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Trasloco a sorpresa Coraggio, dobbiamo finire di preparare le scatole Esther, sto parlando con te! Tra poco.

o. Senti mamma, quelli del trasloco vengono dopodomani e noi siamo gi molto avanti: abbiamo gi inscatolato il salotto, la roba negli armadi, le mie cose, le tue e tutta la cucina tranne due piatti, due bicchieri, una manciata di posate e il microonde! Sono due giorni che a colazione beviamo il caffelatte nei bicchieri! E la libreria? La tua libreria, prego. La mia lho svuotata ieri mattina. Ho messo via anche i libri di scuola, tanto nella mia classe non ci torner pi Quindi. A un quindi dovrebbero seguire delle conclusioni, non un punto, ma il quindipunto una specialit di Esther e significa: inutile discutere, tanto facciamo sempre come vuoi. Liliana guarda la figlia, divisa tra esasperazione e senso di colpa. Non ne hai motivo, le ripete Adele da un mese, per tranquillizzarla. Ma la promo zione di Liliana comporta un cambio di agenzia e lascer libero il posto di caposervizio che Adele si cova da anni. Anche Roberto, il padre di Esther, dice ne hai tutto il diritto, tanto per lui in futuro non cambier nulla: finora ogni due sabati si fatto, a turno con la figlia, unora e mezzo di treno in direzione est-ovest; dalla prossima settimana viagger per uno ra e tre quarti in direzione nord-sud. Per Esther e per lei, invece, promozione comporter un cospicuo aumento delle entrate, cos vivranno pi tranquille, anche se e ultimamente capitato spesso il contributo mensile di Roberto dovesse tardare. Quindi. E poi a te piace inscatolare i libri, il terzo trasloco che facciamo insieme, ormai ti conosco li prendi uno per uno, li spolveri, li adagi nelle scatole come se fossero porcellane cinesi, e soprattutto li sfogli quasi tutti prima di metterli via. E pensa come sar bello tirarli fuori e rimetterli al loro posto! Quasi quasi varrebbe la pena di traslocare solo Va bene, lo far io, la interrompe infastidita. Tu per farai il giro dei cassetti per vedere se abbiamo tolto tutto e porterai gi i sacchi della spazzatura. Daccordo? S. Ah, oggi pomeriggio esco. Una specie di merenda delladdio con le amiche. Oddio. Senti piccola, mi dispiace. Mi dispiace tanto. Davvero. Ma vedrai che pre sto Per favore, mamma. Dal prossimo mese guadagnerai di pi e vivremo meglio e avremo una casa pi grande e Ne abbiamo parlato cento volte. E poi, il prossimo anno andando alle superiori avrei cambiato compagne comunque. Liliana si avvicina al divano e le accarezza i capelli, tace e sbatte le palpebre, tratte nendo le lacrime, poi scappa a occuparsi della libreria. Ha ragione Esther: a questo punto tutto deciso, manca soltanto la disdetta del contratto daffitto, perch il contratto scadr fra cinque mesi. Spera soltanto che il padrone di casa sia clemente con la penale. Lascia con riluttanza la figlia alle sue tristezze e trascina un po' di scatole vuote nell'ampia entrata, che ospita la libreria. Siede per terra, davanti al primo scaffale. Primo ripiano in basso: enciclopedie, dizionari. la parte pi facile, i testi di consul tazione hanno diritto soltanto al trattamento standard: rapida sistemazione nella scatola. Le dispiace veramente per Esther. vero, questa la terza volta che deve separarsi da ami ci e compagni di classe, come non ha mancato di farle notare. Ma una ragazzina comuni cativa e sicura di s, presto far nuove amicizie e smetter di rimpiangere le vecchie. sta to cos anche in passato, la prima volta quando ha cambiato citt per stare vicino a zia Pia, che lha tanto aiutata quando Esther faceva le elementari, e quasi tre anni prima, quando ha cambiato quartiere per avvicinarsi al centro, dove ha lavorato finora. Ogni volta hanno dovuto fare tutto da sole, perch in questi casi Roberto praticamente inutile, sia perch loro due non sono sposati, sia perch lui non ha proprio la testa per certe cose. Del resto lei lo sapeva benissimo fin dall'inizio, tredici anni prima, quando ha deciso di tenersi la

bambina. Ce la far, gli aveva detto, prendendo di sorpresa perfino se stessa. E finora lha dimostrato. Secondo ripiano: Poesie e saggi di psicologia. Che strano modo di accostare i volumi, a pensarci. Quello non lha mai letto, si dice, e nemmeno questo, cos sottile. Meglio, i libri ancora da leggere sono una piccola dote, unassicurazione per il futuro. La garanzia di ave re un domani diverso, nel quale si avr tempo di annusarli, assaggiarli Comunque nemmeno per lei lo spostamento indolore, Dora in poi con Carlo sar tutto pi complicato, anche se Esther fa finta di nulla e non le ha mai chiesto se anche a lei dispiace andare via. Terzo ripiano. Storia. Ma guarda, i libri sul Seicento sono ancora aumentati Invece di vedersi spesso, come hanno fatto negli ultimi mesi, dora in poi si sentiranno per telefo no, si diranno frasi banali come stai?, stanca, non dirlo a me!, Gi, Allora niente rimpianti? Sicura? separate da pause sempre pi lunghe Cercheranno di conci liare i week-end di Ester con Roberto e quelli dei bambini di Carlo presso la sua ex, riusci ranno ad andare un paio di volte al mare durante la bella stagione, parleranno di trascorre re dieci giorni di ferie insieme Poi il buon senso li far desistere. Rimanderanno tutto a settembre, come due studenti poco zelanti, non ne faranno niente ma fantasticheranno di un paio di giorni ai Santi, o dopo Natale... E finalmente si arrenderanno, sollevati di aver finalmente chiuso. Sto volume sui Sumeri non se lo ricordava nemmeno. Oh, un vecchio prestito del la biblioteca. Beh, dopo sei anni e due cambi dindirizzo pu anche tenerselo. No, le faccen de di cuore che muoiono di consunzione sono atroci. Meglio congedare Carlo con unemail gentile e spiritosa. Queste cose le sa fare, in banca le lettere rognose le lasciano sem pre a lei. Mi dispiace, signora tal dei tali, ma non possiamo concederle la proroga da lei ri chiesta. Mi dispiace signor Carlo Migliorini, ma non possiamo concederle la proroga da lei richiesta. Mi dispiace signora Liliana Aversi, ma dovr trovarsi un altro compagno di letto. Al diavolo. E questo? Il suo primo vero saggio di archeologia, comprato a sedici anni su una bancarella vicina alluniversit. passato tanto tempo... Leggendolo si era immaginata lau reata in lettere, specializzata in scienze archeologiche, pronta a partire per scavare in qual che antico sito. Poi, due anni dopo, diploma di liceo classico in pugno, aveva trionfato il buon senso. Quello dei suoi, naturalmente, lei allora ne possedeva ben poco. Ed era finita a scienze politiche. Scelta assurda, aveva commentato, lapidaria, la Folchi, la sua inse gnante di lettere. Ma aveva torto: lei ha imparato a farsi piacere i lavori dufficio ed riu scita a fare carriera, quellimpresa astratta e sterile che per lei ha sempre e solo significa to aumento di stipendio-maggiore libert-incarichi meno noiosi. Amen. Mentre infila nel quinto scatolone lultimo dei suoi libri di archeologia si immagina unaltra Liliana, con altre scelte alle spalle, intenta a fare i bagagli per Sarazm, Tagikistan, e a impacchettare vecchi manuali di diritto amministrativo e tributario, cercando di ricorda re su quale bancarella li aveva acquistati. Tutto bene, mamma? s'informa Esther sfiorandola, diretta verso il bagno. Sobbalza. S, s. Bene... Esther, ci verresti con me in Tagikistan? chiede a se stes sa, ridacchiando senza convinzione. Di questi tempi il senso dellumorismo della figlia ha toccato il minimo storico. Secondo scaffale, primo ripiano dal basso. Narrativa. Finalmente. Afferra a caso un vecchio libro e lo apre a mezzo. La valle... dai fianchi ampi e morbidi... Boschi rossastri, un grappolo di case sul laltro versante... la luce obliqua del sole...

Sembra la valle che lei e lo zio raggiungevano dopo una camminata di un paio d'ore, sui sentieri di montagna. Procedi? Liliana annuisce, assorta. Uh uh. Allora vado. S, un momento come quello lha gi vissuto. Quella stessa luce, nel bosco il profumo di terra smossa, le foglie che scricchiolavano asciutte sotto gli scarponi... Chiude il libro so spirando, lo ripone con rispetto vicino agli altri. Ne sfila un altro. Una luna remota illumina la notte gelida. La strada si apre bianca davanti allo sguardo. Lauto nera lattende allincrocio. Quando lui apre la portiera aspira con piace re e paura il profumo di cuoio dei sedili. Finisce male, lo ricorda benissimo. O forse si limitata a sognarlo. Ripone, afferra, apre a caso. La carta un po ingiallita dei volumi pi vecchi ruvida sotto le dita, le parole scivolano davanti agli occhi. Il primo giorno di gran caldo... Asfalto... Clackson. Lennesimo ingorgo, odore rivoltante di pneumatici, fumi di benzina che pizzicano gli occhi... La pelle nuda delle cosce che sfrega contro la stoffa morbida del sedile. Riporre, afferrare, riempire. La voce di Esther le giunge attutita e senza importanza mentre conti nua il lavoro. Le ombre si allungano sulla delicata macchia di giacinti color corallo, bianco neve e lilla. Laria, appena pi fredda, impregnata del loro profumo... Il muro coperto di rose a casa di nonna, langolo pi tiepido del giardino, nelle sere di giugno. Le scatole gi chiuse aumentano. Rallenta il ritmo, cullata dalle parole che ruba alle pagine, fosso, fringuello fanciulla, piccoli mantra asemantici che scandiscono altri tempi, altri luoghi. Sfilare, riporre, sfilare, riporre. Lultimo libro del quarto ripiano vecchio, non lo rilegge da decenni. Si spalanca da solo, invitante. Carse camminava lungo lantico canale, pieno di acqua cupa e immobile, scavato nel fondo del mare morto. Vedeva ondeggiare le fiamme delle torce che il vento secco non riusciva mai a spegnare, e ascoltava la musica singhiozzante delle apre che non tacevano mai. Uomini magri e slanciati, donne snelle e asciutte, gli passavano accanto nelle strade buie, silenziosi come gatti, tranne per il tintinnio lieve delle campanelle che le donne por tavano come ornamento, un suono delicato come la pioggia... Legge trattenendo il respiro, la mente piena, come a dodici anni, delle notti rischia rate dalle due lune. E finalmente ricorda che limprobabile archeologo Matt Carse era ve nuto prima del famoso primo saggio di archeologia. Che Matt non ha mai potuto compe tere, nella sua mente educata al realismo con il buonsenso e la carriera immaginata dai suoi. Ma adesso, fermarsi un attimo, regalarsi qualche minuto, visitare Jekkara, la citt che sorge sul Canale Inferiore e non dorme mai, le pare possibile, accettabile. La sua unica scelta1. tardi quando Esther apre la porta di casa. Lentrata sprofondata nel buio. Accen de la luce. Due terzi dei ripiani della libreria sono gi vuoti e le scatole chiuse ordinatamen te impilate in un angolo. Prosegue, entra in salotto, nello studio di Liliana. Mamma? Mamma? Un eco attutito lunica risposta, come se la casa gi si fosse rassegnato alla sua condizione di appartamento sfitto. Invece di andare a cercarla in came ra da letto raccoglie il libro aperto a faccia in gi sul pavimento. Si guarda intorno smarrita

poi legge le due pagine fino in fondo. Oh, mamma! Lo sapevo che sarebbe finita cos, prima o poi! Per non sapevo con quale libro sarebbe accaduto. E adesso che cosa faccio? Telefono a pap. No, pap peggio che inutile in questo momento. Chiude il libro con attenzione, lo stringe contro di s, rac coglie un mezzo foglio bianco dal pavimento e lo infila tra le pagine, come segnalibro. Beh, ormai fatta. Allunga una mano verso il cellulare che la madre posa sempre accanto a s. Pronto, sono Liliana Versi. Senta, accaduto un fatto molto grave in famiglia, in somma devo rimandare il trasloco. No, non so ancora a quando, naturalmente pagher la penale. S, domattina mander un fax. Riapre il libro alla pagina giusta. Senti mamma, vediamo il lato buono della cosa: sei cos stressata che un po di svago ti far bene. Per Jekkara molto pericolosa e Matt non va tanto per il sottile. E poi ci sono gli uomini-serpenti, la Regina dei Sark e gli Uomi ni-Angelo... S, lho letto anche se ti ho sempre detto di no per non darti soddisfazione. Ve drai, trover il modo di tirarti fuori, fidati. Infila il libro nella borsa Adesso telefono a Anna e cerco di farmi invitare a cena. Tu non vagare tra i moli che sono pieni di predoni e vagabondi, non cercare grane e riposati. Del resto lhai ripetuto fino alla nausea che volevi prenderti qualche giorno di ferie! Tutte le citazione sono inventate di sana pianta, tranne questa che appartiene allincipit de La Spada di Rhiannon di Leigh Brackett, romanzo scritto nel 1953 e ambientato su Marte.
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