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Cecelia Ahern Il dono

1. Un esercito di segreti

Se una mattina di Natale, sul presto, vi trovaste a passeggiare in uno di quei quartieri residenziali dove le villette assomigliano a colorati dolci natalizi, non potreste fare a meno di paragonare le facciate delle case alle sgargianti confezioni che avvolgono i doni sotto lalbero. Entrambe racchiudono dei segreti. La tentazione di curiosare dentro un pacchetto la stessa che spinge a sbirciare dalla fessura di una tenda per cogliere limmagine di una famiglia occupata nei primi festosi preparativi e catturare cos un istante prezioso al riparo da sguardi indiscreti. Perch nel silenzio tranquillizzante e misterioso che si ripete ogni anno quella mattina, le case sono come soldatini schierati, petto in fuori e pancia in dentro, fiere e decise a proteggere ci che contengono. La mattina di Natale le case sono scrigni di verit nascoste. La ghirlanda appesa a una porta somiglia a un dito posato sulla bocca, le veneziane sono palpebre chiuse. Poi, in un momento imprecisato, da dietro le tende tirate emerge un bagliore soffuso, un timido segnale che qualcosa sta accadendo. Come le stelle che appaiono a una a una nel cielo notturno, o le minuscole scaglie doro catturate dal setaccio, dietro le finestre le luci si accendono nella penombra dellalba. Mentre il cielo si riempie di stelle, stanza dopo stanza, casa dopo casa, la strada inizia a svegliarsi. Sulla mattina di Natale aleggia una quiete assoluta. Le vie deserte non incutono timore. Al contrario, ci si sente al sicuro e, nonostante la stagione fredda, c calore. Per ragioni diverse, ogni famiglia sceglie di trascorrere la giornata a casa. Allinterno c un mondo di colori vivaci e frenetici, un delirio di carta da regalo strappata e nastri variopinti. Laria si riempie di musiche natalizie, di festose fragranze di cannella e spezie e di tutto ci che rallegra il cuore. Grida di gioia, abbracci e ringraziamenti esplodono come stelle filanti. Il Natale va trascorso a casa; in giro non c

nemmeno un peccatore, perch perfino loro hanno un tetto sopra la testa. Soltanto quelli che lasciano una casa per raggiungerne unaltra animano le strade. Parcheggiano e scaricano i regali. Gli auguri filtrano nellaria fredda dalle porte aperte, allettanti anticipazioni di ci che accade allinterno. E poi, proprio quando state per immergervi in quellatmosfera e accoglierne linvito, pronti a varcare la soglia, perfetti estranei ma comunque benaccetti, la porta dingresso si richiude intrappolando dentro il resto della giornata, come a ricordarvi che quel momento non vi appartiene. Nel quartiere di case giocattolo di questa storia, unanima vaga per le strade. Unanima che non scorge la bellezza celata nel segreto mondo domestico. Unanima che combatte una guerra, decisa a slegare il nastro e a strappare la carta che avvolgono labitazione al civico ventiquattro. Non ha alcuna importanza conoscere le attivit in cui sono impegnate le persone al suo interno ma, se proprio lo volete sapere, un bimbo di dieci mesi si sta avvicinando confuso al grande oggetto verde che si accende e si spegne nellangolo della stanza: vuole afferrare un lucido gingillo rosso che riflette comicamente una manina grassottella e una boccuccia sdentata. Una bambina di due anni rotola sul pavimento avvolta in un foglio di carta da regalo, immersa in quello scintillio come un ippopotamo nel fango. L accanto, lui sta allacciando un nuovo collier di diamanti al collo di lei che, a bocca aperta, si porta una mano al petto e scuote il capo incredula, come ha visto fare alle attrici dei film in bianco e nero. Nulla di tutto questo conta per la nostra storia. Per ha un grande significato per la persona che si trova nel giardino del civico ventiquattro e che tiene gli occhi puntati sulle tende tirate del soggiorno. Ha quattordici anni e un pugnale nel cuore; non vede ci che accade tra quelle mura, ma la sua fantasia stata ben nutrita dai pianti materni e riesce quindi a immaginarlo. Il ragazzo alza le braccia sopra la testa, le piega e, con tutta la forza che ha, scaglia loggetto che tiene in mano.

Poi indietreggia per godersi con gioia amara lo spettacolo dei sette chili di tacchino congelato che sfondano la finestra del soggiorno del civico ventiquattro. Ancora una volta le tende tirate costituiscono una barriera e rallentano la caduta del volatile che, senza pi vita, non riesce comunque a fermarsi e si schianta con tutte le frattaglie sul parquet, dove scivola, roteando, verso la destinazione finale: lalbero di Natale. quello il suo regalo. Le persone, come le case, hanno dei segreti. A volte sono i segreti a vivere dentro le persone, altre volte accade il contrario. Sono le persone a tenersi i segreti stretti tra le braccia, trattenendo con la lingua la verit. Ma dopo un po la verit ha la meglio ed emerge. Si dibatte e si contorce, cresce finch la lingua gonfia non riesce pi ad avvolgerla e non pu fare altro che sputarla fuori e scagliarla sul mondo. La verit e il tempo lavorano sempre fianco a fianco. Questa storia parla di persone, di segreti e di tempo. Persone che nascondono segreti e, proprio come i pacchetti, si ricoprono di strati fino a quando non incontrano qualcuno in grado di metterle a nudo e guardarle dentro. A volte necessario donarsi a qualcuno per capire se stessi. A volte necessario scartare le cose per coglierne lessenza. Questa la storia di una persona alla scoperta di se stessa. Una persona che viene messa a nudo e rivela la propria essenza agli altri, che le si rivelano a loro volta. Appena in tempo. 2. Una mattina di mezzi sorrisi Il sergente Raphael OReilly si muoveva con lentezza e metodo nellangusta cucina riservata al personale del commissariato di Howth, mentre continuava a riflettere sulle quella mattinata. Lo chiamavano rivelazioni di Raphie (pronunciato Reifi),aveva cinquantanove anni e gliene mancava uno alla pensione. Non aveva mai creduto che avrebbe atteso quel giorno con ansia, ma gli eventi di quellinizio giornata lo avevano afferrato per le spalle,

capovolto come una houle de neige e costretto a guardare tutti i suoi pregiudizi infrangersi al suolo. A ogni passo sentiva scricchiolare sotto gli stivali le sue certezze, un tempo solide e inamovibili. Di tutte le mattine vissute in quarantanni di servizio, quella era stata davvero una delle pi incredibili. Vers in una tazza due cucchiaini colmi di caff solubile. La tazza, a forma di autopattuglia del dipartimento di polizia di New York, glielaveva portata per Natale dalla Grande Mela uno dei ragazzi del commissariato. Fingeva di considerarla di cattivo gusto, ma in realt la trovava confortante. Quella mattina, stringendola tra le mani durante la rivelazione di Kris Kringle, era tornato indietro nel tempo di oltre cinquantanni, fino al Natale in cui aveva ricevuto dai suoi genitori una macchinina giocattolo. Teneva moltissimo a quel regalo, ma una volta se lera dimenticato fuori in una notte di pioggia e la ruggine aveva causato tanti danni che gli agenti, dentro, erano stati costretti a chiedere il pensionamento anticipato. Ora avrebbe voluto far scivolare la tazza sul ripiano della cucina imitando il rumore della sirena e, sempre che qualcuno non lo stesse osservando, mandarla a schiantarsi contro la confezione dello zucchero, che si sarebbe rovesciata sullauto. Invece, diede una rapida occhiata intorno e aggiunse mezzo cucchiaino di zucchero. Poi prese coraggio, cerc di camuffare con un colpo di tosse lo scricchiolio dei granelli, infil di nuovo il cucchiaino nella confezione e, con un rapido gesto, se ne vers unaltra bella dose. Fece per prenderne una terza. Metta gi larma, signore gli intim una voce di donna proveniente dalla porta. Spaventato da quellimprovvisa presenza, Raphie sussult, rovesciando il contenuto del cucchiaino sul ripiano, mentre la tazza tamponava la confezione di zucchero. Bisognava chiamare i rinforzi. Ti ho beccato con le mani nel sacco, Raphie. La sua collega Jessica lo raggiunse e gli strapp il cucchiaino di mano. Prese dalla credenza una tazza decorata con Jessica Rabbit, regalo di Kris Kringle, e la fece slittare sul piano della cucina.

Il voluttuoso seno di porcellana di Jessica sfior la tazza a forma di auto di Raphie e il ragazzino dentro di lui pens che gli agenti nella volante avrebbero proprio apprezzato. Ne voglio un po anchio disse lei, distogliendolo da una fantasia in cui i suoi uomini giocavano a batti batti le manine con Jessica Rabbit. Per favore la corresse Raphie. Per favore ripet lei alzando gli occhi al cielo. Jessica era una nuova recluta. Era arrivata al commissariato da appena sei mesi e Raphie le era gi molto affezionato. Aveva un debole per quella ventiseienne bionda e atletica di un metro e sessantadue, sempre volenterosa e capace, qualunque compito le fosse assegnato. Sentiva inoltre che aveva portato in quellufficio popolato di soli uomini unenergia femminile assolutamente necessaria. Molti dei suoi colleghi erano daccordo, sebbene non per le stesse ragioni. Raphie la vedeva come la figlia che non aveva mai avuto. O che aveva perso. Scacci dalla mente quel pensiero e la guard pulire il ripiano dallo zucchero versato. Nonostante la sua energia, gli occhi della ragazza, a mandorla e di un castano cos scuro da sembrare neri, nascondevano qualcosa. Come se fossero stati coperti di recente da uno strato di terra: presto le erbacce, o quello che stava marcendo l sotto, sarebbero spuntate. Ma Raphie non ambiva a svelarne il mistero, malgrado sapesse che proprio quella era la molla che la spingeva a tuffarsi in tutte le situazioni anomale che quasi ogni persona di buon senso avrebbe evitato. Non credo che mezzo cucchiaino mi ammazzer aggiunse irritato dopo aver assaggiato il caff, sapendo che con pi zucchero sarebbe stato perfetto. Se con linseguimento di quella Porsche, la settimana scorsa, ci sei andato vicino, mezzo cucchiaino ti uccider di sicuro. Stai cercando di farti venire un altro infarto? Raphie arross. stato un soffio al cuore, Jessica, niente di pi. E abbassa la voce, per favore sibil. Dovresti stare a riposo aggiunse lei in tono pacato.

Il medico mi ha detto che sono perfettamente a posto. Allora quel medico dovrebbe farsi vedere da uno strizzacervelli. Perch tu non sei mai stato perfettamente a posto. Mi conosci soltanto da sei mesi brontol lui, porgendole la tazza. Sono stati i pi lunghi della mia vita ribatt la giovane donna in tono scherzoso. Va bene, dai, mettiamoci questo aggiunse, sentendosi in colpa e versando nel caff di Raphie un cucchiaino di zucchero integrale. Pane integrale, riso integrale, tutto integrale. Una volta la mia vita era pi varia. Scommetto che una volta riuscivi anche a vederti i piedi, quando guardavi a terra disse lei, senza pensarci due volte. Per sciogliere lo zucchero, la ragazza gir il cucchiaino cos in fretta che al centro si form un vortice di liquido. Raphie lo osserv e si domand dove sarebbe finito se ci si fosse tuffato dentro. Se bevi questo caff e muori, non colpa mia dichiar Jessica, porgendogli la tazza. In quel caso il mio spirito ti perseguiter fino alla fine dei tuoi giorni. Jessica fece un sorriso che non arriv agli occhi e si perse da qualche parte tra le labbra e lattaccatura del naso. Raphie torn a guardare il vortice nella tazza: cominciava a rallentare, mentre il vapore del caff svaniva rapidamente e, con esso, la sua occasione di essere catapultato in un altro mondo. S, era stata una mattina incredibile. Certo non una mattina di sorrisi. O magari s. Di mezzi sorrisi, forse. Non riusciva a decidersi. Porse a Jessica un caff fumante, nero e senza zucchero, proprio come piaceva a lei, e si appoggiarono ai lati opposti del piano della cucina, soffiando su quel liquido caldo con i piedi per terra e la testa tra le nuvole. Osserv Jessica che, le mani strette attorno alla tazza, ne fissava attentamente il contenuto come se fosse una sfera di cristallo. Magari lo fosse stata davvero! Avrebbero potuto scrutare nel futuro e impedire tante delle cose cui erano costretti ad assistere. Le guance di lei erano pallide e il lieve cerchio rosso intorno agli occhi era lunico segno rivelatore delle ore trascorse.

Che mattinata, eh? Gli occhi scuri di Jessica luccicarono, ma poi lemozione si blocc e lei si irrigid. Si limit ad annuire e butt gi il caff, cercando di mascherare una smorfia. Raphie si accorse del tentativo e ne dedusse che era ancora troppo bollente, eppure lei ne bevve un altro sorso, quasi per sfida. Non si arrendeva mai, nemmeno al caff. Il mio primo giorno di Natale in servizio lho passato giocando a scacchi con il sergente. Jessica finalmente parl. Beato te. Gi annu lui, ricordando. Anche se allora la pensavo diversamente. Non vedevo lora di entrare in azione. Quarantanni dopo aveva ottenuto ci che voleva, eppure adesso avrebbe preferito restituire il tutto. Rimandare il regalo al mittente. Farsi rimborsare il tempo. E hai vinto? Raphie si risvegli dai propri pensieri. Che cosa? La partita a scacchi. No rispose ridacchiando. Ho lasciato vincere il sergente. Jessica arricci il naso. Io non ti lascerei vincere. Non ho dubbi. Immaginando che il caff avesse ormai raggiunto la temperatura giusta, Raphie ne bevve un sorso. Dun tratto si afferr la gola e prese a tossire e a sputacchiare, fin gendo di soffocare, ma immediatamente cap che, nonostante i suoi sforzi, lumore della giovane recluta restava a terra: unalzata di sopracciglio fu lunica reazione che ottenne. Raphie fece una risatina e poi torn il silenzio. Andr tutto bene la rassicur. Lei annu come se gi lo sapesse e ribatt seccamente: S. Hai intenzione di chiamare Mary?. Le telefono subito. con sua sorella. Una bugia bianca per un bianco Natale. E tu chiamerai qualcuno? Lei annu senza guardarlo, senza concedere altro. Come sempre, del resto. Glielo glielo hai detto? No. No. Lo farai? Raphie fiss lo sguardo nel vuoto. Non lo so. E tu, lo dirai a qualcuno? Lei si strinse nelle spalle con la solita espressione indecifrabile. Poi indic la stanza degli interrogatori in fondo al corridoio. Il ragazzo del tacchino sta ancora aspettando. Raphie sospir. Che spreco disse, senza chiarire se si riferiva alla vita del ragazzo o al proprio tempo. A lui servirebbe saperlo.

Jessica fece una pausa, poi bevve un altro sorso e lo osserv da sopra il bordo della tazza con quei suoi occhi a mandorla. Quando parl, la sua voce era salda come la fede dentro un convento, ferma e libera da ogni dubbio, e Raphie non si sogn nemmeno di mettere in discussione le sue parole. Diglielo gli intim. Pu darsi che non lo racconteremo a nessuno in vita nostra. Diciamolo almeno a lui.

3. Il ragazzo del tacchino Raphie entr nella stanza degli interrogatori come se stesse varcando la soglia del soggiorno di casa sua ben deciso a passare il resto della giornata sul divano con i piedi per aria. Non aveva nulla di minaccioso. Un metro e ottantotto di uomo il cui corpo non riusciva a riempire tutto lo spazio che, di fatto, avrebbe dovuto occupare. Come al solito, la testa era china segno che stava riflettendo e le sopracciglia ad angolo coprivano gli occhi piccoli e rotondi. La parte alta della schiena era leggermente curva, quasi fosse un guscio in cui potersi rifugiare. Sulla pancia aveva un altro guscio pi grosso. In una mano teneva un bicchiere di polistirolo e nellaltra la sua tazza del dipartimento di polizia di New York con il caff bevuto a met. Il ragazzo del tacchino lanci unocchiata alla tazza. Bella idea Del cavolo. Come quella di lanciare un tacchino contro una finestra. Il ragazzo fece una smorfia e cominci a mordicchiare il cordoncino che spuntava dal cappuccio della sua felpa. Perch lhai fatto? Perch mio padre un coglione. Lavevo capito che non era un regalo di Natale per il Padre dellanno. Ma perch il tacchino? Il ragazzo si strinse nelle spalle. Mia madre mi aveva detto di toglierlo dal congelatore rispose, a mo di spiegazione. E come ci arrivato dal congelatore al pavimento di tuo padre? Ce lho portato io. Tragitto aereo finale a parte, chiaramente precis con un sorriso compiaciuto.

Quando avevate intenzione di mangiarlo? Alle tre. Si, ma di che giorno? Ci vogliono almeno ventiquattrore per scongelare un tacchino di due chili. Il tuo ne pesava quasi sette. Per mangiarlo oggi, avreste dovuto toglierlo dal congelatore tre giorni fa. Sar, Ratatouille. Guard Raphie come se fosse pazzo. Se gli avessi fatto un ripieno di banane sarei meno nei casini? Te lo chiedo perch se lavessi tolto dal congelatore al momento giusto, non sarebbe stato abbastanza duro da sfondare una finestra. Una giuria potrebbe interpretare la cosa come premeditazione. E in ogni caso no, il tacchino con le banane fa schifo. Non lho premeditato! protest con una voce stridula che rivelava la sua et. Raphie bevve il caff e osserv ladolescente seduto di fronte a lui. Il ragazzino abbass gli occhi sul bicchiere che aveva davanti e arricci il naso. Non bevo caff. Okay. Raphie prese il bicchiere e ne vers il contenuto nella propria tazza. ancora caldo. Grazie. Allora, raccontami di stamattina, A che stavi pensando, figliolo? A meno che tu non sia quel ciccione bastardo a cui ho lanciato il tacchino, non sono affatto il tuo figliolo. Che cos, una seduta di terapia o un interrogatorio? Sono accusato di qualcosa o no? Stiamo aspettando di sapere se tuo padre intende sporgere denuncia. Non lo far. Alz gli occhi al cielo. Non pu. Non ho ancora sedici anni. Per cui lasciami andare via adesso, cos non sprechi il tuo tempo. Me ne hai gi fatto sprecare un bel po. Oggi Natale. Non credo che qui ci sia granch da fare. Lanci unocchiata alla pancia di Raphie. A parte mangiare ciambelle. Potrei sorprenderti. Mettimi alla prova. Stamattina un ragazzino idiota ha scagliato un tacchino contro una finestra. Ladolescente lanci unocchiata esasperata allorologio che ticchettava sulla parete. Dove sono i miei? Stanno ripulendo il pavimento. Quelli non sono i miei genitori ribatt stizzito. O, almeno, lei non mia madre. Se viene a prendermi anche lei, non mi muovo di qui. Ah, dubito fortemente che ti porteranno a casa con loro. Raphie infil una mano in tasca e ne tir fuori una caramella al cioccolato. La scart lentamente e linvolucro produsse un fruscio nella

stanza silenziosa. Hai mai notato che nel barattolo rimangono sempre quelle alla fragola? Sorrise e se la infil in bocca. Scommetto che, quando ci sei tu nei paraggi, nel barattolo non rimane niente. Tuo padre e la sua compagna Che, per la cronaca lo interruppe il ragazzo avvicinandosi al registratore, una puttana. Potrebbero sporgere denuncia. Pap non lo farebbe mai. Deglut, gli occhi gonfi di frustrazione. Ci sta pensando. No, non vero replic il ragazzo con voce lamentosa. Se cos perch lo sta spingendo quella stronza. pi probabile che lo faccia perch ora gli nevica in soggiorno. Nevica? Sul suo viso si dipinse unespressione infantile, gli occhi spalancati e speranzosi. Raphie si rigir la caramella in bocca. Alcuni le mordono, ma io preferisco succhiarle. Allora succhia qui disse il ragazzo afferrandosi il cavallo dei pantaloni. Chiedilo al tuo fidanzato. Io non sono gay sbott in tono offeso, dopodich si sporse in avanti e il suo lato infantile torn a fare capolino. Allora sta nevicando? Fammi vedere, dai. Do solo unocchiata fuori della finestra. Raphie ingoi la caramella e appoggi i gomiti sul tavolo. Il suo tono era deciso. Le schegge della finestra sono finite addosso al bambino, che ha dieci mesi. E allora? ringhi il ragazzo, appoggiandosi allo schienale della sedia. Ma aveva laria preoccupata, e inizi a strapparsi una pellicina attorno a ununghia. Era vicino allalbero di Natale, dove atterrato il tacchino. Per fortuna non si fatto niente. Il bambino, voglio dire. Il tacchino invece ha riportato gravi lesioni. Non credo che ce la far. Il ragazzo sembrava sollevato e insieme confuso. Quando viene a prendermi mia mamma? Sta arrivando. La tizia con le tettone disse avvicinandosi al petto le mani a coppa mi ha detto la stessa cosa due ore fa. A proposito, perch aveva quella faccia? Avete avuto una lite tra innamorati? Il modo in cui si era riferito a Jessica irrit Raphie, che per mantenne la calma. Non ne valeva la pena. E forse non valeva la pena nemmeno di condividere quella storia con lui.

Pu darsi che tua madre guidi molto piano. Le strade sono scivolose. Il ragazzo ci pens su e sembr preoccuparsi. Ricominci a strappare la pellicina. Quel tacchino era troppo grosso aggiunse dopo una lunga pausa. Continuava a stringere e allentare i pugni. Ne aveva comprato uno uguale a quando lui abitava con noi. Credeva che sarebbe tornato. Vuoi dire che tua madre credeva che tuo padre sarebbe tornato disse Raphie, pi in tono di conferma che di domanda. Il ragazzo annu. Quando lho tirato fuori dal congelatore, non ci ho visto pi. Era cos grosso. Silenzio. Non pensavo che avrebbe rotto il vetro aggiunse sottovoce, distogliendo lo sguardo. Chi si immaginava che un tacchino spaccare una finestra? Il ragazzo aveva potesse unespressione talmente disperata che, nonostante la seriet della situazione, Raphie dovette trattenersi dal sorridere della sua sfortuna. Volevo solo spaventarli. Sapevo che erano tutti l dentro a giocare alla famiglia felice. Be, adesso decisamente non pi. Il ragazzo tacque. Ora sembrava meno soddisfatto di quando Raphie era entrato nella stanza. Un tacchino di sette chili piuttosto abbondante per tre persone. S, be, mio padre un ciccione bastardo. Che ci posso fare? Raphie decise che stava sprecando tempo, Seccato, fece per andarsene. I parenti di pap pranzavano con noi ogni Natale si arrese il ragazzo, alzando la voce nel tentativo di far rimanere Raphie. Ma pure questanno hanno deciso di non venire. Quel tacchino era cos maledettamente grosso solo per noi due ripet, scuotendo la testa. Abbandon laria spavalda e cambi tono. Quando arriva mia mamma? Raphie si strinse nelle spalle. Non lo so. Forse quando avrai imparato la lezione. Ma oggi Natale. Ogni giorno buono per imparare una lezione. Le lezioni sono per i bambini. Raphie sorrise. Che c? domand il ragazzo sulla difensiva. Io oggi ne ho imparata una. Ah, dimenticavo, le lezioni sono anche per i ritardati mentali. Raphie si avvi verso la porta.

E allora, che lezione hai imparato? si affrett a chiedergli il ragazzo, e dalla sua voce Raphie cap che non voleva restare solo. Si ferm e si volt, triste in viso e nel cuore. Devessere stata una lezione di merda. Scoprirai che quasi sempre cos. Il ragazzo era stravaccato sopra il tavolo, la felpa con il cappuccio era slacciata e gli scendeva su una spalla, le piccole orecchie rosa spuntavano dai capelli unti che ricadevano sulle spalle, le guance erano coperte di foruncoli infiammati e gli occhi brillavano di un azzurro cristallino. Era solo un bambino. Raphie sospir. A raccontare quella storia rischiava il prepensionamento. Prese la sedia e si sedette. Per la cronaca disse, sei stato tu a chiedermelo. Linizio della storia

4. Il guardascarpe

Lou Suffern faceva sempre due cose allo stesso tempo. Quando dormiva, sognava. Tra un sogno e laltro ripercorreva gli eventi della giornata e intanto programmava quelli dellindomani: quindi alle sei, quando suonava la sveglia, si sentiva ben poco riposato. Mentre faceva la doccia, ripassava mentalmente le presentazioni e a volte allungava una mano fuori della tenda per rispondere alle e-mail sul Black-Berry. Mentre faceva colazione, leggeva il giornale, e mentre la figlia di cinque anni gli raccontava delle storielle sconclusionate, ascoltava il notiziario del mattino. Mentre il suo bambino di tredici mesi gli mostrava che cosa aveva imparato di nuovo, il viso di Lou assumeva unespressione interessata e intanto il suo cervello si arrovellava per capire come mai provasse esattamente il contrario. Mentre salutava la moglie con un bacio, pensava a unaltra donna. Ogni azione, movimento, appuntamento, impegno o pensiero si sovrapponeva a un altro. Il viaggio in macchina verso lufficio era anche una conference cali in vivavoce.

Le colazioni diventavano pranzi, i pranzi aperitivi serali, gli aperitivi cene, le cene drink e i drink.. be, dipendeva dalla fortuna. Nelle notti fortunate in cui godeva della compagnia di unaltra donna, in qualunque casa, appartamento o camera dalbergo finisse, convinceva chi non avrebbe condiviso il suo entusiasmo, e cio sua moglie, di trovarsi altrove. Per lei era in riunione, in aeroporto, sepolto da pratiche di lavoro o imbottigliato nel traffico esasperante del Natale. Due posti allo stesso tempo, come per magia. Tutti i suoi impegni si accavallavano, era costantemente in movimento, doveva sempre essere altrove e avrebbe tanto voluto, grazie a un intervento divino, essere ubiquo. Passava con chiunque il minor tempo possibile e poi se ne andava dando la sensazione che fosse stato pi che sufficiente. Non era un ritardatario, anzi era preciso e sempre in orario. Sul lavoro era un maestro di puntualit, ma nella vita privata era un orologio da taschino rotto. Si dava un gran daffare per raggiungere la perfezione e possedeva unenergia illimitata nellinseguire il successo. Tuttavia, lansia di soddisfare la sua lunga lista di desideri e lambizione di arrivare sempre pi in alto lo spingevano a calpestare le persone per lui importanti. Nella sua agenda non cera posto per coloro che, se ne avessero avuto loccasione, lavrebbero reso molto pi felice di qualsiasi affare. Un marted mattina particolarmente freddo, nella zona in costruzione del porto di Dublino, le scarpe di pelle nera di Lou, lucidate alla perfezione, attraversarono sicure il campo visivo di un uomo. Luomo osserv le scarpe che gli passavano davanti, come aveva fatto il giorno prima e come probabilmente avrebbe fatto anche lindomani. Non cera un piede migliore dellaltro, erano entrambi capaci. Ciascun passo aveva la stessa lunghezza e rivelava una precisa alternanza tacco-punta; il piede in avanti prima poggiava il tallone e poi spingeva sullalluce, flettendosi allaltezza della caviglia. Un movimento sempre perfetto. Un suono ritmico ogni volta che le suole toccavano il marciapiede. Non piombavano gi facendo tremare il terreno, come quelle di altri decapitati che gli sfrecciavano davanti a quellora, con la testa ancora sul cuscino nonostante il corpo fosse fuori allaria aperta. No,

quelle scarpe producevano un picchiettio invadente e sgradevole come le gocce di pioggia sul tetto di una serra, mentre lorlo dei pantaloni svolazzava nella brezza lieve simile a una bandierina della diciottesima buca. Luomo quasi si immaginava che al passaggio del proprietario di quel paio di scarpe le lastre di cemento si sarebbero illuminate e che lo sconosciuto avrebbe improvvisato un tip-tap in onore della fantastica giornata che lo aspettava. E, parlando di giornate fantastiche, per luomo seduto sul marciapiede quella lo sarebbe stata di certo. In genere quel paio di lustre scarpe nere sotto limpeccabile completo nero gli fluttuavano elegantemente davanti, attraversavano la porta girevole, entravano nellimponente ingresso di marmo del modernissimo edificio in vetro e venivano inghiottite dal riflesso delle banchine per poi sfrecciare in alto nel cielo di Dublino. Invece, quella mattina si fermarono davanti alluomo. Con un rumore di ghiaia, si girarono sul freddo cemento. Luomo fu costretto a sollevare lo sguardo. Tenga disse Lou, porgendogli un caff. un americano, spero che le piaccia. La macchina era guasta, per cui non hanno potuto fare il caffellatte. Allora se lo tenga ribatt laltro, arricciando il naso davanti al liquido bollente. Lou reag con un silenzio esterrefatto. Sto scherzando. Luomo rise di quello sguardo sbigottito e, temendo che la battuta non venisse apprezzata e il tizio ci ripensasse ritirando lofferta, afferr velocemente il bicchiere di polistirolo e lo strinse tra le dita intorpidite. Le sembra che mi freghi qualcosa del latte caldo? Sorrise, e sul suo viso comparve unespressione di pura estasi. Mmm. Avvicin il naso al bordo del bicchiere per sentire il profumo del caff. Chiuse gli occhi e inspir; non voleva che la vista rubasse qualcosa a quellaroma divino. Il bicchiere era cos bollente, o forse le sue mani erano cos intirizzite, che si sent bruciare le dita, mentre nel suo corpo si diffondevano raggi di calore e brividi. Non si era reso conto di quanto sentisse freddo fino a quando non era stato pervaso da quel calore. La ringrazio molto. Non c di che. Ho sentito alla radio che oggi sar il giorno pi freddo dellanno. A riprova di quellaffermazione

batt sul marciapiede le scarpe lustre e strofin luno contro laltro i guanti di pelle. Be, c da crederci. Fa un freddo da gelare le palle. Per questo mi aiuter. Luomo soffi leggermente sulla bevanda, preparandosi a gustare il primo sorso. Non zuccherato disse Lou in tono di scuse. Ah, be, allora. Fingendosi esasperato, luomo allontan di scatto la tazza dalle labbra, come se contenesse il virus di una malattia mortale. Passi per il latte caldo, ma dimenticarsi lo zucchero veramente troppo dichiar e, cos dicendo, fece per restituirla. Capito landazzo, Lou scoppi a ridere. Okay, okay, ho capito. I mendicanti non possono fare i difficili, cos che si dice? Ma allora chi difficile pu diventare mendicante? E finalmente bevve il primo sorso. Assorto comera nellassaporare il calore e la caffeina che si spandevano nel suo corpo intirizzito, non si accorse che da osservatore era diventato osservato. Ah, io sono Gabe disse allungando la mano. Gabriel, ma i miei amici mi chiamano Gabe. Lou gliela strinse. Guanto caldo contro pelle fredda. Io sono Lou, ma gli amici mi chiamano coglione. Gabe rise. Be, alla faccia della sincerit. Che ne dici se ti chiamo Lou finch non ti conosco meglio? Si scambiarono un sorriso e poi tra loro cal un silenzio imbarazzato. Sembravano due bambini che cercano di fare amicizia nel cortile della scuola. Le scarpe lustre cominciarono ad agitarsi in un leggero tip-tap, spostando il peso da destra a sinistra nel tentativo di riscaldarsi e allo stesso tempo di decidere se andarsene o rimanere. Si voltarono lentamente verso ledificio accanto. Presto Lou avrebbe preso la direzione assunta dai suoi piedi. Hai una mattinata piena dimpegni, vero? chiese Gabe in tono disinvolto, e le scarpe tornarono a voltarsi verso di lui. Mancano poche settimane a Natale, sempre un periodo frenetico conferm Lou. Pi gente c in giro e meglio per me osserv Gabe, mentre una moneta da venti centesimi finiva nella sua tazza per lelemosina. Grazie disse alla donna che si era a malapena

fermata. Dal linguaggio del suo corpo sembrava quasi che le fosse caduta, e non che lavesse donata. Gabe guard Lou divertito. Visto? Domani te lo offro io il caff ridacchi. Cercando di non farsi notare, Lou si allung per vedere il contenuto della tazza. La moneta da venti centesimi giaceva sola sul fondo. Ah, non ti preoccupare. Ogni tanto la svuoto. Non voglio che si pensi che me la passo troppo bene disse sempre ridacchiando. Sai com Lou annu, bench non fosse daccordo. Non posso mica far sapere in giro che lattico dallaltra parte del fiume mio aggiunse Gabe indicando un edificio sulla riva opposta. Lou si volt e punt lo sguardo oltre il Liffey, sul grattacielo pi nuovo della zona portuale. I vetri riflettenti lo facevano sembrare lo specchio di Alice del centro di Dublino. La riproduzione della lunga nave vichinga ormeggiata sulle banchine, le numerose gru, i palazzi di uffici e gli edifici commerciali sul lungofiume, il cielo tempestoso e popolato di nubi che occupava i piani superiori: il grattacielo catturava tutte le immagini circostanti e le trasmetteva alla citt come un gigantesco schermo al plasma. Quelledificio a forma di vela che di notte si illuminava di blu era sulla bocca di tutti, o almeno lo era stato nei mesi successivi alla sua inaugurazione. Le cose belle non duravano mai a lungo. Guarda che stavo scherzando precis Gabe, un po preoccupato di essersi giocato uneventuale elemosina. Ti piace quelledificio? chiese Lou, che lo fissava ancora, come in trance. il mio preferito, soprattutto di notte. uno dei motivi per cui sto seduto qui. E anche perch ci passa un sacco di gente. Una bella vista non basta a procurarmi la cena. Labbiamo costruito noi disse Lou, voltandosi infine verso Gabe. Davvero? Gabe studi un po meglio quelluomo. Era tra i trentacinque e i quaranta, indossava un completo elegante, aveva il viso ben rasato e morbido come il sedere di un bambino e i capelli in ordine, appena brizzolati, su cui sembrava che qualcuno avesse agitato una saliera piena di fascino. Gli ricordava una stella del cinema daltri tempi ed

emanava charme e raffinatezza, il tutto avvolto in un lungo cappotto di cachemire nero. Immagino che ti abbia fruttato un paio di cene comment Gabe con una risata e avvertendo una lieve fitta di gelosia, che lo infastid, perch non aveva mai conosciuto quel sentimento fino a quando non aveva visto Lou. Lincontro con quelluomo gli aveva fatto scoprire due cose che non lo aiutavano affatto: dun tratto provava freddo e invidia, mentre fino poco prima pensava di essere al caldo e soddisfatto. Di solito la compagnia di se stesso gli bastava, ma sent che, quando si sarebbero separati, avrebbe avvertito una solitudine di cui prima non era stato consapevole. Si sarebbe cos ritrovato invidioso, infreddolito e solo. Gli ingredienti perfetti per una profonda amarezza. Quelledificio aveva fruttato a Lou ben pi di un paio di cene. Aveva fatto vincere dei premi allazienda e a lui, personalmente, aveva procurato una casa a Howth e una Porsche ultimo modello che aspettava per dopo Natale; tuttavia si guard bene dal raccontarlo alluomo seduto sul gelido marciapiede sotto una coperta infestata di pulci. Si limit a sorridere educatamente mettendo in mostra una schiera di denti bianchi: come al solito pensava a una cosa mentre ne faceva unaltra. Ma Gabe se ne accorse e un nuovo motivo di imbarazzo aument il disagio tra i due. Be, ora meglio che vada in ufficio. Lavoro proprio Qui accanto, lo so. Riconosco le scarpe. Sono pi alla mia altezza gli spieg Gabe con un sorriso. Anche se ieri non portavi queste. Erano di pelle marrone rossiccia, se non sbaglio. Le sopracciglia perfettamente disegnate di Lou si sollevarono e, come un sassolino lanciato in uno stagno, produssero una serie di increspature sulla fronte ancora priva di botulino. Non ti preoccupare, non sono un maniaco disse Gabe staccando una mano dal caff caldo e alzandola in un gesto di difesa. solo che sono qui da un po. Anzi, a essere sinceri siete voi che continuate a passarmi davanti. Lou scoppi a ridere e poi, con aria impacciata, abbass lo sguardo sulle scarpe, largomento di discussione. Incredibile. Non ti avevo mai notato prima aggiunse, pensando ad alta voce e ripercorrendo con il pensiero tutte le

mattine in cui aveva fatto quella strada per raggiungere lufficio. Tutto il giorno, tutti i giorni precis Gabe in tono di falsa allegria. Scusami, non mi sono mai accorto di te ammise Lou scuotendo la testa. Vado sempre di fretta, parlo al telefono o corro a un appuntamento. Devo sempre essere in due posti contemporaneamente, come dice mia moglie. Sono cos impegnato che a volte mi piacerebbe farmi donare disse ridendo. A proposito di fretta, la prima volta che non vedo questi due andare di corsa osserv indicando i piedi di Lou. Quasi non li riconosco, da fermi. Oggi non scoppiato nessun incendio? Lou si mise a ridere. C sempre un incendio l dentro, credimi. Con un rapido gesto del braccio, come a togliere il velo che copre un capolavoro, fece scivolare indietro la manica del cappotto scoprendo un Rolex doro. Sono sempre il primo, quindi non ho molta fretta. Osserv assorto il quadrante, mentre gi immaginava la riunione del pomeriggio. Stamattina non sei il primo lo inform Gabe. Che cosa? La riunione mentale di Lou si interruppe e lui si trov di nuovo sul marciapiede, dove il gelido vento atlantico frustava il viso dei passanti imbacuccati che marciavano compatti verso il posto di lavoro. Gabe strizz gli occhi in uno sforzo di concentrazione. Mocassini marroni. Vi ho visti entrare insieme qualche volta. gi dentro. Mocassini marroni? Lou scoppi a ridere, prima confuso, poi colpito e dun tratto preoccupato al pensiero di chi laveva preceduto in ufficio. Ma s, lo conosci Ha una camminata presuntuosa. Le nappe di pelle scamosciata si agitano a ogni passo, come in un mini cancan. Sembra quasi che faccia apposta. Le suole sono morbide, ma ha landatura pesante. Ha i piedi piccoli a pianta larga e cammina sul bordo esterno, per cui le scarpe gli si consumano sempre in quel punto. Lou si accigli, concentrato. A giudicare dal modello che porta il sabato, sembra appena sceso da uno yacht. Alfred! esclam Lou: aveva riconosciuto

la descrizione. Probabilmente perch davvero appena sceso dal suo ya Non fin la frase. gi dentro? arrivato circa mezzora fa. Sembrava aver fretta ed era accompagnato da un paio di scarpe nere senza lacci. Scarpe nere senza lacci? S, da uomo. Un po lucide e non di marca. Semplici ed essenziali, di quelle che fanno quello che devono fare le scarpe. Non saprei dirti di pi, a parte che si muovevano pi lentamente delle altre. Hai un grande spirito di osservazione. Lou lo studi, domandandosi chi fosse stato quelluomo nella sua vita precedente, prima di finire sul cemento freddo del vano di un portone, e intanto cercando di capire di chi fossero quelle scarpe. Il fatto che Alfred fosse arrivato in ufficio cos presto lo sconcertava. Un loro collega, Cliff, aveva avuto un esaurimento nervoso e la cosa li aveva entusiasmati, perch ora il suo posto era vacante. Se Cliff non si fosse rimesso, e Lou in cuor suo ci sperava, nellazienda si sarebbero verificati grandi cambiamenti, e quindi un comportamento inusuale da parte di Alfred era sospetto. Anzi, qualsiasi suo comportamento lo era. Gabe gli fece locchiolino. Non che per caso vi farebbe comodo qualcuno dotato di spirito di osservazione? Lou allarg le mani inguantate. Mi dispiace. Non c problema. Se dovessi avere bisogno di me, sai dove trovarmi. Sono quello con i Dr. Martens. Scoppi a ridere e sollev la coperta mostrandogli gli alti anfibi neri. Chiss perch sono arrivati cos presto. Lou guard Gabe come se avesse dei poteri paranormali. Non saprei, ma posso dirti che la settimana scorsa sono andati a pranzo insieme. O comunque sono usciti allinizio della pausa pranzo e sono rientrati insieme. Su quello che hanno combinato poi, possiamo solo fare delle ipotesi disse in tono leggero. E io non sono in vena. Non oggi almeno aggiunse. Fa troppo freddo per ragionare. Che giorno era? Gabe chiuse di nuovo gli occhi. Venerd, mi pare. Il tizio con i mocassini marroni il tuo rivale, vero? No, un mio amico. Una specie. Anzi, in realt pi un conoscente. Nellapprendere la notizia, Lou per la prima volta si sent disorientato. un mio collega, ma visto che Cliff ha avuto un esaurimento nervoso, ora abbiamo entrambi lopportunit di

Be, sai Fregare il posto al vostro amico malato Gabe complet la frase con un sorriso. Carino da parte vostra. E le scarpe che camminano piano? Quelle nere? domand. Laltra sera hanno lasciato lufficio insieme a un paio di Louboutin. Lou Loub Che cosa sono? Si riconoscono dalla suola rossa. Quelle avevano un tacco da centoventi millimetri. Millimetri? domand Lou e poi annuendo ripet: Suola rossa, okay come a indicare che aveva registrato linformazione. Puoi sempre chiedere al tuo amico o conoscente o collega o quel che con chi si incontrato sugger Gabe con un lampo nello sguardo. Lou non gli rispose. Bene, ora devo scappare. Ho delle cose da vedere e delle persone da fare, tutto quanto insieme, pensa un po disse strizzando locchio. Grazie per laiuto, Gabe concluse, depositando dieci euro nella tazza. Stammi bene, amico ribatt Gabe con un largo sorriso, raccogliendo subito la banconota e infilandosela in tasca. Poi picchiett un dito sulla tazza e aggiunse: Non dirlo a nessuno, mi raccomando. Certo acconsent Lou. Ma non ne aveva alcuna intenzione.

5. Il tredicesimo piano

Sale? Dallascensore affollato si lev un brusio di teste che annuivano, mentre luomo che aveva posto la domanda al secondo piano scrutava speranzoso i volti assonnati,! Gli risposero tutti tranne Lou, troppo impegnato a studiare le scarpe che stavano entrando in quello spazio ridotto scavalcando la stretta fessura che si apriva sul freddo e scuro vuoto sottostante. Un paio di pesanti scarpe di cuoio ruotarono di centottanta gradi voltandosi verso luscita. Lou cercava suole rosse e scarpe nere. Alfred era arrivato presto ed era andato a pranzo insieme a un paio di scarpe nere. Queste erano poi uscite dallufficio insieme alle suole rosse. Se fosse riuscito! a scoprire lidentit del proprietario di quelle suole,! avrebbe

saputo con chi lavorava e di conseguenza! avrebbe capito chi era luomo con cui Alfred si incontrava di nascosto. Quel sistema era per Lou pi efficace che chiedere una spiegazione direttamente ad Alfred, il che la diceva lunga sullonest del suo collega. Questi erano i suoi pensieri mentre condivideva limbarazzato silenzio tipico di un ascensore pieno di estranei. Dove scende? gli giunse una voce flebile dallangolo in cui era rintanato, o meglio schiacciato, un uomo costretto ad assumersi la responsabilit di prenotare le fermate ai piani, essendo lunico che riusciva a raggiungere la bottoniera. Tredicesimo, per favore rispose il nuovo arrivato. Alcuni sospirarono e uno alz gli occhi al cielo in segno di fastidio. Il tredicesimo non esiste ribatt la voce priva di corpo. Le porte si chiusero e lascensore cominci la sua rapida salita. Le conviene sbrigarsi lo sollecit la stessa voce. Ehm Luomo rovist nella propria valigetta in cerca della lista degli appuntamenti. Magari il dodicesimo o il quattordicesimo sugger la voce. Il tredicesimo non c. Sar di sicuro il quattordicesimo intervenne un altro. Tecnicamente il quattordicesimo il tredicesimo. Vuole che prema il quattordicesimo? domand la voce, che si stava facendo pi nervosa. Ehm fece luomo continuando a frugare tra i documenti. Lou non riusciva a concentrarsi sullinsolita conversazione nellascensore generalmente silenzioso, perch stava osservando le scarpe che lo circondavano. Molte erano nere. Alcune decorate, altre consumate, altre ancora lucide; cerano mocassini e scarpe slacciate, ma di suole rosse nemmeno lombra. Not che i piedi cominciavano a fremere e ad agitarsi. Un paio di scarpe si scost leggermente. Lascensore suon e la testa di Lou si sollev di scatto. Sale? domand una giovane donna. Stavolta le rispose un coro di voci maschili pi sollecito. La ragazza si sistem davanti a Lou, che cominci a scrutarle i piedi, mentre altri intorno a lui si concentravano

sul resto del corpo, nel pesante silenzio che solo una donna pu percepire in un ascensore pieno di uomini. La salita proseguiva. Sesto settimo ottavo Luomo con le scarpe di cuoio marrone fin di rovistare nella valigetta e in tono sconfitto annunci: Patterson Developments. Lou riflette irritato. Era stato lui stesso a suggerire di non includere il numero tredici sulla bottoniera, ma ovviamente il tredicesimo piano esisteva. Non cera uno spazio vuoto prima del quattordicesimo, che di certo non poteva poggiare su mattoni invisibili. Il quattordicesimo piano era, di fatto, il tredicesimo e il suo ufficio si trovava proprio l. Solo che lo chiamavano quattordicesimo. Perch mai la cosa confondesse tutti non ne aveva idea; per lui era chiaro come il sole. Scese al quattordicesimo e sent i piedi affondare nella soffice e lussuosa moquette. Buongiorno, signor Suffern lo salut la sua segretaria, senza alzare gli occhi dai documenti. Lou si ferm davanti alla scrivania e la osserv perplesso. Alison, chiamami Lou, per favore, come sempre. Certamente, signor Suffern ribatt lei in tono pimpante, sempre evitando il suo sguardo. Mentre Alison si alzava, Lou tent di lanciare unocchiata alle suole delle sue scarpe. Quando la ragazza torn indietro, si rimise a sedere e cominci a battere sulla tastiera, Lou si accovacci fingendo di allacciarsi le scarpe e sbirci cercando di non farsi notare. Alison aggrott la fronte e accavall le lunghe gambe. Tutto bene, signor Suffern? Chiamami Lou ripet lui, sempre pi confuso. No replic lei piuttosto scocciata. Poi afferr lagenda e aggiunse: Vogliamo vedere gli appuntamenti di oggi?. Si alz e fece il giro della scrivania. Indossava una camicetta di seta attillata e una gonna aderente; gli occhi di Lou analizzarono il suo corpo prima di raggiungere le scarpe. Quanto sono alte? Perch? Sono per caso da centoventi millimetri? Non ne ho idea. Chi cavolo che misura i tacchi in millimetri? Non saprei. C chi lo fa. Gabe, per esempio

rispose seguendola allinterno del proprio ufficio e tentando ancora una volta di sbirciarle le suole. Chi diavolo Gabe? borbott lei. Un barbone rispose ridendo. Quando Alison si volt per chiedergli una spiegazione, si accorse che la scrutava con la testa inclinata. Mi sta guardando come guarda i quadri appesi alle pareti osserv. Impressionismo moderno. Non ne era mai stato un ammiratore. Puntualmente, nel corso della giornata si ritrovava a fissare quelle macchie di niente che ricoprivano le pareti dei corridoi dellufficio. Spruzzi e linee incisi su tele che per qualcuno avevano un senso, ma che avrebbero anche potuto essere appesi a testa in gi o al contrario, tanto non cera differenza. Rifletteva sul denaro speso per acquistarle e infine le paragonava ai disegni attaccati al suo frigorifero, esempi di arte casalinga della figlia Lucy. Piegava la testa da un lato e poi dallaltro, proprio come stava facendo ora con Alison, convinto che da qualche parte una maestra dasilo intascasse milioni di euro mentre i suoi allievi di quattro anni, con le mani imbrattate di colore e le lingue fuori per la concentrazione, ricevevano caramelle gommose al posto di una percentuale sui guadagni. Hai le suole rosse? domand ad Alison, avviandosi verso la sua poltrona in pelle, cos enorme che una famiglia di quattro persone avrebbe potuto viverci dentro comodamente. Perch, ho pestato qualcosa? La ragazza rimase su un piede solo e si volt indietro, saltellando per mantenere lequilibrio mentre controllava la suola; a Lou ricord un cane che cercava di mordersi la coda. Non importa concluse, sedendosi stanco alla scrivania. Lei lo guard con sospetto e poi riport lattenzione allagenda. Alle otto e mezza deve chiamare Aonghus OSullibhin per quel lotto nel Connemara che riuscir ad acquistare solo quando avr imparato bene lirlandese. Ad ogni modo ho preso accordi, a suo beneficio, in modo che la conversazione si svolga as Bearla, vale a dire in inglese Fece una smorfia e butt indietro la testa come un cavallo, allontanando dal viso la criniera illuminata dai colpi di sole. Alle otto e quarantacinque ha una riunione con Barry

Brennan per discutere dei lumaconi ritrovati nel cantiere di Cork Speriamo che non siano rari comment Lou infastidito. Be, chi pu dirlo, potrebbero essere dei membri della sua famiglia. Ha parenti dalle parti di Cork, non vero? Continuava ad evitare il suo sguardo. Alle nove e mezza Aspetta un momento. Nonostante sapesse che erano soli nella stanza, Lou si guard intorno in cerca di sostegno. Perch mi dai del lei? Che cosa ti ha preso oggi? Lei mugugn qualcosa che a Lou suon come: Di sicuro non tu. Come hai detto? Ma non attese la risposta. Ho una giornata molto impegnativa e farei volentieri a meno del tuo sarcasmo, grazie. E poi da quando in qua mi reciti gli impegni della giornata? Ho pensato che se avesse sentito quanti impegni ha, ad alta voce, si sarebbe reso conto di quanto piena la sua giornata e mi avrebbe autorizzata a prenderle meno appuntamenti. Vuoi meno lavoro, Alison? Si tratta di questo? No rispose lei arrossendo. Nientaffatto. Ho solo immaginato che potesse cambiare un po le sue abitudini. Invece che correre qua e l tutto il giorno come un pazzo, potrebbe passare pi tempo con meno clienti. Ottenendo clienti pi soddisfatti. S, e poi Jerry Maguire e io vivremo per sempre insieme felici e contenti. Alison, sei arrivata da poco in azienda, quindi lascer correre, ma devi sapere che a me piace lavorare cos, va bene? Mi piace essere impegnato, non ho bisogno di una pausa pranzo di due ore n di stare seduto in cucina ad aiutare i miei figli a fare i compiti. Socchiuse gli occhi. Hai parlato di clienti pi soddisfatti. Per caso ci sono state delle lamentele? Da parte di sua madre. E di sua moglie aggiunse a denti stretti. Di suo fratello, di sua sorella e di sua figlia. Mia figlia ha cinque anni. Be, ha chiamato gioved scorso, quando ha dimenticato di andare a prenderla alla lezione di balli irlandesi. Questo non conta ribatt lui alzando gli occhi al cielo, dato che mia figlia non rischia certo di far perdere allazienda centinaia di milioni di euro, giusto? Ancora una volta non aspett la risposta. Hai ricevuto lamentele da parte di persone che non hanno il mio stesso cognome? Alison ci pens su. Sua sorella ha ripreso il

cognome da nubile dopo il divorzio? Lou le lanci unocchiataccia. In tal caso no, signore. Che cos questa storia del signore? Pensavo soltanto disse con il viso in fiamme che se ha intenzione di trattarmi come unestranea, allora io far lo stesso. In che senso ti tratto come unestranea? Alison distolse lo sguardo. Lou abbass la voce. Alison, siamo in ufficio. Che vuoi che faccia? Che ti dica quanto mi piaciuto venire a letto con te mentre parliamo dei miei appuntamenti? Non siamo stati a letto, ci siamo soltanto baciati. Quello che ribatt lui con un gesto della mano che esprimeva disinteresse. Allora, che ti prende? La ragazza non sapeva pi come rispondergli e arross. Alfred mi ha detto una cosa. In quel momento il cuore di Lou ebbe una strana e nuova reazione. Una specie di palpito. Che ti ha detto? Alison si mise a giocherellare con langolo di un foglio. Be, mi ha detto una cosa sulla riunione a cui lei mancato la settimana scorsa Una cosa? Che cosa? Vorrei qualche dettaglio in pi, per favore. Alison si innervos. E va bene, ehm, dunque, dopo la riunione della settimana scorsa con il signor OSullivan, Alfred Fece una pausa per deglutire. Alfred mi ha chiesto di starle un po pi addosso. Sa che sono qui da poco e cos mi ha consigliato di fare in modo che lei non manchi pi a una riunione importante. Il sangue di Lou inizi a ribollire, mentre la sua mente si agitava. Non si era mai sentito tanto confuso. Passava la vita a correre di qua e di l, perdendosi met di una cosa per arrivare a unaltra prima della fine. Lo faceva ogni santo giorno, dalla mattina alla sera, con la sensazione di guadagnare terreno per tenersi al passo. Era un lavoro interminabile, duro ed estenuante. Aveva sopportato enormi sacrifici per arrivare dovera. Amava quel che faceva, era sempre professionale e si occupava con dedizione di ogni dettaglio. Essere redarguito per aver saltato una riunione non ancora programmata quando aveva chiesto la mattina libera lo mandava su tutte le furie. Ed era ancora pi imbestialito visto il motivo della sua assenza era una questione familiare.

Se avesse rinunciato a quella riunione per partecipare a unaltra, si sarebbe sentito meglio, e invece ora provava un improvviso rancore nei confronti di sua madre. Quella mattina era infatti dovuto andare a prenderla in ospedale poich le avevano inserito una protesi allanca. Ce laveva anche con sua moglie, che lo aveva convinto a occuparsene e che aveva dato in escandescenze quando lui aveva proposto di mandarla a prendere con un taxi. Infine era in collera con sua sorella Marcia e suo fratello maggiore Quentin, per non esserci andati al posto suo. Era un uomo molto occupato e, per una volta che aveva dato la precedenza alla famiglia, doveva pagarla cara. Si alz e si mise a camminare davanti alla finestra, mordendosi forte il labbro. La sua rabbia era tale che avrebbe voluto prendere in mano il telefono, chiamare tutti i suoi parenti e dire loro: Avete visto? per questo che non ci posso essere sempre. Capito? Guardate che cosa avete combinato! Non gli hai detto che dovevo andare a prendere mia madre in ospedale? Glielo domand a bassa voce perch era una cosa che detestava. Detestava quelle parole che gli facevano disprezzare i suoi colleghi ogni volta che le usavano. Detestava le scuse e il fatto di portare la sua vita privata in ufficio. La considerava una mancanza di professionalit. O si lavora bene oppure non lo si fa, e basta. Be, no, era la mia prima settimana. Il signor Patterson era l con lui e non sapevo che cosa avrebbe voluto che gli dicessi Il signor Patterson? domand Lou, stupefatto. Alison annu pi volte a occhi sbarrati, come uno di quei pupazzi con una molla al posto del collo. Gi. Il cuore di Lou piano piano rallent: ora iniziava a capire. Il caro amico Alfred stava mettendo in atto uno dei suoi trucchetti. Alfred non ce la faceva proprio a muoversi secondo le regole. Guardava le cose da una strana angolazione e interveniva nelle conversazioni da una prospettiva insolita, cercando sempre il modo di uscirne al meglio. Lou esamin la scrivania. Dov la mia posta? Al dodicesimo piano. Lo stagista si confuso perch manca il tredicesimo. Il tredicesimo piano non manca! Ci siamo sopra! Che vi prende a tutti quanti oggi? Veramente, siamo al

quattordicesimo. Credo che non prevedere il tredicesimo piano sia stato un terribile errore di progettazione. Non stato un errore di progettazione la corresse Lou, sulla difensiva. Alcuni dei pi grandi edifici del mondo non hanno il tredicesimo piano. Oppure il tetto. Come dici? Il Colosseo non ha il tetto. Che cosa?! esclam Lou, sconcertato. Di allo stagista di usare le scale e di contare i piani, cos il numero mancante non lo mander in confusione. E comunque perch uno stagista si occupa della posta? Harry dice che sono a corto di personale. A corto di personale? Basta una persona per prendere lascensore e portarmi la mia posta, per la miseria! Come fanno a essere a corto di personale?! La sua voce sal di qualche ottava. Perfino una scimmia potrebbe fare un lavoro del genere. C gente l fuori che non so cosa darebbe per lavorare in un posto come In un posto come? chiese Alison, ma si ritrov a domandarlo alla schiena di Lou che, davanti alle ampie finestre, guardava il marciapiede sottostante con unespressione strana che lei pot scorgere nel riflesso del vetro. Alison fece per allontanarsi. Per la prima volta in quelle settimane avvert un leggero sollievo al pensiero che il loro flirt, o meglio quel palpeggiamento al buio, non avrebbe avuto alcun seguito: forse aveva mal giudicato Lou, forse in lui cera qualcosa che non andava. Era arrivata da poco in azienda e non era ancora riuscita a inquadrarlo bene. Sapeva solo che le ricordava il Bianconiglio di Alice nel Paese delle Meraviglie: perennemente in ritardo o in ritardissimo per un appuntamento importante, al quale per riusciva sempre ad arrivare puntuale. Era gentile con le persone ed era molto bravo nel proprio lavoro. Inoltre era bello e affascinante e aveva una Porsche, cose che a lei piacevano pi di tutto il resto. Certo, quando aveva parlato con sua moglie al telefono si era sentita un po in colpa, ma se nera presto dimenticata visto che quella donna era di uningenuit assoluta per quanto riguardava le infedelt del marito. E poi tutti avevano un punto debole e qualsiasi uomo era giustificabile se era lei a rappresentarne il tallone dAchille.

Che tipo di scarpe porta Alfred? le domand Lou a voce alta, un attimo prima che lei richiudesse la porta. Alison rientr. Alfred chi? Berkeley. Non ne ho idea rispose. Perch? Devo fargli un regalo di Natale. Scarpe? Vuole regalare ad Alfred un paio di scarpe? Ma ho gi ordinato i cesti Brown Thomas per tutti, come mi ha chiesto. Cerca di scoprirlo. Ma sii discreta. Devessere una sorpresa. Alison socchiuse gli occhi insospettita. Certo. Ah, e quella ragazza nuova della contabilit. Come si chiama Sandra, Sarah? Deirdre. Controlla anche le sue, di scarpe. Fammi sapere se hanno le suole rosse. No, ne sono sicura. Le ha prese da Topshop. Sono delle polacchine nere scamosciate, macchiate dallacqua. Ne ho comprato un paio anchio lanno scorso. Quando andavano di moda. E su quelle parole se ne and. Lou sospir, croll sullenorme poltrona e si strinse lattaccatura del naso nella speranza di bloccare unincombente emicrania. Forse si stava ammalando. Aveva sprecato un quarto dora della sua mattina a parlare con un barbone, il che non era affatto nel suo stile, eppure ne aveva sentito lesigenza. Qualcosa in quel tizio lo aveva costretto a fermarsi e a offrirgli il caff. Non riusciva a concentrarsi sui suoi appuntamenti e si volt di nuovo a guardare la citt sottostante. Le banchine e i ponti erano abbelliti da gigantesche decorazioni natalizie, da vischio e campanelle che oscillavano grazie alla festosa magia del neon. Il Liffey in piena scorreva vicino alla sua finestra per poi riversarsi nella baia di Dublino. I marciapiedi erano affollati di persone che correvano al lavoro, al passo con la corrente del fiume. Correvano davanti alle scarne figure vestite di cenci delle statue in rame erette in memoria di chi, durante la carestia, era stato costretto a emigrare da quelle stesse banchine. Invece degli effetti personali racchiusi in piccoli fagotti, gli irlandesi di quel quartiere stringevano in una mano un caff di Starbucks e nellaltra una ventiquattrore. Le donne dirette in ufficio portavano gonna e scarpe da tennis, e tenevano in borsa quelle con il tacco. Davanti a s avevano un destino ben diverso da quello degli emigranti e infinite opportunit.

Lunico elemento statico era Gabe, raggomitolato a terra nel vano di un portone vicino allingresso del palazzo, intento a osservare le scarpe di quei passanti che di certo avevano molte pi opportunit di lui. Nonostante fosse poco pi grande di un puntino, tredici piani sotto, Lou riusciva a vedere il braccio che si alzava e si abbassava mentre gustava un sorso di quel caff che doveva ormai essersi raffreddato. Gabe lo incuriosiva. E non solo per la sua capacit di ricordare a menadito ogni paio di scarpe che frequentava quelledificio, ma, cosa ben pi inquietante, perch quelluomo dai cristallini occhi azzurri gli era decisamente familiare. Lo faceva pensare a se stesso. Gli sembrava una persona a modo, amichevole e capace. Avevano pi o meno la stessa et e, con una sistematina, Gabe avrebbe benissimo potuto essere scambiato per lui. L seduto su quel marciapiede, a guardare il mondo passargli davanti, avrebbe potuto esserci lui, eppure le loro vite erano talmente diverse. In quello stesso istante, come se avvertisse il suo sguardo, Gabe guard in alto. Tredici piani sopra, Lou ebbe limpressione che lo fissasse dritto nellanima. Ne rimase disorientato. Aveva preso parte alla progettazione delledificio e sapeva che dallesterno i vetri erano a specchio. Gabe non poteva averlo visto quando aveva alzato lo sguardo, con il mento sollevato e una mano a proteggersi gli occhi dalla luce. Doveva aver visto un riflesso, pens, forse un uccello in picchiata che aveva attirato la sua attenzione. S, doveva essere stato un riflesso. Eppure lo sguardo di Gabe era talmente intenso che Lou fu costretto a mettere da parte le sue inconfutabili convinzioni. Sollev una mano e, con un sorriso tirato, accenn un saluto. Prima che Gabe avesse il tempo di reagire, allontan la poltrona dalla finestra e si volt con il cuore che batteva allimpazzata, come se lavessero sorpreso a fare qualcosa di sbagliato. Il telefono squill. Era Alison, e non sembrava affatto contenta. Prima che le dica quello che sto per dirle, voglio che sappia che mi sono laureata in economia alla University of th District of Columbia. Congratulazioni replic Lou. Alison si schiar la voce. Ecco qui. Alfred porta dei mocassini marroni numero quarantuno. Pare che ne abbia dieci paia

uguali e li mette ogni giorno, per cui non penso che sia una buona idea regalargliene degli altri per Natale. Non conosco la marca, ma la cosa triste che posso scoprirla. Prese fiato. In quanto alle scarpe con la suola rossa, Louise ne ha comprato un paio e le ha messe la settimana scorsa, ma le hanno fatto venire una vescica sulla caviglia e cos le ha riportate indietro. Per il negozio non le ha volute perch era chiaro che le aveva indossate, visto che la suola era segnata. Chi Louise? La segretaria del signor Patterson. Devi chiederle insieme a chi uscita dallufficio la settimana scorsa. Non se ne parla neanche, non rientra nelle mie mansioni! Puoi uscire prima, se lo fai. Okay. Grazie per esserti fatta pregare cos tanto. Non c problema, posso portarmi avanti con i regali di Natale. Non dimenticare la mia lista. Nonostante Lou non fosse venuto a sapere molto, una strana sensazione si impossess di nuovo del suo cuore, era qualcosa che gli altri avrebbero definito panico. Gabe aveva avuto ragione sulle scarpe Dunque non era pazzo, come Lou aveva sospettato. Gli aveva chiesto se in azienda cera bisogno di qualcuno dotato di spirito dosservazione e cos Lou riconsider la sua decisione di poco prima e prese in mano il telefono. Puoi chiamarmi Harry dellufficio spedizioni, poi prendere dallarmadio una delle mie camicie di scorta, una cravatta e un paio di pantaloni e darli al tizio seduto gi in strada, davanti allingresso? Prima accompagnalo nel bagno degli uomini, assicurati che si dia una sistemata e alla fine portalo da Harry. Ho intenzione di risolvere il suo problemino di carenza di personale. Che cosa? Gabe. il diminutivo di Gabriel. Ma chiamalo Gabe. No, voglio dire Fallo e basta. Ah, Alison S? Mi piaciuto molto il nostro bacio della settimana scorsa e non vedo lora di portarti a letto. Sent una risatina scapparle dalla gola prima che cadesse la linea. Laveva fatto di nuovo. Aveva detto la verit e allo stesso tempo aveva avuto la quasi ammirevole capacit di raccontare una completa e assoluta bugia. Inoltre, aiutando qualcuno, in questo caso Gabe, stava aiutando anche se stesso; in fin dei conti un buon affare era un trionfo per lo spirito. Nonostante questo, era cosciente del fatto che dietro il suo progetto di salvare unanima se ne nascondeva un altro, teso a ottenere

una salvezza ben diversa: quella della propria pelle. E, scandagliando gli strati pi profondi della sua coscienza, si era reso conto che quellatto di generosit era stato provocato dalla paura. Non solo la paura di sapere che, qualora ragione e fortuna lo avessero abbandonato, avrebbe facilmente potuto trovarsi al posto di Gabe. In uno strato del suo animo cos lontano dalla superficie da essere quasi impercettibile, cera la paura che nella costruzione della sua carriera emergesse una crepa, un intoppo. Per quanto cercasse di ignorarla, quella paura lo assillava. Era l, sempre, anche se nascosta a occhi estranei. Proprio come il tredicesimo piano. 6. Laccordo

La riunione di Lou con il signor Brennan a proposito dei lumaconi ritrovati nel cantiere di Cork, fortunatamente non rari bench problematici, stava per terminare, quando Alison apparve sulla porta dellufficio con unespressione preoccupata e la pila di vestiti per Gabe ancora tra le braccia. Scusami, Barry, ma dobbiamo chiudere qui si affrett a dire Lou. Vado di fretta, in questo momento dovrei essere in due posti diversi, entrambi dallaltra parte della citt, e tu sai com il traffico. Liquidato in un batter docchio con un sorriso scintillante e una calorosa e decisa stretta di mano, il signor Brennan si ritrov nellascensore diretto al pianterreno, il soprabito invernale adagiato su un braccio e la valigetta piena di documenti infilata sotto laltro. Era stata comunque una riunione piacevole. Ha detto di no? domand Lou ad Alison. Chi? Gabe. Ha rifiutato il lavoro? Non cera nessuno. Aveva unaria confusa. Sono andata alla reception e lho fatto chiamare pi volte Dio, che imbarazzo -, ma non si presentato nessuno. Era uno scherzo? Credevo che non ci sarei pi cascata dopo quella volta che mi ha fatto accompagnare il venditore di rose romeno nellufficio di Alfred. Non uno scherzo. La prese per un braccio e la trascin verso la finestra.

Le dico che non cera nessuno ribad lei esasperata. Lou guard gi e vide Gabe seduto sul marciapiede, nella stessa posizione di prima. Una fine pioggerella inizi a bagnare il vetro e poi allimprovviso si trasform in grandine battente. Gabe si rintan ancor pi nel portone, raccogliendo i piedi al petto per allontanarli dal marciapiede bagnato. Si copr la testa con il cappuccio della felpa tirando bene i laccetti e quel gesto sal fino al tredicesimo piano, toccando il cuore di Lou. E allora quello chi ? domand, indicando fuori dalla finestra. Alison socchiuse gli occhi e avvicin il naso al vetro. S, ma Le strapp i vestiti dalle mani. Ci penso io. Quando Lou usc dalla porta girevole dellingresso, un vento gelido gli sferz il viso. Una tremenda folata gli mozz il fiato e le gocce di pioggia lo colpirono come tanti cubetti di ghiaccio. Gabe guardava le scarpe che gli passavano davanti, ma la sua mente era concentrata su qualcosaltro, senza dubbio tentava di ignorare gli agenti atmosferici che si stavano scatenando intorno a lui. Immaginava di trovarsi altrove, dovunque tranne che l. Era su una spiaggia dove faceva caldo, la sabbia era come velluto e il Liffey, l davanti, era il mare infinito. Quel mondo di fantasia gli procurava una beatitudine che un uomo nella sua condizione non avrebbe dovuto provare. Eppure dal suo viso non si sarebbe detto. Lespressione appagata di quella mattina era scomparsa. Le tiepide pozze dacqua degli occhi azzurri ora erano pi fredde, mentre seguivano le scarpe di Lou che dalla porta girevole si avvicinavano alla sua coperta. Gabe guardava le scarpe e intanto immaginava che fossero i piedi di qualcuno del posto che lavorava sulla spiaggia dovera pigramente disteso. Luomo, che gli stava portando un cocktail, teneva il vassoio sollevato e staccato dal corpo come il braccio di un candelabro. Gabe aveva ordinato il drink gi da un po, ma non ce laveva con lui per quel piccolo ritardo. Faceva pi caldo del solito, la spiaggia era affollata di corpi lucidi profumati di cocco e lui era pronto a perdonare quella mancanza. Lafa rallentava i movimenti. Le infradito del cameriere sprofondavano nella sabbia, sollevando dei granelli a ogni passo. Man mano che i

piedi si avvicinavano, i granelli si trasformavano in gocce di pioggia e le infradito diventavano un ben noto paio di scarpe lustre. Gabe alz lo sguardo nella speranza di vedere un vassoio con un cocktail variopinto pieno di frutta e ombrellini di carta. E invece vide Lou con dei vestiti ripiegati su un braccio; gli ci volle un momento per riadattarsi al freddo, al rumore del traffico e al trambusto che avevano preso il posto del suo paradiso tropicale. Anche laspetto di Lou era diverso da quello della mattina. I capelli avevano perso la lucentezza alla Cary Grant e il ciuffo non era pi ordinato. I chicchi di grandine sembravano frammenti di forfora che, sciogliendosi, lasciavano piccole chiazze scure sul tessuto del completo costoso. Era insolitamente scompigliato dal vento e le spalle, in genere rilassate, erano sollevate nel tentativo di proteggere le orecchie dal freddo. Senza il cappotto in cachemire tremava come una pecora appena tosata che si ritrova nuda e con le ginocchia nodose esposte. Lo vuoi un lavoro? gli chiese Lou con aria sicura. Tuttavia, la voce, camuffata dal vento, suon debole e mite. Gabe si limit a sorridere. Parli sul serio? Confuso dalla sua reazione, Lou annu. Non aveva pensato di ricevere baci e abbracci, ma era come se Gabe si fosse aspettato quellofferta. E la cosa non gli piacque. Aveva immaginato salti di gioia, esclamazioni, ringraziamenti e dichiarazioni di gratitudine. Invece Gabe non fece niente di tutto questo. Gli rivolse un sorriso tranquillo, poi scost la coperta, si alz in piedi e gli diede una stretta di mano salda, riconoscente e, a dispetto della temperatura, caldissima. Bench non avesse ancora ricevuto nessuna informazione sul lavoro, era come se stessero gi suggellando un accordo che Lou non ricordava di aver mai negoziato. Esattamente alla stessa altezza, i loro occhi azzurri si fissarono, e quelli di Gabe, sotto il cappuccio abbassato che lo faceva assomigliare a un monaco, penetrarono quelli di Lou con una tale intensit che questi fu costretto a battere le palpebre e distogliere lo sguardo. In quel preciso istante fu colto da un dubbio, ora che il semplice pensiero di una buona azione stava diventando realt. Il dubbio si insinu nella sua

mente come un cliente ostinato che entra in un albergo senza aver prenotato, gettando Lou in un imprevisto stato confusionale. Non sapeva cosa farsene, di quel dubbio, se accoglierlo o rifiutarlo. Avrebbe voluto e dovuto rivolgere a Gabe un sacco di domande, ma l per l gliene venne in mente soltanto una. Posso fidarmi di te? Sapeva che per potersi rilassare doveva lasciarsi convincere, eppure non si aspettava una simile risposta. Puoi scommetterci la vita disse Gabe con un lieve battito di ciglia. E fu cos che il cliente ostinato ottenne la suite presidenziale.

7. Pensandoci bene

Gabe e Lou lasciarono laria gelida ed entrarono nel tepore dellatrio di marmo. Le decorazioni color crema, caramello e cioccolato che ricoprivano pareti, pavimenti e colonne facevano venire voglia a Gabe di leccare ogni superficie. Sapeva di avere freddo, ma solo quando inizi ad avvertire il calore di quel luogo realizz quanto ne avesse davvero sofferto. Lou si sent tutti gli occhi puntati addosso, mentre faceva passare quello straccione dalla reception e lo accompagnava nella toilette degli uomini al pianterreno. Senza sapere bene perch, prima di parlare controll che i bagni fossero vuoti. Ecco, ti ho portato questi. Porse a Gabe i vestiti, ora leggermente umidi. Li puoi tenere. Poi si volt verso lo specchio per riportare i propri capelli alla consueta perfezione, spazz via dalle spalle i chicchi di grandine e le gocce di pioggia e fece del proprio meglio per tornare al suo abituale stato fisico e mentale. Intanto Gabe passava lentamente in rassegna le sue nuove propriet: un paio di pantaloni Gucci, una camicia bianca, una cravatta a righe grigie e bianche. Sfiorava quegli indumenti con delicatezza, come se temesse di rovinarli.

Gabe mise la coperta sul lavandino ed entr in uno dei bagni per cambiarsi, mentre Lou camminava su e gi davanti agli orinatoi rispondendo a telefonate ed email. Era talmente concentrato che, quando alz gli occhi, non riconobbe luomo che aveva davanti e torn a guardare il BlackBerry. Poi risollev piano la testa, rendendosi conto con un sussulto che si trattava di Gabe. Lunico elemento da cui si poteva dedurre che era lo stesso uomo di prima erano i Dr. Martens sporchi. Tutto gli calzava a pennello. In piedi davanti allo specchio, Gabe scrutava la propria immagine come in trance. Senza il cappello di lana, sfoggiava una massa di capelli neri simili a quelli di Lou, bench molto pi arruffati. Ora che si era riscaldato, le labbra erano diventate carnose e rosse e il gelido pallore delle guance era stato sostituito da un colorito roseo. Lou non sapeva bene che cosa dire ma, avvertendo il proprio disagio per lintensit di quel momento, decise di restare in superficie. Ricordi quello che mi hai detto prima a proposito delle scarpe? Gabe annu. Era interessante. Non mi dispiacerebbe se tenessi gli occhi aperti qui in giro. E se mi facessi sapere di tanto in tanto quello che noti. Gabe annu di nuovo. Ce lhai un posto dove stare? S. Gabe si guard allo specchio. La sua voce era tranquilla. Quindi hai un indirizzo da dare a Harry? Sar lui il tuo capo. Non sei tu il mio capo? No. Lou tir fuori il BlackBerry dalla tasca e cominci a far scorrere dei documenti a caso sul display. No, lavorerai in un altro reparto. Ah, capisco. Gabe si raddrizz, un po in imbarazzo. Va bene. Perfetto. Grazie tante, Lou, davvero. Lou rispose con un cenno del capo, ancora a disagio. Tieni disse porgendogli il proprio pettine e senza guardarlo in faccia. Grazie. Gabe lo prese, lo pass sotto il rubinetto e cominci a sistemarsi i capelli scompigliati. Lou gli disse di sbrigarsi, poi lo condusse fuori dalla toilette e attraversarono latrio di marmo diretti agli ascensori.

Gabe fece per restituirgli il pettine. Lou scosse la testa agitando una mano mentre si guardava intorno per assicurarsi che le persone davanti allascensore non avessero notato il gesto di Gabe. Tienilo pure. Ce lhai liscrizione al collocamento, il numero della previdenza sociale e via dicendo? gli domand in tono meccanico. Gabe rispose di no, turbato. Le sue dita scorrevano su e gi lungo la cravatta di seta. Sembrava un animale domestico sul punto di scappare via. Non ti preoccupare, sistemeremo ogni dettaglio. Il cellulare di Lou inizi a squillare e lui fece per allontanarsi. Ora vado, dovrei essere in un sacco di posti in questo momento. Certo. Grazie ancora. Dove devo? Ma Gabe non pot completare la domanda perch Lou cominci a vagare per latrio con landatura concitata, a met tra una camminata e una danza, di chi parla al telefono. La mano sinistra faceva tintinnare le monetine nella tasca e la destra era incollata allorecchio. Va bene, devo scappare, Michael. Lou richiuse lapparecchio e si stizz, vedendo che nel frattempo la folla davanti agli aumentata. Questi cosi andrebbero ascensori era proprio sistemati comment ad alta voce. Gabe lo stava fissando con uno sguardo che Lou non riusciva a decifrare. Che c? Dove devo andare? gli domand Gabe. S, scusa, devi scendere di un piano. Allufficio spedizioni. Ah. Per un momento Gabe sembr preso alla sprovvista, ma recuper subito la sua espressione affabile. Va bene, grazie annu. Ci hai mai lavorato? Scommetto che un posto, ehm eccitante. Lou sapeva che offrire un lavoro a Gabe era un grande gesto e che non cera niente di male in quello specifico impiego, ma sentiva che non era abbastanza, che luomo davanti a lui non solo era capace di fare di pi, ma se lo aspettava anche. Non cera nessuna spiegazione plausibile per quella sensazione, dato che Gabe era stato gentile, amichevole e riconoscente fin dal primo momento, eppure cera qualcosa nel suo modo di insomma, cera qualcosa.

Ti va se ci vediamo a pranzo? gli domand Gabe speranzoso. Non ce la faccio rispose Lou, mentre il cellulare riprendeva a squillare. Mi aspetta una giornata piena dimpegni e ma non fin la frase perch le porte dellascensore si aprirono e la gente cominci a entrare. Gabe fece per seguire Lou allinterno. Questo va su gli disse Lou in tono tranquillo, bloccandolo. Ah, s replic Gabe, indietreggiando. Le ultime persone si stavano precipitando dentro lascensore, quando Gabe gli domand: Perch fai questo per me?. Lou deglut e affond le mani in tasca. Consideralo un regalo rispose, appena prima che le porte si richiudessero. Quando raggiunse il quattordicesimo piano, fu notevolmente sorpreso di trovarvi Gabe che spingeva in giro un carrello della posta, depositando pacchi e lettere sulle varie scrivanie. Lo fiss a bocca aperta, incapace di profferire parola, cercando di calcolare il tempo che gli ci era voluto per arrivare al piano. Ehm fece Gabe guardandosi intorno incerto, questo il tredicesimo, vero? Il quattordicesimo rispose Lou automaticamente, quasi senza far caso a quel che stava dicendo, ma con il respiro affannoso. Certo, normale che tu sia qui, solo che Si port una mano alla fronte e si accorse che era calda. Sperava che quei minuti sotto la pioggia senza cappotto non lo avessero fatto ammalare. Sei arrivato cos in fretta che Lascia perdere disse scuotendo la testa. Maledetti ascensori borbott poi, avviandosi verso il proprio ufficio. Alison salt su dalla sedia e gli sbarr la strada. C Marcia al telefono annunci in tono squillante. Di nuovo. Gabe si stava allontanando lungo il lussuoso corridoio che portava a un altro ufficio, accompagnato dal sonoro cigolio di una delle ruote del carrello. Lou rimase qualche istante a guardarlo imbambolato, poi torn in s. Non ho tempo, Alison, davvero. In questo momento dovrei gi essere da unaltra parte e, prima di andarmene, devo partecipare a una riunione. Dove sono le mie chiavi? Frug nelle tasche del cappotto appeso allattaccapanni nellangolo.

Stamattina ha chiamato tre volte sibil Alison, tappando il ricevitore con la mano e allontanandolo da s come se fosse avvelenato. Ormai dubito che mi creda, quando le dico che riferisco i suoi messaggi. Quali messaggi? la stuzzic Lou. Non ricordo nessun messaggio. Alison lanci uno strillo nervoso e sollev in aria la cornetta, per impedirgli di afferrarla. Non pu farmi una cosa del genere, non dia la colpa a me! Ci sono tre messaggi sulla sua scrivania, tutti di stamattina! E poi la sua famiglia gi mi odia. Non le si pu dare torto, giusto? Si avvicin costringendola a indietreggiare contro la scrivania. Poi le rivolse uno sguardo che la fece sciogliere, con due dita risal lentamente il braccio fino alla mano e prese il ricevitore. Un colpo di tosse alle sue spalle lo fece arretrare di scatto. Port il telefono allorecchio e si volt con aria noncurante per vedere chi lavesse interrotto. Gabe. Con il carrello cigolante che questa volta aveva stranamente mancato di avvertirlo. S, Marcia disse a sua sorella. S, certo, ho ricevuto i tuoi diecimila messaggi. Alison me li ha gentilmente trasmessi tutti. Rivolse un sorriso dolce alla segretaria che gli rispose con una linguaccia prima di accompagnare Gabe nellufficio di Lou, il quale si alz in punta di piedi per spiarli. Gabe si guardava attorno come un bambino allo zoo. Lou lo vide notare lo spazioso bagno sulla destra, le finestre alte dal pavimento al soffitto che si aprivano sulla citt, la scrivania in quercia pi ampia del necessario, il salottino nellangolo di sinistra, il tavolo da riunione a dieci posti e lo schermo al plasma da cinquanta pollici alla parete. Era grande quanto un appartamento medio di Dublino, anche di pi. Gabe registrava il contenuto della stanza. Aveva unespressione indecifrabile e, quando i suoi occhi incrociarono quelli di Lou, sorrise. Anche il suo sorriso era strano. Non esprimeva lammirazione che Lou aveva sperato di leggervi, ma nemmeno gelosia. Era pi un sorriso divertito. E, comunque, qualunque cosa fosse, gli imped di provare lorgoglio e la soddisfazione che aveva stabilito di sentire. Il punto era che non sapeva se Gabe stesse ridendo con lui o di

lui. Avvert una mancanza di fiducia in se stesso a cui non era abituato e gli rispose limitandosi a un cenno del capo. Nel frattempo, al telefono, Marcia continuava il suo discorso insensato, mentre Lou sentiva la testa diventare sempre pi calda. Lou? Lou, mi stai ascoltando? gli domand con la sua vocina. Certamente, Marcia, ma non posso proprio stare al telefono adesso perch in questo momento dovrei essere in due posti diversi, e non qui concluse con una risatina per addolcirle la pillola. S, lo so che sei molto impegnato replic lei e, senza alcun sarcasmo, aggiunse: Non ti disturberei al lavoro, se ti facessi vedere ogni tanto la domenica. Ah, ecco che ci risiamo si lament lui, alzando gli occhi al cielo, pronto a sorbirsi la solita manfrina. No, non questo che volevo dire. Per favore, ascoltami. Lou, ho davvero bisogno del tuo aiuto. Non ti disturberei, ma io e Rick stiamo facendo le pratiche per il divorzio e Sospir. Ad ogni modo, voglio che sia tutto perfetto e non posso farlo da sola. Certo che no. In realt Lou non aveva idea di che cosa stesse parlando. Nel frattempo la presenza di Gabe lo rendeva sempre pi paranoico. Allung il filo del telefono fino a raggiungere langolo della stanza dovera appeso il suo cappotto ma, dimenandosi nel tentativo di infilarlo, fece cadere a terra la cornetta che teneva premuta tra lorecchio e la spalla. Si sistem il cappotto e poi si fiond a raccoglierla. Marcia stava ancora parlando.

Potresti almeno rispondere alla mia domanda sulla sala? La sala ripet Lou. Il cellulare cominci a squillargli in tasca e lui lo copr con la mano per attutirne il rumore, anche se avrebbe di gran lunga preferito rispondere. Marcia rimase un momento in silenzio. S, la sala ribad, la voce ora cos bassa che Lou dovette tendere lorecchio per sentirla. Ah, certo, la sala per Guard Alison con lespressione pi allarmata che gli riusc, lei smise di scrutare Gabe e si precipit fuori dallufficio con in mano un Post-it di un giallo acceso. A-ha! esclam Lou, strappandole il foglietto di mano e praticamente leggendone il contenuto ad alta voce. Per il compleanno di suo voglio dire, di mo padre. Stai cercando una sala per la festa di compleanno di pap. Poi avvert una presenza alle sue spalle. S conferm Marcia sollevata. In realt non stiamo cercando una sala, ne abbiamo gi due. Ricordi che te lavevo detto? Ho soltanto bisogno che mi aiuti a scegliere. Quentin ne preferisce una e io laltra, mentre mamma vuole restarne fuori, quindi Puoi chiamarmi sul cellulare, Marcia? Devo proprio andare o far tardi a un pranzo di lavoro. No, Lou! Dimmi soltanto dove Ascolta, ho in mente una sala bellissima la interruppe di nuovo, guardando lorologio. A pap piacer un sacco e tutti si divertiranno tagli corto. Non mi va di valutare unaltra sala, a questo punto. Lo sai com fatto pap. Vuole solo una riunione di famiglia tra pochi intimi in un posto accogl Qualcosa di intimo e accogliente. Ricevuto. Lou strapp una penna di mano ad Alison e le fece un appunto sulla festa di cui le avrebbe affidato lorganizzazione. Fantastico. Che data abbiamo in mente? Il giorno del suo compleanno. La voce di Marcia si faceva pi debole a ogni risposta. Giusto, il suo compleanno. Lou rivolse uno sguardo interrogativo ad Alison, che si tuff sulla sua agenda e cominci a sfogliarla alla velocit della luce. Credevo fosse meglio durante il fine settimana, in modo che gli invitati siano

pi rilassati. Cos lo zio Leo sar libero di scatenarsi sulla pista da ballo disse ridacchiando. Gli hanno appena diagnosticato un cancro alla prostata. Non questo che volevo dire. Allora, quando sarebbe il fine settimana pi vicino? improvvis. Il compleanno di pap cade di venerd rispose Marcia, ormai stanca. il ventidue dicembre, Lou. La stessa data dellanno scorso e di ogni altro anno. Il ventidue dicembre, giusto. Guard Alison con aria accusatoria perch non era riuscita a trovare la data in tempo utile e lei rispose con unespressione avvilita. Ma il prossimo fine settimana, Marcia. Perch hai aspettato tanto? Non ho affatto aspettato, te lho detto, tutto pronto. Entrambe le sale sono disponibili! Lou smise ancora una volta di ascoltarla, prese di mano ad Alison lagenda e cominci a sfogliarla. Ah, non si pu fare, accidenti. C la festa dellufficio e devo andarci per forza. Ci saranno dei clienti importanti. La festa di pap si pu fare il sabato. Dovrei rimandare qualche impegno disse ragionando ad alta voce, ma fattibile. il settantesimo compleanno di tuo padre. Non puoi spostarlo per la festa dellufficio ribatt Marcia incredula. E poi gi stato organizzato tutto, la musi ca, il mangiare. Manca solo di decidere quale delle due sale Ascolta, annulla tutto la interruppe Lou, scendendo dallangolo della scrivania dovera seduto e preparandosi a riagganciare. La sala che ho in mente comprende gi catering e musica. Non dovrai alzare un dito, capito? Allora deciso. Fantastico. Ti ripasso Alison, cos puoi darle i dettagli. Appoggi il ricevitore sulla scrivania e afferr la ventiquattrore. Sapeva che Gabe era dietro di lui, ma non si volt. Tutto bene? gli domand, mentre prendeva dei fascicoli dalla scrivania di Alison e li sistemava nella valigetta aperta. S, benissimo. Pensavo di scendere con te, visto che andiamo dalla stessa parte. Ah. Lou chiuse di scatto la valigetta, si gir e si avvi verso lascensore a grandi falcate, temendo di aver commesso un grosso errore e di dover ora dimostrare a Gabe che il suo intento nel procurargli un lavoro non era quello di farsi un nuovo amichetto. Premette il pulsante di chiamata

e, mentre aspettava che i numeri dei piani scorressero sul display, si mise a giocherellare con il cellulare. Cos hai una sorella disse Gabe in tono pacato. Gi rispose Lou, intento a scrivere un sms, con la sensazione di essere tornato a scuola e di avere alle calcagna un cretino con il quale una volta era stato gentile, ma che adesso si sarebbe volentieri scrollato di dosso. Ora che lo avrebbe tanto voluto, il suo cellulare decise di non squillare. fantastico. Mmm. Di che si trattava? La domanda di Gabe gli arriv cos a bruciapelo che lo costrinse a sollevare la testa. Non ho sentito quello che hai detto aggiunse Gabe in tono professorale. Pur non sapendo bene perch, Lou avvert un senso di colpa e rimise il cellulare in tasca. Scusami, Gabe disse strofinandosi un sopracciglio, una giornata strana. Oggi non sono me stesso. E chi sei allora? Lou lo guard confuso, ma Gabe si limit a sorridere. Mi stavi parlando di tua sorella. Davvero? Be, Marcia la solita disse Lou con un sospiro. Mi sta facendo impazzire con i preparativi della festa per i settantanni di mio padre. Sfortunatamente il suo compleanno cade lo stesso giorno del party aziendale, il che, come puoi capire, mi crea qualche problema. Organizzano sempre delle belle serate, qui. Guard Gabe e gli fece locchiolino. Capirai che voglio dire. Ma ora prendo in mano io la cosa, cos Marcia sar pi tranquilla gli spieg. Non hai pensato che forse lei si diverte? domand Gabe. Lou distolse lo sguardo. Marcia adorava occuparsi della festa, era da un anno che la programmava. Sollevandola da quellincarico, in realt stava facilitando le cose a se stesso. Non ce la faceva pi a sopportare venti telefonate al giorno per organizzare lassaggio della torta, per chiedergli se era disposto a ospitare tre delle loro decrepite zie e se potevano usare i suoi cucchiai da portata per il buffet. Da quando il matrimonio di Marcia era fallito, lei si era concentrata su quellevento familiare.

Se avesse dedicato al marito tutte le attenzioni che stava riservando a quella maledetta festa, adesso non si sarebbe ritrovata ogni giorno al Curves a piangere con le amiche. Toglierle di mano lorganizzazione significava fare un favore a lei, ma anche a se stesso. Due piccioni con una fava. Proprio come piaceva a lui. Per ci andrai alla festa di tuo padre, vero? domand Gabe. Compie settantanni aggiunse con un fischio che ne sottolineava limportanza. Non vorrai perdertela. Una sensazione di irritazione e disagio si impossess nuovamente di Lou. Non capiva bene se Gabe gli stava facendo la predica o se stava cercando di essere gentile, cos gli lanci una rapida occhiata per cogliere le sue intenzioni, ma lui era intento a esaminare le buste nel carrello per capire a che piano doveva fermarsi. Certo che ci vado rispose Lou stampandosi in faccia un falso sorriso. A un certo punto della serata ci far un salto. Eravamo daccordo cos fin dallinizio. La sua voce suon forzata. Perch diavolo si stava giustificando? Gabe non ribatt e, dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio, Lou premette pi volte il pulsante di chiamata. Questi affari sono cos lenti bofonchi. Infine le porte si aprirono e fu subito chiaro che nellascensore affollato sarebbe entrata soltanto una persona. Gabe e Lou si guardarono. Be, che entri almeno uno dei due ringhi dallinterno un tizio di cattivo umore. Vai pure disse Gabe. Io devo portare gi questo aggiunse indicando il carrello. Prendo il prossimo. Sei sicuro? Datevi anche un bacino, gi che ci siete grid un altro e tutti scoppiarono a ridere. Lou si precipit dentro, incapace di distogliere lo sguardo dallespressione impassibile di Gabe finch le porte non si chiusero e lascensore cominci la sua lenta discesa. Dopo soltanto due fermate intermedie raggiunsero il pianterreno e, ritrovandosi schiacciato sul fondo, Lou dovette aspettare che tutti gli altri scendessero. Intanto osservava gli impiegati precipitarsi verso luscita per andare a pranzo, infagottati e pronti ad affrontare le intemperie.

Quando la folla si disperse, il suo cuore sobbalz: in piedi accanto al bancone della sicurezza cera Gabe che, con a fianco il carrello, lo cercava tra la gente. Lentamente usc dallascensore e si avvicin. Ho dimenticato di lasciare questa sulla tua scrivania gli spieg Gabe porgendogli una busta sottile. Era nascosta sotto la posta di un altro. Lou la prese e se la infil nella tasca del cappotto senza degnarla di uno sguardo. Qualcosa non va? domand Gabe, ma non sembrava preoccupato. No. Tutto a posto. Lou non riusciva a staccargli gli occhi di dosso. Come hai fatto ad arrivare cos in fretta? Qui? chiese Gabe indicando il pavimento. S, qui rispose Lou sarcastico. Al piano terra. Stavi aspettando un altro ascensore. Al quattordicesimo piano. Meno di trenta secondi fa. Ah, s fece Gabe con un sorriso. Anche se non direi che si trattato proprio di trenta secondi. E quindi? Quindi Immagino di aver fatto pi in fretta di te. Si strinse nelle spalle, con il piede tolse il freno di sicurezza alla ruota del carrello e fece per avviarsi. In quel momento il cellulare di Lou inizi a squillare e il suo BlackBerry segnal larrivo di una nuova email. Ti conviene sbrigarti gli sugger Gabe, allontanandosi. Hai delle cose da vedere e delle persone da fare disse ripetendo le parole di Lou. Poi gli rivolse un sorriso scintillante che su Lou ebbe un effetto ben diverso dalla confusa sensazione di affabilit che gli aveva ispirato quella stessa mattina. Brividi di paura e di ansia gli attraversarono il cuore e le viscere. Due posti diversi esattamente nello stesso istante.

8. Un bel pasticcio

Erano le dieci e mezzo di sera quando finalmente la citt lasci Lou libero di percorrere la strada costiera che portava alla sua casa di Howth, contea di Dublino.

Una fila di villette fiancheggiava il mare, cornice di un acquerello perfetto. Quelle case sferzate dal vento ed erose dallaria salata avevano abbracciato il grande spirito americano ospitando, sopra i tetti scintillanti, Babbi Natale giganteschi con tanto di renne. Dalle finestre con le tende aperte filtrava il luccichio degli alberi addobbati e Lou ricord che da bambino, quando viaggiava, aveva labitudine di contare tutti gli alberi che gli passavano davanti. Ora alla sua destra la vista si stendeva fin oltre la baia, dove cerano Dalkey e Killiney. Le luci di Dublino sfavillavano al di l delloscurit oleosa del mare come anguille elettriche nel buio di un pozzo. Howth era da sempre la meta dei suoi sogni. Anzi, per la precisione, il primo desiderio di cui aveva ricordo era nato proprio l, ed era un desiderio di appartenenza. Quel porto per la pesca e il turismo nella parte settentrionale di capo Howth era un noto luogo di villeggiatura del nord della contea di Dublino, a soli quindici chilometri dalla citt. Il piccolo centro aveva anche una storia; sentieri scavati nella roccia che portavano al villaggio e alla sua abbazia in rovina, un castello del quindicesimo secolo costruito nellentroterra con giardini di rododendri, e numerosi fari che punteggiavano la costa. Era un paese vivace e molto conosciuto, pieno di pub, alberghi e buoni ristoranti di pesce. Offriva un panorama mozzafiato della baia di Dublino e, oltre, dei monti Wicklow e della valle di Boyne. Howth era una penisola unita al resto del paese da un lembo di terra, poco pi di una striscia che collegava la vita quotidiana di Lou a quella della sua famiglia. Quando si scatenava un temporale, Lou guardava dalla finestra dellufficio il burrascoso Liffey e immaginava grigie onde feroci che si abbattevano sullistmo, lambendolo come fiamme e minacciando di recidere ogni collegamento tra la sua famiglia e la terraferma. A volte in quelle fantasticherie si sentiva separato da loro per sempre. Nei momenti pi belli sognava invece di stringerli a s e proteggerli dalla furia degli elementi. Dietro il loro giardino curato si stendevano campi brulli e selvaggi di erica viola, fieno ed erbacce alte fino alla vita che si affacciavano sulla baia di Dublino.

Davanti alla casa si poteva invece ammirare Irelands Eye, e nelle giornate limpide il panorama era davvero magnifico, come se un telo verde fosse stato appeso alle nuvole e srotolato gi fino alloceano. Dal porto si allungava un molo dove Lou amava andare a passeggiare, solo. Non era sempre stato cos; il suo amore per il molo di Howth era cominciato da bambino, quando i genitori lo portavano l con Marcia e il fratello maggiore Quentin. Ci andavano ogni domenica, qualsiasi tempo facesse. A volte il sole era cos caldo che sentiva ancora in bocca il gusto del gelato, mentre in altri giorni dovevano tenersi stretti per non essere spazzati via dal vento e dispersi in mare. Durante quelle giornate con la famiglia, Lou si rifugiava in un mondo di fantasia. Era un pirata che solcava i mari. Oppure un bagnino. Un soldato. Una balena. Diventava tutto ci che voleva, tutto ci che non era. Allinizio della passeggiata lungo il molo camminava allindietro guardando la loro auto nel parcheggio, finch quel rosso brillante non era pi visibile e le persone si trasformavano in puntini neri, come tanti pinguini trotterellanti. A Lou piaceva ancora passeggiare su quel molo, era il suo angolo di tranquillit. Gli piaceva guardare le macchine e le case abbarbicate sulle scogliere diventare pi indistinte man mano che si allontanava dalla terraferma. Si metteva accanto al faro e scrutava lorizzonte. Dopo una lunga settimana di lavoro poteva finalmente buttare a mare le sue ansie e le sue preoccupazioni, osservarle atterrare con un tonfo sulle onde e poi sprofondare. Ma la sera in cui torn a casa dopo aver conosciuto Gabe era troppo tardi per andare al molo. Il buio era interrotto soltanto dalla luce di segnalazione del faro che ogni tanto lampeggiava. Nonostante lora e il fatto che fosse un giorno feriale, il villaggio non era immerso nella solita tranquillit. Nel periodo di Natale i ristoranti erano presi dassalto da festeggiamenti e riunioni annuali. Tutte le barche erano in porto per la notte e le foche si erano allontanate dal molo con le pance piene degli sgombri lanciati dai turisti. La strada che saliva serpeggiando

era buia e silenziosa e, sapendo che casa sua era ormai vicina e che non cerain giro nessuno, Lou premette il piede sullacceleratore della Porsche 911. Abbass il finestrino, sent laria gelida soffiargli tra i capelli e ascolt il rombo del motore risuonare tra le colline e gli alberi. Sotto di lui la citt sfavillava di un milione di luci e lo spiava mentre risaliva la montagna boscosa simile a un ragno in mezzo allerba. Come se la giornata non fosse stata gi abbastanza intensa, ud una sirena e, guardando nello specchietto retrovisore, imprec ad alta voce in direzione della macchina della polizia che si avvicinava con i fari puntati. Stacc il piede dallacceleratore sperando che lo superasse, ma non serv, perch lemergenza era proprio lui. Allora mise la freccia, accost e rimase con le mani appoggiate sul volante a osservare una figura familiare scendere dallauto. Il sergente si avvi con lentezza verso la Porsche, guardandosi intorno come se stesse facendo una passeggiata di piacere. Lou abbass la musica, che era a tutto volume, e scrut con attenzione luomo inquadrato dallo specchietto retrovisore, spremendosi le meningi nel tentativo di ricordare come si chiamasse. Il poliziotto si ferm davanti alla portiera e si chin per guardare dentro il finestrino aperto. Signor Suffern disse senza alcun sarcasmo, con grande sollievo di Lou. Sergente OReilly. Ricord il nome in quello stesso istante e gli rivolse un sorriso a trentadue denti che lo fece assomigliare a uno scimpanz. Ci incontriamo di nuovo disse il sergente OReilly con una smorfia. Sfortunatamente per lei, andiamo a casa alla stessa ora. Gi, proprio cos. Le faccio le mie scuse, la strada era vuota e ho pensato che non fosse un problema. In giro non c neanche un peccatore. Soltanto qualche innocente. sempre quello il problema. E io sono uno di loro, vostro onore disse Lou ridendo e alzando le mani in un gesto difensivo. lultimo tratto di strada prima di casa e, quando lei mi ha fermato, avevo premuto il piede sullacceleratore soltanto da qualche secondo, davvero. Muoio dalla voglia di tornare dalla mia famiglia. E non una battuta. Ho sentito il suo motore da

Sutton Cross, gi in fondo alla strada. una notte silenziosa. Il suo motore rumoroso, certo, per non si sa mai, signor Suffern. Non si sa mai. Immagino che non me la caver con un altro richiamo verbale disse Lou sfoggiando un sorriso seducente che voleva esprimere sincerit e pentimento. Allo stesso tempo. Credo che lei conosca i limiti di velocit Sessanta allora. E non cento e Il sergente sinterruppe allimprovviso e si raddrizz. Lou perse il contatto visivo e si ritrov davanti agli occhi la fibbia della cintura. Non sapendo bene che intenzioni avesse OReilly, rimase a guardare la strada davanti a s, sperando che non gli togliesse altri punti dalla patente. Per il ritiro ce ne volevano dodici e lui, con i suoi otto, cera pericolosamente vicino. Si volt verso il sergente e lo vide cercare qualcosa nella tasca sinistra. Le serve una penna? disse, infilando una mano nel taschino interno della giacca. OReilly si ritrasse e gli volt le spalle. Ehi, si sente bene? domand Lou preoccupato. Afferr la maniglia della portiera, ma poi ci ripens. Il sergente bofonchi qualcosa di incomprensibile che suon come un avvertimento. Dallo specchietto laterale, Lou lo vide tornare verso lauto. Aveva una bizzarra andatura. Sembrava trascinare la gamba sinistra. Era forse ubriaco? OReilly apr la portiera, sal in macchina, avvi il motore, fece inversione a u e se ne and. Lou aggrott la fronte, perplesso. Quella giornata, anche nelle ultime ore, era stata davvero strana. Si ferm nel vialetto e assapor lorgoglio e la soddisfazione che provava ogni sera rincasando. Per la maggior parte delle persone normali le dimensioni non contano, ma Lou non voleva essere normale e considerava ci che possedeva unespressione della propria identit. Desiderava il meglio di tutto e il meglio, secondo lui, si valutava in termini di grandezza e quantit. Bench la villetta si trovasse in una tranquilla strada senza uscita con poche

case sulla sommit di Howth, aveva fatto rialzare i muri di cinta e installato enormi cancelli elettrici dotati di telecamere. Nelle camere dei bambini, che si affacciavano sul davanti, le luci erano spente e Lou avvert un inspiegabile sollievo. Sono tornato disse alla casa immersa nel silenzio. Poi, dalla stanza in fondo al corridoio, ud la debole eco di una donna isterica con il fiatone che impartiva istruzioni. Il dvd di ginnastica di Ruth. Allent il nodo della cravatta e slacci il primo bottone della camicia, si liber delle scarpe con un calcio e avvert sotto i piedi il piacevole tepore del riscaldamento attraverso il marmo del pavimento, poi si mise a guardare la posta sul tavolino dellingresso. La sua mente inizi pian piano a rilassarsi, mentre le voci delle riunioni e delle telefonate, ancora presenti, si facevano sempre pi distanti. A ogni indumento che toglieva si scrollava di dosso un pezzo di quella giornata: il cappotto lanciato su una sedia, la giacca sul tavolo, le scarpe dallaltra parte della stanza, la cravatta, anchessa sul tavolo e scivolata poi a terra, la ventiquattrore qua, le monetine e le chiavi l Ciao disse per la seconda volta a voce un po pi alta, rendendosi conto che nessuno, e cio sua moglie, era andato a salutarlo. Forse era troppo impegnata a respirare contando fino a quattro, come listerica nella stanza della televisione. Ud uno sssh provenire dal secondo piano. Sua moglie attravers il pianerottolo facendo scricchiolare le assi del pavimento. La cosa lo infastid. Non lo scricchiolio, dato che la casa era vecchia e ci si poteva fare ben poco, ma il fatto di essere zittito. Nel corso di quella giornata di conversazioni ininterrotte e complessi termini tecnici, di discorsi persuasivi e discussioni intelligenti, di stesure di accordi e contratti stipulati, nessuno tra quelli con cui aveva avuto a che fare laveva zittito. Era una cosa tipica degli insegnanti e dei bibliotecari. Non degli adulti che vivevano con lui. Gli sembrava di aver lasciato il mondo reale e di essere entrato in un asilo nido. Era rincasato da appena un minuto ed era gi irritato, il che negli ultimi tempi gli capitava molto spesso.

Ho appena rimesso a letto Pud. Stasera agitato gli spieg Ruth dalla cima delle scale con un sonoro bisbiglio. Un modo di parlare che, per quanto giustificato, lo innervos ancora di pi. Come lo sssh, quel bisbiglio si addiceva agli scolaretti in classe o agli adolescenti che uscivano di nascosto. Non amava avere limitazioni, soprattutto in casa propria, e fin col perdere ogni briciola di buonumore. Pud era il nomignolo di suo figlio Ross. A poco pi di un anno dalla nascita, ancora non aveva perso laspetto grassottello di quandera in fasce e la sua pelle sembrava la pasta di un croissant crudo o la crema di un pudding. Da qui il soprannome di Pud che, per sua sfortuna, nonostante fosse gi battezzato, sembrava essergli rimasto incollato addosso.

Sai che novit mormor, riferendosi alla scarsa inclinazione del figlio verso il sonno, mentre cercava tra la posta qualcosa che non somigliasse a una bolletta. Apr alcune buste che poi gett sul tavolino. Brandelli di carta strappata caddero sul pavimento. Ruth scese, indossava qualcosa che Lou non riusc a identificare con certezza, una tuta da ginnastica o un pigiama di velluto, ma negli ultimi tempi era sempre cos, con i vestiti che si metteva. I lunghi capelli castani erano raccolti in una coda alta e ai piedi portava un paio di pantofole che strascicava producendo un rumore pi fastidioso di quello dellaspirapolvere, fino ad allora il peggiore in assoluto, secondo Lou. Ciao lo salut allegra, e la stanchezza svan dal suo viso, lasciando per un attimo il posto a una debole scintilla della donna che aveva sposato. Ma, veloce comera comparsa, quella scintilla svan in un attimo e Lou si ritrov a domandarsi se laveva immaginata o se esisteva davvero. Il volto della donna che vedeva ogni giorno gli si avvicin per dargli un bacio sulle labbra. Hai passato una bella giornata? gli domand. Incasinata. Ma bella? Il contenuto di una lettera cattur la sua attenzione. Dopo un lungo momento, avvert lintensit di uno sguardo fisso su di lui. Eh? disse alzando gli occhi. Ti ho solo chiesto se hai passato una bella giornata. S, e io ho risposto: Incasinata. S, e io ho detto: Ma bella?. Tutte le tue giornate sono incasinate, per non tutte sono belle. Speravo fosse stata bella spieg lei con voce tesa. Dal tuo tono non si direbbe ribatt lui, mentre leggeva il resto della lettera. Be, la prima volta che te lho chiesto era cos disse sforzandosi di sembrare tranquilla. Ruth, sto cercando di leggere la posta! Lo vedo borbott lei, raccogliendo brandelli di carta sparsi a terra e sul tavolino. E qui com andata oggi? domand lui, aprendone unaltra. La carta svolazz sul pavimento.

Il solito delirio. Ho riordinato casa poco prima che tu arrivassi, per la milionesima volta. Ruth si pieg a recuperare un foglio appallottolato dandogli una dimostrazione pratica. Marcia ti ha chiamato parecchie volte, ma sono riuscita a risponderle solo quando ho trovato il telefono. Pud laveva nascosto di nuovo. Ci ho messo una vita a scovarlo. Tornando a Marcia, ha bisogno che la aiuti a decidere dove organizzare la festa di tuo padre. A lei piaceva lidea di mettere un tendone qui, ma ovviamente Quentin non daccordo. Lui vorrebbe farla allo Yacht Club. Penso che a tuo padre andrebbero bene entrambi i posti, anzi no, non vero, penso che non sceglierebbe nessuno dei due, ma dato che stanno facendo tutto senza la sua approvazione, sar felice in ogni caso. Tua madre vuole starne fuori. Tu che cosa le hai detto? Silenzio. Ruth aspett paziente che leggesse lultima pagina del documento che aveva in mano. Lou ripieg la lettera, la butt sul tavolino e ne prese unaltra. Tesoro? Mmm? Ti ho chiesto di Marcia disse a denti stretti, raccogliendo altri pezzetti di carta dal pavimento. Ah, s. Apr la lettera successiva. Mi ha chiamato, ehm Si lasci distrarre dalla lettura. S? lo incalz Ruth, alzando la voce. Lou la guard come se notasse la sua presenza per la prima volta. Mi ha chiamato per la festa. Lo so. Come fai a saperlo? le domand rimettendosi a leggere. Perch Lasciamo stare disse, decidendo di far finta di niente. cos eccitata allidea di questa festa, non trovi? bellissimo vederla dedicarsi con tanto impegno a qualcosa dopo lanno che ha passato. Non la smetteva pi di raccontarmi del rinfresco, della musica Lasci la frase in sospeso. Silenzio. Mmm? Marcia disse Ruth, strofinandosi gli occhi stanchi. Stiamo parlando di Marcia, ma tu hai da fare, quindi Si avvi verso la cucina. Ah, s. Ho deciso di affidare a qualcun altro lorganizzazione. Se ne occuper Alison. Ruth si blocc. Alison? S, la mia segretaria. nuova. Lhai conosciuta? Non ancora. Lentamente torn verso di lui. Tesoro, per Marcia un onore

occuparsi della festa. Invece per Alison sar un onere ribatt lui scoppiando a ridere. Lei rispose a quella battuta con un sorriso paziente, ma in cuor suo avrebbe voluto strozzarlo per aver escluso Marcia dallorganizzazione della festa affidandola invece a una donna che non sapeva nulla delluomo che avrebbe festeggiato settantanni di vita insieme alle persone che amava e che lo amavano. Trasse un profondo respiro, rilassando le spalle mentre lasciava uscire laria. La tua cena pronta disse andando in cucina. Ci metto un minuto a scaldarla. E ho comprato la torta di mele che ti piace. Ho gi mangiato replic lui, ripiegando lennesima lettera prima di strapparla. Alcuni frammenti di carta fluttuarono fino a terra. Fu il rumore della carta che cadeva sul marmo o furono le sue parole? Ruth rimase impietrita. La raccolgo io questa roba aggiunse lui irritato. Lei si volt lentamente e, con voce tranquilla, domand: Dove hai cenato?. Da Shanahans. Una costata di manzo. Sono pieno come un uovo disse strofinandosi distrattamente lo stomaco. Con chi? Con dei colleghi. Quali colleghi? Ma che cos, lInquisizione spagnola? No, soltanto una moglie che chiede al marito con chi ha cenato. gente dellufficio. Non li conosci. Avresti potuto dirmelo. Non era una cosa ufficiale. Non cera la moglie di nessuno. Non intendevo questo Se mi avessi avvisata, magari non mi sarei disturbata a prepararti la cena. Accidenti, Ruth, scusa tanto se ti ho fatto cucinare e comprare una torta del cavolo esplose. Sssh fece lei, chiudendo gli occhi e sperando che il suo tono di voce alterato non avesse svegliato il piccolo Pud. No! Non sto zitto! Hai capito?! tuon, e poi se ne and in salotto, lasciando le scarpe in mezzo allingresso e le lettere sparpagliate sul tavolino. Ruth fece un altro respiro profondo, volt le spalle alla confusione che Lou aveva creato e si diresse verso la parte opposta della casa.

Quando Lou la raggiunse, la trov seduta in cucina a mangiare lasagne e insalata, con accanto al piatto la torta ancora intatta, mentre guardava delle donne strette dentro tutine elasticizzate che saltellavano nel grande schermo al plasma sistemato nel soggiorno adiacente. Credevo che avessi cenato insieme ai bambini le disse, dopo essere rimasto a osservarla per un momento. Infatti conferm lei a bocca piena. Allora perch mangi di nuovo? Guard lorologio. Sono quasi le undici. un po tardi per cenare, non ti sembra? Tu ceni sempre a questora osserv lei accigliandosi. S, ma io non mi lamento di essere grasso per poi mangiarmi due cene pi la torta disse ridendo. Ruth ingoi il boccone, che le sembr pesante come un sasso. Lou aveva parlato senza pensare, non aveva avuto intenzione di ferirla. In realt non ne aveva mai lintenzione, per lo faceva lo stesso. Dopo un lungo silenzio Ruth fece sbollire la rabbia e riconquist lappetito, e Lou la raggiunse al tavolo da cucina, nella veranda chiusa. Loscurit si era incollata al pannello freddo, desiderosa di entrare. Oltre la vetrata, le luci della citt dallaltra parte della baia sfavillavano a milioni come addobbi di Natale sospesi nel buio. Oggi stata una giornata insolita disse Lou. In che senso? Non lo so rispose con un sospiro. Mi sentivo strano. Proprio strano. Io mi sento quasi sempre cos osserv Ruth sorridendo. Forse mi sto ammalando. Mi sento fuori fase. Ruth gli appoggi una mano sulla fronte. Non sei caldo. No? La guard sorpreso e poi si tocc. Per mi sento caldo. Devessere per via di quel tizio al lavoro disse scuotendo la testa. Che tipo. :.& Ruth aggrott la fronte e lo scrut, non era abituata a vederlo disorientato. La giornata cominciata bene. Lou fece girare nel bicchiere il vino che si era versato. Fuori dallufficio ho conosciuto un uomo di nome Gabe. Un senzatetto

Be, non so se davvero un senzatetto, in effetti mi ha detto che ha un posto dove stare, ma in ogni caso chiedeva lelemosina per strada. In quel momento linterfono collegato alla stanza del bambino si mise a gracchiare. Pud aveva cominciato a piangere piano, un debole lamento assonnato. Ruth mise gi coltello e forchetta, allontan il piatto ancora pieno e preg perch smettesse. Sta di fatto che prosegu Lou, senza nemmeno accorgersene gli ho offerto un caff e ci siamo messi a parlare. Carino da parte tua osserv Ruth, ma poi listinto materno prese il sopravvento. Lunica cosa che ormai riusciva a sentire erano i gemiti di suo figlio che da sonnolenti si stavano trasformando in vere e proprie urla. Mi faceva pensare a me stesso disse Lou, ora confuso. Mi assomiglia tantissimo e abbiamo avuto una divertente conversazione a proposito di scarpe. Scoppi a ridere ripensandoci. in grado di ricordare ogni singolo paio di scarpe che entra nel nostro edificio, e cos lho assunto. Be, non proprio io, per ho chiamato Harry Lou, tesoro intervenne lei, non lo senti? Innervosito dallinterruzione, le rivolse uno sguardo vacuo, ma poi inclin la testa per ascoltare. Finalmente il pianto del bambino penetr i suoi pensieri. Va bene, vai si arrese con un sospiro, massaggiandosi lattaccatura del naso. Ma non dimenticare che ti stavo raccontando la mia giornata, visto che mi rimproveri sempre di non farlo bofonchi. Che vuoi dire? disse lei inalberandosi. Tuo figlio sta piangendo. Dovrei starmene seduta qui ad ascoltarlo lamentarsi fino a quando non avrai concluso la tua storiella del senzatetto a cui piacciono le scarpe? O forse dovrei aspettare che ci vada tu, di tua spontanea volont, a vedere come sta? Vado io replic brusco, senza muoversi dalla sedia. No, ci vado io disse lei alzandosi. Quanto mi piacerebbe che lo facessi senza bisogno che io te lo ricordi. Non per avere un premio, Lou. In teoria lo dovresti volere. Nemmeno tu mi sembri scalpitare, in questo momento borbott, giocherellando con i gemelli.

Ruth si ferm a met strada tra il tavolo e la porta della cucina. Lo sai che non ti sei mai preso cura di Ross, nemmeno una volta? Devessere una cosa seria, stai usando il suo vero nome. Da dove ti viene questo risentimento? La frustrazione le fece uscire tutto ci che aveva dentro. Non gli hai mai cambiato il pannolino, non gli hai mai dato da mangiare. S che gli ho dato da mangiare protest lui. Il pianto del bambino si fece pi forte. Non gli hai mai preparato un biberon, n una pappa, non lo hai mai vestito, non ci hai mai giocato. Non hai mai passato del tempo da solo con lui, senza che ci fossi io, pronta a intervenire ogni cinque minuti perch tu potessi mandare une-mail o rispondere al cellulare. Questo bambino al mondo da pi di un anno, Lou. Pi di un anno. Aspetta un attimo. Si pass una mano tra i capelli e ce la tenne, stringendo con rabbia un ciuffo nel pugno. Come abbiamo fatto a passare dalla mia giornata, di cui vuoi sempre avere un resoconto minuto per minuto, a questa polemica? Perch eri talmente impegnato a parlare di te stesso che non hai sentito tuo figlio rispose lei in tono stanco, sapendo che quella conversazione li avrebbe portati nello stesso posto di tutte le altre discussioni di quel genere, ovvero da nessuna parte. Lou si guard intorno e allarg le braccia indicando la casa con un gesto plateale. Pensi che me ne stia seduto tutto il giorno alla scrivania a girarmi i pollici? No, lavoro sodo per cercare di far funzionare ogni cosa in modo che tu e i bambini possiate avere tutto questo, in modo che Ross possa mangiare. Per cui scusami se ogni mattina non gli riempio la bocca di omogeneizzato alla banana. Tu non fai funzionare un bel niente, Lou. Ti limiti a scegliere una cosa al posto dellaltra. C una bella differenza. Non posso essere in due posti contemporaneamente, Ruth! Se hai bisogno di aiuto in casa, te lho gi detto, basta dirlo e prendiamo subito una tata. Con quella frase sapeva di aver aperto la strada a una lite ancora peggiore e, mentre i vagiti di Pud nellinterfono si facevano pi sonori, si prepar allinevitabile aggressione. Nella speranza di eludere la discussione tanto temuta, per poco non aggiunse: E ti prometto che non ci andr a letto.

Invece il litigio non cominci mai. Le spalle di lei sembrarono contrarsi e tutto il suo aspetto si alter, ma rinunci a lottare e and a occuparsi di suo figlio. Lou afferr il telecomando e lo punt contro il televisore come una pistola. Premette con furia un pulsante e spense lapparecchio. Le donne avvolte nelle tutine elasticizzate e sudate si ridussero a un piccolo cerchio di luce al centro dello schermo, prima di svanire del tutto. Allung una mano verso il piatto con la torta di me le e cominci a mangiucchiarla, domandandosi comerano potuti arrivare a quel punto, a partire dal momento in cui aveva varcato la soglia di casa. Quella serata sarebbe finita come tante altre: sarebbe andato a letto con Ruth gi addormentata o che fingeva di esserlo. Qualche ora pi tardi si sarebbe svegliato, avrebbe fatto un po di palestra, poi la doccia, dopodich sarebbe andato al lavoro. Sospir e, nelludire il proprio respiro, si rese conto che linterfono non stava pi trasmettendo i vagiti di Pud, ma gracchiava ancora. Quando si avvicin per spegnerlo, percep un altro rumore e cos alz il volume. I singhiozzi sommessi di Ruth riempirono la stanza, spezzandogli il cuore.

9. Il ragazzo del tacchino II

Quindi lhai lasciato andare? Una giovane voce interruppe i pensieri di Raphie. Come? disse Raphie, tornando a rivolgere la propria attenzione alladolescente seduto di fronte a lui. Ho detto che lhai lasciato andare. Chi? Il tizio danaroso con la Porsche di lusso. Aveva superato il limite e lhai lasciato andare. No, non lho lasciato andare. Invece s, non gli hai tolto i punti e non gli hai dato la multa. Niente. Glielhai fatta passare liscia. questo il problema con voialtri, siete sempre dalla parte dei ricchi.

Se ci fossi stato io al suo posto, mi avresti sbattuto dentro a vita. Io ho lanciato un tacchino del cavolo ed tutto il giorno che sono qui. E oggi anche Natale. Smettila con questa lagna, stiamo aspettando tua madre, lo sai, e non potrei darle torto se decidesse di mollarti qui. Il ragazzo del tacchino mise il broncio per un po. E cos sei nuovo della zona. Tu e tua madre vi siete trasferiti qui da poco? domand Raphie. Il ragazzo annu. Da dove? Dalla Repubblica del Tuo Culo. Che simpaticone disse Raphie sarcastico. Allora, come mai hai lasciato andare il tizio della Porsche tanto in fretta? domand infine il ragazzo, che non riusciva pi a trattenere la curiosit. Te la sei fatta sotto o cosa? Non essere sciocco, figliolo, gli ho fatto un richiamo verbale rispose Raphie, raddrizzandosi sulla sedia in atteggiamento difensivo. Ma non legale, avresti dovuto multarlo. A quella velocit poteva anche ammazzare qualcuno. Raphie si adombr e il ragazzo pens bene di smetterla di stuzzicarlo. Hai intenzione di ascoltare il resto della storia o no? S. Continua. Il ragazzo si allung sulla scrivania e appoggi il mento sulle mani. Ho tutta la giornata aggiunse con un sorriso sfacciato.

10. Il mattino seguente

Alle 5:59 Lou si svegli. La sera prima era andata esattamente come previsto: quando era arrivato a letto, Ruth gli dava le spalle, la coperta avvolta attorno al corpo, del tutto inaccessibile. Il messaggio era forte e chiaro. Lui non trov la forza di consolarla, di oltrepassare la linea che li separava nel letto e nella vita per rimettere le cose a posto. Tra di loro non era mai andata cos, nemmeno quanderano due studenti squattrinati che si adattavano a vivere nei posti peggiori, con il riscaldamento che funzionava quando gli pareva e il bagno in condivisione con decine di altre

persone. Dormivano insieme in un letto singolo in una stanza tanto minuscola che, per schiarirsi le idee, spesso erano costretti a uscire da l, ma non importava, anzi adoravano stare vicini. Ora avevano un letto largo due metri dove le loro dita si toccavano appena, anche quanderano sdraiati sulla schiena a braccia tese. Le lenzuola erano piene di enormi spazi vuoti e zone fredde impossibili da riscaldare. Lou ripens allinizio, al giorno in cui lui e Ruth si erano conosciuti: due diciannovenni spensierati e ubriachi che festeggiavano la fine degli esami della sessione invernale del primo anno di universit; avevano davanti alcune settimane di vacanza e la preoccupazione per i risultati era ancora lontana. Si erano incontrati a una serata di cabaret allIntemational Bar di Wicklow Street e da quel momento Lou aveva pensato a lei ogni singolo giorno delle vacanze trascorse a casa dei suoi. In ogni fetta di tacchino, in ogni caramella scartata, in ogni bisticcio di famiglia su una partita di Monopoli, lei era nei suoi pensieri. A causa sua aveva perfino perso il titolo di campione di Conta il ripieno, un gioco che faceva sempre con Marcia e Quentin. Lou fiss il soffitto e sorrise, ripensando a quando, con le coroncine di carta in testa e le lingue penzoloni, contavano le briciole di ripieno rimaste nei piatti, anche dopo che i loro genitori si erano alzati da tavola. Ogni anno Quentin e Marcia si alleavano per batterlo, ma non riuscivano mai a eguagliare il suo impegno e la sua dedizione, che qualcuno in realt avrebbe definito ossessione. Tranne quando venne raggiunto e superato da Quentin perch Ruth laveva chiamato al telefono, e allora non cera stato pi niente da fare. In quel momento si era buttato alle spalle ladolescenza ed era diventato un uomo. Almeno in teoria, dato che forse non lo era nemmeno adesso. Il diciannovenne di quel Natale avrebbe tanto desiderato essere al suo posto, in quel momento. Si sarebbe fatto trasportare nel futuro senza pensarci due volte per ritrovarsi l, con lei stesa al suo fianco in un bel letto, in una bella casa, con due bei bambini addormentati nella stanza accanto. Guard Ruth. Si era girata sulla schiena, la bocca era socchiusa e i capelli sparsi come fieno sul cuscino. Lou sorrise.

Negli esami della sessione invernale Ruth se lera cavata meglio di lui, non che ci volesse molto, e aveva continuato a farlo anche per i tre anni successivi. Studiare era sempre stato facile per lei, mentre Lou doveva sputare sangue per arrivare alla sufficienza. Non capiva dove trovasse il tempo per pensare, figuriamoci per studiare, tanto era impegnata a organizzare le loro notti avventurose in giro per la citt. Si imbucavano sempre a qualche festa, si facevano sbattere fuori e dormivano sulle scale antincendio, eppure Ruth era sempre in facolt alla prima lezione del mattino, con i compiti fatti. Riusciva a stare dietro a tutto. Era una trascinatrice e si annoiava a rimanere con le mani in mano. Aveva bisogno di avventura, di situazioni stravaganti e fuori del comune. Lui era il corpo e lei lanima di ogni festa e di ogni giornata. Tutte le volte che veniva bocciato a un esame ed era costretto a ripeterlo, lei gli preparava dei riassunti sui quali studiare. Aveva trascorso intere estati a trasformare lo studio in un gioco a quiz in piena regola, con tanto di premi, pulsanti acustici, sfide e penitenze. Si vestiva di tutto punto e recitava nel ruolo di conduttrice, assistente o modella, mostrandogli le belle cose che avrebbe potuto vincere se avesse risposto correttamente. Preparava le schede con il punteggio, scriveva le domande e inseriva addirittura musichette pacchiane e applausi finti. Anche andare a fare la spesa diventava un gioco di cui lei, nei panni di conduttrice, deteneva la lista dei premi. Se Lou voleva i popcorn, doveva prima rispondere a una domanda. Passo esclamava frustrato, cercando di afferrare la confezione. Non puoi passare, Lou, questa la sai ribatteva lei in tono fermo, sbarrandogli la strada. La risposta non la conosceva, ma Ruth in qualche modo gliela faceva trovare. Riusciva a costringerlo a frugare in una parte del proprio cervello di cui non so spettava lesistenza, dove era nascosta linformazione che non pensava nemmeno di avere. Un attimo prima di fare lamore, Ruth si fermava.

Rispondi a questa. Nonostante Lou protestasse e lottasse per ottenere quello che voleva, lei non mollava. Dai, Lou, questa la sai. E se non la sapeva, si costringeva a saperla. Avevano programmato di andare insieme in Australia dopo luniversit. Un anno di avventura lontani dallIrlanda prima di cominciare la vita vera. Decisi a raggiungere alcuni loro amici, risparmiarono tutto lanno i soldi per i biglietti dellaereo, lui lavorando come barista in un locale di Temple Bar e lei servendo ai tavoli. Si diedero parecchio da fare per realizzare il loro sogno, ma Lou non pass gli esami finali, mentre Ruth s. Lou avrebbe voluto piantare tutto, ma Ruth non glielo permise; come sempre, lo convinse che poteva farcela. Cos, mentre lui ricominciava lanno accademico, lei si diede alla pazza gioia e ricevette la laurea con lode nel corso di una cerimonia alla quale Lou non se la sent di partecipare. La raggiunse pi tardi alla festa, bevve troppo e le rovin la serata. In questo fu davvero bravissimo. Durante lanno in cui aspettava che Lou completasse gli studi, Ruth si iscrisse a un master in economia, tanto per tenersi occupata. Non glielo rinfacci mai, non lo fece mai sentire un fallito n sottoline i suoi fantastici risultati per sminuirlo. Era sempre lamica, la fidanzata, lanima di ogni festa, la studentessa modello, la donna di successo. Fu forse allora che inizi a provare risentimento nei suoi confronti? Gi allora? Non sapeva se era perch non si sentiva mai abbastanza bravo o se era un modo per punirla. Magari non era niente di tutto ci e lui era semplicemente troppo debole ed egoista per dire di no a una bella donna che lo guardava. Figuriamoci se poi la donna afferrava borsetta, cappotto e la sua mano. Perch quando accadeva, dimenticava tutto. Conosceva la differenza tra giusto e sbagliato, certo, ma in quelle occasioni non gli interessava. Era invincibile, non ci sarebbero state conseguenze n ripercussioni. Sei mesi prima Ruth laveva sorpreso con la tata. Avevano avuto solo pochi incontri, ma Lou sapeva che se nel tradimento esistevano dei livelli di correttezza, ed era convinto che cos fosse, fare sesso con la tata si posizionava tra

quelli pi bassi. Da allora non era pi successo niente, a parte qualche palpeggiamento con Alison, un vero errore. Se nel tradimento esistevano dei livelli di accettabilit, e anche di questo era convinto, allora quellepisodio sarebbe stato al primo posto. Lui era ubriaco, lei era bella e ora Lou se ne pentiva amaramente. Quindi non contava. Lou lo chiam Ruth in tono brusco, facendo irruzione nei suoi pensieri e spaventandolo. La guard. Buongiorno le disse con un sorriso. Non indovinerai mai a che cosa stavo pens Ma non la senti? lo interruppe. Sei sveglio come un grillo e fissi il soffitto. Eh? Si volt verso sinistra e not che la sveglia segnava le sei. Oh, scusa. Si allung e la spense. Doveva aver fatto qualcosa di sbagliato perch Ruth divent tutta rossa, salt fuori dal letto e usc a grandi passi dalla camera con i capelli dritti in testa, come se avesse infilato le dita dentro una presa di corrente. Fu solo allora che ud il pianto di Pud. Merda disse strofinandosi gli occhi in un gesto stanco. Hai detto una parolaccia gli fece notare una vocina da dietro la porta.

Buongiorno, Lucy la salut con un sorriso. A quel punto sbuc fuori una bimba di cinque anni in pigiamino rosa che trascinava una coperta sul pavimento, i capelli color cioccolato scompigliati dal sonno. I grandi occhi castani erano il ritratto della preoccupazione. Si ferm ai piedi del letto. Stasera vieni, vero, pap? Che cosa c stasera? La mia recita a scuola. Ah, gi, tesoro. Ma tu non vuoi davvero che venga, giusto? La bambina annu. E perch? disse stropicciandosi di nuovo gli occhi. Lo sai quanto impegnato pap, mi molto difficile venire. Ma ho fatto le prove. Perch allora non mi fai vedere adesso? Cos non dovr venire stasera. Non ho il costume Non importa. User la fantasia. La mamma dice sempre di fare cos, non vero? disse tenendo docchio la porta per assicurarsi che Ruth non lo sentisse. Puoi farlo mentre mi vesto, okay? Lanci via le coperte e, mentre Lucy cominciava a saltellare in giro, si infil in fretta e furia un paio di pantaloncini e una maglietta per la palestra. Pap, non mi stai guardando! Certo che s, tesoro. Vieni gi in palestra con me. L ci sono un sacco di specchi davanti ai quali puoi fare le prove. Sar divertente, vedrai. Una volta sul tapis roulant, accese lo schermo al plasma e inizi a seguire il notiziario. Pap, non mi stai guardando. Invece s, tesoro. Le lanci una rapida occhiata. Che cosa sei? Una foglia. una giornata di vento, io cado dallalbero e devo fare cos disse volteggiando per la palestra. Lou distolse lo sguardo e lo riport sul televisore. Che cosa centra una foglia con Ges? Chi, il cantante? Smise di piroettare e si aggrapp alla panca con i pesi, leggermente stordita. Lou aggrott la fronte. No, non il cantante. Di che parla la recita? Lucy fece un profondo respiro e poi, come se ripetesse una storia imparata a memoria, disse: I tre uomini saggi devono trovare una stella. Seguire una stella la corresse Lou, aumentando il passo e iniziando a correre. No, devono trovarla. Sono i giudici della trasmissione.

Ponzio Pilato canta e tutti lo fischiano, poi canta Giuda e tutti lo fischiano e alla fine canta Ges e vince perch ha lX faeton Ges Cristo disse Lou alzando gli occhi al cielo. S, infatti si intitola Jesus Christ Superstar disse ricominciando a ballare, Quindi perch tu sei una foglia? Lei si strinse nelle spalle e Lou non pot fare a meno di ridere. Verrai a vedermi? Ti preeeeeeego! S rispose lui, asciugandosi il viso con una salvietta. Promesso? Assolutamente disse, come per togliersi il pensiero. Ora vai di sopra dalla mamma. Io mi devo fare la doccia. Venti minuti pi tardi era gi pronto ad affrontare la giornata lavorativa e pass in cucina per un breve saluto. Pud era nel seggiolone e si spalmava banana e biscotti tra i capelli, Lucy leccava un cucchiaio guardando i cartoni animati al massimo volume e Ruth, in camicia da notte, preparava il pranzo che la bambina avrebbe portato a scuola. Aveva laria esausta. Ciao disse baciando sulla testa Lucy, che nemmeno si mosse, tanto era concentrata sui cartoni. Poi si ferm sopra Pud nel tentativo di trovare un angolo della sua faccia che non fosse sporco di cibo. Ehm, ciao. Alla fine gli diede un bacetto frettoloso sulla testa e and da Ruth. Vuoi che ci vediamo li alle sei oppure andiamo insieme da qui? Dove? A scuola. Ah, gi disse abbassando la voce. Devi venire, glielhai promesso. Smise di imburrare il pane e gli rivolse uno sguardo carico dira. Lucy mi ha fatto vedere il balletto gi in palestra e ne abbiamo parlato. A lei sta bene che io non ci sia. Rub un pezzetto di prosciutto. Hai idea del perch faccia la foglia in una recita di Natale? Ruth scoppi a ridere. Lou, tu mi stai prendendo in giro. Te lho detto un mese fa di segnarlo in agenda. Te lho ricordato la settimana scorsa e ho anche chiamato quella donna dellufficio, Tracey Ah, ecco cos successo disse schioccando le dita, come colto da unimprovvisa illuminazione, e poi aggiunse: andato storto qualcosa. Tracey si licenziata ed stata sostituita da Alison. Devesserci stato un problema nel passaggio di consegne. Cerc di mantenere un tono leggero, ma lespressione di Ruth

si stava lentamente trasformando in un miscuglio di delusione, odio e disgusto nei suoi confronti. Te ne ho parlato due volte la settimana scorsa. Te lho ripetuto ieri mattina. Mi sembra di essere un maledetto pappagallo e tu ancora non te lo ricordi. C la recita e poi la cena con tua madre, tuo padre, Alexandra e Quentin. Forse verr anche Marcia, se riesce a spostare la terapia. Ah, no, non pu proprio mancare comment Lou con unespressione esasperata. Ruthy, per favore, preferirei infilarmi degli aghi negli occhi piuttosto che cenare con loro. Sono la tua famiglia, Lou. Quentin non parla daltro che di barche. Sempre e solo di quelle maledette barche. Non ce la fa proprio a trovare un argomento di conversazione che non comprenda le parole boma e strozzascotte. Una volta ti piaceva andare in vela con Quentin. S, mi piaceva andare in vela, ma non necessariamente con Quentin, e poi stato tanti anni fa. Ormai so a malapena distinguere un boma da uno strozzascotte borbott. E Marcia non della terapia che avrebbe bisogno, ma di un bel calcio nel sedere. Alexandra invece mi piace disse, dopodich si perse nei propri pensieri. Stai parlando della barca di tuo fratello o di sua moglie? gli domand Ruth sarcastica, lanciandogli unocchiataccia. Lou non la sent, oppure la ignor. Non so che cosa ci trovi in Quentin, non lho mai capito. Lei completamente diversa. Vorresti dire che somiglia a te? lo provoc lei. una modella, Ruth. E con questo? Le uniche modelle che Quentin si pu permettere sono quelle delle riviste di nautica. Rise, e poi cambi subito umore. Vengono anche mamma e pap? domand nervoso. Non ce la posso fare. Peggio per te comment lei, continuando apreparare il pranzo di Lucy. Tua figlia si aspetta di vederti alla sua recita, i tuoi genitori non stanno pi nella pelle e io ho bisogno di te. Non posso occuparmi della cena e fare anche gli onori di casa, tutto da sola. Ti aiuter mamma. A tua madre hanno appena messo una protesi allanca ribatt Ruth cercando di non urlare. Proprio a me lo dici? Sono andato a prenderla in ospedale e ho passato dei guai per questo, come avevo previsto sbott.

Mentre Quentin se la spassava in barca. Aveva una gara, Lou! Pos il coltello e si volt verso di lui, addolcendosi. Per favore. Gli diede un bacio sulle labbra e lui chiuse gli occhi, godendosi quel raro momento. Ma ho tante cose da fare a lavoro le rispose con un filo di voce, mentre si baciavano. Per me importante. Ruth si allontan. Be, mi fa piacere che qualcosa lo sia, Lou, perch per un attimo ho quasi pensato che non fossi umano. Fin di imburrare in silenzio, con gesti rabbiosi, il pane integrale, usando il coltello con tanta forza da bucare la fetta. Poi ci butt sopra prosciutto e formaggio, lo schiacci e lo tagli in diagonale. Infine prese a girare per la cucina sbattendo le antine dei pensili e strapp con violenza un foglio di stagnola dalla confezione. Ruth, che succede? Che succede? Non siamo al mondo per lavorare e basta. Siamo al mondo per vivere. Dobbiamo condividere dei momenti e questo significa che devi fare delle cose per me, anche quando non vuoi, e viceversa. Altrimenti a che serve? Che intendi dire con viceversa? Quando mai ti faccio fare qualcosa che non vuoi? Lou disse digrignando i denti, la tua famiglia, maledizione, non la mia. E allora annulla tutto! Non me ne importa niente. Hai delle responsabilit verso di loro. Ma ho pi responsabilit verso il mio lavoro. La famiglia non mi pu licenziare se non partecipo a una cena del cavolo, giusto? Invece s, Lou ribatt in tono calmo, solo che nonsi chiama licenziamento. Mi stai minacciando? Abbass la voce, carico di rabbia. Non puoi buttarmi addosso questo peso, Ruth, non giusto. Ruth apr un cestino di Barbie per il pranzo, lo sbatt con violenza sul ripiano della cucina, ci butt dentro il panino, alcune fette dananas e dei fagioli rossi in un contenitore di plastica, vi adagi sopra un tovagliolo di Barbie e lo richiuse di scatto. Nonostante gli sballottamenti, Barbie non si scompose di un millimetro. Ruth si limit a guardarlo senza dire niente, lasciando che fossero i suoi occhi a parlare per lei. Va bene, far del mio meglio per esserci cedette Lou, sia per farle piacere sia per poter finalmente uscire di casa, ma non

credeva a una sola parola. Notando lo sguardo di lei, riformul la frase con pi convinzione. Ci sar. Arriv in ufficio alle otto, con unora di anticipo rispetto a tutti gli altri. Era importante per lui essere il primo, lo faceva sentire efficiente, distinto dalla massa. Passeggi nello spazio ristretto e vuoto dellascensore, desiderando che fosse sempre cos e assaporando il piacere di non doversi fermare a ogni piano prima di raggiungere il quattordicesimo. Usc nel corridoio silenzioso e fu investito dallodore dei prodotti usati la sera prima dagli addetti alle pulizie. Zaffate di detergente per moquette, lucido per i mobili e deodoranti per lambiente aleggiavano nellaria, ancora non contami nati dallaroma del primo caff della giornata e dallodore di corpi. Oltre la finestra scintillante, a quellora dinverno era buio pesto e i vetri apparivano freddi e duri. Fuori il vento era sferzante e lui non vedeva lora di lasciare quel corridoio cos innaturalmente deserto e di entrare nel proprio ufficio per immergersi nel trantran mattutino. Si ferm di colpo. Come al solito a quellora, la scrivania di Alison era vuota, ma la porta del suo ufficio era socchiusa e le luci accese. Vi si avvicin con passo svelto e il cuore si mise a battergli per la rabbia quando vide Gabe nella stanza. Grid, si mise a correre e sferr un pugno contro la porta, la spalanc e poi rest a guardarla sbattere con violenza. Apr la bocca per gridare di nuovo, ma prima che emettesse un suono ud una voce. Santo cielo, chi ? domand allarmato il suo capo. Oh, signor Patterson, mi scusi disse Lou ansimando e bloccando la porta con un rapido gesto prima che colpisse il suo capo in viso, non immaginavo fosse lei. Si strofin la mano che gli doleva e cominciava a pulsare. Lou replic Patterson, riprendendo fiato dopo essersi allontanato dalla porta con un balzo, chiamami Laurence, per lamor del cielo, te lho gi detto. Sei pieno di energia oggi, eh? Stava cercando di riprendersi dallo spavento. Buongiorno, signore. Mi dispiace di averle messo paura, ma credevo che qui dentro ci fosse qualcuno che non avrebbe dovuto esserci gli spieg, fulminando Gabe con gli occhi.

Buongiorno, Lou disse Gabe in tono educato. Gabe. Lou annu lentamente, morendo dalla voglia di sapere che cosa ci facessero lui e il signor Patterson nel suo ufficio alle otto del mattino. Guard il carrello vuoto e poi not sulla sua scrivania dei fascicoli mai visti prima. Ripens alla sera precedente e ricord di aver archiviato tutte le pratiche, come sempre, perch era incapace di lasciare un lavoro in sospeso. Sapeva che non erano stati n lui n Alison, che era uscita alle quattro, a mettere l quei fascicoli, e guard Gabe con sospetto. Gabe sostenne il suo sguardo senza battere ciglio. Stavo giusto facendo due chiacchiere con il giovane Gabe spieg Patterson. Mi ha detto che ha cominciato ieri. Non ti sembra fantastico che sia il primo ad arrivare in ufficio? Dimostra un grande attaccamento al lavoro. Il primo? Davvero? Caspita. Sembra proprio che tu mi abbia battuto stamattina, dato che di solito il primo sono io. Lou si volt verso Patterson ammiccando. Ma tu questo lo sapevi gi, non vero, Gabe? aggiunse con un sorriso fasullo. Gabe lo ricambi con uguale sincerit. Sai come si dice, chi prima arriva meglio alloggia. Gi, proprio cos. Lou gli rivolse unocchiataccia e un altro ampio sorriso. Contemporaneamente. Il signor Patterson assisteva a quello scambio con crescente imbarazzo. Be, sono le otto passate, devo andare. Le otto passate, ha detto? Che strano si rianim Lou. A questora la posta non nemmeno arrivata. Che cosa, ehm, che cosa ci facevi esattamente nel mio ufficio, Gabe? La sua voce aveva unintonazione inequivocabile. Patterson era sempre pi a disagio e Gabe sfoder uno strano ghigno. Be, sono arrivato presto per impratichirmi un po. Devo passare da un sacco di uffici in poco tempo e cos volevo capire bene dove sono situati. Non ti sembra fantastico? intervenne Patterson. Certo, ma il mio ufficio lo sapevi gi dovera ribatt Lou a denti stretti. Ci sei venuto ieri Perci, se non ti dispiace, mi vuoi dire che cosa ci facevi qui? Aspetta, aspetta, Lou. Temo di doverti spiegare una cosa disse Patterson con un certo

imbarazzo. Ho incontrato Gabe nellatrio, ci siamo messi a chiacchierare e gli ho chiesto di portare dei fascicoli nel tuo ufficio. Glieli ho consegnati, ma poi mi sono reso conto di averne dimenticato uno nella valigetta. Questo ragazzo davvero veloce, non ho fatto in tempo a girarmi che era gi sparito. Puf! Andato! concluse con una risatina. Puf! ripet Gabe. Proprio cos. Mi piacciono i tipi veloci, lo ammetto. Anche se preferisco quelli veloci ed efficienti, e devo dire che tu lo sei, eccome. Lou stava quasi per ringraziarlo, quando Gabe disse: Grazie, signor Patterson, e se c qualcosaltro che posso fare per lei, non ha che da dirmelo. Finisco il turno allora di pranzo, ma sarei felice di restare a dare una mano per il resto della giornata. Ho voglia di lavorare. Lou avvert una stretta allo stomaco. Meraviglioso, Gabe, ti ringrazio, lo terr presente. Bene, Lou disse Patterson voltandosi verso di lui e, dal momento che Gabe non faceva pi parte della conversazione, Lou si aspettava che se ne andasse. Non fu cos. Mi chiedevo se stasera puoi incontrare Bruce Archer. Te lo ricordi, no? Lou annu con il cuore pesante. Dovevo andarci io, ma stamattina mi hanno ricordato che ho un altro impegno. Stasera? domand Lou, mentre la sua mente partiva a tutta velocit. Ripens a Lucy che piroettava in palestra con il pigiama e al viso di Ruth che gli era sembrato pi bello e sereno che mai, quando aveva aperto gli occhi prima della fine del loro bacio. Si rese conto che lo fissavano entrambi, soprattutto Gabe con quei suoi occhi penetranti. S, stasera. Ma solo se sei libero. Altrimenti posso chiederlo ad Alfred, non ti preoccupare disse Patterson con un gesto della mano, come a dire che non era importante. No, no si affrett a rispondere Lou. Stasera non c problema. Nessun problema. Immagin Lucy che, stordita dalle piroette, cadeva a terra, mentre Ruth apriva gli occhi e interrompeva il bacio: la promessa che le aveva fatto appena unora prima aveva infranto lincantesimo.

Bene, bene. Melissa ti fornir i dettagli, lorario, il posto, eccetera. Stasera ho una grande serata annunci facendo locchiolino a Gabe. C la recita di Natale di mio figlio. Me nero dimenticato, ma poi stamattina mi corso incontro vestito da stella. Non me la perderei per niente al mondo aggiunse sorridendo. S, gi disse Lou con un nodo in gola. una cosa importante, certo. Quindi stasera divertiti e complimenti per aver trovato questo ragazzo concluse Patterson, dando una pacca sulla spalla a Gabe. Mentre Lou gli lanciava unocchiataccia, ud una voce allegra e familiare alle sue spalle. Buongiorno, Laurence. Ah, Alfred disse Patterson. Il suo metro e ottanta abbondante e i capelli di un biondo chiarissimo facevano assomigliare Alfred alla versione cresciuta di un bambino che fa la pubblicit del cioccolato bianco. Aveva un ghigno costantemente stampato in faccia e, nonostante fosse irlandese, parlava con laccento tipico di chi ha studiato in una scuola privata inglese, bench tornasse sempre in patria per le vacanze. Aveva il naso storto per via del suo passato da giocatore di rugby e se ne andava a zonzo per lufficio, come Gabe aveva notato il giorno prima, facendo saltellare le nappe delle scarpe da vela con una mano infilata in tasca e laria di un ragazzaccio che ha in mente di combinarne una delle sue. Alfred guard Gabe e poi, comera prevedibile, lo squadr in silenzio, aspettando che qualcuno glielo presentasse. Gabe fece altrettanto, osservandolo con aria sicura. Che belle scarpe disse, e Lou vide i mocassini marroni che Gabe gli aveva descritto. Grazie rispose Alfred, alquanto perplesso. Anche le sue mi piacciono, signor Patterson dichiar Gabe. Per un attimo piuttosto imbarazzante, tutti gli occhi si abbassarono verso i piedi dei due uomini, gesto che molti avrebbero trovato bizzarro. Ma non Lou. Il suo cuore si mise a battere allimpazzata: ecco le scarpe nere senza lacci e i mocassini marroni, proprio quelli di cui gli aveva parlato Gabe la mattina precedente.

Alfred si era incontrato con il signor Patterson. Lou guard prima Alfred e poi il suo capo, sentendosi tradito. Non era ufficiale che il posto di Cliff fosse vacante ma, se cos era, Lou era deciso a fare in modo di averlo. Il signor Patterson salut tutti e si avvi lungo il corridoio, facendo oscillare allegramente la valigetta. E tu chi sei? domand Alfred a Gabe, riportando Lou con i piedi per terra. Gabriel rispose offrendogli la mano. Gli amici mi chiamano Gabe, ma tu chiamami Gabriel aggiunse con un sorriso. Simpatico. Alfred. La loro stretta fu fredda, breve e priva di energia. Subito dopo, con un gesto forse inconscio, Alfred si pass la mano sulla gamba dei pantaloni. Ci conosciamo? domand a Gabe socchiudendo gli occhi. No, non ci siamo mai presentati, ma pu darsi che tu mi riconosca. Perch? Hai fatto un reality show o qualcosa del genere? Alfred lo studi con il solito ghigno, bench avesse unaria un po meno sicura di s. Mi passavi davanti ogni giorno, proprio fuori da questo palazzo. Alfred assunse unespressione perplessa, lo osserv di nuovo e lanci a Lou unocchiata nervosa. Dammi una mano, amico. Stavo seduto nel vano del portone accanto a questo. Lou mi ha offerto un lavoro. Alfred si lasci andare a un sorriso, il sollievo pi che palese sul suo viso arrogante. Cambi subito atteggiamento e ridivent il pezzo grosso della confraternita, conscio del fatto che la sua posizione non poteva essere minacciata da un barbone. Scoppi a ridere, beffardo. Poi volt le spalle a Gabe e, in un tono che non prov nemmeno a camuffare, disse: Lou, gli hai offerto un lavoro perch a Natale bisogna essere pi buoni? Che ti saltato in mente? Alfred, piantala replic Lou, imbarazzato. Okay. Alz le mani in gesto di resa. Lo stress ha molte manifestazioni, immagino. Ehi, posso usare il tuo bagno? Cosa? No, non qui, Alfred, usa quello del piano. Dai, non rompere. Sembrava che la lingua gli fosse diventata troppo grossa, mentre si rigirava le parole in bocca. Ci metto un secondo. Ci vediamo, Gabe.

Cercher di centrare il tuo carrello con le monetine, quando passi disse a mo di battuta, squadrandolo di nuovo. Poi sogghign e fece locchiolino a Lou, prima di entrare in bagno. Dallufficio Lou e Gabe lo sentirono sniffare rumorosamente. Pare che ci sia un giro un brutto raffreddore scherz Gabe. Lou alz gli occhi al cielo. Ascolta, Gabe, mi dispiace Lui Be, non prenderlo sul serio. Ah, non si dovrebbe mai prendere nessuno davvero sul serio. Puoi controllare solo quello che sta qui dentro disse Gabe disegnando un cerchio con le braccia attorno al proprio corpo. Se ricordi questo semplice principio, nessuno potr essere preso sul serio. Tieni, guarda cosa ti ho portato disse chinandosi verso il ripiano pi basso del carrello e afferrando una tazza di caff. Te lo devo da ieri. un caffellatte, hanno riparato la macchinetta. Oh, grazie. Lou si sent ancora peggio di prima, i suoi sentimenti verso quelluomo lo confondevano. Quindi stasera esci a cena Gabe tolse il freno al carrello e, appena si mosse, una ruota cominci a stridere. No, solo un caff. Non una cena. Non riusciva a capire se Gabe voleva essere invitato. In realt non niente di che. Mi ci vorr unoretta al massimo. Su, dai, Lou disse Gabe sorridendo, la voce spaventosamente simile a quella di Ruth quando gli diceva: Su, dai, Lou, questa la sai. Solo che non complet la frase allo stesso modo. Lo sai che i caff diventano sempre delle cene continu. Poi le cene diventano dei drink e i drink chiss. Gli fece locchiolino. Passerai dei guai a casa, non vero, Aloysius? concluse in un tono cantilenante che fece rabbrividire Lou. Poi lasci lufficio e si avvi verso lascensore, accompagnato dal cigolio del carrello. Ehi! grid Lou, ma Gabe non si volt. Ehi! ripet. Come fai a saperlo? Non lo sa nessuno! Bench fosse da solo in ufficio, si guard intorno per assicurarsi che nessuno lo avesse sentito. Stai tranquillo, non lo dir ad anima viva gli grid Gabe ottenendo leffetto esattamente opposto. Lou lo vide premere il pulsante e aspettare davanti alle porte, mentre lascensore iniziava a risalire dal pianterreno.

La porta del bagno si apr e Alfred ne usc strofinandosi il naso e inspirando rumorosamente. Chi che strilla? Ehi, dove lhai preso quel caff? Gabe rispose Lou distratto. Chi? Ah, il barbone comment Alfred del tutto disinteressato. Sul serio, Lou, a che diavolo stavi pensando? Lo sai che potrebbe farti le scarpe? Che vuoi dire? Dai, sei nato ieri per caso? Hai preso un uomo che non aveva niente e lo hai messo in un posto dove c tutto. Hai mai sentito parlare di una cosa che si chiama tentazione? Anzi no, dimentica tutto, in fondo con te che sto parlando. Gli fece locchiolino e aggiunse: Ci caschi ogni volta. Forse tu e quel barbone non siete poi tanto diversi. Fisicamente vi assomigliate, questo poco ma sicuro. Prova a cantare Sempre, sempre, sempre o qualcosa del genere, vediamo come te le cavi disse scoppiando in una risata sibilante, effetto di un piccolo vizio da quattro grammi al giorno. Be, il fatto che la tua idea di barbone provenga unicamente da Mary Poppins la dice lunga su come sei stato cresciuto ribatt Lou brusco. Il sibilo di Alfred si trasform in un attacco di tosse. Scusa, amico. Ho per caso toccato un tasto dolente? No. E comunque non ci assomigliamo fu la repli ca stizzita di Lou, che torn a guardare verso lascensore. Ma Gabe era sparito. Lascensore segnal larrivo al piano e le porte si aprirono. Dentro non cera nessuno, e nemmeno fuori cera qualcuno in attesa di entrarvi. Nel riflesso dello specchio alla parete della cabina, Lou vide la confusione dipinta sul proprio volto, 11. Il giocoliere

Alle cinque del pomeriggio, esattamente quando avrebbe dovuto lasciare ledificio e tornare a casa per la recita di Lucy, Lou stava invece misurando avanti e indietro il pavimento del proprio ufficio. Dalla porta alla scrivania, dalla scrivania alla porta. Andata e ritorno. La porta era spalancata, cos che in qualsiasi momento avrebbe potuto sfrecciare in corridoio verso lufficio di

Patterson e annunciargli che non poteva andare a prendere un caff con Bruce Archer. Proprio come il suo capo, anche lui aveva degli impegni familiari. Questa sera, caro Laurence, mia figlia deve interpretare una foglia. Per qualche ragione quel pensiero gli faceva tremare le gambe. Raggiungeva la porta e si fermava di colpo, poi si voltava e ricominciava a girare attorno alla scrivania. Alison lo osservava incuriosita dalla sua postazione di lavoro, alzando lo sguardo dalla tastiera ogni volta che lui stava per varcare la soglia. Alla fine il ticchettio delle sue unghie smaltate si interruppe. Lou, c qualcosa che posso fare per lei? Lou parve rendersi conto solo in quel momento di trovarsi in ufficio, con Alison sempre l accanto. Si raddrizz, si aggiust la cravatta e si schiar la voce. Ehm No, grazie, Alison rispose, in un tono pi formale di quanto non intendesse, talmente concentrato nello sforzo di apparirle sano di mente da sembrare un ubriaco che cerca di fare il sobrio. Si diresse verso la propria scrivania, ma poi si ferm e si affacci alla porta. In effetti, Alison, quellappuntamento Con Bruce Archer, s. solo un caff, giusto? Cos ha detto il signor Patterson. E lui lo sa che ci andr io? Chi, il signor Patterson? No, Bruce Archer. Il signor Patterson lha chiamato prima per dirgli che lui non poteva, ma che un collega sarebbe stato felice di prendere il suo posto. Bene. Quindi forse non si aspetta che sia io. Vuole che confermi lappuntamento? Di nuovo? Ehm No. Anzi, s. Ci pens su mentre la mano di Alison restava sospesa sopra il ricevitore. No disse infine, tornando dentro lufficio. Qualche secondo dopo si affacci di nuovo alla porta. S. Conferma. E spar subito dopo. Aveva ricominciato a passeggiare avanti e indietro, quando ud Alison dire in tono allegro: Ciao, Gabe. Si impietr e poi, senza sapere perch, si precipit verso la porta aperta, appiatt la schiena contro il muro e origli la conversazione. Ciao, Alison. Come sei elegante oggi. Grazie. Il signor Patterson mi ha chiesto di fare dei lavoretti per lui, perci ho pensato che fosse una buona idea avere unaria un

po pi rispettabile. Lou sbirci nella fessura tra i cardini della porta per spiare Gabe: i capelli appena tagliati erano ben pettinati, come quelli di Lou, e sulla spalla teneva appoggiato un completo nuovo di colore scuro, avvolto in un telo di plastica e simile a quello che indossava lui. Labito per il lavoro? gli domand Alison. Questo? No, per me. Un abito pu sempre servire, non si sa mai fu la risposta di Gabe, che a Lou sembr piuttosto curiosa. Comunque, sono venuto per darti queste. Credo che siano delle planimetrie. Mi pare che Lou volesse vederle. Dove le hai prese? Le ho ritirate dallarchitetto. Ma oggi lavora da casa ribatt Alison guardando confusa dentro la busta. Infatti, sono stato da lui. Lou le ha chieste a Patterson appena cinque minuti fa. Come hai fatto ad andarle a prendere cos in fretta? Mah, non so, che capisci Lou vide Gabe stringersi nelle spalle. No, non capisco disse Alison ridendo. Ma mi piacerebbe tanto. Se continuerai cos, non mi sorprenderebbe se Patterson ti desse il posto di Lou. Scoppiarono entrambi a ridere e Lou and su tutte le furie. Decise che da quel momento in poi avrebbe reso la vita di Alison un inferno. Lou nel suo ufficio? S. Perch? Stasera si vede con Bruce Archer? S, almeno credo. Come mai ti interessa? Niente, cos. Me lo stavo domandando. Stasera Alfred libero? Che strano, Lou prima mi ha fatto esattamente la stessa domanda. S, Alfred libero, lho chiesto alla sua segretaria. Si chiama Louise, penso che potrebbe piacerti disse civettuola. Dunque, fammi capire Lou sa che Alfred disponibile a incontrarsi con Bruce, se lui dovesse decidere di tirarsi indietro. S, glielho detto io stessa. Ma perch, che sta succedendo? domand abbassando la voce. Cosa c di tanto importante in questa serata? Lou si sta comportando in modo strano. Ah, s? Mmm. Basta. Non ce la faceva pi. Lou chiuse la porta dellufficio, facendoli senza dubbio sobbalzare entrambi. Si sedette alla sua scrivania e prese in mano il telefono. S? rispose Alison.

Passami Harry dellufficio spedizioni, poi chiama Ronan Pearson e chiedigli se Gabe andato personalmente a ritirare le planimetrie. E fallo senza che Gabe se ne accorga. S, certo, solo un momento disse lei in tono professionale. Poco dopo il telefono di Lou squill e lui si sistem la cravatta, si schiar la voce e si gir verso la finestra nella sua enorme poltrona di pelle. Era una giornata fredda e tersa, nemmeno un alito di vento scuoteva i seguaci della religione dello shopping che, con le braccia cariche di sacchetti, sfrecciavano tra i colori primari delle numerose insegne al neon. Pronto grid Harry nel ricevitore. Harry, sono Lou. Cosa? Rumori di macchinari e voci risuonavano in sottofondo e Lou fu costretto a parlare pi forte. Ma prima lanci unocchiata alle proprie spalle per assicurarsi di avere via libera. Sono Lou, Harry. Lou chi? Suffern. Ah, Lou, ciao. Che posso fare per te? La tua posta finita di nuovo al dodicesimo piano? No, no, lho ricevuta, grazie. Bene. Quel ragazzo che mi hai mandato un genio, non trovi? Davvero? Gabe? Assolutamente. Mi chiamano tutti per dirmi cose positive su di lui. un dono del cielo. In effetti, non sarebbe potuto arrivare in un momento migliore, davvero. Eravamo in difficolt, lo sai. Sono anni che faccio questo lavoro e non ho mai avuto un periodo natalizio tanto incasinato. Sembra che tutto diventi sempre pi veloce. Be, devessere cos, perch io non sono diventato pi lento, questo poco ma sicuro. Hai fatto unottima scelta, Lou, ti devo un favore. Ma di che cosa volevi parlarmi? Ecco, si tratta proprio di Gabe rispose piano, mentre il cuore gli martellava nel petto. Lo sai che ha assunto nuovi incarichi? Adesso segue anche altri lavori, oltre a quelli dellufficio spedizioni. S, lho saputo. Stamattina non stava pi nella pelle. Durante lintervallo perfino andato a comprarsi un abito nuovo. Non so come ci sia riuscito, dato che gli altri qui non fanno neanche in tempo ad accendersi una sigaretta. veloce quel ragazzo. Secondo me tra non molto lascer questo ufficio e verr lass insieme a te. Sembra che il signor Patterson labbia preso in simpatia.

Mi fa piacere, una brava persona. S Ad ogni modo ti ho chiamato giusto per informarti. Non mi andava che la cosa interferisse con il lavoro che svolge per te. Lou ci prov unaltra volta. Di sicuro non vorrai che abbia la testa altrove, che pensi a quello che fa da noi. Sai, quass un vero inferno ed molto facile distrarsi. Ti ringrazio, Lou, ma ci che fa dopo luna affar suo. A essere sincero, sono contento che abbia trovato qualcosaltro. Svolge il suo lavoro talmente in fretta che si fa fatica a tenerlo occupato fino al primo intervallo. Okay. Bene. Per, se combinare qualche casino, prendi pure i dovesse provvedimenti che ritieni necessari, Harry. Non voglio che tu ti senta obbligato a tenerlo a causa mia, capisci? Capisco, Lou, davvero. un bravo ragazzo, non c niente di cui ti devi preoccupare. Va bene. Grazie. Stammi bene, Harry. Il telefono divenne muto. Lou fece un sospiro e lentamente gir la poltrona per rimettere a posto il ricevitore. Voltandosi si trov faccia a faccia con Gabe che, in piedi davanti alla scrivania, lo scrutava con unespressione attenta. Lou sussult, lasci cadere la cornetta e lanci un grido. Ges Cristo esclam portandosi una mano al cuore. No, sono soltanto io replic Gabe, gli occhi azzurri fissi nei suoi. Non ti hanno insegnato che buona abitudine bussare? Dov Alison? Lou si inclin di lato per controllare la sua postazione e vide che era vuota. Da quanto tempo sei qui? Abbastanza. Il tono di Gabe era pacato e fu proprio questo a far innervosire Lou. Stai cercando di mettermi nei guai? Che cosa? Il cuore di Lou batteva allimpazzata, ancora agitato dalla sorpresa, ma anche turbato dallassenza di Alison e dalla vicinanza di Gabe. Quelluomo lo sconcertava. No rispose Lou, deglutendo e odiandosi per quellimprovvisa debolezza. Ho chiamato Harry soltanto per sapere se era contento di te. Tutto qui aggiunse, consapevole di sembrare uno scolaretto che cercava di giustificarsi. E lo ? Pare proprio di s. Ma devi capire che mi sento responsabile, dal momento che sono stato io a trovarti. A trovarmi disse Gabe con un sorriso, come se in vita sua non avesse mai sentito n pronunciato quelle parole.

Che c di tanto divertente? Niente rispose Gabe, guardandosi intorno con le mani infilate in tasca e quellespressione paternalistica che non era n di gelosia n di ammirazione. Sono le cinque, ventidue minuti e trentatr secondi continu, senza nemmeno guardare lorologio. Trentaquattro, trentacinque, trentasei Si volt e rivolse un sorriso a Lou. Ho reso lidea. E allora? Lou si infil la giacca e, senza farsi vedere, diede unocchiata allorologio da polso per controllare lora. Erano le cinque e ventidue in punto. Devi andare via subito, vero? A te cosa sembra che stia facendo? Gabe si avvicin al tavolo delle riunioni e prese dalla cesta due arance e una mela che osserv attentamente. Decisioni, decisioni disse, tenendo i tre frutti in mano. Hai fame? gli domand Lou agitato. No rispose Gabe ridendo. Sai fare il giocoliere? Una sensazione gi nota invest nuovamente Lou, che dimprovviso cap cosa non gli piaceva di Gabe. Erano le domande come quella, dichiarazioni e commenti che andavano a toccarlo in un punto diverso da dove avrebbero dovuto. Questa ti conviene prenderla aggiunse Gabe. Questa cosa? Prima che Gabe potesse rispondere, il telefono inizi a squillare e, nonostante in genere preferisse che le sue chiamate venissero filtrate da Alison, Lou si precipit allapparecchio. Era Ruth. Ciao tesoro. Lou avrebbe voluto un po di privacy e fece un gesto a Gabe per farglielo capire, ma in tutta risposta laltro si mise a lanciare in aria i frutti. Lou si gir e poi, sentendosi a disagio, torn a voltarsi per tenerlo docchio. Abbass la voce. Ehm, s, a proposito di stasera, successa una cosa e Lou, non farmi questo disse Ruth. A Lucy si spezzer il cuore. Salter soltanto la recita, amore, e con il buio in sala Lucy non si accorger nemmeno della mia assenza. Puoi dirle che cero. Per il resto della serata non c problema. Patterson mi ha chiesto di vedere un cliente. Si tratta di un grosso affare che potrebbe tornarmi utile per ottenere il posto di Cliff, capisci? Capisco, capisco. E capisco

anche che se avrai la promozione ti vedremo ancora meno. No, non sar cos. Devo soltanto lavorare sodo in questi mesi per dimostrargli chi sono. A chi dovresti dimostrarlo? Laurence conosce gi le tue capacit, sei in azienda da cinque anni. Comunque non voglio affrontare questo discorso adesso. Ci vieni alla recita o no? Alla recita? Lou si morse il labbro e guard lorologio. No, non ce la faccio. Gabe fece cadere a terra la mela, che rotol sulla moquette verso la scrivania di Lou, e poi continu a lanciare in aria le arance. A quellerrore, Lou avvert un infantile senso di soddisfazione. Allora vieni a casa per cena? Con i tuoi genitori, Alexandra e Quentin? Tua madre mi ha appena chiamata per dirmi che non vede lora. Sai, passato un mese da quando sei andato a trovarli lultima volta. Non passato un mese. Ho visto pap appena Si interruppe per fare un calcolo mentale. Be, pu darsi che sia quasi un mese. Un mese? Come volava il tempo. Andare dai suoi genitori era per Lou un compito ingrato, come rifare il letto. Se non lo rifaceva da un po di tempo, limmagine delle coperte in disordine gli frullava in testa finch non si decideva a sistemarlo per togliersi il pensiero. L per l era soddisfatto, ma, proprio quando pensava di essersene liberato, ecco che si svegliava e doveva rifarlo ancora. Il pensiero di suo padre che si lamentava di quanto tempo fosse passato dallultima volta che si erano visti gli faceva venire voglia di scappare. Quel piagnucolio lo mandava al manicomio. Avvertiva un certo senso di colpa, tuttavia il desiderio di stare alla larga per evitare di sentirsi ripetere le solite frasi era pi forte. Doveva essere dellumore giusto per ascoltarle e tenere a bada limpulso di mettersi a sbraitare e di sbattergli in faccia tutte le ore passate al lavoro e i contratti chiusi solo per il gusto di zittirlo. E di certo quel giorno non era dellumore giusto. Se fosse arrivato a casa dopo che avevano tutti bevuto qualche bicchiere, forse sarebbe stato pi semplice. Potrei non farcela per cena, ma sar a casa per il dolce. Te lo prometto. Gabe fece cadere unarancia e a Lou venne voglia di esultare. Invece, contrasse le labbra e continu a giustificarsi con Ruth, rifiutandosi di chiederle scusa per qualcosa di cui

non aveva colpa. Alla fine riagganci e incroci le braccia sul petto. Che c di tanto divertente? gli domand Gabe con una mano in tasca e laltra che lanciava in aria larancia rimasta.

Non sei molto bravo come giocoliere disse Lou con un ghigno. Touch comment Gabe. Che spirito dosservazione. In effetti non sono un granch, ma la mia bravura non centra molto, dal momento che ho deciso di far cadere quei due frutti e di continuare a tenere questo in mano. Lou aggrott le sopracciglia di fronte a quella strana risposta, poi diede una sistemata alla scrivania, si infil il cappotto e si prepar a uscire. No, Gabe, la bravura non centra affatto se hai deciso Si ferm di colpo, rendendosi conto di quello che stava dicendo e ricordando le parole di Ruth. Avvert di nuovo quel brivido freddo e alz di scatto la testa, ma Gabe era sparito e larancia era davanti a lui sulla scrivania. Alison disse Lou uscendo a grandi passi dallufficio con larancia in mano, hai visto Gabe? La ragazza alz un dito per indicargli di aspettare, mentre prendeva appunti su un taccuino e ascoltava la voce allaltro capo del filo. Alison la interruppe di nuovo e lei si agit, mettendosi a scrivere pi in fretta, annuendo e sollevando tutta la mano. Alison ripet brusco e poi premette un dito sullapparecchio per chiudere la comunicazione. Non posso stare qui tutto il giorno. Lei lo fiss a bocca aperta con il ricevitore che le penzolava dalla mano. Non riesco a credere che abbia S, be, non fare tante storie. Gabe passato di qui? le domand. La sua voce era frettolosa, come se volesse correre per stare al passo con il cuore. Ehm Ci pens su. venuto una ventina di minuti fa e S, s, questo lo so. Era nel mio ufficio un attimo fa ed sparito. Proprio adesso. passato di qui? Be, immagino di s, ma Lo hai visto? No, ero al telefono e Accidenti. Sferr un pugno alla scrivania con la mano che gi gli doleva. Merda imprec, stringendosela. Che cosa c, Lou? Si calmi. Alison si alz e allung una mano. Lou si scost. Ah, a proposito disse abbassando la voce e riavvicinandosi, mai capitato che la mia posta arrivasse con un altro nome? In che senso? domand lei confusa.

Ecco Lou guard a destra e a sinistra e poi, muovendo a malapena le labbra, mormor: Aloysius. Aloysius? ripet lei forte. Lou alz gli occhi al cielo. Abbassa la voce bisbigli. No rispose Alison, obbedendo. Non ho mai visto il nome Perch mai dovrebbe esserci Aloysius su nessuna busta. scritto Aloy E poi, come se solo allora avesse colto il senso di quelle parole, inizi a sorridere, sbuff e infine scoppi a ridere. Lou la fulmin con lo sguardo e lei subito si zitt, tornando seria. Oh. Oh, mio Dio. La sua voce sal di unottava. davvero un bellissimo nome. Lou attravers il ponte pedonale Sen OCasey, di recente costruzione, che collegava i due moli ristrutturati, il North Wall a nord e il Sir John Rogerson a sud. Un centinaio di metri oltre il ponte cera la sua destinazione, The Ferryman, lunico autentico pub rimasto in quella zona del porto. Non era certo un posto da cappuccini e panini, e per questo attirava una clientela particolare. Allinterno offriva riparo a una manciata di persone che si erano allontanate dai sentieri dello shopping natalizio per prendersi una pausa e stringere le dita congestionate attorno a bicchieri caldi. A parte loro, il locale era popolato da impiegati di ogni et che riprendevano fiato dopo una giornata di lavoro. Le sedie erano occupate dalle giacche e i tavoli erano ingombri di pinte e superalcolici. Erano passate da poco le sei e la gente era gi fuggita dal quartiere degli uffici verso il pi vicino luogo di ristoro dove praticare il culto della birra alla spina. Bruce Archer era tra questi. Appoggiato al bancone con una Guinness in mano, rideva sguaiatamente di qualcosa che aveva detto un suo vicino, un uomo in giacca e cravatta, seguito da un altro e da un altro ancora. Spalline imbottite contro spalline imbottite. Abiti gessati e calzini a rombi. Scarpe lustre e ventiquattrore contenenti fogli di calcolo, grafici a torta e futuristiche previsioni di mercato. Nessuno beveva caff. Avrebbe dovuto immaginarlo. Eppure, mentre li guardava scambiarsi pacche sulla schiena e ridere ad alta voce, non ne fu minimamente sorpreso. In realt, laveva sempre saputo.

Bruce, dallaltra parte della sala, si volt e lo vide. Lou! grid con il suo pesante accento di Boston, facendo girare molte teste in direzione del belluomo appena entrato. Lou Suffern! Che piacere vederti! Si alz dallo sgabello e gli and incontro con il braccio teso. Dopo unenergica stretta di mano e pacche entusiaste sulle spalle, Bruce lo present al gruppo. Ragazzi, questo Lou. Lou Suffern, della Patterson Developments. Abbiamo lavorato insieme al Manhattan Building di cui vi dicevo e una sera ci capitata una cosa incredibile. Poi ve la raccontiamo, non ci crederete mai. Lou, questo Derek di Lou si perse in un mare di presentazioni, dimenticando il nome di chi aveva davanti nel momento stesso in cui gli veniva detto. A ogni stretta di mano troppo sollecita, sudaticcia, molle o che gli scuoteva il braccio su e gi, allontanava un po di pi dai suoi pensieri limmagine della moglie e della figlia. Cercava di dimenticare che stava abbandonando la sua famiglia per essere l. Cercava di dimenticarlo, mentre i tizi attorno gli impedivano di ordinare un caff e gli offrivano invece una birra, ignorando il suo tentativo di andarsene dopo la prima pinta. E dopo la seconda e la terza. Stanco di discutere a ogni nuovo giro di bevute, lasci che gli ordinassero un Jack Daniels e, quando il cellulare si mise a squillare, lasci anche che le loro canzonature da adolescenti lo convincessero a non rispondere. Dopodich non ebbero pi bisogno di convincerlo. Rimase insieme a loro per tutta la serata, con il telefono sul silenzioso che vibrava ogni dieci minuti per le chiamate di sua moglie. Ruth avrebbe capito; non farlo sarebbe stato estremamente irragionevole da parte sua. Dallaltra parte del bancone una ragazza cercava di attirare la sua attenzione; di fronte a s aveva un altro bicchiere di Coca e whisky. Buonsenso e razionalit erano andati a farsi un giro fuori dal locale insieme ai fumatori e l rimasero a rabbrividire, tentando di decidere se chiamare un taxi o guardarsi intorno in cerca di qualcuno che se li portasse a casa e desse loro un po damore. Alla fine, troppo infreddolito e frustrato, il buonsenso se la prese con la razionalit e i due finirono per fare a botte fuori dal bar, mentre Lou voltava loro le spalle e si concentrava sulla propria ambizione.

12. La strada del ritorno Lou cap di essere troppo ubriaco per attaccare bottone con la bella donna che gli aveva lanciato occhiate tutta la sera. Mentre cercava di avvicinarsi al suo tavolo inciamp e, senza nemmeno accorgersene, urt la sua amica facendole rovesciare addosso il drink. E quando bofonchi una frase che a lui sembrava molto lusinghiera e intelligente, lei la trov squallida e offensiva. Perch il confine tra una battuta squallida e un approccio seducente molto sottile, quando si ubriachi come lo era Lou Suffern. Lou sembrava aver perso laura di fascino e raffinatezza che lo circondava al suo ingresso nel locale. Le goccioline di Coca e whisky che gli macchiavano la camicia immacolata e la cravatta non erano certo un segno di eleganza per quelle sofisticate donne daffari; e i suoi occhi dun azzurro cristallino, nei quali in genere le ragazze non vedevano lora di tuffarsi, ora erano vitrei e iniettati di sangue, dunque ben lontani dal sortire leffetto sperato. Lou aveva cercato di spogliare la ragazza carina con gli occhi, ma il suo sguardo era risultato volgare e cos, troppo ubriaco per combinare qualcosa con lei o con lamica che aveva tentato di abbordare mentre usciva dalla toilette dove era andata a pulirsi il tailleur che lui le aveva macchiato di vino rosso -, decise che la cosa pi sensata era recuperare lauto e tornarsene a casa. Quando raggiunse il freddo e buio parcheggio sotterraneo dellufficio, impiegandoci venti minuti pi del dovuto, si accorse di non ricordare dove laveva posteggiata. Si mise a girare in tondo premendo il pulsante del telecomando, nella speranza che il suono dellantifurto o una luce lampeggiante gli offrissero un indizio, ma trov la cosa tanto divertente che si dimentic di cercare la sua auto. Alla fine una luce attir la sua attenzione e, avendo individuato la Porsche, chiuse un occhio e si concentr per raggiungerla. Ciao tesoro mormor strofinandole una fiancata, spinto non da un impulso damore, ma dalla perdita dellequilibrio. Le scocc un bacio sul cofano e sal. Si ritrov sul sedile del passeggero, senza volante. Scese e pass al lato destro. Una volta sistematosi, concentr lo sguardo sulle colonne di

cemento che reggevano il soffitto del parcheggio e le vide oscillare. Sper che non gli cadessero addosso mentre cercava di tornare a casa. Sarebbe stato molto irresponsabile da parte loro, senza contare che gli sarebbe costato una fortuna. Dopo svariati tentativi per infilare la chiave nel blocchetto di avviamento, graffiando il metallo tuttintorno, finalmente riusc a farla scivolare dentro. Al suono del motore ebbe un impeto di gioia e spinse il piede a tavoletta sullacceleratore. Poi si ricord di guardare dove stava andando e url di terrore: immobile davanti al cofano cera Gabe. Cristo! sbrait Lou, togliendo il piede dal pedale e sferrando un pugno al parabrezza con la mano destra, quella che gli faceva gi male. Sei impazzito? Cos finirai per ammazzarti! A quel punto il viso di Gabe divenne indistinto, ma Lou avrebbe giurato che stava sorridendo. Un istante dopo sent bussare, sussult e, quando alz gli occhi, vide che lo stava guardando dal finestrino del guidatore. Il motore era ancora acceso e Lou abbass appena il vetro. Ciao. Ciao, Gabe rispose assonnato. Ti spiace spegnere il motore, Lou? No, no, sto andando a casa. Non andrai molto lontano se non metti in prima. E comunque non credo che sia una buona idea guidare. Perch non scendi, cos chiamiamo un taxi? Non posso lasciare qui la Porsche. Qualche pazzo potrebbe rubarla. Un balordo o un barbone. A quelle parole fu scosso da una risata isterica. Ah, lo so. Perch non mi accompagni a casa tu? Non il caso, Lou. Scendi e chiamiamo un taxi insistette Gabe, aprendo la portiera. No, niente taxi farfugli Lou, inserendo la marcia. Spinse il piede sullacceleratoree la macchina, con la portiera ancora spalancata, fece un balzo avanti, poi si ferm, ripart sbandando e si ferm di nuovo. Gabe, esasperato, rimase attaccato alla portiera mentre lauto saltellava come un grillo in preda a una crisi dansia. Okay si arrese Gabe, dopo che Lou ebbe raggiunto la rampa di uscita. Ho detto va bene ripet alzando la voce, quando Lou cerc di ripartire. Ti accompagno io. Lou scavalc la leva del cambio e si sedette al posto del passeggero, mentre Gabe si

accomodava su quello del guidatore con una certa agitazione. Non dovette sistemare n il sedile n gli specchietti, dal momento che lui e Lou avevano esattamente la stessa altezza. Sai guidare? domand Lou. S. Hai mai guidato una macchina come questa? gli domand con unaltra risatina isterica. Forse ne hai una parcheggiata sotto il tuo attico aggiunse ironico. Allacciati la cintura. Gabe ignor i suoi commenti e si concentr su quello che doveva fare: riportare Lou a casa sano e salvo. Era importante, molto importante. 13. Il ragazzo del tacchino III

E cos lhai beccato che andava di nuovo come un pazzo Il ragazzo del tacchino alz la testa, staccando il mento dalle mani. Spero proprio che stavolta tu labbia arrestato. Poteva ammazzare qualcuno. Ma poi perch giri sempre da quelle parti? Si direbbe quasi che lo stai pedinando. Non andava come un pazzo spieg Raphie, ignorando lultima domanda. Sono passati con il rosso, tutto qui. Tutto qui? Be, lavrai arrestato comunque Come facevo ad arrestare Lou? Su, dai disse Raphie in tono da insegnante. Allora non mi stai ascoltando. E poi smettila di mettermi fretta. Ma sei lento come la fame. Vai al sodo. Ci sto provando, per se continui cos non te la racconto pi, questa storia. Raphie guard storto il ragazzo, che stavolta non ribatt, e prosegu. Non stato Lou a passare con il rosso perch non era lui a guidare, te lho detto. Gabe non sarebbe mai passato con il rosso, non ci credo salt su il ragazzo. E io come facevo a saperlo? Non lavevo mai visto prima, giusto? Magari si sono scambiati di posto lungo la strada. Ti dico che al volante cera Gabe. In effetti si assomigliavano cos tanto che avrei anche potuto confonderli.

Per no, sono sicuro che il tizio sul sedile del passeggero era Lou, ubriaco fradicio. Come hai fatto a beccarlo proprio nello stesso posto dellaltra volta? Stavo tenendo docchio la casa di una persona. Un assassino? domand il ragazzo, di colpo molto interessato. No, non un assassino. soltanto una persona che conosco. Allora stavi pedinando tua moglie? insistette. Raphie si agit sulla sedia, a disagio. Che vuoi dire? Per vedere se ha lamante. Figliolo, tu guardi troppa televisione ribatt Raphie in tono esasperato. Ah comment il ragazzo, deluso. E che cosa hai fatto quando li hai fermati?

14. Casa dolce casa

Salve, sergente disse Gabe, guardandolo con i suoi grandi e onesti occhi azzurri. Sorpreso dal fatto che conoscesse il suo grado, Raphie decise di cambiare approccio. passato con il rosso, lo sa? Lo so, sergente, e me ne scuso molto. Non lho fatto apposta, glielo garantisco. Era giallo e pensavo di farcela passato ben dopo il giallo. Be Gabe si volt alla propria sinistra verso Lou che fingeva di dormire russando sonoramente, e intanto sghignazzava. In mano stringeva un lungo ombrello. Raphie osserv lombrello nelle mani di Lou, poi segu lo sguardo di Gabe fino al pedale dellacceleratore. Ges sussurr. No, mi chiamo Gabe rispose lui. Sono un collega del signor Suffern. Stavo cercando di riportarlo a casa sano e salvo, ha alzato un po il gomito. A quella battuta Lou grugn pi forte e lanci un sibilo, poi scoppi a ridere. Strano, non si direbbe affatto. Stasera mi sento come un pap comment Gabe. Devo assicurarmi che mio figlio stia bene. una cosa importante, non crede? Che intende dire? domand Raphie socchiudendo gli occhi.

Ah, io credo che lo sappia benissimo rispose Gabe con un sorriso innocente. Raphie decise di inasprire il tono della voce mentre tentava di capire se quel tizio voleva fare il furbo con lui. Mi faccia vedere la patente, per favore disse allungando una mano. Be, ecco, non ce lho con me. Ma almeno ce lha? Non qui. Questo lo dice lei. Raphie estrasse taccuino e penna. Nome? Mi chiamo Gabe, signore. Gabe e poi? domand Raphie, raddrizzandosi. Si sente bene? Perch me lo domanda? Sembra un po a disagio. C qualcosa che non va? Sto bene rispose Raphie, iniziando ad allontanarsi dallauto. Vada a farsi quel controllo lo incalz Gabe preoccupato. Si faccia gli affari suoi sbrait Raphie, guardandosi intorno per controllare che nessuno lavesse sentito. Gabe osserv la macchina della polizia nello specchietto retrovisore. Dentro non cera nessuno. Nessun collega. Nessun testimone. Si presenti al commissariato di Howth in settimana, Gabe. E venga da me con la patente. Sistemeremo la cosa. Adesso riporti a casa quelluomo disse facendo un cenno in direzione di Lou prima di tornare verso la propria auto. di nuovo ubriaco? domand Lou, aprendo gli occhi appannati e voltandosi a guardare Raphie. No, non ubriaco rispose Gabe, osservando la lenta camminata del sergente nello specchietto. E allora che cos? grugn Lou. qualcosaltro. No, tu sei qualcosaltro. Adesso portami a casa. Fece schioccare le dita e si mise a ridere. Anzi, fai guidare me aggiunse, agitandosi sul sedile nel tentativo di scendere. Non mi piace che si pensi che questa macchina tua. pericoloso guidare quando si ubriachi, Lou. Potresti fare un incidente. E con questo? protest, sbuffando come un bambino. un problema mio, no? Un mio amico morto non molto tempo fa disse Gabe, gli occhi ancora puntati sulla macchina della polizia che si stava lentamente allontanando. Credimi se ti dico che, quando muori, il problema di tutti tranne che tuo. Ha lasciato dietro di s un gran casino. Se fossi in te mi allaccerei la cintura. Chi questo tuo amico che morto? Lou ignor il consiglio, chiuse

gli occhi e riadagi il capo sul poggiatesta, accantonando lidea di guidare. Non credo che tu lo conosca. Gabe mise la freccia non appena la macchina della polizia fu sparita e si rimise in strada. Com morto? In un incidente. Gabe premette il piede sullacceleratore. La macchina balz velocemente in avanti, il motore rumoroso e potente nella notte silenziosa. Lou socchiuse appena gli occhi e gli rivolse uno sguardo stanco. Ah, s? S. Era giovane. Aveva una famiglia e una moglie adorabile. Era un uomo di successo. Ora gli occhi di Lou erano bene aperti. Ma la cosa pi triste che non ha avuto il tempo di fare testamento. Non che sia stata colpa sua, era giovane e non prevedeva di andarsene cos in fretta, ma questo dimostra che non si sa mai. Il tachimetro si avvicinava ai cento e in quella zona il limite era cinquanta. Lou si aggrapp con forza alla maniglia della portiera e si raddrizz spingendo il sedere verso il fondo del sedile. Ora aveva la schiena ben diritta e guardava il tachimetro, mentre le luci sfocate della citt sfrecciavano dallaltra parte della baia. Fece per afferrare la cintura di sicurezza, ma, velocemente come aveva accelerato, Gabe tolse il piede dal pedale, guard nello specchietto retrovisore, mise la freccia e gir a sinistra. Gabe guard Lou, che aveva assunto uninteressante sfumatura verde, e sorrise. Casa dolce casa, Lou. Fu solo qualche giorno dopo, quando ormai la sbornia gli era passata, che Lou si rese conto di non aver mai spiegato a Gabe come raggiungere casa sua. Mamma, pap, Marcia, Quentin, Alexandra! esclam Lou a pieni polmoni, non appena sua madre gli apr la porta con sbigottita. Sono a caaasa canticchi, espressione abbracciandola e dandole un bacio sulla guancia. Mi dispiace tanto di aver saltato la cena, stata una serata molto impegnativa in ufficio. Molto, molto impegnativa. A quella scusa non credeva nemmeno lui e cos rimase piantato in mezzo alla sala da pranzo con le spalle che sussultavano e il

petto che ansimava in una risata quasi silenziosa, sotto gli occhi sorpresi ma indifferenti dei suoi familiari. Ruth rest impietrita a fissare il marito con un misto di rabbia, risentimento e imbarazzo. Provava anche invidia. Durante il giorno aveva dovuto gestire lincontrollabile eccitazione di Lucy, espressa in tutti i comportamenti positivi e negativi che un bambino pu avere, e pi tardi si era sorbita il suo pianto isterico, quando si era rifiutata di salire sul palco finch non fosse arrivato il padre. Dopo la recita aveva messo i bambini a letto e aveva preparato la cena e sistemato le stanze per gli ospiti. Ora il suo viso era arrossato dai vapori della cucina e aveva le dita scottate dai piatti bollenti. Era accaldata e stanca, fisicamente e mentalmente esaurita dal tentativo di stimolare i propri figli; si era inginocchiata a terra per giocare con Pud e aveva asciugato le lacrime di Lucy, consolandola dalla delusione di non aver visto il padre tra il pubblico, nonostante lei avesse cercato di convincerla che invece era presente. Guard Lou che barcollava sulla porta con gli occhi iniettati di sangue e le guance arrossate e desider essere al suo posto, mandare a gambe allaria la prudenza e fare la figura dellidiota di fronte agli ospiti. Ma lui non glielo avrebbe mai permesso, n lei lavrebbe mai fatto. Questa era la differenza tra loro. Lou vacillava felice, mentre lei, ben salda e profondamente insoddisfatta, si domandava perch mai avesse deciso di tenere in piedi una simile situazione. Pap! esclam Lou. un secolo che non ci vediamo! passato un sacco di tempo, vero? Si diresse verso di lui con un sorriso e un braccio teso. Si sedette e si trascin accanto al padre, cos che i loro gomiti quasi si toccavano. Allora, dimmi un po cosa combini. Ah, non mi dispiacerebbe un goccio di quel vino rosso, grazie mille. il mio preferito, tesoro, brava disse strizzando locchio a Ruth, e con mano malferma vers il contenuto della bottiglia dentro un bicchiere pulito, rovesciandone la maggior parte sulla tovaglia di lino bianco. Piano, figliolo intervenne il padre in tono pacato, allungando una mano per aiutarlo.

Pap, ce la faccio. Lou si allontan di scatto, versandogli il vino rosso sulla camicia. Ah, Aloysius comment la madre e Lou alz gli occhi al cielo. Non successo niente, tesoro, tutto a posto disse il padre, cercando di ridimensionare la cosa. Ma la tua camicia buona replic lei mentre prendeva il tovagliolo, lo immergeva nel bicchiere pieno dacqua e iniziava a tamponare le maniche bianche del marito. Mamma disse Lou guardandosi intorno e ridendo, non lho mica ammazzato. Ho solo rovesciato un po di vino. La madre gli lanci unocchiata di disprezzo per riportare subito dopo lattenzione sul marito. Forse questo pu servire disse Lou prendendo la saliera e cominciando a scuoterla sopra le braccia del padre. Lou! intervenne Quentin alzando la voce. Smettila! Lou si ferm, poi rivolse ad Alexandra un sorrisetto timido e infantile. Quentin disse facendo un cenno di saluto al fratello, non avevo notato che ceri anche tu. Come va la barca? Hai comprato delle vele nuove? Delle attrezzature nuove? Hai vinto qualche gara di recente? Quentin si schiar la voce, cercando di mantenere la calma. In effetti abbiamo una finale tra due settim Alexandra! grid Lou, nel bel mezzo della frase di Quentin. Come ho potuto non dare un bacio alladorabile Alexandra? Si alz e fece il giro del tavolo per raggiungerla, urtando tutti gli schienali. Come sta stasera la nostra bella Alexandra? Sei incantevole, come sempre. Si chin, stringendola in un abbraccio e baciandola sul collo. Ciao Lou rispose lei con un sorriso. Hai passato una bella serata? Ah, sai com, un gran casino, un sacco di pratiche da sbrigare. Butt indietro la testa e scoppi in una risata che sembrava una scarica di mitragliatrice. Accidenti, ma che vi prende? Avete tutti una faccia da funerale. Bisognerebbe infilarvi dei petardi nel sedere disse in tono un po troppo aggressivo, battendo le mani davanti alla faccia di ognuno. Siete no-io-si. Poi si volt verso la sorella. Marcia. Sospir e ripet unaltra volta il suo nome. Ciao aggiunse,

prima di tornare verso la sua sedia con unespressione di puerile soddisfazione stampata in volto. Nel lungo e pesante silenzio che segu, Gabe rimase in piedi sulla porta della sala da pranzo con aria impacciata. Chi ci hai portato, Lou? domand Quentin, tendendo la mano e dirigendosi verso Gabe. Scusi, non siamo stati presentati. Sono il fratello, Quentin, e lei mia moglie Alexandra. Lou fece un fischio di apprezzamento e scoppi a ridere. Piacere, mi chiamo Gabe disse stringendo la mano di Quentin ed entrando in sala da pranzo, dove cominci a presentarsi al resto della famiglia. Lou disse Ruth a bassa voce, forse dovresti bere un po dacqua o un caff. Lo sto facendo. Lou fece un sonoro sospiro. Ti sto mettendo in imbarazzo, Ruth? sbott. Mi hai chiesto di venire a casa ed eccomi qui! Intorno al tavolo cal un silenzio impacciato, e ognuno cerc di evitare lo sguardo degli altri. Il padre rivolse a Lou unocchiata rabbiosa, si fece paonazzo e le labbra presero a tremargli leggermente, come se stesse pronunciando un fiume di parole che non producevano alcun suono. Gabe continu il suo giro di presentazioni. Salve, Ruth, finalmente la conosco. Lei gli strinse la mano senza alcuna energia, guardandolo a malapena negli occhi. Salve rispose piano. Mi scusi, devo sparecchiare. Si alz da tavola e cominci a portare in cucina i piatti del formaggio e le tazzine da caff. Le do una mano si offr Gabe. No, no. Prego, si accomodi replic Ruth correndo in cucina con le braccia cariche. Gabe disobbed e la segu. La trov appoggiata al ripiano dove aveva appena posato le stoviglie, di spalle. Aveva la testa china e la schiena curva, ed era ormai priva di qualsiasi vitalit. Gabe pos alcuni piatti accanto al lavello facendo rumore, in modo che si accorgesse della sua presenza. Ruth sussult, si ricompose, recuper un po di energia e si volt verso di lui. Gabe gli disse con un sorriso tirato. Le avevo detto di non disturbarsi. Volevo darle una mano le spieg in tono dolce.

Mi dispiace per Lou. Non ero fuori con lui stasera. Ah, no? Incroci le braccia, imbarazzata dal fatto di non esserne informata. No. Sono un suo collega. Mi sono fermato in ufficio fino a tardi e mi trovavo ancora l quando lui tornato da be, dal suo appuntamento. tornato in ufficio? Come mai Lo guard confusa e poi unombra le scese lentamente sul viso. Capisco. Voleva guidare. Gabe decise di non replicare, e questo permise a Ruth di rilassarsi un poco. S, be, grazie per averlo riportato a casa sano e salvo. Mi dispiace di averla trattata male, ma sa Lemozione le incrin la voce e allora tacque e inizi a buttare gli avanzi dentro la spazzatura. Lo so. Non mi deve spiegare niente. Dalla sala da pranzo Lou grid: Ferma! Poi udirono il rumore di un bicchiere che si infrangeva e la sua risata. Ruth si ferm e chiuse gli occhi, sospirando. Lou una brava persona, sa disse Gabe. Grazie. Che ci creda o no, proprio quello che avevo bisogno di sentire in questo momento, anche se avrei preferito che non me lo dicesse un suo amico. Avrei voluto che lo dicesse sua madre e alz su di lui uno sguardo spento, oppure suo padre o magari sua figlia. Invece al lavoro che tutti lo considerano un asso disse ricominciando a svuotare i piatti con rabbia. Io non sono un suo amico, mi creda. Anzi, Lou non mi sopporta. Lo guard incuriosita. Mi ha fatto assumere ieri. Me ne stavo seduto fuori dal palazzo del suo ufficio come tutte le mattine, quando improvvisamente si fermato davanti a me, mi ha regalato un caff e mi ha offerto un impiego. Me lo stava raccontando ieri sera disse Ruth, frugando nella memoria. Davvero Lou ha fatto una cosa del genere? Sembra sorpresa. No, non vero. Anzi, s. Voglio dire Che genere di impiego le ha offerto? Un lavoro nellufficio spedizioni. E a lui che vantaggio ne viene? domand Ruth aggrottando la fronte. Gabe si mise a ridere. Pensa che labbia fatto per il proprio tornaconto? Oh, ho detto una cosa tremenda. Si morse il labbro per nascondere un sorriso. Non intendevo questo.

So che Lou una brava persona, solo che negli ultimi tempi molto occupato. O, meglio, distratto. Non c niente di male nellessere occupati, a patto di non distrarsi spieg. Il punto che non mai del tutto presente. come se fosse sempre in due posti contemporaneamente. Il suo corpo con noi, ma la sua mente altrove. Negli ultimi tempi le decisioni che prende hanno tutte a che fare con il lavoro: come migliorare le prestazioni, come passare da una riunione allaltra il pi in fretta possibile e via dicendo. Cos, dato che le ha offerto un impiego, ho pensato che Dio, ma senti cosa dico. Si ricompose. evidente che lei deve aver fatto emergere la sua parte migliore. una brava persona ripet lui. Ruth non disse nulla, e quando Gabe torn a parlare fu come se le avesse letto nel pensiero: Per lei vorrebbe che diventasse una persona migliore, vero?. Lo guard stupita. Non si preoccupi. Appoggi una mano sopra le sue e lei ne fu subito confortata. Lo diventer. Il giorno seguente Ruth raccont quella conversazione alla sorella, che arricci il naso giudicandola bizzarra e sospetta, come la maggior parte delle cose, a suo dire. Soltanto allora Ruth si chiese come mai non le fosse venuto in mente di fare delle domande a Gabe, come mai l per l non vi avesse trovato niente di insolito. Ma in fondo quel che contava era vivere il momento, e in quel momento non aveva sentito il bisogno di chiedergli nulla. Gli aveva creduto o forse aveva voluto farlo. Un uomo gentile le aveva detto che suo marito sarebbe diventato una persona migliore. Perch mai avrebbe dovuto dubitarne?

15. La sveglia

La mattina seguente Lou si svegli con un simpatico picchio piazzato sulla testa che gli martellava il cranio con diligente

costanza. Il dolore partiva dal lobo frontale, attraversava le tempie e arrivava gi fino alla nuca. Sent un clacson strombazzare, fuori, da qualche parte, e un motore rombare. Richiuse gli occhi e cerc di perdersi nel regno del sonno, ma il senso del dovere, il picchio e la porta dingresso che sbatteva, o almeno cos gli sembr, non gli permisero di rifugiarsi nei suoi dolci sogni. Aveva la bocca completamente asciutta. Schiocc le labbra e fece scorrere la lingua sulle gengive per evitarsi la sgradevole sensazione del vomito contro il palato secco. E poi dun tratto la saliva gli riemp la bocca e lui si ritrov in una posizione terribile, un piede ancora nel letto e laltro proiettato verso la tazza del water, mentre la temperatura del suo corpo aumentava e la testa cominciava a girargli. Allontan con un calcio le coperte, corse verso il bagno e cadde pesantemente in ginocchio, in ansimante adorazione della tazza. Quando non gli rimase pi energia n unombra di cibo nello stomaco, si sedette sulle piastrelle riscaldate, fisicamente e mentalmente distrutto, e si accorse che fuori era giorno. Di solito la mattina, in quel periodo dellanno, il cielo non era di un azzurro chiaro. Fu colto da un panico molto peggiore di quello che lo aveva fatto precipitare in bagno e pi simile a quello di un bambino che si rende conto di essere in ritardo per la scuola. Si alz e torn in camera, dove venne preso dallimpulso di stritolare la sveglia che segnava le nove con una sfacciata luce rossa. Erano rimasti tutti a letto. Nessuno aveva sentito la sveglia. E invece no, perch Ruth non cera. Solo allora avvert un profumo di fritto che, dal piano inferiore, saliva danzando un beffardo cancan sotto il suo naso. Ud lacciottolio e il tintinnare di tazze e piattini. Poi un bambino che farfugliava. I suoni tipici del mattino. Suoni lenti e pigri che non avrebbe dovuto sentire. Al loro posto avrebbe dovuto avvertire il ronzio del fax e della fotocopiatrice, il rumore dellascensore che andava su e gi e poi faceva din, come se le persone al suo interno fossero cotte a puntino, le unghie laccate di Alison che colpivano i tasti e il cigolio del carrello di Gabe che percorreva i corridoi Gabe.

Si infil una vestaglia e corse di sotto, quasi inciampando nelle scarpe e nella ventiquattrore che la sera prima aveva abbandonato sullultimo scalino. Irruppe in cucina e trov i tre soliti sospetti: Ruth, sua madre e suo padre. Di Gabe nessuna traccia, grazie a Dio. Lispida barba grigia di suo padre era macchiata duovo, la madre leggeva il giornale; lei e Ruth erano ancora in camicia da notte. Pud era lunico a emettere dei suoni: canticchiava e gorgogliava, muovendo le sopracciglia con una tale espressivit che sembrava stesse dicendo qualcosa di sensato. Lou osserv quel quadretto, ma non riusc ad apprezzarne nemmeno una pennellata. Che diavolo succede, Ruth? esclam, facendo voltare tutti. Come, scusa? replic lei, spalancando gli occhi. Sono le nove, dannazione. Le nove. Smettila, Aloysius intervenne suo padre perentorio. La madre lo osservava scioccata. Perch cavolo non mi hai svegliato? domand alla moglie, avvicinandosi. Lou, non parlarmi in questo modo. Ruth si accigli e poi si rivolse al figlio. Dai, Pud, ancora qualche cucchiaino, tesoro. Stai cercando di farmi licenziare, non cos? Perch non mi hai svegliato? Be, volevo farlo, ma Gabe me lha sconsigliato. Ha detto di lasciarti dormire fino alle dieci, che un po di riposo ti avrebbe fatto bene, e secondo me aveva ragione gli rispose in tono pratico, apparentemente indifferente alla sua aggressivit. Gabe? La guard come se fosse la creatura pi strana del pianeta. Gabe?! url. Lou intervenne la madre indignata. Non osare gridare in questo modo. Gabe il portalettere? Quel fottuto portalettere? continu Lou, ignorandola. Hai dato ascolto a lui? un imbecille! Lou! lo richiam nuovamente la madre. Fred, fa qualcosa disse, dando di gomito al marito. Be, quellimbecille replic Ruth cercando di mantenere la calma ieri notte ti ha riportato a casa, invece di lasciare che ti ammazzassi in macchina. Come se si fosse ricordato solo in quel momento che era stato Gabe a riaccompagnarlo, Lou corse fuori.

Gir tuttintorno alla Porsche, saltellando sulla ghiaia, tanto preoccupato per le condizioni dellauto da non accorgersi dei sassolini aguzzi che gli pungevano la pianta dei piedi. La esamin da ogni angolo, facendo scorrere le dita sulla superficie per assicurarsi che non ci fossero graffi o ammaccature. Non trov nessun danno e si tranquillizz un po, bench non riuscisse a capire che cosa potesse aver indotto Ruth a seguire un consiglio di Gabe. Perch mai tutto il mondo sembrava pendere dalle sue labbra? Rientr in casa, dove la madre e il padre lo accolsero con uno sguardo tale che per la prima volta in vita sua non seppe come replicare. Volt loro le spalle e and in cucina da Ruth, che stava ancora imboccando Pud. Ruthy disse schiarendosi la voce e preparandosi a chiederle scusa a modo suo, un modo che non prevedeva mai lutilizzo dellespressione Mi dispiace. Il fatto che Gabe sta cercando di fregarmi il posto, capisci? Tu non potevi saperlo, certo, ma cos. Quindi, quando stamattina uscito di buonora per andare in ufficio uscito cinque minuti fa tagli subito corto lei, senza voltarsi n guardarlo. Lho sistemato in una delle camere libere perch non ero sicura che avesse un posto dove dormire. Si alzato e ha preparato la colazione per tutti, poi gli ho chiamato e pagato un taxi fino al lavoro. E uscito giusto cinque minuti fa e quindi anche lui in ritardo. Per cui rimangiati le tue accuse e seguilo in ufficio, dove potrai fare il bullo a tuo piacimento. Ruthy, io Hai ragione, Lou, e io ho torto. Dal tuo comportamento di stamattina evidente che hai tutto sotto controllo e che non sei affatto stressato osserv sarcastica. Sono stata davvero una stupida a pensare che avessi bisogno di unora di sonno in pi. Dai, Pud disse, sollevando il bimbo dal seggiolone e baciandogli il visino impiastricciato, andiamo a fare il bagnetto. Pud batt le mani lanciando gridolinidi gioia, mentre lei strofinava la faccia sulla sua emettendo suoni buffi. Con il piccolo in braccio, Ruth punt verso Lou. Dun tratto intenerito di fronte allespressione di suo figlio, a quel sorriso cos grande da illuminare il mondo se mai la luna avesse smesso di brillare, Lou si prepar ad accogliere Pud tra le braccia. Ma Ruth tir dritto tenendo stretto a s il bambino,

che continuava a gorgogliare felice, come se i baci della mamma fossero la cosa pi divertente della sua breve vita. Lou incass il rifiuto. Per circa cinque secondi. Poi realizz che stava rubando cinque secondi preziosi al tempo necessario per arrivare al lavoro e part come un razzo. In tempo record, e soprattutto grazie al fatto che il sergente OReilly non era nei paraggi per vederlo premere sullacceleratore, raggiunse lufficio alle dieci e un quarto; non era mai arrivato tanto tardi. Mancava ancora qualche minuto alla fine della riunione e cos si sput sui palmi e si lisci i capelli sporchi, poi si strofin il viso non rasato per cancellare lo stordimento provocato dai postumi della sbornia, infine fece un profondo respiro ed entr nella sala riunioni. Rimasero tutti senza fiato. Il suo aspetto non era poi cos terribile, per non era nemmeno impeccabile come al solito. Si mise a sedere di fronte ad Alfred, che sorrise sbalordito e assolutamente compiaciuto per lapparente crollo dellamico. Chiedo infinitamente scusa per il ritardo disse ai dodici colleghi presenti, in un tono tranquillo che non rispecchiava affatto ci che sentiva. Sono stato sveglio tutta la notte per via di un virus intestinale, ma ora credo di star bene. Le facce annuirono comprensive. Anche Bruce Archer lha avuto annunci Alfred con un ghigno, strizzando locchio al signor Patterson. A quella frecciatina Lou si sent ribollire il sangue; si aspettava che un fischio gli uscisse dal naso appena raggiunto il punto di ebollizione. Nei minuti che seguirono cerc di controllare vampate e conati di vomito, mentre una vena sulla fronte gli pulsava a pieno ritmo. Allora, stasera sar una serata importante, ragazzi annunci Patterson voltandosi verso Lou, che si sintonizz sulla conversazione. S, ho la videoconferenza con Arthur Lynch intervenne Lou dandosi un tono. Comincia alle sette e mezza e sono certo che andr tutto liscio come lolio. Abbiamo gi affrontato e risolto molte delle sue perplessit durante la settimana, quindi non credo che ci sia bisogno di rivederle Aspetta, aspetta. Patterson alz un dito per

interromperlo e solo allora Lou si accorse che sul viso di Alfred era apparso un ampio sorriso. Lou tent di incrociare lo sguardo del collega, sperando in un suggerimento o in un indizio, ma questi lo evit accuratamente. No, Lou, tu e Alfred avete la cena con Thomas Crooke e il suo socio. tutto lanno che cerchiamo di ottenere questo incontro gli spieg Patterson con una risatina nervosa. Che disastro. Gli stava crollando il mondo addosso. Si mise a sfogliare lagenda, passandosi una mano tremante tra i capelli e asciugandosi il sudore dalla fronte. Fece scorrere il dito lungo lelenco di appuntamenti appena stampato, con gli occhi stanchi che faticavano a mettere a fuoco e lindice sudaticcio che sbavava linchiostro. Eccola l, conference call con Arthur Lynch. Non era segnata nessuna cena. Nessuna cena, maledizione. Signor Patterson, sono ben consapevole dellimportanza di questincontro con Thomas Crooke disse schiarendosi la voce e guardando Alfred con aria confusa, ma nessuno mi ha avvisato, tant che gi la settimana scorsa ho informato Alfred del mio appuntamento con Arthur Lynch per le sette e mezza di stasera ripet con una certa insistenza. Alfred, tu eri al corrente della cena? Be, s, Lou rispose Alfred, facendo spallucce. Certo che ne ero al corrente. Ho annullato tutti i miei appuntamenti non appena me lhanno confermata. la pi grande opportunit che abbiamo di chiudere laffare Sono mesi che ne parliamo. I colleghi Manhattan. cominciarono ad agitarsi sulle sedie, bench alcuni di loro, Lou ne era certo, stessero in realt assaporando quel momento, registrando ogni sospiro, sguardo e parola per poterli riferire non appena fossero usciti da quella stanza. Potete tornare al vostro lavoro annunci Patterson con una nota di preoccupazione nella voce. Temo che dobbiamo questione con una certa urgenza. Se ne occuparci della andarono tutti, tranne Lou, Alfred e Patterson. Dallatteggiamento e dallespressione di Alfred, che aveva unito le dita tozze sotto il mento come se fosse in preghiera, Lou cap al volo che il collega aveva sistemato le cose a proprio vantaggio.

Quella era la sua modalit preferita, la posizione dattacco a lui pi congeniale. Alfred, da quanto tempo sapevi della cena e perch non mi hai informato? chiese sulla difensiva. Te lho gi detto, Lou rispose Alfred, parlandogli come se fosse duro di comprendonio. Appariva del tutto a proprio agio e Lou, sudaticcio e con la barba lunga, sapeva che non sarebbe uscito vittorioso dal confronto. Tolse le dita tremanti dallelenco degli appuntamenti e serr le mani. un casino, un gran casino comment Patterson sfregandosi con forza il mento. Avevo bisogno di tutti e due alla cena, per non posso nemmeno permettere che salti la conferenza con Arthur. Rimandare la cena fuori discussione, ci voluto un sacco di tempo per fissarla. Cosa mi dici dellappuntamento con Arthur? Lou deglut. Prover a spostarlo. Se non ci riesci, non c niente da fare. Vorr dire che Alfred comincer lincontro e tu, Lou, lo raggiungerai alla fine della conference call. Lou ha delle questioni importanti da discutere, sar gi tanto se riuscir ad arrivare al ristorante per lammazzacaff. Posso benissimo gestire io la cosa, Laurence. Alfred parl a mezza bocca, sfoggiando un sorrisetto che a Lou fece venire voglia di afferrare la caraffa dellacqua al centro del tavolo e sbattergliela in testa. Sono in grado di farlo anche da solo. S, be, speriamo che Lou si sbrighi e concluda laffare, altrimenti questa giornata sar soltanto una perdita di tempo ribatt Patterson, raccogliendo i suoi documenti e alzandosi. Fine della riunione. A Lou sembrava di vivere in un incubo: stava andando tutto a rotoli e il lavoro che aveva svolto con tanta dedizione era stato sabotato. stata una riunione davvero deludente. Credevo che ci avrebbe detto chi prender il suo posto quando se ne andr disse Alfred con aria annoiata. E invece neanche una parola, incredibile. Penso che sia suo dovere farcelo sapere e, dato che io sono in azienda da pi tempo di te Alfred? lo interruppe Lou fissandolo esterrefatto.

Che c? Alfred prese dalla tasca un pacchetto di chewinggum e se ne infil uno in bocca, poi ne offr a Lou che rispose scuotendo con forza la testa. Mi sembra di trovarmi ai confini della realt. Che diavolo succede qui? Succede che hai i postumi di una sbornia. Sembri pi barbone del vero barbone osserv Alfred. E ti conviene prenderne una aggiunse offrendogli una seconda volta la gomma alla menta. Hai lalito che puzza di vomito. Lou rifiut con un gesto della mano. Alfred, perch non mi hai detto della cena? ripet rabbioso. Ma s che te lho detto replic Alfred, masticando sonoramente. Ne sono sicuro. O magari lho detto ad Alison. Era Alison? Forse era laltra, quella con le tettone. Sai, la tizia che ti facevi Lou inve e poi si precipit alla scrivania di Alison con un foglio contenente i dettagli della cena e lo lanci sulla tastiera, arrestando il movimento delle unghie laccate. La ragazza socchiuse gli occhi e lesse il documento. Che cos? Una cena per stasera. Molto importante. Alle otto. E io ci devo essere. Si mise a camminare avanti e indietro davanti alla sua scrivania, mentre lei continuava a leggere. Ma non pu, ha una conference call. Lo so, Alison ribatt brusco. Eppure ho bisogno di partecipare a quella cena disse puntando un dito sulla pagina. Fa in modo che ci riesca. Poi corse nel proprio ufficio e si chiuse dentro sbattendo la porta. Ma, prima di raggiungere la scrivania, si immobilizz: sopra, bene in ordine, cera la sua posta. Torn sui suoi passi e riapr la porta. Alison, che si era messa subito allopera, abbass il ricevitore e lo guard. S? gli disse in tono sollecito. La posta. S? Quand arrivata? Stamattina presto. Gabe lha consegnata alla solita ora. Non possibile obiett Lou. Lhai visto con i tuoi occhi? S rispose lei preoccupata. Mi ha portato anche un caff. Poco prima delle nove, mi pare. Ma non pu essere. Era a casa mia disse Lou, pi a se stesso che a lei. Ehm, Lou, solo una cosa prima che se ne vada un momento inopportuno per discutere alcuni dettagli della festa

di suo padre? Aveva a malapena finito la frase che Lou era gi tornato in ufficio sbattendo di nuovo la porta. Al mondo esistono vari tipi di sveglie. Per Lou Suffern la del suo devoto sveglia era uno dei compiti quotidiani BlackBerry. Ogni mattina alle sei, mentre dormiva e sognava, mentre pensava a ierie programmava domani, quel disciplinato congegno emetteva un segnale acustico allarmante e stridulo, volutamente fastidioso. Dal comodino, lo scuoteva fin nellinconscio, strappandolo al torpore e trascinandolo nel mondo dei desti. Allora Lou si svegliava; gli occhi da chiusi diventavano aperti, il corpo passava dalla posizione orizzontale a quella verticale e da nudo a vestito. Per lui il risveglio era questo: il momento di passaggio dal sonno al lavoro. Per altri la sveglia aveva assunto forme diverse. Per Alison dellufficio, la paura di essere rimasta incinta a sedici anni laveva costretta a compiere delle scelte; per il signor Patterson, la nascita del primo figlio gli aveva fatto vedere il mondo sotto una nuova luce e aveva influenzato ogni sua decisione. Per Alfred, i milioni per si dal padre quando aveva dodici anni lo avevano costretto a frequentare per un anno la scuola pubblica e, bench la sua famiglia avesse ritrovato lagiatezza senza aver reso noto il tracollo alla gente che contava, lesperienza aveva cambiato per sempre il suo modo di vedere la vita e le persone. Per Ruth la sveglia era suonata quando, durante le vacanze estive, aveva sorpreso il marito a letto con la tata polacca ventiseienne. Per la piccola Lucy, di soli cinque anni, era suonata quando aveva guardato il pubblico della recita scolastica e accanto a sua madre aveva visto un posto vuoto. Ci sono tanti tipi di risvegli, ma soltanto uno davvero importante. Quel giorno per Lou fu molto diverso. Non sapeva che ci si potesse svegliare anche a occhi aperti, quando si gi fuori dal letto, si indossa un completo elegante e si impegnati a concludere affari e a partecipare a riunioni. O quando ci si sente calmi, composti e padroni di s, capaci di gestire la propria vita e tutto quello che offre. La sveglia gli suonava sempre pi forte nelle orecchie, ma a sentirla era solo il suo

inconscio. Cerc di spegnerla e tornare allo stile di vita in cui si trovava a proprio agio. Invano. Non sapeva di non poter decidere autonomamentequando sarebbe stato pronto a imparare, ma che lesistenza stessa gli avrebbe impartito un insegnamento al momento opportuno. Non sapeva di non poter premere un pulsante e ricevere subito tutte le risposte, ma che ogni pulsante in lui stava per essere premuto. Lou Suffern era convinto di sapere gi tutto. E invece quello era soltanto linizio. 16. Un incontro nella notte

Quella sera alle sette, quando ormai tutti i suoi colleghi avevano lasciato ledificio per immergersi nella follia del Natale, Lou Suffern era ancora alla scrivania e, pi che un azzimato uomo daffari, si sentiva Aloysius, il bambino obbligato a restare a scuola per punizione, unimmagine di cui da anni tentava di liberarsi. Si mise a studiare le pratiche sulla scrivania con lo stesso entusiasmo con cui avrebbe affrontato un piatto di verdura che lo costringeva a rimanere a tavola fino a quando non avesse mangiato tutto. Non appena Lou gli aveva detto che non era possibile annullare o posticipare la conference call, Alfred gli aveva rivolto uno sguardo sinceramente deluso, o almeno cos pareva, e aveva cercato di limitare i danni, chiedendogli ogni dettaglio utile per risolvere quel pasticcio e trovare lapproccio migliore con cui affrontare la trattativa. Era stato convincente come al solito, al punto che Lou non ricordava pi perch se la fosse presa tanto con lui e gli avesse dato la colpa di quel casino. Alfred faceva sempre quelleffetto alla gente: sembrava un boomerang passato attraverso la merda e che riuscito a ritrovare la strada per le mani che lo hanno lanciato. Fuori era buio e faceva freddo. Ponti e moli erano intasati da colonne di automobili piene di persone che rientravano a casa, contando i giorni della folle corsa verso il Natale. Harry aveva ragione, era tutto troppo veloce e i preparativi erano diventati pi importanti dellevento stesso. La testa gli pulsava ancora pi forte della mattina e locchio sinistro aveva preso a

tremargli, mentre lemicrania peggiorava. Infastidito, abbass la luce della lampadada tavolo. Riusciva a malapena a pensare, figuriamoci a mettere insieme delle frasi, e cos si infil il cappotto di cachemire e la sciarpa e usc a comprare delle pillole contro il mal di testa. Aveva i postumi della sbornia, ma sentiva anche che si stava ammalando; in quegli ultimi giorni non era pi lui. Era disorganizzato e insicuro, e questo dipendeva sicuramente da qualche malattia. I corridoi e gli uffici erano bui e cera accesa solo qualche fioca luce di emergenza per le guardie che facevano la ronda. Premette il pulsante dellascensore, aspettando di sentire il rumore dei cavi che facevano risalire la cabina. Silenzio. Premette di nuovo il pulsante e vide che il display segnava il pianterreno. Lascensore non accennava a muoversi. Premette per la terza volta. Niente. Premette ancora, finch non riusc pi a trattenere la rabbia e cominci a prendere a pugni la porta. Fuori servizio. Un classico. Cerc le scale antincendio, mentre la testa continuava a pulsare. Mancavano trenta minuti alla conference call e quindi aveva giusto il tempo di scendere i tredici piani, comprare le pillole e rientrare. Abbandon il familiare corridoio principale e pass attraverso alcune porte mai notate prima, ritrovandosi in passaggi pi stretti e privi della lussuosa moquette. Pareti dipinte di bianco o ricoperte di truciolato avevano preso il posto delle spesse porte e dei pannelli in noce del suo reparto; gli uffici erano grandi come sgabuzzini. Invece delle opere darte che Lou si fermava a osservare ogni giorno, i corridoi erano pieni di fotocopiatrici e fax. Svolt un angolo e si blocc di colpo, ridendo tra s e s: aveva scoperto il segreto di Gabe. Davanti a lui cera un ascensore di servizio. Ora tutto aveva un senso. Le porte erano aperte e la piccola cabina grigia era illuminata dalla spettrale luce bianca di un lungo tubo fluorescente. Entr, gli occhi infastiditi dal neon, ma prima che raggiungesse la pulsantiera le porte si chiusero e lascensore cominci a scendere rapidamente. Si muoveva al doppio della velocit degli altri ascensori e di nuovo Lou si compiacque di

aver capito come facesse Gabe a spostarsi tanto in fretta da un punto allaltro. Premette il pulsante del piano terra, che tuttavia non si illumin. Ritent alcune volte e poi, con una certa preoccupazione, rimase a guardare la luce spostarsi di piano in piano. Dodici, undici, dieci Lascensore continuava a prendere velocit. Nove, otto, sette Non accennava a rallentare e, anzi, traballava correndo lungo i cavi. Sempre pi spaventato e in ansia, Lou premette tutti i pulsanti, compreso quello di emergenza, ma senza risultato. Lascensore proseguiva la sua precipitosa discesa nella tromba, come dotato di vita propria. A pochi metri dal pianterreno, Lou si allontan dalle porte e si rannicchi in un angolo. Infil la testa tra le ginocchia, incroci le dita e si prepar allo schianto. Qualche secondo dopo, lascensore rallent, poi si ferm bruscamente. La cabina rimbalz e vibr. Quando Lou apr gli occhi, che aveva serrato con forza, cap di trovarsi nel seminterrato. Le porte si aprirono senza emettere lallegro segnale acustico. Lou rabbrivid davanti a quello scenario, ben diverso dallambiente acco gliente del quattordicesimo piano. Il seminterrato era freddo e buio, con un pavimento di cemento polveroso. Non voleva scendere l, quindi premette il pulsante del pianterreno per tornare alle superfici in marmo e alla moquette, alle decorazioni color caramello e alle cromature, ma la bottoniera non si illumin e le porte restarono aperte. Non gli rimaneva che uscire e cercare le scale antincendio per risalire. Non appena poggi i piedi sul pavimento, le porte si richiusero e lascensore ripart. Lilluminazione era scarsa. In fondo al corridoio, una striscia di luce fluorescente si accendeva e spegneva a intermittenza, peggiorando il suo mal di testa e rendendo incerti i suoi passi. Intorno a lui riecheggiava un sonoro ronzio di macchinari e i cavi elettrici correvano a vista lungo i soffitti. Il pavimento era freddo e duro sotto le scarpe di pelle, le cui punte lustre erano ormai ricoperte di polvere. Mentre avanzava lungo langusto passaggio in cerca delluscita di sicurezza, sent una musica provenire da dietro una porta in fondo a un corridoio che

svoltava a destra. Era Driving home for Chrstmas di Chris Rea. Nella direzione opposta, affisso sopra una porta di metallo, not il segnale luminoso delle uscite di sicurezza, quello verde con lomino che corre. Il suo sguardo si spost alla stanza da cui filtravano musica e luce. Guard lorologio. Ce la faceva ancora a passare in farmacia e, a patto che gli ascensori funzionassero, a tornare in ufficio in tempo per la conference call. Vinto dalla curiosit, percorse il corridoio e buss. La musica era talmente alta che riusc a malapena a sentire quel toc-toc e cos apr e infil dentro la testa. Quello che vide gli tolse le parole di bocca e se le port via, beffardo. La stanza era un piccolo magazzino con le pareti ricoperte da scaffali di metallo alti fino al soffitto e ingombri di articoli di ogni tipo, dalle lampadine ai rotoli di carta igienica. Gli scaffali formavano due corridoi non pi lunghi di tre metri, ma fu il secondo ad attirare lattenzione di Lou. Attraverso i ripiani, not una luce salire dal pavimento. Si avvicin e, steso a terra, vide un familiare sacco a pelo: cera sdraiato Gabe che, assorto nella lettura di un libro, non si era nemmeno accorto della sua presenza. Sui ripiani pi bassi vide una fila di candele profumate, le stesse che decoravano i bagni dellufficio, e in un angolo una lampada senza paralume emanava una fioca luce arancione. Gabe era avvolto nella stessa coperta sporca di quando trascorreva le giornate sul marciapiede. Accanto a lui, un bollitore e un panino mangiato per met avvolto nella confezione. Il suo completo nuovo era appeso l vicino, ancora coperto dal sacco di plastica e mai indossato. Limmagine di quellabito intatto ricord a Lou il salotto di sua nonna: qualcosa di prezioso riservato alle grandi occasioni mai arrivate o mai riconosciute come tali. Gabe alz gli occhi e il libro gli sfugg di mano, mancando per un pelo una candela. Con uno scatto si tir su a sedere, lo sguardo vigile. Lou esclam spaventato. Gabe disse Lou, senza per avvertire la soddisfazione che si aspettava. Quello che aveva davanti era uno spettacolo triste. Per forza Gabe era sempre il primo ad arrivare in ufficio e

lultimo ad andarsene. Quel magazzino con gli scaffali colmi di paccottiglia era diventato la sua casa. A che ti serve labito? gli chiese, guardando il completo. Sembrava fuori posto in quella stanzetta polverosa dove tutto aveva unaria stanca e usata, abbandonata e dimenticata. Eppure, l appeso a una gruccia di legno cera un vestito pulito e costoso. Stonava. Mah, un bellabito pu sempre servire, non si sa mai rispose Gabe osservandolo con aria circospetta. Hai intenzione di raccontarlo? gli domand, ma non sembrava preoccupato, soltanto curioso. Lou prov compassione. Harry lo sa? Gabe scosse il capo. Lou ci riflett. Non aprir bocca. Grazie. tutta la settimana che sei qui? Gabe annu. Fa freddo. S. Quando tutti se ne vanno, il riscaldamento si spegne. Posso procurarti delle coperte o magari una stufetta elettrica o qualcosa del genere, se vuoi propose Lou, ma non appena ebbe finito di parlare si sent stupido. S, grazie, mi farebbero comodo. Siediti pure disse Gabe indicando uno scatolone sul ripiano pi basso. Prego. Prima di afferrare lo scatolone, Lou si rimbocc le maniche per non rischiare di sporcarsi e impolverarsi il vestito, poi si sedette con cautela. Ti va un caff? Nero, per. La macchinetta guasta. No, grazie. Stavo uscendo per comprare qualcosa contro il mal di testa rispose Lou, che si guardava intorno distrattamente e non aveva capito la battuta. Grazie per avermi riportato a casa ieri sera. Figurati. Te la sei cavata bene con la Porsche. Lou lo studi. Lavevi gi guidata? S, certo, ne ho una parcheggiata qui dietro replic Gabe alzando gli occhi al cielo. Scusami Come facevi a sapere dove abitavo? Ho tirato a indovinare rispose Gabe sarcastico, versandosi del caff. Dato che Lou continuava a fissarlo, aggiunse: La tua casa era lunica della via con un cancello di cattivo gusto. Sopra c un uccello. Guard Lou come se il solo pensiero di quel volatile di metallo potesse riempire la stanza di un odore nauseabondo. unaquila ribatt Lou sulla difensiva. Sai, ieri ero Fece per scusarsi, o almeno per spiegare il suo comportamento della

sera prima, ma poi ci ripens, non era dellumore giusto per giustificarsi con nessuno e soprattutto con Gabe, che dormiva sul pavimento del seminterrato e nonostante questo aveva la presunzione di giudicarlo. Perch hai detto a Ruth di lasciarmi dormire fino alle dieci? Gabe piant i limpidi occhi azzurri in quelli di Lou, e Lou si sent un perdente, nonostante lo stipendio a sei cifre e la villa da milioni di euro in uno dei quartieri pi ricchi di Dublino. Mentre tutto ci che Gabe possedeva era in quella stanza. Ho immaginato che avessi bisogno di riposare. E come facevi a saperlo? Gabe si limit a sorridere. Che c di tanto divertente? Non ti piaccio, vero, Lou? Be, se non altro era un tipo sincero. Andava dritto al punto senza girarci intorno. E Lou questo lo apprezzava. Non direi. E la mia presenza in questo edificio ti preoccupa replic Gabe. Mi preoccupa? No. Per me puoi dormire dove ti pare. La cosa non mi disturba affatto. Non era questo che intendevo. Ti senti minacciato da me? Lou butt indietro la testa e scoppi a ridere. Era una reazione eccessiva e lui lo sapeva, ma riusc comunque a produrre leffetto desiderato. La risata riecheggi in quella celletta di cemento e nel soffitto aperto con i cavi a vista, facendolo in qualche modo sentire superiore. Minacciato da te? Be, vediamo Rivolse i palmi verso lalto a indicare la stanza in cui Gabe viveva. Ho forse bisogno di aggiungere altro? disse in tono pomposo. Capisco replic Gabe con un gran sorriso, come se avesse trovato la risposta esatta a un quiz. Ho meno cose di te. Dimenticavo che questo per te ha un significato. Schiocc le dita, e Lou si sent uno stupido. I beni materiali per me non sono importanti si difese debolmente. Sostengo numerosi enti di beneficenza e dono un sacco di cose. Certo disse Gabe annuendo con aria solenne, anche la tua parola. Che vuoi dire? Voglio dire che dai la tua parola e poi non la mantieni. Si mise a frugare in una scatola da scarpe sul secondo ripiano. Hai ancora mal di testa? gli domand, cambiando argomento. Lou annu, strofinandosi gli occhi con aria stanca.

Tieni disse Gabe estraendo un piccolo contenitore pieno di pillole. Ti domandi sempre come faccio a spostarmi tanto in fretta da un posto allaltro. Prendi una di queste disse lanciandogli la scatolina. Lou la esamin. Non cera nessuna etichetta. Che cosa sono? Una piccola magia rispose Gabe. Quando le prendi, tutto diventa chiaro. Non faccio uso di droghe disse Lou, appoggiando il contenitore in fondo al sacco a pelo come per restituirlo. Non droga replic Gabe con unespressione esasperata. Allora che cos? Non sono un farmacista. Prendile e basta. Tutto quello che so che funzionano. No, grazie. Lou si alz e fece per andarsene. Ti sarebbero di grande aiuto. E chi ti dice che ne ho bisogno? disse Lou voltandosi. Mi hai chiesto se vero che non mi piaci. In realt, a me non importa un bel niente di te. Sono un uomo impegnato e la tua esistenza non mi disturba particolarmente, ma se c una cosa che proprio non sopporto di te il tuo atteggiamento paternalista. Sto bene, molte grazie. La mia vita perfetta. Ho soltanto mal di testa, tutto qui. Okay? Gabe si limit ad annuire e Lou decise che era arrivato il momento di andarsene. Le persone come te sono cominci Gabe. Come sono? Lou era brusco e a ogni frase alzava un po di pi la voce. Come sono le persone come me? Grandi lavoratori? Uomini che amano occuparsi della loro famiglia? Che non stanno tutto il giorno con il culo per terra a chiedere lelemosina? Le persone come me aiutano quelli come te, si prendono la briga di darti un lavoro e migliorarti la vita Se Lou avesse aspettato la fine della frase, avrebbe capito che Gabe non intendeva niente del genere. Si riferiva alle persone competitive, ambiziose, con gli occhi fissi sullobiettivo, invece che su quello che stanno vivendo. Persone che vogliono il meglio per le ragioni sbagliate e che prenderebbero qualunque strada pur di ottenerlo. Essere i migliori o i peggiori in fondo la stessa cosa. Si tratta semplicemente di una condizione. Quel che conta come una persona si sente nella propria condizione e il motivo per cui ci si trova.

Gabe avrebbe voluto spiegargli che gli individui come lui si guardano sempre le spalle, non perdono mai di vista quello che fanno gli altri e si paragonano a loro nel tentativo di raggiungere traguardi sempre pi elevati, di migliorarsi. E avrebbe voluto parlargli di quelli come lui per avvisarlo che chi si guarda le spalle finisce per andare a sbattere contro il muro. La strada diventa pi chiara quando si smette di confrontarsi con gli altri e ci si concentra su se stessi. E a questo punto della storia Lou non pu permettersi di andare a sbattere. Se accadesse, questo rovinerebbe il finale, che invece deve ancora arrivare. S, Lou aveva molte cose da fare. Ma non rimase l ad ascoltare. Lasci il magazzino/camera da letto di Gabe, scuotendo la testa incredulo davanti a tanta sfacciataggine, imbocc il corridoio con la luce fluorescente a intermittenza, trov luscita di sicurezza e sal di corsa le scale fino al piano terra. Il piano terra era accogliente nei suoi colori caldi e Lou ritrov subito una sensazione di benessere. Quando emerse dalluscita di sicurezza, la guardia alz gli occhi dalla scrivania e lo guard corrucciata. C qualcosa che non va negli ascensori spieg Lou. Oramai non ce lavrebbe fatta a raggiungere una farmacia e tornare in tempo per la conference call. Gli toccava andare di sopra cos comera, con la testa calda e molliccia e le ridicole parole di Gabe che gli ronzavano nelle orecchie. Non me lhanno segnalato replic la guardia avvicinandosi. Poi premette il pulsante di chiamata, che subito si illumin. La porta dellascensore si apr. La guardia rivolse a Lou una strana occhiata. Ah, lasci perdere. Grazie. Lou entr in ascensore e sal al quattordicesimo piano. Appoggi la testa contro lo specchio, chiuse gli occhi e sogn di essere a casa, a letto insieme a Ruth, raggomitolata accanto a lui con il braccio e la gamba avvolti attorno al suo corpo, come sempre quando dormiva, o almeno come faceva un tempo. Quando raggiunse il quattordicesimo piano e le porte si aprirono, Lou spalanc gli occhi, sussult e lanci un grido spaventato.

Gabe era in piedi davanti a lui, in corridoio, con unaria solenne e il naso che quasi sfiorava le porte. Gli agit il contenitore delle pillole davanti alla faccia. Merda! Gabe! Hai dimenticato queste. Non le ho dimenticate. Ti libereranno da quel mal di testa. Lou gli strapp di mano la scatoletta e se la cacci nella tasca dei pantaloni. Buon divertimento disse Gabe con un sorriso soddisfatto. Te lho detto, non faccio uso di droghe replic Lou a bassa voce, bench sapesse che erano soli. E io ti ho detto che non una droga. Consideralo una sorta di rimedio naturale. Un rimedio per cosa, esattamente? Per i tuoi problemi, che sono parecchi. Credo di averteli gi elencati. Parli tu che dormi sul pavimento di un seminterrato, maledizione sibil Lou. Perch non la prendi tu una pillola e ti sistemi la vita? O stato proprio questo a metterti nei guai? Sai una cosa? Sono stufo di sentirti sputare sentenze su di me, Gabe, quando io sono quass, e invece tu sei laggi. Gabe assunse unespressione curiosa che lo fece sentire in colpa. Scusa aggiunse con un sospiro. Gabe annu. Lou guard le pillole, mentre la testa continuava a pulsargli, ora pi intensamente. Perch dovrei fidarmi di te? Consideralo un regalo rispose Gabe, ripetendo le parole che Lou gli aveva rivolto soltanto qualche giorno prima. Lou fu percorso da un brivido lungo la schiena.

17. Il desiderio esaudito

Una volta solo nel suo ufficio, Lou tir fuori le pillole dalla tasca e le mise sulla scrivania, dove appoggi la testa chiudendo finalmente gli occhi. Santo cielo, sei un disastro esclam una voce vicina al suo orecchio, facendolo sussultare. Alfred fece Lou strofinandosi gli occhi, che ore sono? Le sette e venticinque. Non ti preoccupare, non hai perso la conference call. Grazie a me disse con un sorrisetto, facendo

scorrere sulla scrivania le dita grassottelle, macchiate di nicotina e con le unghie rosicchiate. Limpronta untuosa di quelle luride zampacce infastid subito Lou. Ehi, e queste cosa sono? Alfred prese il contenitore e apr il coperchio. Dammele. Lou fece per afferrarlo, ma Alfred si scost e si rovesci alcune pillole nel palmo sudaticcio. Alfred, dammele ripet Lou in tono deciso, sforzandosi di non esprimere disperazione, mentre Alfred girava per la stanza agitando in aria le pillole, come un bulletto.

Sei un bambino cattivo, Lou. Che cosa stai combinando? gli domand in un cantilena accusatoria che lo fece rabbrividire. Certo che Alfred avrebbe tentato di usare le pillole contro di lui, Lou cerc in fretta una soluzione. Hai proprio la faccia di uno che sta inventando una scusa osserv Alfred con un ghigno. Lo capisco quando bluffi, ti ho visto farlo un sacco di volte durante le riunioni. Non ti fidi di me? Lou sorrise e cerc di assumere un tono disinvolto, quasi scherzoso, bench entrambi fossero estremamente seri. Vuoi la verit? Negli ultimi tempi no. Non mi stupirebbe se escogitassi un piano per usare quelle pillole contro di me. Alfred scoppi a ridere. Su, dai. Ti sembra il modo di trattare un vecchio amico? Il sorriso di Lou si spense. Non saprei, Alfred, dimmelo tu. Per un momento si fissarono con aria di sfida, poi Alfred distolse lo sguardo. Ti sta frullando qualcosa in testa, Lou? Tu che dici? Ascolta. Le spalle di Alfred si abbassarono a segnalare il cambio di atteggiamento, da spavaldo a umile. Se si tratta della cena di stasera, ti assicuro che non ho interferito con i tuoi appuntamenti. Chiedilo pure a Louise. Nel passaggio di consegne tra Tracey e Alison un sacco di cose sono andate perse aggiunse con unalzata di spalle. E comunque, detto tra noi, Alison non mi sembra molto affidabile. Non dare la colpa ad Alison ribatt Lou incrociando le braccia. Gi disse Alfred con un sorriso e un lento movimento del capo, avevo dimenticato che tra voi c del tenero. Non c proprio un bel niente. Per lamor di Dio, Alfred. S, scusa rispose Alfred, facendo il gesto di cucirsi le labbra. Ruth non verr mai a saperlo, promesso. Il solo fatto che avesse toccato quellargomento innervos Lou. Che coshai? gli domand serio. Che ti prende? lo stress? quella merda che ti infili su per il naso? Che diavolo hai? Sei preoccupato per i cambiamenti che I cambiamenti ripet Alfred sbuffando. Parli come una donna in menopausa. Lou lo fiss. Sto bene scand le parole. Sono lo stesso di sempre. Sei tu quello che si sta comportando in modo strano. Se ne sono accorti tutti, perfino Patterson. Forse colpa di queste disse scuotendogli le pillole davanti al viso, proprio come Gabe.

Sono per il mal di testa. Non vedo nessuna etichetta. Lhanno staccata i bambini. Ora, ti dispiacerebbe smetterla di agitarle e restituirmele? disse Lou allungando la mano aperta. Ah, per il mal di testa, certo. Alfred torn a osservare il contenitore. Ne sei sicuro? Perch mi pareva che il barbone ti avesse detto che sono fatte con le erbe. Lou deglut. Mi stavi spiando, Alfred? cos? No, non lo farei mai. Le porto ad analizzare, tanto per essere sicuri che non siano qualcosa di pi forte. Ne prese una, se la infil in tasca e gli restitu la scatola. Preferisco scoprire da solo la verit, quando i miei amici mi raccontano delle frottole. Conosco quella sensazione concord Lou, felice di riavere il contenitore. Lho provata anchio quando ho saputo che alcune mattine fa tu e Patterson vi siete in contrati in privato e che venerd scorso avete pranzato insieme. Stavolta Alfred rimase sinceramente stupito. Oh replic Lou in tono affettuoso, non credevi che lo sapessi, vero? Mi dispiace. Be, ora ti conviene andare alla cena, altrimenti perderai gli antipasti. Un po di distrazione ti far bene: tutto questo lavorare ti ha reso noioso e prevedibile. Accompagn un Alfred letteralmente ammutolito alla porta, la apr e, prima di richiudergliela con calma in faccia, gli schiacci locchiolino. Alle sette e mezza passate Arthur Lynch non era ancora apparso sullo schermo al plasma da cinquanta pollici posizionato davanti al tavolo da riunioni dovera seduto Lou. Consapevole di poter essere visto da tutti i partecipanti alla riunione, tent di rilassarsi, evitando per di addormentarsi. Alle sette e quaranta la segretaria di Lynch lo inform che il suo capo sarebbe arrivato di l a poco. Mentre aspettava, sempre pi assonnato, Lou immagin Alfred al ristorante, baldanzoso e chiassoso come non mai, pronto a fare qualsiasi cosa pur di mettersi in vista e intrattenere i presenti, pur di rubare a Lou la gloria che gli spettava, concludendo o mandando allaria un affare nel quale lui non sarebbe stato coinvolto. Mancare a quellincontro, il pi importante dellanno, significava perdere una grande occasione di dimostrare a

Patterson il proprio valore. Un giorno s e uno no il posto di Cliff, corredato di un bellufficio, gli ciondolava davanti al naso come una carota appesa a un filo. Quello che un tempo era lufficio di Cliff, in fondo al corridoio accanto a quello di Patterson, adesso era una stanza vuota con le veneziane alzate. Era pi grande e aveva una luce migliore. Sembrava chiamarlo. Erano passati ormai sei mesi dalla memorabile mattina in cui il suo collega, dopo una lunga serie di comportamenti strani, aveva avuto un tracollo nervoso. Lou lo aveva trovato rannicchiato sotto la scrivania, tremante, con la tastiera stretta al petto. Di tanto in tanto premeva i tasti con aria spaventata, come se stesse scrivendo in una sorta di alfabeto Morse. Mi stanno dando la caccia continuava a ripetere con gli occhi spalancati dal terrore. Di chi si trattasse esattamente, Lou non laveva capito. Aveva cercato di persuaderlo con le buone a uscire da l sotto e a rimettersi calzini e scarpe, ma quando si era avvicinato Cliff aveva cominciato ad agitarsi e laveva colpito in viso con il mouse, che faceva roteare come il lazo di un cowboy. Quel piccolo oggetto di plastica gli aveva fatto molto meno male dellassistere al crollo di quel giovane di successo. Lufficio era rimasto vuoto per mesi e, man mano che lassenza di Cliff si prolungava, la simpatia nei suoi confronti diminuiva e la competizione per il suo posto si faceva pi agguerrita. Di recente Cliff aveva cominciato a ricevere visite e Lou intendeva andarlo a trovare. Sapeva che avrebbe dovuto, e di certo prima o poi lavrebbe fatto, ma non riusciva proprio a trovare il tempo Fissava il plasma nero in attesa che si animasse, sempre pi frustrato. La testa gli pulsava e riusciva a malapena a pensare per via dellemicrania che dalla base del collo risaliva fino agli occhi. Ormai disperato, prese le pillole dalla tasca e le fiss. Pens a Gabe, che aveva intuito lincontro tra Patterson e Alfred e interpretato correttamente i movimenti delle scarpe, al caff che gli aveva portato la mattina prima, a quando lo aveva accompagnato a casa e in qualche modo era riuscito a persuadere Ruth. Convincendosi che Gabe non lo aveva mai tradito e che pote va dunque fidarsi di lui, scosse il contenitore aperto finch una pillola bianca e lucida non gli rotol sul

palmo umidiccio. Ci giocherell un po, rigirandosela tra le dita, e la lecc. Visto che non gli stava succedendo niente di strano, la infil in bocca e la ingoi subito con un bicchiere dacqua. Si aggrapp al tavolo da riunioni con entrambe le mani, cos forte da lasciare le impronte sudate sulla lastra di vetro che ricopriva il solido ripiano in noce. Aspett. Non accadde nulla. Stacc le mani e le osserv, come se gli effetti della pillola potessero essere visibili sui palmi. Continuava a non succedere niente fuori dellordinario, nessuna reazione insolita o pericolosa, a parte la testa che continuava a pulsare. Alle sette e quarantacinque sul plasma non cera Arthur Lynch. Lou picchiettava con ancora traccia di impazienza la penna sul vetro, fregandosene di come sarebbe apparso alle persone dallaltra parte dello schermo. In un accesso di paranoia, si convinse che non cera nessuna conference call, che Alfred aveva architettato tutto per poter andare alla cena e concludere laffare da solo. Ma Lou non gli avrebbe permesso di continuare a sabotare il suo duro lavoro. Dun tratto si alz, afferr il cappotto e si avvi a grandi passi verso la porta. Aveva gi un piede sulla soglia, quando ud una voce alle sue spalle. Mi scusi tanto per averla fatta aspettare, signor Suffern. Lou si blocc. Chiuse gli occhi e sospir, dicendo addio al sogno dello splendido ufficio con vista a trecentosessanta gradi su Dublino. Pens velocemente a cosa fare: correre via e arrivare in tempo alla cena oppure voltarsi e affrontare la situazione. Prima che avesse il tempo di decidere, il suono di unaltra voce per poco non gli fece fermare il cuore. Non c problema, signor Lynch. E mi chiami pure Lou. So che certe cose possono portare via pi tempo del previsto, perci non ha alcun bisogno di scusarsi. Mettiamoci al lavoro, va bene? Abbiamo molto da discutere. Certo, Lou. E lei mi chiami Arthur, per favore. Abbiamo parecchi punti da trattare, ma forse, prima che le presenti i due signori qui accanto a me, preferisce concludere quello che stava facendo? Vedo che non solo. No, Arthur, qui in ufficio ci sono soltanto io. Mi hanno abbandonato tutti. C un uomo

sulla porta, lo vedo dallo schermo. Lou si volt lentamente e si ritrov faccia a faccia con se stesso. Era seduto al tavolo nella posizione in cui si trovava prima di decidere di fuggire, prima di afferrare il cappotto e dirigersi verso la porta. Il volto che lo guardava aveva unespressione scioccata. Si sent mancare la terra sotto i piedi e dovette aggrapparsi allo stipite per non cadere. Lou? sempre l? domand Arthur, ed entrambe le teste si voltarono verso lo schermo. Ehm, s, sono qui balbett il Lou seduto. Mi scusi, Arthur, il signore un mio collega. Stava per andarsene, credo che sia atteso a una cena di lavoro molto importante. Si volt e lanci al Lou sulla porta uno sguardo di avvertimento. Non cos? Lui annu e lasci la stanza con le gambe che gli tremavano a ogni passo. Una volta raggiunto lascensore si appoggi alla parete cercando di riprendere fiato e aspettando che il senso di vertigine si affievolisse. Le porte dellascensore si aprirono, Lou entr, premette il pulsante del piano terra e si accovacci in un angolo, per allontanarsi il pi possibile dallaltro se stesso rimasto al quattordicesimo. Alle otto, mentre Lou si trovava negli uffici della Patterson Developments a trattare con Arthur Lynch, proprio nel momento in cui Alfred e i clienti venivano accompagnati al loro tavolo, laltro Lou entr nel ristorante. Porse il cappotto di cachemire al matre, si sistem la cravatta, si lisci i capelli e li raggiunse con una mano in tasca e laltra che oscillava lungo il fianco. Appariva rilassato e sicuro di s: per poter vincere doveva mostrare la nonchalance delluomo che, pur facendo del suo meglio per raggiungere lobiettivo, era pronto a scendere a compromessi, poich il suo scopo principale era la soddisfazione del cliente. Signori, scusate il piccolo ritardo disse con voce pacata agli uomini con i nasi ficcati nei men. Quando tutti alzarono lo sguardo, Lou fu particolarmente felice di vedere il volto di Alfred attraversato da unondata di emozioni rivelatrici, dalla sorpresa alla delusione e dal risentimento alla rabbia. Ogni occhiata gli conferm che quel pasticcio era proprio opera di Alfred.

Fece il giro del tavolo per salutare gli ospiti e chiuse i convenevoli con Alfred che, nel frattempo, si era ripreso dallo stupore e aveva riguadagnato il solito ghigno compiaciuto. Patterson ti ammazzer gli sussurr da un angolo della bocca. Ma almeno stasera verr concluso un affare. Benvenuto, amico mio. Gli strinse la mano, il viso illuminato dalla consapevolezza che lindomani Lou sarebbe stato licenziato. tutto sistemato si limit a ribattere Lou, voltandosi verso il proprio posto, qualche sedia pi in l. Che vuoi dire? Dal tono di voce, si poteva facilmente dedurre che Alfred avesse dimenticato dove si trovava in quel momento: con dei clienti, a una cena di lavoro. Lou avvert la sua stretta sul braccio. Allora si guard intorno, sorrise e poi si gir, iniziando con discrezione a staccare le dita di Alfred una a una. Ti ho detto che tutto sistemato ripet. Hai annullato la conference call? Non capisco disse Alfred con un sorriso nervoso. Spiegami. No, no, non lho annullata. Non ti preoccupare, Alfred. Ora prestiamo un po dattenzione ai nostri ospiti, che ne dici? Lou gli rivolse un sorriso smagliante e si liber dalla presa, raggiungendo la sedia. Dunque, signori, che cosa c di buono nel men? Consiglierei il foie gras, lho gi assaggiato qui ed delizioso. Sorrise di nuovo alla tavolata e si immerse nel piacere di una trattativa daffari. Alle nove e mezza, dopo la conference call con Arthur Lynch, un esausto ma trionfante ed euforico Lou si trovava fuori del ristorante The Saddle Room. Il vento di dicembre aveva preso a soffiare pi forte e lui era avvolto nel cappotto con la sciarpa ben stretta attorno al collo, ma non sentiva freddo mentre osservava attraverso il vetro un se stesso affabile e sofisticato raccontare un aneddoto divertente. Tutti avevano unespressione interessata, tranne Alfred, e dopo cinque minuti di gesti e smorfie scoppiarono a ridere. Da come si muoveva, Lou cap che stava raccontando di quando lui e i colleghi erano entrati in un bar gay a Londra convinti che si trattasse di un locale di lap dance. In quel preciso momento decise che non avrebbe mai pi tirato fuori laneddoto.

Lo faceva sembrare un cretino. _ Avvert una presenza alle proprie spalle e non ebbe bisogno di voltarsi per sapere chi era. Mi stai seguendo? domand, senza distogliere lo sguardo dalla vetrina. No, ma ero sicuro che saresti venuto qui rispose Gabe, rabbrividendo e infilandosi le mani in tasca. Come te la cavi, l dentro? Vedo che intrattieni le folle, come al solito. Che succede, Gabe? Succede che un uomo impegnato come te ha avuto quello che voleva. Ora puoi fare ci che vuoi. Per ricorda che leffetto svanir domattina, quindi attento. Chi dei due il vero Lou? Nessuno dei due, secondo me. Lou lo guard accigliato. Smettila con queste frasi profonde, per favore. Con me non attacca. Gabe sospir. Siete entrambi reali. E vi comportate come al solito. Poi tornerete una persona sola e tutto sar come prima. E tu chi sei? Gabe alz gli occhi al cielo. Hai visto troppi film. Sono Gabe. Il tizio che hai tolto dalla strada. Che cosa contengono? domand Lou tirando fuori le pillole. Sono pericolose? Al massimo danno un po di capacit dintrospezione. E quella non ha mai ucciso nessuno. Si potrebbero fare soldi a palate con questa roba. Chi le conosce? Quelli che devono, cio coloro che le hanno create, ma non provare a lucrarci sopra o te la dovrai vedere con loro. Lou decise di non insistere, almeno per il momento. Gabe, non mi puoi donare e aspettarti che lo accetti senza fare domande. La cosa potrebbe avere degli effetti disastrosi sulla mia salute o magari causarmi reazioni psicologiche devastanti. E comunque, chiunque dovrebbe saperlo: pazzesco. Dobbiamo discuterne con calma. Ma certo. Gabe lo squadr. E poi, quando lo racconterai a tutti, ti rinchiuderanno in manicomio oppure ti trasformeranno in un fenomeno da baraccone, cos ogni giorno i giornali parleranno di te come hanno fatto con Dolly, la pecora donata. Se fossi in te, me ne starei zitto e sfrutterei il pi possibile questa fortunatissima situazione. Sei molto pallido. Ti senti bene? Lou scoppi in una risata isterica. No! Non sto bene.

Non una cosa normale. Perch ti comporti come se lo fosse?! Gabe si strinse nelle spalle. Immagino che sia perch ci sono abituato. Abituato? ripet Lou a denti stretti. Va bene, e adesso dove vado? Ti sei occupato di quellaffare in ufficio e, a quanto pare, laltra tua met si sta occupando dellaffare qui rispose Gabe serenamente. Il che ti da la possibilit di andare in un luogo speciale. Lou riflett e poi un sorriso gli comparve lentamente sul volto e gli occhi gli si illuminarono. Per la prima volta, quella sera, aveva capito ci che Gabe voleva dirgli. Va bene, andiamo. Cosa? Gabe sembrava confuso. E dove? Al pub. Il primo giro lo offro io. Mamma mia, che faccia! Ma perch, dove pensavi che volessi andare? A casa, Lou. A casa? replic, incupito, E perch? Si gir a guardarsi seduto al tavolo del ristorante, pronto a lanciarsi in un altro aneddoto. Ah, questo di quando sono rimasto bloccato allaeroporto di Boston. Cera una donna sullaereo Si volt verso Gabe per raccontarglielo, ma lui era sparito. Arrangiati bofonchi. Rimase a osservare se stesso ancora per un po, scioccato e affatto sicuro di star vivendo davvero quella serata. Aveva proprio bisogno di una pinta e, se laltra sua met fosse andata a casa dopo cena, significava che poteva star fuori tutta la notte senza che nessuno se ne accorgesse, tranne la persona con cui sarebbe stato. Questa s che era fortuna. 18. Lou incontra Lou Gratificato dal rumore della ghiaia sotto le ruote e dalla vista del cancello elettrico che si chiudeva alle sue spalle, Lou rientr a casa trionfante. La cena era stata un vero successo: aveva condotto la conversazione e realizzato una delle sue migliori opere di convincimento, negoziazione e intrattenimento. I clienti avevano riso alle sue barzellette, pendendo dalle sue labbra. Alla fine si erano alzati da tavola soddisfatti e concordi, Lou aveva bevuto un ultimo drink insieme a un altrettanto esultante Alfred ed era tornato a casa.

Le luci al piano terra erano spente, mentre di sopra, nonostante lora tarda, era tutto illuminato come una pista datterraggio. Si inoltr nelloscurit. In genere Ruth lasciava accesa la lampada nellingresso, ma stavolta dovette tastare la parete in cerca dellinterruttore. Cera un odore che non prometteva nulla di buono. Ehi? esclam e la sua voce riecheggi per tre piani fino al lucernario. Ben lontana dallesibire lordine che normalmente lo accoglieva al rientro, la casa era un disastro e cerano giocattoli disseminati ovunque. Ne fu infastidito. Ehi? ripet salendo. Ruth? Si aspettava di essere zittito, ma si sbagliava. Quando raggiunse il pianerottolo, vide sua moglie precipitarsi fuori dalla camera di Lucy, sfrecciargli accanto con una mano sulla bocca e gli occhi sgranati, infilarsi in bagno e chiudere la porta. Poi la sent vomitare. Dallaltra parte del corridoio Lucy inizi a piangere e a chiamare la madre. Lou rimase impietrito a guardare prima una stanza poi laltra, incerto sul da farsi. Va da lei, Lou riusc a malapena a dire Ruth, prima di ficcare di nuovo la testa nel water. Lou esit, mentre gli strilli di Lucy si facevano pi acuti. Lou! grid Ruth con maggiore urgenza. Lou sussult, spaventato da quel tono, e si avvi verso la stanza di Lucy. Spinse piano la porta e sbirci dentro, sentendosi un intruso in quel mondo in cui si era avventurato di rado. Lo accolsero Dora lesploratrice e un penetrante puzzo di vomito. Il letto era vuoto, ma le lenzuola e il piumone rosa erano aggrovigliati. Sent dei rumori in bagno e l la trov, in piedi sulle piastrelle con le ciabatte a forma di coniglietto, che vomitava singhiozzando sommessamente. Sputava e piangeva, e quei suoni riecheggiavano alla base del water. Si guard intorno, con la ventiquattrore ancora in mano, non sapendo bene che fare. Prese un fazzoletto dalla tasca e si copr naso e bocca per non sentire lodore ed evitare di essere contagiato.

Con suo grande sollievo, Ruth torn e, trovandolo piantato l con le mani in mano a guardare la bambina che stava male, lo spinse da parte e and a occuparsi di lei. Va tutto bene, amore. Si inginocchi e strinse la bambina tra le braccia. Lou, ho bisogno di due salviette umide. Umide? Passale sotto lacqua fredda e poi strizzale, cos non gocciolano gli spieg calma. S, certo. Scosse la testa. Poi usc lentamente e sul pianerottolo si immobilizz di nuovo. Guard a sinistra e a destra. Torn in camera. Le salviette sono nel Nellarmadio della biancheria disse Ruth. Giusto. Si diresse verso larmadio e, ancora con la valigetta in mano e il cappotto addosso, pass in rassegna i vari colori. Marrone, beige o bianco. Non riusciva a decidersi. Scelse il marrone, torn da Lucy e Ruth, mise le salviette sotto il rubinetto e le porse alla moglie, sperando di non avere sbagliato. Non ancora gli disse Ruth, sfregando la schiena di Lucy che era in un momento di tregua. Okay, ehm Dove le metto? Accanto al letto. Potresti cambiare le lenzuola? Se l fatta addosso. Lucy ricominci a piangere, strofinando il faccino esausto contro il petto della madre. Ruth era pallida, aveva i capelli raccolti a casaccio e gli occhi stanchi, rossi e gonfi. Quella nottataccia doveva essere cominciata gi da qualche ora. Anche le lenzuola le trovi nellarmadio della biancheria. E nel mobiletto dei medicinali in lavanderia c lintegratore. Cosa? Lintegratore. A Lucy piace quello al ribes nero. Oh, mio Dio disse, poi scatt in piedi con una mano davanti alla bocca e si precipit in corridoio diretta verso il loro bagno. Lou rimase da solo con Lucy, appoggiata alla vasca con gli occhi chiusi. Poi la piccola alz la testa e gli rivolse uno sguardo assonnato. Lou usc dal bagno per togliere le lenzuola sporche dal letto, quando ud il pianto di Pud nella stanza accanto. Sospir, decidendosi a posare la ventiquattrore. Si tolse il cappotto e la giacca e li butt dentro la tenda di Dora, slacci il primo bottone della camicia, allent la cravatta e si rimbocc le maniche.

Lou fissava intensamente il suo Jack Daniels con ghiaccio, ignorando il barista che gli ringhiava nellorecchio sporgendosi sopra il bancone. Mi hai sentito? grugn. S, s, va bene. La lingua di Lou inciampava nelle parole come un bambino di cinque anni che cammina con le scarpe slacciate. Aveva gi dimenticato cosaveva fatto di sbagliato e agit mollemente una mano in aria, quasi volesse cacciare via una mosca. No, non va affatto bene, amico. Ti ho detto di lasciarla in pace, okay? Non vuole che le parli, non vuole ascoltare la tua storia, non le interessi. Chiaro? Okay, okay brontol Lou, ricordando la bionda scontrosa che continuava a ignorarlo. Lavrebbe lasciata perdere, tanto non riusciva a cavarle una parola di bocca; nemmeno la giornalista con cui aveva chiacchierato prima sembrava granch interessata allincredibile storia della sua vita. Abbass gli occhi sul whisky. Quella sera si era verificato un fenomeno incredibile e a nessuno importava niente. Il mondo era forse impazzito? Possibile che fossero tutti talmente abituati a nuove invenzioni e scoperte scientifiche che lidea di un uomo donato non riusciva a sbalordirli? No, i giovani clienti di quel bar alla moda preferivano sorseggiare i loro cocktail, mentre le donne se ne andavano in giro a met dicembre con le gambe abbronzate, le gonne corte e i colpi di sole ai capelli, le borsette firmate appese alle braccia simili a candelabri e laria esotica di una noce di cocco al Polo Nord. Tutto ci era per loro pi importante di qualsiasi evento di rilevanza nazionale. Un uomo era stato donato. Quella sera in citt cerano due Lou Suffern. Lubiquit era una realt. Rise tra s e scosse la testa per lironia di quella situazione. Era lunico a conoscere le potenzialit delluniverso e la cosa non interessava a nessuno. Avvertendo il penetrante sguardo del barista, soffoc una risatina e torn a concentrarsi sul ghiaccio. Lo osserv scivolare nel bicchiere e roteare nel tentativo di trovare una posizione comoda, mentre affondava sempre di pi nel liquido. Sentiva che gli si stavano chiudendo le palpebre. Alla fine il barista lo lasci stare e si dedic agli altri clienti che premevano contro il bancone.

Intanto, attorno al malinconico Lou il rumore proseguiva: persone che si incontravano per flirtare o litigare dopo il lavoro, tavolate di ragazze strette luna allaltra con lo sguardo rivolto allinterno, gruppi di ragazzi dallaria equivoca con lo sguardo rivolto allesterno. I tavoli erano pieni di drink coperti dai sottobicchieri e le sedie vuote indicavano che i proprietari erano nella zona fumatori, fuori del locale, ad accendere fiammiferi e fare nuove conoscenze. Lou si guard intorno nella speranza di incrociare uno sguardo. Allinizio non si era accontentato di un confidente qualsiasi, preferendo condividere la sua storia con una bella donna, ma ormai gli sarebbe andato bene chiunque. Prima o poi avrebbe di certo trovato qualcuno interessato al miracolo che gli era capitato. Lunico sguardo che colse fu di nuovo quello del barista. Dammene un altro farfugli, quando luomo gli si avvicin. Un Jack con ghiaccio. Te lho appena dato replic laltro, stavolta alquanto divertito, e non lhai ancora toccato. E allora? Lou chiuse un occhio per mettere a fuoco linterlocutore. E allora che cosa te ne fai di due bicchieri? Lou si mise a ridere, una risata sibilante che gli veniva dal petto, dove la fredda brezza di dicembre si era insinuata in cerca di calore appena aveva trovato uno spiraglio nel cappotto, rapida come un gatto che fugge spaventato allo scoppio di un fuoco dartificio. Mi sa che non ho capito la battuta disse il barista con un sorriso. Ora che al bancone cera una certa calma e non poteva ingannare il tempo distribuendo da bere, decise di dedicarsi a quellubriaco. Ah, non gliene frega niente a nessuno qui. Lou torn ad arrabbiarsi, indicando la folla con un gesto della mano. Le uniche cose a cui sono interessati sono i Sex on th beach, i mutui trentennali e Saint Tropez. Li ho ascoltati e non parlano daltro. Il barista scoppi a ridere. Abbassa la voce. Di che cos che se ne fregano? Lou si incup e fiss il suo interlocutore con lo sguardo pi serio di cui era capace. Della clonazione. Lespressione del barista

cambi e una luce si accese nei suoi occhi: finalmente aveva loccasione di ascoltare qualcosa di diverso dalle solite disgrazie. La clonazione? Ah, sei interessato allargomento, dico bene? Interessato? Sono molto pi che interessato. Lou scoppi in una risata boriosa e gli strizz locchio. Bevve un altro sorso di whisky e si prepar a raccontare la sua storia. Forse faticherai a crederci, ma Fece un respiro profondo. Sono stato donato disse. Un tizio mi ha dato delle pillole e io ne ho presa una. Un singhiozzo interruppe il racconto. Probabilmente mi prenderai per pazzo, eppure successo davvero. Lho visto con i miei occhi aggiunse indicandoli, ma valut male le distanze e ci cacci dentro un dito. Dopo qualche istante il dolore pass e Lou si asciug le lacrime e ricominci a parlare. Ci sono due me annunci, mostrandoquattro dita, poi tre, poi uno e finalmente due. Davvero? disse il barista, prendendo un boccale e versandoci della Guinness. E laltro dov? Scommetto che sobrio. Lou esplose di nuovo in una risata sibilante. E a casa con mia moglie e i miei figli, mentre io sono qui con lei rispose, puntando un pollice alla propria sinistra. Lei chi? Lou si volt e per poco non cadde gi dallo sgabello. Lei Oh, dov andata? Torn a rivolgersi al barista. Forse in bagno stupenda. Stavamo facendo una bella chiacchierata. una giornalista e scriver la mia storia. Comunque non importa. Io sono qui a spassarmela come un matto, mentre lui disse divertito a casa con mia moglie e i miei figli. E domani, quando mi sveglier, prender unaltra pillola. Non una droga, un rimedio naturale per lemicrania spieg indicandosi la testa con aria seria. Rimarr a letto e lui andr al lavoro. Ah! Potr fare un sacco di cose, tipo Ci pens su, ma non gli venne in mente niente. Be, parecchie cose. E potr andare in un sacco di posti. un vero miracolo, cazzo. Lo sai quand stata lultima volta che mi sono preso un giorno di ferie? Quando? Lou si sforz di ricordare. Natale scorso. Niente telefonate, niente computer. Natale scorso. Il barista era dubbioso. Non hai mai fatto vacanza questanno? Si, una settimana. Con i bambini. Arricci il naso. Quella dannata sabbia sinfilava dappertutto, nel laptop, nel cellulare.

E in questo disse, mettendo una ma no in tasca e tirando fuori il BlackBerry, che sbatt sul bancone. Attento. Questo affare mi segue ovunque. pieno di sabbia, eppure continua a funzionare. Eccola qui la vera droga di questo Paese. Premette per sbaglio un pulsante e il telefono si illumin. Ruth e i bambini lo guardarono dal display. Pud aveva quel suo sciocco sorrisone sdentato, Lucy sbirciava da sotto la frangia con i grandi occhi castani e Ruth abbracciava entrambi, tenendoli stretti a s. Lou li osserv per un momento sorridendo. Poi il display si spense, la fotografia svan e il BlackBerry rimase l a fissarlo. Eravamo alle Bahamas continu e a un certo punto questo coso si messo a fare bip bip, bip bip. Mi avevano beccato concluse ironico. La lucina rossa. La vedo mentre dormo, mentre faccio la doccia, ogni volta che chiudo gli occhi. La lucina rossa e il bip bip. Odio quel maledetto bip bip. E allora prenditi un giorno di ferie. Non posso. Sono troppo occupato. Be, adesso che ti hanno donato puoi prenderti tutte le ferie che vuoi disse il barista, guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno lo avesse sentito. S replic Lou con aria sognante, ci sono talmente tante cose che vorrei fare. Per esempio? In questo momento che cosa ti piacerebbe fare pi di ogni altra cosa? Lou chiuse gli occhi e una vertigine approfitt delle sue palpebre abbassate per fargli perdere lequilibrio. Ferma Li riapr subito. Vorrei andare a casa, per non posso. Non mi lascia. Lho chiamato prima dicendogli che ero stanco e che volevo rientrare, ma lui non ne vuole sapere disse sbuffando. Sua altezza lonnipotente ha detto no. Chi ha detto no? Laltro me. Laltro te ti ha detto di restare fuori? domand il barista, trattenendo una risata. Lui adesso a casa, per cui non ci possiamo essere tutti e due. Ma io sono stanco. Chiuse le palpebre e poi dun tratto le riapr, colto da un pensiero. Si avvicin alluomo dietro il bancone e, abbassando la voce, confess: Lho spiato dalla finestra, sai. Laltro te? Vedo che inizi a capire. Sono andato a casa e lho spiato dalla finestra. Era l che si dava un gran daffare con lenzuola e asciugamani, correva di sopra, di sotto, da una stanza allaltra, credendosi chiss chi. Sbuff. Un

attimo prima racconta le sue stupide storielle a cena e un attimo dopo rassetta il letto a casa. convinto di poter fare tutte due le cose. Alz gli occhi al cielo. E cos alla fine sono tornato qui. Forse pu davvero. Pu che cosa? Fare tutte due le cose rispose, strizzandogli locchio. Vattene a casa aggiunse, prendendo il bicchiere vuoto e spostandosi allestremit opposta del bancone per servire un altro cliente. Mentre il barista prendeva lordinazione, Lou rimase l a pensare. Se non poteva tornare a casa, non aveva nessun altro posto dove andare. ** * Va tutto bene, tesoro, tutto bene. Pap qui disse Lou, trattenendo i capelli di Lucy e sfregandole la schiena che si piegava sulla tazza per la ventesima volta. Si sedette sulle fredde piastrelle del bagno in maglietta e boxer e si appoggi alla vasca, mentre la bambina tremava sotto limpulso dellennesimo conato. Pap disse Lucy tra le lacrime con appena un filo di voce. Va tutto bene, tesoro, sono qui le ripet assonnato. quasi finita. Per forza. Quanta roba poteva ancora espellere quella creatura? Ogni venti minuti si svegliava nel letto di Lucy e correva in bagno ad aiutare la bambina che ricominciava a vomitare, il corpicino prima gelato e poi improvvisamente bollente. Di solito era Ruth a stare sveglia tutta la notte quando i bambini erano malati o avevano altri problemi, ma sfortunatamente per Lou, e anche per Ruth, quella sera le era toccato lo stesso destino e ora stava vomitando nel bagno in fondo al corridoio. La gastroenterite era un tipico regalo di Natale con cui festeggiare la fine dellanno. Riport a letto Lucy, che gli stringeva le braccine attorno al collo. Si era gi addormentata, sfinita dalla nottata. Poich ora tremava di freddo, la stese sul materasso e la avvolse nelle coperte, posandole lorsacchiotto preferito accanto al viso, come gli aveva suggerito Ruth prima di correre ancora in bagno. Il cellulare ricominci a vibrare per lennesima volta sul comodino della principessa rosa. Erano le

quattro del mattino ed era la quinta chiamata che riceveva da se stesso. La sua faccia comparve sul display. Che vuoi? bisbigli, cercando di controllare la rabbia. Lou! Sono io, Lou! disse lubriaco allaltro capo del filo, scoppiando in una risata rauca. Smettila di chiamarmi replic, alzando un po la voce. In sottofondo ud una musica martellante, voci squillanti e borbottii indefiniti accompagnati da tintinnii di bicchieri e scoppi di risate provenienti da angoli diversi della stanza. Sembrava quasi che i fumi dellalcol si fossero infilati nel telefono, raggiungendo il mondo tranquillo e innocente di Lucy. Istintivamente tapp il ricevitore con una mano per proteggere il sonno della bambina dallintrusione degli adulti, Dove sei? A Leeson Street, pi o meno grid laltro. Ho conosciuto una ragazza, Lou aggiunse. Vedessi che sventola! Saresti fiero di me. Anzi no, saresti fiero di te! Altra risata rauca. Cosa?! No! Non fare niente! sbrait Lou e i grandi occhi castani di Lucy si dischiusero per un momento come le ali di una piccola farfalla. Lo guard spaventata ma poi riconobbe il suo pap, lespressione allarmata svan, un sorrisino le fior sulle labbra e la piccola richiuse gli occhi esausta. Dun tratto la fiducia di cui quel semplice sguardo era carico cambi qualcosa in lui. Cap che era l per proteggerla, che poteva scacciare la paura e sostituirla con un sorriso, e quella consapevolezza lo fece sentire bene come mai prima. Meglio dellaffare che aveva concluso a cena, meglio dellespressione di Alfred quando si era presentato al ristorante. E gli fece detestare cos tanto luomo dallaltra parte del telefono che avrebbe voluto picchiarlo. Sua figlia era a casa a vomitare lanima, stava talmente male che riusciva a stento a tenere gli occhi aperti e a reggersi in piedi, e lui se ne andava in giro ubriaco a correre dietro alle sottane, aspettandosi che Ruth facesse tutto da sola. Odiava quelluomo. Ma uno schianto. Se solo potessi vederla farfugli. Non ci pensare nemmeno disse minaccioso. Giuro su Dio che se combini qualcosa, io Che fai? Mi uccidi? Sarebbe come darti la zappa sui piedi da solo, amico mio. Be, secondo

te che diavolo dovrei fare, eh? Dimmelo. Non posso andare a casa e non posso andare in ufficio. In quel momento la porta della camera da letto si apr ed entr Ruth, esausta. Ti richiamo si affrett a dire Lou. Con chi parlavi a questora? gli domand lei con un filo di voce. Indossava una vestaglia e si stringeva le braccia attorno al corpo in un atteggiamento protettivo. Con gli occhi arrossati e gonfi e i capelli raccolti in una coda, aveva unaria tanto fragile da fargli pensare che un tono di voce troppo alto avrebbe potuto mandarla in frantumi. Per la seconda volta quella notte il cuore di Lou si sciolse. Apr le braccia e la accolse. Era solo uno che conosco bisbigli, accarezzandole i capelli. ubriaco e vorrei tanto che la smettesse di chiamarmi. un perdente aggiunse. E gett il telefono sopra una pila di orsacchiotti. Come ti senti? Si scost leggermente. La testa di Ruth era bollente e il corpo scosso dai brividi. Bene rispose lei con un sorriso incerto. No, non stai bene. Torna a letto, ti prendo una salvietta. Le diede un bacio affettuoso sulla fronte. Ruth chiuse gli occhi e si rilass tra le sue braccia. Per la prima volta da molto tempo, la sent abbandonare la lotta contro di lui e ne fu cos felice che per poco non grid di gioia. Negli ultimi sei mesi, quando labbracciava, rimaneva sempre rigida e tesa, come se volesse fargli capire che non accettava il suo comportamento, che si ribellava. Lou assapor la sensazione di quel corpo che si lasciava andare contro il suo, una silenziosa ma grande vittoria per il loro matrimonio. Il cellulare ricominci a vibrare in mezzo al mucchio di pupazzi, saltellando tra le braccia dellorso Paddington. Il volto di Lou comparve di nuovo sul display. In capace di reggere la vista di se stesso, distolse lo sguardo. Ora capiva come doveva sentirsi Ruth. di nuovo il tuo amico disse lei, scostandosi un poco per consentirgli di raggiungere il telefonino. No, lascialo squillare disse stringendola pi forte. Ruth continu in tono dolce, sollevandole il mento in modo che

potesse guardarlo negli occhi. Ti chiedo scusa. Sbalordita, Ruth lo scrut in cerca della trappola. Doveva esserci, per forza. Lou Suffern le aveva chiesto scusa e le scuse non facevano parte del suo vocabolario. Con la coda dellocchio Lou vide il cellulare vibrare, saltellare e infine cadere dalle zampe dellorso Paddington sulla testa di Winnie th Pooh, come una patata bollente che passava da un peluche allaltro. Smise di squillare, ma ricominci subito dopo e sul display riapparve il suo viso, che gli sorrideva, anzi, che gli rideva in faccia lasciando intendere che con quelle parole aveva dimostrato di essere un debole. Cerc di cacciare via quella parte di s, la parte ubriaca, sciocca, infantile e irrazionale, rifiutandosi di rispondere e di lasciar andare sua moglie. Si fece coraggio e parl. Ti amo, sai. Per Ruth fu come sentirselo dire per la prima volta, come tornare al loro primo Natale insieme, seduti accanto allalbero a casa dei suoi genitori a Galway, con il gatto acciambellato sul cuscino preferito vicino al fuoco e il cane rimbambito dallet che abbaiava fuori in giardino a tutto ci che si muoveva e non. Lou si era dichiarato proprio allora, sotto quel finto albero bianco a causa del quale i genitori di Ruth avevano litigato solo qualche ora prima: il signor ODonnell ne voleva uno vero, la signora ODonnell si rifiutava di raccogliere in continuazione aghi di pino dal pavimento. Lalbero pacchiano si illuminava lentamente di lucine verdi, rosse e blu che poi, altrettanto lentamente, si spegnevano. Nonostante non fosse un grande spettacolo, aveva lo stesso effetto rilassante di un corpo addormentato che respira a ritmo lento e profondo. Era il primo momento della giornata in cui si ritrovavano da soli e anche lunico, prima che Lou andasse a coricarsi sul divano e Ruth si ritirasse in camera sua. Non aveva in programma di dirglielo, anzi si era prefissato di non dirglielo mai, ma quella frase gli era uscita di bocca con la stessa naturalezza di un bambino che viene alla luce. Per un po aveva cercato di trattenersi, rigirandosi le parole sulla lingua, prima spingendole avanti e poi ritirandole perch gli mancava il coraggio. Ma alla fine erano scappate fuori e dun tratto il suo mondo era cambiato.

Ventanni dopo, nella camera da letto della loro bambina, per Ruth fu come rivivere quel momento, e sul suo viso si dipinsero la stessa gioia e la stessa sorpresa di allora. Oh, Lou gli disse emozionata, chiudendo gli occhi e assaporando quella sensazione. Poi dun tratto li riapr con unespressione allarmata che lo spavent a morte. Che cosa stava per dirgli? Che cosa sapeva? Il suo passato gli piomb addosso gettandolo nel panico, come un banco di piranha fantasma che tornavano a tormentarlo e a mordicchiargli il sedere. Pens allaltro se stesso in giro ubriaco, che stava probabilmente distruggendo il suo nuovo rapporto con la moglie, vanificando ogni loro sforzo. Vide i due Lou, uno che costruiva un muro di mattoni e laltro, alle sue spalle, che lo abbatteva a colpi di martello. Era proprio questo che Lou aveva continuato a fare tutto il tempo: con una mano costruiva la propria famiglia e con laltra mandava in pezzi quello che aveva creato con tanta fatica. In un attimo Ruth si liber dal suo abbraccio e corse in bagno, sollev la tavoletta e rivers nel water il con tenuto dello stomaco. Non voleva mai nessuno vicino in quei momenti e cos, abituata comera a fare pi cose insieme, mentre vomitava alz una gamba e chiuse la porta con un calcio. Lou sospir e si lasci cadere sopra la pila di orsacchiotti, raccogliendo il cellulare che aveva ricominciato a vibrare. Che vuoi? disse abbattuto, aspettandosi di sentire allaltro capo la propria voce ubriaca. Ma si sbagliava.

19. Il ragazzo del tacchino IV

Stronzate disse il ragazzo del tacchino. Mentre riprendeva fiato, Raphie decise di non replicare e di attendere invece che dalla bocca del ragazzo uscisse qualcosa di pi costruttivo. Sono tutte stronzate ripet. Okay, basta cos disse Raphie, alzandosi e raccogliendo la tazza, il bicchiere e le carte delle caramelle che aveva mangiato mentre raccontava. Ora ti lascio tranquillo ad

aspettare tua madre. No, fermati! lo richiam il ragazzo, a voce alta. Raphie non si ferm. Non puoi mollare la storia a met protest incredulo. Non puoi lasciarmi in sospeso. Ah, be, quello che ti meriti per la tua ingratitudine dichiar Raphie, stringendosi nelle spalle, e per aver lanciato un tacchino contro una finestra. E usc dalla stanza degli interrogatori. Jessica era nel cucinino del commissariato a bere un altro caff. Le borse sotto i suoi occhi si erano scurite. Fai gi pausa? le domand, fingendo di non notare il suo aspetto provato. Sei l dentro da una vita. La ragazza soffi sulla bevanda calda e ne bevve un sorso, senza staccare le labbra mentre parlava, lo sguardo fisso sulla bacheca degli avvisi. La faccia va meglio? Jessica fece segno di s con la testa, unico accenno ai tagli e i graffi che aveva in viso, ma poi cambi subito argomento. A che punto sei? Sono arrivato al primo sdoppiamento di Lou Suffern. E il ragazzo che cosa ha detto? Mi pare che abbia utilizzato la parola stronzate, seguita dallespressione sono tutte stronzate. Jessica sorrise appena, soffi di nuovo sul caff e continu a sorseggiare. Sei pi avanti di quanto credessi. Dovresti mostrargli le registrazioni di quella notte. Vuoi dire che abbiamo gi ricevuto i video della sicurezza del pub? domand Raphie, riaccendendo il bollitore. Chi diavolo che lavora a Natale? Santa Claus? No, non sono ancora arrivati, ma abbiamo il video della conference call dove si vede un tizio identico a Lou che esce dallufficio. Certo che alla Patterson Developments non si fermano proprio mai. Natale, ti rendi conto? comment esasperata. Il tizio nel video potrebbe essere quel tale, Gabe. Si assomigliano. Forse.A proposito, dov finito? Doveva essere qui unora fa. Jessica si strinse nelle spalle. Be, gli conviene portare subito qui il culo e anche la patente di guida disse Raphie in tono irritato, altrimenti Altrimenti cosa? Altrimenti lo sbatto dentro con le mie mani. La ragazza allontan la tazza e fiss in quelli di Raphie i suoi occhi intensi carichi di segreti. Lo sbatti dentro per

cosa? Raphie la ignor e si vers un altro caff, aggiungendo due cucchiaini di zucchero senza che Jessica osasse protestare, avendo intuito il suo stato danimo. Poi riemp dacqua un bicchiere di plastica e si avvi lungo il corridoio strascicando i piedi. Dove stai andando? gli domand lei. A finire la storia borbott per tutta risposta. Il resto della storia.

20. Luomo del momento

Sveglia, sveglia. Una voce cantilenante penetr nei sogni ubriachi di Lou, interrompendo una sequenza di immagini che si ripeteva per la centesima volta: lui che asciugava la fronte di Lucy, le teneva indietro i capelli mentre si piegava sulla tazza, rimetteva il ciuccio in bocca a Pud, abbracciava sua moglie, e poi il corpo di lei che si rilassava contro il suo, di nuovo la fronte calda di Lucy, Pud che sputava il ciuccio, il sorriso di Ruth quando le aveva detto che lamava. Le sue narici captarono il profumo di caff appena fatto. Finalmente apr gli occhi; ci che vide lo fece sussultare per lo spavento e sbattere la testa, che gi pulsava, contro la parete di cemento. Gli ci volle un po per capire dovera. A volte le immagini che lo accoglievano al risveglio erano pi confortanti di altre. Era di certo pi abituato a essere svegliato dal rumore di uno sciacquone che non da una tazza di caff a pochi centimetri dal naso, come in quel momento. Spesso si era infatti ritrovato ad aspettare, in una lunga e snervante attesa, che la sconosciuta di turno uscisse dal bagno dopo aver tirato lo sciacquone mostrandogli che faccia aveva e, in qualche rara occasione, si era addirittura dileguato dal letto e dalledificio prima che la donna misteriosa avesse lopportunit di rivelargli i suoi lineamenti. Ma la mattina dopo il suo primo sdoppiamento Lou si trov davanti uno scenario mai visto: un uomo allincirca della sua

et gli porgeva una tazza di caff con unespressione soddisfatta. Quella s che era una novit. Grazie al cielo era Gabe e, come Lou scopr con grande sollievo, erano entrambi vestiti e nessuno aveva tirato lo sciacquone. Con un dolore martellante alla testa e un terribile sapore di topi morti in bocca, si guard intorno. Era per terra. Lo cap dalla vicinanza del cemento e dallo spazio che lo separava dal soffitto scoperto con i cavi penzolanti. Percepiva la durezza del pavimento sotto il sacco a pelo. Aveva il torcicollo per via della posizione infelice in cui lo avevano sistemato, contro la parete. Sopra di lui, degli scaffali salivano fino al soffitto: rigidi, grigi, freddi e deprimenti, gli ricordavano le gru che imbruttivano lorizzonte di Dublino, invasori metallici incaricati dello sviluppo cittadino. Alla sua sinistra una lampada senza paralume emanava unintensa e impietosa luce bianca che, pi che diffondersi nella stanza, puntava dritta alla sua testa come una pistola impugnata con mano ferma. Era ovvio che si trovava nel seminterrato di Gabe, il quale, in piedi l davanti, gli porgeva una tazza di caff fumante. Era unimmagine familiare, cos simile a quella di una settimana prima, quando Lou si era fermato a offrirgli un caff. Solo che ora era capovolta e inquietante come il riflesso di uno specchio delle giostre. Grazie. Prese la tazza di ceramica dalla mano di Gabe e vi strinse le dita infreddolite. Rabbrivid. Si gela qui dentro disse con voce rauca e, quando si tir su a sedere, avvert il peso del mondo piombargli sulla testa e ricordargli che let gli aveva concesso molte cose di cui rallegrarsi (ad esempio un naso ben proporzionato, che invece da ragazzo era troppo grande per la sua faccia), ma che i postumi di una sbornia per il secondo giorno di fila non erano certo tra queste. S, qualcuno aveva promesso di portarmi una stufetta elettrica, ma sto ancora aspettando rispose Gabe scherzoso. Non ti preoccupare, ho sentito dire che le labbra blu vanno di moda questanno. Ah, scusa, la chieder ad Alison mormor Lou, sorseggiando il caff nero. I primi istanti di veglia gli erano serviti per capire dove si trovava e, ora che aveva riconosciuto il luogo e stabilito la posizione, si rilass e

cominci a bere. Ma subito gli si present alla mente unaltra domanda. Che diavolo ci faccio qui? Si scrut attentamente in cerca di Indossava il completo del giorno prima, tutto indizi. spiegazzato e sgualcito, e aveva delle macchie equivoche, bench perlopi di ovvia origine, sulla camicia, sulla cravatta e sulla giacca. In pratica era imbrattato ovunque. Che cos questo odore? Credo che sia tu. Ieri notte ti ho trovato sul retro delledificio che vomitavi dentro un cassonetto. Oh, mio Dio bisbigli Lou, coprendosi il viso con le mani. Subito dopo rialz lo sguardo, confuso. Ma ieri notte ero a casa. Ruth e Lucy erano malate. E, quando finalmente loro si sono addormentate, si svegliato Pud. Si strofin la faccia con un gesto stanco. Me lo sono sognato? No rispose Gabe divertito mentre versava dellacqua calda nella tazza con il caff solubile. Hai fatto anche questo. Sei stato molto occupato ieri notte, non te lo ricordi? Lou ci mise un po a ricostruire gli eventi, ma poi tutti i ricordi della notte passata, dalla pillola allo sdoppiamento, gli si riversarono addosso come monetine che cadono a terra da un distributore rotto. La ragazza che ho conosciuto Non fin la frase, desiderando sapere e allo stesso tempo non volendolo affatto. Una parte di lui era certa della propria innocenza, mentre laltra gliele avrebbe date di santa ragione per aver messo unaltra volta in pericolo il suo matrimonio. Cominci a sudare freddo, aggiungendo un nuovo aroma a quel fetido miscuglio. Gabe decise di lasciarlo per un po sulle spine e, nellattesa, si mise a soffiare sul suo caff e a berne piccoli sorsi, come un topolino che rosicchia un pezzo di formaggio caldo. Hai conosciuto una ragazza? gli domand, sgranando gli occhi con aria innocente. S, ho ehm ho conosciuto Lascia perdere. Ero da solo quando mi hai trovato ieri notte? La stessa domanda formulata con parole diverse. Eri solo soletto, ma non soffrivi di solitudine. Ti tenevi compagnia farfugliando qualcosa a proposito di una donna lo stuzzic. Sembrava che lavessi persa, che non ricordassi pi dove lavevi messa. Lhai cercata nel cassonetto ma non cera,

anche se, togliendo lo strato di vomito che ci hai depositato dentro, pu essere che salti fuori la sua sagoma di cartone. Che cosa ho detto? Cio, non le parole esatte. Dimmi soltanto se ho detto qualcosa a proposito di Hai capito, no? Merda! Se ho combinato qualcosa Ruth mi ammazza. Gli salirono le lacrime agli occhi. Sono il pi grande coglione della Terra. Frustrato, diede un calcio allo scatolone ai piedi del sacco a pelo. Il sorriso di Gabe si spense per rispetto del suo stato danimo. Non ci hai fatto niente. Come fai a saperlo? Lo so. Lou lo scrut circospetto e curioso, fidandosi e allo stesso tempo non fidandosi affatto. In quel momento Gabe era tutto il suo mondo: il suo unico genitore, il rapitore a cui si stava affezionando, il solo che capisse la sua situazione e, per onor del vero, anche colui che ce laveva ficcato. Una relazione pericolosa. Gabe, dobbiamo assolutamente parlare di quelle pillole. Non le voglio pi disse tirandole fuori dalla tasca. Insomma, per molti versi la scorsa notte stata una grande rivelazione. Si strofin gli occhi stanchi, ricordando il suono della propria voce ubriaca al telefono. In questo momento ci sono due me? No, sei tornato uno rispose Gabe. Ti va un biscottino? Ma Ruth continu Lou, ignorando lofferta, si sveglier e non mi trover. Finir per preoccuparsi. Sono svanito nel nulla? Si sveglier e tu sarai gi al lavoro, come sempre. Lou registr linformazione e si calm un po. Per non va bene, non ha senso. Mi devi assolutamente dire dove le hai prese. Hai ragione rispose Gabe serio, prendendo il contenitore dalla mano di Lou e infilandoselo in tasca. Ma non ora. Non ancora il momento. Che vuoi dire non ancora il momento? Vuol dire che sono quasi le otto e mezza e devi presentarti alla riunione prima che Alfred faccia il suo ingresso trionfale e ti rubi la scena. A quelle parole Lou appoggi la tazza di caff su uno scaffale, tra una prolunga e una pila di trappole per topi, e scatt subito in piedi, dimenticando allistante le sue gravi preoccupazioni a proposito delle pillole e dimenticando anche di chiedersi come diavolo facesse Gabe a sapere della riunione. Giusto, adesso meglio che vada, ma ne parleremo pi tardi. Non ti puoi presentare cos obiett Gabe, squadrando il

completo lurido e sgualcito di Lou. E poi puzzi di vomito. E anche di piscio di gatto. Credimi, lo so, ormai certi odori li riconosco. Non importa. Lou guard lorologio mentre si toglieva la giacca. Far una rapida doccia in ufficio e mi metter il mio completo di ricambio. Non puoi. Ce lho io, ricordi? Solo allora Lou ricord di aver dato a Gabe i suoi vestiti il giorno in cui laveva fatto assumere. Era praticamente certo che Alison non avesse pensato a rimpiazzarli, essendo arrivata da troppo poco tempo per sapere una cosa del genere. Merda! Merda, merda, merda! Si mise a camminare avanti e indietro nella piccola stanza, mordendosi le unghie ben curate e strappandone dei pezzetti che poi sputava a terra. Non ti preoccupare, ci penser la mia donna delle pulizie disse Gabe divertito, mentre guardava i pezzetti di unghia mangiucchiati cadere sul pavimento. Lou lo ignor. I negozi sono chiusi fino alle nove. Dove diavolo lo vado a prendere un completo? Niente panico, credo di avere qualcosa qui nella mia cabina armadio annunci Gabe, infilandosi nel primo corridoio di scaffali e tornandone con il completo ancora avvolto nella plastica. Come dicevo, un abito nuovo pu sempre servire. perfino della tua taglia, pensa un po. Sembra quasi che sia stato fatto apposta per te e gli strizz locchio. Che la dignit del tuo aspetto possa riflettere quella della tua anima aggiunse e poi gli porse labito. Ehm, certo. Grazie ribatt Lou confuso, affrettandosi a prendere il completo dalle braccia di Gabe. Nellascensore di servizio vuoto, guard il proprio riflesso allo specchio. Luomo che si era svegliato sul pavimento soltanto mezzora prima era ormai irriconoscibile. Bench il completo che gli aveva dato Gabe fosse di uno stilista sconosciuto, cosa a cui non era affatto abituato, gli calzava, sorprendentemente meglio di qualsiasi abito avesse mai indossato. Lazzurro della camicia e della cravatta e il blu scuro della giacca e dei pantaloni mettevano in risalto gli occhi, innocenti come quelli di un cherubino. Per Lou Suffern andava tutto a gonfie vele quel giorno.

Era tornato a essere un uomo curato e di bellaspetto e le scarpe, lucidate alla perfezione da Gabe, avevano ripreso a danzare sul pavimento. La sua camminata era di nuovo sciolta, la mano sinistra infilata in tasca e la destra che gli oscillava rilassata lungo il fianco al ritmo dei suoi passi, pronta in ogni momento a rispondere al cellulare o a stringere unaltra mano. Era luomo del momento. Quando chiam a casa, Lucy gli disse che era il migliore pap del mondo e lui sent che le sue possibilit di diventare anche un marito migliore stavano aumentando. Era felice, talmente felice che cominci a fischiettare e non smise nemmeno quando Alison gli disse che cera una telefonata di sua sorella. Afferr allegramente il ricevitore e appoggi il sedere sulla scrivania della segretaria. Buongiorno Marcia la salut allegro. Be, sei di buon umore oggi. So che hai da fare, Lou, non ti rubo molto tempo. Volevo solo farti sapere che abbiamo ricevuto gli inviti alla festa di pap e sono molto carini molto sofisticati non quello che avrei scelto io, ma Ad ogni modo, mi hanno chiamato un po di persone per dirmi che non lhanno ancora ricevuto. Si saranno persi durante la spedizione disse Lou. Ne spediremo degli altri. Ma la festa domani, Lou. Cosa? Aggrott la fronte e socchiuse gli occhi, concentrandosi sul calendario appeso alla parete. S, il compleanno domani ribad Marcia con una nota di panico nella voce. Non faranno in tempo a riceverli, nemmeno se li spedisci subito. Volevo assicurarmi che non fosse un problema se qualcuno dovesse presentarsi senza invito. In fondo solo una festicciola di famiglia. Non ti preoccupare, rimandaci la lista via email, cos la appendiamo allingresso. tutto sotto controllo. Magari porto delle cose tanto per tutto sotto controllo le ripet in tono pi fermo. Vide i suoi colleghi percorrere il corridoio ed entrare nella sala riunioni, seguiti da Alfred che indossava un paio di pantaloni sportivi e un blazer con i bottoni dorati, quasi fosse il capitano di una nave da crociera. Come si svolger la festa, Lou? gli domand Marcia sulle spine.

Come si svolger? le fece eco lui mettendosi a ridere. Dai, Marcia, vorrei che fosse una sorpresa. Ma tu sai come si svolger? Se lo so? Non ti fidi delle mie capacit organizzative? Non mi fido del fatto che continui a ripetere le domande che ti faccio per prendere tempo replic tranquillamente lei. Ma certo che so come si svolger. Credi che lascerei fare tutto ad Alison? Scoppi di nuovo a ridere. Lei non lha nemmeno mai visto pap disse, ripetendo le parole che aveva sentito pronunciare da qualcuno. Be, importante che un membro della famiglia sia coinvolto nellorganizzazione, Lou. Quella Alison mi sembra una ragazza carina, ma non conosce pap, giusto? E poi lho chiamata qualche volta per chiederle una mano e non mi sembrata molto disponibile. Voglio che pap si diverta come un matto. Sar cos, Marcia, vedrai. Lo stomaco di Lou si fece inquieto. Ci divertiremo tutti, te lo prometto. Te lho detto che allinizio non ci sar perch c la festa dellufficio, ma poi vi raggiungo. Lo so, capisco perfettamente. Lou, voglio soltanto che pap stia bene. Si preoccupa sempre di fare contenti noi. Voglio che per una volta si rilassi e si diverta. S disse Lou, deglutendo e iniziando ad agitarsi, anchio. Okay, ora devo andare, ho una riunione. Ci vediamo domani, va bene? Restitu la cornetta ad Alison e il suo sorriso subito si spense. tutto sotto controllo, vero? Che cosa? La festa rispose deciso. La festa di mio padre. Lou, ho cercato di chiederle delle cose in proposito tutto sotto controllo? Perch, se non lo fosse, me lo diresti, vero? Assolutamente rispose Alison con un sorriso nervoso. Il posto che ha scelto molto, ehm, carino, diciamo, e hanno uno staff che si dedica alla gestione degli eventi. Questo glielho detto pi volte nel corso della settimana si affrett ad aggiungere. Le ho anche lasciato sulla scrivania delle opzioni per il buffet e la musica ma, siccome non ha scelto niente, ho dovuto farlo io Okay, Alison, un appunto per il futuro: quando ti chiedo se tutto sotto controllo, voglio un s o un no le disse fermo, ma educato. Non ho tempo per do mande e osservazioni. Lunica cosa che mi interessa sapere se sei in grado di occupartene oppure no.

Se non lo sei, fa lo stesso, si trover un altro modo. Intesi? Alison annu. Fantastico. Lou batt le mani e salt gi dalla scrivania. Ora meglio che vada alla riunione. Tenga disse lei, porgendogli dei fascicoli. E complimenti per i due contratti di ieri, ne parlano tutti. Davvero? S rispose Alison, sgranando gli occhi. C chi dice che prender il posto di Cliff. Quella notizia fu musica per le orecchie di Lou, ma prefer minimizzare. Su, Alison, non essere precipitosa. Tutti speriamo che Cliff guarisca presto. Certo, ma Ad ogni modo disse lei con un sorriso, ci vediamo alla festa domani? Sicuramente. Ricambi il sorriso e, solo quando si allontan verso la sala riunioni, cap davvero che cosa aveva voluto dirgli. Non appena entr nella sala, i dodici uomini seduti attorno al tavolo si alzarono per applaudirlo. Nonostante i grandi sorrisi, era impossibile non notare gli occhi ancora assonnati e lespressione tesa da uomini daffari stressati. Quelli che conosceva vivevano tutti la stessa situazione: carenza di sonno; incapacit di staccare dal lavoro; dipendenza da laptop, pda e cellulari. Distrazioni, questultime, che ogni membro delle rispettive famiglie avrebbe volentieri buttato dalla finestra. I suoi colleghi erano contenti per lui, ne era certo, malgrado la stanchezza e leccessiva esposizione ai campi elettromagnetici. Si davano un gran daffare per restare vivi, pagare il mutuo, preparare le presentazioni, raggiungere le quote, compiacere il capo, arrivare in ufficio presto in modo da evitare il traffico e rimanere in giro fino a tardi per lo stesso motivo. Le persone presenti in quella stanza sfruttavano qualsiasi ora della giornata per cercare di portare a termine il lavoro prima dellinterruzione natalizia, accantonando in un angolo i problemi personali. Di quelli si sarebbero occupati durante le vacanze, quando avrebbero finalmente affrontato le questioni familiari accumulate durante lanno. Il Natale era dedicato alla follia familiare. Un raggiante signor Patterson conduceva lapplauso al quale presero parte tutti tranne Alfred, che fu incredibilmente lento

ad alzarsi. Gli altri erano gi in piedi e lui stava ancora spingendo indietro la sedia. Gli altri applaudivano e lui si aggiustava la cravatta e si allacciava i bottoni dorati. Prima che lapplauso si esaurisse, Alfred riusc a battere le mani una volta, un unico battito che sembrava pi lo scoppio di un palloncino. Lou fece il giro del tavolo distribuendo strette di mano, pacche sulla schiena e baci sulle guance. Quando arriv ad Alfred, il suo amico si era gi seduto, ma offr comunque a Lou la mano molle e sudaticcia. Ah, luomo del momento disse compiaciuto Patterson, stringendo con calore la mano di Lou e posandogli saldamente la sinistra sul braccio. Poi fece un passo indietro e gli rivolse uno sguardo pieno di orgoglio e ammirazione, come quello di un nonno al nipote nel giorno della prima comunione. Pi tardi io e te dobbiamo parlare gli disse a bassa voce, mentre gli altri continuavano a chiacchierare. Come sai, dopo Natale ci saranno dei cambiamenti, non pi un segreto ormai aggiunse solenne, mantenendo il rispetto nei confronti di Cliff. S rispose Lou, annuendo con aria saggia, felice di essere informato personalmente di quella notizia riservata, nonostante in realt la conoscessero gi tutti. Allora ne parliamo dopo, okay? disse Patterson, poi si sedette e mise fine alle conversazioni. A Lou sembrava di fluttuare e fece fatica a rimanere concentrato su quanto stava accadendo. Con la coda dellocchio si accorse per che Alfred aveva colto la fine di quello che gli aveva detto Patterson. Hai laria stanca, Lou. Ieri sera sei stato in giro a festeggiare? gli domand un collega. Veramente sono rimasto sveglio tutta la notte insieme alla mia bambina. Un virus che da il vomito. Lha preso anche mia moglie. Sono state ore intense rispose con un sorriso, ripensando a Lucy nel lettino con la folta frangetta a nasconderle mezza faccia. Alfred scoppi in una risata sibilante che riecheggi in tutta la stanza.

Lha preso anche mio figlio la settimana scorsa disse Patterson, ignorando Alfred. in giro. S, in giro ripet Alfred, guardando Lou. Alfred emanava aggressivit, come le onde di calore che si levano da una strada nel deserto. Gli trasudava direttamente dallanima, alterando laria circostante, e Lou si domand se la vedessero anche gli altri. Gli dispiaceva per Alfred perch capiva quanto fosse spaventato e perso. Non dovete congratularvi soltanto con me disse, rivolgendosi alla tavolata, anche Alfred ha partecipato allaffare di New York. E se l cavata molto bene. Assolutamente. Alfred si illumin e cominci a giocherellare con la cravatta, un gesto che fece innervosire Lou. stato carino da parte di Lou raggiungermi alla fine, giusto in tempo per vedermi concludere la trattativa. Tutti scoppiarono a ridere, a parte Lou che si sent invece piuttosto ferito. In quel momento torn a essere Aloysius, il bambino di otto anni che giocava nella squadra di calcio del quartiere e che era stato costretto a lasciare il campo pochi minuti prima del fischio conclusivo della finale perch un suo compagno, geloso del fatto che segnava pi di lui, gli aveva mollato un calcio tra le gambe facendolo cadere in ginocchio ansimante e paonazzo, in preda alle vertigini e alla nausea. Come per la frase di Alfred, non era stato tanto il calcio allinguine a fargli male, quanto la persona che glielo aveva sferrato e il proposito da cui era animata. Lou si era steso per terra con le mani appoggiate sulla zona dolente, trasudando frustrazione da tutti i pori, mentre il resto della squadra gli si affollava intorno, osservandolo e domandandosi se stesse fingendo. Ci siamo gi congratulati con Alfred disse Patterson, senza guardarlo, ma due contratti nella stessa sera, Lou Come ci sei riuscito? Sappiamo tutti quanto sei bravo a seguire pi affari contemporaneamente, per devo riconoscere che sai gestire il tempo in modo eccezionale, per non parlare delle tue doti di negoziazione. Gi, eccezionale concord Alfred in un tono scherzoso che tuttavia nascondeva risentimento. Quasi incredibile. Forse perfino innaturale. Qual la tua risorsa, Lou, la velocit? Ci fu qualche risata nervosa, un colpo di tosse e poi

silenzio. Patterson allent la tensione annunciando linizio della riunione, ma ormai il danno era fatto. Alfred aveva instillato un dubbio. Una domanda aveva preso il posto dellammirazione, un seme era stato piantato e, che decidessero di credere ad Alfred oppure no, dora in avanti ogni volta che il nome di Lou fosse stato associato a un successo o a qualcosaltro, quel commento sarebbe stato ricordato per un attimo, forse anche inconsciamente, e il seme sarebbe cresciuto fino a far spuntare il suo brutto germoglio dalla terra sporca. Aveva lavorato sodo, era mancato alle riunioni di famiglia, era uscito di corsa ogni mattina per raggiungere lufficio, aveva dato alla moglie piccoli baci frettolosi per poi regalare lunghe strette di mano a emeriti sconosciuti e adesso era finalmente giunto il suo momento. Due minuti di congratulazioni e applausi. Accompagnati dallombra del dubbio. Sembri felice osserv Gabe, posando un pacchetto su una scrivania vicina. Amico mio, sono enormemente in debito con te. Uscendo dalla riunione, Lou lo accolse con un sorriso, anche se in realt avrebbe voluto abbracciarlo. Potrei riavere le il contenitore, per favore? Stamattina ero molto stanco e scosso, non so cosa mi sia preso, ma ormai chiaro che credo nellefficacia di quelle pastigliette alle erbe. Gabe non rispose e and avanti a depositare buste e pacchi sulle scrivanie circostanti, mentre Lou non lo perdeva di vista un attimo, la speranza dipinta in volto come un cane che aspetta di essere portato a spasso. Stavo pensando che me ne serviranno molte di pi disse, facendogli locchiolino. Capisci? Gabe lo guard confuso. Cliff non torna gli spieg Lou a bassa voce, cercando di nascondere la propria eccitazione. completamente andato. Ah, quel poveretto che ha avuto lesaurimento nervoso disse Gabe, continuando a distribuire la posta. Esatto conferm Lou, quasi strillando di gioia. Per non dire a nessuno che te lho detto. Cosa? Che Cliff non torna? S. E poi disse Lou con circospezione c dellaltro.

Forse un nuovo incarico, molto probabilmente una promozione. E un bellaumento di stipendio. Fece un ampio sorriso, poi si schiar la voce e aggiunse: Patterson intende parlarmene presto. Per cui, qualunque cosa abbia in serbo per me, avr bisogno di quelle meraviglie alle erbe, perch non riuscir sostenere lo stesso ritmo di lavoro senza finire divorziato o sottoterra. Ah, certo, capisco. Be, non puoi averle. Gabe continu a spingere il carrello lungo il corridoio e Lou lo segu con passo svelto, come un Jack Russell Terrier che tallona il postino. Su, dai, ti pagher qualsiasi cifra. Quanto vuoi? Non voglio niente. Okay, preferisci tenerle per te, capisco. Ma almeno dimmi dove posso procurarmele. Da nessuna parte. Le ho buttate via. Avevi ragione in proposito, non vanno bene per la psiche. E poi chiss quali effetti collaterali potrebbero avere sullorganismo. probabile che, a lungo andare, finirebbero soltanto per farti male. Voglio dire che non credo siano state concepite per un uso sistematico. Magari sono il frutto di un esperimento scientifico e qualcuno le ha sottratte di nascosto da un laboratorio. Che cosa ne hai fatto? domand Lou in preda al panico, ignorando tutto quello che Gabe aveva appena detto. Dove le hai messe? Nel cassonetto. Be, allora vai a prenderle. Entraci dentro e recuperale esclam Lou rabbioso. Se ce le hai buttate stamattina, ci saranno ancora. Forza, sbrigati disse dandogli uno spintone. Sono andate, Lou. Ho aperto il contenitore e le ho rovesciate nel cassonetto. E, considerando quello che ci hai depositato dentro ieri notte, sarebbe meglio stare alla larga. Lou lo afferr per un braccio e lo trascin verso lascensore di servizio. Fammi vedere. Una volta fuori, Gabe gli indic il cassonetto, grosso, giallo e lurido. Lou vi si precipit. Guard dentro e vide il contenitore in cima al mucchio di spazzatura, cos vicino da poterlo toccare, con le pillole sparse tuttintorno. Lodore era terribile e lui si tapp il naso nel tentativo di combattere la nausea. Le pillole erano sprofondate dentro una poltiglia verde-marrone non meglio identificata e Lou venne preso dallo sconforto.

Si tolse la giacca e la lanci a Gabe, poi si tir su le maniche della camicia e si prepar a infilare le mani nel liquame maleodorante. Esit un momento prima di procedere. Se non riesco a recuperarle, dove posso prenderne delle altre? Da nessuna parte rispose Gabe, che lo osservava annoiato a braccia conserte. Non ne fanno pi. Cosa? disse voltandosi di scatto. Chi le ha fabbricate? Li pagher per produrne ancora. Continu ad assillare Gabe perch gli dicesse come procurarsene altre, finch si rese conto che lunica soluzione ce laveva davanti. E cos, ancora una volta, invece della propria vita, decise di affrontare il cassonetto. Merda. Forse potrei lavarle. Si avvicin e si allung verso linterno. Il fetore gli fece venire la nausea. Ma che roba ? Ebbe un altro conato e fu costretto ad allontanarsi. Maledizione. Diede un calcio al cassonetto e poi, avvertendo il dolore, se ne pent subito. Ah, guarda disse Gabe con noncuranza. Me n caduta una per terra. Cosa? Dove? Lou dimentic allistante il dito del piede dolorante e torn di corsa al cassonetto: sembrava un bambino che si precipita verso lultimo posto libero nel gioco delle sedie. Scrut il terreno tuttintorno e in mezzo ai ciottoli vide qualcosa di bianco. Si avvicin e cap che si trattava di una pillola. A-ha! Lho trovata! S, ho dovuto buttarle tenendomi a distanza: lodore era tremendo spieg Gabe. Alcune sono cadute a terra. Alcune? Quante? Si mise a quattro zampe e inizi a cercare. Lou, faresti meglio a tornare dentro. Sta andando tutto bene. Perch non lasci le cose come stanno? Impara la lezione e va avanti. Lho imparata la lezione ribatt Lou, faccia a terra. Ho imparato che con queste posso diventare un eroe! Eccone unaltra. Quelle due pillole erano tutto ci che poteva recuperare, quindi le avvolse in un fazzoletto, che poi infil in tasca, e si alz. Intanto mi accontento di queste disse, asciugandosi la fronte. Ne ho viste altre due l sotto, ma per il momento ce le lascio. Quando fu di nuovo in piedi, con le ginocchia sporche e i capelli in disordine, si accorse che era arrivato qualcuno:

Alfred era accanto a Gabe con le braccia conserte e uno sguardo compiaciuto. Hai forse perso qualcosa, Lou? Ma guardati. Luomo del momento. 21. La festa di Natale

Ci sarai, vero, Lou? domand Ruth, cercando di nascondere lagitazione. Girava per la camera da letto scalza e sul pavimento di legno i suoi piedi producevano un suono sordo, come se fossero stati immersi nellacqua. I lunghi capelli castani erano avvolti nei bigodini, il corpo era stretto dentro un asciugamano e le goccioline rimaste sulle spalle dopo la doccia brillavano quando venivano colpite dalla luce. Sdraiato sul letto, Lou seguiva con gli occhi la donna che era sua moglie da dieci anni muovendo la testa da una parte allaltra, quasi fosse lo spettatore di una partita di tennis. Sarebbero andati in centro ognuno con la propria auto in orari diversi; lui doveva prima passare alla festa dellufficio e poi avrebbe raggiunto il resto della famiglia per il compleanno del padre. Non era rientrato da molto, si era fatto la doccia e vestito in venti minuti ma, invece di aspettare impaziente la moglie al piano di sotto, camminando avanti e indietro nellingresso come al solito, aveva preferito stendersi sul letto e guardarla. Quella sera aveva scoperto che guardare Ruth era di gran lunga pi piacevole che andare avanti e indietro innervosendosi. Lucy lo aveva raggiunto qualche attimo prima. Aveva appena fatto il bagno, si era messa il pigiama e profumava cos intensamentedi fragola che Lou avrebbe voluto mangiarla. Certo che ci sar rispose a Ruth con un sorriso. Solo che saresti dovuto uscire mezzora fa e quindi sei in ritardo. Gli sfrecci accanto, scomparendo dentro la cabina armadio insieme al resto della frase; in camera arrivarono solo dei suoni attutiti, mentre le parole rimasero nellarmadio, appese alle grucce o piegate ordinatamente sui ripiani.

Lou si allung per bene sul letto, incroci le mani dietro la nuca e scoppi a ridere. Sta parlando a macchinetta bisbigli Lucy. S, vero. Lou sorrise, sistemandole un ciuffo di capelli dietro lorecchio. Ruth riapparve in mutande e reggiseno. Come sei bella le disse. Pap! esclam Lucy, scoppiando in una sonora risata. Ma in mutande! S, be, bella lo stesso. Tenne gli occhi incollati su Ruth, mentre Lucy si sbellicava dalle risate e si rotolava sul letto. Ruth gli lanci unocchiata dubbiosa che Lou non pot fare a meno di notare: non era abituata a quelle improvvise attenzioni e, forse, temeva che Lou si stesse comportando cos perch si sentiva in colpa. Unaltra parte di lei, invece, aveva paura di nutrire delle speranze, che si trattasse ancora una volta del momento che precede lennesima delusione. Spar in bagno per qualche istante e poi torn saltellando. Lucy e Lou scoppiarono a ridere. Che stai facendo? le domand Lou. Sto facendo asciugare la crema idratante rispose lei con un sorriso, mettendosi a correre sul posto. Lucy scese dal letto e si un a lei, ballando divertita, poi decise che la pelle della sua mamma era ormai asciutta e torn accanto al pap. Perch sei ancora qui? gli domand Ruth in tono gentile. Non vorrai arrivare in ritardo dal signor Patterson Ma questo molto pi divertente. Lou replic lei, bench sia felice di vedere che, per la prima volta in dieci anni, te ne stai fermo e non ti muovi in continuazione, adesso devi proprio andare. So che hai detto che ci sarai, stasera, per Ci sar ribad Lou in tono offeso. Okay, ma non arrivare troppo tardi, per favore. La maggior parte degli invitati alla festa di tuo padre sono ultrasettantenni. A un orario in cui a te sembra che la serata sia appena iniziata, loro potrebbero cascare dal sonno o essere gi tornati a casa. Si precipit di nuovo dentro la cabina armadio. Ci sar ripet Lou, pi a se stesso.

La sent rovistare nei cassetti e chiudere le ante degli armadi. Inciamp e imprec, fece cadere qualcosa e, quando torn in camera, indossava un abito da cocktail nero. Lou le diceva sempre che stava bene e lo faceva automaticamente, senza quasi degnarla di uno sguardo. Sentiva che era suo dovere, che era quello che lei voleva sentirsi dire, che in quel modo sarebbero usciti pi alla svelta e lei non si sarebbe agitata durante il tragitto in macchina, ma quella sera rimase senza parole. Era bella. Era come se per tutta la vita gli avessero detto che il cielo era azzurro, ma soltanto in quel momento avesse alzato lo sguardo e lavesse visto con i propri occhi. Perch non lo guardava ogni giorno? Rotol sulla pancia e appoggi la testa su una mano. Lucy lo imit. Entrambi ammirarono quantera meravigliosa Ruth. Per dieci anni aveva avuto davanti agli occhi quello spettacolo e per tutto il tempo era rimasto gi a consumare il pavimento, gridandole di sbrigarsi. E ricordati disse Ruth, chiudendo la cerniera dellabito sulla schiena, mentre passava loro accanto per lennesima volta, che a tuo padre per il compleanno hai regalato una crociera. Credevo che gli avessimo preso la tessera del golf club. Lou, lui odia il golf. Davvero? Il nonno odia il golf conferm Lucy. Ha sempre desiderato andare a Santa Lucia. Sai la storia di Douglas e Ann che hanno vinto un viaggio con una confezione di cereali, eccetera eccetera? No rispose Lou, aggrottando la fronte. Il concorso dei cereali. Ruth interruppe la corsa verso la cabina armadio per fissarlo sorpresa. Be, e allora? La racconta sempre questa storia, Lou. Douglas e Ann hanno partecipato a un concorso pubblicizzato sul retro di una confezione di cereali e hanno vinto un viaggio a Santa Lucia Niente? lo scrut in cerca del barlume di un ricordo. Lou scosse la testa. Ma come possibile? la sua storia preferita. Si commuover. Pap non si commuover replic Lou con un sorriso. Lui non si commuove mai. Ruth entr di nuovo nella

cabina e ne usc con una scarpa al piede e laltra stretta sotto il braccio. Zoppicando arriv fino alla toeletta. Lucy ridacchi. Ruth si mise orecchini e braccialetto e soltanto allora tolse la scarpa da sotto il braccio e se la infil. Lou sorrise e la guard trotterellare verso il bagno. Ah gli disse lei da dentro, alzando la voce. Quando vedi Mary Walsh, non nominare Patrick. Si affacci alla porta, con la testa ancora coperta a met dai bigodini e met con i capelli sciolti e arricciati. Aveva unespressione triste. Lha lasciata. Okay rispose Lou, annuendo e cercando di mantenere unaria solenne. Quando Ruth torn in bagno, Lou si rivolse a Lucy e le disse: Patrick ha lasciato Mary Walsh. Lo sapevi? Lucy scosse la testa con forza. Glielo hai detto tu di lasciarla? Lei fece di nuovo segno di no, ridendo. Chi se lo sarebbe mai aspettato? Lucy si strinse nelle spalle. Forse Mary. Anche Lou scoppi a ridere. Forse. Ah, e per favore non chiedere a Laura se dimagrita. Lo fai sempre, e a lei da fastidio. Perch, non ti sembra una cosa carina? protest Lou, confuso. Tesoro, da dieci anni non fa altro che ingrassare. Quando le dici cos, sembra che tu voglia prenderla in giro gli rispose Ruth divertita. Laura una cicciona bisbigli Lou a Lucy, che si rotol sul letto sbellicandosi. Poi guard lora, fece un respiro profondo e una sensazione di paura gli invase stranamente lo stomaco. Okay, devo proprio andare. Ci vediamo domani disse a Lucy, dandole un bacio sulla testa. Mi piaci molto di pi adesso, pap annunci la bambina. Lou, a met strada tra il letto e il pavimento, rimase impietrito. Che cosa hai detto? Ho detto che adesso mi piaci molto di pi ripet lei con un sorriso, rivelando un dente mancante nellarcata inferiore. Domani io, la mamma e Pud andiamo a pattinare sul ghiaccio. Vieni? Ancora sconcertato da quel

commento e dalleffetto che aveva avuto su di lui, si limit a rispondere: S, certo. Ruth torn in camera seguita da una scia di profumo, i capelli morbidamente ondulati che le ricadevano sulle spalle e il trucco perfetto. Lou non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Mamma, mamma! Lucy sal in piedi sul letto e cominci a saltarci sopra. pap viene a pattinare con noi domani. Lucy, scendi, non si salta sul letto. Scendi, tesoro, per favore. Ti ho spiegato che pap molto occupato, ricordi? Non ha tempo per Ci sar la interruppe lui in tono fermo. Ruth rest a bocca aperta. Per te va bene? S, certo, solo che S. Assolutamente. Fantastico. Ruth annu e, chiaramente presa alla sprovvista, si diresse nella direzione opposta. La porta del bagno si chiuse piano alle sue spalle. Lou la lasci tranquilla per cinque minuti, ma non resistette oltre. Ruth. Buss piano alla porta. Stai bene? S, tutto bene. Lei si schiar la voce e, in un tono pi vivace di quanto non intendesse, aggiunse: Mi sto solo soffiando il naso. E si sent linequivocabile rumore. Okay, ci vediamo dopo Lou avrebbe voluto entrare e abbracciarla, ma sapeva che, se lei lo avesse voluto, gli avrebbe aperto la porta. Okay. Ci vediamo alla festa. La porta rimase chiusa e Lou se ne and. Gli uffici della Patterson Developments pullulavano di colleghi di Lou Suffern in stato confusionale. Erano soltanto le sette e mezza e alcuni erano gi cotti a puntino. A differenza di Lou, che era tornato a casa dopo il lavoro, la maggior parte era andata dritta al pub per poi proseguire la serata alla festa. Cerano donne che Lou riconobbe a malapena, strette in abiti che rivelavano forme insospettabili sotto i tailleur, e ce nerano altre i cui corpi erano fatti solo per indossare tailleur. La monotonia della giornata era stata spezzata e si respirava unaria adolescenziale, carica del desiderio di mettersi in mostra e di far vedere agli altri chi si era veramente.

Era arrivato il momento di infrangere le regole, di dire quello che si pensava e, proprio per questo, la situazione era pericolosa. Il vischio era appeso a quasi tutte le porte e Lou, appena uscito dallascensore, era stato baciato da un paio di colleghe che avevano colto loccasione al volo. Le giacche e i completi erano stati sostituiti da cravatte musicali, cappelli di Babbo Natale e corna di renne. Decorazioni pendevano dalle orecchie delle donne e anche di qualche uomo. Erano tutte persone che lavoravano parecchio e ora intendevano divertirsi altrettanto. Dov il signor Patterson? domand Lou ad Alison, seduta in grembo al quinto Babbo Natale che gli capitava di incrociare. Aveva gli occhi spenti, privi di lucidit. Indossava un aderente abito rosso che metteva in risalto ogni curva del corpo e Lou si sforz di distogliere lo sguardo. E tu che cosa vuoi per Natale, caro bambino? gli domand il vocione sotto il costume. Ah, ciao James lo salut Lou in tono educato. Vuole una promozione grid qualcuno in mezzo alla calca e alcuni si misero a sogghignare. Non vuole solo una promozione, vuole il posto di Cliff strill un tizio con in testa delle corna da renna, e a quel punto tutti scoppiarono a ridere. Per nascondere la propria frustrazione e un principio di imbarazzo, Lou si un al coro di risate e, non appena il discorso si spost su un altro argomento, si allontan alla chetichella. And a rifugiarsi nel suo ufficio, dove tutto era immobile e silenzioso e dove non cera traccia di festoni n di vischio. Si mise a sedere con la testa tra le mani, aspettando larrivo di Patterson e ascoltando i colleghi cantare a squarciagola una sciocca canzone di Natale. Dun tratto il volume della musica si alz, nel momento in cui la porta dellufficio si apr, per poi tornare ad abbassarsi quando si richiuse. Ancor prima di alzare lo sguardo, Lou sapeva gi chi era. Alison avanzava verso di lui con un bicchiere di vino rosso in una mano e uno di whisky nellaltra, i fianchi ondeggianti nellattillato abito rosso che la faceva assomigliare a quella cosa che penzola in fondo alla gola. Le caviglie vacillavano

nelle alte zeppe e il vino schizz fuori pi volte bagnandole il pollice. Fai attenzione le disse, seguendo ogni suo movimento, fermo nel proprio proposito ma al tempo stesso incerto. Va bene. Alison appoggi il vino sulla scrivania e si lecc sensuale il pollice, rivolgendo a Lou uno sguardo seducente. Le ho portato un whisky. Glielo porse e si sedette sulla scrivania accanto a lui. Salute. Prese il suo bicchiere, lo fece tintinnare contro quello di Lou e poi, gli occhi fissi nei suoi, bevve. Lou si schiar la voce e, intuendo dun tratto che quella stanza era troppo affollata, spinse indietro la poltrona. Alison fraintese il gesto e fece scorrere il fondoschiena sulla scrivania, in modo da metterglisi di fronte. Ora Lou aveva il suo seno proprio davanti agli occhi. Si sforz di distogliere lo sguardo e lo punt sulla porta, ma si trovava in una posizione pericolosa. Era messo malissimo. E si sentiva benissimo. Non abbiamo mai avuto modo di concludere una certa cosa rimasta in sospeso disse Alison con un sorriso. Tutti cercano di smaltire gli arretrati prima di Natale. La sua voce era bassa e sensuale. E cos ho pensato di venire a darle una mano. Spinse via dalla scrivania alcuni fascicoli che si sparpagliarono a terra. Oops fece lei, con il corto vestitino rosso che saliva ancora di pi sulle cosce, mostrando un paio di gambe lunghe, abbronzate e sode. La fronte di Lou era imperlata di sudore. La sua mente valut le alternative che gli si presentavano: uscire a cercare Patterson oppure restare l con Alison. Aveva ancora le due pillole trovate attorno al cassonetto, avvolte al sicuro nel fazzoletto che teneva in tasca. Poteva prenderne una e fare entrambe le cose. Cerc di ricordare le sue priorit: stare con Alison e andare alla festa di suo padre. No, parlare con Patterson e andare alla festa di suo padre. Alison separ le gambe e con un piede tir la poltrona di Lou verso la scrivania, mostrandogli il pizzo rosso delle mutandine man mano che lo attirava lentamente a s. Poi si spinse sul bordo della scrivania, facendo alzare ancora di pi labito, al

punto che ora Lou non poteva pi guardare altrove. Prendendo una pillola avrebbe potuto stare con Alison ma anche con Ruth. Ruth. Alison si allung e gli prese il viso tra le mani. Lou avvert le unghie laccate. Quelle unghie che facevano tic tic sulla tastiera ogni giorno, mandandolo al manicomio, ora erano sul suo volto, sul suo petto, gli accarezzavano il corpo. Lunghe dita scorrevano sul tessuto del suo abito, quello stesso abito che avrebbe dovuto riflettere la sua dignit interiore. Sono sposato balbett, mentre la mano di Alison gli raggiungeva linguine. Aveva una voce spaventata come quella di un bambino, debole e facile da convincere. La ragazza butt indietro la testa e si mise a ridere. Lo so mormor, senza fermarsi. Non sto scherzando disse Lou in tono pi fermo, e Alison dun tratto si blocc per guardarlo. Lui la fiss serio e per un po entrambi sostennero quello sguardo, ma poi, nonostante cercasse di trattenersi, Alison sollev un angolo della bocca in un sorriso e, quando non fu pi in grado di reggere, esplose in una risata, la testa abbandonata allindietro. Ah, Lou disse con un sospiro, asciugandosi gli angoli degli occhi. Ti ripeto che non sto scherzando ribad lui deciso, ora pi uomo, pi dignitoso, e sicuro di s rispetto a cinque minuti prima. Alison cap che non la stava stuzzicando e il suo sorriso svan allistante. Non stai scherzando, eh? Alz un sopracciglio e lo guard dritto negli occhi. Forse puoi prendere in giro lei, Lou, ma non noi. Noi? Alison agit una mano alle proprie spalle. Noi. Tutte quante. Lou allontan la poltrona dalla scrivania. Ah, okay, vuoi che sia pi precisa? Lo sar. Gemma della contabilit, Rebecca della mensa, Louise la tirocinante e Tracey, la tua segretaria prima di me, e quella tata di cui non ho mai saputo il nome. Devo continuare? Sorrise e bevve un sorso di vino senza distogliere lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi e le cornee arrossate, come se il liquido fosse penetrato fin l. Te le ricordi tutte? stato inizi a dire Lou,

sentendosi mancare il respiro stato molto tempo fa. Ora sono diverso. La tata stata sei mesi fa gli rinfacci Alison ridendo. Santo Cielo, Lou, davvero pensi che un uomo come te possa cambiare in sei mesi? Allimprovviso Lou venne colto da una sensazione di vertigine e di nausea. Si pass le mani sudate tra i capelli, in preda al panico. Che cosa aveva fatto? Pensaci disse lei rianimandosi. Quando diventerai il numero due dellazienda, potrai avere chi vuoi, per ricordati che io sono stata la prima aggiunse, poi pos il bicchiere e allung un piede per attirare nuovamente a s la poltrona. E se mi porterai con te, soddisfer ogni tuo bisogno. Afferr il whisky che Lou stringeva tra le dita e lo mise sulla scrivania. Poi lo prese per mano e lui, ammutolito e privo di energia come un manichino, assecond quellimpulso e si alz in piedi. Alison gli accarezz il petto, lo afferr per il bavero e lo attir a s. Proprio nel momento in cui le loro labbra stavano per toccarsi, Lou si blocc, cambi traiettoria e, avvicinando le labbra allorecchio di lei, sussurr: Il mio matrimonio non uno scherzo, Alison. Tu lo sei. E mia moglie il genere di donna che puoi solo sperare di diventare, un giorno. E si allontan da lei e dalla scrivania. Alison rimase impietrita, con la bocca spalancata dalla sorpresa e la mano che cercava nervosamente di tirare gi il vestito. S disse Lou, guardandola sistemarsi, faresti meglio a coprirti. Prenditi un minuto per raccogliere le idee e, prima di andartene, per favore, rimetti i fascicoli sulla mia scrivania aggiunse calmo. Poi infil le mani in tasca per nasconderne il tremore e usc dallufficio, trovandosi subito immerso in un karaoke nel quale Alex della contabilit, ubriaco perso, cantava Ali I Wantfor Christmas di Mariah Carey, palesando a tutti la propria omosessualit. Mentre si allontanava, Lou fu circondato da stelle filanti, uomini barbuti e donne immerse nei fumi dellalcol che lo ricoprivano di baci. Devo andare disse, a nessuno in particolare, cercando di raggiungere lascensore. Qualcuno lo afferr nel tentativo di farlo ballare mentre altri gli sbarravano la strada, rovesciando

i drink. Devo andare ripet, stavolta in tono pi aggressivo. La testa gli pulsava, aveva la nausea e si sentiva come se si fosse appena svegliato nel corpo di un uomo che si era impossessato della sua vita e glielaveva incasinata. il settantesimo compleanno di mio padre, devo andare. Finalmente raggiunse lascensore, premette il pulsante di chiamata e si mise ad aspettare a testa bassa, senza voltarsi. Lou! si sent chiamare. Continu a guardare per terra, ignorando la voce. Lou! Ho bisogno di parlarti un momento! Di nuovo la ignor, gli occhi puntati sul display che segnava i piani e una gamba che scattava ansiosa. Sent una mano posarsi sulla sua spalla. Lou! Ti stavo chiamando! gli disse una voce amichevole. Si volt. Ah, signor Patterson, salve. Mi scusi. Lou sapeva di avere un tono nervoso, ma doveva andarsene, laveva promesso a Ruth. Premette di nuovo il pulsante. Vado un po di fretta, il compleanno di mio Non ci vorr molto, te lo assicuro. Soltanto due parole. Avvert la mano di Patterson sul braccio. Okay. Si volt, mordendosi un labbro. Bene, pensavo di parlare nel mio ufficio, se non ti dispiace disse Patterson con un sorriso. tutto a posto? Sembri un po scosso. Sto bene. Sono solo di corsa rispose Lou lasciandosi prendere sottobraccio. Ma certo comment Patterson con una risata. Lo sei sempre. Lo condusse nel suo ufficio dove si sistemarono luno di fronte allaltro su due vecchi divani in pelle marrone, nella zona pi informale della stanza. Lou aveva la fronte coperta di sudore e sper che Patterson non si accorgesse del suo odore sgradevole. Afferr il bicchiere dacqua che aveva davanti, lo port alle labbra con mano tremante e lo bevve dun fiato, mentre Patterson lo osservava. Ti andrebbe qualcosa di pi forte, Lou? No, grazie, signor Patterson. Laurence, per te. Scosse la testa. Davvero, Lou, mi fai sentire un maestro di scuola quando mi chiami cos. Mi scusi, signor Patter Be, io invece un goccio lo bevo volentieri. Si alz, and alla vetrina dei liquori e vers del brandy da un decanter di cristallo. Sei sicuro di non volerlo

anche tu? gli propose. St. Rmy XO aggiunse, facendo girare il liquido nel bicchiere, come per tentarlo. Daccordo, lo prendo, grazie. Lou si rilass un po, mentre la fretta di attraversare la strada per andare alla festa del padre iniziava a scomparire. Bene. Allora, Lou, parliamo del tuo futuro. Quanto tempo hai? Lou bevve un sorso del costoso brandy e torn al presente, in quella stanza. Copr lorologio con il polsino della camicia, eliminando con quel gesto ogni distrazione, e si prepar alla grande promozione e allidea che le sue scarpe lustre avrebbero presto seguito le orme di Cliff, non quelle che lo avevano condotto in ospedale, ma quelle che portavano nellufficio pi bello di tutti, con la vista panoramica su Dublino. Fece qualche respiro profondo e ignor lorologio sulla parete che scandiva il tempo, cercando di dimenticare la festa di suo padre. Ne valeva la pena. Gli altri avrebbero capito. Anzi, sarebbero stati cos impegnati a divertirsi che non avrebbero nemmeno notato la sua assenza. Ho tutto il tempo che vuole rispose con un sorriso nervoso, ignorando quella voce dentro di lui che gridava per essere ascoltata. 22. Sorpresa! Era ormai tardi quando arriv alla festa di suo padre, tutto sudato come se avesse la febbre alta, nonostante il freddo di dicembre che gli penetrava fin dentro le ossa, infilandosi nelle giunture e sibilando per tutto il corpo. Era senza fiato e nauseato. Era sollevato ed euforico. In sostanza, era esausto. Aveva deciso di organizzare la festa nel famoso edificio che Gabe aveva ammirato il giorno in cui si erano conosciuti. A forma di vela e illuminato di blu, era valso un premio alla sua azienda e di certo avrebbe suscitato lammirazione di suo padre e dei parenti. Proprio di fronte cera lalto albero della nave vichinga decorato dalle luci di Natale. Quando raggiunse lingresso trov Marcia che discuteva con un grosso buttafuori vestito di nero. Avvolte in cappotti, cappelli e sciarpe, una

ventina di persone erano raccolte l attorno e pestavano i piedi per terra nel tentativo di scaldarsi. Ciao Marcia la salut Lou allegro, cercando di interrompere la discussione. Non vedeva lora di raccontarle della promozione, ma si trattenne perch voleva che la prima a saperlo fosse Ruth. Marcia si volt, gli occhi rossi e macchiati di mascara colato. Lou esclam minacciosa. La collera non era sparita dalla sua voce, si era invece intensificata e ora era diretta contro di lui. Lo stomaco di Lou sussult, evento raro. In genere se ne fregava dellopinione che sua sorella aveva di lui, ma non quella sera. Cosa c che non va? Marcia si allontan dal gruppo e gli and incontro furiosa. unora che cerco di chiamarti. Ero alla festa dellufficio, te lavevo detto. Che problema c? Sei tu il problema rispose lei tremando, in un tono a met tra la rabbia e una grande tristezza. Inspir profondamente e poi lasci uscire piano laria. il compleanno di pap e, per amor suo, non intendo rovinarglielo pi di quanto non abbia gi fatto mettendomi a litigare, quindi mi limiter a chiederti di dire a questo energumeno di lasciare entrare la nostra famiglia. La nostra famiglia continu, alzando il volume fino a emettere uno strillo con la voce rotta, che ha attraversato tutto il Paese per essere qui stasera Il tono si fece di nuovo piagnucoloso Al compleanno di pap. Il quale, invece di stare con i suoi parenti, lass in una sala praticamente vuota, mentre tutti sono qui a gelare. Cinque persone sono gi andate a casa. Cosa?! Lou sent il cuore balzargli in gola e si precipit dai buttafuori. Salve ragazzi, sono Lou Suffern disse porgendo una mano che i due uomini strinsero con la vitalit di unaringa morta. Sono lorganizzatore della festa di stasera. Dietro di lui, Marcia sbuffava e borbottava. Qual il problema? chiese, guardando il gruppo e riconoscendo immediatamente ogni volto. Erano tutti amici intimi di famiglia nelle cui case Lou aveva trascorso linfanzia; alcuni avevano let di suo padre e alcuni erano anche pi vecchi. Su quel freddo marciapiede cerano coppie di anziani infreddoliti che si stringevano lun laltro, persone con le stampelle e perfino un uomo in sedia a rotelle.

In mano tenevano sacchetti luccicanti e bigliettini, bottiglie di vino e di champagne, regali incartati con cura e attenzione per quella grande serata. E ora si trovavano in mezzo a una strada a vedersi negare lingresso alla festa di un amico che conoscevano da tutta una vita. Non si entra senza invito gli spieg uno dei due. Una coppia ferm un taxi per andarsene e Marcia li insegu nel tentativo di convincerli a rimanere. Lou esplose in una risata collerica. Signori, vi sembra che queste persone abbiano laria di volersi imbucare? Abbass la voce. Avanti, guardateli. Mio padre festeggia il suo settantesimo compleanno, sono i suoi amici. Evidentemente qualcosa andato storto con gli inviti. Avevo chiesto alla mia segretaria di far mettere una lista allingresso. Questa gente non sulla lista. Ci sono regole severe di accesso alledificio per quanto riguarda Fanculo le regole lo interruppe Lou aggressivo, ma a denti stretti, in modo che chi stava dietro non potesse sentirlo. il compleanno di mio padre e loro sono i suoi ospiti dichiar in tono fermo, perdendo le staffe. E siccome chi paga sono io, che oltretutto ho realizzato questo edificio, vi dico di farli entrare. Qualche secondo dopo vennero aperte le porte e tutti si accalcarono nel grande atrio in attesa degli ascensori che li avrebbero portati allultimo piano, felici di riscaldare un po quei vecchi corpi. Adesso puoi rilassarti, Marcia, tutto a posto. Lou tent di fare ammenda con sua sorella, mentre si trovavano da soli in ascensore. Nei dieci minuti che avevano atteso che gli invitati salissero fino allattico, Marcia si era rifiutata di parlargli e perfino di guardarlo. Marcia, dai, non fare cos Lou ribatt lei, con uno sguardo che fu sufficiente a cancellargli il sorriso dalle labbra e a stringergli un nodo in gola, lo so che secondo te drammatizzo sempre, che ho manie di controllo, che sono fastidiosa e tutto quello che ti pare e che non voglio sapere, ma adesso non sto facendo nessun dramma. Sto male. Non per me, ma per mamma e pap. Le salirono le lacrime agli occhi e la sua voce, di solito gentile e comprensiva, cambi. Tra tutti i gesti egoisti che ti ho visto fare, questo davvero il peggiore. Mi sono messa da parte mordendomi la lingua, mentre davi

per scontato lamore di mamma e pap, mentre tradivi tua moglie, mentre deridevi e sbeffeggiavi tuo fratello, flirtavi con sua moglie, ignoravi i tuoi figli e non perdevi occasione per sfottermi. Ho avuto, anzi, tutti noi abbiamo avuto una pazienza da santi con te, Lou, ma adesso basta. Non ci meriti. Per quanto mi riguarda, stasera hai passato il limite. Hai fatto del male a mamma e pap e non sei pi mio fratello. Ehi, ehi, ehi, frena, Marcia. Lou rimase esterrefatto. Nessuno gli aveva mai parlato in quel modo prima di allora e ne fu profondamente colpito e ferito. Deglut a fatica. Mi rendo conto che quelle persone non avrebbero dovuto rimanere fuori, ma ho rimediato. Da dove viene tanto accanimento? Marcia fece una risata amara. Le persone che hai visto fuori non sono neanche la met e in tono spento aggiunse: Sorpresa! nel momento in cui la porta dellascensore si apr e si ritrovarono nella sala della festa. Il cuore di Lou sprofond allistante, precipitandogli nello stomaco dove i succhi gastrici cominciarono a corroderlo. Vide tavoli da black-jack, roulette e cameriere vestite in modo succinto che portavano cocktail sui vassoi. Era uno scenario che Lou ricordava di aver visto in occasione dellinaugurazione delledificio, ma che non centrava nulla con suo padre, un settantenne a cui non piacevano le feste, che detestava costringere amici e familiari a riunirsi apposta per lui e la cui idea di una bella giornata consisteva nellandare a pesca da solo. Era un uomo modesto che si vergognava di essere al centro dellattenzione, ma per la prima volta lo avevano convinto a festeggiare in grande il compleanno insieme a parenti e amici provenienti da tutto il Paese. Allinizio non ne voleva sapere, ma pian piano quellidea aveva finito con lentusiasmarlo e ora era l con il suo vestito migliore, nel bel mezzo di un casin dove il personale di servizio indossava minigonne e farfallini rossi, il dj suonava musica dance e la puntata minima era di venticinque euro. Come se non bastasse, al centro di un tavolo cera un uomo seminudo ricoperto di pasticcini e frutta. Riuniti goffamente su un lato della sala cerano i familiari di Lou. La madre, con la messa in piega appena fatta, un nuovo completo pantalone lill e una sciarpa annodata sul collo con

attenzione, si guardava intorno incerta, stringendo con entrambe le mani la borsetta a tracolla. Il padre, insieme agli unici fratelli che gli restavano, una suora e un prete, aveva lespressione pi persa che Lou gli avesse mai visto. I componenti della famiglia lanciarono a Lou unocchiataccia e subito distolsero lo sguardo. Lunico che lo salut con un cenno del capo e un debole sorriso fu suo padre. Cerc Ruth con gli occhi e la vide in fondo alla sala che chiacchierava educatamente con altri invitati disorientati quanto lei. Lei colse il suo sguardo e lo ricambi con freddezza. Il solo colpevole dellimbarazzo e della tensione che si percepivano nella sala era lui e se ne vergogn con tutto se stesso. Avrebbe voluto porre rimedio a quella situazione, cos come a tutto il resto. Mi scusi disse, avvicinandosi alluomo in giacca e cravatta che osservava gli invitati, lei il responsabile? S, mi chiamo Jacob Morrison rispose luomo, stringendogli la mano. E lei Lou Suffern. Ci siamo conosciuti alla serata di inaugurazione qualche mese fa. Ricordo che stata una lunga notte aggiunse, facendogli locchiolino. S, ricordo anchio disse Lou, ma mentiva. Mi domandavo se poteva aiutarmi a cambiare un po la situazione. Ah. Jacob sembr preso alla sprovvista. Faremo il possibile per accontentarla. Ha in mente qualcosa in particolare? Sedie rispose subito Lou, cercando di non suonare sgarbato. il settantesimo compleanno di mio padre. Potrebbe dare a lui e ai suoi ospiti la possibilit di sedersi? Ecco replic Jacob con una smorfia, temo che per questo tipo di evento non siano previste. Non sono comprese nel Pagher la differenza, naturalmente intervenne Lou sfoderando un sorriso smagliante, se riuscir a far stare un po pi comode le chiappe che non si trovano gi sulle sedie a rotelle. Certo. Jacob fece per andarsene, ma Lou lo richiam. E la musica aggiunse. Non ci sarebbe qualcosa di pi tradizionale? Tradizionale? domand Jacob con un sorriso interrogativo.

S, musica tradizionale irlandese. Sa, mio padre ha settantanni disse Lou a denti stretti e non molto abituato allacid jazz funky house. Vedr cosa si pu fare. Latmosfera tra i due si stava facendo tesa. E per il cibo? Alison le ha dato disposizioni? Voglio dire, a parte luomo mezzo nudo ricoperto di crema accanto al quale si trova mia madre. Si, certamente. Abbiamo pasticcio di carne, lasagne e altre pietanze. Lou se ne rallegr. Ad ogni modo abbiamo discusso tutte le nostre perplessit con Alison aggiunse Jacob. Davvero? S, signore, non molto usuale per noi organizzare delle feste per settantenni gli spieg con un sorriso che subito si spense. Il fatto che qui abbiamo una formula standard, soprattutto per il periodo natalizio, ed questa disse, indicando la sala con orgoglio. Il tema del casin molto richiesto per le feste aziendali. Capisco. Be, solo che avrei preferito saperlo prima osserv Lou. Ma lei ha firmato lordine replic Jacob. Abbiamo riportato ogni dettaglio nella documentazione e ci siamo assicurati che Alison le facesse firmare i moduli. Gi disse Lou guardandosi intorno con unespressione imbarazzata. Era colpa sua, naturalmente. Certo. Devo essermelo dimenticato. Grazie. ** * Quando fece per avvicinarsi ai propri familiari, questi si scostarono come se puzzasse. Solo suo padre non si mosse e lo salut con un sorriso. Buon compleanno, pap disse Lou con un filo di voce, porgendogli la mano. Grazie rispose lui, stringendola. Nonostante tutto, suo padre sorrideva ancora. Vado a prenderti una Guinness si offr, voltandosi in cerca del bar. Ah, non ce n. Cosa? Hanno solo birra chiara, champagne e dei cocktail verdi dallaria strana spieg suo padre, bevendo un sorso dal suo bicchiere. Ho preso dellacqua. Per tua madre contenta, a lei lo champagne

piace, anche se non certo delle sue parti disse ridacchiando, nel tentativo di alleggerire latmosfera. Sentendosi tirata in ballo, la madre di Lou si volt e lanci a Lou unocchiata che lo incener. Be, poco male continu suo padre a bassa voce, tanto stasera non potrei bere comunque. Domani vado in barca a vela con Quentin a Howth annunci orgoglioso. Gareggia nella Brass Monkeys e gli manca un uomo, cos ci vado io disse indicandosi con il pollice. Tu non farai nessuna regata, Fred intervenne sua madre, alzando gli occhi al cielo. Riesci a malapena a stare in piedi in una giornata di vento, figurati su una barca. dicembre, il mare agitato. Ho settantanni e posso fare quel che mi pare. Hai settantanni e devi smetterla di fare quel che ti pare o non arriverai a settantuno ribatt brusca e tutta la famiglia scoppi a ridere, Lou compreso. Dovrai trovare qualcun altro, caro concluse la madre, guardando Quentin. Ci vengo io propose Alexandra al marito, buttandogli le braccia al collo, e Lou dovette distogliere lo sguardo, colto da un attacco di gelosia. Non hai mai partecipato a una regata obiett Quentin sorridendo. Non se ne parla neanche. A che ora comincia? domand Lou. Nessuno gli rispose.

E invece voglio venire insistette Alexandra con unespressione divertita. Perch, non come al solito? Mi metto in bikini e aspetto che il resto dellequipaggio mi porti fragole e champagne. La famiglia scoppi ancora una volta a ridere. A che ora comincia? domand di nuovo Lou. Be, se si mette in bikini, allora mi sa che la faccio venire disse Quentin scherzando. Altra risata. Poi, come se dun tratto avesse sentito la domanda del fratello, ma evitando comunque di guardarlo in faccia, Quentin rispose: Alle undici del mattino. Magari faccio uno squillo a Stephen. Fece per tirare fuori il cellulare dalla tasca. Ci vengo io annunci Lou e tutti lo osservarono sorpresi. Ci vengo io ripet con un sorriso. Forse prima dovresti chiamare Stephen, tesoro propose Alexandra in tono gentile. S concord Quentin, riportando lattenzione al cellulare. Buona idea. Vado a cercare un posto pi tranquillo disse passando accanto a Lou, e usc dalla sala. Subito i familiari di Lou tornarono a ignorarlo, mettendosi a parlare di luoghi in cui non era mai stato e persone che non aveva mai conosciuto, lasciandolo l, impalato e ferito, mentre loro ridevano di storielle che non capiva e aneddoti che divertivano tutti tranne lui. Era come se parlassero una lingua segreta che non era in grado di comprendere. Dopo un po smise di fare domande che non ricevevano risposta e alla fine smise anche di ascoltare, rendendosi conto che non importava a nessuno. Si era allontanato troppo dalla sua famiglia per sperare di riconquistare nel giro di una serata un posto che al momento non era affatto disponibile.

23. Lanima guadagna terreno

Suo padre era accanto a lui e si guardava intorno come un bambino sperduto, senza dubbio nervoso e imbarazzato

allidea che tutta quella gente fosse venuta l per lui e sperando che qualcuno dei presenti annunciasse il proprio compleanno quello stesso giorno, in modo da spostare lattenzione, almeno in parte, su unaltra persona. Dov Ruth? domand a Lou. Ehm Lou scrut la sala per lennesima volta, senza riuscire a trovarla. Star chiacchierando con gli ospiti. Bene. C una bella vista da qui osserv suo padre, guardando fuori della finestra. La citt si ingrandita parecchio dai miei tempi. Gi, immaginavo ti sarebbe piaciuta disse Lou, felice di aver azzeccato almeno una cosa. Qual il tuo ufficio? Guard il palazzo dallaltra parte del Liffey, ancora illuminato nonostante lora. Quello l, proprio qui di fronte rispose Lou, indicandolo. Devi contare tredici piani dal basso. al quattordicesimo. Il padre lo guard perplesso, trovava bizzarro quello che Lou gli aveva appena detto, e per la prima volta anche Lou ne colse la stranezza e cap perch la cosa creasse tanta confusione. Rimase sconcertato. Gli era sempre sembrato talmente chiaro. quello con le luci accese gli spieg pi semplicemente. C la festa dellufficio. Ah, eccolo disse il padre, annuendo. Dunque l che si svolge tutto. S rispose Lou orgoglioso. Stasera ho avuto una promozione, pap annunci con un sorriso. Non lho ancora detto a nessuno. In fondo questa la tua serata si giustific, quasi volesse rimangiarselo. Una promozione? ripet il padre, sollevando le sopracciglia cespugliose. S. Pi lavoro? Un ufficio pi grande e una luce migliore rispose Lou a mo di battuta ma, vedendo che suo padre non rideva, torn serio. S, pi lavoro. Pi ore. Capisco. E non aggiunse altro. Lou sent montare il nervosismo. Delle congratulazioni non sarebbero state fuori luogo. Sei felice l? gli domand suo padre in tono distratto, lo sguardo sempre fisso fuori della finestra che rifletteva la festa alle loro spalle. Non avrebbe senso lavorare tanto per qualcosa che non ti rende felice, perch, in fin dei conti, questo che conta, no? Lou riflett su quelle parole, incuriosito dal ragionamento del padre.

Tu mi hai sempre insegnato a lavorare sodo disse dun tratto, avvertendo una rabbia di cui non aveva mai sospettato lesistenza. Ci hai sempre detto di non dormire sugli allori, se ricordo bene le tue parole aggiunse con un sorriso tirato. Non volevo che diventaste dei pigroni ribatt suo padre, voltandosi allimprovviso per guardarlo negli occhi. In nessun aspetto della vostra vita, non solo nel lavoro. Qualsiasi funambolo in grado di camminare diritto e tenere in mano unasta. Ma quel che conta, quando ci si trova a unaltezza vertiginosa, la capacit di mantenere lequilibrio concluse. Una ragazza del personale con una sedia in mano interruppe quel silenzio carico di tensione. Scusate, per chi questa? domand rivolgendosi ai componenti della famiglia. Il mio responsabile mi ha detto che qualcuno ha chiesto una sedia. Ehm, s, io rispose Lou. Soltanto che ho chiesto delle sedie. Al plurale. Per tutti gli invitati. Ah, ecco, temo per che non ce ne siano a sufficienza spieg la ragazza in tono di scuse. Questa intanto chi la vuole? Tua madre si affrett a rispondere suo padre, che non voleva sollevare un polverone. Fai sedere tua madre. No, io sto bene, Fred obiett lei. il tuo compleanno, siediti tu. Lou chiuse gli occhi e fece un respiro profondo. Aveva speso dodicimila euro perch la sua famiglia si contendesse una sedia. Inoltre il dj ha detto che lunico brano tradizionale che ha linno nazionale irlandese. Desidera che glielo faccia mettere? Che cosa? replic brusco Lou. In genere lo suona a fine serata si giustific la ragazza. Gli dico di farlo partire adesso? No! grid Lou. assurdo. Gli dica di no. Potrebbe per favore dargli questi? intervenne gentilmente Marcia, infilando una mano dentro uno scatolone nascosto sotto il tavolo, traboccante di cappellini, stelle filanti e striscioni. Lou intravide perfino una torta. Marcia porse alla cameriera una manciata di ed, le canzoni preferite del padre, e lanci una rapida occhiata a Lou. Per sicurezza, nel caso tu avessi mandato tutto allaria gli disse e poi distolse subito lo sguardo. Quel breve commento pronunciato in tono tranquillo lo colp pi di tutto ci che Marcia gli aveva detto quella sera. Credeva di essere lui quello organizzato, quello che sapeva come si

faceva una festa, quello che aveva ben chiaro in che modo far divertire gli invitati. Ma mentre era impegnato a pensare di essere tutto questo, la sua famiglia aveva predisposto un piano B per rimediare ai suoi errori. E laveva infilato dentro uno scatolone. In quel momento Quentin usc dallascensore con Gabe, che Lou non sapeva di avere invitato. Portavano una pila di sedie ciascuno e nella sala ci fu unesplosione di allegria. Tra poco ne arrivano altre! annunci Quentin, rianimando dun tratto latmosfera. Tutti quei volti familiari, invecchiati da quando Lou era bambino, si guardarono sollevati, i tratti un po sofferenti ma accesi da uninnocente eccitazione. Lou! Il viso di Gabe si illumin. Sono cos felice che tu sia venuto. Distribu le sedie ad alcuni anziani e poi gli and incontro con la mano tesa, mentre Lou, piuttosto confuso, quasi non capiva pi a quale festa si trovasse. Gabe gli parl allorecchio: Ti sei sdoppiato?. Che cosa? No rispose, allontanandosi seccato. Ah comment Gabe sorpreso. Lultima volta che ti ho visto eri in riunione con Alison nel tuo ufficio. Non mi sono accorto che avevi lasciato la festa. Certo che me ne sono andato. Perch devi sempre supporre il peggio? Perch pensi che abbia dovuto prendere una di quelle pillole per venire al compleanno di mio padre? replic, fingendosi offeso. Gabe si limit a sorridere. Ehi, strana la vita, non trovi? gli disse, dandogli un colpetto con il gomito. Cosa vuoi dire? Be, un momento puoi essere quass e il momento dopo laggi. Lou lo guard storto e Gabe aggiunse: Volevo soltanto dire che, quando ci siamo conosciuti, la settimana scorsa, io ero laggi, osservavo questo posto e sognavo di trovarmi quass. E ora guardami. incredibile come tutto gira. Adesso sono qui nellattico, Patterson mi ha dato un nuovo lavoro Che cosa? S, un nuovo lavoro disse Gabe con un ampio sorriso, facendogli locchiolino. Una promozione. Prima che Lou avesse la possibilit di ribattere, una cameriera si avvicin reggendo un vassoio. Desiderate qualcosa da mangiare? disse con un sorriso. Ah, no, grazie, aspetto il pasticcio rispose la madre di Lou, anche lei sorridendo.

questo il pasticcio disse la ragazza, indicando una pallina di patate adagiata dentro un minuscolo cestino di pasta. Ci fu un momento di silenzio e il cuore di Lou prese a battere cos forte che per poco non gli usc dal petto. C altro da mangiare? domand Marcia. Oltre alla torta? No rispose la ragazza, scuotendo la testa, questo tutto ci che previsto per la serata: antipasti. Sorrise di nuovo, come se non si rendesse conto dellostilit che stava scatenando. Ah comment il padre di Lou, cercando di sembrare allegro, in tal caso pu lasciarlo qui. Tutto il vassoio? Si guard attorno incerta e poi si volt verso il responsabile in cerca di sostegno. S, siamo una famiglia affamata rispose Fred, togliendo il vassoio dalle mani della cameriera e posandolo sul tavolino alto, cos da costringere tutti ad alzarsi per raggiungerlo. Daccordo. La ragazza rimase l ancora un momento e poi lentamente inizi ad allontanarsi a mani vuote. Ha detto che prevista anche una torta? domand Marcia con voce acuta e stridula, angosciata dallimpossibilit di mantenere il controllo della situazione e dalla consapevolezza che tutto stava andando storto. S. Me la faccia vedere, per favore disse, lanciando unocchiataccia a Lou. Di che colore ? Che cosa ha sopra? C dentro delluvetta? pap odia luvetta la sentirono dire, mentre seguiva la cameriera in cucina con in mano lo scatolone per il contenimento danni. Allora, chi ti ha invitato? Lou era nervoso e non voleva parlare della promozione di Gabe perch temeva che avrebbe finito con il mettergli le mani addosso. stata Ruth rispose Gabe, prendendo un mini pasticcio. Ah, ma davvero? Non credo proprio ribatt Lou, mettendosi a ridere. E perch no? domand Gabe, stringendosi nelle spalle. Mi ha invitato la sera in cui ho cenato da voi e poi mi sono fermato a dormire. Che cosa stai dicendo?! lo aggred Lou con un atteggiamento infantile. Non sei mai stato invitato a cena. Mi hai riaccompagnato a casa e hai mangiato gli avanzi. Gabe gli rivolse uno sguardo curioso. Va bene. Ad ogni modo,

dov Ruth? tutta la sera che la cerco. Siamo rimasti a parlare un sacco di tempo in terrazzo. Mi piace molto disse Gabe, mentre un po di pur di patate gli colava dal mento sulla cravatta presa in prestito. La cravatta di Lou. Lou irrigid la mandibola. Ti piace? Mia moglie ti piace? Ma che strano, Gabe, piace molto anche a me. Tu e io abbiamo un sacco di dannatissime cose in comune, non trovi? Lou disse Gabe con aria nervosa, forse meglio se abbassi un po la voce. Lou si guard intorno e rispose con un sorriso agli occhi puntati su di loro, mettendo un braccio intorno alle spalle di Gabe come a dire che era tutto a posto. Quando smisero di fissarli, si volt e il suo sorriso si spense immediatamente. Tu vuoi prenderti la mia vita, non cos? Gabe sembr colto alla sprovvista, ma non ebbe modo di rispondere perch le porte dellascensore si aprirono e ne uscirono Alfred, Alison e un gruppo di persone dellufficio. Nonostante le canzoni preferite del padre di Lou suonassero a tutto volume, riuscirono ad annunciarsi forte e chiaro, soffiando trombette e fischietti in faccia a tutti quelli che incontravano. Lou lasci la sua famiglia e sal di corsa gli scalini che portavano allascensore, sbarrando la strada ad Alfred e al gruppetto ridicolmente agghindato con costumi da Babbo Natale e cappellini fantasia. Che ci fate qui? Siamo venuti a fare feeesta, amico rispose Alfred, barcollando e fischiandogli dritto in faccia. Alfred, non sei stato invitato disse Lou alzando la voce. Mi ha invitato Alison rispose lui. E credo che tu sappia meglio di chiunque altro quanto sia difficile rifiutare un suo invito aggiunse con un sorriso. Ma a me non importa di fare la ruota di scorta concluse, scoppiando in una risata da ubriaco. Dun tratto guard ol tre le spalle di Lou e la sua espressione cambi. Ruth! Come stai? Quando si volt e vide sua moglie dietro di loro, a Lou per poco non si ferm il cuore. Alfred. Ruth incroci le braccia e fiss il marito. Cal un silenzio carico di tensione. Be, la situazione piuttosto imbarazzante disse Alfred con aria incerta. Credo che andr a unirmi alla festa, cos potrete

scannarvi in tutta tranquillit. Alfred si dilegu, lasciando Lou da solo con Ruth. Lespressione ferita sul viso di lei gli trafisse il cuore come un pugnale. Avrebbe preferito mille volte vederla arrabbiata. Ruth le disse, tutta la sera che ti cerco. Ho visto che lorganizzatrice della festa, Alison, si unita a noi ribatt lei con voce rotta, bench cercasse di darsi un contegno. Lou si volt e vide Alison, abito corto e lunghe gambe, ballare in modo sensuale insieme a Babbo Natale proprio in mezzo alla sala. Ruth gli rivolse uno sguardo interrogativo. Non ho fatto niente le disse, arrendendosi e decidendo che non voleva pi essere quel genere duomo. Ti giuro che non ho fatto niente. Stasera lei ci ha provato e io lho respinta. Ruth scoppi in una risata amara. Come no Ti assicuro che andata cos. Non ci hai mai fatto niente di niente? Lo scrut con attenzione, era chiaro che in quel momento si detestava, era imbarazzata e furiosa perch aveva dovuto fargli quella domanda. Lou and in crisi. Non voleva perderla, ma non voleva nemmeno mentire. Un bacio. Una volta soltanto. Niente di pi si affrett a rispondere, in preda al panico. Ma ora sono cambiato, Ruth, sono Lei non rimase ad ascoltare e gli volt le spalle per nascondergli le lacrime che avevano iniziato a scorrerle sul viso. Apr la porta che dava sul terrazzo e una corrente daria fredda invest Lou. Il terrazzo era vuoto perch tutti i fumatori erano dentro a cercare di riempirsi lo stomaco con i mini pasticci. Ruth Tent di afferrarla per un braccio e farla rientrare. Lou, lasciami stare. In questo momento non sono proprio dellumore giusto per parlarti disse lei furente. Lou la segu sul terrazzo e insieme si allontanarono dalla finestra in modo che gli ospiti non potessero vederli. Ruth si appoggi al parapetto e guard la citt. Lou le si avvicin e le strinse le braccia attorno al corpo, rifiutandosi di lasciarla andare, nonostante lei si fosse subito irrigidita al contatto. Aiutami a sistemare le cose le sussurr con le lacrime agli occhi. Per favore, Ruth, aiutami. Lei sospir, ma la rabbia era

ancora viva. Che diavolo ti saltato in mente? Quante volte tutti noi ti abbiamo detto che questa serata era davvero importante? Lo so, lo so balbett Lou, pensando velocemente a una risposta plausibile. Volevo dimostrarvi che ero in grado di Non osare mentirmi di nuovo lo interruppe. Non osare mentirmi, quando hai appena chiesto il mio aiuto, Non volevi dimostrarci un bel niente. Eri semplicemente stufo delle telefonate di Marcia che cercava di organizzare al meglio la festa per vostro padre ed eri sempre troppo impegnato Per favore, non parlarmi ancora di questa storia disse Lou con una smorfia, come se ogni parola della moglie gli procurasse unemicrania. E invece proprio quello che hai bisogno di sentirti dire. Eri troppo impegnato con il lavoro per preoccu parti di tuo padre o dei programmi di Marcia. Hai preso unestranea che non sapeva niente dei suoi settantanni di vita e le hai fatto organizzare la festa al posto tuo. Proprio lei disse, indicando Alison che ballava il limbo sotto il chiosco della fonduta di cioccolato, mostrando la biancheria di pizzo rosso a tutti gli astanti. Una puttanella che probabilmente ti sei fatto mentre le dettavi la lista degli invitati sbrait. Lou si guard bene dallinformarla che Alison era laureata in economia e unimpiegata qualificata e competente, fatta eccezione per quanto riguardava lorganizzazione di feste. Non prenderne le parti, considerando gli sembr appropriato oltretutto che lei stessa, con il suo comportamento di prima in ufficio e ora anche l alla festa, non si stava certo sforzando di difendere la propria reputazione. Non mai accaduto, te lo giuro. So di aver combinato un gran casino. Mi dispiace. Negli ultimi tempi ripeteva quella frase molto spesso. E tutto questo per cosa? Per una promozione? Per un aumento di stipendio di cui non hai nemmeno bisogno? Per un numero di ore di lavoro che non sono umanamente sostenibili? Quand che la smetterai? Quand che ne avrai abbastanza? Fino a dove vuoi arrivare, Lou? La settimana scorsa hai detto che si pu essere licenziati soltanto da unazienda, non dalla propria famiglia. Forse ora ti stai rendendo conto che possibile anche questo! Ruth disse

Lou chiudendo gli occhi, pronto a buttarsi gi dal terrazzo seduta stante se lei lo avesse abbandonato, per favore, non lasciarmi. Non stavo parlando di me, Lou replic lei, ma di loro. Si volt e vide la sua famiglia unirsi a un trenino danzante che si snodava per la sala, sferrando calcetti in aria tra un passo e laltro. Domani parteciper alla regata con Quentin le disse, guardandola in attesa di un elogio. Credevo che ci andasse Gabe ribatt Ruth, confusa. Si offerto prima, proprio davanti ai miei occhi, e Quentin ha accettato. Lou cominci a ribollire di rabbia. No, ci vado io, invece. Avrebbe sistemato la cosa a dovere. Ah, davvero? E lo farai prima o dopo aver pattinato con me e i bambini? gli domand, poi se ne and lasciandolo l da solo a maledirsi per aver dimenticato la promessa fatta a Lucy. Quando Ruth apr la porta del terrazzo, la musica si precipit fuori e laria fredda si tuff dentro. Poi la porta si richiuse e Lou avvert una presenza alle sue spalle. Non era rientrata. Non lo aveva abbandonato. Mi dispiace per quello che ho fatto. Voglio rimediare disse esausto. Sono davvero stanco. Voglio rimediare. Voglio che tutti sappiano quanto mi dispiace. Farei qualsiasi cosa perch mi credano. Per favore, aiutami le ripet. Se Lou si fosse voltato, si sarebbe accorto che sua moglie se nera andata ed era corsa a rifugiarsi in un angolo tranquillo dove piangere, ancora una volta, lacrime di frustrazione per un uomo che solo qualche ora prima, nella loro camera da letto, laveva convinta di essere cambiato. Era stato Gabe a uscire sul terrazzo quando Ruth era rientrata e fu quindi lui ad ascoltare la confessione di Lou. Gabe sapeva che Lou Suffern era esausto. Aveva trascorso tanti anni a correre attraverso i minuti, le ore e i giorni, attraverso ogni momento, da non accorgersi pi della vita. Gli sguardi, i gesti e le emozioni di altre persone avevano da lungo tempo smesso di essere importanti o perfino visibili ai suoi occhi. Allinizio era stata la passione a sostenerlo, ma poi, lungo la strada che portava l dove voleva arrivare, laveva smarrita. Era andato troppo veloce, senza mai fermarsi a prendere fiato, e ora il ritmo era talmente incalzante che il suo cuore riusciva a malapena a reggerlo.

Mentre Lou respirava la fredda aria di dicembre con il viso sollevato verso il cielo e si godeva la sensazione delle gelide goccioline di pioggia che gli cadevano sulla pelle, sapeva che la sua anima stava venendo a prenderlo. Lo sentiva.

24. Il giorno pi bello

Alle nove di sabato mattina, lindomani della festa di compleanno del padre, Lou Suffern era seduto dietro casa sua con il viso rivolto al sole e gli occhi chiusi. Aveva scavalcato lo steccato che separava il loro curatissimo giardino di due acri con il percorso delle passeggiate segnato da sentieri e sassolini, aiuole ed enormi vasi dal terreno incolto dove non cera traccia di intervento umano. Ovunque si vedevano macchie gialle di ginestra, come se qualcuno a Dalkey avesse sparato a casaccio con un fucile caricato a vernice verso nord, in direzione di quel promontorio. La casa di Lou e Ruth si trovava proprio in cima, con il giardino sul retro che guardava a settentrione offrendo unampia vista del sottostante villaggio di Howth, del porto e, in lontananza, di Irelands Eye. Spesso dal promontorio era possibile vedere il monte Snowdon del parco nazionale di Snowdonia nel Galles, a centotrentotto chilometri da l, ma in quella limpida giornata gli occhi di Lou erano puntati sulleternit. Seduto su una roccia, inspirava laria fresca. Il naso intorpidito gli gocciolava, aveva le guance intirizzite dal freddo e le orecchie sferzate dal vento, mentre le dita gli erano diventate di un azzurro violaceo, come se qualcuno le stesse stringendo forte allaltezza delle nocche; non era il clima migliore per stare allaperto, per era lideale per andare in barca a vela. A differenza dei curatissimi giardini dei Suffern e dei vicini, la ginestra selvatica era stata ancor pi amorevolmente lasciata libera di crescere a propriopiacimento, come un secondogenito cui si concedono pi spazio e meno regole. Larbusto si era cos diffuso lungo il versante, imponendo

saldamente la propria autorit sul promontorio. L il paesaggio era collinoso e irregolare, saliva e scendeva senza preavviso, se ne scusava, ma non offriva alcun aiuto agli escursionisti. Sembrava uno studente silenzioso e allusivo, seduto in disparte nellultima fila in classe a osservare le trappole da lui predisposte. Nonostante il carattere selvaggio dei rilievi e il trambusto del villaggio di pescatori, la cittadina aveva sempre laria tranquilla e paziente di un nonno. I fari guidavano verso la costa chi si trovava in mare, e le scogliere, simili a uno schieramento di impenetrabili spartani, con il petto in fuori e gli addominali scolpiti, lottavano spietate contro le intemperie. Il molo, mediatore tra la terra e il mare, traghettava luomo quanto pi al largo possibile, mentre la torre Martello ricordava un solitario soldato ormai non pi giovane che si rifiuta di abbandonare il suo avamposto sebbene le ostilit siano cessate da tempo. Nonostante le costanti raffiche di vento che sferzavano il promontorio, la cittadina era solida e ostinata. Mentre rifletteva sulla propria vita, Lou non era solo. Accanto a lui cera laltro Lou. Erano vestiti in modo diverso: luno per andare in vela con il fratello, laltro per pattinare sul ghiaccio con la famiglia. Con lo sguardo rivolto al mare, entrambi osservavano il luccichio del sole allorizzonte, gigantesca monetina dargento gettata in acqua per ingraziarsi la buona sorte e che ora scintillava sotto le onde. Erano seduti l in silenzio da un po, felici di essere soli. Il Lou seduto sulla morbida erbetta guardava il Lou sulla roccia e sorrideva. Hai idea di quanto sia felice in questo momento? Sono fuori di me dalla gioia disse ridacchiando. Il Lou sulla roccia trattenne un sorriso. Pi ascolto le mie battute, pi capisco che non sono affatto divertenti. Gi, pure io. Strapp un lungo filo derba e se lo avvolse attorno alle dita violacee. E mi rendo anche conto di essere un vero bastardo. Scoppiarono entrambi a ridere. S, e spesso parli sopra agli altri gli fece notare il Lou sulla roccia, tornando con la mente a quando lo aveva visto tenere banco.

Me ne sono accorto. Dovrei proprio E non ascolti mai sul serio aggiunse, assorto nei propri pensieri. Le tue storielle sono sempre troppo lunghe e la gente non poi cos interessata come credi osserv. Non chiedi mai agli altri che cosa fanno nella vita, e invece dovresti. Parla per te disse il Lou sullerba, per nulla colpito. quello che sto facendo. Restarono in silenzio per un po. Lou aveva scoperto di recente che il silenzio e limmobilit erano grandi risorse. Un gabbiano scese in picchiata, lanci uno strido, gett loro unocchiata sospettosa e se ne and. andato a raccontare di noi ai suoi amici disse il Lou sulla roccia. Be, non mi preoccuperei troppo di quello che possono dire in giro; a me sembrano tutti uguali replic laltro. Scoppiarono in una sonora risata. Non riesco a credere che sto ridendo delle mie stesse battute disse il Lou sullerba strofinandosi gli occhi. imbarazzante. Secondo te che cosa ci sta succedendo? domand Lou con aria seria, appollaiato sulla roccia. Se non lo sai tu, non lo so nemmeno io. S, ma se ho unidea, allora ce lhai anche tu. Si guardarono, sapendo con esattezza quello che laltro stava pensando. Lou scelse le parole con attenzione, rigirandosele in bocca prima di pronunciarle. Non sono superstizioso, ma credo che dovremmo tenerci queste idee per noi, non trovi? Tanto andr comunque come deve andare. Lasciamo le cose cos. Non voglio che nessuno soffra disse il Lou sullerba, alzando la voce. Non hai sentito cosho detto? replic laltro arrabbiandosi. Ho detto che non dobbiamo parlarne. Lou! Ruth li chiam dal giardino, spezzando lincantesimo. Arrivo! grid uno dei due, affacciandosi allo steccato. Scorse Pud, che aveva da poco iniziato a camminare, e lo vide conquistare la libert attraverso la porta della cucina e correre sullerba tutto scoordinato: pareva un uovo che si dischiuso prematuramente e che lascia uscire solo le zampette. Inseguiva la palla nel tentativo di afferrarla ma, ogni volta che le arrivava vicino, senza volerlo le dava un calcio

allontanandola. Alla fine impar: si ferm prima di raggiungerla e le gir attorno con aria furtiva, come se potesse decidere di scappare da sola. Alz un piede ma, non essendo abituato a reggersi su una gamba sola, cadde indietro sullerba, atterrando al sicuro sul fondoschiena imbottito. Lucy corse fuori con sciarpa e cappello e lo aiut a rialzarsi. Assomiglia tantissimo a Ruth disse una voce alle sue spalle. Lou laveva raggiunto. Lo so. Guarda che faccia. Osservarono Lucy sgridare Pud per il suo comportamento incosciente e scoppiarono a ridere nello stesso istante. Quando Lucy tent di afferrarlo e riportarlo dentro, Pud si mise a strillare, si scost da lei agitando le manine, poi si avvi da solo verso casa con la sua andatura a papera. Chi ti ricorda? domand Lou. Okay, ora meglio che ci diamo una mossa. Tu vai a piedi al porto e io vado con Ruth e i bambini in citt. Mi raccomando, cerca di arrivare puntuale. Ho praticamente dovuto corrompere Quentin perch accettasse di farsi aiutare da me, oggi. Certo che sar puntuale, ma tu non romperti una gamba. E tu non affogare. Ci divertiremo. Lou porse la mano a se stesso e la stretta si trasform in un abbraccio. L sul fianco della montagna, Lou si strinse a se stesso nel pi caloroso abbraccio che avesse ricevuto da molto tempo. ** * Arriv al porto due ore prima dellinizio della regata. Non gareggiava da parecchi anni e voleva rispolverare il gergo e riprendere familiarit con la barca. Aveva inoltre bisogno di stabilire un rapporto con il resto dellequipaggio, perch la comunicazione era fondamentale e non voleva deludere nessuno. Anzi, non voleva deludere Quentin. Trov la bella Alexandra, il quaranta piedi che Quentin aveva comprato cinque anni prima e sul quale da allora aveva speso tutti i suoi risparmi e il suo tempo. Quentin e altri cinque uomini erano gi a bordo, raccolti in gruppo a studiare la rotta e le tattiche.

Lou fece un rapido calcolo. Lequipaggio prevedeva sei componenti, ma con lui sarebbero stati in sette. Ehil disse avvicinandosi. Lou! Quentin lo guard sorpreso e soltanto allora Lou cap perch erano in sei. Suo fratello non credeva che si sarebbe presentato allappuntamento. Non sono in ritardo, vero? Avevi detto alle nove e mezza disse, cercando di nascondere la delusione. S, certo rispose Quentin, tentando a sua volta di non mostrarsi stupito. Assolutamente. Stavo solo, ehm Si volt verso gli altri uomini, che osservavano la scena, in attesa. Lascia che ti presenti il resto dellequipaggio. Ragazzi, questo mio fratello Lou. Sui loro volti si dipinse la sorpresa. Non sapevamo avessi un fratello osserv uno di loro, sorridendo e avvicinandosi per stringere la mano a Lou. Sono Geoff, benvenuto. Spero tu sappia cosa stai facendo. passato un po di tempo esord Lou, guardando suo fratello con aria incerta, ma io e Quentin negli anni abbiamo fatto cos tanti corsi di vela che sarebbe difficile dimenticare. come andare in bicicletta, no? Si misero a ridere e lo accolsero a bordo. Allora, dove mi vuoi? chiese a suo fratello. Sei davvero sicuro di volerlo fare? domand Quentin, abbassando la voce per non farsi sentire. Certo rispose Lou, cercando di non offendersi. Solita posizione? A prua? fece Quentin. Daccordo, capitano rispose Lou con un sorriso, facendogli il saluto. Quentin si mise a ridere e si volt verso il resto dellequipaggio. Okay, ragazzi, voglio che lavoriamo tutti in armonia. Ricordatevi di comunicare, la barca deve essere attraversata da un flusso continuo di informazioni. Se non avete fatto quello che dovevate, ditelo subito. Dobbiamo sempre sapere esattamente cosa sta succedendo. Se vinciamo, il primo giro lo offro io. Il gruppo esult. Bene, Lou disse poi rivolto al fratello, strizzandogli locchio, so che aspettavi da un sacco questo momento. Non era vero, ma Lou prefer non contraddirlo.

Finalmente avrai lopportunit di vedere di che cosa capace Alexandra. Lou rispose assestandogli un colpetto scherzoso nel fianco. Ruth spinse il passeggino di Pud sotto larco dei Fucilieri ed entr in St. Stephens Green, un parco nel pieno centro di Dublino dove era stata allestita una pista di pattinaggio su ghiaccio, attrazione unica che richiamava gente da tutta lIrlanda. Passarono accanto al laghetto con le papere, percorsero il ponte OConnell ed entrarono in un mondo incantato. Al posto delle solite aiuole ben curate, cera un mercatino di Natale talmente sfarzoso che sembrava uscito da un film. I sentieri erano fiancheggiati da chioschi che vendevano cioccolata calda con gli spumoni, dolci natalizi e torte alla frutta, e laria era carica di profumo di cannella, garofano e marzapane. I venditori ambulanti indossavano costumi da elfo, gli altoparlanti diffondevano canzoni natalizie, stalattiti di ghiaccio scendevano dal tetto di ogni chiosco e appositi macchinari soffiavano neve finta nellaria. La principale attrazione era ligloo di Babbo Natale, fuori dal quale si era formata una lunga coda che alcuni elfi vestiti di verde e con le scarpe a punta cercavano di intrattenere come meglio potevano. Giganteschi bastoncini di zucchero a righe bianche e rosse formavano un passaggio ad arco che conduceva alligloo, dal cui camino si levavano bolle che fluttuavano in cielo. Su un prato, alcuni bambini arbitrati da un elfo giocavano a disputarsi un enorme tubo contenente una sorpresa. Appesi ai rami di un albero di Natale alto sei metri, decorato con imponenti addobbi e festoni, cerano palloncini pieni dacqua contro i quali una schiera di bambini e ancor pi numerosi pap lanciavano palline ricoperte di agrifoglio nel tentativo di farli scoppiare, per liberare il regalo allinterno. Un altro elfo, paonazzo e bagnato, correva a raccogliere i regali caduti, mentre un suo compagno riempiva altri palloncini e li passava a un terzo elfo che li appendeva ai rami. Si davano tutti un gran daffare. Il paffuto indice di Pud puntava in una direzione diversa non appena qualcosa di nuovo catturava la sua attenzione. Lucy,

che di solito non stava zitta un secondo, era invece molto silenziosa. Il caschetto di capelli color cioccolato le arrivava allaltezza del mento e la frangia scendeva fino al limite delle sopracciglia, che le incorniciavano i grandi occhi castani. Indossava un cappottino rosso fuoco a doppiopetto che le arrivava alle ginocchia, con grossi bottoni e un collo di pelliccia neri, e, sotto, una calzamaglia color crema e un paio di lucide scarpette, anchesse nere. Camminava con una mano aggrappata al passeggino di Pud, galleggiando in un paradiso tutto suo. Di tanto in tanto alzava lo sguardo verso Lou e Ruth con un sorriso radioso. Nessuno diceva niente. Non ce nera bisogno. Lo sapevano. Oltre il mercatino di Natale trovarono la pista di pattinaggio, invasa da centinaia di persone di ogni et; la coda per lingresso si snodava intorno alla pista, cos che quelli in attesa di entrare potevano ridere dei buffi capitomboli dei pattinatori. Perch non andate a vedere lo spettacolo? propose Lou, riferendosi a una pantomima che stavano rappresentando su un palco 11 vicino. Dozzine di bambini erano seduti su delle sdraio, rapiti dal magico mondo che si apriva loro davanti. Io intanto faccio la coda. Il suo era allo stesso tempo un gesto generoso ed egoista, perch Lou Suffern non poteva certo cambiare dalloggi al domani. Aveva fatto in modo di trascorrere la giornata in famiglia, ma il BlackBerry gli stava scavando un buco in tasca a furia di squillare e voleva dargli unocchiata prima che esplodesse letteralmente. Ottima idea disse Ruth, spingendo il passeggino verso la coda. Non staremo via molto. Che cosa fai? le domand Lou, allarmato. Vado a vedere lo spettacolo. E lui non te lo porti? No. Dorme. Star meglio qui con te. Poi si allontan tenendo per mano una saltellante Lucy, mentre Lou scrutava Pud con una certa agitazione, pregando che non si svegliasse. Teneva un occhio sul BlackBerry e laltro sul bambino, mentre un terzo occhio, che non aveva mai saputo di avere, era puntato sul gruppo di adolescenti che, davanti a lui, si erano messi a urlare e saltare sopraffatti dagli ormoni, minacciando il sonno di Pud con grida e movimenti inconsulti.

Dun tratto si rese conto del volume degli altoparlanti che trasmettevano Jingle Bells e del frastuono da tamponamento a catena prodotto dallannuncio di un bambino smarrito che aspettava la sua famiglia presso il Centro degli Elfi. Cominci a percepire ogni singolo rumore, ogni lamento sul ghiaccio, ogni singolo strillo dei pap che cadevano sul sedere, ogni osso che si rompeva. Con i sensi allerta, come se si aspettasse di essere attaccato da un momento allaltro, rimise in tasca il BlackBerry con la lucina rossa lampeggiante. La coda avanzava e lui spingeva lentamente il passeggino. Davanti a Lou, un ragazzo con i capelli unti stava raccontando agli amici una storia che comprendeva esplosioni e movimenti da crisi epilettica. Giunto al punto culminante del racconto, fece un balzo allindietro e urt il passeggino. Mi scusi disse, voltandosi e strofinandosi il braccio nel punto in cui si era fatto male. Mi scusi. Tutto bene? Lou annu, innervosito. Avrebbe voluto strozzarlo, andare dai suoi genitori e dire loro di insegnargli che si pu raccontare una storia senza bisogno di sbracciarsi o simulare esplosioni sputacchianti con la bocca. Lanci unocchiata a Pud. Il mostro si era svegliato. Gli occhi del bimbo si aprirono, spenti, assonnati e stanchi, non ancora pronti a uscire dal letargo. Guard a sinistra, poi a destra e tuttintorno, mentre Lou tratteneva il respiro. Padre e figlio si scrutarono per un momento in un silenzio carico di tensione e Pud, una volta deciso che non gli piaceva lespressione di terrore dipinta sul volto di Lou, sput il ciuccio e si mise a strillare. Shh fece Lou goffamente. Pud strill ancora pi forte, mentre grosse lacrime si formavano nei suoi occhietti assonnati. Su, dai, Pud. Lou sfoder il suo sorriso pi sfavillante, che al lavoro funzionava sempre. Il pianto di Pud si intensific. Lou si guard intorno imbarazzato, scusandosi un po con tutti, soprattutto con un padre dallaria compiaciuta che teneva un bambino piccolo nel marsupio e altri due per mano. Lou bofonchi qualcosa alluomo, poi gli volt le spalle e tent di placare le grida terrorizzate di Pud, muovendo velocemente avanti e indietro il passeggino e urtando di proposito i calcagni

delladolescente con i capelli unti che laveva ficcato in quel pasticcio. Cerc di rimettergli il ciuccio in bocca una decina di volte. Poi di coprirgli gli occhi con la mano, nella speranza che il buio gli facesse venire sonno. Niente da fare. Nel tentativo di liberarsi dalle cinghie, Pud si contorceva e si inarcava con tanta foga da sembrare un Incredibile Hulk in miniatura. I suoi lamenti, simili a quelli di un gatto afferrato per la coda e immerso con la testa nellacqua, si alternavano a terribili rantoli di soffocamento. Lou si mise a rovistare nella borsa del bambino e ne estrasse dei giocattoli che Pud lanci lontano con violenza. Il Borioso Padre di Famiglia con il marsupio si chin per aiutarlo a raccoglierli. Lou borbott qualche ringraziamento senza guardarlo in faccia e, quando ormai il contenuto della borsa fu quasi completamente sparso a terra, decise di liberare il mostro. Si mise ad armeggiare con la complicata chiusura, mentre gli strilli si facevano ancora pi intensi attirando altri sguardi e, un attimo prima che qualcuno chiamasse gli assistenti sociali, riusc a prendere in braccio suo figlio. Pud continuava a piangere con il moccio al naso e il faccino viola come una caramella al ribes. Per una decina di minuti Lou gli indic alberi, cani, bambini, aerei, uccelli, decorazioni natalizie, regali, elfi, cose che si muovevano e che non si muovevano, in pratica tutto ci che gli capitava sottocchio, ma Pud non accennava a calmarsi. Ruth arriv di corsa insieme a Lucy. Che successo? Si svegliato appena sei andata via e non la smette di piangere. Lou era in un bagno di sudore. Pud vide Ruth e subito si lanci verso di lei, quasi gettandosi fuori dalle braccia del padre. Il pianto si plac allistante, e il piccolo si mise a battere le manine e a farfugliare, mentre il viso riacquistava un colore normale. Osservava la madre, giocava con la sua collana e si comportava come se non fosse successo niente. Lou ne era certo: mentre nessuno lo stava osservando, Pud gli aveva rivolto un sorriso beffardo. Lou si sentiva nel suo elemento. Lo stomaco gli si agitava per limpazienza mentre guardava la costa allontanarsi man mano

che si muovevano verso la zona di partenza, a nord di Irelands Eye. Familiari e amici imbacuccati li salutavano dal faro in fondo al molo scrutandoli attraverso i binocoli. Il mare era magico. La gente ne era attratta, voleva viverci vicino, nuotarci e giocarci dentro, guardarlo. Era un essere vivente, imprevedibile come un grande attore di teatro: un momento era calmo e accogliente e apriva le braccia al proprio pubblico, un attimo dopo il suo temperamento burrascoso esplodeva, e allora scaraventava le persone qua e l, si abbatteva sulla costa e si riversava sulle isole. Aveva anche un lato giocoso; la gente gli piaceva e si divertiva a sballottare i bambini, a ribaltare i materassini e a far cadere i surfisti. Di tanto in tanto dava perfino una mano ai marinai, ridacchiando sotto i baffi. Per Lou non esisteva sensazione pi bella del vento tra i capelli, mentre scivolava sullacqua con la pioggia sul viso o il sole sulla testa. Era passato molto tempo dallultima volta che era stato in barca; certo, lui e Ruth avevano trascorso parecchie vacanze a bordo degli yacht di amici, tuttavia erano anni ormai che Lou non faceva un gioco di squadra, in ogni senso. Non vedeva lora di affrontare la sfida e di competere non solo con altre trenta barche, ma con il mare, il vento e gli altri elementi. Una volta raggiunta la zona di partenza, si avvicinarono alla barca del comitato di regata, la Free Enterprise, per farsi riconoscere. La linea di partenza si trovava tra un paletto bianco e rosso sulla barca del comitato e un gavitello cilindrico arancione, a sinistra del porto. Lou si mise a prua, mentre giravano per raggiungere la posizione pi corretta e attraversare la linea di partenza al momento giusto. Il vento era forza quattro direzione nord-est con marea crescente, il che aumentava il malumore del mare. Dovevano tenerlo presente, se volevano viaggiare veloci sulla superficie increspata. Come ai vecchi tempi, Lou e Quentin ne avevano parlato, ed entrambi sapevano cosa fare. Se avessero varcato la linea di partenza prima del previsto sarebbero stati eliminati ed era compito di Lou fare il conto alla rovescia, posizionarsi correttamente e comunicare con il timoniere, ovvero Quentin.

Da ragazzi erano stati dei veri maestri, avevano vinto moltissime regate e avrebbero potuto gareggiare a occhi chiusi, semplicemente sentendo la direzione del vento, ma era passato tanto tempo e negli ultimi anni il loro rapporto si era guastato. Quando comparve il segnale di avviso Lou si fece il segno della croce; erano le 11:25. Continuavano a girare alla ricerca di una posizione che permettesse loro di essere tra i primi a varcare la linea di partenza. Alle 11:26 venne issata la bandiera del segnale preparatorio. Alle 11:29 venne ammainata quella che indicava un minuto alla partenza. Lou si sbracciava per suggerire a Quentin dove posizionare la barca. A dritta, a dritta, Quentin! grid, agitando il braccio destro. Trenta secondi! Si avvicinarono pericolosamente a unaltra barca. Aveva sbagliato. A sinistra! sinistra! Venti secondi! Ognuno tentava di accaparrarsi una buona posizione, ma di trenta vele in gara soltanto una piccola parte sarebbe riuscita a varcare la linea di partenza vicino alla barca del comitato. Gli altri avrebbero dovuto fare del proprio meglio con il vento che restava. Il segnale dinizio annunci le undici e mezza e almeno dieci barche tagliarono la linea di partenza prima di loro. Non era il massimo come prima mossa, per Lou non aveva intenzione di lasciarsi scoraggiare. Era arrugginito e gli avrebbe fatto bene un po di pratica, ma quella era la gara vera e non ne aveva il tempo. Partirono con Irelands Eye alla loro destra e il promontorio a sinistra, un panorama che non ebbero certo il tempo di gustarsi. Immobile, Lou ragionava velocemente guardando le barche che gli sfrecciavano accanto, con il vento tra i capelli e il sangue che gli pulsava nelle vene, pi vivo che mai. Gli stavano tornando in mente tutte le sensazioni che si provano a stare in barca. Forse aveva i riflessi pi lenti, ma non aveva perso listinto. Frangendo le onde, la barca si dirigeva verso la boa di bolina, a un miglio dalla linea di partenza. Pronti a virare! grid Quentin, iniziando a muovere il timone mentre gli altri si preparavano. Alle volanti, Alan

controll che lo strozzatore sottovento fosse abbassato. Al fiocco, Luke verific che la scotta fosse strozzata e diede un paio di giri al winch. Lou non si mosse di un millimetro, pensando a quello che avrebbe dovuto fare e tenendo docchio le altre barche per assicurarsi che non fossero troppo vicine. Il suo istinto gli diceva che tutti avrebbero virato a sinistra perch da quel lato non avrebbero avuto alcun diritto di rotta. Dun tratto gli tornarono in mente le vecchie tattiche di un tempo e si sent soddisfatto per come aveva piazzato la barca, giusto in linea con la boa di bolina. Sapeva che Quentin stava ricominciando a credere in lui, ora che, grazie alle sue mosse, avevano conquistato una posizione favorevole dopo la virata e si dirigevano a gran velocit verso la boa, senza pi ostacoli. Non stava lottando soltanto per il primo posto, stava lottando anche per la fiducia di suo fratello. Quentin si assicur che ci fosse abbastanza spazio per virare di nuovo e cominci a ruotare il timone. Geoff, il tailer, si spost velocemente sulla scotta sottovento del fiocco e, quando questo cominci a gonfiarsi, la lasci filare. Luke recuper il pi velocemente possibile laltra scotta e, quando non ce la fece pi, diede un paio di giri alla manetta del winch. La barca attravers il vento, la scotta del trasto venne liberata di una sessantina di centimetri e il boma gir. Quentin inizi a seguire la nuova rotta. High side! strill Lou, e tutti corsero a mettersi con le gambe penzoloni dalle mura sopravento. Quentin lanci un grido di trionfo e Lou scoppi a ridere. Dopo aver girato attorno alla prima boa, puntarono alla seconda e Lou entr in azione giusto in tempo per issare lo spinnaker, facendo segno a Quentin che era tutto a posto. Il resto dellequipaggio inizi a darsi da fare, ognuno preso dai propri compiti. Lou esultava e gesticolava un po troppo, ma sentiva che stava andando bene. Guard lo spinnaker che saliva ed esclam con gioia: Su!. Alan lo quadr, mentre Robert cazzava la scotta al winch. Ora filavano veloci; Lou alz il pugno in aria e lanci un grido di vittoria. Dietro il timone, Quentin si mise a ridere mentre lo spinnaker si riempiva daria come una manica che svolazzava. Con il vento a favore, volarono verso la boa successiva.

Quentin si concesse un rapido sguardo a poppa e ne valse la pena: circa venticinque barche con gli spinnaker gonfi li stavano inseguendo. Niente male. Lui e Lou incrociarono lo sguardo e si sorrisero. Non dissero niente. Non ne avevano bisogno. Lo sapevano entrambi. Dopo trenta minuti di coda, Lou e la sua famiglia raggiunsero finalmente lingresso. Divertitevi disse Lou, battendo le mani e pestando i piedi a terra per cercare di scaldarsi. Io vado al bar laggi. Credevo che saresti venuto a pattinare con noi ribatt Ruth. No disse lui, facendo una smorfia. da mezzora che osservo uomini pi vecchi di me fare avanti e indietro sul ghiaccio e trovo che abbiano unaria da idioti. Pensa se mi vedesse qualcuno. Preferisco rimanere qui, grazie. E poi questi sono nuovi e si lavano solo a secco aggiunse, indicando i pantaloni. Va bene disse lei con noncuranza, quindi non ti dispiacer occuparti di Pud mentre io e Lucy pattiniamo. Forza, Lucy si affrett a dire Lou, afferrando la mano della figlia, andiamo a prendere i pattini. Fece locchiolino a Ruth che stava ridendo e si allontan. Giunse al bancone un attimo prima del Borioso Padre di Famiglia che ora, come il pifferaio magico, aveva con s ancora pi bambini. Arrivare prima di lui gli procur una silenziosa sensazione di vittoria. Il bambino che era in lui era pronto a giocare. Che numero? gli domand luomo al bancone. Quarantatr e mezzo rispose Lou e poi guard Lucy. Lei lo fiss con i grandi occhi castani. Di al signore il tuo numero, tesoro la incoraggi, avvertendo il fiato sul collo del Borioso Padre di Famiglia. Non lo so, pap rispose la bambina, quasi in un sussurro. Be, hai quattro anni, no? Cinque ribatt lei, accigliandosi. Ha cinque anni disse Lou alluomo. Quindi mi dia il numero di una bambina di cinque anni. In realt molto soggettivo. Lou tir fuori il BlackBerry, rifiutandosi di rifare la coda. Dietro di lui, il Borioso Padre di Famiglia con il bambino nel

marsupio disse: Due trentasei e mezzo, un trentacinque e un quarantacinque, per favore. Lou alz gli occhi al cielo e si mise a scimmiottarlo, mentre aspettava che rispondessero al telefono. Lucy esplose in una risata e lo imit. Pronto? Che numero porta Lucy? Ruth scoppi a ridere. Il ventisei. Okay, grazie. Riagganci. Una volta sul ghiaccio, Lou si aggrapp con forza alla sponda della pista, poi prese Lucy per mano. Ruth rimase l accanto con Pud che scalciava e saltellava eccitato, indicando tutto e niente. Allora, tesoro disse Lou, con la voce e le caviglie che gli tremavano, molto pericoloso, quindi devi stare attenta. Reggiti alla sponda, capito? Lucy prese pian piano confidenza con il ghiaccio, mentre Lou vacillava sulle lame sottili. La bambina cominci ad andare pi veloce. Amore la chiam Lou, mentre guardava terrorizzato il ghiaccio freddo e duro, immaginando come doveva essere ruzzolarci sopra. Non riusciva a ricordare quandera stata lultima volta che era caduto; probabilmente da piccolo: era linfanzia lepoca delle cadute. La distanza tra lui e Lucy aumentava. Stalle dietro gli disse Ruth dallaltra parte della barriera, seguendolo mentre si spostava. Lou colse nella sua voce una sottile ironia. Scommetto che ti stai divertendo replic, alzando a fatica lo sguardo su di lei, tanto era concentrato. Da morire. Si diede lo slancio con il piede sinistro che scivol pi del previsto, facendogli quasi fare una spaccata. Gli sembrava di essere Bambi che impara a reggersi sulle zampe; vacill e rote su se stesso, le braccia che disegnavano cerchi in aria come una mosca intrappolata in un barattolo di marmellata. Non molto lontano, ud chiaramente la risata di Ruth. Per faceva progressi. Di tanto in tanto staccava gli occhi dai pattini per controllare Lucy, ben visibile nel cappottino rosso fuoco, al centro della pista. Il Borioso Padre di Famiglia gli sfrecci accanto, facendo oscillare le braccia, cos veloce che per poco non lo sbatt a terra. I suoi figli gli pattinavano dietro tenendosi per mano e cantando. S, cantando. Lou lasci andare la sponda lentamente, cercando di reggersi sulle gambe malferme.

Spinse avanti un piede e perse lequilibrio, poi inarc la schiena come se volesse fare un ponte e riusc a rimanere in piedi. Ciao pap disse Lucy, passandogli accanto mentre completava il primo giro. Lou si allontan dal bordo della pista e dai principianti che avanzavano un centimetro alla volta, deciso a battere il Borioso Padre di Famiglia che sfrecciava come Beep Beep. A met tra la sponda e il centro, poteva contare soltanto sulle proprie forze. Sentendosi un po pi sicuro, si spinse avanti bilanciandosi con le braccia, come gli altri. Prese velocit. Schivando bambini e anziani, cominci a girare goffamente intorno alla pista, piegato in avanti con le braccia che oscillavano lungo i fianchi, pi simile a un giocatore di hockey che a un aggraziato pattinatore. Urt un gruppo di bambini, facendone barcollare alcuni e ruzzolare altri. Ne sent scoppiare a piangere uno. Si infil in mezzo a una coppia che si teneva per mano. Era talmente concentrato nello sforzo di non cadere che ebbe a malapena il tempo di chiedere scusa. Raggiunse Lucy ma, non riuscendo a fermarsi, fu costretto a proseguire, prendendo sempre pi velocit. Le luci che decoravano gli alberi del parco si fecero confuse. I suoni e i colori degli altri pattinatori lo avvolsero. Gli sembrava di trovarsi su una giostra che si muoveva in tondo e a questo pensiero sorrise e si rilass un po. Pass davanti al Borioso Padre di Famiglia, pass davanti a Lucy per la terza volta e anche a Ruth, che lo chiam e gli scatt una foto. Non riusciva a fermarsi, non sapeva proprio come fare. Gli piacevano la sensazione del vento tra i capelli, le luci della citt tuttintorno, laria frizzante e il cielo che si riempiva di stelle con il calare della sera. Era libero, vivo e felice come non si sentiva da tempo. Continu a girare. LAlexandra e il suo equipaggio avevano imboccato la terza rotta, quella conclusiva. Nellultima ora avevano preso velocit e migliorato la coordinazione e Lou era riuscito a risolvere i precedenti intoppi. Stavano per raggiungere la boa finale e dovevano ancora una volta ammainare lo spinnaker. Lou si

assicur che le scotte fossero in chiaro. Geoff iss il fiocco, Lou lo guid nellinferitura e Luke verific che la relativa scotta fosse pronta per essere cazzata. Robert pass sotto la randa preparandosi ad afferrare la scotta libera dello spinnaker che avrebbe usato per recuperarlo. Quando fu in posizione, tutti si predisposero alla manovra. Geoff moll la drizza e aiut a riportare gi lo spinnaker. Joey lasci andare il punto di mura e si accert che filasse via velocemente in modo che lo spinnaker potesse sventolare fuori della barca. Quando la vela fu a bordo, Luke regol il fiocco per la nuova rotta, Joey si occup della randa, Geoff abbass il tangone e Lou lo ripose. Con lo spinnaker abbassato per lultima volta, si avvicinavano alla linea di arrivo. Chiamarono via radio il comitato di regata sul canale 37 per farsi identificare. Non arrivarono primi, ma furono tutti contenti. Mentre tagliavano il traguardo Lou guard Quentin e si scambiarono un sorriso. Nessuno dei due disse niente. Non ne avevano bisogno. Lo sapevano entrambi. Sdraiato sulla schiena in mezzo alla pista con la gente che gli sfrecciava accanto, Lou si stringeva la cassa toracica indolenzita cercando di smettere di ridere, ma senza riuscirci. Gli era capitato quel che aveva temuto per tutta la vita: aveva fatto la caduta pi plateale e comica della giornata. Al centro della pista, anche Lucy rideva. Stavano pattinando mano nella mano, quando, in un eccesso di presunzione, Lou era inciampato sui propri piedi e aveva fatto un capitombolo, atterrando poi sulla schiena. Grazie a Dio, lunica parte a rimanere ferita fu il suo orgoglio, ma si sorprese nel rendersi conto che in fondo non gliene importava un granch. Lucy lo tir per un braccio e Lou le lasci credere che lo stava aiutando a rimettersi in piedi. Poi guard Ruth e vide il flash dellennesima fotografia. I loro sguardi si incrociarono e le sorrise. La sera non parlarono dellaccaduto. Non ne avevano bisogno. Lo sapevano. Era stato il giorno pi bello della loro vita.

25.Tutto cominciato con un topo

Il luned successivo a quel fine settimana di vela e pattinaggio, Lou Suffern percorse con passo leggero il corridoio che conduceva al suo nuovo ufficio, quello con la scrivania pi grande e la luce migliore. Era la vigilia di Natale e le poche anime, vestite casual, che ancora infestavano ledificio pressoch deserto gli regalavano pacche sulla schiena e salde strette di mano per congratularsi con lui. Ce laveva fatta. Alle sue spalle, Gabe lo aiutava a portare gli scatoloni pieni di fascicoli. Essendo la vigilia, era lultimo giorno che aveva a disposizione prima delle vacanze natalizie. Ruth voleva che accompagnasse lei e i bambini a fare un giro in citt per respirare latmosfera di festa, ma sapeva che avrebbe invece dovuto cercare di portarsi avanti per evitare di perdere tempo una volta rientrato a lavoro. Vigilia o non vigilia, voleva iniziare a prendere dimestichezza con il nuovo incarico. Quando apr la porta dellufficio ed entr gli sembr quasi di sentir cantare gli angeli: il sole del mattino disegnava un sentiero dalla porta alla scrivania, illuminando lenorme poltrona di pelle come unapparizione. Ce laveva fatta. Fece un sospiro di sollievo, ma subito dopo si adombr al pensiero delle nuove mansioni che lo aspettavano. Qualunque traguardo raggiungesse, aveva sempre la sensazione di doverne conquistare un altro. La vita per lui era una scala infinita che si perdeva da qualche parte tra le nuvole scricchiolando, minacciando di farlo precipitare. Non poteva guardare in basso o sarebbe rimasto impietrito. Doveva tenere gli occhi puntati verso lalto. In avanti e verso lalto. Gabe appoggi gli scatoloni dove gli aveva detto Lou e lanci un fischio dammirazione. Che bellufficio! Gi conferm Lou fiero. accogliente continu Gabe, girellando con le mani in tasca. Lou si accigli. Accogliente non certo la parola che userei per descriverlo. Allarg le braccia in quel vasto spazio. Direi,

piuttosto, dannatamente enorme. Si mise a ridere, appena su di giri, cercando di assimilare tutte le emozioni che si affollavano in lui: stanchezza, commozione, orgoglio e un po di paura. Di che cosa ti occupi ora di preciso? domand Gabe. Sono Direttore dello sviluppo, il che significa che posso dire a degli stronzetti quello che devono fare. Degli stronzetti come te? Lou si volt di scatto, come un radar che intercetta un segnale. Voglio dire che, fino a pochi giorni fa, eri anche tu uno degli stronzetti a cui veniva detto cosa fare Lascia perdere tagli corto Gabe. Cliff come lha presa? Come ha preso che cosa? Il fatto che ha perso il posto. Ah. Lou alz gli occhi e si strinse nelle spalle. Non lo so. Non glielho detto. Gabe tacque. Non credo che stia ancora abbastanza bene per parlare con qualcuno aggiunse Lou, sentendo il bisogno di giustificarsi. Adesso pu ricevere visite lo inform Gabe. Come fai a saperlo? Lo so. Dovresti andare a trovarlo. Potrebbe avere dei consigli da darti. Potresti imparare qualcosa da lui. Lou scoppi a ridere. Gabe rimase a fissarlo in silenzio, senza battere ciglio. Lou si schiar goffamente la voce. la vigilia di Natale, Lou. Che stai facendo? gli disse Gabe in tono gentile. Cosa vuoi dire? ribatt Lou, alzando le mani in un gesto interrogativo. Secondo te? Sto lavorando. A parte quelli della sicurezza, sei lunico in ufficio. Non te ne sei accorto? Sono tutti l fuori disse Gabe, indicando la citt indaffarata. S, be, quelli l fuori non sono impegnati come me rispose Lou con aria infantile. E poi ci sei anche tu qui, giusto? Io non conto. Be, questa s che una bella risposta. Allora non conto neanchio. Se continui cos, finirai davvero per non contare niente. Lo sai che cosa ha detto uno dei pi grandi imprenditori di tutti i tempi? Un certo Walt Disney Sono sicuro che ne hai sentito parlare disse Gabe sorridendo. Ha detto: Un uomo non dovrebbe mai trascurare la famiglia per gli affari. Cadde un lungo e imbarazzato silenzio durante il quale Lou continu a irrigidire e rilassare la mandibola nel

tentativo di decidere se chiedere a Gabe di andarsene o se buttarlo direttamente fuori. E ha anche detto: Tutto cominciato con un topo. aggiunse Gabe. S, va bene, per adesso devo mettermi al lavoro. Ti auguro buon Natale. Lou cerc di controllare il tono della voce; magari non sarebbe sembrato contento, ma almeno non avrebbe dato limpressione di volerlo strozzare. Grazie, Lou. Buon Natale anche a te. E congratulazioni per il tuo ufficio accogliente e dannatamente enorme. Lou non pot trattenere una risata e, quando Gabe se ne and chiudendo la porta, si ritrov per la prima volta da solo. And alla scrivania e fece scorrere un dito lungo il bordo in noce che ne incorniciava la superficie in pelle di cinghiale. Sopra cerano soltanto un grosso computer bianco, una tastiera e un mouse. Si sedette sulla poltrona di pelle, la fece ruotare verso la finestra e guard la citt sottostante che si preparava alle feste. Una parte di lui avrebbe voluto uscire l fuori, eppure si sentiva intrappolato dietro quella finestra che gli mostrava il mondo senza permettergli di toccarlo. Spesso aveva la sensazione di essere chiuso dentro unenorme palla di vetro nella quale, al posto della neve, gli cadevano addosso responsabilit e fallimenti. Rimase seduto sulla poltrona per oltre unora, a pensare. Pens a Cliff, agli eventi delle ultime settimane e alla giornata pi bella della sua vita, vissuta soltanto due giorni prima. Pens a tutto questo. Poi un sottile panico cominci a insinuarsi in lui e allora rigir la poltrona e affront lufficio. Fiss la tastiera. La fiss intensamente. Segu il sottile cavo bianco collegato al mouse. Ripens a quando l sotto aveva trovato Cliff, che stringeva a s la tastiera e faceva roteare il mouse con gli occhi sgranati e spiritati, carichi di terrore. Allora fece una cosa in suo onore, una cosa che non aveva ancora fatto da quando il collega non era pi tornato al lavoro. Si tolse le scarpe, scolleg la tastiera dal monitor e spinse indietro la poltrona di pelle. Poi si mise carponi e si infil sotto la scrivania, stringendo a s la tastiera. Infine si gir verso le enormi finestre e osserv la citt correre sotto di lui. Rimase cos per unaltra ora, a riflettere.

Lorologio appeso alla parete ticchettava rumorosamente nel silenzio. Il solito trambusto dellufficio era sparito. I telefoni non squillavano, le fotocopiatrici erano spente, i computer non ronzavano, nessuno parlava n camminava. Prima di guardare lorologio non aveva notato lo scorrere dei secondi, ma adesso quel ticchettio sembrava sempre pi forte. Lou spost lo sguardo sulla tastiera e poi sul mouse. Sussult e, per la seconda volta quellanno, nella sua testa qualcosa fece clic. Il messaggio di Cliff gli giunse forte e chiaro: quelluomo si era sentito perseguitato da qualcosa e Lou non voleva fare la stessa fine. Usc da sotto la scrivania, si infil le lucide scarpe di pelle nera e lasci lufficio. 26. La vigilia di Natale

Grafton Street, laffollata strada pedonale di Dublino, brulicava di persone impegnate nelle ultime spese natalizie. Afferravano gli oggetti pi disparati, senza pi pensare alle previsioni di spesa n ai destinatari dei regali, desiderose soltanto di scegliere in fretta un oggetto qualsiasi, perch ci che davvero contava era riuscire a mettere le mani su qualcosa. Dimentichi per una volta della frenesia che li circondava, Lou e Ruth vagavano mano nella mano per le vie della citt, mentre la gente li urtava o passava loro accanto di corsa. Lou aveva tutto il tempo del mondo. Ruth era rimasta sbalordita quando lui, dopo averle detto bruscamente di no, le aveva invece proposto di vedersi, ma come al solito lei non gli aveva fatto domande. Aveva accolto il suo cambiamento con un silenzioso piacere e anche con un cinismo che si rifiutava tuttavia di ammettere. Lou Suffern aveva ancora parecchio da dimostrarle. Percorsero Henry Street, invasa dalle bancarelle, dove i venditori ambulanti cercavano di liberarsi degli articoli rimasti sfruttando le ultime ore di folle shopping natalizio: giocattoli, carta da regalo, festoni, addobbi e macchinine telecomandate che correvano su e gi per il marciapiede.

Arrivarono in Moore Street, una via in continua trasformazione, dove alle tradizionali bancarelle si affiancava un vivace miscuglio etnico di negozi asiatici e africani. Lou compr dei cavolini di Bruxelles da un venditore con la parlantina sciolta il cui ininterrotto flusso di coscienza intratteneva i passanti. Andarono con i bambini alla messa della vigilia e poi pranzarono al Westin Hotel nel College Green, un edificio storico del diciannovesimo secolo che un tempo ospitava una banca e che era stato trasformato in un albergo a cinque stelle. Si accomodarono nella Banking Hall, dove Pud pass tutto il tempo con il naso per aria, in adorazione delle arzigogolate decorazioni artigianali e dei quattro lampadari a bracci composti da ottomila scintillanti cristalli egiziani, gridando in continuazione per sentire la propria voce echeggiare nellalto soffitto. Quel giorno Lou vide il mondo con occhi diversi. Invece che osservarlo dal tredicesimo piano, dietro un vetro fum rinforzato, e da unenorme poltrona di pelle, aveva deciso di immergervisi. Gabe aveva ragione a proposito di Walt Disney e sul fatto che Cliff avesse qualcosa da insegnargli; in realt il messaggio gli era gi arrivato sei mesi prima, nel momento in cui quel mouse di plastica lo aveva colpito in viso, risvegliando la sua coscienza e riportando a galla paure da lungo tempo sopite. In effetti, ora che ci pensava, Gabe aveva ragione su un sacco di cose. La voce che gli risuonava fastidiosamente allorecchio pronunciava parole che non aveva voluto ascoltare. Doveva molto a Gabe. Quando cal la sera e giunse lora in cui i bambini dovevano rientrare, prima che Babbo Natale cominciasse il suo viaggio, salut Ruth e i suoi figli con un bacio, li accompagn allauto e torn in ufficio. Doveva fare ancora una cosa.

Era nellatrio ad aspettare lascensore, quando le porte si aprirono e ne usc Patterson. Lou esclam sorpreso, non posso credere che lavori anche oggi. Sei proprio un fenomeno. Lanci unocchiata allo scatolone che Lou reggeva. Ah, no, non sto lavorando. Oggi vacanza replic lui con un sorriso, cercando in modo indiretto di chiarire il suo nuovo atteggiamento verso il lavoro. solo che devo, ehm Non voleva mettere Gabe nei pasticci, rivelando dove si trovava. solo che ho dimenticato una cosa in ufficio. Bene, bene. Ascolta disse Patterson, strofinandosi gli occhi con aria stanca, ho bisogno di parlarti un momento. Ho riflettuto a lungo se era il caso di fartelo sapere oppure no, e poi ho deciso di s. Nemmeno io stasera sono venuto qui per lavorare ammise. Mi ha chiamato Alfred, dicendomi che aveva urgenza di vedermi. Purtroppo, dopo quello che capitato a Cliff, siamo tutti sul chi va l e cos mi sono precipitato. Sono tutto orecchi disse Lou, mentre il panico gli cresceva dentro. Le porte dellascensore si richiusero. La sua via di fuga era svanita. Voleva parlarmi di be, di te. S disse cautamente Lou. Mi ha portato queste. Patterson infil una mano in tasca e ne estrasse il contenitore delle pillole che Gabe aveva dato a Lou. Dentro ce nera soltanto una. Alfred, quella carogna, doveva aver rovistato nel cassonetto per procurarsi le prove che gli servivano a distruggerlo. Lou fiss il contenitore, scioccato, tentando di decidere se negare. Il labbro superiore gli si imperl di sudore, mentre cercava di inventare una bugia. Erano di suo padre. No. Di sua madre. Per lanca. No. Il mal di schiena. Poi si rese conto che Patterson stava parlando e allora gli prest ascolto. Mi ha detto di averle trovate sotto un cassonetto. Aggrott le sopracciglia. Ma non capisco come faccia a dire che sono tue Studi Lou, aspettando una conferma. Lou sentiva il sangue pulsargli nelle orecchie. So che tu e Alfred siete amici continu Patterson con unespressione confusa, sul viso i segni dei suoi sessantacinque anni, ma tutta questa premura nei tuoi confronti mi sembra

fuori luogo, Direi piuttosto che aveva intenzione di metterti nei guai. Ehm Lou deglut, scrutando il contenitore marrone, non , ehm, non sono balbett nel tentativo di formulare una frase. Non mia abitudine ficcare il naso nella vita privata degli altri, Lou. Quello che i miei colleghi fanno nel tempo libero affar loro, a condizione che questo non si ripercuota in nessun modo sullazienda. Perci non ho accolto di buon grado il fatto che Alfred mi abbia consegnato queste spieg accigliandosi. Lou non rispose, ma continu a sudare profusamente, e Patterson aggiunse: Ma forse proprio quello che volevi che facesse? gli domand, cercando di trovare un senso. Che cosa? disse Lou, asciugandosi la fronte. Perch avrei dovuto volere che Alfred le portasse quelle pillole? Patterson lo fiss e le sue labbra ebbero un leggero tremito. Non saprei, Lou, sei un uomo intelligente. Come? replic Lou, confuso. Non capisco. Correggimi se sbaglio, ma ho immaginato cominci Patterson, mentre il tremore delle sue labbra si trasformava in un sorriso che con quelle pillole avessi cercato di fuorviare Alfred, facendogli credere che fossero di pi di quello che erano. Ho ragione? Lou rest a bocca aperta e rivolse al suo capo uno sguardo esterrefatto. Lo sapevo. Patterson ridacchi scuotendo la testa. Sei bravo, ma non cos tanto. Lho capito dal segno blu che c sopra spieg. Che cosa sta dicendo? Quale segno blu? Non sei riuscito a cancellare del tutto la scritta rispose aprendo il contenitore e svuotandoselo sul palmo. Vedi qui? Guarda bene, si vede ancora la traccia di una D. Sai, a furia di lavorare qui, queste pillole sono diventate il mio pane quotidiano. Lou deglut. Era lunica con il segno blu? Pigro fino allosso, Alfred si era guardato bene dallavvicinarsi al cassonetto e aveva quindi pensato di grattare via la scritta di una semplice pastiglia per il mal di testa. No, ce nerano due ed entrambe avevano quel segno. Ne ho presa una, spero non ti dispiaccia. Che venga da sotto un cassonetto o no, avevo un tale mal di testa che non ho potuto farne a meno. Il periodo natalizio mi distrugge, prima o

poi ci lascio le penne. Ne ha presa una? domand Lou, a bocca aperta. Te la restituisco, non ti preoccupare disse Patterson, agitando una mano come a rassicurarlo. Si trovano in qualsiasi farmacia e perfino dal giornalaio. Non ci vuole neanche la ricetta. E che cosa le successo quando lha presa? Be, mi ha fatto sparire il mal di testa rispose, con unespressione perplessa. Anche se, a dirti la verit, se non sono a casa tra mezzora me ne faranno venire un altro aggiunse, guardando lorologio. Lou era ammutolito dallo stupore. Ad ogni modo, volevo solo dirti che non mi piaciuto quello che Alfred ha tentato di fare e che non penso affatto che tu sia un be, qualsiasi cosa Alfred abbia voluto farmi credere. Non c posto per gente come lui, in questazienda. Ho dovuto licenziarlo. Lo so, la vigilia di Natale, santo cielo. A volte il lavoro ci rende proprio dei mostri concluse in tono stanco, apparendo pi vecchio della sua et. Lou tacque, mentre la sua mente lo tempestava di domande su domande. Forse Alfred le aveva sostituite, oppure le due volte in cui si era sdoppiato aveva preso delle semplici pastiglie per il mal di testa. Tir fuori dalla tasca il fazzoletto, lo apr ed esamin lultima pillola che gli restava. Il cuore gli si ferm nel petto. Liniziale scolorita di un farmaco per lemicrania era chiaramente visibile. Come aveva fatto a non accorgersene? Ah, vedo che ne hai unaltra disse Patterson ridacchiando. Ti ho preso con le mani nel sacco, Lou. Ecco, tieni anche lultima. Aggiungila alla tua collezione continu, porgendogli il contenitore. Lou lo guard aprendo e chiudendo la bocca come un pesciolino rosso, senza riuscire a spiccicare parola, e poi prese la pillola rimanente. Ora meglio che vada annunci Patterson, iniziando ad allontanarsi. Devo montare un trenino e mettere le batterie a una certa Signorina Qualcosa che parla come uno scaricatore di porto e che senza dubbio mi toccher ascoltare per tutta la settimana. Ti auguro un buon Natale, Lou disse, porgendogli la mano.

Lou deglut rumorosamente, ancora frastornato dalla storia delle pillole. E se fosse stato allergico? Magari lo sdoppiamento era una sorta di effetto collaterale. Oppure si era sognato tutto? No. No, era successo eccome e la sua famiglia ne era stata testimone, in entrambe le occasioni. Per cui, se non erano state le pillole, doveva essere stato Lou lo chiam Patterson, ancora con la mano a mezzaria. Arrivederci gracchi Lou, poi si schiar la voce e aggiunse: Volevo dire Buon Natale. Allung il braccio e strinse la mano al suo capo. Non appena Patterson gli ebbe voltato le spalle, Lou corse verso luscita di sicurezza e si precipit gi dalle scale che scendevano nel seminterrato. Faceva pi freddo del solito ma la luce non lampeggiava pi come una lampada stroboscopica anni Ottanta. Da sotto la porta filtrava una canzone di Natale, Vriving Home for Christmas di Chris Rea, che riecheggiava nel lungo corridoio freddo e spoglio. Lou non buss prima di entrare. Spinse la porta con un piede, le mani occupate dallo scatolone. La stanza era ancora pi vuota di prima. Gabe era nella seconda corsia di scaffali e stava arrotolando il sacco a pelo e la coperta. Ciao, Lou gli disse, senza voltarsi. Chi sei? domand Lou con voce tremante, mentre posava lo scatolone su una mensola. Gabe si rialz e usc dalla corsia. Per disse piano, scrutandolo. Modo interessante di iniziare una conversazione, non c che dire. I suoi occhi si spostarono sullo scatolone e sorrise. un regalo per me? domand, intenerito. Non dovevi, davvero. Fece un passo avanti per prenderlo e Lou indietreggi, impaurito. Mmm fece Gabe, accigliato, e poi si volt verso lo scatolone incartato. Posso aprirlo adesso? Lou non rispose. Aveva il volto lucido di sudore e i suoi occhi guizzavano da una parte allaltra seguendo ogni movimento di Gabe. Con molta calma Gabe apr il regalo, incartato alla perfezione. Part dalle estremit togliendo lentamente il nastro adesivo, attento a non strappare la carta. Mi piace molto fare regali spieg, sempre con lo stesso tono rilassato, ma non mi capita spesso di riceverne.

Tu per sei diverso, Lou. Lho sempre pensato. Gli sorrise e apr lo scatolone, rivelandone finalmente il contenuto: una stufetta elettrica per il magazzino. Be, davvero un pensiero carino. Grazie. Mi aiuter a riscaldare il prossimo posto dove star, ma non questo, sfortunatamente, visto che me ne sto andando. Lou era spalle al muro, il pi lontano possibile da Gabe. Le pillole che mi hai dato erano pastiglie per il mal di testa disse con voce incerta. Gabe continu a osservare la stufetta. Immagino che te labbia detto Patterson. Lou rimase di stucco, convinto che avrebbe negato. S ammise. Alfred le ha recuperate dal cassonetto e gliele ha date. Che carogna. Gabe scosse la testa, sorridendo. Il vecchio Alfred cos prevedibile. Sapevo che lavrebbe fatto. Be, bisogna riconoscere che stato tenace. Proprio non voleva che quel posto lo avessi tu, non vero? Lou non rispose e Gabe aggiunse: Suppongo che correre da Patterson non gli abbia giovato un granch, giusto?. Patterson lha licenziato disse Lou con un filo di voce, cercando di capire come fosse potuto accadere. Gabe sorrise, per niente sorpreso, anzi soddisfatto, molto soddisfatto di s. Dimmi di quelle pillole. S, era una confezione di pastiglie per il mal di testa che ho comprato al supermercato. Ci ho messo una vita a grattare via tutte quelle letterine. Al giorno doggi non ci sono in giro molte pillole senza il nome sopra. Chi sei? grid Lou, la voce carica di paura. Gabe sussult e poi assunse unespressione un po infastidita. Adesso hai paura di me perch hai scoperto che non sono state le pillole a donarti? Ma che idea avete, tutti quanti, della scienza? Siete pronti a credere a qualsiasi invenzione, pillole per dimagrire, per far ricrescere i capelli, e chi pi ne ha pi ne metta, ma quando c bisogno di un po di fede andate fuori di testa. Scosse il capo. Se i miracoli avessero una formula chimica, nessuno ne dubiterebbe. Che delusione. Ho dovuto far finta che fossero le pillole, Lou, altrimenti non mi avresti creduto. E avevo ragione, non cos? Perch mai dovrei crederti! Chi diavolo sei? Che cos questa storia? Be disse Gabe, rivolgendogli uno sguardo triste, pensavo che

ormai ti fosse chiaro. Chiaro? Nella mia testa non c mai stato tanto casino. Le pillole erano soltanto un trucco per ingannare la coscienza disse con un sorriso. Lou si strofin il viso. Era stanco, confuso e spaventato. Servivano a darti la tua occasione, Lou. Tutti meritano unoccasione. Perfino tu, nonostante quello che pensi. Unoccasione per cosa? grid. La risposta di Gabe gli fece venire i brividi lungo la schiena e dun tratto sent il bisogno di correre dalla sua famiglia. Dai, Lou, questa la sai. Erano parole di Ruth. Appartenevano a lei. Lou cominci a tremare. Loccasione di passare del tempo con la tua famiglia, di conoscerli davvero prima di be, semplicemente di stare un po pi con loro aggiunse Gabe. Di conoscerli prima di cosa? domand Lou, riacquistando un po di lucidit. Gabe non rispose e distolse lo sguardo, consapevole di aver detto troppo. Prima di cosai gli grid in faccia Lou. Gabe si limit a fissarlo con gli occhi cristallini. Sta per capitare qualcosa alla mia famiglia? domand sempre pi agitato. Lo sapevo. Era quello che temevo. Che cosa succeder? insistette, digrignando i denti. Se hai fatto loro qualcosa, io ti Non successo niente alla tua famiglia, Lou rispose Gabe. Non ti credo replic, ormai in preda al panico. Infil una mano in tasca, prese il BlackBerry e guard il display: non cerano chiamate perse. Allora lanci a Gabe unultima occhiataccia e usc dal magazzino componendo il numero di casa e mettendosi a correre. Ricordati di allacciare la cintura, Lou! url Gabe, e mentre Lou si precipitava al parcheggio sotterraneo la sua voce gli risuon nelle orecchie. Con il BlackBerry impostato sulla ripetizione di chiamata, Lou si precipit fuori dal parcheggio vuoto. Una pioggia fitta e pesante si abbatt sul parabrezza. Attiv il tergicristalli alla massima velocit e spinse sullacceleratore, sfrecciando lungo i moli ormai deserti. Il segnale acustico della cintura di

sicurezza risuonava sempre pi forte, ma era cos preoccupato da non sentirlo nemmeno. Le ruote della Porsche slittarono leggermente sullasfalto bagnato, mentre percorreva a tutto gas le vie secondarie della zona portuale e imboccava la strada costiera di Clontarf che portava a Howth. Oltre il mare, i duecento metri delle due ciminiere a righe bianche e rosse della centrale elettrica dita sollevate. La pioggia scrosciava, svettavano come diminuendo la visibilit, ma Lou conosceva quelle strade da una vita e lunica cosa che gli importava in quel momento era percorrere il lembo di terra che lo separava dalla sua famiglia e raggiungerla il pi in fretta possibile. Erano le sei e mezza ed era gi buio pesto. La maggior parte della gente era a messa, o al pub, oppure stava raccogliendo i regali e preparando un bicchiere di latte con una fetta di torta per Babbo Natale e qualche carota per le renne. La famiglia di Lou era a casa a consumare la cena a cui Lou aveva promesso di partecipare, eppure non rispondevano al telefono. Stacc gli occhi dalla strada per accertarsi che il BlackBerry continuasse a chiamare e, nel farlo, sterz leggermente superando la riga di mezzeria. Unauto che viaggiava in direzione opposta suon forte il clacson e Lou torn subito nella sua corsia. Sfrecci davanti al Marine Hotel di Sutton Cross pieno di gente che festeggiava il Natale e, visto che la strada era sgombra, premette ancora di pi sullacceleratore. Super la chiesa di Sutton e la scuola che si affacciava sul mare e attravers quartieri sicuri e accoglienti con le candele accese sui davanzali delle finestre, gli alberi scintillanti e i Babbi Natale appesi ai tetti. Dallaltra parte della baia, le dozzine di gru che caratterizzavano lorizzonte di Dublino erano avvolte da luci natalizie. Lasci la baia e imbocc la ripida strada che portava a casa sua, in cima alla collina. Pioveva a dirotto e le gocce scroscianti riducevano la visibilit praticamente a zero. Il parabrezza si appann e Lou si allung per strofinarlo con la manica del cappotto di cachemire, poi premette alcuni pulsanti sul cruscotto sperando di risolvere il problema. Linsistente segnale acustico della cintura di sicurezza gli risuonava nelle orecchie e, man mano che lauto si riscaldava, la condensa

appannava ancora di pi il parabrezza. Il telefono continuava a comporre il numero e Lou continuava a sfrecciare, perch il desiderio di trovarsi con la sua famiglia era pi forte di qualsiasi emozione che avrebbe dovuto provare in quel momento. Con le strade sgombre, aveva impiegato soltanto dodici minuti a raggiungere la strada di casa. Finalmente il telefono emise un suono che indicava una chiamata in entrata. Lou guard il display e vide limmagine di Ruth, lampio sorriso e gli occhi castani, dolci e accoglienti. Felice che sua moglie stesse abbastanza bene da chiamarlo, Lou si lasci sfuggire un sospiro di sollievo e afferr il BlackBerry. La Porsche 911 Carrera 4s dotata di un particolare sistema a trazione integrale che consente una tenuta su strada di gran lunga superiore a quella di altre auto sportive a trazione posteriore. Distribuisce dal cinque al quaranta percento della potenza sulle ruote anteriori, a seconda della resistenza di quelle posteriori. Per cui, se laccelerazione in uscita da una curva tale da far slittare le ruote dietro, la potenza viene deviata su quelle davanti, riportando lauto nella traiettoria corretta. Con il sistema a trazione integrale in pratica, su una strada ghiacciata, il controllo della Carrera 4S nettamente superiore a quello della maggior parte delle auto sportive. Per sua sfortuna Lou non aveva quel modello di Porsche. Laveva ordinato e sarebbe arrivato a gennaio, di l a qualche settimana. E cos, quando abbass lo sguardo sul BlackBerry, sollevato ed emozionato nel vedere il volto di sua moglie, distolse gli occhi dalla strada e imbocc la curva successiva a una velocit troppo elevata. Istintivamente tolse il piede dallacceleratore, spostando il peso dellauto in avanti e alleggerendo le ruote dietro, poi torn ad accelerare e sterz con decisione per imboccare la curva. La parte posteriore perse aderenza, facendolo slittare dallaltro lato della strada, dove cera lo strapiombo sulla scogliera. Gli attimi che seguirono furono di puro terrore. Lo shock annull il dolore. Lauto si rovesci una, due, tre volte, e ogni volta Lou emise un grido, mentre la testa, il tronco, le gambe e

le braccia venivano sballottati violentemente, come quelli di una bambola dentro una lavatrice. Lairbag lo colp in pieno viso, facendogli sanguinare il naso e perdere temporaneamente conoscenza, cos che per qualche istante regn una terribile e immobile confusione. Dopo un po Lou riapr gli occhi e cerc di valutare la situazione. Non ci riusc. Era immerso nelloscurit, immobilizzato. Qualcosa di denso e viscido gli copriva un occhio impedendogli di vedere, e con lunica mano che era in grado di muovere scopr che ogni parte del suo corpo era imbrattata della medesima sostanza. Fece girare la lingua in bocca, sent un sapore di ruggine e cap che si trattava di sangue. Cerc di muovere le gambe, ma non gli fu possibile. Cerc di muovere le braccia e riusc a malapena a spostarne uno. Rimase in silenzio, tentando di mantenere la calma e pensare al da farsi. Per la prima volta nella sua vita non era capace di formulare nemmeno un pensiero e, quando lo shock inizi ad affievolirsi e si rese conto di ci che era accaduto, il dolore lo invest con tutta la sua violenza. Non riusciva a scacciare dalla mente le immagini di Ruth, di Lucy, di Pud, dei suoi genitori. Non erano lontani, erano l da qualche parte sulla cima della collina. Ce laveva quasi fatta. Nel buio dellautomobile distrutta, circondato dalla ginestra e da altri arbusti sul versante di una collina di Howth, Lou Suffern si mise a piangere. Raphie e Jessica stavano facendo la solita ronda, bisticciando per via della cassetta di musica country di Raphie con cui lui si divertiva a tormentarla, quando passarono davanti al punto in cui lauto di Lou era uscita di strada. Aspetta, Raphie esclam lei, interrompendo gli struggenti ululati con cui il collega intonava le sofferenze di un cuore spezzato. Raphie cant ancora pi forte. Raphiel grid Jessica, spegnendo la musica. Lui la guard sorpreso. Va bene, va bene, metti i tuoi Freezing Monkeys o come cavolo si chiamano. Raphie, ferma la macchina disse Jessica in un tono che lo fece frenare di colpo. La ragazza salt fuori e

torn indietro correndo verso la zona che aveva attirato la sua attenzione, dove gli alberi erano spezzati e piegati. Tir fuori la torcia elettrica e illumin la scarpata. Oh, mio Dio, Raphie, dobbiamo chiamare i soccorsi grid. Ambulanza e vigili del fuoco! Raphie smise di trotterellare verso di lei e torn allauto per trasmettere la richiesta via radio. Io scendo! url Jessica, infilandosi senza esitazione tra gli alberi spezzati e avviandosi lungo la ripida discesa. No, Jessica! sent il grido di Raphie. Torna qui, troppo pericoloso! Decise di ignorare il collega e ben presto gli unici suoni che riusc a percepire furono il suo respiro veloce e affannoso e il cuore che le pulsava nelle orecchie. Jessica non avrebbe mai dovuto vedere una scena come quella: unauto capovolta con le lamiere contorte, del tutto irriconoscibile. E invece laveva gi vista. Era uno spettacolo fin troppo familiare, unimmagine che la tormentava nei sogni e in molti dei momenti di veglia. Ritrovandosi faccia a faccia con quellincubo che si ripeteva nella sua memoria, fu colta dalle vertigini e dovette accovacciarsi con la testa tra le ginocchia. Jessica aveva dei segreti, e uno di essi era tornato a perseguitarla. Preg Dio che nellauto non ci fosse nessuno; era completamente distrutta, aveva perso la targa e, nelloscurit, non si capiva nemmeno se fosse blu o nera. Le gir attorno sotto la pioggia gelida che scrosciava inzuppandola. Il terreno era fangoso e lei scivol diverse volte ma, mentre il cuore le batteva allimpazzata, la sua mente era impegnata a rivivere un passato lontano e non avvert il dolore alla caviglia. Non sent i graffi dei rami e degli arbusti sul viso, n i sassi nascosti tra le ginestre che le ammaccavano le gambe. Dallaltro lato dellauto intravide un uomo, o perlomeno un corpo, e il cuore le sussult in petto. Punt la torcia. Era coperto di sangue dalla testa ai piedi. La portiera era bloccata e Jessica non riusc ad aprirla, ma il finestrino era infranto e quindi pot raggiungere la parte superiore del corpo. Cerc di mantenere il sangue freddo.

Tony disse con un filo di voce, guardando la figura. Tony. Gli occhi le si riempirono di lacrime. Tony. Si avvicin e gli pass le mani sul viso, cercando di svegliarlo. Tony, sono io disse. Sono qui. Luomo emise un lamento, ma gli occhi restarono chiusi. Ti tirer fuori di qui gli sussurr allorecchio e poi gli diede un bacio sulla fronte. Ti riporter a casa. Luomo apr lentamente gli occhi e lei sobbalz. Erano azzurri. Non castani. Tony aveva gli occhi castani. La guard. Lei ricambi lo sguardo. E si risvegli dal suo incubo. Signore gli disse con la voce che le tremava pi di quanto non pensasse. Fece un respiro profondo e ricominci. Signore, mi sente? Mi chiamo Jessica. Mi sente? I soccorsi saranno qui a momenti. La aiuteremo. Luomo gemette e richiuse gli occhi. Stanno arrivando le url Raphie, mentre iniziava a scendere dalla cima della scarpata. Raphie, quaggi pericoloso. troppo scivoloso. Rimani l, cos ti vedono. C qualche sopravvissuto? le domand lui, ignorando il suggerimento e continuando a scendere, un passo alla volta. S gli rispose. Signore, mi dia la mano. Lo illumin con la torcia e il cuore le si strinse alla vista di quel corpo. Aspett un momento, il tempo di riprendere il controllo del proprio respiro, e poi riport la torcia su di lui. Signore, mi prenda la mano. Sono qui, mi sente? disse, stringendolo con forza. Lui gemette. Resti con me, la tireremo fuori. Luomo mugugn qualcosa. Come? Non riesco ehm Non si preoccupi, signore, lambulanza sta arrivando. Chi ? le grid Raphie. Lo conosci? No tagli corto Jessica, non volendo distogliere lattenzione dalluomo per paura di perderlo. Mia moglie lo ud bisbigliare, talmente piano che avrebbe potuto essere un sospiro. La ragazza gli avvicin lorecchio alle labbra fino ad avvertire sul lobo la vischiosit del sangue. Ha una moglie? gli domand piano. La rivedr.

Glielo prometto, la rivedr. Come si chiama? Lou rispose lui e poi si lasci andare a un pianto sommesso, ma anche piangere era uno sforzo troppo grande e dovette fermarsi. Per favore, resista, Lou. Jessica ricacci indietro le lacrime e torn ad avvicinare lorecchio alle labbra di lui, che stava cercando di dirle ancora qualcosa. Una pillola? Lou, non ho nessuna Dun tratto Lou lasci andare la mano, si afferr il cappotto e si batt il petto con la stessa fatica che avrebbe richiesto sollevare una macchina. Gemette per lo sforzo e pianse per il dolore. Jessica raggiunse la tasca interna del cappotto intrisa di sangue e tir fuori la scatoletta. Dentro cera una pillola bianca. la sua medicina, Lou? gli domand incerta. Devo? Alz lo sguardo su Raphie che stava cercando di capire come scendere lungo quel terreno accidentato. Non so se posso darle Lou le prese la mano e gliela strinse cos forte che lei, con le dita tremanti, tolse immediatamente il coperchio al contenitore e ne rovesci il contenuto sul palmo. Poi apr la bocca di Lou, gli appoggi quellunica pillola sulla lingua e gliela richiuse. Subito dopo si volt per controllare che il suo della collega non lavesse vista. Raphie era solo amet scarpata. Quando si gir di nuovo, Lou la stava guardando con gli occhi spalancati. Il suo sguardo era cos colmo damore e di assoluta gratitudine per quel semplice gesto che il cuore di Jessica si riemp di speranza. Poi Lou emise un rantolo e fu scosso da un fremito, chiuse gli occhi e lasci questo mondo.

27. In nome dei vecchi tempi Nellesatto istante in cui lasci un universo ed entr in un altro, Lou Suffern si ritrov nel giardino davanti alla sua casa di Howth, fradicio dalla testa ai piedi. Tremava per via dellesperienza appena vissuta. Non aveva molto tempo, ma non esisteva posto al mondo in cui avrebbe preferito trovarsi. Entr dallingresso principale e le scarpe bagnate scricchiolarono sulle piastrelle. Il fuoco crepitava in soggiorno

e il pavimento sotto lalbero di Natale era coperto di regali adorni di nastri. Secondo unusanza di famiglia, dato che Lucy e Pud erano gli unici bambini nati fino a quel momento, i genitori di Lou, Quentin, Alexandra e Marcia, separatasi quellanno dal marito, avrebbero trascorso la notte a casa sua. La gioia di assistere alle reazioni di Lucy la mattina di Natale era troppo grande per negarla ai suoi familiari. Non poteva pensare di non trascorrere quella serata insieme a loro; nulla avrebbe potuto riempirgli di pi il cuore. Entr in sala da pranzo sperando che lo vedessero, che quellultimo miracoloso regalo di Gabe non lo tradisse proprio in quel momento. Lou. Ruth fu la prima a notare la sua presenza. Salt su dalla sedia e gli corse incontro. Lou, tesoro, stai bene? successo qualcosa? Sua madre corse subito a prendere un asciugamano. Tutto bene rispose lui, tirando su con il naso e prendendole il viso tra le mani, senza toglierle un attimo gli occhi di dosso. Adesso sto bene. Ti ho chiamata disse ma non hai risposto. Pud aveva nascosto ancora il telefono gli spieg, osservandolo con aria preoccupata. Sei ubriaco? gli domand in un bisbiglio. No rispose ridendo. Sono innamorato bisbigli a sua volta, ma poi alz la voce in modo che tutti potessero sentirlo. Sono innamorato della mia splendida moglie ripet. Le scocc un bacio sulla bocca, le annus i capelli e poi le baci il collo e ogni altra parte del viso, senza preoccuparsi di essere osservato. Ti chiedo scusa sussurr, piangendo cos forte che quasi non riusciva a parlare. Scusa di cosa? Che cos successo? Scusa per tutto quello che ti ho fatto. Per essere stato come sono stato. Ti amo. Non era mia intenzione ferirti. Gli occhi di Ruth si riempirono di lacrime. S, lo so, amore. Me lhai gi detto, lo so. Mi sono reso conto che, quando non sono con te, divento un incosciente le disse sorridendo, e sua madre, di ritorno con lasciugamano, rise commossa, fece un piccolo applauso e poi strinse la mano del marito. A tutti voi aggiunse Lou, allontanandosi da Ruth, ma continuando a tenerla per mano. Chiedo scusa anche a tutti voi, mi dispiace tanto. Lo sappiamo, Lou disse Quentin, la

voce carica di emozione. Ormai acqua passata, okay? Smettila di preoccuparti e siediti a mangiare, va bene? Lou guard i suoi genitori che gli sorridevano annuendo. Suo padre aveva le lacrime agli occhi e gli fece cenno che era tutto a posto. Sua sorella Marcia batteva freneticamente le palpebre e spostava qua e l sul tavolo largenteria nel tentativo di non piangere. Lo asciugarono, lo amarono, lo baciarono e gli diedero da mangiare, anche se non aveva molto appetito. Lou disse loro che li amava, lo ripet pi e pi volte, finch ridendo gli dissero di smetterla. Poi and di sopra a cambiarsi, per non rischiare di prendersi una polmonite, come diceva sua madre. Mentre era in camera, sent piangere Pud e corse subito da lui. La stanza del bambino era buia, fatta eccezione per un lumino da notte. Lo vide bello sveglio e in piedi, aggrappato alle sbarre del lettino come un prigioniero dellesercito del sonno. Accese la luce ed entr. Dapprima Pud lo guard storto. Ehi, ometto gli disse con dolcezza. Che cosa fai sveglio? Pud rispose con un lieve mugugno. Su, vieni qui. Si sporse sopra le sbarre, lo sollev e lo strinse tra le braccia cercando di calmarlo. Per la prima volta in vita sua, Pud non strill come un pazzo al contatto con suo padre. Al contrario, sorrise, gli infil un dito in un occhio, nel naso e poi in bocca, cercando di afferrargli un dente. Lou scoppi a ridere. Ehi, non te li posso dare, ma presto li avrai anche tu. Lo baci sulla guancia. Quando sarai grande, succederanno un sacco di cose. Lo guard e si intrist al pensiero che se lo sarebbe perso. Prenditi cura della mamma per me gli sussurr con voce tremante. Pud ridacchi, dun tratto pieno di energia, e si mise a fare delle bolle di saliva. Nel sentire la risata di suo figlio, le lacrime di Lou si asciugarono. Lo sollev, se lo mise in testa e cominci a scuoterlo. Pud rise cos forte che Lou non pot fare a meno di unirsi a lui. Con la coda dellocchio vide che Lucy, sulla porta, li guardava.

Senti, Pud disse ad alta voce, cosa ne dici di andare in camera di Lucy e di metterci a saltare sul letto per svegliarla? No, pap! protest Lucy, irrompendo nella stanza. Sono sveglia! Ah, anche tu! Siete voi due i piccoli elfi che aiutano Babbo Natale? No rispose Lucy, ridendo insieme al fratellino. Be, allora vi conviene tornare subito a letto, altrimenti, se Babbo Natale vede che siete svegli, non passer di qui. E se vede te? gli domand. Lascer dei regali in pi rispose con un sorriso. Lucy arricci il naso. Pud puzza di pup. Vado a chiamare la mamma. No, ci penso io. Guard Pud, che ricambi il suo sguardo. Lucy lo fiss come se fosse ammattito. Non guardarmi in quel modo protest Lou ridendo. Non sar poi cos difficile! Allora, amico, dammi una mano disse a Pud con un sorriso nervoso. Il bimbo gli moll in pieno viso uno schiaffo scherzoso e Lucy si sbellic dalle risate. Lou appoggi Pud per terra, per non rischiare che dimenandosi cadesse dal fasciatoio. La mamma lo mette sempre l sopra. Be, pap no replic lui, cercando di capire come aprire la tutina. I bottoni sono sotto disse Lucy sedendosi l accanto. Ah, grazie. Slacci i bottoni e arrotol la tutina, scostando ogni altro indumento dalla zona. Poi tir le linguette adesive del pannolino pulito e lo apr lentamente, rigirandoselo tra le mani nel tentativo di intuire da che parte metterlo. Ah, che schifo! Lucy si tuff allindietro, tappandosi il naso con le dita. Il porcellino va davanti aggiunse poi con voce nasale. Lou cominci a muoversi pi velocemente, cercando di acquisire il controllo della situazione, mentre Lucy girava per la stanza agitando le mani a mo di ventaglio con esagerata drammaticit. Non avendo la pazienza di aspettare che suo padre imparasse, Pud cominci a scalciare, costringendo Lou ad allontanarsi. Poi si mise a quattro zampe, con il sedere rivolto verso la faccia di Lou che, inseguendolo gattoni, tentava di pulirlo con una salvietta umida come se fosse un piumino per la polvere. Quei tocchi leggeri non risolsero il problema.

Doveva essere pi energico. Trattenendo il respiro, lo pul a dovere, mentre Pud giocava con una palla che aveva attirato la sua attenzione e Lucy gli porgeva i vari attrezzi del mestiere. Dopo gli devi mettere la crema. Grazie. Ti prenderai sempre cura di Pud, non vero, Lucy? La bambina annu con aria solenne. E anche della mamma? S rispose lei, alzando un pugno in aria. E Pud e la mamma si prenderanno cura di te disse, poi afferr le gambine grassottelle del piccolo e lo tir fuori da sotto il lettino trascinandolo lungo il tappeto, mentre lui strillava come un maialino. E tutti noi ci prenderemo cura di pap! esclam Lucy, saltellando in giro. Non preoccuparti per pap rispose piano. Finalmente trov il verso giusto del pannolino, glielo infil e riabbotton in fretta la tutina. Stasera lo lasciamo dormire senza pigiama aggiunse, cercando di suonare sicuro di s. La mamma spegne la luce per farlo addormentare bisbigli Lucy. Va bene, facciamo cos bisbigli Lou, lasciando acceso soltanto il lumino da notte di Winnie th Pooh che ruotava sul soffitto. Pud fece dei versetti guardando il lumino. Lou si accovacci nel buio, attirando Lucy a s, e poi si sedette sul tappeto abbracciandola e osservando quellorsetto dal cervello minuscolo inseguire un barattolo di miele sul soffitto. Era arrivato il momento di dirglielo. Qualunque cosa succeda nella tua vita, che tu sia triste o felice, sola o persa, pap sar sempre con te. Anche se non mi vedi, io sar qui disse toccandole la testa e anche qui disse toccandole il cuore. Veglier su di te in ogni momento e sar orgoglioso di tutto quello che farai e, se mai dovessi domandarti che cosa provo per te, ricordati questo istante, ricordati pap che ti dice che ti vuole bene. pap ti vuole bene, tesoro, okay? Okay, pap conferm Lucy in tono triste. E quando far la cattiva? Mi vorrai bene lo stesso? Quando farai la cattiva cominci Lou, pensieroso, pap sar da qualche parte a sperare che tu faccia del tuo meglio. Ma

dove sarai? Se non qui, sar altrove. E dove? un segreto sussurr lui, cercando di trattenere le lacrime. Un posto segreto disse lei, carezzandogli il viso con il suo dolce e tiepido respiro. Si. La strinse forte a s, mentre grosse e calde lacrime gli colavano sul viso. Gi in sala da pranzo erano tutti in preda alla commozione, perch avevano ascoltato dallinterfono la conversazione che si era svolta nella cameretta di Pud. Erano lacrime di gioia perch un figlio, un fratello e un marito erano finalmente tornati a casa. Quella notte Lou fece lamore con sua moglie e poi la tenne tra le braccia, accarezzandole i capelli morbidi come seta finch non si fu appisolata. Ma anche a quel punto non pot fare a meno di tracciarne con la punta delle dita i contorni del viso il nasino leggermente allins, gli zigomi alti, la punta del mento, la linea della mandibola e lattaccatura dei capelli come un cieco che la vedeva per la prima volta. Ti amer per sempre le sussurr e lei sorrise, a met tra la veglia e il mondo dei sogni. Nel cuore della notte il campanello suon e il mondo dei sogni di Ruth and in pezzi. Ancora mezzo addormentata e in camicia da notte, and ad aprire la porta: erano Raphie e Jessica. Quentin e il padre di Lou la seguirono, pronti a proteggere la casa contro eventuali pericoli notturni. Ma non potevano proteggere Ruth da quello che laspettava. Buongiorno disse Raphie in tono cupo, mentre si riunivano tutti in soggiorno. Mi dispiace disturbarvi a questora. Ruth squadr la giovane agente, i suoi occhi neri dallespressione fredda e triste, lerba e il fango secco che le imbrattavano gli stivali e il fondo dei pantaloni blu scuro, i piccoli graffi sul viso e il taglio che cercava di nascondere sotto i capelli. Di che si tratta? bisbigli con un nodo in gola. Me lo dica, per favore. Signora Suffern, credo che farebbe meglio a sedersi disse Raphie in tono gentile. Dobbiamo andare a chiamare Lou sussurr lei, guardando Quentin. Non era a letto quando mi sono svegliata. Devessere

nel suo studio. Ruth La giovane agente pronunci il suo nome talmente piano che Ruth sent il cuore sprofondare. Le vennero meno le forze e lasci che Quentin la sorreggesse e la facesse sedere sul divano tra s e il padre di Lou. Si presero tutti e tre per mano, stringendosi forte come gli anelli di una catena, e ascoltarono il racconto di Raphie e Jessica, un racconto che cambi la loro vita oltre ogni immaginazione, quando scoprirono che un figlio, un fratello e un marito se nera andato allimprovviso, cos come era tornato. Mentre Babbo Natale distribuiva i regali e le luci alle finestre si spegnevano per la notte, mentre le ghirlande appese alle porte diventavano dita posate davanti alla bocca e le veneziane si abbassavano come palpebre pesanti di sonno, qualche ora prima che un tacchino sfondasse la finestra di unaltra casa in un altro quartiere, Ruth Suffern ancora non sapeva che, nella notte pi magica dellanno, nonostante avesse perso un marito, aveva ricevuto un figlio. E fu cos che tutta la famiglia cap quale fosse il vero regalo che Lou aveva lasciato in quelle prime ore del giorno di Natale.

28. Il ragazzo del tacchino V

Raphie osserv il ragazzo del tacchino ascoltare il finale della storia. Poi tacque. Come fate a sapere queste cose? Abbiamo passato la mattinata a mettere insieme i pezzi, a parlare con familiari e colleghi. Anche con Gabe? Prima, brevemente. Stiamo aspettando che venga qui al commissariato. Siete stati a casa di Lou stamattina? S. E lui non cera. No. Le lenzuola erano ancora calde. Te lo stai inventando? Nemmeno una parola. Ti aspetti davvero che ci creda? No, affatto. E allora perch me lo dici? La gente racconta delle storie, ma sta a chi le ascolta decidere se ci vuole credere oppure no. Questo non compito del narratore. Ma il narratore ci deve credere? Il narratore deve narrare rispose Raphie, facendogli locchiolino.

E tu ci credi? Raphie si guard intorno per assicurarsi che non fosse entrato nessuno a sua insaputa. Si strinse goffamente nelle spalle, scuotendo la testa. La lezione di un uomo il racconto di un altro, ma spesso il racconto di uno pu diventare una lezione per qualcun altro. Che vuoi dire? Raphie non rispose e bevve un altro sorso di caff. Hai parlato di una lezione Ma quale? Se te lo devo spiegare io, ragazzo disse il poliziotto in tono esasperato. Avanti, dai. Apprezzare quelli a cui si vuole bene disse Raphie, vergognandosi un po. Riconoscere le persone speciali della propria vita. Concentrarsi sulle cose importanti. Si schiar la voce e distolse lo sguardo, a disagio nel ruolo di predicatore. Il ragazzo alz gli occhi al cielo e finse uno sbadiglio. Raphie ricacci in un angolo il proprio imbarazzo e tent ancora una volta di raggiungere quelladolescente, prima di arrendersi del tutto. Avrebbe dovuto essere a casa a gustarsi il pranzo di Natale, invece che starsene l con quel ragazzino frustrante. Si protese. Gabe ha fatto a Lou un regalo speciale, figliolo, molto speciale. Non mi disturber a domandarti quale, te lo dir direttamente e ti conviene ascoltarmi perch subito dopo me ne andr e ti lascer qui da solo a riflettere su quello che hai fatto e, se non starai attento alle mie parole, quando uscirai sarai pieno di rabbia e continuerai a esserlo per il resto della vita. Okay disse il ragazzo del tacchino, sulla difensiva, raddrizzandosi sulla sedia come se stesse ricevendo una ramanzina dal preside. Gabe ha regalato a Lou il tempo, figliolo. Il ragazzo arricci il naso. Ah, tu hai quattordici anni e pensi di avere tutto il tempo del mondo, ma non cos. Non cos per nessuno di noi. Lo spendiamo con la stessa indifferenza di quelli che corrono dietro ai saldi di gennaio. Tra una settimana invaderanno le strade e si accalcheranno nei negozi con i portafogli aperti a buttare via i soldi. Per un attimo Raphie sembr rintanarsi nel proprio guscio, gli occhi nascosti sotto le folte ciglia grigie.

Il ragazzo si protese e lo fiss, divertito da quella improvvisa commozione. Ma di soldi se ne possono sempre guadagnare, per cui chi se ne frega? Raphie usc dal guscio e guard il ragazzo come se lo vedesse per la prima volta. E questo rende il tempo ancora pi prezioso, giusto? Pi prezioso dei soldi o di tutto il resto. Il tempo non pu essere guadagnato. Unora, una settimana, un mese, un anno passano e non ti vengono pi restituiti. Lou Suffern stava per esaurire il proprio, e Gabe gliene ha donato un po di pi per aiutarlo a mettere a posto le cose, a portarle a termine. stato questo il suo regalo. Il cuore prese a battergli pi forte. Guard il caff e lo spinse via, avvertendo una sensazione di oppressione al petto. Quindi dovremmo cercare di sistemare le cose prima di Sent che gli mancava il fiato e aspett che il fastidio passasse. Pensi che sia troppo tardi per ecco Il ragazzo del tacchino inizi ad avvolgersi il laccio del cappuccio attorno al dito e poi, impacciato, aggiunse: Per sistemare le cose con mio Con tuo padre? Il ragazzo si strinse nelle spalle e distolse lo sguardo, restio ad ammetterlo. Non mai troppo tardi Raphie si interruppe di colpo, annu tra s e s come se stesse registrando un pensiero, poi lo fece di nuovo con unespressione convinta, infine spinse via la sedia, facendola stridere sul pavimento, e si alz. Aspetta, dove vai? A sistemare le cose, figliolo. A sistemare alcune cose. E ti consiglio di fare lo stesso quando arriver tua madre. I giovani occhi azzurri del ragazzo lo guardarono, ancora pieni di innocenza, bench smarrita da qualche parte nella nebbia della confusione e della rabbia. Raphie percorse il corridoio, allentandosi la cravatta. Sent qualcuno che lo chiamava, ma non si ferm, usc dalla zona riservata al personale di servizio ed entr nellatrio, deserto il giorno di Natale. Raphie lo chiam Jessica, rincorrendolo. S rispose lui voltandosi, un po a corto di flato. Stai bene? Sembri uno che ha visto un fantasma. per via del cuore? Come ti senti? Bene annu. Tutto a posto. Che

c? Jessica socchiuse gli occhi e lo scrut, certa che stesse mentendo. Quel ragazzo ti sta dando qualche problema? No, tranquillo, adesso fa le fusa come un gattino. La situazione sotto controllo. E allora dove vai? Eh? Guard la porta, cercando di farsi venire in mente una scusa, unaltra bugia da raccontare per il decimo anno di fila. Ma poi sospir, un lungo sospiro che tratteneva da secoli, e si arrese sentendosi al tempo stesso strano e a proprio agio nel momento in cui pronunciava la verit. Voglio andare a casa disse, avvertendo di colpo tutto il peso degli anni. Voglio che questa giornata finisca, cos posso tornare a casa da mia moglie. E da mia figlia. Hai una figlia? domand Jessica esterrefatta. S rispose lui semplicemente, la voce carica di emozione. Proprio cos. Abita in cima ad Howth. per quello che vado l ogni sera. Mi piace assicurarmi che sia tutto a posto, anche se lei non lo sa. Si fissarono per un momento, consapevoli che quella mattina era accaduto qualcosa di strano, qualcosa che aveva cambiato per sempre le loro vite. Avevo un marito disse infine Jessica. Un incidente dauto. Io ero l. Gli ho tenuto la mano. Proprio come stamattina. Deglut e abbass la voce. Ho sempre pensato che avrei fatto di tutto per regalargli anche solo qualche ora di vita in pi. Ecco, laveva detto. Ho dato a Lou una pillola, Raphie dichiar con fermezza, guardandolo dritto negli occhi. So che non avrei dovuto, ma lho fatto. Non ho idea se questa storia delle pillole sia vera oppure no, non riusciamo nemmeno pi a rintracciare Gabe adesso, ma, se ho aiutato Lou a trascorrere qualche ora in pi con la sua famiglia, ne sono felice e, se lo vuoi sapere, lo rifarei. Raphie si limit ad annuire, accogliendo entrambe le confessioni. Sarebbe stato costretto a inserire nel rapporto il fatto della pillola, ma non aveva bisogno di dirglielo, lei lo sapeva gi. Rimasero l a fissarsi, senza vedersi. Le loro menti erano altrove, nel passato, nel tempo andato che non torna pi. Dov mio figlio? La voce agitata di una donna spezz il silenzio e la buia stazione di polizia sinond di luce e di freddo al suo ingresso. Aveva dei fiocchi di neve tra i capelli, sugli abiti e sugli stivali. soltanto un ragazzo! I fiocchi caddero

sul pavimento, quando batt i piedi per terra. Un ragazzo di quattordici an ni. Le tremava la voce. Lho mandato a prendermi il dado in polvere. E ora il tacchino sparito disse, come in preda al delirio. Me ne occupo io si offr Jessica, con un cenno a Raphie. Va a casa. Lui obbed. Un fatto molto importante pu toccare un piccolo gruppo di persone, cos come un fatto di scarsa rilevanza ne pu toccare moltissime. Un episodio, grande o piccolo che sia, pu influenzare una serie di individui. Gli eventi possono unirci. Perch siamo fatti della stessa materia. Un fatto scatena in noi qualcosa che ci mette in contatto con una situazione o con altre persone, accendendoci come le lucine di un albero di Natale, magari attorcigliate e capovolte, ma legate comunque da un filo. Qualcuna si spegne, qualcuna tremola e qualche altra risplende intensamente, ma siamo tutti sulla stessa linea. Allinizio ho detto che questa storia racconta di una persona che scopre se stessa. Una persona viene messa a nudo e rivela la propria essenza agli altri, che a loro volta le si rivelano. Credevate che stessi parlando di Lou Suffern, giusto? Sbagliato. Stavo parlando di tutti noi. Una lezione ha un denominatore comune che ci lega luno allaltro come in una catena. In fondo alla catena appeso un orologio che segna lo scorrere del tempo. Udiamo il tic tac attutito che spezza il silenzio e spesso lo vediamo, ma non lo ascoltiamo. Ogni secondo lascia un segno nella vita di ciascuno; arriva e se ne va, svanendo senza squilli di tromba, disperdendosi nellaria come il fumo che si leva da un dolce di Natale appena sfornato. Il tempo ci riscalda e, quando finito, ci lascia al freddo. E pi prezioso delloro, dei diamanti, pi prezioso del petrolio o di qualsiasi tesoro. Il tempo non ci basta mai; il tempo crea conflitti nei nostri cuori e quindi dobbiamo usarlo saggiamente. Non possiamo impacchettarlo, mettergli un fiocco e lasciarlo sotto lalbero per la mattina di Natale. Non possiamo regalare il tempo, ma possiamo condividerlo.

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