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Status quo mundi

Se mi rimane ancora un po’ di cervello


non è per questo, non grazie a quello...
ma spiattello l’orpello del fallo
sui vostri giudizi critici un po’ asettici decostruttivisti
sui poco pratici schemi di noia cui ci avete da tempo abituati
voi che siete critici, storici e non poeti
e che rabbia e frustrazione v’impediscono di scrivere
anche di leggere in modo leggero
ciò che un uomo scrive
lo sforzo che fa
per avvicinarsi all’Ur-realtà
del similanalogo espresso a conati;
conati arrugginiti, i miei
e boccheggianti tremiti
che non toccano che me
“e allora che scrivi a fare?” mi chiederebbero quelli,
scrivo per imparare, per difendermi, per esibire, lanciare, per farvi capire
quanto sia poca la libertà di espressione
in un paese travestito da democrazia
in un paese sospinto dai flutti della dittatura mascherata a suffragio universale
è una pestifera globalizzazione che ci inchioda tutti
tutti a un satellite, niente rischi, niente surprise
seulement des masques ben costruite
e i ceffi solitari che vedo in giro
attoniti del mondo non sono
ma
ipersazi di reale, battente sul tam-tam d’un’informazione che non lascia respiro
d’un’informazione che non lascia tempo
d’un’informazione che non è un diritto, non più, ma un dovere!
Il Moloch ha il quarto, il quinto e l’undicesimo potere, tutti girano a destra, la sinistra alza i tacchi,
nessuno ha più il coraggio della sciamanica Follia dalla sua,
i pazzi al manicomio, i diseredati in istituti riabilitativi, le puttane raccolte dalla strada...
Strade vuote!
strade vuote!
vago per strade vuote...
Dio mio che orrore! Mein Gott che bassezza!
Basterebbe così poco per risuscitare tutti...
Un volo pindarico alla Garcia Lorca, un po’ più di omosessualità, spegnere gli schermi,
spegnere Internet
guardare scopare contemplare fantasticare ricercare
assumere droghe e
guardare ancora, cercando la fantasia, osservando il reale come una bolla creata da noi...
ho ancora fede - proprio perché sono un poeta- nell’Illusione,
nell’Illuminazione, in Shabbatai Zevi, nel Dalai, in Adonai, anche in Allah, nei profeti antichi e
moderni
la mistica bruciata, da salotto, non m’interessa manco p’u cazz!
L’Amore, l’amore, l’amato amorevole
amorEros non può perdere questa battaglia...
Avete provato a rinchiudere l’uomo tra barriere
in una Guantanamo per ciascuno di noi, mediatica
avete dettato i comportamenti giusti, perbenisti, affiancati dal mostro dello Shitstem
konsumare è la parola d’ordine
“Più consumo e più benessere!” grida Babylon
mentre il mondo, il nostro mondo o pianeta Terra che dir si voglia
si ribella con Tsunami di cloro ai vostri discorsi di crisi finanziarie
ai vostri giochi meschini di Potere:
in verità, in verità vi dico
arriverà il Giorno in cui
Horus canterà
Toth scriverà con la penna ditirambica un nuovo canto all’Estasi dionisiaca
all’ebbrezza del parabrezza discorde, all’albumina Cosmica...
Non riuscirete ad inscatolarci!
Non riuscirete a rinchiuderci!
Non potete sprangarci!
Non noi, i poeti,
le avanguardie psicobelliche con corazze d’Eros & Psiche ai capezzoli smunti rigirati al pezzo
non ho case editrici – non mi pubblicherebbero mai-
mentre Berlusconi il pedofilo, lo statista, il neo-mussolini di latta sta pagando
la caduta della “Casa della illibertà” (sempre che esista un contrario di libertà)
mentre le menti tacciono, istupidite da tutti i media esistenti: teleradio teleradiogiornale telegrafia
Chi ascolta veramente i Mahler e gli Stravinskij?
Chi legge più i Ginsberg o i Corso o i Pound?
“La vita è una brutta bestia se non sai come domarla...”
oppio dei popoli non è più religione, ma l’eroina del Conformismo
fugaci minzioni da una grassa Vacca del Benessere mai esausta
indistruttibile
il vero Idolo, il Vitello d’Oro (peccato non siam più nel deserto)
Shemà Y’israel, Adonai eloheinu
e si va avanti
ignorando Buddha, assentando l’Uno
pensando “ci arriverò in un’altra vita...”
Ma quale altra vita? Cazzo!
Ma quale accidenti di altra vita? (Controcazzo...)
L’Eternità è qui, mi tiene a braccetto,
mi fa piangere e ridere sapere e non poter condividere con voi questo A-Cronos
basterebbe così poco, forse venti centesimi di latte e prajna
un Hare Krishna fatto bene, con crismi e carismi, com-partecipazione e com-Passione
mi innarcisisco con i Sonic youth e il protopunk industriale
pistilli e fiori d’una clonazione spaziale
gli esseri umani
persi nei cerchi di grano di formazioni ufoidi
guardano in Alto raramente,
in Basso non guardano mai...
Siamo dei Prometeo senza condanne apparenti, qualche catastrofismo ecologico,
la Morte, la Fatalità
gli uragani s’addensano sul Mondo che –riflesso riflessivo- addenta annienta se stesso con ombre
di Luce
Mio Dio, perdona l’uomo
“perché non sanno quello che fanno...”
2009-06-06, Gordola

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