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Tornato a Efeso, scrive una lettera detta "delle lacrime" (2,4) perché
non avrebbe voluto scrivere così ai suoi figli; ma non ci è pervenuta. Paolo ha poi inviato a Corinto il suo discepolo
Tito che è riuscito a riportare serenità e pace. Paolo intanto, allontanatosi da Efeso (At 19), va verso la Macedonia
dove incontra Tito con buone notizie (7,6.16).
E così rincuorato scrive ai Corinzi questa seconda lettera, la più appassionata, in cui: a) Paolo spiega il suo
comportamento verso di loro e si diffonde sulla grandezza del ministero apostolico pur con i suoi aspetti dolorosi
(cc. 1-7); b) raccomanda la raccolta di offerte per la chiesa di Gerusalemme (cc. 8-9); c) difende la sua qualità di
apostolo e il suo apostolato con foga fortemente polemica contro gli avversari, definiti falsi apostoli (cc. 10-12).
Chiude con una splendida formula trinitaria di carattere liturgico (c. 13).