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JULIUS EVOLA

L'IDEALISMO MAGICO
Prima sottosezione - Genesi dellidealismo magico
Precedentemente si potuto notare come lopera di Julius Evola sia da inserire nel
novero del Tradizionalismo Integrale. Come possibile, allora, che egli si cimenti con
lidealismo, che senza dubbio va considerato come un fenomeno moderno !ui,
risoluto avversatore del mondo contemporaneo, in che modo si pone nei confronti di
"uesta filosofia Per capire tale "uestione opportuno contestualizzare la sua attivit#
intellettuale. Come gi# espresso nel paragrafo $!a %ita&, lo studio sullidealismo
appartiene al periodo della sua giovinezza, durante gli 'nni %enti. Evola non nasce
tradizionalista, i suoi primi contatti con la cultura si estrinsecano in studi che di $
tradizionale & hanno ben poco. 'nche la sua esperienza dadaista, seppur vissuta sotto
legida di una ricerca di trascendenza, di rottura con la realt# per il raggiungimento di
una dimensione superiore, ancora non gode di "uellarchitettura concettuale di cui
disporr# negli anni della $ maturit# &. 'llo stesso modo, la sua elaborazione
dellidealismo risente di un ancora imperfetto consolidamento delle posizioni
tradizionaliste. !a sua affermazione tradizionalista, difatti, il frutto di un iter
intellettuale che gradualmente ne costruisce le basi e lassetto definitivo. (isogna
allora dire che lEvola giovane, dadaista e $ idealista & un pensatore moderno, che
diventa $ tradizionale & negli anni della maturit# )vviamente no* possibile
rintracciare un filo conduttore tra le sue opere giovanili +filosofiche, e "uelle degli anni
successivi +$dottrinarie&,, ma le istanze tradizionaliste sono contaminate, nel primo
periodo, da una non totale consapevolezza dei contenuti che vuole esprimere, che
risultano "uindi in"uinati dal filtro della cultura di "uel tempo con cui si trova a
contatto. Potremmo dire* i contenuti del suo sistema appaiono nel primo periodo
rivestiti dalla filosofia moderna, da cui si liberano nel periodo successivo per trovare
un completo ed effettivo compimento. -i pu. dire che "uesto compimento avviene
dalla stesura di /ivolta in avanti. 0ella prefazione alla prima edizione della
1enomenologia dellIndividuo 'ssoluto il (arone scrive* $0ei suoi elementi essenziali,
ci. che esponiamo non il semplice prodotto della speculazione soggettiva di un
filosofo moderno, s2 invece la trasposizione intellettuale di certe dottrine tradizionali,
primordiali, non soggette in un certo senso al divenire&34, I5657, affermando con ci.
di voler "uasi $intellettualizzare& le dottrine tradizionali imbevendole di filosofia.
/iconoscer# poi ne Il Cammino del Cinabro* $I miei primi scritti del periodo filosofico
risentirono dun"ue di una commistione tra la filosofia e le accennate dottrine,
commistione che talvolta si present. come una contaminazione non nei riguardi della
prima ma piuttosto delle seconde, le "uali 6 come in seguito dovevo nettamente
riconoscere 6 subivano una forzata, estrinseca razionalizzazione&38,9:7, ammettendo
una imperfetta conoscenza delle suddette dottrine, che aveva voluto interpretare in
chiave idealistica; anzi, partendo dallidealismo aveva voluto approdare alle dottrine
sapienziali, nel tentativo di coniugare le due cose. Tutte "ueste puntualizzazioni a
riguardo del carattere "uasi $ spurio & della sua elaborazione filosofica, lidealismo
magico, non devono far pensare che tale elaborazione sia priva di interesse per chi
studia la filosofia; anzi, forse proprio in virt< di "uesto carattere eterodosso tale
speculazione oltre a rappresentare un tassello originale in "uel vastissimo "uadro di
pensieri e idee che lidealismo, ha una sua linea dimpostazione ben definita che
conduce, attraverso teorizzazioni e confutazioni, ad una effettiva conclusione.
%eniamo dun"ue allanalisi di "uesto idealismo magico* presupposti, sviluppi e
soluzioni. Il punto nodale della critica allimpalcatura gnoseologica dellidealismo verte
sulla reale natura dallIo. 1iche, vero fondatore dellidealismo, postula tre principi della
=ottrina della -cienza il primo dei "uali considerato addirittura anteriore al principio
di identit# e di non6contraddizione '>'* si afferma che tale rapporto identitario, tale
base del conoscere, di certo non si auto6pone ma posto da un ens. !a deduzione che
ne deriva che il fondamento primo del conoscere lIo che si auto6pone e "uindi si
autocrea. 'nche accettando "uesto ragionamento, che imprime al principio di identit#
e di non6contraddizione un carattere di legge, di "ualcosa di $ dato &, "uindi postulato
da un alter che lo definisce, in cosa consiste, elementarmente, "uesto Io 1ichte
stesso n? d# una spiegazione ambigua* sostenendo che lautoposizione coincide con
lintuizione intellettuale, cio con il soggetto, lIo reale che 'utocoscienza in "uanto
prende consapevolezza di s? +!Io pone s? stesso, e poi dellaltro da s? +!Io pone il
non6io, sembra dare un carattere reale, individuale, a "uesto Io; si contraddice da
solo "uando tocca il tema dellinfinit# dellIo, che non mai una situazione conclusa
ma una meta ideale dellio finito, ma "uesto stesso Io infinito ad essere il principio
formale e materiale del conoscere. @ual , dun"ue, lIo del primo principio della
=ottrina E lattivit# auto6creatrice ed infinita che si pone e pone il non6io +e in "uesto
caso non pi< intuizione intellettuale, essendo "uestultima autocoscienza* lauto6
posizione o lauto6creazione coincide con la cognizione di -?, oppure lIo reale che
perviene ad una coscienza di s? stesso e successivamente del non6io, esistente in
"uanto conosciuto, andando necessariamente a coincidere con la ragione umana Tale
problema non viene risolto nemmeno da Aegel, simbolo dellidealismo, il "uale
postula, intento a dimostrare la risoluzione del finito nellinfinito, in maniera arbitraria
il -oggetto -pirituale in divenire, l'ssoluto, che in una necessaria razionalit# con
luomo giunge alla sua manifestazione e realizzazione finale. Evola svolge la sua critica
in maniera decisiva proprio su "uesto aspetto, sulla natura dellIo. Coglie
ineluttabilmente la scissione fra lIo reale o empirico e lIo assoluto o Infinito
vaneggiato dallidealismo* il carattere della sua teorizzazione s"uisitamente pratico.
!analisi gnoseologica deve avere come fine lIo reale, luomo, la sua centralit# di
fronte a s? stesso e al mondo +non6io,* "uesto uno degli elementi che pi< attirano e
possono suscitare linteresse verso il suo sistema, che aborrisce astrazioni e
speculazioni fini a s? stesse e vuole proiettarsi nella giungla dellesistenza. Il tentativo
di superare "uesto grosso limite dellidealismo sta nella sua svolta $ magica &, cio
reale +si utilizza anche la dicitura $Idealismo /eale& in riferimento al suo sistema,, e
"ui entra in gioco la sapienza tradizionale relativa allautorealizzazione e alla prassi.
@uesto superamento avviene attraverso lesperienza, il contatto reale dellIo con il
non6io, il che non avviene non con teorie o concetti astratti ma $Bcon un movimento
assolutamente concreto, con una reale trasfigurazione dellesistenza, risolta nella
divinit#&. Evidente e innegabile il richiamo a 0ovalis, celebratore della potenza
delluomo, dellIo, nei confronti della realt# che gli di fronte* $!a terra, limpietrita
citt# magica di cui luomo il messia&. 'llo stesso modo in cui "uestultimo ricerca e
professa la volont# creatrice delluomo, la sua possibilit# di dominio sulle cose fuori da
lui, Evola sviluppa in senso autarchico lessenza della sua filosofia* lIo reale pu.
colmare la privazione figlia del rapporto sproporzionato fra esso e lIo 'ssoluto grazie
ad una perfetta autonomia che lo rende 'ssoluto +>Individuo 'ssoluto, come si vedr#
in seguito, grazie allesperienza fattiva, unesperienza trasformatrice in cui il soggetto
conosce ci. che riesce a realizzare in s? stesso. Come possano essere stati attribuiti, a
sistemi di pensiero come "uesti, caratteri di $oscurantismo& in rapporto alle filosofie
materialiste e a "uelle pi< o meno $umaniste&, resta per noi un mistero. @ui di seguito
proporremo una serie di pagine di Evola, convinti come siamo che lapproccio diretto
con l'utore sia il modo migliore per comprendere il medesimo. 'i suddetti testi
seguiranno di volta in volta commenti e chiarificazioni.
Seconda sottosezione: proposizione e critica dellidealismo
46 Il problema fondamentale della filosofia moderna il problema gnoseologico o
problema della conoscenza che, in breve e in forma assai essoterica, pu. venir
formulato cos2* ogni esperienza costituita dalla congiunzione di un soggetto e di un
oggetto, di un conoscente e un conosciuto; ora, come possibile la relazione che
stringe "uesti due principi e "uindi "ual il senso di "uesta loro congiunzione, in cui si
sviluppa lumana esperienza @uanto sia importante "uesto problema e "uindi "uanto
sia giustificato linteresse che in esso ripone la filosofia moderna, pu. esser
comprensibile come segue. 'ttraverso la conoscenza, intesa in senso largo, si afferma
a s? stessi la realt# di una natura, di altre coscienze e, anche, di un mondo spirituale.
)ra senza un esame preliminare sulla natura della conoscenza, sui suoi presupposti e
sulla sua validit#, non si pu. dare alcun serio fondamento a "uelle affermazioni; e
poich? da esse 6 assunte ingenuamente come dati di fatto, senza alcuna critica o
riflessione preliminare 6 partono le scienze della natura, le discipline morali e sociali, le
religioni e le teorie dei valori, se non si ha modo, nellesame della conoscenza, di
garantire la certezza a tutto ci. che da essa postulato come vero, se non si ha modo
di mostrare le condizioni per cui allumano pensiero immanente la verit# e, in
connessione, di confermare e verificare la validit# e definire il senso dei vari principi
fondamentali, lintero mondo non solo della cultura, ma anche della stessa comune
coscienza deve apparire ipotetico e privo di significato* il valore formale o estetico che
allora, solo, gli converrebbe, in nessun modo saprebbe impedire che lo scetticismo ne
dissolva lintima essenza. 0on basta* "uando si dovesse affermare sul serio
limpotenza della conoscenza a giustificare s? stessa, lo stesso scetticismo risulterebbe
insostenibile* infatti non vi alcuna certezza, se non vi si connette una certezza, il che
contraddice il contenuto dello stesso principio pel "uale si nega che un "ualsiasi
conoscere +dun"ue "uello scettico compreso, possa avere una certezza. 0e
risulterebbe allora che tutta lesperienza, sino nelle sue forme pi< luminose, una
specie di sogno incomprensibile, da cui lIo dovrebbe lasciarsi passivamente sognare
poich? "uando invece portasse su di esso la riflessione, verrebbe immediatamente
dilacerato da uninterna contraddizione. 0on si potrebbe mai abbastanza insistere
sullimportanza di "uesta considerazione e "uindi sulla necessit# del problema
gnoseologico a base di ogni altro, specie di contro a tante correnti che, con un
movimento di cui non si saprebbe dire se la temerariet# presuntuosa sia maggiore
dellingenuit#, ancor oggi pretendono di far valere come verit# assoluta i frutti di uno
sfrenato dogmatizzare e fantasticare, mentre sono impotenti a spiegare il fondamento
dei loro procedimenti e lo stesso significato delle parole e dei concetti che esse
adoperano.
CCommentoC * In "uesto breve preambolo Evola introduce la riflessione sullelemento
fondante della filosofia moderna, "uello della conoscenza. -i fa dun"ue sostenitore
della necessit# di analizzare a fondo le basi sulle "uali essa si fonda, per non cadere
nelle"uivoco di considerare certezza ci. che alla riflessione reale appare come una
arbitraria postulazione. Insiste molto su "uesto punto perch?, come scrive, proprio
dalla conoscenza che derivano le scienze, le morali, le norme sociali* essenziale risulta
porre dinanzi al tribunale dellanalisi la natura della conoscenza stessa. Diacch?,
"ualora si verificasse la frattura tra la realt# e la coscienza umana, che allora sarebbe
illusoria, ogni affermazione assumerebbe un carattere vacillante e cadrebbe a pezzi,
come scrive, non soltanto il mondo della cultura ma anche "uello della comune
coscienza. !o stesso scetticismo sarebbe insostenibile* se laffermazione di per s? ha
un carattere fallace, di conseguenza anche laffermazione scettica, affermazione di
una non6affermazione e cio di una negazione di affermazione, risulterebbe non
accettabile. Cos2 come, in un ipotetico fallimento della conoscenza, ogni affermazione
conoscitiva non pu. essere assunta come veritiera, in che modo pu. essere attribuito
tale carattere di veridicit# anche a una affermazione che disconosce il valore
dellaffermazione stessa Crolla in "uanto essa stessa una affermazione. Il carattere
s"uisitamente speculativo di "ueste osservazioni ci mostra in maniera molto chiara
come la sua prospettiva di partenza sia proprio "uella filosofica, tappa utilizzata per
giungere alla dottrina della Tradizione. In connessione a "uanto precedentemente
messo in rilievo, "uesta metodologia sar# considerata dall'utore stesso come una
sorta di Eerrore, giacch? tale tipo di Efilosofia risulta sporcare le conoscenze
veramente tradizionali.
86)ra la soluzione della data speculazione moderna al problema gnoseologico , in
massima, lidealismo o, pi< precisamente, nella concezione del mondo dellidealismo si
andati a riconoscere la condizionalit# per un sistema dellassoluta certezza.
!idealismo, com noto, consiste nellaffermazione che un mondo esterno, esistente in
s? stesso indipendente dal conoscere e perci. dallIo, non in alcun modo
coerentemente affermabile* che "uindi lintero universo non che un sistema del
nostro conoscere, v. d. non che in virt< dellIo e per lIo. %ale "ui esporre un breve
riassunto degli argomenti su cui poggia tale teoria. -e si riflette un poco, risulta chiaro
che di una cosa che fosse assolutamente fuori di me, non saprei assolutamente nulla e
"uindi non potrei in alcun modo affermarne lesistenza. In tanto di una cosa posso
affermare lesistenza, in "uanto 6 e per "uel tanto 6 che io la conosco, vale a dire in
"uanto e per "uel tanto che essa compresa dentro la sfera dellIo. =a ci. deriva
immediatamente che lunica realt# di cui io possa in verit# parlare nei riguardi di una
cosa, "uella che coincide col suo venir percepita e che "uindi dipende dal mio
percepire, senza il "uale essa, per me, esisterebbe cos2 poco, "uanto la luce senza la
mia facolt# visiva. 0aturalmente, "ui saltano subito due obiezioni. 'nzitutto si far#
notare che il fatto che una cosa per me non esiste, non porta di conseguenza che essa
in s? non esista, cio che possono esistere cose o aspetti di cose che io non conosco e
che pure esistono lo stesso. ' ci. si risponde che "ueste cose o aspetti di cose che $
esistono lo stesso & o non sono da me in alcun modo conosciute, nemmeno attraverso
ragionamenti e nemmeno come possibilit# di una futura esperienza, ed allora la loro
esistenza non pu. essere che una ipotesi gratuita o una fantasticheria; nel caso
contrario esse vengono colpite dallesposto argomento e fatte rientrare, in un modo o
nellaltro, nellIo. !a seconda obiezione che per me non esistono soltanto le cose che
percepisco, ma anche "uelle percepite da altri, e che non credo alla realt# che in virt<
delle mie percezioni o ragionamenti, ma anche perch? la mia percezione o il mio
ragionamento viene confermato da "uello di altri. @uesta obiezione gira per. entro un
circolo vizioso* poich? per gli altri si ripete lo stesso ragionamento che per le cose,
cio da dirsi che nulla so degli altri fuor di "uello che o per percezione, o per
discorso, o per intuizione o per un "ualun"ue altro modo del mio conoscere e che per.
con ci. riconduco alla sfera della mia soggettivit#. 3B7 Fn difuori che fosse davvero
difuori non potrebbe esser nulla per la mia coscienza, perci. che il difuori presente
nelle percezioni relativo, e tutto si riduce a "uesta situazione che, dentro la mia
esperienza, io pongo alcune cose come relativamente esterne a me od anche come in
s? esistenti. 0e risulta che ogni realt# non che una determinazione della mia
coscienza, che lIo, anzich? esser compreso dalluniverso, comprende "uesto dentro di
s?, e letere infinito che ne sottende ogni determinazione e svolgimento. @ui si pu.
connettere listanza della celebre $ Critica della ragion pura & di Gant. =a unanalisi
attenta e accurata dellesperienza risulta che il mondo, "uale appare alla scienza e alla
stessa comune coscienza, compresivi i caratteri di esteriorit#, oggettivit# ecc. non
affatto che il dato immediato della coscienza; il "uale invece un complesso
assolutamente soggettivo di sensazioni trasmutatesi disordinatamente luna nellaltra
e che da per s? stesso non ha nulla a che fare, n? pu. dare giustificazione alcuna a
"uel mondo spaziale, ordinato e oggettivo, che conosciamo. Gant, nellinvestigare
come sia possibile una scienza in generale in "uanto scienza +cio* in "uanto insieme
sistematico universalmente valido e assolutamente certo,, offr2 la soluzione della
difficolt# nella teoria, che non la conoscenza si regola sulle cose, ma che le cose si
regolano sulla conoscenza in "uesto senso* che il soggetto ha in s? delle forme
universali e necessarie +spazio, tempo, causalit# ecc., e in esse comprendendo il caos
della sensazione, da "uesto trae il mondo oggettivo e regolato che oggetto della
nostra conoscenza e di cui possibile una scienza in generale. In altri termini* la
conoscenza non , come volgarmente si crede, una riproduzione ma una creazione del
suo oggetto; il mondo, dipendendo dalle forme di conoscenza, sarebbe un altro
"uando lIo fosse altrimenti conformato. !a difficolt#, in cui era rimasto Gant, circa
lorigine della materia prima delle sensazioni, fu poi risolta da 1ichte che mostr. come
sia dia un non6io +la $ cosa in s? & di Gant,, se non come un "uid posto dallIo e come
il fondamento di "uesta legge, per cui un Io pone un non6io, sia da cercarsi nello
stesso Io in "uanto soggetto conoscente. Con "uesto cenno alla filosofia Hantiana si
esposto un altro caposaldo dellidealismo* e "uesto che se loggetto, in generale,
nulla, se non semplicemente una determinazione interna alla coscienza, esso
nuovamente nulla, se viene inteso come mera modificazione di una passiva ricettivit#.
Fna cera pu. ben portare il segno impresso da un oggetto estraneo, ma nulla nella
coscienza se "uesta non lo assume in s? e non lo informa di riflessione. Coscienza, di
per s?, significa mediazione, "uindi attivit#, autocosciente. =a ci. segue che lintera
esperienza "ualcosa di affatto ideale non come un semplice spettacolo, bens2 come
una realt# posta, creata dallIo secondo lassoluta attivit# dellautocoscienza.
CCommentoC * 0el testo sovraesposto Evola si accinge ad unanalisi sommaria della
filosofia idealistica, presupposto necessario per il superamento della medesima. !a sua
riflessione critica tende a riportare nella sfera soggettiva e personalistica la dis6
individualizzante struttura gnoseologica dellidealismo Eclassico* con laffermazione
che tutto $ in virt< dellIo e per lIo &, esso pone il soggetto pensante in una
condizione di assoluta centralit# rispetto al mondo esterno, conosciuto in "uanto sua
posizione. Ia prima ancora della defenestrazione dellastratto Io vagheggiato
dallidealismo, Evola impone delle importanti considerazioni a riguardo di un grosso
e"uivoco teoretico dellidealismo stesso. Tale e"uivoco sta nellidentificazione, fasulla,
tra oggetto conosciuto ed oggetto esistente* gli idealisti sostengono che per definire
lesistenza di un "ualcosa, necessario conoscerlo* conoscendolo, il soggetto
determina la sua esistenza. Ci. crolla non appena si riconduce lIo dallastratta
speculazione filosofica alla sua natura empirica, ovvero al suo essere soggetto, uomo,
ragione individuale* conoscendo loggetto lIo ammette la sua esistenza, percepita
dalla coscienza sua medesima, ma non certo il suo conoscere a determinare
lesistenza delloggetto stesso. -e vengo bendato e "uindi privato della mia facolt#
visiva, non $conosco& la sedia che mi sta davanti. Ci. non toglie che il mobile
effettivamente si trovi dinanzi a me* il momento della conoscenza soltanto una
consapevolezza dellesistenza di un non6io, di un altro da s?, non una posizione
+creazione, del medesimo. Evola lo spiega in maniera molto semplice con le sue due
Eobiezioni, anzitutto "uando dice che il fatto che una cosa per me non esiste, non
porta di conseguenza che essa in s? non esista, cio che possono esistere cose o
aspetti di cose che io non conosco e che pure esistono lo stesso* le"uivoco sta nel
pensare che una determinazione conoscitiva della coscienza corrisponda ad una
determinazione effettiva dellesistenza delloggetto, andando dun"ue a coincidere
conosciuto ed esistente. E altrettanto vero, per., che se lesistenza delloggetto non
una condizione del mio conoscerlo, essendo la mia conoscenza soltanto
consapevolezza di esso, il postulare lesistenza di un oggetto senza conoscerlo assume
i caratteri e i connotati dellipotesi, incompatibili con la richiesta di certezza teoretica
base primaria della speculazione idealistica. In secondo luogo, Evola entrando nel
campo dellanalisi sulla natura dellIo, comincia a contrapporre allassolutismo dellIo
idealistico una molteplicit# di Io +e per Evola lIo, che reale, corrisponde
semplicemente alluomo individuale, al Esoggetto cogitante, * ne consegue che le
definizioni della mia coscienza debbano essere messe in correlazione, per essere
confermate o smentite, con "uelle di altre coscienze, le coscienze degli altri Io. -e
torniamo un attimo alla fichtiana =ottrina della scienza, osservando il terzo principio,
"uello in cui $ lIo oppone nellIo allIo divisibile un non6io divisibile &+che rappresenta
le"uivalente della seconda obiezione evoliana, "uella in cui sussistono diversi Io e
"uindi diverse coscienze,, possiamo notare come ci. che la situazione della realt#
effettuale venga vista, essendo il terzo dei tre principi "uello sovraccitato, come una
derivazione della deduzione assoluta dellIo come principio primo sia del soggetto che
delloggetto, sia del conoscente che del conosciuto. Ia tale deduzione, pi< che
$assoluta&, risulta essere arbitraria, dato che si danno delle caratteristiche allIo che
non corrispondono a "uelle dellIo reale +e peraltro il famigerato Io dellidealismo
oscilla, come dir# pi< avanti Evola, tra lio reale e il =io teistico,. Il risultato finale,
come il (arone spiega sopra con i cenni al Hantismo e allo stesso 1ichte, che
lattivit# della coscienza +che unattivit# autocosciente, come lidealismo afferma
intravedendo nella coscienza il fondamento dellessere, e nellautocoscienza il
fondamento della coscienza, si configura come il nucleo essenziale della "uestione
teoretica, restando tuttavia irrisolto il problema della natura dellIo, del suo essere
soggetto pensante limitato di contro alle caratterizzazioni $assolute& impostegli
dallidealismo. se loggetto, in generale, nulla, se non semplicemente una
determinazione interna alla coscienza, esso nuovamente nulla, se viene inteso come
mera modificazione di una passiva ricettivit#. Tale laltro caposaldo dellidealismo
desunto dalla riflessione evoliana +caposaldo che figlio diretto del secondo principio
fichtiano del porre un non6io, cio* lanalisi dellesistenza degli oggetti tutta da
circoscrivere nellambito dellIo che li $pone&, riflessione che da "ui in avanti, messe a
punto le basi della speculazione idealistica, proceder# alla critica sulla natura dellIo
'ssoluto o Trascendentale, la cui ambigua natura sar# il trampolino di lancio per la
svolta $magica& che corrisponde allin"uadramento della filosofia da un ambito
teoretico6gnoseologico a "uello fattivo e pratico.
96 @uesta, in brevi parole, la concezione del mondo dellidealismo* lIo al centro del
cosmo, creatore di ogni realt# e di ogni valore 3B7 Prima di passar oltre, vale la pena
mostrare come a "uesta teoria, a prima vista cos2 paradossale, concorda lintima
verit# di due degli atteggiamenti che sembrano contraddirla pi< apertamente* il senso
comune e la scienza positiva. Circa il senso comune, si noti che la sua verit# ci. che
immediatamente si percepisce* come osserva il (erHeleJ, esso non sa nulla n? di
cause trascendentali, n? di sostanze, n? di "ualitates occultae; esso vive di una sfera
di pura soggettivit# e pretendere che le determinazioni che esso d# alle cose e che
continuamente si contraddicono appartengano realmente alle cose stesse, cos2
assurdo come pretendere che il sapore dolce o il dolore di una puntura appartengano
essenzialmente allo zucchero o allo spillo. )ra non solo lidealismo, ma gi# la scienza
uno $ scandalo del senso comune &* che cosa infatti pu. avere a che fare lesperienza
di "uesto, tutta viva, calda e sonora, sfolgorante di luce e di colore, con larido e
astratto mondo della scienza, che altro non conosce fuor che vibrazioni detere e
giuochi datomi Eppure la scienza pu. dimostrare che la verit# dalla sua e
condanna il mondo del senso comune come una parvenza, e ci. a causa della
soggettivit#, ossia, in un certo modo, dellidealismo, di esso. Ia se si passa il campo e
si va a vedere in che consista loggettivit# che la scienza oppone allidealismo del
senso comune, la si vede svanire come un fantasma. 6 'nche "ui, non si pu. che
sfiorare largomento. In primo luogo, gi# Gant not. che lesperienza non pu. fondare
giudizi di necessit#, cio che la scienza da essa pu. sapere che le cose sono cos2 e
sono state anche cos2 nei casi osservati, ma non che esse siano necessariamente e
universalmente cos2* dimostr. che ogni "ualvolta la scienza postula una verit#
oggettiva, cio universalmente valida, in ci. non pu. essere giustificata che da una
teoria idealistica; e il !achelier aggiunse che non altrimenti vanno le cose nella
legittimit# del $ principio dinduzione & senza presupporre il "uale la ricerca delle leggi,
cos2 come la intende lo stesso empirismo milliano, impossibile. 6 'ncora* il
presupposto fondamentale della scienza che la natura pu. esser risolta nelle forme
intellettive dellIo* tale la premessa implicita 6 per citare solo due esempi 6 della
geometria analitica, "uando adegua la fisica alla geometria e la geometria alla
funzione algebrica; e delle innumerevoli applicazioni meccaniche del calcolo
differenziale, ove si suppone alla realt# il concetto affatto teoretico dellinfinitesimale.
E "uesto del puro idealismo. 3B7 !epistemologia ha recentemente mostrato che la
scienza, col suo mondo, una vera e propria creazione dello spirito non solo
autonoma, ma anche arbitraria, che la realt# non viene da essa accettata che in via
provvisoria e "uasi come un pretesto, poich? essa subito la nega e la risolve,
mediante il calcolo e la geometria, in un $ sistema relazionale ipotetico6deduttivo & in
s? sufficiente e indifferente 6 cos2 come intese il Poincar? nel suo $ principio di
e"uivalenza &, a cui lEinstein col suo $ sistema di trasformazione & ha dato
concretezza 6 alla varia natura di "ueste stesse realt#. !insegnamento paradossale
della fisica attuale proprio "uesto* che lesperienza stessa che ha imposto allo
scienziato di superarla nel sistema puramente intellettuale e chiuso in s? stesso di un
puro matematismo, dato che egli voglia adeguarsi e rendersi completamente conto di
essa. 3B7
CCommentoC * =i contro a certe interpretazioni critiche, che vorrebbero individuare
nellEvola del periodo giovanile e pi< strettamente filosofico un pensatore $ moderno &
a tutti gli effetti, il presente testo offre una importante, anche se parziale,
confutazione di tale opinione. -e i suoi scritti di "uesto periodo risultano caratterizzati
da elementi non propriamente tradizionali, vero allo stesso modo che talune istanze
o posizioni che si ritrovano nellEvola maturo possono essere rintracciate anche "ui,
seppur in una fase ancora $ embrionale & e non ancora perfettamente consolidata. 'd
esempio "ui Evola si fa portatore di un atteggiamento antiscientista* e se vero come
vero che lo scientismo rappresenta uno dei punti cardini della modernit#, egli si
trova in coerenza con "uella che sar# la sua linea dimpostazione definitiva +differente
sar# la "uestione, come vedremo pi< avanti, a riguardo dellevoluzionismo,. /ispetto
al fideismo verso la scienza e la tecnica, il (arone si pone in maniera critica accusando
le stesse di avere un carattere meramente sperimentale e mai realmente noetico, cio
conoscitivo. !a scienza pu. dimostrare non loggettivit# della conoscenza, ma soltanto
la $ matematizzabilit# & dei fenomeni naturali, cio la suscettibilit# degli stessi a
essere ordinati secondo formule matematiche. Infatti egli parla di un sistema ipotetico
6 deduttivo, che si esplica in una continua unificazione delle relazioni e che per. al
tempo stesso presuppone la registrazione di alcuni dati di fatto che non vengono
spiegati ma soltanto constatati come reali. Di# (enedetto Croce aveva definito
$pseudoconcetti& i concetti scientifici, in riferimento al loro carattere sperimentale e
tecnico; a differenza sua, per., Evola in "ueste righe critica lo scientismo per
connetterlo alla filosofia idealistica e per mostrare "uanto evidenti siano i nessi tra i
due $sistemi&. !a scienza, sostiene Evola, ha come presupposto fondamentale il fatto
che la natura pu. esser risolta nelle forme intellettive dellIo* tale la premessa
implicita 6 per citare solo due esempi 6 della geometria analitica, "uando adegua la
fisica alla geometria e la geometria alla funzione algebrica; e delle innumerevoli
applicazioni meccaniche del calcolo differenziale, ove si suppone alla realt# il concetto
affatto teoretico dellinfinitesimale. E "uesto del puro idealismo. @uindi c una
sostanziale identit# di metodo tra la speculazione idealistica e il pensiero scientifico*
tale identit# si esplica nei presupposti che in entrambi i sistemi sono arbitrari e
strumentali alle successive postulazioni. Tale avvicinamento senzaltro originale ma
forse pecca di un certo determinismo* se vero come egli sostiene che la scienza
altro non fa che matematizzare i fenomeni naturali organizzandoli in un sistema di
leggi e di formule +e "uindi registra un "ualcosa di gi# $ dato &,, pur vero che risulta
difficile assimilare fino allosmosi metodologica la prassi scientifica al pensiero
idealistico. !a ragione di ci. risiede proprio in uno dei limiti dellidealismo su cui Evola
insister# di pi<, ma non in "uesta occasione* il carattere fondamentalmente astratto di
"uesta filosofia +IoK non6io K autoposizione6creazioneK razionalit# della storia e dei
fenomeni ecc, che sta agli antipodi del concretismo scientifico.
L6 -i sono esposte "ueste ultime considerazioni per allo scopo di dare un "ualche
appoggio allaffermazione che lidealismo una concezione che simpone
inevitabilmente non appena si approfondiscano i temi del conoscere 3B7 Esso perci.
una posizione con"uistata e consolidata e in nessun modo permesso trascurarla o
ignorarla* ogni sviluppo successivo deve partir da essa come da un presupposto sotto
pena che mentre creda di andar oltre, in realt# non riesca che a condurre indietro.
-enonch? sta di fatto che lidealismo, cos2 come si trova finora esposto nella filosofia,
non tale che a met# e "uesto e precisamente lunico punto in cui si pu. andare di l#
da esso. -e infatti si domanda al filosofo "uale sia lIo, che il creatore del mondo,
della storia e dei cieli, si ha per risposta che il cosiddetto $ Io assoluto & o $
trascendentale &. )ra "uesto Io 'ssoluto un "ualcosa di furiosamente ambiguo* esso
oscilla fra lIo reale +cio "uello che lindividuo pu. sperimentare immediatamente
entro di s? come sua pi< intima e pura certezza, il principio originario per cui ogni
esperienza vissuta come mia esperienza, e il =io del teismo. Ci. che lo fa cos2
indeterminato, appunto ci. da cui nato 6 la teoria della conoscenza* per "uesta,
infatti, se il conoscere deve essere spiegato e la certezza assicurata, il mondo deve
risultare posto dallattivit# del soggetto pensante. )ra evidente che non la mia
potenza, n? "uella di una "ualun"ue altra coscienza al punto evolutivo attuale, che
pu. riconoscersi in funzione reale e di libert# di un tale pensiero; ma se "uesto non
pu. "uindi rimettersi allIo reale, non pu. rimettersi nemmeno ad un principio cosmico
trascendente, "uale sarebbe il =io teistico, perch? allora il conoscere non si spiega e
lidealismo invece in tanto legittimo, in "uanto sistema che spieghi appunto il nostro
umano conoscere. 'llidealista che "ui sfugge con "uellessere anfibio che lIo
trascendentale, si pu. ritorcere la sua stessa arma col seguente dilemma* o lIo
trascendentale lIo reale 6 ma "uesto falso di fatto, perch? lidealista, come si
vedr# fra breve, impotente, ovvero non lIo reale 6 e allora esso o nulla, o
semplicemente una mia idea o concetto, il "uale reale soltanto in virt< di unattivit#
+il filosofare, lintuizione ecc., di "uesto Io reale, dal cui centro cade in ogni caso fuori.
6 Il fatto che in sede teoretica la "uestione resta indeterminata, limmanenza
postulata teoreticamente pu. essere infatti in concreto immanenza in "uanto
trascendenza, poich? uno stupido giuoco mettere lIo al posto del =io, "uando ad
esso siano dati attributi tali che io effettivamente posso in esso riconoscermi cos2 poco
"uanto nel =io dellantica fede. /isulta cio "uesto, che la verit# o falsit#
dellidealismo 6 e ci., si badi, significa, come si avr# occasione di mostrare pi< da
vicino in seguito, se luomo pu. o no dare una certezza e un senso alla sua vita e alla
sua esperienza 6 non pu. venire dimostrata teoreticamente* essa pu. venire decisa
non per un atto intellettuale ma per una realizzazione concreta. !idealismo, cio, in
sede astrattamente logica non n? vero n? falso* la verit# gli contingente e gli pu.
unicamente venire dallattivit#, a dir vero in s? incondizionata, secondo cui lindividuo
genera in s? il principio, postulato intellettualmente dalla filosofia trascendentale,
secondo una realt# concreta e vivente. 3B7 )ra "uesta soluzione, "uando sia
affermata seriamente, non cos2 a buon mercato come apparirebbe in un Dreen,
Caird o (londel* poich? se il =io in cui si fatto passare lIo idealistico il =io della
volgare coscienza religiosa 6 dei sempliciores e dei teologi 6 esso resta un puro stato
dellemotivit# o unidea astratta e in concreto entra fatalmente in dissidio con le
determinatezze positive dellIo empirico 3B7 -e dun"ue per soluzione religiosa non
sintenda labbandono di tutte le posizioni, la bancarotta di ogni coerenza e di ogni
certezza presso al magro stoicismo della fede, occorre che una tale soluzione venga
riferita ad un processo mistico, o meglio magico, in cui =io non che un fantasma
"uando venga generato in noi stessi e non con parole, concetti, fantasie o bei
sentimenti, bens2 con un movimento assolutamente concreto; in cui, cio, lesistenza
empirica venga realmente trasfigurata e risolta nella divinit#. Cos2 come fu
distintamente inteso dagli )rientali, non vi che un modo di dimostrare =io, e "uesto
* farsi =io, apoteotnai. 6 -enonch? tale critica efficiente anche contro gli idealisti, i
"uali, se fossero coerenti, dovrebbero ad un dipresso sostenere che =io sia il
professore di filosofia universitaria. Infatti risulta gi# chiaro che, se lidealismo deve
esser vero, lindividuo empirico va negato, ma solo come una cosa ignava e irrigidita
nella sua fittizia limitazione, per essere integrato in uno sviluppo in cui, lungi dallesser
subordinato e dal rimettersi a "ualcosa fuori di s?, resta dentro s? stesso, in un
infinito potenziarsi e rendersi sufficiente + #utarHes , del suo principio. 0on "uesta
invece la realt# degli idealisti* essi contrappongono lindividuo concreto a "uella
astrazione che il loro Io trascendentale e in nome di "uesto dissolvono il primo.
!individuo, dicono, unillusione, un nulla, m .n* "uel che reale, invece lIdea
+Aegel, , =io +/oJce,, l'tto puro +Dentile,. -i poi si va a vedere che cosa rappresenti
in loro, persone viventi, "uesto 'ssoluto, poco occorre per accertarsi che esso non
altro che una smorta idea, un mero principio esplicativo o, al pi<, un afflato lirico, una
emozione che vive in un cantuccio della loro inerte, rigida empiricit#. 3B7 E cos2 che
lIo che si nella filosofia elevato sino a creatore cosmico, si trova da un "ualsiasi
incidente della sua piccola umanit# $ superata & ricondotto fra le infinite contingenze
della vita, di contro alle "uali cos2 impotente, "uanto il contadino che nulla sappia di
tali mirabili elevazioni. 3B7
CCommentoC * Con lidealismo bisogna fare i conti* si pu. condividerlo o no, di certo
non si pu. ignorarlo. Esso una tappa necessaria per "ualsiasi analisi filosofica, tale
la sua importanza e linfluenza che esercita su ogni forma speculativa. Per., dice
Evola, al punto in cui rimasto, non che a met#* bisogna andare oltre "uesto punto.
Il passaggio che permette di Eandare oltre la critica sulla reale natura dellIo, che in
"uesto testo viene effettuata molto specificamente. Evola scrive che lIo si trova,
nellidealismo, a met# strada fra lIo reale, lindividuo, e il =io della fede. 0essun
uomo, nessun individuo, pu. riconoscersi nellIo creatore di s? e del mondo, soffrendo
la sua situazione contingente, la sua impotenza di fronte al mondo stesso, il suo
rapporto con le cose esterne che non certo cos2 dominante come vuole lidealismo.
-e lIo invece e"uivale a =io, cade lintera struttura filosofica che si fonda sulla
necessit# di offrire un sistema di certezze conoscitive alluomo in "uanto ens cogitans,
soggetto pensante. ' "uesto punto la deduzione che ne deriva che la validit#
dellidealismo non pu. rientrare nella sfera teoretica ma in "uella della prassi*
!idealismo, cio, in sede astrattamente logica non n? vero n? falso* la verit# gli
contingente e gli pu. unicamente venire dallattivit#, a dir vero in s? incondizionata,
secondo cui lindividuo genera in s? il principio, postulato intellettualmente dalla
filosofia trascendentale, secondo una realt# concreta e vivente. Ed eccoci "uindi alla
svolta $ magica & dellidealismo, figlia della necessit# di certezza* soltanto attraverso
la concretezza della prassi si pu. dare un criterio di legittimit# alla certezza stessa.
@uesta svolta ha un carattere mistico; ma come precisa lo stesso Evola essa non pu.
mai significare labbandono di tutte le posizioni, la bancarotta di ogni coerenza e di
ogni certezza presso al magro stoicismo della fede, e cio una rinuncia, un rimettersi
ad alterum, ma al contrario un cammino perseverante verso lassolutizzazione, verso il
perfetto incondizionato +in piena sintonia con "uanto espresso nel paragrafo $Che
cos la Tradizione& sul rapporto tra la trascendenza e la religiosit# nella metafisica
evoliana,. E "uindi, "uella di Evola, una svolta $magica& per le caratterizzazioni
spriritualiste di cui si fa portatrice; ma prima ancora una svolta $pratica& in "uanto
lanalisi va tutta incentrata sulla prassi concreta, sullazione empirica, sullindividuo
reale. E "ui si arriva allaffermazione filosofica tradizionale, per giungere alla "uale
Evola ha voluto partire dalla prospettiva di una filosofia moderna. Ci., come abbiamo
visto, risulter# "uasi una stortura agli occhi dello stesso Evola maturo. Fna
dimostrazione di "uesto sta nella frase, che salta subito agli occhi a chiun"ue abbia
una conoscenza del (arone fondata sulle sue opere della maturit#, che dice* Bnon la
mia potenza, n? "uella di una "ualun"ue altra coscienza al punto evolutivo attuale,
3B7 Coscienza $al punto evolutivo attuale&* "ualsiasi lettore di Evola, leggendo "uesto
stralcio, metterebbe la mano sul fuoco che esso non pu. essere stato scritto dal
filosofo romano. Che infatti si dimostrer#, negli anni successivi alla stesura di "uesti
-aggi sullIdealismo Iagico, uno dei pi< acuti critici del darMinismo e
dellevoluzionismo, mentre "ueste parole testimoniano unadesione abbastanza
esplicita alla concezione evoluzionista. E in effetti in "uegli anni Evola era attestato su
posizioni del genere, che avrebbe definito Eantitradizionali negli anni a venire. Tutto
ci. rientra nellintroduzione fatta in Denesi dellIdealismo Iagico* la sua impostazione,
negli 'nni %enti, risente dellinflusso della cultura del suo tempo. 0on bisogna arrivare
per. a dire, come gi# sottolineato in precedenza, che il suo pensiero sia, nel periodo
filosofico, perfettamente Emoderno per diventare poi retrogrado col passare degli
anni. 'bbiamo visto prima +sullantiscientismo, sulla "uestione della $svolta magica&,
sul rifiuto della speculazione astratta in virt< della prassi, e vedremo nella
sottosezione che segue come i contenuti tradizionali siano presenti eccome nel suo
giovanile idealismo magico. Contenuti, per., a volte commisti a principi $ moderni &
come appunto, "ui, "uello evoluzionista.
Terza sottosezione: la svolta magica: la potenza e la costruzione dell
immortalit
La via, in verit, non esiste per chi non vuole camminare
-crollatosi il giogo della non conclusa "uestione teoretica, purgatosi dalle
gnoseologiche dicotomie dialettiche, dalle sue contraddizioni interne e dalle astrazioni
dellIo Trascendentale, lidealismo pu. "uindi diventare la prassi per la trasformazione
delluomo. Come avviene "uesta trasformazione, "uesta renovatio animi 0ella
teorizzazione di "uesto idealismo magico convergono forme e dottrine diverse, che
Evola canalizza in un unico filo conduttore che diventa la cinghia di trasmissione per la
delineazione di un superamento della normale condizione umana e unascesa verso
uno stato superiore. In "uesta concezione filosofica, che si configura come una
proposizione dello sviluppo assoluto della libert# e della potenza dellIo, si intrecciano
motivi dellascesi e della mistica orientale, dottrine iniziatiche e $pagane& della
tradizione occidentale, ma anche riprese dello stoicismo, dellepicureismo, di 0ietzche
e soprattutto di 0ovalis e Iichelstadter. @uesta , senza dubbio, la parte pi<
interessante +e diremmo anche la pi< importante, del pensiero evoliano, di cui si
ritrova uneco forte e accesa in tutti i suoi successivi scritti, nei "uali determinante
sar# la spinta verso "uesto potenziamento dellIo. In estrema sintesi si pu. affermare
che tale $ dottrina & +giacch?, come si vedr#, pi< che una speculazione intellettuale
essa risulta essere appunto una vera e propria dottrina mistico6esistenziale, si
propone come fine ultimo lautarchia* la presa di coscienza del limite, la fase $
decondizionalizzante & di liberazione, la vera e propria Potenza. @uesta fase della sua
filosofia, che trover# lultimo compimento nellIndividuo 'ssoluto, pu. avere una
lettura tanto spiritualista "uanto laica* ovviamente la prima "uella pi< congeniale ad
un lettore $tradizionale& di Evola, ma come si vedr# essa estrinseca contenuti che
possono essere tradotti in pratica anche da un uomo perfettamente ateo e
dimpostazione meccanicistico6materialistica +sebbene tale affermazione sarebbe forse
risultata $ eretica & per lo stesso Evola,, essendo tali contenuti dei referenti per
lesistenza umana scevri di spiriti, categorie e Eastrazioni varie. -u due punti principali
si fonda lidealismo magico* il concetto di potenza, i suoi significati e le sue reali
trasposizioni; e la cosiddetta $costruzione dellimmortalit#& che sarebbe la
sistemazione dottrinaria dellessenza dello sviluppo magico attraverso le $ tre prove &.
'nalizziamo "uesta ultima e decisiva fase della filosofia di Evola sempre attraverso i
suoi stessi testi. -i consideri lesperienza umana in tutta la sua concretezza, e allora il
problema posto spinge ad una ben altra soluzione. Poich? appare anzitutto che un
puro conoscere unastrazione mai esistita, che "ualun"ue determinazione
conoscitiva e logica, il pensiero e le sue leggi non sono "ualcosa di impersonale,
svolgentesi automaticamente secondo norme eterne ed indifferenti allumano, bens2
sempre il prodotto di unattivit# individuale, bens2 sempre le espressioni simboliche di
affermazioni profonde dellIo +4,. 3B7 E da affermarsi che la certezza e il sapere
assoluto sono un vano nome l# dove non rispecchino la concreta potenza di un Io che,
dallalto di una incondizionata, arbitraria libert#, domini linsieme di tutte "uelle
condizioni e di "uelle energie in cui si plasma la totalit# della sua esperienza. In
breve* posso dirmi assolutamente certo solo di "uelle cose di cui ho il principio e le
cause entro di me, "uale incondizionata libert# v. d. secondo funzione di possesso;
nelle altre, solo di ci. che in essa soddisfa "uesta condizione. 3B7 1inch? "ualcosa
esista, non si d# assoluta certezza, finch? esista un mondo in "uanto mondo, cio
come un che di $ 'ltro &, come un insieme di potenze impenetrabili e resistenti, il
Principio dell'ssoluto, a rigore, non esiste. Ia "uesta negazione del mondo come
condizione della certezza non va intesa in modo astratto, ossia come un assoluto
annullamento di ogni forma, come un vuoto e indeterminato nirvana. 'l contrario*
essa si riconnette a colui che non cede al mondo e nemmeno fugge da esso, bens2 che
si mette faccia a faccia con esso, che lo domina interamente e che in ogni
determinazione si riconosce allora come ente di potenza. 3B7 In verit# non vi sono
cose materiali o spirituali, bens2 un modo, materiale o spirituale, di vivere le cose, che
in s? non sono n? materiali n? spirituali, che nel loro valore sono determinate soltanto
dal piano di libert# e di centralit#, ovvero di necessit# e di assenza, in cui lindividuo si
pone rispetto allesperienza in generale. 3B7 )ra il punto fondamentale, la messa in
rilievo del "uale merito di una delle pi< forti personalit# dellet# contemporanea 6
Carlo Iichelstaedter 6 il seguente* lindividuo non deve fuggire alla propria
deficienza, non deve, cedendo, per scamparne il peso e la responsabilit#, concederle
una realt#, una ragione e una persona che essa, come mera privazione, non pu. in
nessun modo avere 6 e "uindi estraporre, rimettere la realt# che manca allIo ad un
che di altro, materia, natura, =io, /agione Fniversale, Io trascendentale ecc. !Io deve
invece esser sufficiente alla sua insufficienza, deve prenderla su s?, e sopportando
lintero peso, consistere. =eve cio intendere che tutto ci. che sembra avere una
realt# da lui indipendente non che unillusione, causata dalla sua propria deficienza;
e "uesta egli deve farsi a colmare, mediante un processo incondizionato che instauri
lassoluta presenza di s? alla totalit# della sua attivit# 6 poich? egli allora avr#
compiuto in s? lassoluta certezza, avr# $ persuaso il mondo &, e in ci. avr# fatto vita
la realt# di cui lidealismo non per giunto che ad anticipare la vuota forma
intellettuale e lastratto $dover essere&. In "uesto processo, a cui si propone il termine
idealismo concreto o magico, da riconoscersi compito di una futura civilt# e "uindi la
soluzione positiva della crisi dello spirito moderno. 3B7 =a ci. procede lulteriore
distinzione, delineante ancora di pi< il concetto di potenza, fra azione secondo
desiderio e azione secondo autarchia, o incondizionata. -e si d# uno sguardo alla vita
in cui abitualmente vive lindividuo, non pure nellamorfa mediocrit# delle masse, ma
spesso anche nelle grandi luci dellumanit# tragica e spirituale, appare che in massima
il suo fare non da dirsi propriamente determinato da lui come centro sufficiente,
bens2 da correlazioni di appetiti e di motivi rispetto ai "uali egli passivo o "uasi. !Io,
cio, non possiede la sua azione* egli desidera 6 e nel desiderio non lIo prende la
cosa, ma la cosa prende lIo, ne distrugge la centralit# in una compulsione che lo
scaglia allesterno, alla periferia di s? stesso. @uel che assai importante, notare
che tale situazione pu. riprendere entro di s? non "uesta o "uella azione, bens2 la
totalit# di tutte le azioni possibili. 0ella totalit# di tale universo, vi dipendenza*
lazione si presenta sempre secondo necessit#; lIo non lautore, non ne possiede il
principio in s?, non la possiede ma la subisce. E dovun"ue lindividuo agisce per una
interna spinta della propria natura, ovvero in relazione ad un disagio o privazione
interna, od ancora per lattrazione di una idea, di un piacere o beatitudine, "ualun"ue
esso sia, $ materiale & o $ spirituale &, egli resta inesorabilmente rinchiuso in "uesto
cerchio dello schiavo. 3B7 Il valore e il piacere non debbono, invece, precedere e
determinare lattivit# e la volont# ma debbono invece procedere "uasi come un effetto
dellincondizionato volersi in "uanto perfetto volersi. 0ellazione del -ignore non vi
deve cio essere nulla di desiderio o di interna compulsione* essa deve manifestare un
volere che nel suo determinarsi non ha nulla dinanzi a s?, n? una sua natura, n? la
luce di un piacere, n? lattrattiva di un motivo o di un ideale, che dun"ue in s? si
genera assolutamente o positivamente, in ci. non avendo presente che il freddo e
solitario amore della sua affermazione sufficiente. 1inch? compio un atto in vista del
piacere o dellutilit# che ne deriva o perch? conforme al mio essere, o ad una
"ualun"ue legge materiale o ideale, e non perch? semplicemente voluto, non si parli
di grazia n? di libert# n? tantomeno di potenza. -i badi bene per.* da ci. procede non
la negazione di ogni godimento in una s"uallida $ ascesi &, ma solo il fruimento di esso
come di un possesso, come "ualcosa di cui si ha in s? il principio* non si ha cio pi<
unattivit# che per pervenire ad un godimento costretta a svolgersi in un certo modo
inconvertibile, bens2 unattivit# che non si fa dare da nulla le condizioni per il piacevole
o per il doloroso, che inoltre nel punto della sua determinazione non ha affatto
presente lattrattiva di un piacere o la repulsione di un dolore, ma per s? stessa vuole
e il piacere non trova o riceve, ma crea arbitrariamente, traendolo dalla perfezione
della sua affermazione, traboccante di potenza. -olo "uando il piacere 6 e con esso il
valore in genere 6 pu. essere vissuto non come il determinante lattivit#, bens2 come il
fiore e la creazione di "uesta, che a sua volta procede da un volere su cui nessuno
stimolo, appetito, motivo o idea ha potere, solo "uando latto non ha il piacere e il
valore o la ragione fuori di s?, ma in s? stesso, in funzione di possesso, solo allora il
servo non cambia pi< padrone, ma si eleva realmente ad autonomia, ad essere libero
6 e il piacere che stigma dalla passivit# diviene lo splendore stesso dellassoluto
positivo. 0on sintende dun"ue correttamente il concetto di potenza, di cui "ui
"uestione, se non vi si connette un atteggiamento di positivit#, di affermazione
centrale, la recisa negazione dellillusione di un $ 'ltro & presso a "ualsiasi esperienza,
infine una nuda volont# determinatesi dal nulla, di l# da ogni mobile e da ogni
appetito. Infatti in tutti gli altri casi si ha invariabilmente una dipendenza
dellindividuale da "ualcosa che cade fuori di lui e delle cui determinazioni egli non
potr# dirsi "uindi mai certo secondo un assoluto sapere. 3B7
+4, Fna esposizione suggestiva di "uesta tesi si trova nellopera* !e sorgenti
irrazionali del pensiero, 0. 'bbagnano, 0apoli, 4N89. In essa si prendono in
considerazione le principali dottrine filosofiche +il realismo classico, lempirismo
inglese, il criticismo Hantiano, la $filosofia dei valori&, la dottrina del (radleJ e del
/oJce, lattualismo, lo sperimentalismo dell'liotta, lintuizionismo, il neorealismo, e si
mostra, per unanalisi interna, che esse traggono il loro fondamento e la loro
giustificazione non dal razionale ma dallirrazionale.
CCommentoC * @uesti estratti dei -aggi sono rappresentano una summa delle pi<
belle, suggestive e formidabili pagine di Julius Evola, e, a giudizio di chi scrive,
rappresentano anche uneccezionale testimonianza di incrollabile dignit# filosofica*
risulta peraltro inaccettabile che vengano escluse dai testi scolastici e dalla
maggioranza delle enciclopedie filosofiche. I contenuti esposti sono cos2 chiari che non
necessitano di particolari chiarificazioni* Evola coglie con una sorprendente e
straordinaria lucidit# le caratterizzazioni e i limiti dellazione umana, azione $ secondo
desiderio &. Contrapposta allazione secondo desiderio, che lesemplificazione
dellatto voluto in funzione di un fine, di un utile, di uno scopo +materiale o Espirituale
che sia,, si oppone lazione $ incondizionata &. !azione incondizionata che non
procede, come egli stesso scrive, dal desiderio, ma da un perfetto volersi* il
Egodimento una conseguenza, non il motore dellatto. )vviamente "ueste parole
vanno pesate perch? possono suscitare e"uivoci* lazione secondo autarchia non
significa certo che essa non sia determinata da una motivazione razionale, da una
ragione specifica. Tale ragione specifica, per., non deve mai essere e"uivalente a un
appetito, a una voglia, a una necessit# conse"uenziale alla privazione. E il concetto
taoista del Mei6Mu6Mei, ossia della azione6senza6azione, stando a significare tale
dicitura la capacit# di agire senza guardare ai risultati, ovverosia di non fare della
volont# di raggiungimento del risultato il motivo dellazione stessa. 'utarchia* niente
fuori di me, niente oltre di me. !azione ovviamente passa attraverso criteri etici ben
saldi +incondizionata non significa Efai ci. che vuoi,, ma sempre un prodotto dellIo
che la possiede, non che ne posseduto. Il limite di "uesta concezione sta forse nel
suo aspetto, diciamo cos2, utopico* risulta difficile immaginare un uomo che sia
davvero autarca, $-ignore&, al 4::O, che non viva di necessit#, bisogni e azioni
secondo desiderio ma in una salda e inespugnabile indifferenza positiva. Fna
indifferenza che innanzitutto non significa auto6mortificazione, privazione
dellesperienza come negazione del mondo, come avviene nella cosiddetta etica della
sofferenza di -chopenauer +in cui lIo fugge la propria deficienza, non laffronta e
consiste su di essa,, ma, come gi# espresso, fruizione libera di un incondizionato e
perfetto volersi +fruizione che non determina desiderio,. E poi essa non va interpretata
in maniera negativa, immaginando cio l'utarca come una sorta di eremita
indifferente a tutto e a tutti. Essa invece, la proposta del superamento del limite
umano, nel tentativo di raggiungere uno stato tale in cui nulla possa intaccare la
centralit# dellIo, in cui alla paura si sostituisce la fermezza, alla voglia il controllo,
allirrazionale la coscienza. Certamente un concetto assai $ambizioso&, che
probabilmente "uasi impossibile seguire alla lettera ma pu. di certo essere
importante come orientamento. -i pu. mettere in dubbio forse che un tale etica, in un
mondo come "uello attuale, in cui gli uomini sono dominati dal sesso, dal denaro,
dalla voglia del successo e dalla Ecarriera, in cui loraziana mes.tes va dissolvendosi
nel consumo abnorme di psicofarmaci, nella demon2a di nevrosi, isterismi e perdita di
senso per un )ccidente che ha come valore fondante il mercato +"uindi un non6
valore, e in cui troppo spesso si ha tutto e subito, non gioverebbe In ultimo, come si
notava in precedenza, tale concezione pu. anche avere una lettura laica* come non
ricordarsi, leggendo "ueste pagine, de !o -traniero di Camus !eroe assurdo,
Iersault, che attraverso una disarmante lucidit# riesce a percepire il senso e il non6
senso della realt# )vviamente, ancora una volta, tutto riconducibile alla propria
chiave di lettura* molti $tradizionalisti& storcerebbero il naso di fronte ad una tale
associazione, che noi riteniamo tuttavia possa rendere lidea.
Ci. che distingue lidealismo magico il suo carattere essenzialmente pratico* la sua
esigenza fondamentale non "uella di sostituire una intellettuale concezione del
mondo ad unaltra, bens2 di creare nellindividuo una nuova dimensione e una nuova
profondit# di vita. Certamente, esso non cade in una astratta contrapposizione di
teoretico e pratico; esso gi# nel teoretico e nel conoscitivo come tale 6 e "uindi in ci.
in cui soltanto dato rivelarsi a un lettore 6 vede unattivit# creatrice, per. ritiene che
un tale grado rappresenti solo un abbozzo, un inizio di gesto rispetto ad una fase di
realizzazione pi< profonda, che "uella magica o pratica propriamente detta, nella
"uale il primo deve continuare a completarsi. 3B7 Cos2, in un primo momento, viene
posta lesperienza della negazione o $ prova del fuoco &. !Io abitualmente in tanto
consiste, in "uanto trae sostegno e assicurazione da una "uantit# di elementi periferici
+linsieme di esperienza, scienza, cultura, affetti, fedi ecc., da cui dun"ue fa dipendere
la propria certezza. )ra egli deve poter garantire a s? la propria consistenza anche
"uando "uesto insieme di appoggi gli venga meno. Egli deve distruggere ogni $ altro &,
e in mezzo alluniversale disfacimento, restare ugualmente fermo ed intero * deve cio
generare in s? la forza di darsi la vita mediante lincendio e la catastrofe di tutta la sua
stessa vita, in "uanto vita connessa a un esterno o $ altro &. 3B7 In una parola* egli
deve a s? stesso farsi lestrema ragione 6 lo stirneriano $ Ich habe meine -ache auf
nichts gestellt & gli deve divenire una realt# vivente. 3B7 -enonch? lindividuo con la
prova del fuoco si reso indipendente dalle varie determinazioni solo in modo
relativo* egli, in realt#, ha bisogno di esse per negarle e con ci. riaffermare la propria
persuasione. !a stessa funzione negatrice lo fa "uindi dipendente. E da "uesta
dipendenza non si libera che staccando da s?, eliminando la potenza negativa 6 non
volendola, non attribuendosela, bens2 semplicemente subendola, ricevendola come
straniera e trascendente la sua volont#, pur di contro ad essa riaffermando sempre il
proprio consistere. Tale la $ prova della sofferenza & * in essa resta la condizione del
permanere presso alla negazione della propria vita, ma in "uanto la negazione non ha
pi< per autore lIo, "uesti reso libero dalla dipendenza delloggetto da negare. =a
"ui il valore dello stoicismo e della sofferenza cristiana; da "ui una via per capire
perch? vari santi invocarono la sofferenza come una grazia divina. Efficacemente dice
il (londel* $ 'ccettare la sofferenza in s? e per s?, consentire con essa, cercarla,
amarla, farne il contrassegno e loggetto stesso dellamore generoso e disinteressato,
porre lazione perfetta nella passione dolorosa, essere attivo sino nella morte, fare di
ogni atto una morte e della morte stessa latto per eccellenza, ecco il trionfo della
volont# che sconcerta ancora la natura e che infatti ingenera nelluomo una vita nuova
e pi< che umana &. Il che porta allultima e pi< dura fase della preparazione,
concernente lazione attiva. !Io si reso autonomo come pura essenza* ora si deve
renderlo tale anche come atto. !azione che viene compiuta in vista di un certo
risultato, "uella che parte da un certo interesse dellIo per una cosa e che ha "uindi
per oggetto non la cosa in s? stessa, ma la cosa in "uanto riferita allIo 6 in "uanto
appetita 6 testimonia un centro insufficiente, azione intrisa di passione. %olere una
cosa per s? stessi, lasciar prendere lIo dalloggetto della volizione e rinunciare
"uindi a priori ad averlo realmente. =el pari, lazione violenta e appassionata contro
alle cose testimonia che esse hanno a priori per lIo una realt# e, a dir vero, proprio
come antitesi, e non riesce a superare lantitesi, ma solo a esasperarla e riconfermarla
e a negare il piano dellassoluta autodeterminazione. %iolentando le cose, si va in
realt# a violentare solo lIo, poich? ci. implica sbalzare lIo fuori dal punto che non ha
nulla contro di s?. Il principio fondamentale della magica che per avere realmente
una cosa occorre volerla non per lIo ma per s? stessa, ossia amarla; che desiderare,
precludersi la via alla realizzazione; che la violenza il modo del debole e
dellimpotente, lamore e la dolcezza "uelli del forte e del signore. E la profonda
dottrina del Taoismo* non voler avere per avere, dare per possedere, cedere per
dominare, sacrificarsi per realizzare* il famoso concetto del MeiMuMei o $ agire senza
agire & 6 chiave della fede soprannaturale operante 6 cio dellagire che non travolge e
perde a s? la centralit# dellIo, ma che si svolge dentro un Io che non ci si
immedesima, che in esso si tiene distaccato e fermo come il suo -ignore, che dun"ue
propriamente non vuole, ma piuttosto abbandona, dona. !a terza prova dun"ue la $
prova dellamore & * si tratta di consistere non pi< nellastratta negazione di s? 6 che
la negativit#, la privazione di una cosa 6 ma in "uella negazione pi< profonda di s? che
lesistenza in s? stessa di una cosa v. d. la cosa come oggetto di amore
incondizionato. @ui non si tratta di distruggere, infrenare o agitare, ma di costruirsi ad
ogni momento, mediante un rinnovato atto di amore e di rinunzia, su un piano
superiore a s? stesso, onde sia possibile limpassibilit# del semplice spettatore o
meglio del -ignore, dentro "ualsiasi tempesta o tumulto sia interno che esterno. -i
badi* non si tratta di "uella indifferenza che negazione della passione, v. d. che
una determinazione che sta allo stesso livello di "uesta, bens2 dellindifferenza che non
ha bisogno di escludere nulla, che mantiene s? stessa anche dentro il maggiore
sconvolgimento o tensione di affetti e di sforzi* nulla pi< dellac"ua, dice !ao6Tze,
pi< cedevole e secondante, ma nello stesso tempo nulla meglio di lei sa vincere il forte
e il rigido* essa indomabile perch? a tutto adattatesi. 3B7
CCommentoC * Ecco che viene esplicata lessenza dello sviluppo magico. -i parla di
costruzione dellimmortalit# secondo la dicitura dello stesso Evola, che scrisse* $In
verit# il regno dei cieli non esiste che nella misura in cui lo facciamo divenire "ui, sulla
terra. !immortalit# vera non fuga dal mortale, bens2 trionfo su "uesto dentro di
"uesto, esso il fiore del mortale che non dato ma da costruirsi concretamente
per la realizzazione dellautarchia&. Esistono dun"ue le tre prove* fuoco, sofferenza e
amore. !a prima, "uella distruttiva, trova analogie dimmagini con la cosiddetta $ %ia
della Iano -inistra &, che vedremo nei paragrafi successivi, e si fonda sulla necessit#
di rottura con la dipendenza verso il non6io. Fna volont# per lincondizionato che
spinga lindividuo a rompere, di colpo e con veemenza, con tutte le cose nei confronti
delle "uali si nella condizioni di servi, non sufficienti a s?. !a seconda prova, "uella
della sofferenza, rappresenta uno stadio intermedio, in cui lindividuo, slegato da ci.
che prima determinava la sua esistenza in una fattiva passivit#, sperimenta il soffrire,
la privazione, la rinuncia, il dolore. Che si supera attraverso il dolore stesso, per
mezzo di una fermezza tale che trova sviluppo nella sfida della rinuncia medesima.
!ultima prova, lultima tappa dellidealismo magico "uindi "uella dellamore* lazione
attiva, cio perfettamente indipendente e voluta in "uanto voluta. -alterebbero fuori
due obiezioni a "uesto punto. !a prima * non c una sorta di contraddizione interna
al sistema dellidealismo magico, dato che per superare le tre prove, per fare $ a s?
stessi lestrema ragione &, per vincere la privazione attraverso la privazione stessa, il
motore che tiene in piedi lindividuo non anchesso un desiderio +cio "uello di
essere autarca,, e "uindi tutta lazione dello sviluppo magico in contraddizione con
s? stessa in "uanto si manifesta come azione secondo necessit# !a seconda* si dice
che lidealismo magico prassi, ma in fondo non semplicemente una teoria, in
"uanto sarebbe estremamente difficile per luomo affermarsi in "uesto cammino ' ci.
si pu. rispondere con una risposta sola, valida per entrambi i "uesiti. 0on vi alcuna
contraddizione, perch? Evola +si torni al paragrafo $Che cos la Tradizione& nella
chiarificazione sul differenzialismo, non si rivolge alluomo generico che si sveglia una
mattina e vuole essere autarca. 0on il desiderio a spingere lazione $magica&, la
volont# in "uanto volont#, come il concetto taoista di cui sopra. In un certo senso, lo
sviluppo magico il corso naturale delle cose per un tipo di uomo gi# "ualitativamente
differenziato. 'llora bisogna dire che assolutamente inutile tutta "uesta trattazione
0o, perch? egli offre dei grossi indirizzi concettuali che possono servire da
Eilluminazione, sempre per. per un essere la cui natura non sia fondamentalmente
irrazionale ma che gi# abbia un istinto naturale, sopito, verso lincondizionato. Evola
non certo il prodotto commerciale che scrive il libello sulla ricetta per la felicit#.
Evola come un sarto* pu. rivestire il corpo di un abito eccezionale, ma per fare
"uesto, necessario che il corpo su cui Eprende le misure abbia gi# un aspetto fuori
dal comune.
i!liogra"ia consultata:
!idealismo Iagico, 1ratelli Ielita Editori, Trento 4NPN.

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