Sei sulla pagina 1di 1

10 Catholica

INTERVISTA

GIORNALEdelPOPOLO

SABATO 30 GIUGNO 2012

Al Congresso eucaristico mondiale con larcivescovo di Dublino

la figura e il ruolo del primate

Irlanda: ricominciare a vivere la fede, dopo gli scandali


La crisi che viviamo in Irlanda duplice e non riguarda solo gli abusi sessuali. Precedentemente c stata la grande ferita della guerra civile e la necessaria riconciliazione, dice mons. Martin. Oggi c voglia di ripartire. Il Congresso come evento anche ecumenico.
di IDA SOLDINI
LEucaristia uno dei sacramenti pi evidentemente misteriosi della Chiesa cattolica: che in un pezzo di pane sia presente Dio una cosa che urta la ragione. Volevo chiederle cosa questo sacramento abbia da dire su un punto altrettanto misterioso della nostra realt: la persona umana. Il mistero dellEucaristia il mistero dellamore: Ges che presente nellEucaristia colui che si dato, si versato per gli altri fino alla totale donazione di s. Questo lo stesso Ges che noi riceviamo nellEucaristia e noi siamo cambiati nel riceverlo. Non una devozione personale, si tratta piuttosto di una sfida in quello che pi essenziale nella vita delluomo, cio lamore. Dio si rivela come amore e Ges ci indica chi Dio perch lha reso presente con le sue azioni, con le sue parole, con la sua vita. Noi che riceviamo Ges, per forza diventiamo diversi quando ritorniamo alla nostra vita quotidiana. Perch bisogna cominciare a realizzare questo amore, un amore non narcisista, ma che genera comunione. lo stesso amore che la vita della Trinit, che non chiusa, ma si rivela e ci rende partecipe di s. Nelle cose pi importanti della nostra vita dobbiamo essere testimoni di questo. Anche nelle relazioni interpersonali cos introdotta una dimensione totalmente diversa: la prima comunit cristiana si radunava per la preghiera, per riflettere sulla parola di Dio e per la frazione del pane. Da questo raduno particolare che lEucaristia nato uno stile di vita molto diverso da quello da cui erano circondati: condividevano i loro beni, nessuno rimaneva nel bisogno. E anche per questo laltra gente li considerava con grande rispetto. Dalla comunione con Cristo pu emergere una nuova comunione fra i cristiani, e questo pu diventare una testimonianza nel mondo di cosa sia la comunione tra le persone. Nei suoi interventi lei spesso afferma che la comunicazione della fede deve ripartire dallinizio. Cosa significa? La crisi che viviamo in Irlanda duplice e non riguarda solo gli abusi sessuali. Precedentemente c stata la grande ferita della guerra civile e la necessaria riconciliazione. La Chiesa si occupata di cose che toccavano s la sua vita, ma come marginalmente e si dimenticata di quello che essenziale. In particolare la formazione dei giovani ha avuto un accento troppo in-

La sfida di ricostruire la Chiesa in Irlanda


Diarmuid Martin arcivescovo di Dublino e primate dIrlanda. Classe 1945, ordinato prete nel 1969 e vescovo nel 1999, i suoi primi incarichi sono stati allinterno della Curia Romana, dove ha prestato servizio come sottosegretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace dal 1986 al 1994. Successivamente diviene Segretario dello stesso Pontificio Consiglio. Nel 2001 papa Giovanni Paolo II lo nomina Osservatore Permanente alle Nazioni Unite. successivamente inviato alla natia arcidiocesi di Dublino, in veste di arcivescovo coadiutore. Succede al cardinale Desmond Connell come arcivescovo di Dublino e primate dIrlanda il 26 aprile 2004. Dal 2006 al 2009 stato anche vicepresidente della Commissione Episcopale della Comunit Europea. Tra il 2010 e il 2011 si occupato, su indicazione della Santa Sede, in particolar modo della Congregazione per la Dottrina della Fede, di indagare allinterno della Chiesa in Irlanda sui casi di abusi sessuali compiuti da alcuni esponenti del clero locale. La sua linea in merito si contraddistinta per la tolleranza zero.
Qui: larcivescovo Martin. Sotto: folla al Congresso Eucaristico in Irlanda.

tellettuale, troppo lontano dallesperienza vissuta, il suo fondamento era ben lontano dallessere lincontro personale con Ges e lesperienza della sequela. Certo questo rapporto ha sempre luogo nella devozione personale, ma questa non mai semplicemente una devozione individuale, solitaria. Per esempio, in Irlanda c, per motivi storici, una mancanza di formazione alla Parola di Dio: non usiamo la Bibbia come avviene nelle altre Chiese, e c un devozionalismo che induce le persone a scegliere quella parte della tradizione che pi aggrada loro. E soprattutto c il fatto che troppo a lungo la Chiesa ha avuto una posizione talmente dominante nella societ irlandese, che molte delle riflessioni sul rinnovamento finiscono col focalizzarsi su ci che esterno alla Chiesa e non su quello che realmente essenziale. Bisogna che avvenga un rinnovamento molto, molto radicale. Ora stiamo andando

incontro con entusiasmo a questa via.


Il Congresso Eucaristico stato impostato con una grande attenzione alle altre tradizioni cristiane: diversi relatori non sono cattolici, la Chiesa Anglicana ha collaborato attivamente alla preparazione. Questo che dimensione conferisce al Congresso? La dimensione ecumenica del Con-

gresso importantissima: lentusiasmo delle altre Chiese per questo che in s un evento della Chiesa cattolica, stato molto impressionante. Ad esempio, la mia amicizia con lArcivescovo anglicano di Dublino Mons. Michael Jackson, con il quale si sviluppata unintensa collaborazione nella preparazione. Le Chiese protestanti hanno la stessa nostra difficolt nel trasmettere ai giovani la fede, e sono grate di potersi appoggiare a noi. Cos come noi siamo grati della loro presenza.
Nellomelia che ha pronunciato dopo la pubblicazione del Cloyne Report sugli abusi sessuali ha parlato della sua rabbia, e di come fosse possibile che la fiducia riposta dalle vittime nel pentimento espresso dalla Chiesa potesse sentirsi tradita. Il Papa ha detto che allorigine di questa tragedia c stata unapplicazione arbitraria del diritto canonico Il Papa ha detto anche che uno dei motivi che ha portato al logoramento della disciplina nella Chiesa stata una falsa concezione della misericordia: io come vescovo ho una responsabilit precisa sia nei confronti dei sacerdoti, sia nei confronti dei pi piccoli, delle vittime. Si deve avere s misericordia per chi abusa, ma non si pu lasciarlo in prossimit di bambini, perch il rischio di recidiva altissimo; queste persone devono essere tolte da un contesto che consentirebbe loro di nuocere di nuovo. Su questo il diritto canonico era debole. Qui al Congresso sono presenti delle persone che sono state vittime di abusi. Non vogliono essere identificate pubblicamente come tali, ma sono qui, noi accompagniamo il loro cammino, fanno parte del nostro cammino, facciamo questo cammino insieme.

dalla prima di Catholica

INTERVISTA

Il prof. Adriano Pessina sulla vicenda di Chiara

Siamo nati e non moriremo mai pi


(SEGUE DA PAG 7) Con il mio pancione il Signore ha voluto che in ci che ci stava accadendo testimoniassimo la sua grandezza. Andando in giro molti ci fermavano augurandoci che il piccolo fosse sano. Eravamo cos lieti della presenza di Maria che la gente non poteva associare la nostra felicit alla sofferenza, racconta ancora Chiara. In vista della nascita la coppia aveva chiesto a Dio solo due cose: un parto naturale e la possibilit di battezzare viva la piccola ed stata esaudita. La sua mezzora di vita non ci sembrata breve. Ha potuto conoscere labbraccio del padre e dei familiari ed essere battezzata. Labbiamo accompagnata insieme alla morte. Se lavessimo abortita non avrei mai vissuto il momento della sua morte come una festa, come uno dei pi belli della mia vita, ma come un dramma da dimenticare, conclude la giovane mamma. Qualche mese dopo di nuovo incinta, ma le prime ecografie confermano che anche questo bambino, Davide, nascer con gravi malformazioni incompatibili con la vita. Senza paura e con il sorriso sulle labbra Chiara ed Enrico scelgono ancora una volta di far nascere loro bambino accompagnandolo alla morte. Dopo poco tempo, accolgono ancora unaltra vita, lieti, fiduciosi e saldi nella fede. Chiara aspetta Francesco, un bimbo stavolta in piena salute, ma al quinto mese arriva una nuova prova: a Chiara viene diagnosticato un carcinoma alla lingua. Chiara ed Enrico combattono ancora sostenuti dalla compagnia di amici, di sacerdoti e da se. Attendiamo lo sposo. Per il suo funerale chiede proprio di indossare labito nuziale, segno di una donna che aveva in chiaro a chi apparteneva la sua vita. Il mistero della vita di Chiara trasforma anche il funerale di una mamma di 28 anni in festa, con il marito che anima i canti della messa, con pi di mille persone stipate e non curanti del caldo. Lo scorso 15 giugno nella parrocchia di Santa Francesca Romana concelebrano 20 sacerdoti e il card. Vallini, prefetto della diocesi di Roma, che la chiama una seconda santa Gianna Beretta Molla. Enrico legge unultima lettera che Chiara ha lasciato al figlio: bello avere degli esempi di vita che ti ricordano che si pu pretendere da Dio il massimo della felicit, anche qui su questa terra, anche quando si lotta contro un drago che divora il corpo. Il marito, ai giornalisti e ai curiosi che in questi giorni lo interrogano, spiega: A mio figlio da grande gli racconter di come bello lasciarsi amare da Dio, perch se ti senti amato puoi fare tutto. Questa, secondo me, lessenza, la cosa pi importante della vita: lasciarsi amare, per poi a nostra volta amare e morire felici. E gli racconter che questo ha fatto mamma Chiara. Lei si lasciata amare. Averla vista morire felice per me stata una sconfitta della morte. Oggi, so che c una cosa bellissima di l che ci aspetta, confermando cos le parole pi famose della moglie: Siamo nati e non moriremo mai pi.
(G.P.)

Un sano eroismo e sacrificio


Sulle tante domande che il caso di Chiara Corbella solleva abbiamo chiesto opinione al professor Adriano Pessina (nella foto), ordinario di bioetica allUniversit Cattolica di Milano.
In merito al caso della giovane Chiara Corbella di Roma: quale la posizione della Chiesa di fronte alla scelta della madre che ha preferito sospendere le cure contro un carcinoma letale a vantaggio della vita del figlio? Leggendo la storia di Chiara, appare evidente come questa scelta sia maturata dentro una radicata fede in Dio, che le ha dato il coraggio di una decisione cos difficile, e pure cos umana. La Chiesa vede in questa scelta il senso di una duplice testimonianza, dellamore materno e dellamore cristiano. Affidandosi a Dio, Chiara ha reso esplicito un convincimento che spesso noi dimentichiamo: la sofferenza, il dolore, la morte non sono la parola definitiva nella storia delluomo e perci, se necessario, si possono persino accettare con serenit quando sono la condizione affinch si affermi il senso buono dellesistenza. Si pu dire che Chiara ha incluso nella sua decisione lamore per il figlio e lamore per suo marito grazie al riconoscimento dellamore di un Dio che Padre e che ha conosciuto la sofferenza del Figlio. Non ha perci significato cercare di interpretare questa decisione attraverso criteri utilitaristici, di costi/benefici, n chiedendosi se una vita valga pi di unaltra. La vita un bene basilare e incommensurabile, ma pu essere sacrificata quando risulta necessario per affermarne il significato, il senso ultimo: che trascende la vita stessa. In chiave filosofica ci so-

un fede incrollabile. Decisi a portare avanti la gravidanza, rinunciano alle cure contro il cancro per il bene di Francesco. Dopo la nascita del piccolo Chiara si sottopone a un intervento chirurgico radicale e poi ai successivi cicli di chemio e radioterapia. Ma la diagnosi arriva presto: ormai in fase terminale. Il buon Dio le regala un anno di vita accanto a Francesco e al marito, durante il quale combatte la malattia serena, lieta, fino ad arrivare ad ammettere: Forse la guarigione in fondo non la voglio: un marito felice e un bambino sereno senza la mamma rappresentano una testimonianza pi grande rispetto ad una donna che ha superato una malattia. Una testimonianza che potrebbe salvare tante persone. E cos stato. Poco prima di morire, lo scorso 13 giugno, dice al parroco: Siamo qua con le lanterne acce-

no due parole che descrivono questa scelta: eroismo e sacrificio. Il termine eroismo ha nella sua radice il riferimento alleros, allamore, e questa decisione, cos sofferta e impegnativa, si pu solo comprendere dentro un legame appassionato che porta con s il senso della responsabilit. Perch quando si genera qualcuno si stabilisce unimplicita promessa: mi prender cura di te affinch tu possa esistere e crescere. E se per mantenere questa promessa bisogna rinunciare per sempre a qualcosa che pure importante, perch c un rapporto di causa ed effetto tra la rinuncia e il mantenere questa promessa, si ha appunto il sacrificio. Come bioeticista penso che la scelta di Chiara ci permetta di comprendere che il senso della vita a volte deve essere affermato accettando la morte. Che valore ha la scelta di portare a termine due gravidanze pur sapendo che entrambi i figli sarebbero morti? Questa domanda importante, perch mette in luce un fatto: abbiamo dimenticato il senso dellaccompagnamento del morente. Portare a termine una gravidanza anche quando la patologia del figlio in grembo non gli permetter di vedere la luce significa proprio questo: rifiutarsi di diventare causa della morte, attraverso un aborto procurato, e fare compagnia al proprio figlio fino allultimo, offrendogli la sofferta presenza di un amore materno. Chi ha conosciuto lesperienza delle madri che hanno offerto il loro grembo come ultima dimora di un figlio che stato ucciso da una patologia in fase prenatale sa che, a differenza di quanto pensano astratti osservatori esterni, questa decisione permette anche alla madre di dare un senso al proprio immenso dolore.
(G.P.)

Potrebbero piacerti anche