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T4 Primi passi nella caverna: laporia dello schiavo liberato di fronte a una nuova realt
(Repubblica VII, 515c4-d7)
Esamina ora, ripresi, come potrebbero sciogliersi dalle catene e guarire dallignoranza. Ammetti che capitasse
loro naturalmente un caso come questo: che uno fosse sciolto, costretto improvvisamente ad alzarsi, a girare
attorno il capo, a camminare e levare lo sguardo alla luce; e che cos facendo provasse dolore, e a causa dello
scintillio [sc. del fuoco] fosse incapace di scorgere quegli oggetti di cui prima vedeva le ombre. Che cosa credi
che risponderebbe, se gli si dicesse che prima vedeva vacuit prive di senso, ma che ora, essendo pi vicino a
ci che ed essendo rivolto verso oggetti aventi pi essere, pu vedere meglio? E se, mostrandogli anche
ciascuno degli oggetti che passano, gli si domandasse e lo si costringesse a rispondere che cosa ? Non pensi
che egli sarebbe in aporia e giudicherebbe pi vere le cose che vedeva prima di quelle che gli fossero mostrate
adesso? [Traduzione Sartori leggermente modificata]
T5 Maieutica socratica: dolore e fertilit dellaporia
. (Teeteto 151a5-b1)
A quelli che si associano con me capita lo stesso che alle donne incinte anche da questo punto di vista: soffrono
le doglie e sono pieni di aporia giorno e notte, molto pi di quelle; la mia arte in grado di suscitare o calmare
queste doglie.
T6 La geneaologia di Eros e laporia di Penia, madre dellamore filosofico
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. (Simposio 203b2-d8)
In occasione della nascita di Afrodite, gli dei si trovavano a banchetto, e tra gli altri cera anche il figlio di
Metis (Intelligenza), Poros (Espediente). Dopo che ebbero pranzato, venne a chieder l'elemosina, come accade
quando c' un festino, Penia (Povert); e stava vicino alla porta. Poros, intanto, ubriaco di nettare (ch il vino
non cera ancora), entrato nel giardino di Zeus, vi era stato colto da un sonno profondo. Allora Penia,
escogitando, per la sua aporia, di avere un figlio da Poros, gli si sdraia accanto e concepisce Eros (Amore).
Ecco perch Eros, generato durante le feste natalizie di Afrodite, fin dalla nascita suo seguace e ministro, ed
insieme, di sua natura, innamorato del bello, bella essendo anche Afrodite. E come figlio di Poros e di Penia,
ecco che destino gli capitato. Anzitutto, povero sempre, e tuttaltro che delicato e bello, come credono i pi,
ma anzi ruvido e ispido e scalzo e senza tetto; e abituato a sdraiarsi per terra senza coperte, per dormire a ciel
sereno sulle soglie e per le strade: ritraendo in ci dalla natura della madre, nella sua perpetua convivenza con
la miseria. Per parte del padre, daltronde, ardente insidiatore del bello e del buono, valoroso e impavido e
veemente, cacciatore formidabile, sempre occupato a tessere inganni, desideroso di sapienza e ricco di
espedienti, tutta la vita intento a filosofare, terribile incantatore ed esperto di filtri e sofista. [Traduzione
Calogero leggermente modificata]
. [...]
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(Menone 79e7-80d4)
MEN. Socrate, anche prima dincontrarti, sapevo per sentito dire che tu non fai altro che essere tu stesso in
aporia e mettere in aporia gli altri; ora poi, come mi sembra, mi affascini, mi di pozioni, mincanti, tanto che
sono pieno di aporia. E, se mi lecito scherzare, mi somigli davvero, nella figura e nel resto, alla piatta
torpedine di mare: perch anche questa, se qualcuno le si avvicini e la tocchi, sbito lo fa intorpidire. Ora mi
sembra che tu abbia avuto su di me lo stesso effetto, poich sono veramente intorpidito nellanima e nella
bocca, e non so pi cosa risponderti. E s che ho fatto tante orazioni sulla virt e dinanzi a un gran pubblico, e
molto bene, come mi pareva. E ora, invece, non so neppure dire che cosa essa sia. Mi sembra, poi, che tu abbia
fatto benissimo a non volerti mai mettere in mare, a non voler viaggiare fuori di qui, ch se da straniero, in una
citt straniera, ti comportassi in questo modo sbito ti arresterebbero come un ammaliatore. [...]
SOCR. Quanto a me, se la torpedine fa intorpidire gli altri perch torpida essa stessa, io allora le somiglio;
se no, no. Infatti non che io, essendo in euporia (sc. ricco di risorse), faccia essere gli altri in aporia, ma io,
pi di chiunque altro in aporia, faccio s che anche gli altri siano in aporia. E cos, tornando alla virt, io non so
che cosa essa sia; tu, forse, lo sapevi prima di toccare me: ora, invece, sei divenuto simile a uno che non sa.
Comunque voglio indagare e ricercare con te cosa essa sia. [Traduzione Valigimigli leggermente modificata]
(B) Aristotele
T10 Meraviglia, aporia, e le origini della filosofia
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(
)
. [...]
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(Metafisica A 2, 982b12-983a21)
Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da
principio restavano meravigliati di fronte alle difficolt pi semplici, in seguito, progredendo a poco a poco,
giunsero ad essere in aporia riguardo a problemi sempre maggiori, per esempio i problemi riguardanti i
fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dellintero universo.
Ora, chi in aporia e si meraviglia pensa di non sapere; ed per questo anche colui che ama il mito , in certo
qual modo, filosofo: il mito, infatti, costituito da un insieme di cose che destano meraviglia. Cosicch, se gli
uomini hanno filosofato per liberarsi dellignoranza, evidente che ricercano il conoscere solo al fine di
sapere e non per conseguire qualche utilit pratica. [...] Infatti, come abbiamo detto, tutti cominciano dal
meravigliarsi che le cose stiano in un determinato modo: cos, ad esempio, di fronte alle marionette che si
muovono da s nelle rappresentazioni, o di fronte alle rivoluzioni del sole o alla incommensurabilit della
diagonale al lato. Infatti, a tutti coloro che non hanno ancora conosciuto la causa fa meraviglia che fra luna e
laltro non vi sia ununit minima di misura comune. Invece, bisogna pervenire allo stato danimo contrario,
il quale anche il migliore, secondo quanto dice il proverbio. E cos avviene, appunto, per restare agli esempi
fatti, una volta che si sia imparato: di nulla un geometra si meraviglierebbe di pi che se la diagonale fosse
commensurabile al lato. [Traduzione Reale leggermente modificata]
che cercano senza avere prima esaminato le aporie assomigliano a quelli che non sanno dove devono andare.
(3) Costoro, inoltre, non sono in grado di sapere se hanno trovato o no ci che ricercano; infatti non loro
chiaro il fine che devono raggiungere, mentre chiaro a chi, prima, ha considerato le aporie. (4) Inoltre, si
trova necessariamente in una condizione migliore per giudicare colui che ha ascoltato tutte le ragioni opposte,
come in un processo. [Traduzione Reale leggermente modificata]
O
A
X X X X
Impossibile procedere:
nessuna via percorribile
?
Nessuna via duscita
Impossibile procedere:
nessuna ragione razionale per
preferire una via alle altre
Dicono [sc. i dogmatici] infatti che o lo scettico comprende le cose dette dai dogmatici, o non le comprende;
e se le comprende, come pu essere in aporia su ci che dice di comprendere? Se invece non le comprende,
allora di ci che non ha compreso non sa nemmeno parlare. Come infatti chi non sa, ad esempio, cosa sia [...]
il teorema per mezzo di due proposizioni composte non nemmeno in grado di dire nulla riguardo a queste
cose, cos chi non conosce ciascuna delle cose di cui i dogmatici parlano non in grado di svolgere
unindagine contro di loro su ci che non sa. In nessun modo dunque lo scettico pu investigare le
affermazioni dei dogmatici. Proprio quelli che dicono queste cose ci rispondano in che modo usano qui il
termine comprendere, se nel senso di concepire, semplicemente, senza stabilire in aggiunta lesistenza di
ci cui parliamo, o concepire e allo stesso tempo affermare lesistenza di ci di cui stiamo discutendo. Se
infatti dicono che comprendere significa, nel loro argomento, dare lassenso a una rappresentazione
catalettica [...], nemmeno loro stessi forse vorranno non essere in grado di investigare quelle cose che non
abbiano compreso in questo modo. Ad esempio, quando lo stoico conduce unindagine contro lepicureo,
che dice che la sostanza divisa, o che il dio non provvede alle cose nel mondo, o che il piacere un bene, ha
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compreso queste cose o non le ha comprese? E se le ha comprese, dicendo che esse sono reali sovverte
completamente la Stoa; se invece non le ha comprese, non pu dire nulla contro di esse. E cose analoghe
vanno dette anche contro coloro che provengono da altre scuole, quando vogliano svolgere una qualche
indagine sulle opinioni di quanti la pensano in maniera diversa da loro. Cosicch non possono investigare
nulla gli uni in opposizione agli altri. [...] Se poi diranno che non questo il tipo di comprensione che essi
dicono di ritenere debba precedere lindagine, ma il semplice pensare, allora per quelli che sospendono il
giudizio sullesistenza delle cose non evidenti non impossibile investigare. Infatti allo scettico non
precluso, credo, lavere pensieri derivanti dalle cose evidenti che colpiscono la sua passivit con chiarezza e
che non implicano assolutamente lesistenza delle cose pensate: infatti non solo pensiamo le cose che
esistono, come dicono, ma anche quelle inesistenti. Per cui anche quando investiga e pensa lefettico resta
nella disposizione scettica: gi stato chiarito che concede infatti lassenso a quelle cose che gli si presentano
in base a una rappresentazione passiva, secondo quanto gli appare. Considera, piuttosto, se anche in questo
caso non siano i dogmatici quelli a cui lindagine preclusa. Infatti non per coloro che ammettono di non
conoscere come stanno le cose per natura che incoerente continuare ad investigare su di esse, ma per coloro
che pensano di conoscerle con esattezza: per costoro, infatti, la ricerca gi alla fine, poich hanno compreso,
mentre per i primi la ragione per cui ogni ricerca viene intrapresa, cio il credere di non avere trovato, sussiste
ancora.
Per un analogo attacco da parte degli Epicurei, ed unanaloga difesa pirronina, cfr. Sesto Empirico,
Contro i logici II 337-336a
(4) Conclusioni
Riflettendo sul rapporto tra aporia e ricerca, sembrerebbe naturale pensare allaporia semplicemente come a un
possibile esito negativo di una ricerca che non ha avuto successo. Platone, Aristotele e Sesto Empirico hanno punti
di vista molto pi articolati ed interessanti sul rapporto dinamico tra aporia e ricerca:
Sebbene laporia possa senzaltro essere il risultato di una certa ricerca, per nessuno dei tre laporia la fine
della ricerca (o la fine di quella particolare ricerca).
Laporia viene presentata da tutti e tre come lorigine stessa della ricerca, e dunque della filosofia, in
generale e per specifici individui.
Laporia viene presentata come una condizione psicologicamente e moralmente sana.
Laporia non meramente preliminare alle ricerca; le osservazioni, i ragionamenti e gli argomenti che sono
alla fonte dellaporia danno forma alla ricerca filosofica e la indirizzano (secondo uninterpretazione
possibile della ricerca pirroniana, infatti, essi sono costitutivi della ricerca filosofica).
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