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Roma, La Sapienza, 9 Aprile 2013

Aporia e ricerca filosofica nellantichit: da Socrate a Sesto Empirico


Luca Castagnoli
Durham University
A philosophical problem has the form I dont know my way about.
(Ludwig Wittgenstein, Ricerche filosogiche 123)

(A) Socrate e Platone


T1 Loracolo di Delfi e laporia come origine della ricerca elenchica di Socrate
[...]
. .
.
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.
.

. ( )


.



. (Apologia 21a4-d8)
Or ecco che un giorno costui [sc. Cherefonte] and a Delfi e os fare alloracolo questa domanda [...]
domand se cera qualcuno pi sapiente di me. E la Pizia rispose che pi sapiente di me non cera nessuno. Di
tutto questo vi far testimonianza suo fratello che qui; perch Cherefonte morto. Vedete ora per quale
ragione vi racconto questo: voglio farvi conoscere da dove nata la calunnia contro di me. Udita la risposta
delloracolo, riflettei in questo modo: Che cosa mai vuole dire il dio? che cosa nasconde sotto lenigma?
Perch io, per me, non ho proprio coscienza di esser sapiente, n poco n molto. Che cosa dunque vuol dire il
dio quando dice che io sono il pi sapiente degli uomini? Certo non mente; ch non pu mentire. E per lungo
tempo rimasi in aporia su che cosa mai il dio volesse dire. Finalmente, assai contro voglia, mi misi a farne
ricerca, in questo modo. Andai da uno di quelli che hanno fama di essere sapienti; pensando che solamente cos
avrei potuto smentire loracolo e rispondere al vaticinio: Ecco, questo qui pi sapiente di me, e tu dicevi che
ero io. Mentre dunque io stavo esaminando costui, - il nome non c bisogno ve lo dica, o Ateniesi vi basti
che era uno dei nostri uomini politici questo tale con cui, esaminandolo e ragionandoci insieme, feci
lesperimento che sto per dirvi; ebbene, questo bravuomo mi parve, s, che avesse laria, agli occhi d altri
molti e particolarmente di se medesimo, di essere sapiente, ma in realt non lo fosse; e allora mi provai a
farglielo capire, che credeva di essere sapiente, ma non lo era. E cos, da quel momento, non solo venni in odio
a costui, ma a molti anche di coloro che erano quivi presenti. E, andandomene via, dovetti concludere con me
stesso che veramente io ero pi sapiente di questuomo: in questo senso, che luno e laltro di noi due poteva
pur darsi non sapesse niente n di buono, n di bello; ma costui credeva di sapere e non sapeva, io invece, come
non sapevo, neanche credevo di sapere; e mi parve insomma che almeno per una piccola cosa io fossi pi
sapiente di lui, per questa, che io, quel che non so, neanche credo di saperlo. [Traduzione Valigimigli
leggermente modificata]
1

T2 Apparenze in conflitto ed aporia come origine della ricerca intellettuale





.
. (Repubblica VII, 524a6b5)
In simili casi, ripresi, non forse necessario che lanima sia in aporia su che cosa mai questa sensazione
giudichi duro, se dice anche molle il medesimo oggetto? E cos, per la sensazione del leggero e del pesante,
non si domanda forse che cosa siano per essa il leggero e il pesante, se indica il pesante come leggero e il
leggero come pesante? Certo, disse, queste interpretazioni sono strane per lanima, ed esigono attento esame.
naturale allora, ripresi, che in simili casi lanima ricorra al calcolo e allintellezione, e provi anzitutto a
esaminare attentamente se ciascuna delle cose che le vengono riportate una sola o duplice. [Traduzione
Sartori leggermente modificata]

T3 Apparenze in conflitto ed aporia come origine della ricerca intellettuale (2)





. (Repubblica VII, 524e2-525a2)
Se per <quando si vede lunit> la si vede sempre accompagnata da qualcosa che le opposto, s da risultare
insieme unit e pluralit, ecco che occorrer allora un elemento che giudichi; e lanima in questo caso sar per
forza in aporia e dovr ricercare risvegliando in s la riflessione, e chiedersi che cosa mai lunit in s. E cos
lo studio dellunit sar fra quelli che conducono e rivolgono alla contemplazione lessere. [Traduzione Sartori
leggermente modificata]

T4 Primi passi nella caverna: laporia dello schiavo liberato di fronte a una nuova realt






(Repubblica VII, 515c4-d7)
Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallignoranza. Ammetti che capitasse
loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare
attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che cos facendo provasse dolore, e a causa dello
scintillio [sc. del fuoco] fosse incapace di scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi
che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuit prive di senso, ma che ora, essendo pi vicino a
ci che ed essendo rivolto verso oggetti aventi pi essere, pu vedere meglio? E se, mostrandogli anche
ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa ? Non pensi
che egli sarebbe in aporia e giudicherebbe pi vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate
adesso? [Traduzione Sartori leggermente modificata]
T5 Maieutica socratica: dolore e fertilit dellaporia


. (Teeteto 151a5-b1)

A quelli che si associano con me capita lo stesso che alle donne incinte anche da questo punto di vista: soffrono
le doglie e sono pieni di aporia giorno e notte, molto pi di quelle; la mia arte in grado di suscitare o calmare
queste doglie.
T6 La geneaologia di Eros e laporia di Penia, madre dellamore filosofico
.
.
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.


. (Simposio 203b2-d8)
In occasione della nascita di Afrodite, gli dei si trovavano a banchetto, e tra gli altri cera anche il figlio di
Metis (Intelligenza), Poros (Espediente). Dopo che ebbero pranzato, venne a chieder l'elemosina, come accade
quando c' un festino, Penia (Povert); e stava vicino alla porta. Poros, intanto, ubriaco di nettare (ch il vino
non cera ancora), entrato nel giardino di Zeus, vi era stato colto da un sonno profondo. Allora Penia,
escogitando, per la sua aporia, di avere un figlio da Poros, gli si sdraia accanto e concepisce Eros (Amore).
Ecco perch Eros, generato durante le feste natalizie di Afrodite, fin dalla nascita suo seguace e ministro, ed
insieme, di sua natura, innamorato del bello, bella essendo anche Afrodite. E come figlio di Poros e di Penia,
ecco che destino gli capitato. Anzitutto, povero sempre, e tuttaltro che delicato e bello, come credono i pi,
ma anzi ruvido e ispido e scalzo e senza tetto; e abituato a sdraiarsi per terra senza coperte, per dormire a ciel
sereno sulle soglie e per le strade: ritraendo in ci dalla natura della madre, nella sua perpetua convivenza con
la miseria. Per parte del padre, daltronde, ardente insidiatore del bello e del buono, valoroso e impavido e
veemente, cacciatore formidabile, sempre occupato a tessere inganni, desideroso di sapienza e ricco di
espedienti, tutta la vita intento a filosofare, terribile incantatore ed esperto di filtri e sofista. [Traduzione
Calogero leggermente modificata]

T7 Un punto di vista comune sullaporia


.

.
. (Cratilo 415c2-9)
Ora (codardia) significa che c una forte catena () nellanima; infatti (troppo) un
certo grado di forza. Dunque sar il vincolo dellanima eccessivo, e il pi grande. Come anche laporia
un male, e tutto ci, come sembra, che sia dostacolo allandare e al procedere. Questo dunque sembra rendere
chiaro che il cattivo andare un procedere limitato ed ostacolato, il possesso del quale da parte dellanima la
riempie di vizio.

T8 Socrate, la torpedine aporetica


.

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.
.
3


. [...]
. .

.
. .
(Menone 79e7-80d4)
MEN. Socrate, anche prima dincontrarti, sapevo per sentito dire che tu non fai altro che essere tu stesso in
aporia e mettere in aporia gli altri; ora poi, come mi sembra, mi affascini, mi di pozioni, mincanti, tanto che
sono pieno di aporia. E, se mi lecito scherzare, mi somigli davvero, nella figura e nel resto, alla piatta
torpedine di mare: perch anche questa, se qualcuno le si avvicini e la tocchi, sbito lo fa intorpidire. Ora mi
sembra che tu abbia avuto su di me lo stesso effetto, poich sono veramente intorpidito nellanima e nella
bocca, e non so pi cosa risponderti. E s che ho fatto tante orazioni sulla virt e dinanzi a un gran pubblico, e
molto bene, come mi pareva. E ora, invece, non so neppure dire che cosa essa sia. Mi sembra, poi, che tu abbia
fatto benissimo a non volerti mai mettere in mare, a non voler viaggiare fuori di qui, ch se da straniero, in una
citt straniera, ti comportassi in questo modo sbito ti arresterebbero come un ammaliatore. [...]
SOCR. Quanto a me, se la torpedine fa intorpidire gli altri perch torpida essa stessa, io allora le somiglio;
se no, no. Infatti non che io, essendo in euporia (sc. ricco di risorse), faccia essere gli altri in aporia, ma io,
pi di chiunque altro in aporia, faccio s che anche gli altri siano in aporia. E cos, tornando alla virt, io non so
che cosa essa sia; tu, forse, lo sapevi prima di toccare me: ora, invece, sei divenuto simile a uno che non sa.
Comunque voglio indagare e ricercare con te cosa essa sia. [Traduzione Valigimigli leggermente modificata]

IL PARADOSSO DEL MENONE [80D-E]


Largomento di Menone [80d]
(M1) Come ricercherai qualcosa se non sai per nulla che cos?
(M2) Infatti, quali delle cose he non sai proporrai come oggetto della tua ricerca?
(M3) Inoltre, anche se tu dovessi per caso incappare nellobiettivo della tua ricerca, come saprai che questo
proprio ci che non sapevi (e che intendevi ricercare e scoprire)?
(M2) Paradosso della Ricerca: come possible perfino cominciare una ricerca se non si sa nulla riguardo
alloggetto della ricerca?
(M3) Paradosso della Scoperta: come possible completare (con successo) una ricerca, cio scoprire o imparare
qualcosa di nuovo, se non si sa nulla riguardo alloggetto della ricerca, e dunque non si in grado di
riconoscerlo anche qualora accada di incontrarlo?

La riformulazione socratica: il dilemma eristico [80e]


(S1) Se sai/conosci gi X, non puoi ricercare X, esattamente
pq
perch sai/conosci gi X
(S2) Se non sai/conosci gi X, non puoi ricercare X,
non-p q
perch non sai nemmeno cosa devi ricercare
<S3> < O sai/conosci gi X, o non sai/conosci gi X>
p o non-p
__________________________________________________________________________
(S4) Dunque, non puoi ricercare X
q

T9 Lo schiavo di Menone e i benefici dellaporia


.


.
. .
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. .
.

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. .
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.
. .
.

. (Menone 84a3-d2)
SOCR. Ti rendi conto, Menone, di quanto cammino egli abbia gi fatto sulla via della reminiscenza?
Dapprima non sapeva quale fosse il lato di un quadrato la cui superficie sia di otto piedi; neppure ora lo sa, ma
prima credeva di saperlo e rispondeva con quella sicurezza propria di chi sa, e non pensava di essere in aporia;
ora pensa gi di essere in aporia, e, non sapendo, neppure crede di sapere. Non si trova, dunque, adesso in una
condizione migliore rispetto a ci che non sapeva?
MEN. Sembra anche a me!
SOCR. Facendolo essere in aporia ed intorpidendolo come fa la torpedine, lo abbiamo forse danneggiato?
MEN. Non mi pare.
SOCR. Anzi, labbiamo non poco aiutato, sembra, a scoprire come stanno le cose. E ora, proprio perch non sa,
ricercher con piacere; prima, invece, con tutta facilit avrebbe spesso, e di fronte a molti, sostenuto che per
raddoppiare un quadrato si deve raddoppiare il lato.
MEN. probabile.
SOCR. Credi allora che si sarebbe messo a ricercare e ad apprendere quel che pensava di sapere, pur non
sapendolo, se prima non fosse caduto in aporia, rendendosi conto di non sapere, e non fosse stato punto dal
desiderio di sapere?
MEN. Non mi sembra, Socrate.
SOCR. Gli ha, dunque, giovato il suo intorpidimento?
MEN. Mi pare.
SOCR. Osserva a partire da questa aporia come egli, ricercando insieme a me, riuscir a trovare, mentre io
non faccio altro che interrogare senza insegnargli nulla. Sta comunque attento se per caso mi dovessi cogliere a
insegnargli o a spiegargli qualcosa, invece di fargli esprimere mediante le mie domande le sue credenze.
[Traduzione Valigimigli leggermente modificata]

(B) Aristotele
T10 Meraviglia, aporia, e le origini della filosofia


.
(
)
. [...]

5



.
(Metafisica A 2, 982b12-983a21)
Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da
principio restavano meravigliati di fronte alle difficolt pi semplici, in seguito, progredendo a poco a poco,
giunsero ad essere in aporia riguardo a problemi sempre maggiori, per esempio i problemi riguardanti i
fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dellintero universo.
Ora, chi in aporia e si meraviglia pensa di non sapere; ed per questo anche colui che ama il mito , in certo
qual modo, filosofo: il mito, infatti, costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicch, se gli
uomini hanno filosofato per liberarsi dellignoranza, evidente che ricercano il conoscere solo al fine di
sapere e non per conseguire qualche utilit pratica. [...] Infatti, come abbiamo detto, tutti cominciano dal
meravigliarsi che le cose stiano in un determinato modo: cos, ad esempio, di fronte alle marionette che si
muovono da s nelle rappresentazioni, o di fronte alle rivoluzioni del sole o alla incommensurabilit della
diagonale al lato. Infatti, a tutti coloro che non hanno ancora conosciuto la causa fa meraviglia che fra luna e
laltro non vi sia ununit minima di misura comune. Invece, bisogna pervenire allo stato danimo contrario,
il quale anche il migliore, secondo quanto dice il proverbio. E cos avviene, appunto, per restare agli esempi
fatti, una volta che si sia imparato: di nulla un geometra si meraviglierebbe di pi che se la diagonale fosse
commensurabile al lato. [Traduzione Reale leggermente modificata]

T11 Meraviglia (ed aporia) e le origini della filosofia: la versione platonica


.
.
. .

. (Teeteto 155b4-c8)
TEET. E per gli dei, Socrate, io sono straordinariamente meravigliato di come siano queste cose, e talvolta
realmente se le considero ho le vertigini.
SOCR. Amico mio, non mi pare che Teodoro abbia giudicato male della tua natura. Ed proprio del
filosofo questo che tu provi, il meravigliarsi; n altra origine ha la filosofia che questo; e chi disse che Iris
(Arcobaleno, immagine della filosofia che fa da ponte tra lumano e il divino) fu generata da Thaumas
(Meraviglia), non sbagli, sembra, nella genealogia.
T12 Il ruolo dellaporia nella ricerca: una soluzione dellaporia del Menone?

.



.


.
. (Metafisica B 1, 995a24-b4)
necessario, in relazione alla scienza di cui siamo in cerca, che noi esaminiamo prima le cose sulle quali
bisogna innanzitutto sollevare aporie. Si tratta di quei problemi intorno ai quali alcuni filosofi hanno fornito
soluzioni contrastanti e, oltre a questi, di altri problem che sono stati finora trascurati. (1) Ora, per chi vuole
risolvere unaporia, utile passare bene in rassegna le aporie: la soluzione finale, infatti, lo scioglimento
delle aporie precedentemente accertate. Non possible che sciolga un nodo colui che lo ignora e laporia che
il pensiero incontra, manifesta laporia nella cosa stessa. Infatti, in quanto si in aporia, ci si trova in
condizioni simili a chi legato nelluno e nellaltro caso, infatti, impossibile procedere oltre. Perci
bisogna che, prima, vengano esaminate tutte le difficolt, sia per queste ragioni, sia anche perch (2) coloro
6

che cercano senza avere prima esaminato le aporie assomigliano a quelli che non sanno dove devono andare.
(3) Costoro, inoltre, non sono in grado di sapere se hanno trovato o no ci che ricercano; infatti non loro
chiaro il fine che devono raggiungere, mentre chiaro a chi, prima, ha considerato le aporie. (4) Inoltre, si
trova necessariamente in una condizione migliore per giudicare colui che ha ascoltato tutte le ragioni opposte,
come in un processo. [Traduzione Reale leggermente modificata]

T13 Ricerca, aporia ed endoxa




. (Etica Nicomachea VII 1, 1145b2-7)
Bisogna, come negli altri casi, dopo avere posto i fenomeni e avere per prima cosa passato in rassegna le
aporie, stabilire in questo modo tutti gli endoxa riguardo a queste cose, o, altrimenti, il maggior numero
possibile, e quelli pi importanti; infatti se le difficolt vengono risolte e gli endoxa vengono preservati, la
dimostrazione sar sufficiente.

T14 Ricerca, aporia ed endoxa (2)




. (De Anima I 2, 403b20-4)
Nella nostra ricerca riguardo allanima, al tempo stesso in cui passiamo in rassegna in maniera preliminare le
aporie che devono essere risolte, necessario includere anche le credenze di tutti coloro che in passato si
espressero sullargomento, in modo tale da adottare ci che stato detto correttamente ed essere in guardia se
qualcosa non stato detto correttamente.

T15 Il ruolo delle aporie oppositive nella dialettica


.
. [...]

. (Topici I 2, 101a25-36)
In seguito alle cose dette, bisogna dire per quanti e quali scopi il trattato [sc. i Topici] sia utile. Sono tre:
esercizio, incontri casuali, scienze filosofiche. [...] Per le scienze filosofiche < utile> perch essendo capaci
di solleverare aporie da entrambi i lati pi facile accorgersi del vero e del falso in ciascuna cosa.

T16 Laporia come risultato di argomenti opposti equipollenti



. []

. (Topici
VI 6, 145a38-b20)
Talvolta sbagliano riguardo a tali questioni, ad esempio tutti quelli che dicono che il sonno incapacit della
sensazione, e che laporia uguaglianza dei ragionamenti contrari, e che il dolore interruzione violenta
delle parti naturalmente unite. [] In maniera simile, anche luguaglianza dei ragionamenti contrari
sembrerebbe produrre laporia: quando infatti a noi che riflettiamo su entrambi i lati di una questione tutto
sembra essere simile, siamo in aporia su quale delle due cose si debba fare.

(C) Sesto Empirico e il Pirronismo


T17 Tre risultati della ricerca: Dogmatici, Accademici e Scettici

.
.


. (Sesto Empirico, Schizzi pirroniani I 1-3)
Per quanti ricercano qualcosa naturale che il risultato sia o la sua scoperta, o la negazione della scoperta e
lammissione che incomprensibile, o la perseveranza nella ricerca. Perci, probabilmente, anche nel caso
degli oggetti di indagine in filosofia alcuni hanno affermato di avere trovato il vero, altri hanno asserito che
esso non pu essere compreso, altri infine ricercano ancora. E credono di averlo trovato quelli che sono
chiamati in senso proprio dogmatici, ad esempio Aristotele, Epicuro, gli Stoici ed alcuni altri; Clitomaco,
Carneade ed altri Accademici, invece, hanno asserito che le cose sono incomprensibili; gli scettici, infine,
continuano a ricercare.

T18 Lo scetticismo pirroniano: investigativo, aporetico e sospensivo






. (Sesto Empirico, Schizzi pirroniani I 7)
Lindirizzo scettico chiamato anche zetetico (investigativo) dallattivit di ricercare ed esaminare, ed
efettico (sospensivo), dallaffezione che si genera dopo la ricerca in chi esamina, ed aporetico, dal
sollevare aporie e ricercare su tutto, come alcuni dicono, oppure dallessere privi di risorse per concedere o
negare lassenso, e pirroniano, dal fatto che Pirrone ci sembra essersi accostato allo scetticismo in modo pi
consistente e pi manifesto di quelli prima di lui.

T19 Lo scetticismo pirroniano: investigativo, aporetico e sospensivo (2)



.

. (Diogene
Laerzio IX 69-70)
Tutti costoro venivano chiamati Pirroniani per il nome del loro maestro, aporetici, scettici ed anche
efettici e zetetici per la loro (per cos dire) dottrina. Ora, la loro filosofia veniva chiamata zetetica per la
ricerca costante della verit scettica per linvestigare sempre e non scoprire mai efettica per laffezione
che segue alla ricerca, cio la sospensione del giudizio; aporetica per il fatto che sia i dogmatici sia essi
stessi finiscono in aporia [aggiungere dopo ?].

Tre forme fondamentali dellaporia scettica


O

O
A

X X X X
Impossibile procedere:
nessuna via percorribile

?
Nessuna via duscita

Impossibile procedere:
nessuna ragione razionale per
preferire una via alle altre

T20 Enesidemo contro gli Accademici: lappropriazione dellaporia





. (Fozio Biblioteca 212, 169b38 -a3)
Gli Accademici sono dogmatici, ed affermano alcune cose senza subbio, mentre negano altre senza
ambiguit. I Pirroniani, invece, sono aporetici e liberi da ogni dottrina, e nemmeno uno di loro ha detto
assolutamente che tutte le cose sono incomprensibili, o che sono comprensibili, ma piuttosto <essi dicono>
che le cose sono in un certo modo non pi che in un altro, o che sono talvolta in un certo modo, talvolta in un
altro, o che sono per qualcuno di un certo tipo, per qualcun altro di un altro tipo, e per un altro ancora
nemmeno esistenti.

T21 Il Pirrone socratico di Enesidemo




.

. (Fozio Biblioteca 212, 169b21-9)
Perci n i Pirroniani n gli altri conoscono la verit nelle cose, ma i filosofi delle altre scuole, oltre ad essere
ignoranti in generale e a spendersi inutilmente e a consumarsi in inutili tormenti, ignorano anche il fatto
stesso che non hanno compreso alcuna delle cose che credono di avere compreso. Ma chi fa filosofia
seguendo Pirrone non solo felice in generale, ma anche nella saggezza di sapere che non ha compreso
alcuna cosa in modo certo.

T22 Laporia come origine della ricerca scettica





. (Sesto Empirico, Schizzi pirroniani I 12)
Principio causale dello scetticismo diciamo che la speranza di raggiungere latarassia tra gli uomini, infatti,
quelli particolarmente dotati per natura, essendo turbati dallirregolarit nelle cose e trovandosi in aporia sulla
questione a quali di esse bisognasse maggiormente concedere lassenso, arrivarono a ricercare cosa fosse vero
e cosa falso tra le cose, pensando che decidendo ci avrebbero raggiunto latarassia.

T23 Gettare la spugna: Apelle e la fine (?) della ricerca


.


.

. (Sesto Empirico, Schizzi pirroniani I 28-9)
Dunque allo scettico accaduto proprio ci che si racconta del pittore Apelle. Dicono infatti che questultimo
mentre dipingeva un cavallo e voleva riprodurre nel dipinto la bava del cavallo non vi riusciva, al punto che
rinunci, e scagli contro limmagine la spugna in cui ripuliva i colori dal pennello e questultima, una volta
toccatola, produsse una rappresentazione della bava del cavallo. E gli scettici dunque speravano di acquisire
latarassia decidendo dellirregolarit delle cose che appaiono e di quelle che vengono pensate, ma non
riuscendo a farlo sospese il giudizio e latarassia segu la loro sospensione del giudizio come per caso, come
lombra il corpo.
9

T24 Credenze etiche e turbamenti dellanima





.
. (Sesto Empirico, Schizzi
pirroniani I 27-8)
Infatti chi crede che qualcosa sia bene o male per natura sempre turbato: e quando le cose che gli sembrano
essere buone non sono a sua disposizione ritiene da essere perseguitato dai mali per natura e persegue i beni
(quelli che pensa essere tali), procuratisi i quali incappa in turbamenti maggiori, sia perch si esalta in modo
irragionevole e smisurato, sia perch per timore che le cose cambino fa di tutto per non perdere quelli che gli
sembrano essere beni. Chi invece non determina i beni o i mali per natura non rifugge n persegue nulla
intensamente; perci privo di turbamenti.

T25 Un presunto paradosso della ricerca scettica: Stoici contro Pirroniani




. [...]

.
.

.
[...]
.


.

. . [...]

.

.

. .


. (Sesto Empirico, Schizzi
pirroniani II 2-11)

Dicono [sc. i dogmatici] infatti che o lo scettico comprende le cose dette dai dogmatici, o non le comprende;
e se le comprende, come pu essere in aporia su ci che dice di comprendere? Se invece non le comprende,
allora di ci che non ha compreso non sa nemmeno parlare. Come infatti chi non sa, ad esempio, cosa sia [...]
il teorema per mezzo di due proposizioni composte non nemmeno in grado di dire nulla riguardo a queste
cose, cos chi non conosce ciascuna delle cose di cui i dogmatici parlano non in grado di svolgere
unindagine contro di loro su ci che non sa. In nessun modo dunque lo scettico pu investigare le
affermazioni dei dogmatici. Proprio quelli che dicono queste cose ci rispondano in che modo usano qui il
termine comprendere, se nel senso di concepire, semplicemente, senza stabilire in aggiunta lesistenza di
ci cui parliamo, o concepire e allo stesso tempo affermare lesistenza di ci di cui stiamo discutendo. Se
infatti dicono che comprendere significa, nel loro argomento, dare lassenso a una rappresentazione
catalettica [...], nemmeno loro stessi forse vorranno non essere in grado di investigare quelle cose che non
abbiano compreso in questo modo. Ad esempio, quando lo stoico conduce unindagine contro lepicureo,
che dice che la sostanza divisa, o che il dio non provvede alle cose nel mondo, o che il piacere un bene, ha
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compreso queste cose o non le ha comprese? E se le ha comprese, dicendo che esse sono reali sovverte
completamente la Stoa; se invece non le ha comprese, non pu dire nulla contro di esse. E cose analoghe
vanno dette anche contro coloro che provengono da altre scuole, quando vogliano svolgere una qualche
indagine sulle opinioni di quanti la pensano in maniera diversa da loro. Cosicch non possono investigare
nulla gli uni in opposizione agli altri. [...] Se poi diranno che non questo il tipo di comprensione che essi
dicono di ritenere debba precedere lindagine, ma il semplice pensare, allora per quelli che sospendono il
giudizio sullesistenza delle cose non evidenti non impossibile investigare. Infatti allo scettico non
precluso, credo, lavere pensieri derivanti dalle cose evidenti che colpiscono la sua passivit con chiarezza e
che non implicano assolutamente lesistenza delle cose pensate: infatti non solo pensiamo le cose che
esistono, come dicono, ma anche quelle inesistenti. Per cui anche quando investiga e pensa lefettico resta
nella disposizione scettica: gi stato chiarito che concede infatti lassenso a quelle cose che gli si presentano
in base a una rappresentazione passiva, secondo quanto gli appare. Considera, piuttosto, se anche in questo
caso non siano i dogmatici quelli a cui lindagine preclusa. Infatti non per coloro che ammettono di non
conoscere come stanno le cose per natura che incoerente continuare ad investigare su di esse, ma per coloro
che pensano di conoscerle con esattezza: per costoro, infatti, la ricerca gi alla fine, poich hanno compreso,
mentre per i primi la ragione per cui ogni ricerca viene intrapresa, cio il credere di non avere trovato, sussiste
ancora.

Per un analogo attacco da parte degli Epicurei, ed unanaloga difesa pirronina, cfr. Sesto Empirico,
Contro i logici II 337-336a

Tre aporie pirroniane:


(1) Come possible che quella stessa condizione di aporia che causava disturbi psicologici prima che la
ricerca cominciasse diventi una fonte di tranquillit (ataraxia) dopo che la ricerca ha condotto alla
sospensione del giudizio?
(2) Se il Pirroniano, come Apelle, raggiunge il suo scopo quando getta la spugna, come pu Sesto Empirico
giustificare la sua affermazione che il Pirroniano , per definizione, zetetikos e skeptikos? Perch mai il
Pirroniano dovrebbe continuare la sua ricerca se la sua presente condizione aporetica e sospensiva ha gi
assicurato il suo scopo, lataraxia? Ovviamente il Pirronismo deve dar luogo allabbandono di ogni ricerca?
(3) Per un Pirroniano la prosecuzione della ricerca dovrebbe essere non solo superflua, ma addirittura dannosa,
alla luce dellargomento di Sesto Empirico secondo cui, a prescindere dallesperienza della contraddizione,
e dai suoi negativi effetti psicologici, il fatto stesso di avere credenze sulle cose (o, pi precisamente, un
certo gruppo di credenze etico-valoriali: T24) ad essere intrinsicamente dannoso.

(4) Conclusioni
Riflettendo sul rapporto tra aporia e ricerca, sembrerebbe naturale pensare allaporia semplicemente come a un
possibile esito negativo di una ricerca che non ha avuto successo. Platone, Aristotele e Sesto Empirico hanno punti
di vista molto pi articolati ed interessanti sul rapporto dinamico tra aporia e ricerca:
Sebbene laporia possa senzaltro essere il risultato di una certa ricerca, per nessuno dei tre laporia la fine
della ricerca (o la fine di quella particolare ricerca).
Laporia viene presentata da tutti e tre come lorigine stessa della ricerca, e dunque della filosofia, in
generale e per specifici individui.
Laporia viene presentata come una condizione psicologicamente e moralmente sana.
Laporia non meramente preliminare alle ricerca; le osservazioni, i ragionamenti e gli argomenti che sono
alla fonte dellaporia danno forma alla ricerca filosofica e la indirizzano (secondo uninterpretazione
possibile della ricerca pirroniana, infatti, essi sono costitutivi della ricerca filosofica).
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Bibliografia di base in lingua inglese


Barnes J., Sextan Scepticism, in D. Scott (ed.), Maieusis, Oxford 2007, 322-34.
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