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Classici del nostro tempo

Genitori che ricorrono al Tar perch il figliolo stato bocciato. Non c poi da
meravigliarsi se lignoranza dilaga. Come accade in quei consigli comunali che dedicano
strade e piazze a personaggi razzisti e antisemiti

Un Tar classico
Un articolo di Giovanni Belardelli sul Corriere del 30 giugno scorso segnalava un fatto gravissimo. Indignati del fatto che il loro
figlio, studente del classico, fosse stato bocciato perch aveva riportato 3 in matematica, 4 in fisica e 3 in storia dellarte, invece di
prendere lerede a sganassoni, come avrebbero fatto i genitori reazionari di una volta, pap e mamma si sono rivolti al Tar del Lazio.
E il Tar, dallalto della sua autorit, ha annullato la bocciatura. Ora, possibile che tre insufficienze, seppur gravi, siano poco per una
bocciatura, ma queste cose dovrebbe deciderle un consiglio di professori o qualche organo didattico superiore. Ricorrendo
allincompetentissimo Tar si incoraggiano quei genitori che, quando i figli prendono brutti voti, invece di prendersela con loro, vanno
a protestare con gli insegnanti. Buzzurri, educheranno dei figli altrettanto buzzurri.
Ma c di pi. La sentenza recita che un 3 in fisica e un 4 in matematica non sono gravi perch si trattava di un liceo classico. Cos
alcuni intellettuali della Magna Grecia (come avrebbe detto Agnelli) non sanno che dal classico ci si pu poi iscrivere a medicina,
ingegneria, matematica, o altre scienze; e che anche per una buona formazione umanistica il secondo principio della termodinamica
altrettanto importante dei misteri dellaoristo. Quis custodiet custodes?, chi mai boccer i giudici del Tar del Lazio? O i loro
genitori protesteranno.
Il vispo Telesio
Leggo su Pagine ebraiche un elenco commentato di illustri fascisti, razzisti e antisemiti, cui sono state dedicate strade in alcuni
paesi: A Roma e a Napoli si onorato Gaetano Azzariti, gi presidente del Tribunale della Razza, e si sono intitolate strade a Nicola
Pende (Modugno di Bari, Bari e Modena), a Sabato Visco (Salerno), ad Arturo Donaggio (Roma e Falconara): e si tratta di tre
persone che, pur essendosi rese famose in altri campi, hanno sottoscritto per primi nel 1938 il famigerato Manifesto della razza.
Ma pazienza, noto che in molti comuni sono andati al potere dei fascisti, e magari gli altri partiti, quando stata fatta la proposta,
non sapevano per niente chi fossero i signori cos celebrati. Inoltre si potrebbe dire che tutti costoro avevano altrimenti meritato in
vari settori e che si poteva perdonare loro il peccatuccio occasionale di unadesione fatta magari per vilt, interesse o eccesso di zelo.
Non abbiamo persino perdonato (o quasi) Heidegger, che pure nel nazismo aveva creduto? E, per giovane et o per cruda necessit
(vivendo al nord), non avevano aderito in qualche modo alla Rsi personaggi amabili e giustamente amati come Oscar Carboni,
Walter Chiari, Gilberto Govi, Gorni Kramer o Ugo Tognazzi? Ma nessuno di loro ha mai scritto o detto che si dovevano massacrare
otto milioni di ebrei.
Per il fatto che pi colpisce che a Castellamare del Golfo (Trapani) stata intitolata una via a Telesio Interlandi (tra laltro,
neppure nato da quelle parti). Telesio Interlandi non era uno scienziato altrimenti rispettabile come Pende o un giurista rispettato
anche nellItalia post-bellica come Azzariti, ma uno sporco mascalzone che ha dedicato la vita intera e seminare odio razzista e
antisemita con la rivista La difesa della razza. Chi sfoglia le annate di questa ripugnante rivista, o ne legge lantologia raccolta da
Valentina Pisanty (Bompiani), si rende conto che solo un personaggio in completa e servile malafede poteva pubblicare le menzogne
e le assurdit tipiche di quella pubblicazione. Dimenticavo; sempre in quegli anni Interlandi aveva pubblicato un Contra judaeos, e
anche chi non sa il latino pu intuire quale fosse la sua missione.
Daltra parte si sta discutendo a Roma se intitolare una via a Giorgio Almirante, che della Difesa della razza stato segretario di
redazione, con la motivazione (indiscutibile) che poi ha accettato il gioco democratico (e vorrei ben vedere) ed andato a onorare la
bara di Berlinguer. Ma Berlinguer non aveva mai scritto libelli per incoraggiare lo sterminio dei kulaki.

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