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ver contravvenuto a tutt'e dieci i comandamenti e di aver commesso tutti sette i peccati mortali! (Encyclopdiana).

DUFFERIN Federico (lord) nato nel 1826, morto nel 1900; scrittore e diplomatico inglese. 4462. Spirito arguto, fine umorista, fu detto di lui, da lord Greville: - Codesto Dufferin farebbe diventare di buon umore un orso raffreddato. Raccontava che, all'epoca del suo fidanzamento con miss Hamilton, che fu poi sua moglie, avendo voluto fare una sorpresa alla sua fidanzata, arriv una sera a ora tarda nel villaggio, presso il quale era il castello della ragazza. Prese una c arrozza per farsi accompagnare al castello e, durante il tragitto, domand al vett urino se c'era nulla di nuovo in paese. Nulla rispose il vetturale. Cio una novit c', ed che la nostra bella miss Hamilton si fidanzata con quel brutto uomo di Dufferin. E Dufferin rise molto di questa risposta. (Nuova Antologia, 1902). 4463. Dufferin aveva un servo, Wilson, a cui s'era affezionato. Ma il servo avev a un curioso pessimismo, per cui d'ogni cosa vedeva sempre il lato pi lugubre. Un giorno a Tebe annunzi al padrone con voce profonda: Il cadavere stato portato a bordo! Maraviglia di Dufferin. Finalmente il servo si spieg meglio: avevano portato, sul la nave che doveva ricondurli in patria, una mummia che Dufferin era incaricato di accompagnare per il museo di Londra. Un'altra volta, a Beirut, Dufferin cadde leggermente malato. Wilson si sedette a l suo capezzale e, per tutto incoraggiamento, gli disse: Avete una brutta cera, povero signore. Forse avete una perniciosa: una brutta ma lattia di cui difficilmente si guarisce. Nel viaggio di ritorno, Dufferin ebbe a compagno un dottore che ebbe a soffrire di mal di mare. Wilson gli disse: Povero dottore, il mal di mare terribile. Ci son di quelli che non ne sono pi gua riti, altri che ne sono morti. (Nuova Antologia, 1902). 4464. Era ambasciatore in un certo paese. Il Ministro degli esteri lo mand una vo lta a chiamare; ma quando Dufferin si present, il ministro, invece di alzarsi da sedere e muovergli incontro, se ne rest comodamente seduto al suo tavolo. Dufferi n non se ne diede per inteso e cominci a guardare i quadri che erano appesi alle pareti della stanza. Il ministro gli fece cenno di avvicinarsi, ma Dufferin cont inu a guardar i quadri... fin che l'al tro cap e, alzatosi, gli mosse incontro, pr egandolo di scusarlo. (Nuova Antologia, 1902). DUFRESNY Carlo n. 1654 m. 1724; scrittore francese di graziose commedie. 4465. Dufresny ebbe la ventura di riscuotere non so che somma cospicua. Corse su bito da un suo amico, che sperperava il denaro come lui, e tutt'e due stabiliron o di spendere quella somma per rivestirsi, dapprima, e poi per fare un banchetto , di cui si doveva parlare a Parigi per molto tempo. Infatti andarono in una tra ttoria famosa della citt e ordinarono una prodigiosa quantit di uova, cinquanta sp alle di vitello e un centinaio di carpe. Il padrone della trattoria si mise a ri dere e domand se per caso preparavano un pranzo per un reggimento di soldati; ma Dufresny e il suo amico tagliarono corto e vollero l'assicurazione che tutto fos se pronto per l'indomani. All'indomani infatti tutto era preparato: i due amici vennero; con. le uova si fcero fare una piccola frittatina, presero di tutte le s palle di vitello un pezzettino, per ciascuno, e delle carpe soltanto le lingue. Tutto il resto diedero ai poveri.. (PANCKOUCKE). 4466. Durante la reggenza del, duca di Orlans, il povero Dufresny si. trovava sen za un soldo. Egli allora mand questa istanza al principe: Altezza, occorre, per l a gloria vostra, che sia dimostrato al popolo tutto il benessere che voi gli ave te dato col vostro saggio governo. Ma come potr il popolo capirlo, se non gli si fa vedere che cosa la miseria nera, da cui voi l'avete tratlo?. Ci vuole dunque un uomo che viva in questa povert pi squallida: ed io sembro dal destino essere st ato messo al mondo apposta. Vi prego pertanto di lasciarmi nelle condizioni in c ui sono e di darmi l'impiego che sopra dico . Il duca rise molto di quella suppli ca, e ci scrisse sotto: No , dando poi ordine al ministro Law di dare al Dufresny

duecontomila lire. (Encyclopdie mthodique). che 446-7. Dufresny non amava affatto la popolarit; la sfuggiva anzi pi che poteva , lieto di conservare la sua indipendenza e libert. Per questa ragione lasci Versa glia e si stabil a Parigi, prendendo casa nei quartieri pi lontani e popolosi dove era facile nascondersi; se, con tutto ci, dopo qualche tempo, veniva riconosciut o, cambiava subito casa. (PANCKOUCKE). 4468. Dufresny, avendo chiesto invano un bacio ad una bella signora, le raccont, per persuaderla, la storia di Filli e di Lisandro. Filli diceva Dufresny aveva come adoratore Lisandro; ma costui dovette sudar mol to per ottenere dalla crudele un bacio, e dovette promettere e dar alla bella tr enta pecore. Il giorno dopo per Filli si mostr pi generosa e diede trenta baci per una pecora sola. Dopo due giorni avendo preso gusto al g iuoco, Filli diede lei trenta pecore per un bacio solo. E finalmente venne il gi orno in cui la poveretta avrebbe dato tutto il suo gregge, compreso il cane, per aver da Lisandro il bacio che egli ora dava gratis a Lisetta. Sembra che la signora rimanesse persuasa. (VALLE, La Sarabande). 4469. Finch fu scapolo, andava a fargli i servizi di casa una fruttivendola che a bitava di fronte a lui. Questa donna aveva due figlie, una di tredici e l'altra di quattordici anni. Un giorno che la mamma non poteva andare, gli mand una delle sue figlie, che, nello spolverare, ruppe un vaso, stemper una penna, rovesci il c alamaio, macchi d'inchiostro alcuni libri. Impazientito di tanti malestri, Dufres ny prese una frusta e con essa fece le viste di frustar la ragazza, che corse vi a gridando a raccontar ogni cosa alla mamma. La quale mand allora l'altra figlia, che fece anche pi danni della prima, e Dufresny la tratt come l'altra. Allora la madre cit Dufresny nientemeno che per violenza carnale. E perch ritirasse la querela, il povero innocente Dufresny dove tte sborsarle seicento lire. Egli disse in quest'occasione che una violenza carn ale apparente veniva a costar pi cara di una violenza carnale vera e propria; e c he la fruttivendola non aveva guadagnato mai coi frutti che vendeva quel che ave va guadagnato coi frutti proibiti delle figlie. (Dictionnaire de l'Amour). 4470. Un giorno la sua lavandaia gli present il conto della biancheria che essa g li aveva lavato. Ma siccome egli non aveva il becco d'un quattrino, perch la lava ndaia non se ne andasse via scontenta, la spos. Da quel giorno, naturalmente, Dufresny port sempre biancheria di bucato. Avendo e gli un giorno rimproverato il suo amico abate Pellegrin perch portava una camicia sporca, l'abate gli rispose: Che volete? Non tutti possono aver la fortuna di sposare la propria lavandaia! ( Dictionnaire de l'Amour). DUGAZON (Giovan Battista Gourgaud, detto) nato a Parigi nel 1746, morto nel 1809; celebre attore francese, fu anche autore di alcune commedie. 4471. Il Dugazon ebbe una vertenza d'onore col suo collega Desseart. Bisogna sap ere che costui era enormemente obeso, mentre il Dugazon era smilzo e magro. Giun ti sul posto in cui doveva aver luogo il duello, il Dugazon disse all'avversario : Non possiamo batterci. Io ho troppo vantaggio su di voi. Voi mi offrite una supe rficie troppo estesa per i miei colpi. Bisogna che io renda uguale la partita. E, con un pezzo di gesso, gli disegn sulla pancia un piccolo cerchio, poi aggiuns e: - Faremo cos: tutti i colpi che cadranno fuori di questo cerchio saranno come non dati. Avversari e padrini scoppiarono in una risata, e il duello fin in un pranzo a un ristorante vicino. (Minerva, 30 maggio 1933). 4472. L'attore Dugazon, che era il beniamino del pubblico, declam in una festa al cuni graziosi versi di sua composizione. Il pubblico applaud con entusiasmo e chi am Fuori l'autore! Allora Dugazon, per tutta risposta, indic ilsuo cuore. Poi, ess endo stanco e assetato, disse: - Date da bere all'autore! 'Uno del pubblico osserv: Ma il cuore non beve.

t vero riprese Dugazon; ma io ho sempre il cuore sulle labbra! (Encyclopdie mthodi que). 4473. Era molto stravagante. Scommise una volta che avrebbe saputo farsi applaud ire contando sino a dieci. Infatti, durante un intervallo tra un atto e l'altro di una commedia, si vest del manto rosso di Otello e usc alla ribalta. Il pubblico che lo riconobbe non cap che cosa venisse a fare e che cosa c'entrasse Otello ne lla commedia che si stava recitando. Dugazon allora, con lo sguardo smarrito e c on voce cavernosa, comincia a declamare: Una lampada... due lampade... tre lampade... E cos di seguito sino a dieci. Ma ad ogni esclamazione cresceva il tono della sua voce, con tale intensit di accento, con tal vigore d'espressione, che tenne il p ubblico incatenato e come stupefatto sotto una straordinaria poten- za magnetica . E, quando alla fine si ritir, scoppiarono unanimi gli applausi. Il pubblico non cap mai la ragione di quell'uscita e credette che un s grande atto re fosse improvvisamente impazzito. (MAURICE, Histoire anecdotique du thatre). 4474. Barras diede un banchetto al Lussemburgo, e v'invit parecchi artisti. Mentr e si attendevano alcuni invitati che tardavano, una vecchia campagnuola, non ost ante le proteste dei domestici, riusc a forzare la porta ed entr nella sala. Si ge tt ai piedi di Barras e domand che il figlio venisse esentato dalla coscrizione mi litare. Barras era contrario a questa petizione presentata in modo tanto illegal e, ma la povera vecchia implorava la grazia con tale accento e con tale efficace pittura dei danni che sarebbero derivati a lei e ai suoi per quella partenza de l figlio, che tutti i convitati, commossi, si unirono a lei nella supplica e fin almente riuscirono a piegare Barras. Se non che la vecchia adesso, nella gioia d i aver ottenuto quel che desiderava, non voleva pi andarsene e si profondeva in r ingraziamenti e benedizioni senza fine, fin che tutti, anche coloro che l'avevan o protetta, protestarono che venisse cacciata via. E cos fu fatto. Poco dopo, ent r nella sala l'attore Dugazon, e avendogli Barras detto scherzosamente che si sco lpasse del ritardo, l'attore lo fece usando lo stesso vernacolo compagnuolo che aveva usato la vecchia... la quale non era altri che lui! (MAURICE, Histoire ane cdotique du thatre). 4745. Era d'estate e faceva molto caldo. Nella platea della Comdie Franaise c'eran o, s e no, quaranta persone. Dugazon che doveva recitare lo Stordito, accortosi d i tutto quel vuoto, rest un po' male. E avendo veduto tra le quinte l'attore Batt ista, gli domand: Che parte fai questa sera? Sono di riposo risponde Battista. Perch me lo domandi? Ebbene se non fai nulla, ti prego di andare in sala: sapendoti l, mi consoler dell 'assenza del pubblico, e io reciter per te solo. Ben volentieri rispose Battista e sono sicuro di passare una magnifica serata. E corse a prendere posto in platea. Battista assicurava, e si pu credergli, che n on aveva veduto mai recitare con arte pi delicata e raffinata, con pi efficaci sfu mature, con una comicit pi garbata. (MAURICE, Histoire anecdotique du thatre). 4476. Un giorno, Napoleone, che era allora Primo Console, passeggiava nel parco della Malmaison, quando tra gli alberi vide un curato che si dirigeva verso di l ui. Napoleone, che era in quel tempo assai accessibile, salut il prete e si mise a ragionare con lui. Il curato lo interess molto, raccontandogli i piccoli affari della sua parrocchia, descrivendogli alcuni tipi curiosi dei suoi parrocchiani; e infine chiese al Primo Console che volesse prendere a cuore la sorte dei cura ti. Napoleone gli domand il nome della sua parrocchia, e il curato gliela disse: ma Napoleone non aveva mai sentito nominare il paese che il curato gli aveva ind icato. Alle sue meraviglie, il curato scoppi a ridere e svel di essere l'attore Dugazon, che aveva voluto vedere se il Primo Console lo avrebbe riconosciuto sotto quel travestimento. Napoleone rise molto dello scher zo e non credeva quasi ai suoi occhi nel vedere con quanta arte l'attore aveva i mpersonato il suo personaggio. (MAURICE, Histoire anecdotique du thatre). DUGUESCLIN Bertrando celebre capitano di ventura e connestabile di Francia, nato a La Motte-Broons ne l 1314, morto nel 1380 a Chteauneuf-de-Randon. O 4477. Duguesclin era un prode cavaliere. Una volta, combattendo contro il re E

doardo III d'Inghilterra, un famoso cavaliere nemico gli si present e disse: Voglio scambiare con voi due colpi di spada! Bravo! Hai avuto una buona idea, e in compenso, di colpi di spada te ne dar almen o duecento. E lo trafisse infatti con numerose ferite. Un'altra volta, fu fatto prigioniero e il suo riscatto fu fissato a cento lire. Sebbene poverissimo, il cavaliere si of. fese di quel prezzo modesto e volle a tutti i costi che si portasse a centom ila fiorini d'oro, e rifiut la libert a minor prezzo. (LAROUSSE). DULOT (abate) poeta francese vissuto intorno al 1650. 4478. Scarron domandava un giorno all'abate Dulot notizie del cardinale di Retz. Diamine! rispose l'abate non sapete che io ho lasciato da gran tempo di frequent are una casa, nella quale mi si faceva la scortesia di battermi in mia presenza? (E. COLOMBEY, Ruelles, salons, etc.). DUMAS Alessandro padre nato a Villers-Cotterets il 24 luglio 1803, morto a Puits il 5 dicembre 1870; un o dei pi popolari e fecondi romanzieri francesi. 4479. Quando Alessandro Dumas era bambino, abitava a Villers-Cotterets. Un giorn o del giugno 1815, si sparse la voce in paese che sarebbe passato di li l'impera tore Napoleone per raggiungere il suo esercito sulla frontiera settentrionale. Dumas, che aveva allora tredici anni, corse alla posta del caval li. La berlina imperiale arriv, e mentre i palafrenieri cambiavano i cavalli, app arve al finestrino il viso grave di Napoleone. - Dove siamo? domand. - A Villers-Cdtterets, Sire rispose uno scudiero. - A quante leghe da Parigi? - A venti leghe, Sire. - A quante leghe da Soissons? - A sei leghe, Sire. - Fate presto! E Napoleone, fiutata una presa di tabacco, si risprofond nella berlina. Otto giorni dopo, l'imperatore, tornando verso Parigi, si ferm nuovamente alla po sta di Villers-Cotterets. Alessandro Dumas era ancora l. Napoleone domand: A quante leghe da Soissons? A sei leghe, Sire. A quante leghe da Parigi? A venti leghe, Sire. Fate presto! Tra questi due dialoghi c'era stata Waterloo, ed era crollato un mondo. (LENOTRE , Napolon). 4480. Dumas era giovane di studio presso un avvocato di Villers-Cotterets, quand o arrivarono alcuni amici di Parigi che gli montarono la testa. L'adolescente, d a allora in poi, non ebbe che un desiderio, veder Parigi; e si incammin a piedi i nsieme con un suo compagno, ammazzando per strada delle lepri per nutrirsi e att ardandosi ora qua ora l, per mancanza di denaro. Il provinciale, il selvaggio e m ezzo negro Dumas, una volta a Parigi, riusc a farsi presentare al celebre Talma n el suo camerino e manifest al grande attore la sua volont di essere un drammaturgo : Talma, che era in mezzo ad autori e attori, maliziosamente lo proclam drammatur go, aggiungendo per subito dopo: Ragazzo, torna a casa tua e continua a far il giovane di studio presso il tuo av vocato. Dumas non era tipo da scoraggiarsi per questo: torn al suo paese, ma-s'immerse ne lla lettura di Shakespeare, di Lope, di Calderon. (Revue de Paris, 1 agosto 1897 ). 4481. Alessandro Dumas non combatt mai sulle barricate; ma apparteneva al partito democratico, e quando, nel 1832, scoppiarono a Parigi frequenti rivolte, s'era sparsa la voce che l'illustre romanziere fosse stato arrestato a capo dei rivolt osi e fucilato. Carlo Nodier, che era uno dei suoi amici pi fidi, gli scrisse que sto spiritoso biglietto: Si dice che voi siate stato arrestato e fucilato. Se la notizia non vera, venite stasera a pranzo da me; e se vero che siete stato fuci

lato, venite lo stesso . (Gazette anecdotique). 4482. Alessandro Dumas aveva partecipato con entusiasmo e con valore alla rivolu zione del luglio, che stabil in Francia la monarchia di Luigi Filippo. Una tale e sperienza politica gli suggeriva pi tardi questa osservazione: Dopo una rivoluzio ne, non si pu che odiare gli uomini, ma dopo due rivoluzioni, bisogna per forza d isprezzarli . (LAROUSSE). 4483. Dumas voleva fare un giornale, Il moschettiere. Con la sua pronta fantasia , egli descriveva agli amici e ai futuri collaboratori tutti i pregi immensi che avrebbe dovuto avere il giornale. Vi avrebbero collaborato i migliori scrittori di Francia, egli stesso ne avrebbe scritto almeno la met. Come cassiere, aveva s celto Michele, il suo vecchio giardiniere, un uomo che non sapeva n leggere n scri vere, ma che era dotato di molto buon senso. Una sera che Dumas, preso dal suo s ogno, magnificava il futuro giornale, Michele esclam: Bellissimo, e se poi tutti i creditori del signore correranno ad abbonarsi, sar u n immenso successo! (LENOTRE, Paris). 4484. Avendo posta la sua candidatura come deputato, mand agli elettori una curio sa lettera, in cui esponeva una minuta statistica di tutti i drammi, commedie, r omanzi e altre opere che aveva scritte, facendo il conto esatto di tutti i comic i, tipografi, cartai ed altra gente simile che aveva fatto lavorare con le sue o pere. E finiva dicendo che, pertanto, era benemerito dell'umanit. Ma la cosa pi cu riosa di questa sua lettera era una sua strana profezia sulla Prussia, che allor a gli uomini politici ritenevano ancora amica della Francia. Guardate diceva una carta geografica: c' l una nazione che ha la forma precisa di un serpente, e come il serpente, sembra dormire, ma invece raccolta a inghiottire quanto ha intorno . Ha gi inghiottito la Slesia, mezza Polonia, il Wurtemberg. Inghiottir la Danimar ca, l'Olanda, il Belgio... e poi passer alla Francia . Fu proprio questa profezia, acutamente antiveggente, che procur fischi e urli al Dumas, in quanto essa ledeva l'orgoglio francese. Un poeta fu pi osservatore e pr ofeta di tutti gli uomini politici di allora: e pensare che erano ancora lontane Sadowa e Sedan! (SCARLATTI, Et ab hic et ab hoc). 4485. Fu proverbiale la generosit e anche la prodigalit di Alessandro Dumas. Mentr e si trovava a Bruxelles, vi giunse Nol Parfait, uno degli ottantatr deputati che dovettero esulare dopo il colpo di Stato di Napoleone III, ed egli offerse la su a casa all'esule ed alla sua famiglia e gli affid la trascrizione dei suoi romanz i, tutti in quattro copie. Inoltre, sapendo di avere le mani bucate, gli affid il suo denaro, e accettava le sue sgridate quando sprecava. Quest' curiosa! soleva dire, quando Parfait gli stringeva i freni. Non sono mai s tato cos povero come adesso che sono nelle mani d'un galantuomo! (O. TREBBI, Aned doti teatrali). 4486. Un imbecille domand una volta ad Alessandro Dumas se fosse vero quel che si diceva, che suo padre era un negro. Certo rispose Dumas e mio nonno era una scimmia. (LEON VALLE, La Sarabande). 4487. Maquet aveva accusato Dumas di plagio e si stava svolgendo il processo rel ativo. A un pranzo, Dumas era stato spiritosissimo come il solito, e tutti aveva no ammirato il suo brio inesauribile. - Un momento disse Dumas agli ascoltatori; voi credete che questo che io vi dico sia farina del mio sacco? Niente affatto. t tutta roba di Maquet. (LEON VALLE, La Sarabande). 448. Alla fine di una `serata, una signora chiese languidamente a Dumas: Caro maestro, voi che sapete dire tutto, che potete dire tutto, esiste davvero u na grande differenza fra l'amicizia e l'amore? Una differenza enorme, signora. Dal giorno alla notte. (TREICH, L'esprit d'A. Du mas). 4489. Un indiscreto chiese a Dumas quale fosse la sua occupazione in quel moment o. Vedete? gli rispose Dumas mi lascio crescere la barba. (TREICH, L'esprit d'A. Du mas). 4490. Dumas usciva un giorno dalla casa di un ministro, da cui era stato invitat

o a pranzo, quando incontr un amico, il quale gli domand se era soddisfatto del ri cevimento e del banchetto. Se non ci fossi stato io -- rispose Dumas mi sarei annoiato mortalmente. (LEON V ALLE, La Sarabande). 4491. Alessandro Dumas padre fu interrogato a Rouen come testimonio in un proces so penale. Il presidente gli domand che professione esercitasse. Se non fossi nella patria di Corneille, direi che sono autore drammatico. Ah, signor Dumas, osserv il presidente anche tra gli autori drammatici ci sono de lle gradazioni! (LEON VALLE, La Sarabande). 4492. Dumas era un gagliardo mangiatore. Durante l'epidemia di colera che faceva strage a Parigi, il figlio lo trov *un giorno intento a mangiare tranquillamente dei superbi meloni. Dumas figlio, allarmato, gli fece rilevare l'imprudenza, ri mproverandolo vivacemente. Ma lasciami in pace rispose il padre. Questo proprio il momento di mangiare i me loni: non costano pi niente! (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4493. Un mattino, il cuoco di Dumas chiese al celebre romanziere per quante pers one dovesse preparare il pranzo. Ho otto invitati rispose Dumas. Ma tu prepara pure per trenta. (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4494. Il medico di Dumas, un giorno che, reclamato il saldo del conto, s'era vis to rifiutare il pagamento e colmare d'ingiurie, scoppi: Vi invier i miei padrini. Dumas: Attendete che io sia ammalato. Sarete pi sicuro di colpirmi. (TREICH, L'esprit d' A. Dumas). 4495. Un tale, che aveva volgarmente ingiuriato Alessandro Dumas, sebbene suo am ico, dopo dieci anni ferm per strada lo scrittore. Questi continu il suo cammino, ma l'altro imperterrito: Non mi riconosci pi? Sono B... Ah, sicuro rispose Dumas sei cos poco cambiato, che non ti avrei mai pi riconosciu to! (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4496. Dumas possedeva in casa sua un vero e proprio giardino zoologico: un gallo di nome Cesare, una civetta Giugurta, senza contare le scimmie. Egli diceva spe sso: Detesto le bestie, ma adoro gli animali. (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4497. Attribuivano come amante a Dumas un'attrice piuttosto magra. Egli protest: Senza dubbio, ci ho pensato! Ma, come Ercole ai piedi di Onfale, ha filato, quan do ho visto i suoi fusi! (TREICH, L'esprit d'A. Dumas). 4498. Adolfo Dumas, autore oggi dimenticato del Campo delle Crociate, si trovava una sera col suo illustre omonimo Alessandro Dumas. Un giorno, mio caro, si dir che il secolo XIX ha avuto due Dumas, come il secolo XVII ha avuto due Corneille, Pietro e Tommaso. Verissimo rispose Dumas verissimo, mio caro Tommaso. (GUERARD, Dictionnaire d'an ecdotes). 4499. A ventitr anni, Dumas figlio era gi celebre per la sua Dame aux Camlias. A qu alcuno che voleva fargli confessare d'aver collaborato a quel dramma, Dumas padr e rispose fieramente: Credo bene, cpperi, d'entrarci per qualche cosa anch'io Sono io che ho fatto l'au tore! (Comoedia, luglio 1924). 4500. noto che Alessandro Dumas figlio non fu riconosciuto legittimamente da suo padre che quando gi grandicello mostr delle rare doti intellettuali. Ecco come an d il fatto. Un giorno Dumas padre sorprese suo figlio tutto assorto a leggere l'E milio di Rousseau e gli chiese a bruciapelo se quel libro lo interessasse davver o. S molto rispose il giovinetto con fermezza. E quali sono le tue impressioni? Io trovo che Emilio ha fatto bene. Quando il padre rifiuta il proprio nome, biso gna prenderselo. Dumas padre esclam con entusiasmo: Ebbene, se vuoi portare il nome di tuo padre, prendilo! (Comoedia,, luglio 1924)

. 4501. Una sera, al momento di andare a pranzo in trattoria, Dumas si accorse di non aver denari addosso. Fece fermare la sua vettura alla casa di un amico e si fece prestare due luigi. L'amico, che era tornato allora dalla. caccia, volle re galargli una lepre e gliela fece portare in carrozza dalla cameriera. Quella era una graziosa ragazza, e Dumas le regal, come mancia, i due luigi che aveva avuto in prestito dall'amico. Non si sa chi abbia poi pagato la carrozza. (Comoedia, agosto 1924). 4502. Durante un suo soggiorno a Vienna, la contessa di Bombelles, moglie del ci ambellano dell'imperatore, lo aveva invitato a scrivere qualcosa nel suo albo. S eccato dell'invito importuno, Alessandro Dumas scrisse; Voudrais savoir pourquoi ces gens se nomment Bombelles: l'homme n'est pas bon, la femme n'est pas belle. E cio Vorrei sapere perch mai questa gente si fa chiamare Bombelles, dal momento c he l'uomo non buono e la donna non affatto bella . (SCARLATTI, Et ab hic et ab ho c). 4503. Un critico diceva una sera a Dumas padre: Voi avete scritto in un vostro libro: il vuoto doloroso . Ora io non posso concep ire che una cosa vuota possa dolere. E Dumas, pronto, sorridendo maliziosamente: Si vede che non avete avuto mai male alla testa! (Les nouvelles littraires, 1 giu gno 1929). 4504. Dumas padre aveva un vicino, il signor Felice, il quale aveva un bel giard ino, e nel giardino un magnifico pollaio modello. Dumas s'era fatto amico del si gnor Felice e, con la scusa di ammirare i fiori del giardino, gli rendeva visita tutte le mattine: l'ospite lo lasciava solo, all'ombra degli alberi, a meditare romanticherie. Se non che Dumas, appena partito il signor Felice, .s'introducev a nel pollaio e si riempiva i calzoni di uova. A lungo andare, il .signor Felice se ne accorse, e una mattina pens di farlo capire garbatamente a Dumas. Si appia tt nel giardino, e quando vide il gran romanziere tornare dal pollaio, fingendo d i tornar da casa si fece incontro a Dumas. Caro Dumas, gli disse stamattina non ho voglia di lavorare. Vorrei invece far du e chiacchiere con voi. E incominci un discorso cos interessante, che Dumas dimentic affatto la refurtiva c he portava nei calzoni. A un tratto, il signor Felice, mostrando a Dumas una pan ca, lo invit a sedersi... e potete ben immaginare che cosa accadde. Dumas stava l tutto confuso, ma il signor Felice, sorridendo, disse: Peccato che la frittata vada a finir cos male. (Les nouvelles littraires, 28 lugli o 1923). 4505. Dumas aveva fondato un giornale Il mese, che aveva questa superba divisa: Dio detta e noi scriviamo . Con tutto ci, poco tempo dopo il giornale cess le sue p ubblicazioni: Dio s'era stancato di dettare! Senza perdersi d'animo, Dumas fond u n secondo giornale, Il moschettiere, che era dedicato alle famiglie e doveva ess er casto e divertente. Gli amici gli facevano notare che il piano e il programma del nuovo giornale erano utopistici. E credete rispondeva Dumas , che, se non si trattasse di utopie, io me ne sarei o ccupato? Il moschettiere vivr, appunto perch un giornale impossibile. Il giornale non contribuiva certo alla cultura del paese, se vi si poteva legger e una notizia scientifica come questa che riportiamo testualmente: La pila Volta un minerale che si trova nelle viscere della terra . I redattori del giornale, stanchi di lavorare senz'esser pagati, si dimisero. E Dumas ne diede l'annunzio nel giornale in questi termini: Ho una buona notizia d a dare ai miei lettori: tutti i redattori del giornale si sono dimessi; in conse guenza il pubblico non ha pi nessun pretesto per non correre ad abbonarsi . (Les n ouvelles litteraires, maggio 1928). 4506. Alessandro Dumas padre amava molto i divertimenti chiassosi, e una sera di carnevale and, insieme col duca d'Aumale, col principe di Joinville e col segret ario di quest'ultimo, in un ballo mascherato, dove, tra le altre pazzie, i quatt ro allegri amici ballarono un cancan, che a quel tempo era proi- bito. La polizi a intervenne, ma avendo i quattro opposto resistenza ai funzionari, furono porta

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