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Samuel Taylor Coleridge

Biographia Literaria
cap. XIV
Durante il primo anno che Mr. Wordsworth e io fummo vicini, le nostre conversazioni volsero spesso
intorno ai due punti cardinali della poesia, al potere che ha di suscitare il consenso del lettore mediante fedele
aderenza alla verit di natura, e all'altro potere di dar l'emozione della novit trasfigurando con i colori
dell'immaginazione. 'improvviso fascino che vicende di luce e di om!ra, "uali il chiaro di luna o il
tramonto, diffondono sopra un paesaggio noto e familiare, sem!ra voglia significare la possi!ilit di
conciliare am!edue. #ssi sono la poesia della natura. $i venne in mente %a chi di noi non ricordo& che si
sare!!e potuto comporre una serie di poesie secondo le due maniere. 'ell'una gli incidenti e gli agenti
sare!!ero stati, almeno in parte, soprannaturali( e l'eccellenza perseguita consistere!!e nel suscitare gli
affetti mediante la drammatica verit di tali emozioni, cos) come accompagnere!!ero naturalmente "uelle
situazioni supponendole reali. # reali in "uesto senso sare!!ero state per "ualun"ue essere umano che, a
causa di un motivo "ualsiasi di disinganno, si crede allo stesso tempo soggetto a un'azione soprannaturale.
*er la seconda specie i soggetti sare!!ero stati scelti nella vita ordinaria( i caratteri e gli incidenti sare!!ero
stati di "uelli che si possono trovare in ogni villaggio e nelle sue adiacenze dove ci sia una mente meditativa
e sensi!ile a farne ricerca oppure a rilevarli "uando si presentano.
In "uesto ordine di idee nac"ue il piano delle Ballate liriche( nel "uale fu convenuto che i miei sforzi
dovessero essere diretti alle figure e ai caratteri soprannaturali, o almeno fantastici( !eninteso in modo da
trasferire dalla nostra intima natura un interesse umano e una sem!ianza di verit !astevoli a produrre,
dinanzi a "uelle larve dell'immaginazione, "uella volontaria e momentanea sospensione dell'incredulit che
costituisce la fede poetica. Mr. Wordsworth, d'altro canto, si sare!!e proposto come oggetto di dare il fascino
della novit alle cose di ogni giorno e di suscitare sentimenti analoghi al soprannaturale risvegliando
l'attenzione della mente dal letargo dell'a!itudine e rivolgendola alla vaghezza e alle meraviglie del mondo
dinanzi a noi( tesoro inesauri!ile, ma per il "uale, a causa del velo della familiarit e della sollecitudine per
noi stessi, a!!iamo occhi, eppure non vediamo, orecchie che non odono, e cuori che non sentono n+
intendono.
,amuel -a.lor $oleridge
Kubla Khan %/012&
ovvero visione di un sogno. Frammento.
Il seguente frammento viene "ui pu!!licato su richiesta di un poeta di grande e meritata cele!rit,
/
e, per "uanto
almeno concerne le intenzioni dell'autore, pi3 come una curiosit psicologica, che sulla !ase di un "ualsiasi presunto
merito poetico.
'ell'estate dell'anno /010 l'autore, all'epoca in non !uone condizioni di salute, si era ritirato in una fattoria
solitaria tra *orloc4 e inton, sul confine di #5moor tra ,omerset e Devonshire. In conseguenza di una leggera
indisposizione gli venne prescritto un calmante
6
, per effetto del "uale egli si addorment7 sulla sedia mentre stava
leggendo la seguente frase, o comun"ue parole di "uesto tenore, nel Purchas's Pilgrimage8 9:ui il ;han ;u!la ordin7
che venisse costruito un palazzo, con intorno un giardino. # pertanto dieci miglia di fertile terreno vennero cinte da
mura<
=
. 'autore continu7 a dormire profondamente per circa tre ore %o almeno cos) esternamente appariva&, tempo
durante il "uale egli ha la pi3 sicura certezza di avere composto non meno di due o trecento versi. ,e, in verit, pu7
essere chiamata composizione uno stato in cui tutte le immagini sorsero davanti a lui come cose, con la simultanea
produzione delle espressioni corrispondenti e senza alcuna sensazione o consapevolezza di sforzo. >isvegliandosi, gli
sem!r7 di avere un ricordo preciso di tutto ci7, e prese penna inchiostro e carta, con foga, egli immediatamente scrisse i
versi che sono "ui conservati. ? "uesto punto egli fu purtroppo distur!ato da una visita di *orloc4, e trattenuto per circa
un'ora, al suo ritorno nello studio constat7 con non poco stupore e rammarico che, pur se ancora gli restava un vago e
oscuro ricordo del tenore generale della visione, tuttavia, con l'eccezione di otto o dieci versi e immagini sparse, tutto il
resto era passato via come immagini sulla superficie di un ruscello in cui @ stato gettato un sasso, e senza, ahim@, che si
potesse ricostruire la situazione precedenteA
$i7 nondimeno l'autore si @ sovente riproposto di valersi dei frammenti che sopravvivono nella sua memoria per
terminare di propria mano "uel che in origine gli fu per cos) dire donato. Aurion adion aso8 ma il domani @ ancora da
venire.
KUBLA KHAN
B
;u!la 4han fece in Xanad3
C
Dn duomo di delizie fa!!ricare8
Dove ?lfeo
E
, sacro fiume, verso un mare
,enza sole fluiva gi3
*er caverne che l'uomo non pu7 misurare.
*er cin"ue e cin"ue miglia di fertile suolo
o circond7 con torri e mura(
$'erano !ei giardini, ruscelli sinuosi,
?l!eri da incenso in fioritura(
$'erano !oschi antichi come le colline
# assolate macchie di verzura.
1
Il poeta @ lord F.ron che rimase molto colpito da una lettura che $oleridge fece della poesia.
2
In un manoscritto autografo, $oleridge scrive di aver assunto due grani di oppio per curare una dissenteria e che in
"uella occasione venne composto il Frammento poetico.
3
Il li!ro di ,amuel *urchas, Purchas his Pilgrimage, or Relations of the World and the Religions !served in All Ages,
fu pu!!licato nel /E/=. Il passo riassume un !rano del "ilione di Marco *olo. a citazione di $oleridge non @
comun"ue fedele8 nel testo di *urchas si legge di $u!lai $an che fa costruire un palazzo e che fa racchiudere sedici
miglia di terreno pianeggiante con un muro.
4
#' un'ode irregolare, in cui, nel testo originale inglese, si alternano versi di varia misura e di vario ritmo %tripodie,
tetrapodie, pentapodie& secondo uno schema di rime che comprende rime !aciate, alternate, incrociate, ritardate, nel
"uale per7 ciascun verso rima almeno una volta con un altro. 'effetto musicale che si ha ascoltando la lettura del testo
inglese @ altamente suggestivo.
5
,i tratta di un nome inventato, ripreso per assonanza da Giandu, citato da Marco *olo nel "ilione. Il nome rimanda
immediatamente a una immaginaria citt orientale.
6
?nche in "uesto caso il nome @ inventato( il fiume richiama ?lfeo, personaggio della mitologia classica che insegue
dalla Grecia alla ,icilia, per vie sotterranee, l'amata ?retusa8 ?lcuni critici hanno collegato "uesto fiume al 'ilo, padre
di tutti i fiumi %alfa e alef sono rispettivamente le prime lettere dell'alfa!eto greco ed e!raico&.
?h "uel romantico
0
a!isso che sprofondava
H!li"uo la verde collina in un folto di cedriA
uogo selvaggioA uogo santo e fatato
:uale fu mai visitato a una luna calante
Da una donna in sospiri per il suo d@moneIamanteA
# dall'a!isso, fremente in continuo tumulto,
:uasi scotesse la terra un cupo affanno di palpiti,
Dna possente fontana d'un tratto sprizz78
# tra i suoi scrosci semintermittenti
Falzavano enormi frammenti come di grandine
H di grano che salta !attuto dal !attitore8
# in "uesta danza di pietreIcristalli
Il fiume sacro nasceva improvviso.
*er cin"ue miglia serpeggiando fluiva
Il fiume sacro fra !oschi e piccole valli,
Giungeva a caverne che l'uomo non pu7 misurare,
*oi sfociava in tumulto a un oceano senza vita8
# nel tumulto ;u!la ud) le voci remote
Degli antenati che predicavano la guerraA
'om!ra di delizia
Jluttuava sull'ac"ua a mezza via,
Dove si confondeva il ritmo sovrapposto
Della fontana e delle grotte.
#ra un prodigio di rara maestria8
?ntri di ghiaccio e cupola solatiaA
Dna fanciulla con salterio
2
Io vidi in una visione8
#ra una giovane ?!issina
# col suo salterio sonava,
Del monte ?!ora
1
cantava.
*otessi resuscitare
:uel suo canto e melodia,
vinto di gioia ne sarei,
Di piena musica nell'aria
:uel duomo anch'io fa!!richerei,
:uelle grotte di ghiaccio, la cupola del soleA
# ognuno che ascoltasse li vedre!!e,
-utti gridando8 attentoA attentiA
I suoi occhi di lampo, le sue chiome fluentiA
Jagli tre volte attorno un cerchio,
$hiudi gli occhi con santo timore,
*erch+ con rugiada di miele fu nutrito
# !evve latte di paradiso.
%dalle Ballate liriche, trad. di G. Giudici /120&
7
?ll'epoca in cui la poesia fu scritta il termine romantico non designava ancora il movimento letterario, ma aveva
valore di arcano, orrido, misterioso.
8
,trumento triangolare a corde metalliche, suonate da piccoli martelletti.
9
?nche in "uesto caso si ha la trasformazione di un nome di luogo %monte ?mara& citato nella tradizione letteraria da
Milton, Kohnson e *urchas. Il monte si trova in ?!issinia.
,amuel -a.lor $oleridge
La ballata del vecchio marinaio %/010I12&
Facile credo, #lures esse $aturas invisi!iles %uam visi!iles in rerum universitate. Sed horum omnium
familiam %uis no!is enarra!it& et gradus et cognationes et discrimina et singulorum munera& 'uid agunt&
%uae loca ha!itant& (arum rerum notitiam sem#er am!ivit ingenium humanum, nun%uam attigit. )uvat,
interea, non diffiteor, %uando%ue in animo, tan%uam in ta!ula, ma*oris et melioris mundi imaginem
contem#lari+ ne mens assuefacta hodiernae vitae minutiis se contrahat nimis, et tota su!sidat in #usillas
cogitationes. Sed veritati interea invigilandum est, modus%ue servandus, ut certa a! incertis, diem a nocte,
distinguamus.
-. FD>'#-, Archaeol. Phil. p. E2.
L$redo facilmente che siano pi3 le 'ature invisi!ili che "uelle visi!ili, in tutto l'universo. Ma chi ci
racconter di tutte "uelle famiglieM e i gradi e le parentele e le differenze e i doni di ognunaM $osa fannoM che
luoghi a!itanoM 'intelligenza umana ha sempre aspirato ad avere notizia di loro, ma mai l'ha raggiunta. #'
!uona cosa, frattanto, non lo nego, contemplare di tanto in tanto nell'animo, come pure su una tavola,
un'immagine di un mondo pi3 grande e migliore8 non si contragga troppo la mente assuefatta alle minuzie
della vita odierna e non si sieda tutta in riflessioni piccine. -uttavia !isogna vigilare sulla verit e conservare
il metodo, per distinguere le cose certe dalle incerte, il giorno dalla notte.N
?>GHM#'-H
Come un vascello, oltre#assato l',%uatore, fu s#into dalle tem#este fino alla fredda regione verso il #olo
Sud- e come di l. fece rotta verso la linea dei Tro#ici nell'ceano Pacifico- e delle cose meravigliose che
avvennero- e in che modo il vecchio marinaio fece ritorno al suo #aese.
*?>-# *>IM?
/n vecchio marinaio s'im!atte in tre giovanotti
invitati a no00e e ne trattiene uno.
O un vecchio marinaio,
trattiene uno dei tre.
9*er la tua !ar!a grigia e l'occhio ardente,
perch+ ti afferri a meM
a casa dello sposo apre le porte,
sono un parente stretto(
tra gli ospiti la festa @ incominciata,
sento l'allegro strepito e il diletto. <
:uegli l'afferra con la scarna mano8
9$'era una nave... < incominci7.
9asciami, non toccarmi, vaga!ondoA<
,u!ito la sua mano cadde gi3.
1l convitato su!isce l'incanto dell'occhio del lu#o
di mare, ed 2 costretto ad ascoltare il suo
racconto.
Ma lo tiene con l'occhio sfavillante I
il convitato resta immoto,
ascolta come un !im!o di tre anni8
il marinaio @ pago nel suo voto.
Il convitato siede su una pietra8
non ha scelta, deve ascoltare(
e cos) disse il vecchio uomo di mare,
il vegliando dagli occhi chiari.
9a nave salutata usc) dal porto,
allegramente ci lasciammo andare
sotto la chiesa, sotto la collina
e la punta del faro.
1l marinaio racconta come la nave sal#3 verso sud
con vento favorevole e tem#o chiaro, finch4
raggiunse l',%uatore.
Il sole si lev7 dalla sinistra,
venne fuori dal mareA
e lucido rifulse, e sulla destra
si rituff7 nel mare.
?lto ogni giorno pi3, sempre pi3 alto,
a mezzogiorno fino sopra l'al!ero... I<
,ospira il convitato
che ascolta il suono del fagotto giungere.
1l convitato sente la musica nu0iale- ma il
marinaio #rosegue il racconto.
#cco, la sposa @ apparsa nella sala,
rossa come una rosa,
e con ilari moti della testa
i musici le fanno strada.
D un profondo sospiro il convitato,
non ha scelta, deve ascoltare(
e cos) disse il vecchio uomo di mare,
il vegliando dagli occhi chiari.
1l vascello 2 s#into dalla tem#esta verso il #olo
Sud.
9# si lev7 in "uel punto la -#M*#,-?
furiosa, prepotente(
percossi dalle sue ali ci spinse
lungamente nel sud.
$on le antenne inclinate e con la prora,
come chi se inseguito con grandi urla
calpesti ancora l'om!ra del nemico,
china avanti la testa,
la nave si ru!ava alla tempesta
e fuggivamo sempre verso sud.
*oi vennero nel cielo ne!!ia e neve
e un freddo tanto saldo
che il ghiaccio a !locchi andava galleggiando
verde come smeraldo.
5a terra del ghiaccio e dei rumori sinistri dove
non si scorgeva essere vivente.
*icchi, di l dal tur!ine nevosi
mandavano un !agliore
triste I non om!ra d'uomo o d'animale I
ghiaccio, soltanto ghiaccio e il suo nitore.
Il ghiaccio era dovun"ue, era "ua, l,
era tutto all'intorno(
crepitava, gemeva ed ululava
come, svenuti, s'ode un vano rom!o.
Finch4 un grande uccello di mare, chiamato
l'Al!atro, venne attraverso la ne!!ia nevosa, e fu
accolto con grande gioia e os#italit..
# finalmente un ?l!atro pass7,
attraverso la ne!!ia era venuto(
come se fosse un'anima cristiana
in nome del ,ignore gli demmo il !envenuto.
Mangi7 il ci!o non mai prima mangiato,
con lunghi giri ci ruot7 sul capo.
Il ghiaccio si spacc7 con un !oato(
il timoniere ci guid7 fra mezzo.
,d ecco, l'Al!atro si rivela uccello di !uon
augurio e segue il vascello come %uesto ritorna
verso nord fra la ne!!ia e i ghiacci galleggianti.
Da sud il vento si lev7 propizio(
l'?l!atro ci seguiva
e ogni giorno per ci!o o per diletto
al richiamo dei marinai veniva.
$on ne!!ia o nu!e, all'al!ero o alle vele
venne per nove sere(
le notti intere al !ianco fumigare
scintillava il river!ero lunare. <
1l vecchio marinaio contro la legge dell'os#italit.
uccide il sacro uccello di !uon augurio.
9$he Dio ti salvi, vecchio marinaio,
dai demoni che tanto ti tormentanoAI
*erch+ guardi cos) M < I 9 $on la !alestra
io stesi morto l'?F?->H.
*?>-# ,#$H'D?
Il sole ora sorgeva dalla destra,
venne fuori dal mare,
celato dalle ne!!ie, e alla sinistra
si rituff7 nel mare.
# il !uon vento del sud spirava ancora,
ma pi3 non ci seguiva il dolce uccello,
n+ per ci!o o per gioco pi3 veniva
dei marinai all'appello.
1 com#agni im#recano contro il vecchio marinaio
#erch4 ha ucciso l'uccello di !uon augurio.
Io avevo fatto un'infernale cosa,
e "uesto arrechere!!e molto male8
disse ognuno che avevo ucciso l'?l!atro
che faceva spirare il vento australe.
P#mpioAP dissero, Puccidere l'uccello
che faceva spirare il vento australeA P
"a %uando la ne!!ia si dirada, gli danno ragione
e si rendono cos6 com#lici del misfatto.
'on opaco, non rosso, come il capo
d'un Dio, glorioso il sole si lev78
e dissero che avevo ucciso l'?l!atro
che portava la ne!!ia e la foschia.
PGiustoP, dissero, Puccider tali uccelli
che portano la ne!!ia e la foschiaP.
1l !uon vento continua- la nave entra nell'ceano
Pacifico e veleggia verso nord finch4 giunge
all',%uatore.
ieve la !rezza spirava, la spuma
!ianca volava, la scia ci seguiva(
noi fummo i primi che irrompemmo in seno
a "uel mare silente.
1m#rovvisamente la nave 2 fermata dalla
!onaccia.
$adde la !rezza, caddero le vele,
fu triste "uanto pu7 cosa esser triste(
noi parlavano solo per spezzare
il silenzio del mare.
In un cielo cocente, arso, di rame
stava il sole sanguigno a mezzogiorno
a picco sopra l'al!ero e il sartiame
non pi3 grande che luna.
Giorni e giorni, l'un giorno dopo l'altro,
stemmo fermi, non vento o movimento(
immoti come una dipinta nave
in un mare dipinto.
, l'Al!atro comincia a esser vendicato.
?c"ua soltanto, ac"ua d'ogni parte,
e le tavole aride e contorte(
ac"ua soltanto, ac"ua d'ogni parte,
non una goccia per la nostra arsura.
?nche il profondo imputridiva, o $ristoA
$he dovesse accaderci tale cosaA
,trisciavano vischiosi sulle zampe
corpi informi per l'ac"ua vischiosa.
Intorno, intorno, con ridda mai stanca
fuochi fatui danzavano la notte(
l'ac"ua simile all'olio delle streghe
!ruciava tutta, verde, azzurra e !ianca.
/no S#irito li aveva seguiti- uno degli invisi!ili
a!itatori di %uesto #ianeta, non anime di
tra#assati, n4 angeli- intorno ad essi si #otre!!ero
consultare il dotto 7iuse##e ,!reo e "ichele
Psello il Platonico di Costantino#oli. Sono assai
numerosi, e non c'2 clima o elemento che non ne
contenga uno o #i8.
# "ualcuno nel sogno e!!e certezza
dello ,pirito tanto tormentoso(
nove tese profondo ci seguiva
dal paese di ne!!ia e dal nevoso.
$iascuna lingua asciutta nella strozza,
seccata alla radice(
non potevamo pi3 parlare, come
la fuliggine avesse fatto groppo.
1 com#agni, in %uella loro disdetta, vorre!!ero
gettare la col#a sul vecchio marinaio- in segno di
ci3 gli a##endono al collo il morto uccello di
mare.
?h tutti "uali occhiate, "uale atroce
sguardo volsero a me, giovani e vecchiA
'?l!atro al collo in luogo della croce
m'appesero i compagni.
*?>-# -#>Q?
-empo grave. a gola era !ruciata
e l'occhio di ciascuno fatto vitreo.
Dn tempo grave fu, un tempo graveA
$ome vitreo a ciascuno l'occhio grave
"uando, volto a ponente, all'improvviso vidi
alcunch+ nel cielo.
1l vecchio marinaio vede un segno nel cielo
lontano.
*arve alla prima una minuta macchia,
poi apparve come un velo(
e muoveva e muoveva e prese infine
una forma sicura contro il cielo.
Dna macchia, una ne!!ia, una figura,
e sempre pi3 vicino, pi3 vicino8
come a eludere un fantasma marino
si tuffava, virava, !ordeggiava.
"entre s'avvicina, gli #are un vascello- e a caro
#re00o scioglie la lingua dall'into##o dell'arsura,
$on la gola assetata e le arse la!!ra
non potevamo ridere n+ piangere,
ma per l'arsura stemmo tutti mutiA
# io mi morsi il la!!ro e succhiai sangue,
e gridai8 PDna vela, una velaAP
/n lam#o di gioia-
$on la gola assetata e le arse la!!ra,
a !occa aperta udirono, il mio grido8
P,ia lode al cieloAP dissero in un ghigno,
e tutti insieme inalano il respiro
"uasi stessero !evendo.
e segue l'orrore. Perch4, #u3 essere un vascello
%uesto che viene sen0a vento n4 corrente&
,u, guardate, Pgridai,P non vira pi3A
Viene al nostro soccorso(
senza un filo di vento o di corrente
la chiglia dritta "ua dirige il corso. P
-utta una fiamma l'onda occidentale.
Il giorno era gi "uasi tramontatoA
:uasi a fiore dell'onda occidentale
stava sospeso un gran lucido sole(
"uando la strana forma si frappose
a un tratto fra noi e il sole,
7li #are che non sia altro che lo scheletro di una
nave.
,u!ito il sole si rig7 di s!arre
%che la Madre del cielo ci dia graziaA&,
come se prigioniero da una grata
spiasse con la grande ardente faccia.
, i suoi fianchi si vedono come s!arre sulla faccia
del sole calante.
?him@A %pensavo, e il cuore sussultava&
come lesta si fa sempre pi3 avantiA
,on "uelle le sue vele lustre al sole
come ragne vi!rantiM
5a 9onna:s#ettro e lo Scheletro e nessun altro a
!ordo della nave.
,ono "uelli i suoi fianchi da cui il sole
guardava come dietro un'inferriataM
#' "uella donna tutta la sua ciurmaM
Jorse "uella @ la MH>-#M e sono in dueM
#' MH>-# che alla donna s'@ accoppiataM
'uale il vascello, tale l'e%ui#aggio.
e la!!ra rosse, gli occhi erano audaci.
I ricci erano !iondi come l'oro8
con una pelle !ianca di le!!rosa
l'incu!o VI-?II'IMH>-# era, l'esosa
che fa gelare il sangue.
"orte e ;ita:in:"orte hanno giuocato ai dadi
l'e%ui#aggio, e %uesta <la seconda= vince il vecchio
marinaio.
a s"uallida carcassa s'avanzava,
le due gettano i dadi intente al rischio(
PIl giuoco @ fattoA Ro vinto, ho vinto ioAP
ella disse, e mand7 un triplice fischio.
$essun cre#uscolo intorno al sole.
Il sole spare, sgorgano le stelle(
a un tratto si fa !uio(
con un remoto mormorio sul mare
"uella nave spettrale trascorreva.
Al levar della luna,
'oi ascoltavamo e guardavamo fissoA
?l cuore come al fondo di una coppa
la paura attingeva tutto il sangueA
e stelle cupe, densa era la notte,
il volto del nocchiero raggia esangue
presso la sua lanterna(
dalle vele stillava gi3 rugiada,
finch+ s'alz7 sul ciglio dell'oriente
col corno della luna una splendente
stella vicino alla sua punta inferna.
uno do#o l'altro,
,otto la luna e il suo corteggio astrale,
senza il tempo per un sospiro o un grido,
si volse ognuno in agonia spettrale
e mi malediceva con lo sguardo.
i suoi com#agni cadono gi8 morti,
:uattro volte cin"uanta uomini vivi
%e non udii n+ un grido n+ un lamento&
caddero, massi inerti, con un tonfo
a uno a uno gi3 sul pavimento.
"a ;ita:in:"orte comincia la sui o#era sul
vecchio marinaio.
e anime volaron via dai corpi,
volarono alla gioia ed allo strazioA
$iascuna d'esse mi passava accanto
con un si!ilo d'arco nello spazioA <
*?>-# :D?>-?
1l convitato teme che sia uno S#irito che #arli-
9Mi fai spavento, vecchio marinaioA
mi fa spavento la tua scarna manoA
e tu sei magro !runo e strano
come rena increspata in riva al mare.
ma il vecchio marinaio lo rassicura della sua vita
fisica e seguita a raccontare la sua orri!ile
es#ia0ione.
Di te ho spavento, dei tuo occhio acceso,
della tua mano magra, cos) scura.<
9'on temere, sii calmo, o convitatoA
"uesto corpo non cadde in "uell'arsura.
,olo, solo, io solo in "uel deserto,
solo nella distesa ampia del mareA
# non un santo mai mosso a piet
del mio lento agonizzare.
,gli dis#re00a le creature della !onaccia,
-anti uomini, tanti e tanto !elliA
tutti morti giacevano(
e mille e mille esseri vischiosi
vivevano, e vivevo anch'io fra "uelli.
e #ensa con invidia che esse vivono mentre tanti
sono morti.
Guardavo sopra il mare imputridito,
tosto gli occhi stornavo via sconvolti(
guardavo sopra il cassero marcito,
e l stavano i morti.
Guardai il cielo, tentavo di pregare,
ma prima che sgorgasse una preghiera
un orrido !is!iglio usciva, e il cuore
arido come polvere era fatto.
e ciglia chiusi e tenni strette e chiuse(
le pupille !attevan come polsi(
perch+ il cielo ed il mare, il mare e il cielo
stavano come un peso sui miei occhi(
mi giacevano ai piedi tanti morti.
"a la maledi0ione vive #er lui nell'occhio dei
morti.
Jondeva il sudor freddo dalle mem!ra,
non erano n+ sfatte n+ corrotte8
lo sguardo con cui m'e!!ero adocchiato
stava immoto d) e notte.
Maledizione d'orfano pu7 trarre
uno spirito gi3 dall'alto cielo(
ma ohA maledizione anche pi3 orrenda
sta nell'occhio d'un mortoA
a vidi sette giorni e sette notti,
non potevo pregare, stavo assorto.
$ella sua solitudine e immo!ilit. egli si strugge
#er la luna che viaggia nel cielo e le stelle che
sem#re stanno e #ur sem#re si muovono e
dovun%ue l'a00urro cielo a##artiene loro ed 2 il
luogo destinato al loro ri#oso, #atria loro e loro
naturale dimora, nella %uale entrano sen0'essere
annun0iate come signori sicuramente as#ettati,
e##ure nasce una gioia silen0iosa al loro arrivo.
a luna errante sal) su nel cielo,
e mai non indugiava(
lentamente saliva, lentamente
lei "ualche rara stella seguitava.
I/ suo raggio irrideva il mare afoso,
come primaverile !rina sparsa(
dove stagnava l'om!ra della nave
l'ac"ua per incantesimo !ruciava
d'un acceso rossore immoto sparsa.
Al lume della luna osserva le creature della
!onaccia.
Hltre l'om!ra spiavo della nave
i serpenti marini(
muovevano con scie lustre di !ianco,
e "uando si drizzavano, "uel lume
magico ricadeva in fiocchi candidi.
'ell'om!ra della nave contemplavo
la veste variopinta( era turchina,
verde lucida, nera vellutata(
nuotando si torcevano( la scia
uno sprazzo di fuoco era, dorata.
5oro !elle00a e felicit.. ,gli le !enedice in cuor
suo.
H felici creatureA lingua umana
"uella loro !elt non pu7 lodare(
un impeto d'amore sorse in me,
inconsciamente io le !enedissi8
certo, il mio santo e!!e piet di me,
inconsciamente io le !enedissi.
5'incantesimo comincia a rom#ersi.
Mi fu dato a "uel punto di pregare(
e dal mio collo alfine li!erato
l'?l!atro cadde gi3
e come piom!o profond7 nel mare.
*?>-# :DI'-?
Hh il sonnoA il sonno @ una soave cosa,
da un capo all'altro ama!ile nel mondoA
,ia lodata la Vergine MariaA
#lla mand7 dal cielo il dolce sonno
che scese nell'anima mia.
Per gra0ia della "adonna il vecchio marinaio 2
rinfrescato dalla #ioggia.
:uelle inutili secchie sulla tolda
che inerti erano state cos) a lungo,
sognai ch'erano colme di rugiada(
e, dopo, "uando mi svegliai, pioveva.
Jresca la gola e umide le la!!ra,
i vestimenti avevo tutti intrisi(
certo, avevo !evuto nei miei sogni
e ancora tutto il corpo mio !eveva.
Mi mossi, non sentivo pi3 le mem!ra,
ero tanto leggero, du!itavo
d'esser morto nel sonno
e mi credevo un'anima !eata.
de suoni e vede strane visioni e moti in cielo e in
mare.
# udii su!ito il vento si!ilare(
e non s'avvicinava(
ma col sonito suo scosse le vele
cos) tenui e corrose dall'arsura.
'aria profonda esplose di vivezzaA
$ento vessilli in fiamme luminosi
guizzavano su e gi3, di "ua, di l,
e gli astri vi danzavano nel mezzo.
Il vento emise un si!ilo pi3 forte,
stormivano le vele come !iada(
e la pioggia crosciava gi3 dal nem!o
oscuro che la luna !ianca orlava.
a densa e nera nuvola fu rotta
ed ancora la luna era al suo fianco8
come ac"ue cadenti d'alta roccia
il fulmine sfrecci7 gi3 senza un guizzo,
tale un fiume spazioso cade a picco.
5e salme dell'e%ui#aggio si animano e la nave si
muove-
Il forte vento mai invest) la nave,
eppure era la nave in movimentoA
,otto il fulmine e sotto l'alta luna
gli uomini morti emisero un lamento.
,i riscossero tutti e si levarono,
senza parlare, senza !atter ciglio8
sare!!e stato strano anche in un sogno
aver visto "uei morti sollevarsi.
Il nocchiero alla !arra d di piglio(
la nave si muoveva, non un soffio(
i marinai si misero alle funi,
ciascuno al proprio posto(
muovevano le mem!ra come ordigni
morti, eravamo una spettrale ciurma.
I/ corpo d'un nipote mio, d'un figlio
di fratello, mi stava stinco a stinco(
il corpo ed io tirammo ad una corda
e non mi disse ver!o. <
ma non #er o#era delle anime degli uomini, non
#er o#era di demoni della terra e dell'aria, ma #er
una schiera !eata di s#iriti angelici mandati dal
cielo #er intercessione del santo #atrono.
9Mi fai spavento, vecchio marinaioA<
9'on temere, sii calmo, o convitatoA
'on erano fuggite anime in pena
che afflitte ritornassero alle salme,
ma una schiera di spiriti !eati8
poich+ all'al!a dimisero le !raccia
e si fecero stretti intorno all'al!ero(
suoni soavi usciron dalle la!!ra
e volarono via dai loro corpi.
?leggiava d'intorno a me ciascuna
voce, saliva al sole(
lentamente scendevano di nuovo
ora confuse, ed ora ad una ad una.
:ualche volta scendendo gi3 dal cielo
ho ascoltato l'allodola cantare(
tutti, a volte, gli uccelli che vi sono
parevano riempire l'aria e il mare
col loro dolce frastuonoA
#d ora erano tutti gli strumenti,
ed ora un flauto a solo(
ed ora era un'angelica canzone
che gli spazi faceva essere intenti.
-ac"ue, e ancora mandarono le vele
un ronzio lieve fino a mezzogiorno(
un ronzio come d'un nascosto rivo
nel frondoso mese di giugno,
che alle selve dormienti per l'intera
notte mandi una "uieta melodia.
# veleggiammo fino a mezzogiorno,
mai un alito di vento sospir78
lenta e calma la nave procedeva
sospinta dal profondo.
1l solitario S#irito dell'Antartide #orta la nave fino
all',%uatore o!!edendo alla schiera angelica, ma
esige ancora vendetta.
? nove tese gi3 sotto la chiglia
dal paese di ne!!ia e dal nevoso
lo ,pirito scorreva( era lui stesso
che muoveva il veliero silenzioso.
Mor) il canto alle vele a mezzogiorno,
e di nuovo la nave si ferm7.
Il sole alto sull'al!ero maestro
l'aveva ora confitta nell'oceano8
ma su!ito riprese ad agitarsi
con un !reve e affannoso dondolio I
avanti e indietro, mezza la lunghezza,
con un !reve e affannoso dondolio.
$ome un cavallo ardente alfine sciolto
diede un su!ito !alzo(
il sangue m'afflu) tutto alla testa,
io venni meno e caddi gi3 di schianto.
1 demoni com#agni dello S#irito #olare, gli
invisi!ili a!itatori dell'elemento, #rendono #arte
alla sua offesa- e due di essi riferiscono che
es#ia0ione lunga e dura #er il vecchio marinaio fu
accordata allo S#irito #olare, che ritorna verso il
sud.
:uanto a lungo mi giac"ui in "uello stato
non posso assicurare(
ma la vita non era anche tornata,
che udii nella mia anima distinte
due voci vaghe per l'aria.
P #' lui,P diceva l'una, P@ "uesto l'uomoM
per colui che mor) sopra la croce,
@ lui che uccise l'?l!atro innocente
con la mano feroce.
o ,pirito che a!ita da solo
la terra della ne!!ia e della neve,
gli era caro l'uccello amico all'uomo
che lo trafisse con la sua !alestra.P
:uell'altra era una pi3 dolce voce,
dolce come stillante miele, e disse8
P$ostui gi fece dura penitenza,
ma pi3 dura l'attende. P
*?>-# ,#,-?
Prima voce
PMa dimmi, dimmi ancora,
la tua dolce risposta reiterando I
che muove cos) lesta "uesta proraM
Il mare, dimmi, che faMP
Seconda voce
P$ome schiavo al cospetto del signore
sta immo!ile l'oceano e non respira(
il suo grande occhio luminoso mira
fisso la luna silenziosamente I
per conoscer la strada da seguire(
perch+, "uieto o infuriato, essa lo guida.
Vedi, fratello, vedi con che grazia
dall'alto essa lo guarda "uasi rida.
1l marinaio 2 caduto in letargo- #erch4 il #otere
angelico fa #rocedere la nave verso nord con una
velocit. che la vita umana non #u3 so##ortare.
Prima voce
PMa perch+ sopra lui va cos) lesta
la nave senza vento n+ correnteMP
Seconda voce
P'aria dinanzi a lei tutta si fende
e dietro si richiude in un istante.
Vola, fratello, vola, alto, pi3 altoA
o giungeremo tardi e troppo stanchi8
perch+ la nave andr sempre pi3 lenta
allor che il marinaio si rinfranchi.P
1l moto so#rannaturale rallenta- il marinaio si
sveglia e la sua es#ia0ione ricomincia.
Io mi svegliai, stavamo veleggiando
come a un vento propizio8
era notte, una notte calma, stando
la luna in alto( i morti erano insieme.
,tavano ritti, accolti sopra il ponte,
pronti per un ossario8
fissavano su me gli occhi di pietra
che nella luna avevano un divario.
:uella maledizione e "uel terrore
ch'e!!ero nella morte, sussisteva8
non potevo distogliere il mio cuore
n+ alzare gli occhi per una preghiera.
5a maledi0ione 2 finalmente es#iata.
# ora l'incantesimo fu rotto8
anche una volta vidi il mare verde,
e guardai lontanissimo( ma poco
di "uanto avevo visto ora m'apparve
com'uno per una deserta via
cammina in"uieto d'orridi spaventi,
e una volta guardatosi alle spalle,
prosegue ma non volge pi3 la testa
perch+ sa che un terri!ile nemico
l'incalza da vicino e non s'arresta.
Ma un vento repentino m'invest),
e non aveva suono o movimento8
la strada sua non era sopra il mare,
nelle pieghe o nel vivido fermento.
Mi sollev7 i capelli, con respiro
di praterie primaverili punse
le mie guance, s'un) coi miei terrori,
pure, io lo sentii, propizio giunse.
>apidamente volava la nave,
e pure navigava liscia e calma8
lieve spirava il vento, lieve, lieve I
su me solo spirava.
, il vecchio marinaio rivede il suo #aese.
,ogno di gioiaA #' veramente il faroM
#' la punta del faro ch'io rivedoM
e "uella @ la collina, ed @ la chiesaM
e "uesta @ la mia patriaM
?lla !occa del porto la deriva
ci spingeva, pregavo tra i singhiozzi8
PJa, mio ,ignore, ch'io sia sveglio o viva
senza pi3 risvegliarmi.P
#ra limpido il golfo come vetro,
tale la sua tran"uillit diffusaA
a luce della luna ivi con l'om!ra
riposava confusa.
a roccia scintillava, era a!!agliante
al pari della chiesa che sovrasta8
il chiarore immergeva nel silenzio
la !anderuola ferma in cima all'asta.
7li s#iriti angelici a!!andonano i morti cor#i,
a !aia !ianca e viva al lume "uieto
era "uando ne emersero
molte forme, e non erano che om!re,
e in colori di cremisi a me vennero.
e a##aiono nelle loro forme di luce,
? piccola distanza dalla prora
"uelle parvenze cremisi si tennero8
allora volsi gli occhi sopra il ponte I
oh $risto, che spettacoloA
Hgni corpo giaceva inerte e piatto,
e, in nome della $roce,
un uomo tutto luce, un serafino,
presso ciascuno stava senza voce.
Di "uella schiera ognuno salutava
con le mani, visione celestialeA
come segnali fatti a una citt,
ciascuno un puro lume.
Di "uella schiera ognuno salutava
con le mani, non voce, n+ clamore I
nessuna voce, ma il silenzio scese
come musica al cuore.
Ma ecco, a un tratto udii un tonfo di remi
e il grido del pilota(
e mi fu forza volgere la testa8
una !arca era apparsa, non remota.
Il pilota ed il mozzo del pilota,
udii la loro celere venuta8
o ,ignore del cieloA era una gioia
che i morti non avre!!ero sperduta.
# vidi un terzo, ne sentii la voce8
era il !uon eremitaA
$antava grave i suoi inni devoti
che compone nel !osco pi3 profondo.
'anima mia assolver, del sangue
dell'?l!atro egli mi render mondo.
PARTE SETTIA
5'eremita del !osco
Il pio eremita vive in mezzo al !osco
che scende verso il mare8
come grave egli modula la voceA
$oi marinai gli piace di parlare
che vengono da lontane contrade.
?l mattino, al meriggio ed alla sera
piega i ginocchi( ha un soffice guanciale8
il muschio che ricopre
il ceppo d'una "uercia secolare.
a !arca s'appress7, li udii parlare8
P#' strano veramenteA
Dove sono le luci cos) chiare
che or non @ molto fecero un segnale M
s'avvicina con stu#ore alla nave.
P,trano davveroAP disse l'eremita I
e non hanno risposto al nostro gridoA
Vedo le assi contorteA e "uelle vele,
guardale, cos) fragili e corroseA
$osa non vidi mai che le assomigli
se non forse nel !osco
"uei macerati scheletri di foglie
che indugiano alle prode del ruscello
allor che greve @ l'edera di neve,
ed urla il gufo al lupo sottostante
mentre divora il piccolo alla lupa.P
PRa un aspetto d'inferno, mio signoreAP
%il pilota rispose&
Pne ho spaventoAP P?ccosta, accostaP disse
l'eremita contento.
#cco, la !arca s'accost7 al vascello,
io non dissi parola n+ mi mossi(
la !arca si port7 sotto il vascello
e d'improvviso un suono mi percosse.
1l vascello im#rovvisamente affonda.
>om!ava sotto l'ac"ua
sempre pi3 grave, sempre pi3 tremendo8
poi raggiunse la nave, ruppe il golfo,
ed il vascello and7 gi3 come piom!o.
1l vecchio marinaio 2 tratto in salvo nella !arca
del #ilota.
,tordito da "uel suono grave e orrendo
che s"uass7 cielo e mare,
com'uno che sia stato sette giorni
affogato, il mio corpo galleggiava(
ma poi con la rapidit di un sogno
mi trovai nella !arca del pilota.
,ul gorgo ove la nave era affondata,
la !arca roteava(
tutto era "uieto fuor che la collina
che il suono ripeteva e rimandava.
Mossi il la!!ro, il pilota mand7 un urlo ,
e cadde gi3 di schianto(
l'eremita lev7 le sante ciglia
e pregava raccolto l in un canto.
Io presi i remi8 il mozzo del pilota,
che ora usc) di senno,
ruppe in risate lunghe e forti mentre
i suoi occhi ruotavano "ua e l.
P?hA ahAP diceva, Pvedo chiaramente,
il demonio sa l'arte di remare.P
# finalmente proprio al mio paese
stavo, su terra fermaA
'eremita discese dalla !arca,
e la sua andatura era malferma.
1l vecchio "arinaio ardentemente su##lica
l'eremita #erch4 lo confessi- e lo raggiunge la
#eniten0a della vita.
P$onfessami, confessami, sant'uomoAP
#gli si fece il segno della $roce.
PDi' presto,P fece, Pdimmi,
te lo ingiungo I chi sei, che specie d'uomoM
# tale animo mio fu presto stretto
da un'atroce agonia
che mi costrinse a dire la mia storia(
e poi mi lasci7 "uieto in mia !alia.
9i %uando in %uando #er il resto della vita
un'agonia lo costringe a errare di terra in terra.
,empre d'allora in poi, di "uando in "uando,
"uell'agonia ritorna(
finch+ lSorrida storia non sia detta,
il cuore !rucia, il fuoco vi soggiorna.
Di terra in terra migro come lSom!ra(
strano potere @ nelle mie parole(
su!ito, appena chSio ne veda il volto,
so lSuomo che mi deve ascolto8
a lui fo il mio racconto.
:uale fragore esce da "uella portaA
I convitati sono l, raccolti8
ma allSom!ra della pergola, nellSorto,
odi, la sposa e le fanciulle cantano.
#S il vespro, odi la piccola campana
che mi chiama a pregareA
H convitatoA "uesta anima mia
in un mare di deserto @ stata sola(
tanto fu derelitta che Dio stesso
a mala pena parve che vi fosse.
Hh assai pi3 dolce che festa nuziale,
assai pi3 dolce per me,
andare insieme alla chiesa
in santa compagniaA
?ndare insieme alla chiesa
e tutti insieme a pregare,
mentre ciascuno al *adre suo sSinchina8
vecchi, !am!ini, amici affettuosi
e giovinette e giovani festosi.
e a insegnare col suo esem#io amore e ris#etto a
tutte le cose che 9io ha fatto e ama.
?ddio, addioA Ma "uesto tieni a mente,
tu, invitato alla festaA
*rega !ene !enevolo chi ama
sia lSuomo, sia lSuccello e lSaltre !estie.
Meglio prega chi meglio ama le cose
siano grandi o modeste(
perch+ "uel Dio dSamore che ci assiste
fece ogni cosa e lSama.<
Il marinaio dallSocchio luminoso
di cui la !ar!a @ candida per gli anni
@ sparito8 ora lSospite si volge
lontano dalla casa dello sposo.
,e nSand7 come uomo s!igottito,
fuor dei sensi caduto8
e l'indomani si lev7 diverso,
pi3 triste ma pi3 saggio divenuto.
<tradu0ione di "ario 5u0i=
,?MD# -?TH> $H#>IDG#
-IM#, >#? ?'D IM?GI'?>T
?n allegor.
Hn the wide level of a mountain's head,
%I 4new not where, !ut 'twas some faer. place&
-heir pinions, ostrichIli4e, for sails out spread,
-wo lovel. children run an endless race,
? sister and a !rotherA
-his far outstripp'd the other(
Tet ever runs she with reverted face,
?nd loo4s and listens for the !o. !ehind8
Jor he, alasA is !lindA
H'er rough and smooth with even step he passed,
?nd 4nows not whether he !e first or last.
-#M*H, >#?# # IMM?GI'?>IH
?llegoria
>Per Tem#o immaginario, intendevo lo stato
mentale di uno scolaro %uando, ritornando da
scuola, egli #roietta il suo essere nel sogno ad
occhi a#erti, e vive #ertanto nelle future vacan0e
con sei mesi d'antici#o. , %uesto io l'ho #osto in
o##osi0ione al Tem#o reale>. <S.T. Coleriche=
,ull'ampio spazio di una montagna in cima,
%dove, non so, in "ualche posto di fate&
I le ali, come struzzi, spiegate a far vela I
due cari !am!ini corrono in gara infinita8
sorella e fratelloA
'una di molto "uell'altro sorpassa(
ma sempre lei corre col viso rivolto all'indietro
e guarda ed ascolta il ragazzo8
perch+ egli @ cieco, ahim@A
,u sca!ro e su liscio terreno con passo costante si
muove
n+ sa se sia ultimo o primo.

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