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Tornando a San Nicol, la sua origine turca; fu vescovo di Myra (Anatolia) e divenne protettore dei bambini in seguito ad un fatto

o narrato da una leggenda. Si dice che, quandera gi vescovo, fece resuscitare tre bambini che un macellaio aveva ucciso e fatto a pezzi per venderne la carne. Fin dal VI secolo il culto di San Nicol (o San Nicola) era diffuso in tutto loriente. La sua fama quindi approd in Italia, specie a Roma e nel sud che allora era dominato dai Bizantini. Attraverso i secoli il ricordo di questo santo non si spense, tanto che viene nominato come San Nicol di Bari, quasi la citt pugliese lavesse adottato. Tuttavia, i baresi, di cui anche patrono, festeggiano il santo il 9 maggio, giorno in cui le sue spoglie arrivarono in citt nel 1087, mentre nel nord la sua festa ricorre, come ho gi detto, il 6 dicembre che la data in cui sarebbe morto a Myra nel 343. A Trieste e in altre citt della Venezia Giulia, la tradizione vuole che, qualche giorno prima del 5 dicembre, i bimbi scrivano una letterina al santo con la richiesta di doni. Ricordo ancora le mie letterine e il bicchierino di Slivovitz (unacquavite ricavata dalle prugne, di origine balcanica e diffusa nella Venezia Giulia attraverso i Paesi dellex Yugoslavia, in particolare la Slovenia), accompagnato da dei biscotti secchi tipo Oro Saiwa, che lasciavo sul tavolo del soggiorno sapendo che San Nicol li avrebbe graditi. Non mi stupii mai che i gusti del santo combaciassro con quelli di mio pap, ma io ero davvero una bambina un po tonta: credevo a qualsiasi cosa mi venisse detto. La mattina del 6 dicembre mi svegliavo prestissimo e non riuscivo a trattenermi dal fare irruzione in sala da pranzo dove trovavo ogni ben di dio. Sullenorme tavolo (in effetti grande, ma allora mi sembrava enorme) trovavo i doni destinati a me nella met pi vicina alla porta dingresso. Venivo seguita a ruota da mio fratello, cui era destinato lo spazio corrispondente allaltra met del tavolo. Anche lui, come me, accoglieva i regali con salti di gioia. Pi tardi seppi che in realt lui, essendo pi vecchio di me di sei anni, aiutava i miei genitori ad allestire la sorpresa; era veramente un bravo commediante perch almeno fino a nove anni non ebbi alcun sospetto. Lunica cosa che un po mi dispiaceva, era che i regali non corrispondessero tutti alle mie richieste; in quel caso i miei sapevano trovare delle spiegazioni convincenti del tipo non sei stata proprio buona buona , ed io, che non sempre avevo la coscienza pulita, le accettavo senza batter ciglio. Anzi, siccome la tradizione vorrebbe che ai bambini non troppo buoni San Nicol porti anche un po di carbone, ero gi contenta che almeno quello mi fosse risparmiato. Ma in fondo noi bambini triestini eravamo anche abbastanza fortunati; pi tardi ho saputo, infatti, che in alcuni paesi dellEuropa orientale, usanza che il santo porti una verga ai bambini non meritevoli, con cui i genitori possono poi punirli. Accidenti! Meglio il carbone che poi ora fatto di zucchero. Qui in Italia la verga sarebbe comunque improponibile: i bambini correrebbero subito a chiamare il Telefono Azzurro. Ora non so, ma quandero bambina io il 6 dicembre era severamente vietato fare lezioni regolari a scuola; si cantava, infatti, una canzoncina che fa cos: San Nicol de Bari x la festa dei scolari se i scolari no fa festa ghe taieremo la testa. Davanti ad una simile minaccia cera poco da scherzare e, visto che a scuola ci dovevamo andare, sempre che non fosse domenica, le maestre erano costrette ad adattarsi e ci facevano portare in classe i regali ricevuti. Unusanza che ora forse potrebbe apparire inopportuna: dai doni ricevuti, infatti, traspare la condizione economica delle famiglie. Allora, per, non sospettavo che San Nicol non esistesse e che fossero in realt i genitori a comprare i doni per i figli. Notavo, tuttavia, che con alcune bambine il santo era stato pi generoso. Allora mi consolavo guardando le compagne che San Nicol aveva trattato peggio. Tuttavia, anche i miei figli da bambini il giorno di Santa lucia portavano i regali a scuola, segno che alla fine certe usanze sopravvivono anche se apparentemente sconvenienti.

Una cosa, per, mi convinceva poco di San Nicol: labbigliamento. Essendo un vescovo, era raffigurato con la mitra e il pastorale. Laria severa era poco compatibile con il ruolo che gli era stato attribuito. In realt cera anche unaltra versione, decisamente pi allegra: quella di un vecchietto con la barba bianca e il vestito rosso bordato di bianco. Cos venne descritto San Nicholas nel poema A Visit from St. Nicholas scritto da Clement C. Moore nel 1821. Ma per noi bimbi triestini questa figura si confondeva con quella di Babbo Natale e siccome veniva anche lui a portarci i doni, continuammo a preferire la raffigurazione classica di San Nicol in abiti vescovili. Ma che nesso c, dunque, tra il nostro San Nicol e questo San Nicholas con le fattezze di Babbo Natale? Il culto di San Nicol (o Nicola) fu portato a New York dai coloni olandesi ( infatti il protettore della citt di Amsterdam), sotto il nome di Sinterklaas. Questo nome, poi, fu tradotto nel britannico Santa Claus o Klaus ed eccoci arrivati a Babbo Natale! Nella Storia di New York, di Washington Irving, si trova un Sinterklaas americanizzato in Santa Claus: non ha pi le caratteristiche vescovili di San Nicola ma viene rappresentato come corpulento marinaio olandese avvolto in un mantello verde e con la pipa in bocca. Con questa figura Irving voleva prendersi gioco della comunit olandese di New York e molti caratteri del ritratto sono dovuti alla sua invenzione umoristica. Una rappresentazione simile si trova anche nel Canto di Natale di Charles Dickens sotto il nome di Spirito del Natale presente. Sembra che laspetto moderno di Santa Claus, come ho gi detto, abbia assunto la forma definitiva con la pubblicazione della poesia Una visita di San Nicola, ora pi nota con il titolo La notte di Natale (The Night Before Christmas), avvenuta sul giornale Sentinel della citt di Troy (nello stato di New York) il 23 dicembre 1823. La paternit dellopera non certa, ma tradizionalmente attribuita a Clement Clarke Moore. Santa Claus vi viene descritto come un signore un po tarchiato con otto renne, che vengono nominate (per la prima volta in questa versione) con i nomi di Dasher, Dancer, Prancer, Vixen, Comet, Cupid, Donder e Blitzen. La versione italiana di tali nomi : Fulmine, Ballerina, Donnola, Freccia, Cometa, Cupido, Saltarello e Donato. I bambini di tutto il mondo sanno che a Babbo Natale si pu scrivere davvero. Il suo ufficio si trova nel circolo polare artico e lindirizzo esatto : Santa Claus Arctic Circle 96930 Rovaniemi Finland

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