (Schol. in Lyc. Alex.,
831: figlio del re cipriota Kinyras, padre di Priapo da Afrodite).
rr
19 Dove Adonis e Afrodite si erano uniti per la prima e l'ultima volta, secondo
EM, 175, 5-9.
0
2 La notizia del messaggio che prodigiosamente arrivava per mare dall'Egitto
fino a Biblo, con l'invito a porre termine al lutto si trova (confermata o utiliz
nis ucciso dal cinghiale anche in Joh. Damasc., Bari. et Joas., XXVII 248. Ci
23 Cf. Str., XVI 2,18, seguito da Eust., Cornrn. in Dion. Per., 912.
2
4 Cf. Hesych., o: 1229. Cic., Nat. deor., III 23, 59 conosce una Venere/Astarte
concepita (d)a Tiro e sposa di Adonis.
25
26
(117, 33-44) che spiega il termine Aoios a questo modo: nome di un fiume a
Cipro. Ao, infatti, il nome di Adonis e da lui lo ebbero i re di Cipro (ecc)>>.
27 Cf. Anth. Pal., V 113; Aristaen., I 8; Fulg., Myth., III 8; Schol. in Horn. Il.,
111
29
a.
1227.
Cf. ad es. Clearch., fr. 101; Catuli., XXIX 6-8; E M, 19, 16; Hesych.,
a.
1226.
a.
31
Qui, secondo alcune varianti (ad es. Com. Nat., Mythol., V 16; Hesych.,
1229,
33
Cf. Orig., Sei. in Ez., VIII 14. Cf. anche Amm. Mare., XIX l, 11: simula
a.
35
36
37
Cf. ad es. Zon., Lex. s.v. Adonideioi kepoi; Diog., l 14; Plut., De sera num.
42
Cf. Cali., fr. 478 Pfeiffer; poich Afrodite vi aveva adagiato Adonis, le lat
tughe erano cibo di morti, un <<mangiar cadaveri)) per Eub., fr. 14 Kock.
112
BIBLIOGRAFIA SELETTIVA
I primi studi moderni sul personaggio risalgono al lavoro di J.G.
Frazer, Adonis, Attis, Osiris. The Golden Bough, Londra 1914 e al suo
successivo Adonis. tude de religions orienta/es compares, Paris
2a ed., Paris 1989) si deve una lettura dei miti e dei riti di Ado
1989, pp. 121-36. I legami con Biblo, nel mito e nel culto, sono esa
minati dai contributi di P. Xella e S. Ribichini nel volume di AA.VV.,
Biblo. Una citt e la sua cultura (=Collezione di Studi Fenici,
113
34),
testamentliche Studien, Fs. fiir E. Jenni zum 70. Geburtstag, pp. 7482; id., "Unterweltsfahrt und Tod des Fruchtsbarkeitsgottes", in R.
Albertz (ed.), Religion und Gesellschaft. Studien zu ihrer Wechselbe
ziehung in den Kulturen des Antiken Vorderen Orients, l , Keve
laer/NeukirchenVluyn 1997, pp. 1-13; M.S. Smith, "The Death of
"Dying and Rising Gods" in the Biblica! World. An Update, with Spe
cial Reference to Baal in the Baal Cycle", SJOT, 12, 1998, pp. 257213; T.N.D. Mettinger, "The 'Dying and Rising God'. A Survey of
Research from Frazer to the Present Day", Svensk Exegetisck Arsbok,
63, 1998, pp. 111-23.
114
ATTIS
Il caro estinto
Ma pi saggia, ma tanto
Meno inferma dell'uom, quanto le frali
Tue stirpi non credesti
O dal fato o da te fatte immortali
(G. Leopardi, La ginestra o il fiore del deserto)
l.
Il
mito
bellezza che, amato castamente dalla Madre degli di, si consacra a lei
115
fatti sotto i colpi inferti dalla dea al suo albero, mentre Attis impazzito
finisce con l'evirars{
membro spunta un mandorlo carico di frutti: una figlia del fiume San
zie alle cure di un capro. Man mano che cresce egli si rivela di una bel
Attis viene inviato dai parenti a Pessinunte affinch sposi la figlia del
n deperisca.
una roccia enorme chiamata dagli abitanti del luogo Agdus. Pietre
prese da essa, secondo l'oracolo di Themis, erano state gettate da Deu
cep e nacque Agdistis, cos chiamato dal nome della madre (cio la
fonte alla quale era solito dissetarsi Agdistis, ne miscel l'acqua con
del vino. Bevendola, Agdistis cadde in un profondo sopore. Liber gli
leg allora gli organi sessuali alle piante dei piedi cosicch al suo ri
sveglio, muovendosi, egli fin per autoevirarsi. Dalla ferita flu una
quantit immensa di sangue che imbevve la terra, da cui subito nacque
116
ur
fistula
con la quale
Agdistis incitava alla follia e pieno di furia si evir sotto un pino. Con
il fluire del sangue se ne and anche la vita. La Grande Madre raccolse
le parti tagliate e le seppell avendole prima coperte ed avvolte nella
veste del defunto. Dal sangue versato nacque una viola che circond il
pino. La promessa sposa, la, copr il petto del giovane senza vita con
morbida lana, lo pianse con Agdistis e infine si uccise. Il suo sangue
venne trasformato in violette purpuree. Anche la Madre degli di sparse
lacrime dalle quali spunt un mandorlo, quindi port nel suo antro il
pino sacro sotto il quale Attis si era evirato e si un alle lamentazioni
funebri di Agdistis percuotendosi il petto e camminando intorno al
tronco dell'albero. Agdistis implor poi Giove affinch Attis tornasse
alla vita, ma ci non venne consentito. Il dio accord invece che il
corpo di Attis non finisse in putredine, che i suoi capelli crescessero
sempre e che il dito pi piccolo si muovesse in eterno. Soddisfatta di
questi favori Agdistis consacr il corpo del defunto a Pessinunte e lo
onor con cerimonie annue e servizi sacerdotali.
117
Fin qui i tre racconti che costituirebbero, con altri testi minori, la
"versione frigia". Come evidente, solo alcuni elementi sono comuni
ai racconti di Pausania e Arnobio che, a ben vedere, differiscono a loro
volta in alcuni tratti fondamentali da quello di Ovidio, che non pu
quindi essere considerato una semplice variante della versione "frigia".
Un dato, in particolare, richiama decisamente l'attenzione. Mentre nel
caso di Pausania e di Arnobio le vicende di Attis appaiono caratteriz
zate da una certa passivit del protagonista che accetta (o addirittura su
bisce) le attenzioni di Agdistis, o di Agdistis e della Grande Madre
(come la decisione dei parenti o del re Mida di farlo sposare), nella ver
sione di Ovidio egli autore d una vera e propria trasgressione:
l'unione, non consumata secondo le altre due versioni, qui invece si
realizza ed aggravata dal giuramento di fedelt alla Grande Madre pre
stato da Attis nel tempio della dea. Qui l'episodio dell'evirazione san
cisce il fatto che una fedelt esclusiva nei confronti della dea - giudicata
impossibile a mantenersi poich sempre e ovunque pu comparire una
ninfa tentatrice - possa realizzarsi solo attraverso il sacrificio estremo
della propria virilit.
Per quanto riguarda invece le versioni di Pausania e Arnobio, co
mune ad esse l'idea che il rapporto tra Agdistis e Attis sia rovinoso
per quest'ultimo nel momento in cui sta per sposarsi. Conseguenza ne
l'autoevirazione che causa la morte del personaggio, pur mitigata
parzialmente dall'incorruttibilit del suo corpo. Sembra mancare del
tutto qui l'idea che il rapporto tra Agdests e Attis sia stato prima san
cito da un qualsivoglia "patto" in seguito violato dal giovane10: Attis
acconsente alle nozze senza alcuna prevenzione, piuttosto Agdists a
reagire violentemente scatenando la follia che spinge il giovane al ge
sto fatalen.
L'idea di un vincolo "sacro" tra Attis e la divinit femminile non
un'esclusiva di queste versioni, ma ritorna in una serie di testi che de
scrivono Attis come il sacerdote iniziatore dei culti della Grande Madre,
che spesso paga con la morte l'assoluta dedizione alla dea. Nel Carme
CCXX del VI libro dell Anthologia Palatina (Dioscoride)12 il puro
Atys definito curatore del talamo (thalamepolos) di Cybele. Es
'
Cybele, che viene presentato come "capo" dei Galli, cio dei sacerdoti
eunuchi della dea. Il li dio Attis come istitutore del culto di Rhea presso
Attis come sacerdote fondatore del culto della Grande Madre, pur con
un cammino inverso rispetto allo pseudo-Luciano, poich si tratta di
un frigio trasferitosi in Ldia.
miniamole
i in dettaglio.
Lidia. La Pythia profetizza che tale misfatto sar vendicato sul quinto
(quarto)19 discendente della stirpe mermnade21 Si tratta di Creso, so
padre
poi elimina dagli appartamenti degli uomini tutte le armi per evitare
che il figlio possa accidentalmente ferirsi. Nel frattempo arriva alla
corte uno straniero che chiede di essere purificato poich ha commesso
ac
ac
119
sotto
zioni del re, che comunque perdona Adraste poich ri conosce in lui non
la causa ma lo strumento della morte di Atys, voluta invece da una
mene, viene esposta alla nascita sul monte Cybelus. Tenuta in vita dal
ca
120
tua davanti alla quale, nel tempo opportuno, intonano lamenti funebri
espiando cos l'ira di colui che era stato ingiustamente punito. Tali
riti, riferisce ancora Diodoro, continuano ad essere praticati anche al
suo tempo. Per quanto riguarda Cybele, nei tempi pi antichi i Frigi le
elevarono altari sui quali celebravano sacrifici annuali; successivamente
essi eressero un tempio sontuoso
*
*
altre varianti della lista, in cui Atys appare sempre con piena dignit
regale. La lista riportata da Dionigi di Alicamasso26 la pi completa,
minato dal fatto che il potere passa da padre in figlio senza interru
zioni.
pensare che i Lidi avessero scelto quale "padre" del loro eponimo
(Lydus) un dio castrato che muore prima di sposarsi. Ma, per quanto
padre2S.
Esso ap
. .
della grande diVlntt femmmile" , tratto che la Fngia condivide con
32
hierogamia
il
nome di
pica basata sul conferimento del regno al monarca da parte di una divi
122
al trono "di Frigia e Lidia" ma, soprattutto, priva il figlio nascituro del
riconoscimento da parte del proprio padre rendendolo cos irrirnediabil
rnente "illegittimo". La morte di Attis provoca un sovvertirnento
cessivi alla morte di Attis sono presenti due terni che appaiono in con
tinuit con l'ideologia e le pratiche rituali ittite: da una parte, il sovver
tirnento delle leggi naturali (peste, carestia) determinato da un assassi
nio, dall'altra la necessit di pacificare l"'ira del morto".!>. Infatti, pro
ce
lata nella non meglio specificata interrogazione del dio e nella sua ri
sposta"'. Ancora, interessante la constatazione che, secondo i reso
conti oracolari ittiti, i morti chiamati in causa sono spesso di alta con
dizione sociale, indizio del loro coinvolgimento in lotte per il potere,
proprio come avviene nel conflitto tra Maion e Attis, che traspare chia
ramente nel resoconto erodoteo sotto la vernice "ro-mantica" dell'amore
ostacolato; infine, degna di nota l'attestazione, sempre in ambito it
sacerdote e guardiano
_
proprio" a tutte le necessit di un culto continuo .
sterilit
sinunte (il quale non pu e non deve riprodursi n pu, quindi, essere
S2
padre) .
In questo processo storico di riadattamento, il seppellimento di At
tis e il culto funerario a lui prestato non sono i soli elementi di conti
nuit con la precedente tradizione mitico-rituale: si conserva anche il
tema arcaico dell'amore esclusivo della dea per il giovane che, negativo
per quanto riguarda l'esistenza dell'uomo e la sua normale vita biolo
gica, permette che la morte sia la porta d'accesso alla "divinizzazione".
125
re55
ad ulteriori reinterpreta
---
---
----
--
- -
.....
---------------- --
-- ---------------
127
-----
. ------
2. Il culto
128
metroon che, a partire dal III secolo a. C., era gestito dall'associazione
(j)
cultuale degli orgeones . Dei diversi decreti che ci sono pervenuti, due
come s' visto, gli antichi collegavano alle cerimonie frigie. Tali ce
romani
di
rivestire
un'importante
funzione
all'interno
Canna intrat
XI K. Apr.
Arbor intrat
IX K. Apr.
Sanguem
VIII K. Apr.
Hilaria
VII K. Apr.
Requetio
VI K. Apr.
Lavatio
V K. Apr.
Initium Caiani.
129
collegio dei Cannophori era collegato a tale giorno festivo in cui, pro
babilmente, venivano ricordati la nascita, l'esposizione ed il salvatag
gio del piccolo Attis sulle rive del fiume Sangario77 Di pi antica isti
la sul corpo del defunto Attis (Arnobio)'". Il giorno dell A rbor intrat era
'
per prima la Madre degli di/Agdistis), cos si gioisce per la sua posi
zione particolare nel mondo dei morti (e gioisce per prima Agdistis di
volte fatto cenno, come "modello" alla versione del mito "frigio" atte
vita costituita dalla conservazione del corpo, dalla crescita dei capelli e
dal lieve movimento del dito lo preserverebbe da un annientamento to
tale. Egli, al pari di altri personaggi, tornerebbe dal mondo dei morti
per le esigenze di un rito che si connette con la fecondit stagionale
di Attis che da quello di la, ma l'utilizzo di fiori rossi quali simboli del
sangue appartiene ad una tradizione ben pi vasta"'. Le viole, poi, sono
fiori tradizionalmente legati ai morti,
quello dell arbor i n trat, era anche il dies violae in cui i fiori in que
'
del cosmo che egli rappresenta nella sua interezza'll. Lo stesso processo
di cosmicizzazione di Attis, iniziatosi nei primi secoli della nostra
era
Ostia%.
rende
particolarmente
evidente
la
distanza
tra
la
nascondono
invece
un'incolmabile
differenza.
133
sio Dione100 Il baratro era posto in relazione con Ade, come si evince
aldil era per normalmente preclusa a tutti: gli effluvi mortiferi, che
attiravano l'attenzione di curiosi e scienziati, erano cos potenti che
non permettevano ai visitatori di avvicinarsi troppo senza finire intos
ragine'"'. Questa era la prova della protezione della Grande Madre nei
piuttosto Damascio a
egli ha ottenuto una salvezza dall'Ade, cio uscito vivo dal Plutonio,
una
"resurrezione"
di
Attis,
pu
connettersi
con
quella
"benevolenza" che la Madre degli dei accorda ad Attis una volta che,
che il sacrificio non fine a s stesso: ora Attis, morto nel cosmo ma
134
Questo non esclude che la societ stessa, proprio in virt della loro
"liminarit", se ne serva come mediatori privilegiati nella comunica
zione con l'"altro". Benevolenza e rapporto privilegiato con la Grande
135
a ben vedere, tali simboli sono tutti assai frequenti nell'arte funeraria e
assolutamente
sottovalutato,
quando
si
riscontra
nelle
fonti
enfatizzato
non
mai
quello
della
morte
bens
quello
nella versione
quanto nel rito Attis appartiene al mondo dei morti, dal quale non ri
lisi delle fonti e dei contesti cui appartengono, possono indurre a cre
stiche, si presenta come uno dei terreni privilegiati sui quali si con
frontano pagani e cristiani. In un complesso processo di acquisizioni di
dati, riletture e reinterpretazioni delle riletture, si cercher da ambo le
parti di comparare Attis e Cristo.
Le prospettive soteriologiche attribuite al culto di Attis non costi
tuiscono solo il tardo sviluppo di pi antiche tradizioni ormai stravolte
e trasformate. Un Attis soter per i "pagani" l'ultimo baluardo da con
trapporre all'invasione cristiana, da difendere ad ogni costo, fino al
punto di farne un alter ego dello stesso Cristo; un Attis soter, i cui ri
tuali di marzo e la morte violenta richiamano in maniera inquietante
quella dello stesso Salvatore a cui Attis , oltretutto, cronologicamente
anteriore, per i Cristiani un pericolo contro il quale occorre lottare
senza esclusione di colpi 129 L'epilogo di questa lotta a tutti noto:
vincer l'unico "vero" risorto, Cristo. Paradossalmente, proprio nella
sconfitta Attis recuperer la sua dimensione pi autentica, quella di un
personaggio destinato a morire.
N01E
H. Hepding, Attis, seine Mythen und sein Kult, Giessen 1903 (ab br.:
Hepding).
3
138
Sul tema della gelosia che causa la morte del giovane vedi anche Firm.
In Hepding, pp. 7-8. Su questo epigramma e gli altri che da esso trag
gono ispirazione contenuti nell' Anthologia Pa latina cf. A.S.F. Gow, "The
In Hepding, pp. 13-15, sul quale cf. recentemente S.A. Takacs, "Magna
Deum Mater Idaea, Cybele, and Catullus' Attis", in E.N. Lane (ed.), Cybele,
15
Cit. in n. 5.
16
17
Herod. I 34-45.
18
20
21
22
23
24
I 6-13.
26
27
139
palo
Naour, "Divinits
de
Talamo (op. cit., pp. 28-33) data l'elaborazione della lista agli anni nei
manni e Telipinu cf. A. Archi, "Citt sacre d'Asia Minore. Il problema dei
laoi e l'antefatto ittita",
Il
"tempio-stato" di Pessinunte fra Pergamo e Roma nel Il-I sec. a. C., Pisa
1980, p. 61 e n. 103, L. Boffo, I re ellenistici e i centri religiosi dell'Asia
Minore, Firenze 1985, pp. 17-27.
32
quali sembra appunto potersi riconoscere una scena di "nozze sacre", sul cui
significato non per possibile
pronunciarsi.
Sui vasi
cf. T. Ozgii,
Tyana (E. Varinliolu, "Eine neue altphrygische Inschrift aus Tyana", Epi
graphica Anatolica, 5, 1985, pp. 8-11; M. Vassileva, "Notes on the 'Biack
Stones" from Tyana", ibid., 19, 1992, pp. 1-3).
35
Cf. D.M. Cosi, "La simbologia della porta nel Vicino Oriente. Per una
140
37
Gi J.G. Frazer (Adonis, Attis, Osiris, London 1906, p. 178) aveva indi
Cf. G.F. Del Monte, "Il terrore dei morti", AION, 33, 1977, pp. 373-
385.
40
41
Id., p. 377.
42
Sui resoconti oracolari ittiti relativi all'ira dei morti cf. G.F. Del Monte,
Cf. P. Considine, "The Theme of the Divine Wrath in Ancient East Medi
sostituzione, cf. G.F. Del Monte, "La fame dei morti", AION, 35, 1975,
pp. 319-346, p. 323.
46
47
N fa problema che il corpo di Attis non sia di fatto ivi sepolto: le case
das, cf. K. De Vries, "Gordion and Phrygia in the Sixth Century B.C.",
Source, 7, 1988, pp. 51-59, pp. 57-58; L.E. Roller, "Phrygian Myth and
141
Midas si uccide. L'evento si colloca nel 696-695 o nel 695-694 a. C.; sul
problema della datazione cf. F. Cssola, "Rapporti tra Greci e Frigi al
tempo di Mida", in R. Gusmani -M. Salvini - P. Vannicelli (edd.), Frigi e
frigio, Roma 1997, pp. 131-152, p. 143.
5
51
modello dinastico che si basa sul passaggio della regalit di padre in figlio.
52
menti nel corso del tempo. Le prime testimonianze pongono al suo vertice
due Galli denominati "Attis" e "Battakes" (Il sec.). Successivamente una ri
forma di epoca imperiale (probabilmente sotto Claudio) suddivise il potere
tra dieci sacerdoti "Attis" a vita, cittadini romani (cinque frigi e cinque ga
lati), sotto la supervisione di un archiereus. J. Carcopino (Aspects mysti
ques de la Rome pai"enne, Paris 1941, p. 76ss.) pensa che cos si ponesse
dell'eunuchismo sarebbe
l'attestazione,
da
relativa ad Esmounos (Eshmun), nella quale stata vista una tarda versione
orientalizzante (fenicia) del mito "frigio" (Ph. Borgeaud, La Mre des
dieux, Paris 1996, p. 203 n. 101). Cf. in proposito il contributo di P. Xella
in questo volume.
142
54
Roma 1968.
55
56
Per l'arcaicit di tale motivo vedi G. Piccaluga, "La ventura di amare una
l'interpretazione
di U.
Bianchi,
che
assegna
timo, cf. P. Merlo - P. Xella, "Da Erwin Rohde ai Rapiuma ugaritici. Ante
cedenti vicino-orientali degli eroi greci?", in S. Ribichini - M. Rocchi - P .
Xella (edd.), La questione delle influenze vicino-orientali sulla religione
greca. Stato degli studi e prospettive di ricerca (Atti del Congresso di
Roma, 19-211511999), in stampa.
60
Rassegna delle fonti in Hepding; sul tema della lamentazione rituale cf.
2
6
63
64
65
66
143
67
68
69
Cf. W.S. Ferguson, "The Attic Orgeones", HTR, 37, 1944, pp. 62-144;
M.J. Vermaseren, CCCA Il, pp. 68-69; Borgeaud, op. cit., pp. 46-47.
70
71
72
73
77
78
79
144
storica si devono a U.
Bianchi e alla sua scuola. Per ricordare solo alcuni studi: U. Bianchi,
"Initiation,
Leiden
Cf. l'inno di et adrianea citato dai Naasseni in cui Attis detto spiga
un
mandorlo
145
87
cui si sottolinea
Cf. Ovid., Fasti II: Tegula porrectis satis est velata coronis,/Et sparsae
fruges, parcaque mica salis,/ Inque mero mollita ceres, violae solutae:/Haec
habeat media testa relicta via.
92
93
cit., p . 145 e n . 5.
94
periale escludesse gli eunuchi dalle alte cariche sacerdotali, non fu sop
presso l'ordine dei Galli che, sotto un Arcigallo, continuavano a far parte
dell'organico istituzionale del tempio.
95
96
di sposarsi.
146
100
passione vegetale, cf. E. De Martino, "La messe del dolore", SMSR, 28,
1957, pp. 1-53, che in chiusura del suo studio menziona la frase di una con
tadina neogreca in occasione della Pasqua (XX sec.): <<Sono in ansia perch
se domani Cristo non risorge, noi quest'anno non avremo grano>> (ripresa
in Morte e pianto rituale, p. 344).
102
Strab., 13, 4, 14; Plin. N.H. 2, 208, Amm. Mare. 23, 6, 18, Cassius
scesa nella voragine, aggiunge che chi era enthousion, cio posseduto da
Cybele, poteva percorrere l'intero cammino (Vita Isidori, 131). Chi pi dei
Galli, che a seguito della mutilazione sono in rapporto permanente con la
divinit, aveva diritto di procedere lungo tale percorso?
1 09
147
11
Cf. Vermaseren, The Legend, Leiden 1966, pp. 31-38; id., "L'icono
Presented to
Gilles
Cf. Graillot, op. cit., p. 438 e 500; Vermaseren, The Legend, p. 18;
bibliografici).
114
Bianchi - Vermaseren (edd.), op. cit., pp. 633-648; A.D. Nock, "Cremation
and Burial in the Roman Empire", HTR, 25, 1932, pp. 321-359, p. 356 =
id., Essays on Religion and the Ancient World, I-11, Oxford 1971, l, p p .
277-307, p . 305. Secondo P . Boyanc, "Funus acerbus", REA, 54, 1 9 5 2,
pp. 275-289 =id., tudes sur la religion romaine, Roma 1972, pp. 73-89,
sui monumenti funerari Attis sarebbe da ricondurre al tema dell' aoros, cio
colui che muore prima del tempo.
116
discusse i n
Cf. l'iscrizione romana del I sec. d. C. in cui il defunto chiede alla sanc
tissima mater (di cui non certa l'identit) di essere sollevato fino ai con
fini del Tartaro; l'iscrizione funeraria relativa ad un vates frugae mater
(forse un sacerdote della Grande Madre) in cui c' un riferimento alla no
zione dell'immortalit celeste dell'anima; un cippo funerario su cui rap-
148
ci d notizia Ippolito nel V libro della Refutatio omnium haeresium (V 611); alla V Orazione, Alla rruulre degli di, dell'imperatore Giuliano e al
trattato del filosofo Sallustio, De diis et mundo, c. IV. Cf. per i primi M.G.
Lancellotti, The Naassenes. A Gnostic ldentity Among Judaism, Christia
nity,
Giuliano (e Sallustio) cf. D.M. Cosi, Casta Mater ldaea, Venezia 1986.
121
della salvezza
nei
tre
pi
noti
sistemi
misterici
dei primi
secoli
Cf.
Chirassi
Colombo,
"Il
sacrificio",
pp.
326-327;
Ribichirii,
ficazione, predicono il futuro, etc. (cf. Graillot, op. cit., pp. 306-312); i l
149
129
rebbero stati coscienti che Cristo avrebbe potuto facilmente essere caratte
rizzato secondo un modello eroico, cf. H.-D. Betz, "Heroenverehrung und
Christglaube.
Religionsgeschichtliche
Beobachtungen
zu
Philostrats
Heroicus", in H. Cancik- H. Lichtenberger- P. Schafer (edd.), Geschichte Tradition - Reflektion. Fs fiir Martin Hengel, II, Ttibingen 1996, pp. 119-
139
id., Antike und Christentum. Gesammelte Aufsiitze IV, Ttibingen
1998, pp. 128-151.
=
150
data
di
dei
153
suo rapitore.
La Madre allora si rivolge a Helios che tutto osserva dal cielo per
giori fratelli
che, fuori dagli schemi delle pur varie e complesse avventure di aspet
154
155
fermare infatti che un aspetto tipico della vicenda delle due dee consiste
proprio nella sua disponibilit ad aprirsi ad incontri sempre nuovi e a
localizzazioni sempre diverse, configurando una "cartografia" senza
confini, capace di abbracciare molteplici sedi di comunit umane, sa
cralizzandole come luoghi di sosta della dea peregrina e in lutto ovvero
7
come scenari del ratto e del ritorno di Persefone
I momenti forti della sosta della dea ad Eleusi sono innanzi tutto il
contro con le figlie del re Celeo che la invitano nella loro casa, presso
la madre Metanira, affinch possa divenire nutrice dell'ultimo nato,
Demoofonte. La dea, dopo aver presentato se stessa come proveniente
da Creta, essendo stata rapita da pirati ai quali sfuggita una volta ap
156
190-221).
Segue il noto episodio della tentata immortalizzazione di Demoo
fonte che ha attratto in maniera speciale l'attenzione degli studiosi e da
to luogo a diverse e spesso contraddittorie interpretazioni: fra tutte, e
senza pregiudizio della validit di analisi rivolte a indagare le possibili
ascendenze storiche dell'uno e dell'altro elemento della prassi attuata
dalla dea (riti di aggregazione alla famiglia, antiche procedure iniziati
che etc.), riteniamo pi pertinente quella, formalizzata con adeguate ar
gomentazioni da U. Bianchi, che lo collega funzionalmente alla speci
come sar
157
158
al
159
Venuta una volta nella dimora infera, la Kore demetriaca ormai legata
ad essa e al suo sovrano: nel motivo mitico del cibo, un chicco di me
lograno, preso dalla dea prima di allontanarsi sul carro di Hermes che
la ricondurr alla madre, si esprime chiara la nozione della pertinenza
160
ca
Boedro
una sistemazione "logica" del quadro mitico e dei suoi riflessi nelle
numerose e diversificate prassi rituali che ad esso intendono collegarsi,
17
161
nella prospettiva
tomo di quella fecondit agraria che la dea aveva sospeso: ... obbed
Demetra e subito fece sorgere le messi dai campi ricchi di zolle. Tutta
l'ampia terra di foglie e di fiori era onusta (vv. 470-474). S con
ferma, ove fosse necessario, la piena consapevolezza da parte del poeta
epico e del suo pubblico del legame dialettico fra il piano del dramma
divino, felicemente risolto, e quello cosmico dell'attivit agraria che
impegna in sinergia armonica gli uomini e Demetra dalla bella co
rona.
Ma la narrazione procede introducendo l'elemento specificamente
sacrale dell'istituzione del culto misterico: la dea non ha dimenticato la
promessa fatta al popolo di Eleusi quando, in lutto, ha chiesto l'ere
zione di un tempio in suo onore. Ella rimane ancora sulla terra degli
uomini per insegnare loro, nella persona degli autorevoli re che ren
dono giustizia - a Trittolemo, a Diocle agitatore di cavalli, al forte
Eumolpo, a Cleo signore di eserciti - la norma del sacro rito; e rivel
i misteri solenni, venerandi, che in nessun modo lecto profanare, in
dagare, o palesare, poich la profonda reverenza per le dee frena la vo
ce (vv. 473-479).
Definita la struttura esoterica del culto misterico, attingibile sol
tanto da chi sia stato preparato adeguatamente ad esso e che rimane le
gato all'obbligo del silenzio nei confronti di quanti non vi abbiano par
tecipato, il poeta omerico continua dischiudendo, con un entusiastico
macarismo, le buone prospettive che si aprono, per la vita presente e
quella futura, a tutti coloro che celebrano bei riti di Demetra e Perse
fone ad Eleusi: Felice tra gli uomini che vivono sulla terra colui che
ha veduto queste cose. Ma colui che non ha compiuto i riti, colui che
non ne ha avuto parte, mai avr un simile destino, quando se ne andr
laggi nella squallida tenebra (vv. 480-482)'" .
E' cos annunziata quella che fonti posteriori definiranno la "buona
speranza" degli iniziati, caratterizzandola talora come una pienezza di
vita negli Inferi, in un contesto di luminosit, in contrasto con la so
19
pravvivenza umbratile nelle tenebre che attende l'uomo comune Que
sta prospettiva ultraterrena positiva, che ha rappresentato nei secoli
uno dei fattori di attrazione del culto misterico, si compone con quella
terrena, legata alla dimensione agraria e pi ampiamente espressa in
un'abbondanza di beni quale rappresentata nella figura di Ploutos che,
si afferma, le due dee inviano come nume tutelare presso la dimora di
coloro che godono della loro benevolenza (vv. 485-489).
163
164
era
165
terra alla ricerca della Figlia, espressa solitamente nel motivo del do
no largito agli ospiti umani, in ricompensa della notizia relativa ap
punto alla sorte della fanciulla rapita e alla sua catabasi infera, spesso
solito dal dono del cereale )l ovvero di altri vegetali rende evidente il ca
rattere positivo e produttivo della notizia ricevuta, che si configura
come necessario e utile precedente per il ritrovamento della divina fan
ciulla. Ma soprattutto la presenza di rituali di "richiamo" funzional
mente connessi con la vicenda mitica nell'uno o nell'altro centro di
culto demetriaco, permette di riconoscere con buona probabilit che il
:r..
zate con perizia da C. Brard17, nelle quali una figura divina, talora la
stessa Persefone, emerge dal suolo percosso dai "satiri martellatori",
permette di concludere con buona verisimiglianza che un rituale siffat
to fosse funzionalmente connesso ad un "passaggio ctonio" di una di
vinit emergente dal regno infero.
Nel caso di Feneo, la circostanza che l'operatore del rito che si cele
bra presso il cosiddetto Petroma: due grandi pietre che si appoggiano
l'una all'altra, assuma la maschera di Demetra Kidaris nel corso della
festa misterica, nell'atto di colpire con le verghe quelli del sottoterra,
rende probabile che tale rito fosse inteso come un richiamo rivolto a
favorire il ritorno della Figlia. In ogni modo il luogo si configura co
me sede di una delle tante tappe del vagabondaggio di Demetra e delle
167
168
immerge nelle acque del fiume Ladon. Dalla cessazione dello stato d'ira
le deriva poi l'appellativo di Lysia.
Il Periegeta descrive le due immagini sacre, di legno e marmo, cu
stodite nel naos, le quali raffiguravan la dea nelle successive manife
stazioni: la prima, con cista e fiaccola, avrebbe rappresentato Demetra
Erinys. L'unione dei due dei aveva dato luogo a una figlia, dal nome
ta infatti che per rancore contro Poseidone e a causa del dolore procu
rato dal ratto di Persefone, (la dea) indoss una veste nera, si rec in
quella caverna e vi rimase nascosta a lungo.
Al di l dell'evidente commistione dei due motivi, quello locale del
la mixis in forma equina con Poseidone e quello panellenico del ra169
ce
l'ha conse
170
nere legami di affinit che sembrano essere stati rafforzati nel corso
conda la grotta e una sorgente di acqua fredda scaturisce dal suolo (VIII
11-12).
171
fissata in un
172
N01E
60Cf.
Fo
ln
2 Non forse superfluo notare la singolarit di questa notazione (vv. 2729): si sottolinea la prima "latenza" divina, quella del sommo degli di che
pure, con il suo consenso, permette il rapimento della Figlia. Zeus non ode
il richiamo d'aiuto della fanciulla perch ha momentaneamente lasciato la
propria sede olimpica per occupare, nel tempio a lui dedicato, uno spazio
terreno circoscritto, che in qualche misura limita anche il suo potere di
v i n o.
3
e dello
scontro
fra
del comportamento della dea che, divenendo nutrice del bimbo Demoo
fonte, sembra "dimenticare" il lutto per la figlia ovvero, dopo aver annun
ziato la fondazione del culto misterico (v. 273), solo a conclusione dell'in
tera vicenda fornisce le istruzioni relative. In proposito ci sembra icasti
camente felice l'osservazione di Parker, secondo cui Demeter would cease
173
dos: movimento nello spazio e ritorno al tempo mitico. Sedi sacre e atti
vit rituale nel culti di Demetra a carattere tesmoforico", in D. Pezzoli-01giati - F. Stolz (edd.), Cartografia religiosa. Organizzazione, codificazione
e simbologia dello spazio nei sistemi religiosi, Bern et al. 2000, pp. 83106.
8 La scena trova un riscontro iconografico in due famosi monumenti figu
rati, il Sarcofago di Torrenova e l'Urna Lovatelli, che ne mostrano il ri
flesso sul piano cultuale. Cf. U. Bianchi, The Greek Mysteries, Leiden
1976, pp. 27-29, nn. 47-48 e 50.
9
11
174
Oxford 1994, 19962, pp. 199- 216 e Sfameni Gasparro, "Anodos e katho
dos".
13
<<E certo ella avrebbe distrutto interamente la stirpe degli uomini mortali
fici avrebbe sottratto a coloro che abitano le dimore dell'Olimpo... >> (vv.
310-312).
14
dalle cupe chiome, che regni sui morti, Zeus, il padre, mi ordina di condurre
fuori dall'Erebo, fra gli dei, l'augusta Persefone, affinch la madre riveden
dola con i suoi occhi ponga fine al rancore e all'ira inesorabile contro g l i
immortali; poich medita u n grave progetto:
degli uomini nati sulla terra tenendo il seme celato sotto la zolla, e distrug
gendo le offerte che spettano agli immortali>> (vv. 347-354).
15
Tale qualit sanzionata dalle parole di Hades: <<Non sar per te uno
sposo indegno al cospetto degli immortali, io che sono il fratello del padre
Zeus; e quando sarai quaggi, regnerai su tutti gli esseri che vivono e s i
muovono e avrai fra gli immortali gli onori pi grandi; per sempre v i sar
un castigo per coloro che ti offendono, quelli che non placheranno con of
ferte il tuo animo celebrando i sacri riti e offrendoti i doni dovuti>> (v v.
363-369).
17
quella fin qui seguita del Cssola, per sottolineare la specificit dell'espe
rienza eleusina, fondata sulla "visione" degli hier, come risulta dall'intera
documentazione e come l'autore dell'Inno mostra efficacemente quando de
finisce la posizione del fedele come colui che ha veduto>> i sacri riti.
19
Studia
175
24
176
26
Pausania I 39,3.
27
logos atto a spiegare le ragioni per cui le fave sono ritenute massimamente
impure (VIII 14, 15, 1-4).
29
30
31
32
to the Old Testament, Illrd Edition with Suppl., Princeton 1969, pp. 5257.
33
Bibliografia
selettiva
"
177
178
J.B. Pritchard, Ancient Near Eastern Texts Relating to the 0/d Testa
meni, Illrd Ed. with Supplement, Princeton 1969.
MH, 35,
gottheit,
1987.
179
MORTE DI DIONISO
e nuova armonia delle sue membra
MARIA ROCCHI
ad insostenibili
nascita in forma umana, ritenendo che Dioniso altro non sia che i l do
no del vinO>/ Proseguendo il discorso, Diodoro fa riferimento a Dio
niso, che nasce da Zeus e Demetra; da Zeus e Persephone; da Zeus e
domanda al dio di recarsi da lei cosl come era andato a unirsi con Era
lora Zeus sottrasse alle fiamme il figlio di sei mesi che lei aveva abor
tito e lo cuc nella sua coscia. Morta Semele, le altre figlie di Cadmo
sparsero la voce che la sorella si era unita ad un uomo mortale e aveva
mentito accusando Zeus, e per questo era stata fulminata. A tempo 00-
zire ... Zeus sottrasse Dioniso alla collera di Era mutandolo in capretto:
Asia.
ampia schiera di mortali vissuti al tempo del mito10 Egli ha una sorte
diversa. Esiodo dice che la mortale Semele gener un immortalell.
la morte.
182
Il dio ha un'esistenza nel corso della quale avviene che egli sia ge
nerato due o tre volte, il che vuole dire che egli torna a vivere dopo
avere superato la fine di una precedente esistenza. La morte per lui un
evento che non incide sull'immortalit. Egli in grado di condividere
temporaneamente le condizioni di un morto, ma anche di superarle in
una vicenda che vanifica i dubbi che nel mito riconoscono affliggere la
maternit di Semele, e lo qualifica "a dispetto" di tale madre come di
vinit in grado di passare dall'uno all'altro mondo.
La tradizione pi documentata e discussa quella che riguarda la
sepoltura a Delfi del dio, morto in varie circostanze e ad opera di di
versi personaggi.
C' una morte che Dioniso, figlio di Semele, affronta Il dopo esse
183
chiamata Pallade perch tenne tra le mani il cuore. I Titani intanto, che
con la perfidia
alcune cause naturali. Egli sarebbe detto figlio di Zeus e Demetra per
rizza la vicenda del dio. E' noto infatti che Tebe- considerata Olimpo
terrestre per avere ospitato tutti gli di in occasione delle nozze dei ge
nitori di Semele
da sua madre, dove, nato una seconda volta da Zeus, affidato da Her
mes alle cure delle zie, e dove smembrato e sepolto.
menti con il mondo infero ed uranio e la tomba del dio nel santuario
secondo alcuni esplode nel momento in cui quel figlio si trova nelle
condizioni di erede del potere. Nonno dice appunto che Dioniso uc
ciso dopo che salito nella dimora paterna e si impadronito dei ful
mini, le armi del padre, e dice anche che Era istiga Gaia perch scateni
prima i Titani contro il figlio di Zeus e Persefone poi i Giganti affin
ch portino guerra contro il figlio di Semele28
Il conflitto culmina in un infanticidio:- Dioniso attirato subdola
figli o di altri, assicuri nuova vita al morto grazie anche a certe parti
del suo corpo ritenute particolarmente vitali.
ferto come pozione a Semele che rimane cos incinta del nuovo Dio
mso .
34
I tendini del dio, che per l'intervento dei vari personaggi sono mes
Dioniso. Egli obbedisce e si reca al Parnaso per deporlo alle falde del
versi da quelli ottenuti dagli altri artefici della nuova armonia delle
188
lade per il fatto che il cuore del dio ha palpitato nelle sue mani. I Ti
avevano fatto i Titani e usavano gli strumenti con i quali era stato at
tirato il dio bambino46; le donne, come avveniva nel corso della festa
Thesmophoria, si astenevano dal mangiare i frutti del melograno per i l
fatto che aveva avuto origine dalle gocce del sangue versato da Dio
niso47. Firmico Materno, come s' visto, indica in certi riti cretesi che
189
un epiteto che nella spiegazione offerta da Esichio deriva dai likna nei
quali i fanciulli dormono"-'. Liknon il nome usato per indicare un ce
sto, un canestro, una culla, un ventilabro, ovvero uno strumento usato
in agricoltura per raccogliere i chicchi di grano, agitarli al vento, sepa
rarli dalla pula, un contenitore di frutti, di oggetti, in cerimonie sa
cra! i".
era
stato mutilato
scorresse una certa parte di ogni anno sotto terra per riemergere a una
certa stagione dal mondo sotterraneo e assicurare la rigenerazione delle
piante e la proliferazione degli animali. Per resurrezione si anche in
190
giava quella che lo vedeva come ventilabro impiegato nella sfera agra
ria e permetteva di sostenere il rapporto tra morte, mietitura e rinascita
primaverile del grano. A sostegno di tale interpretazioni si faceva an
che appello alle origini "tracie" del dio, e a una sua invenzione della
birra che avrebbe preceduto quella del vino. Per superare la difficolt
del ritmo biennale dei riti in suo onore, che risultava difficilmente
conciliabile col ciclo annuale della vegetazione, si fatto anche riferi
mento alla pratica di lasciare riposare i terreni destinati alla cerealicol
tura.
Da tempo stato osservato che il valore di un dio dalle ampie pre
rogative non circoscrivibile alla crescita stagionale. Nel risveglio del
Liknites si preferisce riconoscere l'epifania di Dioniso che ascende dal
regno dei morti; o la manifestazione, in occasione del risveglio della
natura, di un dio che nel rito non risulta morire e risorgere periodica
mente.
Diverso l'approccio al problema del significato della vicenda mi
tica da parte di chi riconosce in particolare nella giovane et del dio e
nel comportamento dei Titani elementi significativi, determinanti per
cercare argomenti che leghino la vicenda di morte e di nascita a riti di
iniziazione.
Continua ad essere oggetto di discussione il rapporto e l'eventuale
incidenza che la vicenda mitica avrebbe su alcuni comportamenti ri
tuali. Una condanna della thysia da parte degli Orfici sarebbe denuncia
ta dalla cottura delle carni di Dioniso ad opera dei Titani ovvero m
quella bollitura che
precede
191
N01E
Sch. Townl. Horn Il. 14, 319, cf. M. Pirart, "La mort de Dionysos Ar
gos", in The Role of Religion in the Early Greek Polis, Proceedings of the
Third International Seminar on Ancient Greek Cult, Athens, I6- I 8 October
I992, Stockholm 1996, pp. 141-151.
5
A. Brelich, Gli eroi greci, Roma 1958, in particolare sul carattere eroico
12
13
Sulla questione delle origini di questa tradizione e sulle fonti letterarie cf.
15
192
17
6, 1-
5).
19
"'
21
graeca, p. 58 Lang.
22
23
25
7ti
Pausanias, l O, 19, 4.
Orph. F. 34.
31
32
35
Orph F. 214 (Himerius, Orat. 9,4); cf. per i tendini recisi a Zeus: M. Roe
'57
193
38
YJ
4.
..,
in somnium
Scipionis I 12,
11); F. 213
295A.
42
43
44
45
47, 732-733.
46
41
48
"'
52
53
54
E. De Martino, "La messe del dolore", SMSR, 28, 1957, pp. 25-29; l.
194
Bibliografia
selettiva
Mito e Mistero,
12-16.
I. M. Linforth, The Arts of Orpheus, Berkeley-Los Angeles 1941.
M.L. West, The Orphic Poems, Oxford 1983.
F. Graf, "Dionysian and Orphic Eschatology: New Texts and Old Que
stions", in Th.H. Carpenter - Chr.A. Faraone (edd.), Masks of Dionysos,
cit., pp. 239-258.
195
in A.
"Le tombeau
de Dionysos
Delphes",
in
llotK{a,
Lindner,
"Zagreus", in
Lexicon
lconographicum
Mythologiae
Agyptisch
Bakchisch",
in
196
in Th.H.
Carpenter - Chr.A.
Faraone
197
POSTF AZIONE
Why a god must die
crl
Postfazione non un
dossier relativo
in un mosaico pi
completo
e forse
utile
riutilizzare
ma
non
smembrato
Dumuzi,
che
ha
comunque
che
quel regno dei morti dal quale, in almeno una variante del mito, nella
variante romana di Proserpina, la figlia, sceglie di non ritornare mai
pi (Chirassi Colombo 1995).
Ancora soluzioni varianti, circostanziali, dipanate nella storia in
tomo a nuclei narrativi, mitici, sacri, dati ma mai immutabili.
Rimane il dossier di Baal, il Baal ugaritico e dei suoi pi tardi ana
loghi, Eshmun e Melqart. E' il Baal-Rpu, il Baal-Salvatore che scende
nel mondo dei morti, muore portandosi dietro la scomparsa dell'acqua
pluviale, fonte di vita, ma poi ovviamente, come conviene a un dio
politeistico, risale, rivive e forte dell'esperienza diventa amministra
tore, protettore del mondo dei defunti, non come dio dell'oltretomba
ma come responsabile dei rapporti importanti tra morti e vivi in un
mondo coeso,
non
pu
rappresentare
come tutto ci che appartiene al bricolage del mito e della storia, dovr
essere comunque un mistero diverso.
Questo rapido attraversamento del dossier raccolto e delle sue pro
blematiche non ne esaurisce certo i segreti, i pregi, le suggestioni. Il
volume si presenta quindi come un testo di grande interesse non solo
per una fruizione immediata dei risultati di ricerca proposti, ma anche
per una riconsiderazione critica innovativa alla luce delle nuove acqui
sizioni di tematiche classiche degli studi storico-religiosi.
Bibliografia
Brelich 1958
A. Brelich, Gli eroi greci. Un problema storico-religioso, Roma 1958.
Brelich 1960
A.
Brelich, Quirinus: una divinit romana
comparazione, SMSR, 31, 1960, pp. 63-119.
alla
luce
della
207
De Martino 1957
E. De Martino, "La messe del dolore", SMSR, 28, 1957, pp. 1-53.
Frankfort 1958
H. Frankfort, "The Dying God". Inaugurai Lecture as Director of the
Warburg Institute and Professor of the History
of Pre-Classical
208
AION
ANRW
A nSt
ASJ
AuOr
BASOR
BM
BiOr
CCCA
CIG
CIL
Cl Q
(CR)RAI
CT
FAOS
FHG
HR
HTR
IG
JCS
JEA
JHS
JSS
KTU
Bibliotheca Orientalis.
M.J. Vermaseren (ed.), Corpus Cultus Cybelae Attidi
sque, 7 voli., Leiden 1977-1989.
Corpus Inscriptionum Graecarum.
Corpus Inscriptionum Latinarum.
Classica/ Quarterly.
(Compte-rendu de la) Rencontre Assyriologique lntema
tionale.
Cuneiform Texts from Babylonan Tablets in the British
Museum.
Freiburger Altorientalische Studien, Freiburg.
C. Miiller, Fragmenta Historicorum Graecorum, Paris
1841-70.
History of Religions.
Harvard Theological Review.
lnscriptiones graecae, Berlin 1873--.
Joumal of Cuneiform Studies.
Journal of Egyptian Archaeology.
Joumal of Hellenic Studies
Journal of Semitic Studies.
M. Dietrich- O. Loretz - J. Sanmartfn, The Cuneiform
Alphabetic Texts from Ugarit, Ras lbn Hani and Other
Places, Miinster 1995.
209
LA
MH
PG
pp
RA
RAC
RB
REA
RHA
RIA
SIG
SJOT
SMEA
SMSR
TCL
TSS
UET
ZDMG
ZPE
Museum Helveticum.
J.P. Migne, Patrologia Graeca, Tumhout 1857-89.
La Parola del Passato.
Revue d'assyriologie et d'archologie orientale.
Reallexikon fiir Antike und Christentum.
Revue biblique.
Revue des tudes anciennes.
Revue hittite et aJanique.
Reallexikon der Assyriologie .
Sylloge Inscriptionum Graecarum (ed. W. Dittenberger).
Scandinavian Joumalfor the Old Testament.
Studi micenei ed egeo-anatolici.
Studi e materiali di storia delle religioni.
Textes Cuniformes du Louvre.
R.R. Jestin, Tablettes sumriennes de Suruppak au
Muse d'Istanbul, Paris 1937.
Ur Excavations Texts, London/Philadephia 1928--.
Zeitschrift der Deutschen Morgenliindischen Gesell
schaft.
Zeitschrift fiir Papyrologie und Epigraphik.
Ileana
Chirassi
delle religioni
Colombo
presso il
dell'Universit di Trieste.
Maria Grazia Lancellott i, dottore di ricerca in Storia delle
religioni presso l'Universit
di Roma
Maria
Poi vani
Ribichini
primo
ricercatore
del
C.N.R.
presso
civilt
fenicia
punica
Auj3erplanmiissiger Professar
'Sabatino
Moscati'
di
211
Roma
Seminar
Molte religioni dell'antico Mediterraneo conoscono clivinita cui e ascritta una esperienza di morte dalle diverse
conseguenze per l'umanita. Sulla passione, morte e destino
di tali figure hanno riflettuto a lungo autori antichi e studiosi moderni.
Se esistono tradizioni su personaggi divini che hanno sperimentato e variamente superato la morte, e se illoro destino ha in qualche modo influito su quello umano, c' e un
rapporto tra tali personaggi e la vicenda di Gesu?
Si tratta di un pili antico modello mitico-rituale confluito
nella tradizione cristiana, oppure tale vicenda ha rappresentato anche sui piano storico (oltre che teologico) un incomparabile salto di qualita segnando l'itinerario spirituale
dell'umanita in modo indelebile?
In questo volume si studiano gli anti chi "dei morenti": 1' egiziano Osiride, il mesopotamico Dumuzi-Tammuz, l'anatolico Telipinu, il siriano Baal, i fenici Melqart, Eshmun e
Adonis, il frigio Attis e i greci Demetra e Kore e Dioniso.
Essi sono al centro di un'indagine che ci obbliga a misurarci con quel destino mortale in cui l'uomo ha voluto
coinvolgere anche gli dei.
Contributi di Ileana Chirassi Colombo, Maria Grazia Lancellotti,
Paola Pisi, Anna Maria Polvani, Sergio Ribichini, Maria Rocchi,
Gabriella Scandone Matthiae, Giulia Sfameni Gasparro, Paolo
X ella.
ISBN
88-85697-53-4
essedue edizioni