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NORMA

EUROPEA
Pagina I
UNI EN ISO 13790:2005
UNI
Riproduzione vietata. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte del presente documento
pu essere riprodotta o diffusa con un mezzo qualsiasi, fotocopie, microfilm o altro, senza
il consenso scritto dellUNI.
www.uni.com
UNI
Ente Nazionale Italiano
di Unificazione
Via Sannio, 2
20137 Milano, Italia
UNI EN ISO
13790
APRILE 2005
Prestazione termica degli edifici
Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento
Thermal performance of buildings
Calculation of energy use for space heating
La norma fornisce un metodo di calcolo semplificato per la determi-
nazione del fabbisogno energetico annuo per il riscaldamento di
edifici residenziali e non residenziali, o di loro parti.
TESTO ITALIANO
La presente norma la versione ufficiale in lingua italiana della
norma europea EN ISO 13790 (edizione giugno 2004).
ICS 91.140.10
Versione italiana del
marzo 2007
UNI Pagina II
UNI EN ISO 13790:2005
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di tutte le parti
interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per rappresentare il reale stato
dellarte della materia ed il necessario grado di consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dellapplicazione di questa norma, di poter fornire sug-
gerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno stato dellarte
in evoluzione pregato di inviare i propri contributi allUNI, Ente Nazionale Italiano di
Unificazione, che li terr in considerazione per leventuale revisione della norma stessa.
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di nuove edizioni o
di aggiornamenti.
importante pertanto che gli utilizzatori delle stesse si accertino di essere in possesso
dellultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Si invitano inoltre gli utilizzatori a verificare lesistenza di norme UNI corrispondenti alle
norme EN o ISO ove citate nei riferimenti normativi.
PREMESSA NAZIONALE
La presente norma costituisce il recepimento, in lingua italiana, del-
la norma europea EN ISO 13790 (edizione giugno 2004), che assu-
me cos lo status di norma nazionale italiana.
La presente norma stata elaborata sotto la competenza dellente
federato allUNI
CTI - Comitato Termotecnico Italiano
La presente norma stata ratificata dal Presidente dellUNI ed en-
trata a far parte del corpo normativo nazionale l1 aprile 2005.
This European Standard was approved by CEN on
CEN members are bound to comply with the CEN/CENELEC Internal Regulations which stipulate the conditions for giving
this European Standard the status of a national standard without any alteration. Up-to-date lists and bibliographical references
concerning such national standards may be obtained on application to the Central Secretariat or to any CEN member.
This European Standard exists in three official versions (English, French, German). A version in any other language made by
translation under the responsibility of a CEN member into its own language and notified to the Central Secretariat has the same
status as the official versions.
CEN members are the national standards bodies of Austria, Belgium, Cyprus, Czech Republic, Denmark, Estonia, Finland,
France, Germany, Greece, Hungary, Iceland, Ireland, Italy, Latvia, Lithuania, Luxembourg, Malta, Netherlands, Norway, Poland,
Portugal, Slovakia, Slovenia, Spain, Sweden, Switzerland and United Kingdom.
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UNI EN ISO 13790:2005
EUROPEAN COMMITTEE FOR STANDARDIZATION
COMIT EUROPEN DE NORMALISATION
EUROPISCHES KOMITEE FR NORMUNG
Management Centre: rue de Stassart, 36 B-1050 Brussels
EUROPEAN STANDARD
NORME EUROPENNE
EUROPISCHE NORM
2004 CEN All rights of exploitation in any form and by any means reserved worldwide
for CEN national Members.
English version
EN ISO 13790
June 2004
ICS 91.140.10
Thermal performance of buildings - Calculation of energy use for space heating
(ISO 13790:2004)
Performance thermique des btiments - Calcul des besoins
dnergie pour le chauffage des locaux (ISO 13790:2004)
Wrmetechnisches Verhalten von Gebuden - Berechnung
des Heizenergiebedarfs (ISO 13790:2004)
8 September 2003.
Ref. No. EN ISO 13790:2004: E
INDICE
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UNI EN ISO 13790:2005
PREMESSA 1
INTRODUZIONE 2
1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE 2
2 RIFERIMENTI NORMATIVI 3
3 TERMINI E DEFINIZIONI 3
4 SIMBOLI E ABBREVIAZIONI 5
prospetto 1 Simboli e unit di misura............................................................................................................................ 5
prospetto 2 Pedici ................................................................................................................................................................ 6
5 DESCRIZIONE DEL PROCEDIMENTO DI CALCOLO E DATI RICHIESTI 7
figura 1 Bilancio di energia di un edificio .............................................................................................................. 7
6 RISCALDAMENTO INTERMITTENTE 10
figura 2 Esempio di modalit dintermittenza.................................................................................................... 11
7 DISPERSIONE TERMICA (CALCOLO RELATIVO AD UNA SINGOLA
ZONA) 12
8 APPORTI TERMICI 14
9 FABBISOGNO TERMICO 16
prospetto 3 Spessore massimo da considerare per il calcolo della capacit termica interna................. 17
prospetto 4 Valori del parametro numerico a
0
e della costante di tempo di riferimento t
0
...................... 17
figura 3 Fattore di utilizzazione per costanti di tempo pari a 8 h, 1 d, 2 d, 1 settimana ed infinita,
valido per il periodo di calcolo mensile di edifici riscaldati in modo continuo (edificio di
tipo I, in alto), e per edifici riscaldati solo durante il giorno (edificio di tipo II, in basso) .... 18
10 FABBISOGNO TERMICO ANNUALE DELLEDIFICIO 18
11 FABBISOGNO DI ENERGIA PER IL RISCALDAMENTO AMBIENTE 19
12 RELAZIONE DI CALCOLO 19
APPENDICE A APPLICAZIONE AGLI EDIFICI ESISTENTI 21
(normativa)
APPENDICE B METODO DI CALCOLO MULTI-ZONA 23
(normativa)
APPENDICE C RISCALDAMENTO INTERMITTENTE - CALCOLO DELLA TEMPERATURA
(normativa) INTERNA CORRETTA 24
figura C.1 Rappresentazione dellequivalente elettrico di una zona............................................................. 25
figura C.2 Profilo del riscaldamento intermittente, che riporta i periodi considerati
A: funzionamento attenuato; B: spegnimento; C: potenza termica ridotta............................. 26
APPENDICE D CALCOLO IN PRESENZA DI PERIODO FESTIVO 31
(normativa)
APPENDICE E DISPERSIONE TERMICA DI ELEMENTI PARTICOLARI
(normativa) DELLINVOLUCRO 32
figura E.1 Percorso del flusso daria in una parete solare ventilata.............................................................. 32
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UNI EN ISO 13790:2005
figura E.2 Rapporto o tra la differenza cumulata di temperatura interna-esterna quando limpianto
di ventilazione in funzione ed il suo valore relativo allintero periodo di calcolo,
espresso in funzione del rapporto apporti/dispersioni dello strato daria,
al
........................ 33
figura E.3 Percorso dellaria nella parete .............................................................................................................. 34
prospetto E.1 Requisiti di ventilazione per lapplicazione del metodo................................................................ 34
APPENDICE F APPORTI SOLARI DI ELEMENTI PARTICOLARI 35
(normativa)
figura F.1 Serra addossata con apporti e coefficienti di dispersione termica, e circuito elettrico
equivalente ................................................................................................................................................. 35
prospetto F.1 Coefficienti c
j,m
per il calcolo della trasmittanza energetica solare totale efficace
dellisolamento trasparente utilizzando i valori misurati per incidenza normale ed
emisferica (per pareti verticali).............................................................................................................. 37
figura F.2 Rapporto e tra la radiazione solare totale incidente sullelemento quando lo strato
daria aperto e la radiazione solare totale durante il periodo di calcolo, espresso in
funzione del rapporto apporti/dispersioni dello strato daria,
al
................................................ 38
APPENDICE G PORTATE DARIA DI VENTILAZIONE 41
(informativa)
prospetto G.1 Livelli di tenuta allaria utilizzati allinterno della presente appendice...................................... 43
prospetto G.2 Tasso di ricambio daria, n in h
-1
, negli edifici multi-familiari ventilati naturalmente,
determinato in funzione della classe di schermatura e della tenuta allaria delledificio.... 43
prospetto G.3 Tasso di ricambio daria, n in h
-1
in case mono-familiari ventilate naturalmente,
determinato in funzione della classe di schermatura e della tenuta allaria delledificio.... 43
prospetto G.4 Coefficienti di schermatura, e e f, per il calcolo della portata daria aggiuntiva
secondo lequazione ................................................................................................................................ 43
APPENDICE H DATI PER IL CALCOLO DEGLI APPORTI SOLARI 44
(informativa)
prospetto H.1 Valori tipici di trasmittanza termica e trasmittanza energetica solare totale per i tipi
comuni di vetrata....................................................................................................................................... 44
prospetto H.2 Fattori di riduzione per alcuni tipi di tendaggi .................................................................................. 45
figura H.1 Angolo dellorizzonte, o.......................................................................................................................... 45
prospetto H.3 Fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta ad ostruzioni esterne, F
h
.......... 46
figura H.2 Aggetti orizzontale e verticale............................................................................................................... 46
prospetto H.4 Fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta agli aggetti orizzontali, F
o
......... 46
prospetto H.5 Fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta agli aggetti verticali, F
f
............... 46
APPENDICE I CALCOLO DEL FABBISOGNO TERMICO PER CIASCUN MODO DI
(informativa) RISCALDAMENTO 47
APPENDICE J ACCURATEZZA DEL METODO 49
(informativa)
APPENDICE K DATI DI INGRESSO CONVENZIONALI 50
(informativa)
APPENDICE ZA RIFERIMENTI NORMATIVI A PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI E
(informativa) PUBBLICAZIONI EUROPEE CORRISPONDENTI 51
BIBLIOGRAFIA 52
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UNI EN ISO 13790:2005
PREMESSA
Il presente documento EN ISO 13790:2004 stato elaborato dal Comitato Tecnico
CEN/TC 89 "Prestazioni termiche degli edifici e dei componenti edilizi", la cui segreteria
affidata al SIS, in collaborazione con il Comitato Tecnico ISO/TC 163 "Prestazioni
termiche e consumi di energia nell'ambiente costruito", sottocomitato 2, "Metodi di
calcolo".
Alla presente norma europea deve essere attribuito lo status di norma nazionale, o
mediante pubblicazione di un testo identico o mediante notifica di adozione, entro
dicembre 2004, e le norme nazionali in contrasto devono essere ritirate entro
dicembre 2004.
Le appendici da A a F sono normative. Le appendici da G a K sono informative.
Il presente documento comprende una bibliografia.
In conformit alle Regole Comuni CEN/CENELEC, gli enti nazionali di normazione dei
seguenti Paesi sono tenuti a recepire la presente norma europea: Austria, Belgio, Cipro,
Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia,
Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo,
Regno Unito, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e
Ungheria.
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UNI EN ISO 13790:2005
INTRODUZIONE
La presente norma fa parte di una serie di metodi di calcolo per il progetto e la valutazione
delle prestazioni termiche degli edifici e dei componenti edilizi.
Il metodo di calcolo presentato nella presente norma basato su un bilancio di energia,
che tiene conto delle variazioni di temperatura interna ed esterna e, attraverso un fattore
di utilizzazione, delleffetto dinamico degli apporti interni e solari.
Il presente metodo pu essere utilizzato per le seguenti applicazioni:
1) valutare il rispetto di regolamenti espressi in termini di obiettivi energetici;
2) confrontare le prestazioni energetiche di varie alternative progettuali per un edificio
in progetto;
3) indicare un livello convenzionale di prestazione energetica degli edifici esistenti;
4) stimare leffetto di possibili misure di risparmio energetico su un edificio esistente,
calcolando il fabbisogno di energia con e senza ciascuna misura di conservazione di
energia;
5) prevedere le future esigenze di risorse energetiche su scala nazionale o
internazionale, calcolando i fabbisogni di energia di molti edifici rappresentativi del
parco edilizio.
Per dati di ingresso e per particolareggiati procedimenti di calcolo non forniti dalla
presente norma, si pu fare riferimento ad altri documenti internazionali o nazionali. In
particolare ci si applica per il calcolo dellefficienza o delle perdite di calore degli impianti
di riscaldamento.
Al contrario della EN 832, il cui campo ristretto agli edifici residenziali, la presente norma
pu essere applicata sia agli edifici residenziali sia a quelli non residenziali. I pi importati
cambiamenti nella EN ISO 13790 rispetto alla EN 832:1998, "Thermal performance of
buildings - Calculation of energy use for heating - Residential buildings" sono:
1) le portate di ventilazione sono calcolate secondo le norme elaborate dal
CEN/TC 156;
2) il punto 11 stato semplificato, e per il calcolo del fabbisogno di energia a partire dal
fabbisogno termico si fa riferimento alle norme internazionali esistenti o, in
mancanza di esse, ai documenti nazionali;
3) stato introdotto un metodo normativo per calcolare gli effetti dellintermittenza;
4) sono stati introdotti nuovi dati di ingresso per gli edifici non residenziali, in particolare
per quel che riguarda i fattori di utilizzazione.
Per tutte queste ragioni il calcolo secondo la EN ISO 13790 d risultati che possono
differire lievemente da quelli ottenuti con la EN 832.
1 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma fornisce un metodo di calcolo semplificato per la stima del fabbisogno
annuale di energia per il riscaldamento di un edificio residenziale o non residenziale, o di
una parte di esso, che sar denominato "ledificio".
Non si applica ad edifici con impianti di condizionamento dellaria, adatti a fornire
raffrescamento durante la stagione di riscaldamento.
Il presente metodo comprende il calcolo:
1) delle dispersioni termiche delledificio quando esso riscaldato ad una temperatura
interna costante;
2) del fabbisogno annuale di calore per mantenere le prefissate temperature di
regolazione allinterno delledificio;
3) del fabbisogno annuale di energia dellimpianto di riscaldamento delledificio,
utilizzando le caratteristiche dellimpianto ricavabili da specifiche norme europee o
internazionali, o, in mancanza di esse, da documenti nazionali.
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UNI EN ISO 13790:2005
Ledificio pu avere diverse zone termiche a differenti temperature di regolazione e pu
avere un riscaldamento intermittente.
Il periodo di calcolo il mese. Per gli edifici residenziali il calcolo pu anche essere
effettuato sulla stagione di riscaldamento. Il calcolo mensile fornisce risultati corretti su
base annuale, ma i risultati relativi ai singoli mesi in prossimit della fine e dellinizio della
stagione di riscaldamento possono essere soggetti a notevoli errori relativi. Lappendice J
fornisce ulteriori informazioni sullaccuratezza del metodo.
2 RIFERIMENTI NORMATIVI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del
testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche
o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente
norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale lultima
edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
EN ISO 7345:1995 Thermal insulation - Physical quantities and definitions
(ISO 7345:1987)
EN ISO 13370:1998 Thermal performance of buildings - Heat transfer via the ground -
Calculation methods (ISO 13370:1998)
EN ISO 13789 Thermal performance of buildings - Transmission heat loss
coefficient - Calculation method (ISO 13789:1999)
3 TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma europea, si applicano i termini e le definizioni di cui alla
EN ISO 7345:1995 ed i termini e le definizioni seguenti.
3.1 periodo di calcolo: Intervallo di tempo per il calcolo delle dispersioni e degli apporti
termici.
Nota Il periodo di calcolo il mese. Per gli edifici residenziali il calcolo pu anche essere effettuato sulla stagione
di riscaldamento.
3.2 temperatura esterna: Temperatura dellaria esterna.
Nota Per i calcoli della dispersione termica per trasmissione, la temperatura radiante dellambiente esterno
considerata uguale alla temperatura dellaria esterna; la trasmissione verso la volta celeste per irraggiamento
ad alta lunghezza donda considerata nel punto F.5.
3.3 temperatura interna: Media aritmetica della temperatura dellaria e della temperatura
media radiante al centro della zona occupata.
Nota Questa la temperatura operante approssimata secondo la ISO 7726, Ergonomics of the thermal
environment - Instruments for measuring physical quantities.
3.4 temperatura di regolazione (set-point): Temperatura interna fissata dal sistema di
regolazione nel modo di riscaldamento normale.
3.5 temperatura di attenuazione (set-back): Temperatura interna minima da mantenere
durante i periodi di riscaldamento ridotto.
3.6 temperatura interna corretta: Temperatura interna virtuale costante che determina la
stessa dispersione termica del riscaldamento intermittente.
3.7 ambiente riscaldato: Vano o spazio chiuso riscaldato ad una determinata temperatura di
regolazione.
3.8 ambiente non riscaldato: Vano o spazio chiuso che non fa parte dellambiente riscaldato.
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UNI EN ISO 13790:2005
3.9 fabbisogno termico: Calore che deve essere fornito allambiente riscaldato da un
impianto di riscaldamento ideale per mantenere la temperatura di regolazione durante un
certo intervallo di tempo.
Nota Il fabbisogno termico pu comprendere la dispersione termica aggiuntiva delledificio risultante da una
distribuzione non uniforme della temperatura e da una regolazione non ideale della temperatura, se questi
fattori sono considerati attraverso un aumento della temperatura di regolazione e non compresi nelle perdite
di calore dellimpianto di riscaldamento.
3.10 fabbisogno di energia per il riscaldamento ambiente: Energia termica che deve essere
fornita allimpianto di riscaldamento per soddisfare il fabbisogno termico.
3.11 riscaldamento intermittente: Modalit di riscaldamento secondo cui periodi di
riscaldamento normale si alternano a periodi di riscaldamento ridotto.
3.12 modi dintermittenza: Durante il riscaldamento intermittente, limpianto di riscaldamento
funziona secondo uno dei seguenti modi:
3.12.1 funzionamento normale: Limpianto di riscaldamento funziona in modo da mantenere la
temperatura interna al valore che essa avrebbe nel caso di riscaldamento continuo.
3.12.2 spegnimento: Limpianto di riscaldamento non fornisce calore.
3.12.3 potenza termica ridotta: Limpianto di riscaldamento fornisce un flusso termico ridotto
rispetto al riscaldamento normale.
3.12.4 attenuazione (set-back): Il flusso termico controllato in modo da mantenere una
temperatura di attenuazione.
3.12.5 avviamento: Limpianto di riscaldamento funziona a piena potenza per raggiungere la
temperatura di regolazione entro la fine del periodo di riscaldamento ridotto.
Nota A seconda del sistema di regolazione, lavviamento pu iniziare secondo due diverse strategie:
a) avviamento di durata prefissata: linizio del periodo di avviamento fissato dallutente;
b) avviamento ottimizzato: lora alla quale si deve raggiungere la temperatura di regolazione fissata
dallutente ed il sistema di regolazione ottimizza linizio del periodo di avviamento, tenendo conto delle
temperature esterna ed interna.
3.13 zona riscaldata: Parte dellambiente riscaldato con una data temperatura di regolazione,
nella quale si ipotizza che la temperatura interna abbia variazioni spaziali trascurabili.
3.14 coefficiente di scambio termico: Rapporto tra il flusso termico scambiato tra due zone e
la differenza di temperatura tra le stesse zone.
3.15 coefficiente di dispersione termica: Coefficiente di scambio termico dallambiente
riscaldato allambiente esterno.
Nota Il coefficiente di dispersione termica delledificio non pu essere utilizzato quando applicato il metodo di
calcolo multi-zona secondo lappendice B.
3.16 dispersione termica delledificio: Calore trasferito dallambiente riscaldato allambiente
esterno per trasmissione e ventilazione durante un dato intervallo di tempo.
3.17 dispersione termica per ventilazione: Calore disperso attraverso laria che lascia
lambiente riscaldato, per exfiltrazione o per ventilazione.
3.18 dispersione termica per trasmissione: Dispersione termica per trasmissione attraverso
linvolucro delledificio ed il terreno.
3.19 apporti termici: Calore generato allinterno dellambiente riscaldato o che vi entra da
sorgenti diverse dagli impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda sanitaria.
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UNI EN ISO 13790:2005
Nota Sono compresi gli apporti termici interni e quelli solari.
3.20 apporti termici interni: Calore fornito allinterno delledificio dagli occupanti (calore
metabolico sensibile) e da apparecchi diversi dagli impianti di riscaldamento e di
produzione di acqua calda sanitaria (illuminazione, apparecchi domestici, apparecchi
dufficio, ecc.).
3.21 apporti solari: Calore fornito dalla radiazione solare entrante nelledificio attraverso le
finestre o dispositivi solari passivi come le serre, lisolamento trasparente e le pareti solari.
Nota I dispositivi solari attivi come i collettori solari sono considerati parte dellimpianto di riscaldamento.
3.22 irraggiamento solare: Energia solare incidente per unit di superficie in un dato intervallo
di tempo.
3.23 fattore di utilizzazione: Fattore di riduzione degli apporti termici totali mensili o stagionali
che serve per ricavare leffettiva riduzione del fabbisogno termico.
3.24 calore recuperato: Calore recuperato dallambiente o dagli impianti di riscaldamento e di
produzione di acqua calda sanitaria (inclusa lapparecchiatura ausiliaria), se non preso
direttamente in considerazione attraverso una riduzione delle perdite dellimpianto di
riscaldamento.
3.25 recupero termico di ventilazione: Calore recuperato dallaria espulsa.
3.26 perdite dellimpianto di riscaldamento: Calore totale perso dallimpianto di riscaldamento,
comprese le perdite di calore recuperate.
4 SIMBOLI E ABBREVIAZIONI
prospetto 1 Simboli e unit di misura
Simbolo Grandezza Unit di misura
A area m
2
a parametro numerico nel fattore di utilizzazione -
b fattore di correzione per le zone non riscaldate -
C capacit termica efficace di un ambiente riscaldato J/K
c capacit termica specifica J/(kgK)
d spessore dello strato m
F fattore -
g trasmittanza energetica solare totale di un elemento edilizio -
I irraggiamento solare J/m
2
H coefficiente di scambio termico, coefficiente di dispersione termica W/K
h coefficiente di scambio termico liminare W/(m
2
K)
L lunghezza m
N numero
Q quantit di calore o energia J
R resistenza termica m
2
K/W
T temperatura termodinamica K
t tempo, intervallo di tempo s
U trasmittanza termica W/(m
2
K)
V volume daria in una zona riscaldata m
3
flusso daria m
3
/s V

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UNI EN ISO 13790:2005
prospetto 1 Simboli e unit di misura (Continua)
Nota Le ore possono essere utilizzate come unit di misura del tempo al posto dei secondi per tutte le grandezze
che dipendono dal tempo (cio per gli intervalli di tempo cos come per i tassi di ricambio daria), ma in questo
caso lunit di misura dellenergia il Watt-ora [Wh] invece del Joule.
prospetto 2 Pedici
Simbolo Grandezza Unit di misura
u flusso termico, potenza termica W
Z parametro di dispersione termica per le pareti solari W/(m
2
K)
o coefficiente di assorbimento di una superficie relativo alla radiazione solare -
rapporto apporti/dispersioni -
o rapporto tra la differenza cumulata di temperatura interna-esterna quando limpianto di ventilazione in
funzione ed il suo valore relativo a tutto il periodo di calcolo
-
c emissivit di una superficie relativa alla radiazione termica -
q rendimento, fattore di utilizzazione degli apporti -
k fattore relativo alle dispersioni termiche delle pareti solari ventilate -
u temperatura Celsius C
massa volumica kg/m
3
o costante di Stefan-Boltzmann (o = 5,67 10
-8
) W/(m
2
K
4
)
t costante di tempo s
_ capacit termica areica J/(m
2
K)
rapporto tra gli effetti di una variazione del flusso termico sulla temperatura interna e quelli sulla temperatura
della struttura
-
parte efficace della capacit termica -
e rapporto tra la radiazione solare totale incidente sull'elemento quando lo strato daria aperto e la radiazione
solare totale durante il periodo di calcolo
-
C capacit, calcolo, convettivo f forma, finale r radiante, recuperato, ridotto
F telaio g apporti s solare, serra
G terreno h riscaldamento, riscaldato, emisferico sb attenuazione
L dispersione hol periodi festivi se liminare esterno
P relativo alla potenza hw acqua calda si liminare interno
S ombreggiatura i interno ss media superficie-volta celeste
T trasmissione ih riscaldamento intermittente sw parete solare
V ventilazione i, j, k, m, n contatori t isolamento trasparente
a aria l strato th impianto di riscaldamento
ad corretto m metabolico, mese u non riscaldato
ap apparecchi nh riscaldamento spento v ventilazione
bh riscaldamento di avviamento o globale w finestra
c struttura p parete divisoria y, z numero della zona
d progetto, giornaliero, diretto pp potenza di picco perpendicolare
e esterno, involucro ps ombreggiatura permanente 0 base, riferimento
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5 DESCRIZIONE DEL PROCEDIMENTO DI CALCOLO E DATI RICHIESTI
5.1 Bilancio di energia
Il bilancio di energia comprende i seguenti termini (si considera solo il calore sensibile):
- dispersione termica per trasmissione e ventilazione dallambiente riscaldato verso
lambiente esterno;
- scambio termico per trasmissione e ventilazione tra zone adiacenti;
- apporti termici interni;
- apporti solari;
- perdite di generazione, distribuzione, emissione e regolazione dellimpianto di
riscaldamento;
- energia assorbita dallimpianto di riscaldamento.
Il bilancio di energia pu anche considerare lenergia recuperata da sorgenti varie.
Nota Poich gli apporti termici possono indurre la temperatura interna a salire sopra il suo valore di regolazione, la
dispersione termica addizionale risultante presa in considerazione attraverso un fattore di utilizzazione che
riduce gli apporti termici.
I termini principali del bilancio di energia sono illustrati schematicamente nella figura 1.
figura 1 Bilancio di energia di un edificio
Legenda
Q Fabbisogno di energia per il riscaldamento Q
Vr
Recupero termico di ventilazione
Q
oa
Calore prodotto da altri apparecchi Q
T
Dispersione termica per trasmissione
Q
r
Energia recuperata Q
hw
Calore per la produzione di acqua calda
Q
hs
Perdite dellimpianto di riscaldamento sanitaria
Q
m
Calore metabolico Q
L
Dispersione termica totale
Q
s
Apporti solari passivi 1 Confine della zona riscaldata
Q
i
Apporti interni 2 Confine dellimpianto di produzione
Q
g
Apporti totali dacqua calda sanitaria
q Q
g
Apporti utili 3 Confine dellimpianto di riscaldamento
Q
h
Fabbisogno termico 4 Confine delledificio
Q
V
Dispersione termica per ventilazione
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UNI EN ISO 13790:2005
5.2 Procedimento di calcolo
Si riporta sinteticamente di seguito il procedimento di calcolo. Inoltre, nel caso in cui si
applichi la presente norma a edifici esistenti, si deve seguire il procedimento particolare
riportato nellappendice A.
1) Definire i confini dellambiente riscaldato e, se appropriato, delle differenti zone ed
ambienti non riscaldati, secondo il punto 5.3;
2) nel caso di riscaldamento intermittente o ventilazione intermittente, definire,
allinterno del periodo di calcolo, i periodi aventi modalit differenti di riscaldamento
e ventilazione (per esempio giorno, notte, fine settimana) secondo il punto 6;
3) per una zona termica singola, calcolare il coefficiente di dispersione termica
dellambiente riscaldato secondo il punto 7; o per un calcolo multi-zona seguire il
procedimento riportato nellappendice B;
4) per il calcolo stagionale, definire o calcolare la durata e i dati climatici della stagione
di riscaldamento secondo il punto 9.2.
Quindi, per ciascun periodo di calcolo (mese o stagione di riscaldamento):
5) calcolare la temperatura interna corretta per ciascun periodo secondo il punto 6;
6) calcolare la dispersione termica, Q
L
, secondo il punto 7;
7) calcolare gli apporti termici interni, Q
i
, secondo il punto 8.1;
8) calcolare gli apporti solari, Q
s
, secondo il punto 8.2;
9) calcolare il fattore di utilizzazione degli apporti termici, q, secondo il punto 9.2;
10) calcolare il fabbisogno termico, Q
h
, per tutti i periodi di calcolo, secondo il punto 9;
11) calcolare il fabbisogno termico annuale, Q
h
, secondo il punto 10;
12) calcolare il fabbisogno di energia per il riscaldamento, prendendo in considerazione
le perdite dellimpianto di riscaldamento, secondo il punto 11.
5.3 Definizione dei confini e delle zone
5.3.1 Confine dellambiente riscaldato
Il confine dellambiente riscaldato costituito da tutti gli elementi edilizi che separano
lambiente riscaldato dallambiente esterno o dalle zone adiacenti riscaldate o dagli
ambienti non riscaldati.
5.3.2 Zone termiche
5.3.2.1 Calcolo relativo ad una zona termica singola
Nel caso in cui lambiente riscaldato sia mantenuto dappertutto alla stessa temperatura e
quando gli apporti interni e solari sono relativamente piccoli o uniformemente distribuiti in
tutto ledificio, si applica il procedimento di calcolo relativo ad una zona termica singola.
La divisione in zone non richiesta quando:
a) le temperature di regolazione delle singole zone non differiscono mai di oltre 4 K, e
ci si attende che i rapporti apporti/perdite differiscano tra di loro di un valore minore
di 0,4 (per esempio tra le zone a nord e quelle a sud), oppure
b) probabile che le porte che dividono le diverse zone siano frequentemente aperte.
In situazioni di questo tipo, anche se la temperatura di regolazione non uniforme, si
applica il metodo di calcolo relativo ad una zona termica singola. La temperatura interna
da utilizzare, quindi, vale:
(1) u
i
H
z
u
iz
z
_
H
z
z
_
------------------- - =
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UNI EN ISO 13790:2005
dove:
u
iz
la temperatura di regolazione della zona z;
H
z
il coefficiente di dispersione termica, secondo il punto 6, ma calcolato
separatamente per ciascuna zona z.
In questo caso si deve scegliere ununica modalit dintermittenza.
5.3.2.2 Calcolo multi-zona
Negli altri casi con differenze significative nelle temperature di regolazione o negli apporti
termici, ledificio diviso in diverse zone.
Se lo scopo del calcolo stimare individualmente il fabbisogno termico di ogni zona,
allora si deve utilizzare il procedimento di calcolo riportato nellappendice B.
Altrimenti, ogni zona pu essere calcolata indipendentemente utilizzando il procedimento
di calcolo relativo ad una zona singola ed assumendo confini adiabatici tra le zone. Il
fabbisogno di energia delledificio la sommatoria dei valori del fabbisogno di energia
calcolati per le singole zone.
5.4 Dati di ingresso
5.4.1 Origine e tipologia dei dati di ingresso
In mancanza di norme internazionali alle quali fare riferimento, le informazioni necessarie
possono essere ottenute da norme nazionali o da altri documenti pertinenti, che
dovrebbero essere sempre utilizzati quando disponibili. Le appendici informative della
presente norma forniscono i valori o le metodologie per ricavare i valori nel caso in cui non
siano disponibili in altro modo le informazioni necessarie.
Per la previsione dei fabbisogni di energia o per la valutazione di conformit a regolamenti
o specifiche tecniche, si devono utilizzare valori convenzionali, in modo tale da rendere i
risultati confrontabili tra diversi edifici.
Per lottimizzazione un edificio da progettare o la ristrutturazione di un edificio esistente, si
deve effettuare la migliore stima possibile dei dati di ingresso per quel dato edificio
(vedere appendice A). Tuttavia, se non sono disponibili dati pi affidabili, si possono
utilizzare, in prima approssimazione, i valori convenzionali.
Le dimensioni fisiche delledificio devono essere consistenti per tutte le fasi del calcolo.
possibile riferirsi alle dimensioni interne, esterne o interne dingombro, ma lo stesso tipo di
dimensioni deve essere mantenuto per lintero calcolo il tipo di dimensioni utilizzate deve
essere chiaramente indicato nella relazione di calcolo.
Nota 1 Alcune trasmittanze termiche lineari dei ponti termici dipendono dal tipo di dimensione utilizzata.
I dati di ingresso richiesti per il calcolo relativo ad ununica zona termica sono riportati di
seguito. Alcuni di questi dati possono essere diversi per ciascun periodo di calcolo (per
esempio i fattori di correzione per ombreggiatura, le portate daria nei mesi freddi) e per
ciascun periodo relativo ad una certa modalit dintermittenza (per esempio la portata
daria, la trasmittanza termica delle finestre a causa della chiusura delle imposte durante
la notte). I dati di ingresso relativi alla dispersione termica sono
H
T
coefficiente di dispersione termica per trasmissione, calcolato secondo la
EN ISO 13789.
Nota 2 Al contrario di quanto riportato nella EN ISO 13789 i valori medi giornalieri della trasmittanza termica delle
finestre con imposte possono essere determinate in base ai valori forniti dalla EN ISO 10077-1, Thermal
performance of windows, doors and shutters - Calculation of thermal trasmittance - Part 1: Simplified method.
portata daria attraverso ledificio, inclusi i flussi daria verso e dagli ambienti non
riscaldati.
5.4.2 Dati di ingresso per gli apporti di calore
u
i
apporti termici interni medi durante il periodo di calcolo.
Per gli elementi vetrati dellinvolucro, si devono raccogliere i seguenti dati, separatamente
per ciascun orientamento (per esempio orizzontale, inclinato e verticale sud e nord):
V

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UNI EN ISO 13790:2005
A
j
area dellapertura realizzata sullinvolucro delledificio per ciascuna finestra o porta;
F
Fj
fattore telaio, cio la frazione trasparente dellarea A
j
, non occupata da un telaio;
F
sj
fattore di correzione per ombreggiatura, cio la frazione ombreggiata media
dellarea A
j
;
g
j
trasmittanza energetica solare totale per radiazione solare.
Nota Negli edifici non residenziali gli apporti interni variano in maniera rilevante tra i periodi di occupazione e quelli
di non occupazione. Gli apporti possono essere prima calcolati per ogni periodo di occupazione e poi mediati,
tenendo conto della durata di ogni periodo. Questo tipo di calcolo spesso pi semplice se eseguito su base
settimanale.
Devono essere raccolti dati aggiuntivi per i componenti che captano la radiazione solare,
come lisolamento trasparente, le pareti solari ventilate e le serre, cos come per il calcolo
delleffetto del riscaldamento intermittente. I dati richiesti sono riportati nelle appendici E e
F. Lappendice H fornisce alcune informazioni utili per la valutazione degli apporti solari.
5.4.3 Caratteristiche dinamiche
C capacit termica dellambiente riscaldato, calcolata per il fabbisogno termico
secondo il punto 9.2;
t costante di tempo dellambiente riscaldato.
Nota Si dovrebbe specificare C oppure t, non entrambi.
5.4.4 Dati di ingresso per il fabbisogno di energia
Q
hs
perdite dellimpianto di riscaldamento.
5.4.5 Dati climatici
Il metodo di calcolo richiede i seguenti dati climatici:
u
e
media mensile o stagionale della temperatura esterna;
I
s,j
irraggiamento solare totale mensile o stagionale per unit di superficie per ciascun
orientamento j, in joule al metro quadrato.
Nota disponibile la norma EN ISO 15927-1, Hygrothermal performance of buildings - Calculation and
presentation of climatic data - Part 1: Monthly and annual means of single meteorological elements.
6 RISCALDAMENTO INTERMITTENTE
6.1 Modalit dintermittenza
Quando si applica il riscaldamento intermittente il periodo(i) di calcolo deve essere
suddiviso in periodi di riscaldamento normale alternati a periodi di riscaldamento ridotto
(per esempio notti, fine settimana, periodi festivi).
Tutti i periodi di riscaldamento normale devono essere caratterizzati dalla stessa
temperatura di regolazione.
Vi possono essere vari tipi di periodo di riscaldamento ridotto in base a diverse modalit.
Allinterno di ciascun periodo di calcolo, ogni tipo di periodo di riscaldamento ridotto
caratterizzato da:
- la sua durata;
- il numero di volte in cui ricorre quel tipo di periodo di riscaldamento allinterno di un
periodo di calcolo;
- il modo corrispondente dintermittenza (vedere punto 3.12);
- quando pertinente, la temperatura dattenuazione o la potenza termica ridotta;
- il modo davviamento (vedere punto 3.12.5) e la potenza termica massima durante il
periodo di avviamento.
UNI Pagina 11
UNI EN ISO 13790:2005
Nella figura 2 si riporta un esempio, in cui il periodo di calcolo comprende quattro periodi
riscaldamento ridotto di tipo A (per esempio le notti) e un periodo di riscaldamento ridotto
di tipo B (fine settimana).
figura 2 Esempio di modalit dintermittenza
Legenda
u Temperatura di regolazione N Periodo di riscaldamento normale
t Tempo A Periodo di riscaldamento ridotto tipo A
t
c
Periodo di calcolo B Periodo di riscaldamento ridotto tipo B
La suddivisione in periodi differenti non richiesta quando:
a) le variazioni della temperatura di regolazione tra i periodi di riscaldamento normale e
ridotto sono minori di 3 K: in questo caso pu essere utilizzata la media pesata sul
tempo delle temperature di regolazione;
b) la costante di tempo delledificio (vedere punto 9.2.2) maggiore pi di tre volte della
durata del periodo pi lungo di riscaldamento ridotto: in questo caso si deve
utilizzare la normale temperatura di regolazione per tutti i periodi;
c) la costante di tempo delledificio minore a 0,2 volte la durata del periodo pi corto
di riscaldamento a regime ridotto: in questo caso si pu utilizzare la media pesata sul
tempo delle temperature di regolazione.
Si suppone che limpianto di riscaldamento fornisca una potenza termica sufficiente a
permettere il riscaldamento intermittente.
Nota 1 Negli edifici non residenziali le variazioni della temperatura di regolazione e della portata di ventilazione sono
spesso correlate alloccupazione. La suddivisione in differenti periodi facilita la valutazione della portata media
daria in ciascuno di essi.
Nota 2 Poich le modalit di riscaldamento sono solitamente definite su base settimanale, la loro definizione sar
facilitata se i calcoli saranno effettuati per una settimana di ciascun mese.
6.2 Temperatura interna corretta
La temperatura interna corretta la temperatura interna costante che darebbe luogo alla
stessa dispersione termica ottenuta con il riscaldamento intermittente durante lo stesso
periodo.
Per ogni periodo di riscaldamento ridotto, la temperatura interna corretta deve essere
calcolata utilizzando il procedimento definito nellappendice C, per riduzioni giornaliere o
settimanali, e in appendice D, per i periodi festivi.
I valori di temperatura interna corretta possono anche essere specificati a livello
nazionale, in base al tipo di edificio, di utilizzo delledificio, di impianto di riscaldamento,
ecc.
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UNI EN ISO 13790:2005
7 DISPERSIONE TERMICA (CALCOLO RELATIVO AD UNA SINGOLA ZONA)
7.1 Senza riscaldamento intermittente
La dispersione termica totale, Q
L
, di un edificio a singola zona termica, a temperatura
interna uniforme e per un dato periodo di calcolo, :
(2)
dove:
u
i
la temperatura di regolazione;
u
e
la temperatura esterna media durante il periodo di calcolo;
t la durata del periodo di calcolo;
H il coefficiente di dispersione termica delledificio, calcolato secondo il punto 7.3.
Lequazione (2) pu essere adattata a livello nazionale per permettere lutilizzo dei gradi
giorno. Il risultato della relazione adattata deve, ci nonostante, essere lo stesso
dellequazione (2) per qualunque edificio.
7.2 Con riscaldamento intermittente
Se la suddivisione in differenti periodi di riscaldamento non applicabile, vedere
punto 7.1.
Se la suddivisione in differenti periodi di riscaldamento applicabile, la dispersione
termica totale, Q
L
, di un edificio a singola zona termica, a temperatura interna uniforme e
per un dato periodo di calcolo, calcolata mediante lequazione (3):
(3)
dove:
N il numero di tipi di periodo di riscaldamento (per esempio 3 per normale, notturno
e fine settimana);
N
j
il numero di periodi di riscaldamento di ciascun tipo durante il periodo di calcolo;
u
iad,j
la temperatura interna corretta del periodo di riscaldamento j;
t
j
la durata del periodo di riscaldamento j;
H
j
il coefficiente di dispersione termica delledificio durante il periodo j, calcolato
secondo il punto 7.3.
Nota uguale alla durata del periodo di calcolo.
Per alleggerire la scrittura, il pedice j omesso qui di seguito. Ci nonostante, quando
applicabile la suddivisione in periodi di riscaldamento, il calcolo deve essere eseguito per
ogni periodo di riscaldamento.
7.3 Coefficiente di dispersione termica
Il coefficiente di dispersione termica di un edificio a singola zona termica, a temperatura
interna uniforme e per un dato periodo o sotto-periodo di calcolo, definito
dallequazione (4):
H = H
T
+ H
V
(4)
dove:
H
T
il coefficiente di dispersione termica per trasmissione, calcolato secondo la
EN ISO 13789 (per gli elementi dellinvolucro che incorporano dispositivi di
ventilazione, vedere lappendice E);
H
V
il coefficiente di dispersione termica per ventilazione (vedere punto 7.5).
Q
L
H u
i
u
e
( )t =
Q
L
N
j
H
j
u
iad,j
u
e
( )t
j
j 1 =
N
_
=
N
j
H
j
j 1 =
N
_
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UNI EN ISO 13790:2005
7.4 Edifici con significativa dispersione termica attraverso il terreno
La EN ISO 13789 specifica che si dovrebbe utilizzare il metodo stazionario indicato nella
EN ISO 13370 per includere la dispersione termica attraverso il terreno nel coefficiente di
dispersione termica per trasmissione H
T
. Tuttavia, ci potrebbe portare a sovrastimare
del 30% - 40% le dispersioni termiche mensili attraverso il terreno in inverno e, se questa
una parte consistente della dispersione termica totale, si deve effettuare il calcolo
dettagliato della dispersione termica attraverso il terreno secondo il punto B.1 della
EN ISO 13370:1998. In questo caso la dispersione termica totale Q
L
data:
- senza la suddivisione in differenti periodi di riscaldamento, da:
(5)
- nel caso di suddivisione in differenti periodi di riscaldamento, da:
(6)
dove:
H' calcolato secondo il punto 7.3, ma trascurando la dispersione termica
attraverso il terreno;
u
G
il flusso termico disperso attraverso il terreno calcolato secondo la EN ISO 13370.
7.5 Coefficiente di dipersione termica per ventilazione
7.5.1 Principi
Il coefficiente di dispersione termica per ventilazione, H
V
, calcolato come:
(7)
dove:
la portata daria attraverso lambiente riscaldato;

a
c
a
la capacit termica dellaria per unit di volume.
Nota 1 Se la portata daria, , espressa in metri cubi al secondo, allora
a
c
a
~ 1 200 J/(m
3
K). Se espressa
in metri cubi allora, allora
a
c
a
~ 0,34 Wh/(m
3
K).
Si deve utilizzare la portata daria media su ciascun periodo di riscaldamento.
Per gli edifici residenziali, la portata daria, , pu essere calcolata secondo la EN 13465,
oppure pu essere specificata a livello nazionale in base al tipo di edificio, allutilizzo
delledificio, al clima, allesposizione, ecc.
Per gli altri edifici, la portata daria, , pu essere calcolata secondo una appropriata
norma internazionale, oppure specificata a livello nazionale in base al tipo di edificio,
allutilizzo delledificio, al clima, allesposizione, ecc.
Nota 2 Se non diversamente specificato, si pu utilizzare il metodo riportato nellappendice G.
7.5.2 Recupero termico
Il recupero termico dallaria espulsa preso in considerazione attraverso una riduzione
della portata daria reale in proporzione allefficienza del recupero termico.
Questa efficienza sempre minore dellefficacia dello scambiatore di calore in s. Essa
deve tenere in considerazione le differenze tra le portate daria di mandata ed estrazione,
delle perdite e delle infiltrazioni attraverso linvolucro delledificio e del ricircolo daria.
Nota Se non diversamente specificato, si pu utilizzare il metodo riportato nellappendice G.
7.6 Elementi particolari
Sono necessari metodi specifici per calcolare la dispersione termica di alcuni elementi
particolari, come le pareti solari ventilate ed altri elementi ventilati dellinvolucro. Questi
metodi sono riportati nellappendice E.
Q
L
H' u
i
u
e
( ) + u
G
| |t =
Q
L
N
j
H
j
' u
iad,j
u
e
( )t
j
u
G
t +
j 1 =
N
_
=
H
V

a
c
a
V

=
V

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UNI EN ISO 13790:2005
8 APPORTI TERMICI
8.1 Apporti termici interni
Gli apporti termici interni, Q
i
, comprendono qualsiasi calore generato nellambiente
riscaldato da sorgenti interne diverse dallimpianto di riscaldamento, per esempio:
- gli apporti dovuti al metabolismo degli occupanti;
- il consumo energetico delle apparecchiature e degli apparecchi dilluminazione.
Per il calcolo secondo la presente norma, sono da utilizzare i valori medi mensili o
stagionali. In questo caso gli apporti termici interni sono calcolati attraverso
lequazione (8):
Q
i
= [u
i,h
+ (1-b) u
i,u
)] t = u
i
t (8)
dove:
u
i,h
la potenza media degli apporti interni negli ambienti riscaldati;
u
i,u
la potenza media degli apporti interni negli ambienti non riscaldati;
u
i
la potenza media degli apporti interni;
b il fattore di riduzione definito nella EN ISO 13789.
Nota Esistono sostanziali variazioni tra gli utilizzatori e i climi, e i valori dovrebbero essere generalmente
determinati su base nazionale. Se non diversamente specificato, per gli apporti interni possono essere
utilizzati i valori convenzionali forniti nellappendice K.
8.2 Apporti solari
8.2.1 Equazione di base
Gli apporti solari dipendono dalla radiazione solare generalmente disponibile nella localit
interessata, dallorientamento delle superfici soleggiate, dalla presenza di ombreggiatura
permanente, dalle caratteristiche di trasmissione ed assorbimento solare delle superfici
soleggiate. Le superfici soleggiate da prendere in considerazione sono le superfici
vetrate, le pareti interne e i pavimenti delle serre, le pareti poste dietro una copertura
trasparente o un isolante trasparente. Per le superfici opache esposte alla radiazione
solare, vedere appendice F.
Per un dato periodo di calcolo, gli apporti solari sono calcolati come:
(9)
dove il primo termine si riferisce allambiente riscaldato e il secondo allambiente non
riscaldato. Gli apporti solari negli ambienti non riscaldati sono moltiplicati per il fattore
(1-b), dove b il fattore di riduzione definito nella EN ISO 13789. Gli apporti termici delle
serre sono calcolati come riportato nellappendice F.
In ogni termine, la prima sommatoria riferita a tutti gli orientamenti, j, la seconda a tutte
le superfici, n, esposte alla radiazione solare, e:
I
sj
lirraggiamento solare, vale a dire lenergia totale della radiazione solare globale
che incide durante tutto il periodo di calcolo su una superficie di area 1 m
2
avente
orientamento j, in joule al metro quadrato;
A
snj
larea di captazione efficace della superficie n avente orientamento j, cio larea di
un corpo nero con lo stesso apporto solare della superficie considerata.
Nota I
sj
pu essere sostituita da un fattore di orientamento che moltiplica la radiazione solare totale per unit di
superficie riferita ad un singolo orientamento (per esempio verticale sud).
Q
s
l
sj
A
snj
n
_
j
_
1 b ( ) l
sj
A
snj,u
n
_
j
_
+ =
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UNI EN ISO 13790:2005
8.2.2 Area di captazione efficace degli elementi vetrati
Larea efficace di un elemento vetrato dellinvolucro (per esempio una finestra) :
A
s
= A F
S
F
F
g (10)
dove:
A larea complessiva dellelemento vetrato (per esempio larea della finestra);
F
S
il fattore di correzione per ombreggiatura;
F
F
il fattore telaio, rapporto tra larea trasparente e larea totale dellelemento vetrato;
g la trasmittanza energetica solare totale della vetrata, che tiene in considerazione la
presenza di eventuali dispositivi permanenti di protezione solare.
Nota Nel calcolo del fattore di correzione per ombreggiatura e della trasmittanza energetica solare totale delle
vetrate, sono prese in considerazione solo le ombreggiature permanenti e i dispositivi permanenti di
protezione solare.
8.2.3 Trasmittanza energetica solare delle vetrate
In linea di principio, la trasmittanza energetica solare totale g nellequazione (10) il
rapporto medio temporale tra lenergia che attraversa lelemento non ombreggiato e
quella che incide su di esso. Per le finestre o altri elementi vetrati dellinvolucro, la
ISO 9050 fornisce un metodo per ricavare la trasmittanza energetica solare per
radiazione perpendicolare allelemento vetrato. Questo valore, g

, leggermente
maggiore della trasmittanza media temporale, e si deve quindi utilizzare un fattore di
correzione, F
w
:
g = F
w
g

(11)
Nota I valori di g e le indicazioni per determinare il fattore di correzione sono riportati nellappendice H, insieme a
fattori di trasmissione solare tipici riferiti alla radiazione globale.
La EN 13363-1 e il prEN 13363-2 forniscono metodi di determinazione della trasmittanza
energetica solare totale delle vetrate attrezzate con dispositivi di protezione solare.
8.2.4 Fattori di correzione per ombreggiatura
Il fattore di correzione per ombreggiatura, F
S
, variabile tra 0 e 1, rappresenta la riduzione
della radiazione solare incidente dovuta allombreggiatura permanente della superficie
interessata, risultante dai seguenti fattori:
- altri edifici;
- topografia (colline, alberi ecc.);
- aggetti;
- altri elementi dello stesso edificio;
- parte esterna della parete nella quale collocato lelemento vetrato.
Il fattore di correzione per ombreggiatura definito come:
(12)
dove:
I
s,ps
la radiazione solare totale effettivamente incidente sul piano soleggiato in
presenza dellombreggiatura permanente durante la stagione di riscaldamento;
I
s
la radiazione solare incidente senza ombreggiatura.
Nota Lappendice H fornisce alcune informazioni sui fattori di correzione per ombreggiatura.
8.2.5 Elementi particolari
Sono necessari metodi specifici per calcolare gli apporti solari di alcuni elementi passivi di
captazione solare, come le serre non riscaldate, gli elementi opachi con isolamento
trasparente e gli elementi ventilati dellinvolucro. Questi metodi sono riportati
nellappendice F.
F
S
l
s,ps
l
s
--------- =
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UNI EN ISO 13790:2005
8.3 Apporti termici totali
Gli apporti termici totali, Q
g
, sono:
Q
g
= Q
i
+ Q
s
(13)
9 FABBISOGNO TERMICO
9.1 Generalit
La dispersione termica, Q
L
, e gli apporti termici, Q
g
sono calcolati per ciascun periodo di
calcolo. Il fabbisogno termico per il riscaldamento ricavato, per ciascun periodo di
calcolo, come:
Q
h
= Q
L
- q Q
g
(14)
ponendo Q
L
= 0 e q = 0 quando la temperatura esterna media maggiore della
temperatura di regolazione.
Il fattore di utilizzazione, q, un fattore di riduzione degli apporti termici, introdotto per
compensare la dispersione termica addizionale che probabilmente si verifica quando gli
apporti termici superano la dispersione termica calcolata.
9.2 Fattore di utilizzazione degli apporti termici
9.2.1 Rapporto apporti/dispersioni
Il rapporto apporti/dispersioni, , definito come:
(15)
9.2.2 Costante di tempo delledificio
Questa costante di tempo, t, caratterizza linerzia termica interna dellambiente riscaldato.
Essa si calcola come:
(16)
dove:
C la capacit termica interna delledificio, calcolata secondo il punto 9.2.3;
H il coefficiente di dispersione termica delledificio, calcolato secondo il punto 7.3.
Valori convenzionali della costante di tempo possono anche essere specificati a livello
nazionale.
9.2.3 Capacit termica interna delledificio
La capacit termica interna delledificio, C, calcolata sommando le capacit termiche di
tutti gli elementi edilizi in contatto termico diretto con laria interna della zona in esame:
C = E _
j
A
j
= E
j
E
i

ij
c
ij
d
ij
A
j
(17)
dove:
_
j
la capacit termica areica interna dellelemento edilizio j;
A
j
larea dellelemento j;

ij
la massa volumica del materiale dello strato i nellelemento j;
c
ij
il calore specifico del materiale dello strato i nellelemento j;
d
ij
lo spessore dello strato i nellelemento j.
La sommatoria riferita a tutti gli strati di ciascun elemento, partendo dalla superficie
interna e fermandosi al primo dei tre punti seguenti: il primo strato isolante, lo spessore
massimo indicato nel prospetto 3 o il centro dellelemento edilizio.

Q
g
Q
L
------- =
t
C
H
---- =
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prospetto 3 Spessore massimo da considerare per il calcolo della capacit termica interna
La capacit termica interna delledificio pu anche essere calcolata come somma delle
capacit termiche interne di tutti gli elementi edilizi, ognuno calcolato secondo la
EN ISO 13786, o specificato a livello nazionale in base alla tipologia costruttiva. Questo
valore pu essere approssimato ed accettabile una incertezza relativa di 10 volte
superiore a quella della dispersione termica.
9.2.4 Fattore di utilizzazione
Il fattore di utilizzazione calcolato come:
se =1: (18)
se = 1: (19)
dove:
a un parametro numerico dipendente dalla costante di tempo, t, definita come:
(20)
I valori di a
0
e t
0
sono forniti nel prospetto 4. Essi possono anche essere forniti a livello
nazionale.
prospetto 4 Valori del parametro numerico a
0
e della costante di tempo di riferimento t
0
Nella figura 3 sono rappresentati i valori del fattore di utilizzazione per periodi di calcolo
mensili e per varie costanti di tempo, rispettivamente per gli edifici tipo I e tipo II.
Nota 1 Il fattore di utilizzazione definito in modo indipendente dalle caratteristiche dellimpianto di riscaldamento,
ipotizzando un regolazione perfetta della temperatura ed una flessibilit infinita.
Nota 2 Un impianto di riscaldamento che risponda lentamente ed un sistema di regolazione imperfetto possono
influenzare in modo significativo lutilizzo degli apporti.
Applicazione Spessore massimo
cm
Determinazione del fattore di utilizzazione 10
Effetto dellintermittenza 3
Tipo di edificio a
0
t
0
h
I
Edifici riscaldati in modo continuo (pi di 12 h al giorno) come edifici residenziali, alberghi, ospedali, case di
cura e penitenziari
metodo di calcolo mensile 1 15
metodo di calcolo stagionale 0,8 30
II
Edifici riscaldati solo durante il giorno (meno di 12 h al giorno) come edifici scolastici, per uffici, per riunioni
e negozi
0,8 70
q
1
a

1
a+1

------------------- =
q
a
a 1 +
------------- =
a a
0
t
t
0
----- + =
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figura 3 Fattore di utilizzazione per costanti di tempo pari a 8 h, 1 d, 2 d, 1 settimana ed infinita, valido per il
periodo di calcolo mensile di edifici riscaldati in modo continuo (edificio di tipo I, in alto), e per edifici
riscaldati solo durante il giorno (edificio di tipo II, in basso)
Legenda
q Fattore di utilizzazione
t Costante di tempo delledificio
Rapporto apporti/dispersioni
10 FABBISOGNO TERMICO ANNUALE DELLEDIFICIO
10.1 Metodo di calcolo mensile
Il fabbisogno termico annuale la sommatoria, riferita a tutti i mesi in cui il fabbisogno
termico positivo:
Q
h
= E
n
Q
hn
(21)
Se la durata della stagione di riscaldamento specificata a livello nazionale, la
sommatoria riferita alla sola stagione di riscaldamento indicata.
10.2 Metodo di calcolo stagionale
Questo metodo pu essere applicato solo agli edifici del tipo I.

168 t |h|
48 t |h|
24
8
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Il primo e lultimo giorno del periodo di riscaldamento, e quindi la sua durata e le sue
condizioni meteorologiche medie, possono essere fissate a livello nazionale per una zona
geografica e per tipologie edilizie. La stagione di riscaldamento comprende tutti i giorni
per i quali lapporto termico, calcolato con un fattore di utilizzazione convenzionale, q
1
,
non bilancia la dispersione termica, cio quando:
(22)
dove:
u
ed
la temperatura esterna media giornaliera;
u
id
la temperatura interna media giornaliera;
q
1
il fattore di utilizzazione convenzionale calcolato con = 1;
Q
gd
sono gli apporti interni e solari medi giornalieri;
H il coefficiente di dispersione termica delledificio;
t
d
la durata del giorno, cio 24 h o 86 400 s.
Gli apporti termici da inserire nellequazione (22) possono essere ricavati da valori
convenzionali nazionali o regionali della radiazione solare globale giornaliera, riferiti agli
estremi della stagione di riscaldamento. I valori medi mensili di temperatura giornaliera e
degli apporti termici sono attribuiti al quindicesimo giorno di ciascun mese. Si utilizza
linterpolazione lineare per ottenere i giorni limite per i quali lequazione (22) verificata.
Il fabbisogno termico annuale per il riscaldamento ambiente calcolato secondo il
procedimento descritto nel punto 9, ponendo come periodo di calcolo lintera stagione di
riscaldamento.
11 FABBISOGNO DI ENERGIA PER IL RISCALDAMENTO AMBIENTE
Su un dato periodo, il fabbisogno di energia per il riscaldamento (energia assorbita
dallimpianto di riscaldamento), Q, :
Q = (Q
h
- Q
r
) + Q
th
(23)
dove:
Q
h
il fabbisogno termico calcolato secondo il punto 10;
Q
r
il calore recuperato dallapparecchiatura ausiliaria, dagli impianti di riscaldamento
e di produzione dellacqua calda e dallambiente, incluse le fonti energetiche
rinnovabili, quando non gi considerato come riduzione delle dispersioni;
Q
th
il totale delle perdite di calore dellimpianto di riscaldamento, incluse le dispersioni
termiche recuperate. Questo termine comprende anche la dispersione termica
aggiuntiva delledificio dovuta alla distribuzione non uniforme della temperatura negli
ambienti ed alla regolazione non ideale della temperatura ambiente, se esse non
sono gi state prese in considerazione attraverso il valore della temperatura di
regolazione.
In mancanza di una norma internazionale pertinente, il calore recuperato e le dispersioni
termiche dellimpianto di riscaldamento sono definite e calcolate secondo informazioni
nazionali.
12 RELAZIONE DI CALCOLO
12.1 Generalit
Una relazione di calcolo che fornisca la stima del fabbisogno di energia annuale per il
riscaldamento di un edificio, ricavato in conformit alla presente norma, deve contenere
almeno le seguenti informazioni.
u
ed
u
id
q
1
Q
gd
Ht
d
---------------- s
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UNI EN ISO 13790:2005
Se il calcolo eseguito per verificare la conformit a regolamenti, si utilizzano dati
dingresso convenzionali specificati dai regolamenti e non si effettua alcuna analisi degli
errori.
In caso contrario, si deve indicare una stima dellaccuratezza dei dati dingresso e deve
essere effettuata una analisi degli errori per stimare lincertezza derivante da una
accuratezza dei dati di ingresso.
12.2 Dati di ingresso
Tutti i dati dingresso devono essere elencati e giustificati, per esempio citando il
riferimento a norme internazionali o nazionali, oppure citando il riferimento a specifiche
appendici della presente norma o ad altri documenti. Quando i dati di ingresso non sono
quelli convenzionali, si deve inoltre fornire una stima dellaccuratezza dei dati di ingresso.
Inoltre, la relazione di calcolo deve riportare:
a) il riferimento alla presente norma;
b) lobiettivo del calcolo (per esempio valutare la conformit a regolamenti, ottimizzare
le prestazioni energetiche, stimare gli effetti di possibili misure di risparmio
energetico, prevedere le esigenze di risorse energetiche su una data scala);
c) una descrizione delledificio, della sua tipologia costruttiva e della sua ubicazione;
d) la specificazione della suddivisione in zone, se presenti, vale a dire lassegnazione
dei vani a ciascuna zona;
e) una nota che indichi se le dimensioni utilizzate siano interne, esterne o interne
dingombro;
f) una nota che indichi il metodo (mensile o stagionale) utilizzato e, se stagionale, la
durata della stagione di riscaldamento;
g) il profilo temporale ed i valori delle temperature di regolazione, nel caso in cui sia
stato ipotizzato un funzionamento intermittente dellimpianto;
h) una nota che indichi come stato considerato ogni ponte termico.
12.3 Risultati
12.3.1 Per ciascuna zona delledificio e per ciascun periodo di calcolo
a) dispersione termica totale;
b) apporti termici interni;
c) apporti solari;
d) fabbisogno termico.
12.3.2 Per lintero edificio
a) fabbisogno termico annuale;
b) se richiesto, fabbisogno annuale di energia.
Nota 1 Indicazioni e commenti sullaccuratezza del metodo di calcolo sono riportati nellappendice J.
Nota 2 Ulteriori informazioni possono essere richieste a livello nazionale.
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UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE A APPLICAZIONE AGLI EDIFICI ESISTENTI
(normativa)
A.1 Applicazioni possibili
La stima energetica di un edificio esistente pu essere effettuata per diversi scopi, quali:
a) trasparenza in operazioni commerciali attraverso lindicazione di un livello di
prestazione energetica (dichiarazione energetica);
b) ausilio nella programmazione di interventi di ristrutturazione, attraverso la previsione
dei risparmi di energia conseguenti a vari interventi.
A differenza dei nuovi edifici, per quelli esistenti sono spesso disponibili informazioni
aggiuntive, che possono essere utilizzate per rafforzare lattendibilit dei risultati. Perci
lo schema di calcolo della presente norma deve essere adattato, quando possibile, per
tenere conto di queste possibilit, cos come di seguito descritto.
A.2 Stima dei dati
Il consumo di energia delledificio esistente deve essere stimato il pi accuratamente
possibile, da dati documentati, bollette energetiche o misurazioni. Inoltre, qualunque altra
informazione come i dati climatici reali, la permeabilit allaria del fabbricato, i coefficienti
di dispersione termica per trasmissione, i rendimenti dellimpianto di riscaldamento, le
condizioni interne reali (occupazione, riscaldamento intermittente, temperature,
ventilazione, ecc.) dovrebbe essere stimata attraverso rilevamenti, misurazioni o
monitoraggi, purch questi dati siano disponibili ad un costo ragionevole. Si devono
stimare gli intervalli di confidenza di tutti i dati. I dati dingresso che non possono essere
misurati sono desunti dalla documentazione tecnica delledificio, da riferimenti nazionali
o da norme.
Nota Il consumo di energia pu essere correlato ai dati climatici attraverso la registrazione periodica dei consumi
e delle temperature per un intervallo di tempo opportuno. Questi metodi si basano sulla modellazione
completa dellintero sistema, in modo eventualmente differente rispetto al modello utilizzato nella presente
norma.
A.3 Calcoli
Il consumo di energia delledificio esistente deve essere determinato secondo la presente
norma, utilizzando dati dingresso raccolti secondo il punto A.2. Si devono stimare gli
intervalli di confidenza del risultato e confrontarli con quelli relativi al consumo di energia
misurato.
Se entrambi gli intervalli di confidenza coincidono in modo significativo, si pu assumere
che il modello delledificio, inclusi i dati dingresso stimati, sia corretto.
Se gli intervalli di confidenza non coincidono significativamente, si devono svolgere
ulteriori indagini in luogo per verificare i dati o per introdurre nuovi fattori dinfluenza che
possono essere stati ignorati in precedenza e si deve ripetere il calcolo con la nuova serie
di dati dingresso.
A.4 Dichiarazione energetica
Per lo scopo a) (dichiarazione energetica), linsieme dei dati dingresso modificato
utilizzando condizioni convenzionali doccupazione e il fabbisogno di energia delledificio
nuovamente determinato.
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A.5 Pianificazione di interventi di ristrutturazione
Per lo scopo b) (programmazione di interventi di ristrutturazione) si utilizzano nel calcolo
i dati reali. Tuttavia, se si ritiene che ledificio sia gestito in maniera difforme dal suo
progetto (per esempio sopra- o sotto-riscaldato, sopra- o sotto-ventilato), nella
programmazione degli interventi di ristrutturazione si devono utilizzare dati realistici al
posto di quelli misurati. Come riferimento, il consumo delledificio cos com, calcolato
utilizzando tali dati realistici.
Quindi, linsieme dei dati dingresso modificato a seconda degli interventi di
ristrutturazione programmati e il calcolo eseguito nuovamente per ottenere leffetto di
questi interventi sul consumo di energia.
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UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE B METODO DI CALCOLO MULTI-ZONA
(normativa)
Se si utilizza il metodo multi-zona, si adotta il seguente procedimento, basato su periodi di
calcolo mensili.
1) Definire lambiente riscaldato, secondo il punto 5.3.1;
2) definire le zone riscaldate secondo il punto 5.3.2. Per ciascuna zona, z, sono raccolti
i dati dingresso secondo il punto 5.4.
Inoltre, sono raccolti i dati relativi allo scambio tra zone. Essi sono:
H
T,zy
coefficiente di dispersione termica per trasmissione tra le zone z e y;
portate daria nette tra zone;
3) calcolare separatamente il coefficiente di dispersione termica di ciascuna zona, H
z
,
secondo il punto 7.3;
4) determinare leffetto del riscaldamento intermittente per ciascuna zona quando
richiesto;
5) determinare i coefficienti di scambio termico tra le zone z e y, H
zy
, in modo simile,
considerando lo scambio termico tra le zone per trasmissione (attraverso gli
elementi edilizi ed il terreno) e ventilazione:
(B.1)
Quindi, per ciascun mese e per ciascuna zona, eseguire i punti da 6) a 10):
6) Calcolare i flussi termici, incluso lo scambio termico per trasmissione e ventilazione
verso e dalle zone adiacenti, e tra ciascuna zona e lambiente esterno, assumendo
che la temperatura interna sia costante:
Q
L,zy
= H
zy
(u
z
- u
y
)t e Q
L,z
= E
y
Q
L,zy
+ H
z
(u
i
- u
e
) t (B.2)
7) quando Q
L,z
< 0, la zona z deve essere considerata come un ambiente non
riscaldato ed il calcolo continuato dal punto 3 per le zone adiacenti;
8) calcolare gli apporti interni e solari Q
g,z
secondo i punti 8.1 e 8.2;
9) determinare il fattore di utilizzazione q
z
secondo il punto 9.2;
10) calcolare il fabbisogno termico come differenza tra la dispersione termica e gli
apporti utili:
Q
h,z
= Q
L,z
- q
z
Q
g,z
(B.3)
11) calcolare per ciascun mese il fabbisogno termico totale delledificio come
sommatoria dei fabbisogni termici di ciascuna zona:
Q
h =
E Q
h,z
(B.4)
12) calcolare il fabbisogno termico annuale come sommatoria dei fabbisogni termici di
ciascun mese;
13) calcolare il fabbisogno annuale di energia secondo il punto 10.
La suddivisione in zone deve essere descritta nella relazione di calcolo.
V

zy
H
zy
H
T,zy

a
c
a
V

zy
+ =
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APPENDICE C RISCALDAMENTO INTERMITTENTE - CALCOLO DELLA TEMPERATURA
(normativa) INTERNA CORRETTA
C.1 Introduzione
Il procedimento descritto nella presente appendice permette il calcolo della temperatura
interna corretta per una tipologia di periodo di riscaldamento ridotto (per esempio notte,
fine settimana e periodi festivi). Esso si deve applicare a ciascuna tipologia di periodo di
riscaldamento ridotto.
Il procedimento adatto agli impianti di riscaldamento nei quali la potenza termica
erogata pu essere fatta variare rapidamente in risposta alla variazione della richiesta di
calore. Questo procedimento tende a sovrastimare gli effetti del riscaldamento
intermittente per gli impianti di riscaldamento caratterizzati da una grande inerzia termica.
Il procedimento considera, inoltre, un impianto di riscaldamento con una sufficiente
potenzialit termica, tale da assicurare il preriscaldamento alla temperatura interna di
progetto quando la temperatura esterna uguale al suo valore esterno di progetto. Se
limpianto di riscaldamento non stato sovradimensionato, nei mesi pi freddi non si
dovrebbe assumere un riscaldamento intermittente, ma piuttosto un riscaldamento
continuo.
C.2 Dati di ingresso
Per calcolare leffetto del riscaldamento intermittente sono richieste le seguenti
informazioni:
C
ih
capacit termica interna della zona per riscaldamento intermittente, calcolata
utilizzando il procedimento descritto nel punto 9.2.3 con uno spessore massimo di
3 cm; C pu anche essere fornita a livello nazionale, in base alla tipologia
costruttiva;
A
j
area di ciascuna superficie che contribuisce alla capacit termica;
R
sij
resistenza termica liminare interna in corrispondenza delle suddette superfici;
u
i0
temperatura di regolazione;
u
2
potenza massima dellimpianto di riscaldamento, cio la pi bassa tra la potenza
termica emessa e la potenza termica prodotta;
- tipo di regolazione dellimpianto di riscaldamento durante i periodi di riscaldamento
ridotto: spegnimento, potenza termica ridotta o attenuazione;
- tipo di strategia di avviamento: prefissata o ottimizzata;
- definizione della modalit dintermittenza, includendo per ogni periodo di
riscaldamento ridotto:
t
o
durata complessiva del periodo di riscaldamento ridotto;
H
w
coefficiente di dispersione termica per trasmissione di elementi leggeri, come
finestre e porte;
H
V
coefficiente di dispersione termica per ventilazione durante il periodo di
riscaldamento ridotto;
H
2
coefficiente di dispersione termica totale delledificio durante il periodo di
riscaldamento ridotto;
t
3
durata predefinita della fase davviamento nel modo davviamento di durata
prefissata (vedere punto C.6).
Per il funzionamento con attenuazione:
u
i2
temperatura di attenuazione
Per il funzionamento a potenza termica ridotta:
u
1
potenza termica ridotta.
UNI Pagina 25
UNI EN ISO 13790:2005
C.3 Metodo
Il metodo si basa sul calcolo dellandamento della temperatura delledificio quando essa
scende al di sotto del suo normale valore di regolazione. Questo andamento calcolato
utilizzando un modello di edificio con tre nodi rappresentativi degli ambienti interno ed
esterno e della struttura delledificio (figura C.1). Linerzia termica interna delledificio
rappresentata da una capacit la cui temperatura quella della struttura. Gli scambi
termici tra la struttura e lambiente esterno, tra la struttura e lambiente interno e
direttamente tra gli ambienti interno ed esterno sono considerati separatamente.
figura C.1 Rappresentazione dellequivalente elettrico di una zona
Legenda
u
e
Temperatura esterna
u
c
Temperatura della struttura
u
i
Temperatura interna
u
h
Potenza termica
C
ih
Capacit termica interna della zona in relazione al riscaldamento intermittente
H
d
Coefficiente di dispersione termica diretta
H
ce
Coefficiente di dispersione termica tra la struttura e lambiente esterno
H
ic
Coefficiente di dispersione termica tra la struttura e lambiente riscaldato
La struttura comprende tutti gli elementi edilizi interni ed esterni a contatto con lambiente
riscaldato. H
d
il coefficiente di dispersione termica diretta per ventilazione e
trasmissione attraverso gli elementi dinvolucro leggeri. H
ic
il coefficiente di dispersione
termica tra la struttura e lambiente riscaldato. H
ce
il coefficiente di dispersione termica
tra la struttura e lambiente esterno, il cui valore determinato in modo da ottenere il
valore corretto del coefficiente di dispersione termica globale H.
La temperatura della struttura la media pesata delle temperature degli elementi
strutturali interni ed esterni.
Il metodo si basa sulla valutazione della durata di tre diverse fasi (figura C.2), una fase
durante la quale il riscaldamento spento oppure funziona a potenza termica ridotta, una
possibile fase durante la quale mantenuta una temperatura dattenuazione ed una fase
davviamento, durante la quale limpianto di riscaldamento funziona a piena potenza e
che termina quando la temperatura interna uguale al suo valore di regolazione.
UNI Pagina 26
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figura C.2 Profilo del riscaldamento intermittente, che riporta i periodi considerati
A: funzionamento attenuato; B: spegnimento; C: potenza termica ridotta
Legenda
N Periodo di riscaldamento normale t
f
Durata del periodo finale tra la fine dellavviamento
R Periodo di riscaldamento ridotto e la fine del periodo di riscaldamento ridotto
u
i
Temperatura interna (prossima a zero con lavviamento ottimizzato)
u
h
Potenza termica u
I0
Temperatura di regolazione
t Tempo u
i1
Temperatura interna di equilibrio senza
t
o
Durata complessiva del periodo riscaldamento o con potenza termica ridotta
di riscaldamento ridotto u
i1
Temperatura interna allinizio dellavviamento,
t
1
Durata del periodo di spegnimento o senza attenuazione
del periodo di potenza termica ridotta u
i2
Temperatura dattenuazione
t
2
Durata del periodo di attenuazione u
i3
Temperatura interna dequilibrio con la massima
t
3
Durata del periodo di avviamento potenza termica
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UNI EN ISO 13790:2005
C.4 Caratteristiche delledificio
I valori dei parametri considerati sono quelli relativi ai periodi di riscaldamento ridotto. Se
alcuni parametri non hanno lo stesso valore in tutti questi periodi (per esempio se la
portata media di ventilazione non la stessa durante le notti ed i fine settimana), queste
caratteristiche devono essere calcolate separatamente per ciascun periodo di
riscaldamento ridotto.
1) Calcolare il coefficiente di dispersione termica delledificio durante il periodo
considerato, H
2
, secondo il punto 7.3, con i dati dingresso corrispondenti al periodo
di riscaldamento ridotto (per esempio con la ventilazione ridotta e le imposte chiuse).
2) Calcolare il coefficiente di scambio termico H
ic
tra la struttura e lambiente riscaldato:
(C.1)
dove le finestre e le porte sono escluse dalla sommatoria, e:
A
j
larea dellelemento j;
R
sij
la resistenza termica liminare interna dellelemento j.
La sommatoria estesa a tutti gli elementi, comprese le partizioni interne.
H
ic
pu essere specificata a livello nazionale per tipologie edilizie.
3) Calcolare il coefficiente di dispersione termica diretta, H
d
, dallambiente interno a
quello esterno, per le strutture leggere (finestre e porte) e per il ricambio daria, con
i dati dingresso corrispondenti al periodo ridotto:
H
d
= H
w
+ H
V
(C.2)
dove il coefficiente di dispersione termica delle strutture leggere, H
w
, la
sommatoria di tutti i coefficienti di dispersione termica di finestre e porte, e H
V
il
coefficiente di dispersione termica per ventilazione calcolato secondo il punto 7.5.
4) Calcolare il coefficiente di dispersione termica tra la struttura e lambiente esterno
H
ce
;
(C.3)
5) Calcolare la frazione efficace della capacit termica :
(C.4)
6) Calcolare il rapporto, , tra le variazioni relative, dovute ad un cambiamento della
potenza termica delle differenze stazionarie tra la temperatura esterna, da un lato, e
le temperature della struttura ed interna, dallaltro:
(C.5)
7) Calcolare la costante di tempo della temperatura della struttura dopo una variazione
della potenza termica:
(C.6)
dove:
C
ih
la capacit termica interna efficace, calcolata come la sommatoria delle
capacit interne di tutti gli elementi edilizi, ciascuna calcolata secondo il
punto 9.2.3, con uno spessore massimo di 3 cm.
La capacit termica efficace pu anche essere specificata a livello nazionale in base
alla tipologia costruttiva. Anche le costanti di tempo possono essere specificate a
livello nazionale per tipologia edilizia.
H
ic
A
j
R
sij
--------
j
_
=
H
ce
H
ic
H
2
H
d
( )
H
ic
H
2
H
d
( )
-------------------------------------- =

H
ic
H
ic
H
ce
+
---------------------- =

H
ic
H
ic
H
d
+
-------------------- =
t
P
C
ih
H
2
----------- =
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UNI EN ISO 13790:2005
8) Calcolare le costanti di tempo della temperatura della struttura dopo una variazione
della temperatura dellaria t
c
.
(C.7)
C.5 Calcolo della temperatura interna corretta
Questo calcolo deve essere eseguito per ogni periodo di calcolo e per ciascun periodo di
riscaldamento ridotto (per esempio notte o fine settimana).
Si utilizza la seguente notazione:
u
i0
la temperatura di regolazione;
u
i1
la temperatura interna di equilibrio in assenza di riscaldamento o con potenza
termica ridotta;
u
i1
la temperatura interna allinizio della fase di avviamento, in assenza di
attenuazione;
u
i2
la temperatura di attenuazione;
u
i3
la temperatura interna di equilibrio alla massima potenza termica;
u
c0
la temperatura della struttura allinizio del periodo di riscaldamento ridotto;
u
c1
la temperatura della struttura alla fine della fase di spegnimento o di potenza
termica ridotta;
u
c1
la temperatura di equilibrio della struttura in assenza di riscaldamento o con
potenza termica ridotta;
u
c2
la temperatura della struttura alla fine della fase di attenuazione;
u
c2
la temperatura di equilibrio della struttura in condizioni dattenuazione;
u
c3
la temperatura della struttura alla fine della fase di avviamento;
u
c3
la temperatura di equilibrio della struttura alla massima potenza termica;
t
o
la durata complessiva del periodo di riscaldamento ridotto;
t
1
la durata della fase di spegnimento o di potenza termica ridotta;
t
1
la durata della fase di spegnimento o di potenza termica ridotta senza
attenuazione;
t
2
la durata della fase di attenuazione;
t
3
la durata reale nella fase davviamento nel funzionamento con attenuazione;
t
3
la durata della fase davviamento ottimizzato senza attenuazione;
t
3
la durata predefinita della fase davviamento nel caso davviamento di durata
prefissata;
u
1
la potenza ridotta erogata dallimpianto di riscaldamento;
u
2
la massima potenza erogata dallimpianto di riscaldamento durante lavviamento.
9) Calcolare la temperatura della struttura, u
c0
, allinizio del periodo di riscaldamento
ridotto:
u
c0
= u
e
+ (u
i0
- u
e
) (C.8)
10) Calcolare la temperatura raggiunta dalla struttura in condizioni stazionarie quando la
temperatura interna mantenuta al suo valore di attenuazione u
i2
:
u
c2
= u
e
+ (u
i2
- u
e
) (C.9)
11) Calcolare le massime temperature interna e di struttura u
i3
e u
c3
che potrebbero
essere raggiunte con il riscaldamento a piena potenza:
(C.10)
t
c
C
ih
H
ce
H
ic
+
---------------------- =
u
i3
u
e
u
2
H
2
------- + =
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UNI EN ISO 13790:2005
u
c3
= u
e
+ (u
i3
- u
e
) (C.11)
12) Calcolare la minima temperatura interna che pu essere raggiunta allequilibrio:
nel caso di spegnimento:
u
i1
= u
e
(C.12)
nel caso di potenza termica ridotta (per esempio con una temperatura inferiore
dellacqua di riscaldamento):
(C.13)
13) Calcolare la corrispondente temperatura di equilibrio della struttura interna:
u
c1
= u
e
+ (u
i1
- u
e
) (C.14)
14) Avviamento ottimizzato: calcolare la durata della fase davviamento t
3
senza
attenuazione:
(C.15)
15) Avviamento ottimizzato: calcolare la durata della fase di spegnimento o di potenza
termica ridotta senza attenuazione:
t
1
= t
o
- t
3
(C.16)
16) Avviamento a durata prefissata: calcolare la durata della fase di spegnimento o di
potenza termica ridotta senza attenuazione:
t
1
= t
o
- t
3
(C.17)
t
3
un dato dingresso o, se non noto, calcolata secondo il punto C.6.
Se t
3
o t
3
sono troppo lunghi (per esempio pi di 1 h o 2 h), la potenza di picco
dellimpianto di riscaldamento non sufficiente. Essa deve essere incrementata
prima di procedere oltre.
17) Calcolare la temperatura interna, u
i1
, raggiunta allinizio della fase davviamento
senza attenuazione:
(C.18)
18) Nel funzionamento con attenuazione e se u
i2
> u
i1
, andare al punto 23.
19) Calcolare la temperatura raggiunta dalla struttura allinizio della fase davviamento
senza attenuazione:
se t
1
= 0 allora u
c1
= u
c0
(C.19)
altrimenti (C.20)
20) Dal momento che non vi attenuazione, la durata del periodo di attenuazione 0 e
la temperatura della struttura alla fine della fase dattenuazione u
c2
quella
raggiunta alla fine della fase di spegnimento:
t
2
= 0 e u
c2
= u
c1
(C.21)
21) Avviamento ottimizzato: andare al punto 29.
22) Avviamento a durata prefissata: andare al punto 27.
23) Nel funzionamento con attenuazione, calcolare il tempo, t
1
, impiegato per
raggiungere la temperatura dattenuazione:
(C.22)
u
i1
u
e
u
1
H
2
------- + =
t '
3
t
p
max. 0
u '
c3
u '
c1
( )
u
i3
u
i0
u
c0
u '
c1
( )
t
o
t
P
-----
\ .
| |
exp +
------------------------------------------------------------------------------------
\ .
|
|
|
| |
ln , =
u '
i1
u
i1
u
c0
u '
c1
( )
t '
1
t
P
------
\ .
| |
exp + =
u
c1
u '
c1
u '
i1
u
i1

---------------------- + =
t
1
t
P
max. 0
u
c0
u '
c1
( )
u
i2
u
i1
( )
--------------------------------
\ .
| |
ln , =
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UNI EN ISO 13790:2005
24) Calcolare la temperatura della struttura alla fine del periodo sopra calcolato, u
c1
:
se t
1
= 0 allora u
c1
= u
c0
(C.23)
altrimenti (C.24)
25) Calcolare la durata della fase davviamento, t
2
:
avviamento ottimizzato (C.25)
avviamento a durata prefissata t
2
= t
o
- (t
1
+ t
3
) (C.26)
dove:
t
3
pu essere calcolato secondo il punto C.6 se non noto.
26) Calcolare la temperatura della struttura alla fine della fase dattenuazione, u
c2
:
se t
2
minore o uguale a 0 allora t
2
= 0 e u
c2
= u
c1
altrimenti (C.27)
27) Calcolare la durata reale della fase davviamento t
3
:
(C.28)
Il valore qui calcolato pu essere diverso da quello di t
3
.
28) Avviamento a durata prefissata: se t
3
maggiore di t
3
allora incrementare t
3
e
svolgere nuovamente lintero calcolo.
29) Calcolare la temperatura della struttura alla fine della fase davviamento u
c3
.
Se t
3
= 0 allora u
c3
= u
c2
(C.29)
altrimenti (C.30)
30) Calcolare il tempo rimanente tra la fine dellavviamento e la fine del periodo di
riscaldamento ridotto:
t
4
= t
o
- ( t
1
+ t
2
+ t
3
) (C.31)
31) Calcolare la temperatura interna corretta:
u
iad
= [ (u
i1
t
1
+ u
i2
t
2
+ u
i3
t
3
+ u
i0
t
4
) + t
P
(u
c0
- u
c1
+ u
c2
- u
c3
)] (C.32)
C.6 Tempo davviamento
La durata del periodo prefissato davviamento t
3
pu essere stimata come segue:
1) specificare il valore, u
e0
, della temperatura esterna per la quale il periodo
davviamento deve essere calcolato;
2) applicare il procedimento di calcolo del punto C.5 con lavviamento ottimizzato e con
u
e
= u
e0
(C.33)
3) una stima di t
3
si ottiene mediante lequazione (C.28) con t
3
= t
3
.
u
c1
u '
c1
u
i2
u
i1

------------------- + =
t
2
max. 0 t
o
t
1
max. 0 t
P
u '
c3
u '
c2
( )
u
i3
u
i0

-----------------------------------
\ .
| |
ln , ,
)
`

=
u
c2
u '
c2
u
c1
u '
c2
( )
t
2
t
P
-----
\ .
| |
exp + =
t
3
max. 0 t
P
u '
c3
u '
c2
( )
u
i3
u
i0

-----------------------------------
\ .
| |
ln , =
u
c3
u '
c3
u
i0
u
i3

------------------- + =
1
t
o
----
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UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE D CALCOLO IN PRESENZA DI PERIODO FESTIVO
(normativa)
In alcuni edifici, come le scuole, i periodi festivi durante la stagione di riscaldamento
portano ad una riduzione della dispersione termica, del fabbisogno termico e del
fabbisogno di energia per il riscaldamento.
Per tenere conto dei periodi festivi si deve applicare il metodo seguente. Si deve
considerare un solo periodo festivo, di durata specifica t (t' s t), per ciascun singolo mese.
1) Calcolare il fabbisogno termico, Q
hm0
, per un mese normale (senza festivit),
seguendo il metodo descritto nei punti da 5 a 9.
2) Calcolare il fabbisogno termico, Q
h1
, per il periodo festivo nel mese considerato. Il
metodo descritto nei punti da 5 a 9 applicato con un periodo di calcolo uguale al
periodo festivo.
3) Calcolare il fabbisogno termico risultante, Q
hm1
, per il mese considerato:
(D.1)
4) Calcolare il fabbisogno termico annuale come sommatoria dei fabbisogni termici
mensili.
Q
hm1
t t '
t
-----------Q
hm0
Q
h1
+ =
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APPENDICE E DISPERSIONE TERMICA DI ELEMENTI PARTICOLARI DELLINVOLUCRO
(normativa)
E.1 Pareti solari ventilate (muri Trombe)
E.1.1 Generalit
figura E.1 Percorso del flusso daria in una parete solare ventilata
Le indicazioni seguenti si applicano alle pareti progettate per captare lenergia solare,
secondo la figura E.1, dove
- il flusso daria automaticamente interrotto quando lo strato daria pi freddo
dellambiente riscaldato e;
- la portata daria fissata meccanicamente ad un valore costante, , quando lo
strato daria pi caldo dellambiente riscaldato.
Il coefficiente di dispersione termica di una parete come questa :
H = H
0
+ AH (E.1)
dove:
H
0
il coefficiente di dispersione termica della parete non ventilata;
AH un coefficiente di scambio termico aggiuntivo da calcolare secondo il punto E.1.3.
E.1.2 Dati richiesti
A area della parete solare ventilata;
R
i
resistenza termica interna della parete, tra lo strato daria e lambiente interno;
R
e
resistenza termica esterna della parete, tra lo strato daria e lambiente esterno;
R
l
resistenza termica dello strato daria;
valore prefissato della portata daria attraverso lo strato ventilato;
h
c
e h
r
rispettivamente i coefficienti di scambio termico liminare convettivo e radiante
nello strato daria;
Q
g,sw
apporti solari dello strato daria durante il periodo di calcolo: Q
g,sw
= I
w
A
s,sw
Q
L,al
dispersione termica dello strato daria durante il periodo di calcolo:
Q
L,al
= U
e
A (u
i
- u
e
) t
V

UNI Pagina 33
UNI EN ISO 13790:2005
E.1.3 Metodo di calcolo
Il calcolo della dispersione termica si basa sulla temperatura di regolazione e su quella
esterna. Gli apporti solari sono calcolati secondo il punto F.3 nellappendice F. Il
coefficiente di scambio termico aggiuntivo di una parete come questa calcolato come:
(E.2)
dove:

a
c
a
definito nel punto 7.5.1;
U
i
e U
e
sono le trasmittanze termiche interna ed esterna:
e (E.3)
o il rapporto tra la differenza cumulata di temperatura interna-esterna
quando limpianto di ventilazione in funzione ed il suo valore relativo
allintero periodo di calcolo. Esso rappresentato in figura E.2.
Il rapporto pu essere calcolato come:
(E.4)
dove:

al
il rapporto tra gli apporti solari Q
g,sw
e la dispersione termica dello strato daria, Q
l,al
durante il periodo di calcolo;
k un fattore definito come:
(E.5)
dove Z un parametro definito come:
(E.6)
figura E.2 Rapporto o tra la differenza cumulata di temperatura interna-esterna quando limpianto di
ventilazione in funzione ed il suo valore relativo allintero periodo di calcolo, espresso in funzione
del rapporto apporti/dispersioni dello strato daria,
al
H
a
c
a
V

U
e
U
i
------
2
ok =
U
i
1
R
i
R
l
2
----- +
----------------- = U
e
1
R
e
R
l
2
----- +
------------------- =
o 0,3
al
0,03 0,0003

al
1 ( ) + =
k 1
AZ

a
c
a
V

----------------
\ .
| |
exp =
1
Z
---
h
r
h
c
h
c
2h
r
+ ( )
-------------------------------
1
U
i
U
e
+
------------------ + =
UNI Pagina 34
UNI EN ISO 13790:2005
E.2 Elementi dinvolucro ventilati
E.2.1 Generalit
Fare circolare laria di ventilazione allinterno di parti dellinvolucro edilizio (parete,
finestra, tetto) riduce le dispersioni termiche globali mediante un recupero termico,
sebbene aumenti la dispersione termica per trasmissione in questi elementi dellinvolucro
edilizio. Questo effetto globale pu essere espresso attraverso uno scambiatore di calore
equivalente tra laria di espulsione e di mandata. Lefficienza di questo scambiatore di
calore equivalente pu essere calcolata con il metodo semplificato fornito nel punto E.2.2,
che applicabile nelle condizioni seguenti:
- il flusso daria parallelo alla superficie dellinvolucro (vedere figura E.3);
- lo spessore dello strato daria compreso tra 15 mm e 100 mm;
- la permeabilit allaria delle parti restanti dellinvolucro bassa, in modo tale che la
maggior parte (circa il 90%) dellaria circolante attraverso ledificio passi attraverso
lelemento dinvolucro ventilato;
- limpianto di ventilazione rispetta i requisiti riportati nel prospetto E.1;
- la mandata daria, se naturale, controllata attraverso prese daria regolabili o auto
regolate situate sulla parte interna dellinvolucro.
figura E.3 Percorso dellaria nella parete
prospetto E.1 Requisiti di ventilazione per lapplicazione del metodo
Nota Il presente metodo si applica principalmente quando laria di mandata circola allinterno degli elementi
dinvolucro. Si pu anche utilizzare laria espulsa, a condizione che siano prese adeguate misure per evitare
fenomeni di condensazione.
E.2.2 Metodo di calcolo
Il fattore defficienza dello scambiatore di calore equivalente aria-aria :
(E.7)
dove:
U
i
e U
e
sono rispettivamente le trasmittanze termiche delle parti interna ed esterna
dellelemento dinvolucro contenente lo spazio daria;
U
0
la trasmittanza termica di questo elemento dinvolucro, assumendo che lo
spazio daria non sia ventilato;
k il fattore definito dallequazione (E.5).
Il fattore defficienza dello scambiatore di calore equivalente aria-aria sempre minore
di 0,25.
Classe di schermatura Requisito
Nessuna schermatura Espulsione e mandata meccaniche
Schermatura moderata Espulsione o mandata meccaniche
Schermatura consistente Nessun requisito
q
v
U
0
2
U
i
U
e
------------k =
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APPENDICE F APPORTI SOLARI DI ELEMENTI PARTICOLARI
(normativa)
F.1 Serra non riscaldata
F.1.1 Generalit
Quanto segue si applica a serre non riscaldate adiacenti ad un ambiente riscaldato, quali
giardini dinverno e serre addossate, separate dallambiente riscaldato attraverso una
parete divisoria.
Se la serra riscaldata, o se c unapertura permanente tra lambiente riscaldato e la
serra, essa deve essere considerata come parte dellambiente riscaldato e la presente
appendice non si applica. Larea da considerare per le dispersioni e gli apporti solari
quella dellinvolucro esterno della serra.
F.1.2 Dati richiesti
Si devono raccogliere i dati seguenti relativi alla parte trasparente della parete divisoria
(pedice w) ed allinvolucro esterno della serra (pedice e):
F
F
fattore telaio;
F
S
fattore di correzione per ombreggiatura;
g trasmittanza energetica solare totale efficace della vetrata;
A
w
area delle finestre e delle porte vetrate nella parete divisoria;
A
e
area dellinvolucro della serra.
Inoltre, si devono stimare i dati seguenti:
A
j
area di ciascuna superficie, j, che assorbe la radiazione solare nella serra (terreno,
pareti opache; la parte opaca della parete divisoria identificata dal pedice p);
o
j
fattore medio di assorbimento solare della superficie assorbente j nella serra;
I
i
irraggiamento solare sulla superficie i durante il/i periodo/i di calcolo;
U
p
trasmittanza termica della parte opaca della parete divisoria;
U
pe
trasmittanza termica tra la superficie assorbente di questa parete e la serra.
figura F.1 Serra addossata con apporti e coefficienti di dispersione termica, e circuito elettrico equivalente
UNI Pagina 36
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F.1.3 Metodo di calcolo
La dispersione termica calcolata secondo il punto 5 per un ambiente non riscaldato. Gli
apporti solari entranti nellambiente riscaldato attraverso la serra, Q
ss
, sono la somma
degli apporti diretti attraverso la parete divisoria, Q
sd
, e degli apporti indiretti, Q
si
, dalla
serra riscaldata dal sole:
Q
ss
= Q
sd
+ Q
si
(F.1)
In prima approssimazione, si assume che le superfici assorbenti siano tutte ombreggiate
in proporzione uguale dagli ostacoli esterni e dallinvolucro esterno della serra.
Gli apporti solari diretti Q
sd
sono la somma degli apporti attraverso le parti trasparente
(pedice w) ed opaca (pedice p) della parete divisoria:
Q
sd
= I
p
F
S
F
Fe
g
e
(F.2)
Gli apporti indiretti sono calcolati sommando gli apporti solari di ciascuna superficie
assorbente, j, nella serra, ma deducendo gli apporti diretti attraverso la parte opaca della
parete divisoria:
Q
si
= (1 - b) F
S
F
Fe
g
e
(F.3)
Il fattore di ponderazione (1-b), definito nella EN ISO 13789, la parte degli apporti solari
della serra che entra nellambiente riscaldato attraverso la parete divisoria.
F.2 Elementi opachi con isolamento trasparente
F.2.1 Dati dingresso richiesti
A area totale dellelemento;
A
t
area dellelemento coperta dallisolamento trasparente;
R
i
resistenza termica dellelemento opaco dietro lisolamento trasparente;
R
t
resistenza termica dellisolamento trasparente;
g
t,
trasmittanza energetica solare totale dellisolamento trasparente (incidenza
normale);
g
t,h
trasmittanza energetica solare totale dellisolamento trasparente (incidenza
diffusa-emisferica);
R
al
resistenza termica dello strato daria (chiuso) tra lelemento opaco e lisolamento
trasparente;
R
si
resistenza termica liminare interna;
R
se
resistenza termica liminare esterna;
F
S
fattore di correzione per ombreggiatura.
In funzione del tipo di isolamento trasparente, richiesto il valore della seguente
grandezza (non richiesto per prodotti che includono un assorbitore solare):
o Coefficiente di assorbimento dellelemento opaco dietro lisolamento trasparente.
F.2.2 Propriet derivate
U trasmittanza termica dellelemento, da ambiente ad ambiente;
U
te
trasmittanza termica esterna dellelemento, dalla superficie che si affaccia verso
lisolante trasparente fino allambiente esterno;
g
t
trasmittanza energetica solare totale efficace dellisolante trasparente;
F
F
fattore di riduzione dovuto allarea del telaio non trasparente dellisolamento
trasparente.
F
Fw
g
w
A
w
o
p
A
p
U
p
U
pe
--------- +
\ .
| |
l
j
a
j
A
j
j
_
l
p
o
p
A
p
U
p
U
pe
---------
\ .
|
| |
UNI Pagina 37
UNI EN ISO 13790:2005
F.2.3 Metodo di calcolo
La dispersione termica calcolata secondo il punto 7, come per gli elementi dinvolucro
ordinari, inclusi gli eventuali ponti termici nelle strutture intelaiate. Gli apporti solari di un
elemento opaco con isolamento trasparente, avente lorientamento j, sono calcolati per il
mese m secondo il punto 8.2 utilizzando unarea di captazione efficace.
Il fattore di riduzione dovuto al telaio determinato in funzione dellarea totale
dellelemento, A:
(F.4)
Per calcolare il fattore di efficienza sono necessarie le seguenti trasmittanze termiche:
(F.5)
Il calcolo della trasmittanza energetica solare totale efficace dipende dal tipo di
isolamento trasparente. Si prende in considerazione langolo di incidenza della radiazione
solare diretta, utilizzando i coefficienti c
j,m
del prospetto F.1.
Per i prodotti con trasmittanza energetica solare non trascurabile, il valore efficace
proporzionale al coefficiente di assorbimento dellelemento opaco posto dietro
lisolamento trasparente:
(F.6)
Nel caso di isolamento trasparente con trasmittanza solare trascurabile (per esempio
prodotti che includono un assorbitore solare) deve essere modificato solo il valore
determinato dalle misurazioni per tenere conto della resistenza termica, R
g
, della lama
daria tra lisolamento trasparente e lelemento opaco:
(F.7)
Larea di captazione efficace per lorientamento j e per il mese m :
A
s,j ,m
= A F
S
F
F
g
t,j,m
(F.8)
Gli apporti sono sommati agli altri apporti solari.
prospetto F.1 Coefficienti c
j,m
per il calcolo della trasmittanza energetica solare totale efficace dellisolamento
trasparente utilizzando i valori misurati per incidenza normale ed emisferica (per pareti verticali)
F.3 Pareti solari ventilate (muri Trombe)
F.3.1 Dati richiesti
Quanto segue si applica alle pareti solari ventilate, cos come definite nel punto E.1.
In aggiunta ai dati elencati nel punto E.1.2, sono necessari i seguenti dati dingresso:
F
F
fattore telaio;
F
S
fattore di correzione per ombreggiatura;
Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Sett. Ott. Nov. Dic.
S -0,105 -0,067 -0,023 0,042 0,073 0,089 0,094 0,062 0,005 -0,054 -0,093 -0,105
SO/SE -0,034 -0,027 -0,010 0,002 0,022 0,037 0,036 0,013 -0,015 -0,025 -0,034 -0,026
O/E 0,054 0,033 0,016 -0,012 -0,005 -0,002 -0,012 -0,007 -0,001 0,024 0,049 0,052
NE/NO 0,002 0,008 0,016 0,030 0,018 0,013 0,013 0,024 0,033 0,014 0,004 0,000
N 0,000 0,000 0,000 0,011 0,021 0,031 0,042 0,012 0,000 0,000 0,000 0,000
F
F
A
t
A
----- =
U
te
1
R
se
R
t
R
al
+ +
----------------------------------- =
U
1
R
se
R
t
R
al
R
i
R
si
+ + + +
------------------------------------------------------------- =
g
t,j,m
=o g
t,h
c
j,m
g
t,
( )
g
Tl,j,m
R
se
R
t
+
R
se
R
t
R
g
+ +
---------------------------------- g
t,h
c
j,m
g
t,
( ) =
U
U
t
-----
UNI Pagina 38
UNI EN ISO 13790:2005
o coefficiente di assorbimento della superficie posta dietro lo strato daria;
g trasmittanza energetica solare totale della vetrata che copre lo strato daria.
F.3.2 Metodo di calcolo
La dispersione termica aggiuntiva per le pareti solari ventilate calcolata secondo il punto
E.2. Gli apporti solari sono calcolati secondo il punto 8.2 utilizzando unarea di captazione
efficace, A
s
:
a) se lo strato ventilato coperto da uno strato esterno opaco:
(F.9)
dove:
U
i
e k sono calcolate secondo il punto E.1.3;
e il rapporto tra la radiazione solare totale incidente sullelemento quando lo
strato daria aperto e la radiazione solare totale durante lintero periodo di
calcolo; e riportata nella figura F 2. Essa pu essere calcolata come:
(F.10)
dove
al
il rapporto apporti/dispersioni dello strato daria durante il periodo
di calcolo definito nel punto E.1.3.
(F.11)
la trasmittanza termica della parete.
figura F.2 Rapporto e tra la radiazione solare totale incidente sullelemento quando lo strato daria aperto e
la radiazione solare totale durante il periodo di calcolo, espresso in funzione del rapporto
apporti/dispersioni dello strato daria,
al
b) se lo strato daria coperto dalla vetrata:
(F.12)
Nota Questo procedimento implicito: le equazioni (F.9) e (F.10) dovrebbero essere risolte attraverso un
procedimento iterativo per calcolare gli apporti solari, iniziando con
al
= 1.
A
s
AoF
S
F
F
U
0
h
e
------ 1
U
0
U
i
2
------
a
c
a
V

A
--- -ke + =
e 1 22
al
( ) exp =
U
0
1
R
i
R
l
R
e
+ +
------------------------------ =
A
s
AoF
S
F
F
g
w
U
0
R
e
U
0
2
R
i
U
i
U
e
------------
a
c
a
V

A
--- -ke + =
UNI Pagina 39
UNI EN ISO 13790:2005
F.4 Elementi dinvolucro ventilati
F.4.1 Generalit
Se laria di mandata della ventilazione passa attraverso elementi dinvolucro, essa pu
essere riscaldata da un lato per dispersione termica per trasmissione attraverso
lelemento (vedere punto E.2) e dallaltro lato per la radiazione solare assorbita dal
pannello opaco esterno o dalla superficie interna dello strato daria, se questo strato
coperto da una vetrata.
F.4.2 Dati richiesti
In aggiunta ai dati elencati nel punto E.2.2, sono necessari i seguenti dati dingresso:
A area dellelemento;
F
F
fattore telaio;
F
S
fattore di correzione per ombreggiatura;
a coefficiente di assorbimento della superficie che riceve la radiazione solare;
R
i
resistenza termica interna della parete, tra lo strato daria e lambiente interno;
R
e
resistenza termica esterna della parete, tra lo strato daria e lambiente esterno;
R
l
resistenza termica dello strato daria;
portata daria attraverso lo strato ventilato;
h
e
coefficiente di scambio termico liminare sulla superficie esterna;
g trasmittanza energetica solare totale della vetrata che copre lo strato daria;
h
c
coefficiente di scambio termico liminare convettivo nello strato daria;
h
r
coefficiente di scambio termico liminare radiante nello strato daria.
F.4.3 Metodo di calcolo
Lefficienza dello scambiatore di calore equivalente calcolata secondo il punto E.2. Gli
apporti solari sono calcolati secondo il punto 8.2 con le seguenti aree di captazione
efficaci:
a) se lo strato ventilato coperto da uno strato esterno opaco:
(F.13)
b) se lo strato ventilato coperto da una vetrata:
(F.14)
F.5 APPORTI SOLARI DEGLI ELEMENTI DINVOLUCRO OPACHI
F.5.1 Generalit
Gli apporti solari netti annuali degli elementi opachi senza isolamento trasparente
costituiscono una piccola parte degli apporti solari totali e sono parzialmente compensati
dalle dispersioni per irraggiamento dalledificio verso il cielo sereno. Essi possono
pertanto essere trascurati. Gli apporti solari degli elementi opachi con isolamento
trasparente sono trattati nel punto F.2.
Se, tuttavia, si suppone che gli apporti solari attraverso gli elementi opachi siano rilevanti,
per esempio per superfici scure ed isolate male, o se si suppone che le dispersioni per
irraggiamento di un qualunque elemento dellinvolucro siano rilevanti, per esempio vaste
V

A
s
AoF
S
F
F
U
0
h
e
------ 1
U
0
U
i
2
------
a
c
a
V

A
--- -k + =
A
s
AoF
S
F
F
g
w
U
0
R
e
U
0
2
R
i
U
i
U
e
------------
a
c
a
V

A
----k + =
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UNI EN ISO 13790:2005
superfici esposte alla volta celeste, gli apporti e le dispersioni di tutti gli elementi
dinvolucro (opachi e trasparenti) devono prendere in considerazione il bilancio radiante
tra la radiazione a bassa lunghezza donda e quella ad alta lunghezza donda.
F.5.2 Dati richiesti
U trasmittanza termica dellelemento;
A area totale dellelemento;
R
se
resistenza liminare esterna dellelemento;
o coefficiente di assorbimento dellelemento relativo alla radiazione solare;
I
j
irraggiamento solare relativo allorientamento j;
F
f
fattore di forma tra lelemento e la volta celeste (1 per tetto orizzontale non
ombreggiato, 0,5 per parete verticale non ombreggiata);
h
r
coefficiente di irraggiamento esterno;
Au
er
scarto medio tra la temperatura dellaria esterna e la temperatura apparente della
volta celeste;
t durata del periodo di calcolo.
F.5.3 Metodo di calcolo
La dispersione netta di un elemento opaco senza copertura trasparente, avente
orientamento j, calcolata come:
Q
L
= U A R
se
(F
f
h
r
Au
er
t o I
j
) (F.15)
Il coefficiente di irraggiamento esterno h
r
:
h
r
= 4 co (u
ss
+ 273)
3
(F.16)
dove:
c lemissivit della superficie esterna relativa alla radiazione termica;
o la costante di Stefan-Boltzmann: o = 5,67 10
-8
W/(m
2
K
4
);
u
ss
la media aritmetica tra la temperatura della superficie e quella della volta celeste.
In prima approssimazione, h
r
si pu assumere pari a 5 c |W/(m
2
K)], che corrisponde ad
una temperatura media di 10 C.
Quando la temperatura della volta celeste non disponibile tra i dati climatici, la
differenza Au
er
tra la temperatura dellaria esterna e la temperatura della volta celeste si
dovrebbe assumere pari a 9 K nelle aree sub-polari, 13 K ai tropici e 11 K nelle zone
intermedie.
La dispersione netta aggiunta alle altre dispersioni.
UNI Pagina 41
UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE G PORTATE DARIA DI VENTILAZIONE
(informativa)
G.1 Generalit
Se non diversamente specificato in norme internazionali o in regolamenti nazionali, la
presente appendice pu essere utilizzata per calcolare la portata daria negli edifici.
G.2 Portata di ventilazione minima
Per ragioni di comfort ed igieniche necessaria una portata minima di ventilazione
quando ledificio occupato. Questa portata minima di ventilazione pu essere
determinata su base nazionale, in funzione della tipologia edilizia e delle modalit di
occupazione delledificio.
Valori tipici sono:
= 0,3 h
-1
V [m
3
/h], dove V il volume ventilato, per gli edifici residenziali;
= 15 m
3
/h a persona (durante loccupazione) per gli edifici non residenziali.
G.3 Ventilazione naturale
La portata totale di ventilazione determinata quale la maggiore tra la portata minima di
ventilazione e la portata di ventilazione di progetto
= max [ ; ] (G.1)
Se non sono disponibili informazioni a livello nazionale, il tasso di ricambio daria negli
edifici residenziali pu essere stimato dai prospetti G.2 o G.3.
G.4 Impianti di ventilazione meccanica
La portata totale daria determinata come somma della portata di ventilazione
determinata dalle portate daria medie attraverso i ventilatori dellimpianto quando questi
sono in funzione, , e di una portata daria addizionale, , indotta dal vento e
dalleffetto camino attraverso le aperture di ventilazione e le fessure dinfiltrazione:
= + (G.2)
Per gli impianti di sola mandata o espulsione, uguale alla portata daria di mandata,
, o alla portata daria di espulsione, .
Per gli impianti di ventilazione bilanciati, uguale alla maggiore tra la portata daria di
mandata, , e la portata daria di espulsione, .
La portata daria aggiuntiva, , pu essere calcolata come:
(G.3)
dove:
n
50
il tasso di ricambio daria risultante da una differenza di pressione di 50 Pa tra
linterno e lesterno, includendo gli effetti delle prese daria;
e e f sono coefficienti di schermatura che possono essere ricavati dal prospetto G.4.
V

min
V

min

min

V
d

min

V
d

V
f

V
x

V
f

V
x

V
f

sup

ex
V
f

sup
V

ex

V
x

V
x

Vn
50
e
1
f
e
---
V

sup
V

ex

Vn
50
-------------------------
2
+
----------------------------------------------- =
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UNI EN ISO 13790:2005
Se la ventilazione meccanica accesa per una parte del tempo, la portata daria
calcolata come:
(G.4)
dove:
la portata daria di progetto dovuta alla ventilazione meccanica;
la portata daria aggiuntiva con i ventilatori accesi, dovuta al vento ed alleffetto
camino;
la portata daria con ventilazione naturale, incluso il flusso daria attraverso i
condotti dellimpianto di ventilazione meccanica;
la portata daria aggiuntiva con i ventilatori spenti, dovuta al vento ed alleffetto
camino:
= V n
50
e;
| la frazione di tempo con i ventilatori accesi.
Negli edifici non residenziali, gli impianti di ventilazione meccanica possono essere spenti
per una gran parte del tempo. Di ci si tiene conto attraverso la definizione di periodi
differenti o attraverso la valutazione di |. Una valutazione non corretta di | o una
definizione non corretta dei periodi di spegnimento pu portare a consistenti errori nei
risultati.
Per gli impianti meccanici a portata di progetto variabile, la portata daria media
attraverso i ventilatori durante il loro periodo di funzionamento.
G.5 Impianti meccanici con scambiatori di calore
Per gli edifici con recupero termico dallaria di espulsione allaria dingresso, la
dispersione termica per ventilazione meccanica ridotta del fattore (1-q
v
) dove q
v

lefficienza globale del sistema di recupero termico. Cos la portata daria efficace per il
calcolo della dispersione termica quando i ventilatori sono accesi determinata da:
(G.5)
dove:
q
v
lefficienza globale di recupero termico, tenendo conto delle differenze tra le
portate daria di mandata e di estrazione. Il calore contenuto nellaria che lascia
ledificio attraverso le infiltrazioni non pu essere recuperato.
Per gli impianti con recupero termico dallaria di espulsione allacqua calda o allimpianto
di riscaldamento ambiente tramite una pompa di calore, la portata di ventilazione
calcolata senza alcuna riduzione. In questo caso, la riduzione del fabbisogno di energia
dovuta al recupero termico consentita nel calcolo del fabbisogno di energia del sistema
corrispondente.
G.6 Dati per la stima della ventilazione naturale
Nel prospetto G.1 il livello di tenuta allaria definito dagli intervalli del tasso di ricambio
daria riferito a 50 Pa di differenza di pressione tra gli ambienti interno ed esterno, n
50
.
Questo numero include le portate daria attraverso le prese daria chiuse.
V

V
0

V'
x

+ ( ) 1 | ( ) V
f

V
x

+ ( )| + =
V
f

V
x

V
0

V'
x

V'
x

V
f

V
f

1 q
v
( ) V
x

+ =
UNI Pagina 43
UNI EN ISO 13790:2005
prospetto G.1 Livelli di tenuta allaria utilizzati allinterno della presente appendice
La portata di ventilazione naturale pu essere determinata su base nazionale, prendendo
in considerazione il clima, il contesto esterno, la tipologia edilizia e la geometria, la
dimensione e la posizione delle aperture. Se non sono disponibili informazioni a livello
nazionale, la portata di ventilazione media mensile durante la stagione di riscaldamento
pu essere determinata attraverso i prospetti G.2 o G.3.
prospetto G.2 Tasso di ricambio daria, n in h
-1
, negli edifici multi-familiari ventilati naturalmente, determinato in
funzione della classe di schermatura e della tenuta allaria delledificio
prospetto G.3 Tasso di ricambio daria, n in h
-1
in case mono-familiari ventilate naturalmente, determinato in
funzione della classe di schermatura e della tenuta allaria delledificio
prospetto G.4 Coefficienti di schermatura, e e f, per il calcolo della portata daria aggiuntiva secondo
lequazione (G.3)
Tasso di ricambio daria a 50 Pa
h
-1
Livello di tenuta dellinvolucro
Edifici multi-familiari Edifici mono-familiari
Meno di 2 Meno di 4 Alto
Da 2 a 5 Da 4 a 10 Medio
Pi di 5 Pi di 10 Basso
Nota 1 La differenza tra gli edifici multi-familiari e mono-familiari legata alla tipica differenza nella loro area di parete esterna per un dato volume interno.
Nota 2 Negli edifici residenziali con n
50
minore di 3 h
-1
(con le prese daria aperte), il requisito di ventilazione minima impone lapertura delle finestre ad
intervalli opportuni.
Classe di schermatura
a)
Pi di una facciata esposta Solo una facciata esposta
Tenuta allaria delledificio Tenuta allaria delledificio
Bassa Media Alta Bassa Media Alta
Nessuna schermatura 1,2 0,7 0,5 1,0 0,6 0,5
Schermatura moderata 0,9 0,6 0,5 0,7 0,5 0,5
Schermatura consistente 0,6 0,5 0,5 0,5 0,5 0,5
a) Le classi di schermatura sono definite nel prospetto G.4.
Classe di schermatura Tenuta allaria delledificio
Bassa Media Alta
Nessuna schermatura 1,5 0,8 0,5
Schermatura moderata 1,1 0,6 0,5
Schermatura consistente 0,7 0,5 0,5
Coefficiente e per determinare la classe di schermatura: Pi di una facciata
esposta
Una facciata esposta
Nessuna schermatura: edifici in aperta campagna, edifici di altezza elevata nei centri urbani. 0,10 0,03
Schermatura moderata: edifici in campagna circondati da alberi o da altri edifici, periferia. 0,07 0,02
Schermatura consistente: edifici di altezza media nei centri urbani, edifici in zone boschive. 0,04 0,01
Coefficiente f 15 20
UNI Pagina 44
UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE H DATI PER IL CALCOLO DEGLI APPORTI SOLARI
(informativa)
H.1 Trasmittanza energetica solare totale delle vetrate
La trasmissione dellenergia attraverso le superfici trasparenti dipende dal tipo di vetro. La
trasmittanza energetica solare totale definita nella ISO 9050 calcolata secondo la
EN 13363 per la radiazione solare perpendicolare alla vetrata, g

. Il prospetto H.1
fornisce alcuni valori indicativi per incidenza normale, considerando una superficie liscia
ed un vetro comune puro.
Per i calcoli mensili, si richiede un valore mediato su tutti gli angoli dincidenza. Il fattore
F
w
definito nel punto 8.2.3 approssimativamente: .
Esso dipende dal tipo di vetro, dalla latitudine, dal clima, e dallorientamento.
prospetto H.1 Valori tipici di trasmittanza termica e trasmittanza energetica solare totale per i tipi comuni di vetrata
Un altro metodo consiste nel far riferimento agli apporti solari attraverso un vetro chiaro
semplice e doppio. Gli apporti solari attraverso altri tipi di vetrata possono essere riferiti a
questi come:
Q
sz
= Q
s,ref
(H.1)
dove:
Q
sz
lapporto solare attraverso il tipo di vetrata considerato;
Q
s,ref
lapporto solare attraverso la vetrata di riferimento, che un vetro chiaro semplice
in tutti i casi nei quali il vetro reale singolo, un vetro doppio chiaro in tutti gli altri
casi;
g la trasmittanza energetica solare totale del tipo di vetrata considerato;
g
ref
la trasmittanza energetica solare totale della vetrata di riferimento.
H.2 Effetto dei tendaggi permanenti
Tendaggi posti permanentemente allinterno o allesterno delle finestre riducono la
trasmissione globale della radiazione solare. Alcuni fattori di riduzione sono riportati nel
prospetto H.2. Questi fattori devono essere moltiplicati per la trasmittanza energetica
solare totale della vetrata per ottenere il fattore g della vetrata in presenza del tendaggio
permanente.
Tipo di vetrata g

Vetro singolo 0,85


Vetro doppio 0,75
Vetro doppio con rivestimento selettivo 0,67
Vetro triplo 0,7
Vetro triplo con 2 rivestimenti selettivi 0,5
Finestra doppia 0,75
F
w
g
g

------ 0,9 = =
g
g
ref
--------
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UNI EN ISO 13790:2005
prospetto H.2 Fattori di riduzione per alcuni tipi di tendaggi
I tendaggi mobili e le protezioni solari mobili sono presi in considerazione nel fattore di
utilizzazione.
H.3 Fattori di correzione per ombreggiatura
H.3.1 Principio
Il fattore di correzione per ombreggiatura pu essere calcolato come:
F
S
= F
h
F
o
F
f
(H.2)
dove:
F
h
il fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta ad ostruzioni esterne;
F
o
il fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta agli aggetti orizzontali;
F
f
il fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta agli aggetti verticali.
H.3.2 Ombreggiatura dovuta ad ostruzioni esterne
Leffetto dellombreggiatura dovuta alle ostruzioni esterne (per esempio il terreno, gli
alberi e gli altri edifici) dipende dallangolo dellorizzonte, dalla latitudine,
dallorientamento, dal clima locale e dalla stagione di riscaldamento. Nel prospetto H.3 si
riportano i fattori di correzione per ombreggiatura relativi a climi medi tipici e ad una
stagione di riscaldamento cha va da ottobre ad aprile, per tre latitudini e per quattro
orientamenti della finestra. Per altre latitudini ed orientamenti si pu effettuare
uninterpolazione. Langolo dellorizzonte un valore medio sulla parte di orizzonte di
fronte alla facciata considerata.
figura H.1 Angolo dellorizzonte, o
Tipo di tendaggio Propriet ottiche del tendaggio Fattore di riduzione con
assorbimento trasmissione tendaggio interno tendaggio esterno
Veneziane di colore bianco
0,1 0,05 0,25 0,10
0,1 0,30 0,15
0,3 0,45 0,35
Tendaggi bianchi
0,1 0,5 0,65 0,55
0,7 0,80 0,75
0,9 0,95 0,95
Tessuti colorati
0,3 0,1 0,42 0,17
0,3 0,57 0,37
0,5 0,77 0,57
Tessuti con lamina dalluminio 0,2 0,05 0,20 0,08
UNI Pagina 46
UNI EN ISO 13790:2005
prospetto H.3 Fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta ad ostruzioni esterne, F
h
H.3.3 Ombreggiatura dovuta ad aggetti orizzontali e verticali
Lombreggiatura dovuta ad aggetti orizzontali e verticali dipende dallangolo dellaggetto,
dalla latitudine, dallorientamento e dal clima locale. Nei prospetti H.4 e H.5 si riportano i
fattori stagionali di correzione per ombreggiatura relativi a climi tipici.
figura H.2 Aggetti orizzontale e verticale
Legenda
a) Sezione verticale
b) Sezione orizzontale
o Angolo dellaggetto orizzontale
| Angolo dellaggetto verticale
prospetto H.4 Fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta agli aggetti orizzontali, F
o
prospetto H.5 Fattore di correzione parziale per ombreggiatura dovuta agli aggetti verticali, F
f
Angolo dellorizzonte 45
o
N lat. 55
o
N lat. 65
o
N lat.
S E/O N S E/O N S E/O N
0
o
10
o
20
o
30
o
40
o
1,00
0,97
0,85
0,62
0,46
1,00
0,95
0,82
0,70
0,61
1,00
1,00
0,98
0,94
0,90
1,00
0,94
0,68
0,49
0,40
1,00
0,92
0,75
0,62
0,56
1,00
0,99
0,95
0,92
0,89
1,00
0,86
0,58
0,41
0,29
1,00
0,89
0,68
0,54
0,49
1,00
0,97
0,93
0,89
0,85
Angolo dellaggetto
orizzontale
45
o
N lat. 55
o
N lat. 65
o
N lat.
S E/O N S E/O N S E/O N
0
o
30
o
45
o
60
o
1,00
0,90
0,74
0,50
1,00
0,89
0,76
0,58
1,00
0,91
0,80
0,66
1,00
0,93
0,80
0,60
1,00
0,91
0,79
0,61
1,00
0,91
0,80
0,65
1,00
0,95
0,85
0,66
1,00
0,92
0,81
0,65
1,00
0,90
0,80
0,66
Angolo dellaggetto
verticale
45
o
N lat. 55
o
N lat. 65
o
N lat.
S E/O N S E/O N S E/O N
0
o
30
o
45
o
60
o
1,00
0,94
0,84
0,72
1,00
0,92
0,84
0,75
1,00
1,00
1,00
1,00
1,00
0,94
0,86
0,74
1,00
0,91
0,83
0,75
1,00
0,99
0,99
0,99
1,00
0,94
0,85
0,73
1,00
0,90
0,82
0,73
1,00
0,98
0,98
0,98
UNI Pagina 47
UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE I CALCOLO DEL FABBISOGNO TERMICO PER CIASCUN MODO DI RISCALDAMENTO
(informativa)
I.1 Generalit
Nel caso di riscaldamento intermittente, limpianto di riscaldamento funziona in diversi
modi: normale (pedice 0), spegnimento (pedice 1), attenuazione (pedice 2), potenza di
picco (pedice 3).
Una delle ragioni per utilizzare il riscaldamento intermittente che il costo dellenergia vari
durante il giorno. In questo caso, pu essere utile calcolare separatamente il fabbisogno
termico per ciascun modo di riscaldamento. Ci potrebbe anche risultare utile per stimare
le perdite di calore dellimpianto di riscaldamento relative ai diversi modi di
funzionamento.
Lobiettivo della presente appendice quello di specificare il calcolo del fabbisogno
termico per ciascun modo di riscaldamento.
I.2 Suddivisione del fabbisogno termico secondo i diversi modi di riscaldamento
Il fabbisogno termico dellambiente Q
h
per ciascun periodo di calcolo calcolato con
lequazione (14) in funzione della dispersione termica Q
L
, degli apporti termici Q
g
e del
fattore di utilizzazione q.
Il fabbisogno termico per ciascun modo di riscaldamento (Q
h0
, Q
h1
, Q
h2
, Q
h3
) calcolato
attraverso i seguenti passi.
1) Separare la dispersione termica Q
L
tra i diversi modi di riscaldamento e determinare
Q
L0
, Q
L1
, Q
L2
, Q
L3
.
2) Separare gli apporti termici utilizzati qQ
g
tra i diversi modi di riscaldamento e
determinare qQ
g0
, qQ
g1
, qQ
g2
, qQ
g3
.
3) Calcolare il fabbisogno termico per ciascun modo di riscaldamento applicando
lequazione (14) separatamente a ciascun modo di riscaldamento.
I.2.1 Suddivisione della dispersione termica
Q
L
calcolata secondo lequazione (3), che include u
iad
.
u
iad
ricavata dallequazione (C.32) per i periodi di riscaldamento ridotto ed uguale a u
i
per i periodi di riscaldamento normale.
Unendo le due equazioni e separando nella sommatoria i periodi di riscaldamento
normale (N) e ridotto (R), si ottiene:
(I.1)
(I.2)
(I.3)
(I.4)
I.2.2 Suddivisione degli apporti termici
La separazione degli apporti termici utilizzati dipende dalla costante di tempo delledificio.
Si pu applicare il seguente procedimento.
Q
L0
N
j
H
j
u
i
u
e
+ ( )t
j
N
_
N
j
H
j
u
i0
u
e
+ ( )t
4
t
P
u
C0
u
C3
+ ( ) + | |
R
_
+ =
Q
L1
N
j
H
j
u
i1
u
e
+ ( )t
1
R
_
=
Q
L2
N
j
H
j
u
i2
u
e
+ ( )t
2
t
P
u
C2
u
C1
+ ( ) + | |
R
_
=
Q
L3
N
j
H
j
u
i3
u
e
+ ( )t
3
R
_
=
UNI Pagina 48
UNI EN ISO 13790:2005
1) Calcolare gli apporti termici utilizzati in ciascun modo di riscaldamento con una
costante di tempo delledificio pari a 0. Si assume che gli apporti termici siano
recuperati con priorit decrescente nel modo di riscaldamento normale, di
spegnimento, dattenuazione e con potenza di picco.
2) Calcolare gli apporti termici utilizzati in ciascun modo di riscaldamento con una
costante di tempo delledificio pari a 100 h. In questo caso si assume che il rapporto
tra gli apporti termici utilizzati e la dispersione termica relativo a ciascun modo di
riscaldamento sia lo stesso per tutti i modi di riscaldamento.
3) Gli apporti termici utilizzati in ciascun modo di riscaldamento per una costante di
tempo compresa tra 0 e 100 h sono quindi calcolati come media pesata tra gli apporti
termici utilizzati con una costante di tempo pari a 0 ed una costante di tempo pari a
100 h. Se la costante di tempo maggiore di 100 h, gli apporti termici utilizzati sono
riferiti ad una costante di tempo pari a 100 h.
Passo 1:
qQ0
g,0
= min. (qQ
g
,Q
L,0
) (I.5)
qQ0
g,1
= min. (qQ
g
- qQ0
g0
,Q
L,1
) (I.6)
qQ0
g,2
= min. (qQ
g
- qQ0
g0
- qQ0
g,1
,Q
L,2
) (I.7)
qQ0
g,3
= min. (qQ
g
- qQ0
g0
- qQ0
g,1
- qQ0
g,2
,Q
L,3
) (I.8)
Passo 2:
Per ciascun modo di riscaldamento i:
qQ100
g,i
= qQ
g
(I.9)
Passo 3:
Per ciascun modo di riscaldamento i:
se t
P
< 100 h
qQ
g,i
= qQ0
g,i
+ qQ100
g,i
(I.10)
dove:
t
P
espressa in ore
altrimenti qQ
g,i
= qQ100
g,i
(I.11)
I.3 Fabbisogno termico relativo ai diversi modi di riscaldamento
Per ciascun modo di riscaldamento i:
Q
h,i
= Q
L,i
- qQ
g,i
(I.12)
Q
L,i
Q
L
---------
1
t
P
100
--------- -
\ .
| |
t
P
100
----------
\ .
| |
UNI Pagina 49
UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE J ACCURATEZZA DEL METODO
(informativa)
J.1 Propagazione degli errori
Laccuratezza del metodo, vale a dire il grado di corrispondenza dei risultati del calcolo
con il consumo energetico reale delledificio, dipende principalmente dalla qualit dei dati
dingresso, e alcuni di questi dati (per esempio il tasso di ricambio daria) spesso non sono
noti con precisione.
Lincertezza sui dati dingresso si propaga attraverso le formule e le equazioni,
producendo un errore relativo maggiore nei risultati. In particolare, quando gli apporti
gratuiti sono elevati, il ridotto fabbisogno termico risulta dalla sottrazione di due numeri
grandi, e il fattore che moltiplica lincertezza sul carico e sugli apporti diventa rilevante.
Lanalisi degli errori ha mostrato che quando il rapporto apporti/perdite pari a 0,75,
questo fattore compreso tra 4 e 7 ed funzione della costante di tempo delledificio. In
questo caso, unincertezza del 5% sulla dispersione termica porter ad una incertezza
variabile dal 20% al 35% sul fabbisogno termico.
Pertanto consigliabile, quando il fabbisogno termico annuale inferiore ad un terzo
delle dispersioni termiche, prestare molta cura ai dati dingresso ed eseguire unanalisi
degli errori tenendo conto dellincertezza dei dati dingresso.
Quando la presente norma utilizzata per valutare il rispetto di regolamenti espressi in
termini di obiettivi energetici, il calcolo si basa su ben definiti dati convenzionali
dingresso. In questo caso lanalisi degli errori non necessaria.
J.2 Confronto con gli edifici reali
In particolare, i calcoli sono svolti utilizzando ipotesi convenzionali sul comportamento degli
occupanti e sui tassi di ricambio daria. In pratica questi fattori possono modificare il
fabbisogno di energia dal 50% al 150% del valore medio calcolato, e ancora di pi nelle case
con copertura a terrazza e nei complessi residenziali, dove piccole differenze di temperatura
tra zone adiacenti spesso portano ad un notevole scambio termico tra le stesse.
J.3 Confronto tra progetti edilizi
Il metodo descritto nella presente norma si presta particolarmente per il confronto tra
proposte di edifici, per determinare linfluenza delle diverse opzioni sul fabbisogno di
energia. Prendendo in considerazione nei calcoli queste diverse opzioni, si pu stimare
correttamente la loro influenza relativa.
J.4 Confronto con modelli numerici dinamici
Quando viene utilizzato lo stesso insieme di dati in ingresso, il fabbisogno annuale di
energia calcolato con il metodo descritto nella presente norma e con un modello numerico
dinamico concordano, mediamente, molto bene. I risultati di questo metodo sono
allinterno del campo di variazione dei risultati ricavati con differenti modelli dinamici.
J.5 Confronto tra i diversi utilizzatori della norma
stato dimostrato, attraverso prove comparate, che diversi utilizzatori possono ottenere
risultati diversi fino al 20% per lo stesso edificio con lo stesso clima, per le seguenti ragioni:
- la norma permette lutilizzo di dati dingresso definiti su base nazionale, che possono
differire tra diversi utilizzatori;
- la norma permette diversi metodi di calcolo (per esempio relativo ad una zona
singola o multi-zona);
- lutilizzatore pu fornire diversi dati di ingresso dalla stessa fonte (per esempio
ricavando le dimensioni da un disegno).
UNI Pagina 50
UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE K DATI DI INGRESSO CONVENZIONALI
(informativa)
K.1 Introduzione
I dati dingresso sono generalmente specificati a livello nazionale. Quando non sono
disponibili dati nazionali si possono utilizzare i valori convenzionali forniti nella presente
appendice.
I dati riferiti al metro quadrato (come gli apporti interni) sono moltiplicati per larea lorda
riscaldata di pavimento per ricavare i valori assoluti relativi alledificio considerato.
K.2 Dati per gli edifici occupati in modo continuativo (per esempio gli edifici residenziali)
Non necessaria alcuna suddivisione in periodi. Si considera un solo periodo con le
seguenti caratteristiche:
Modo di funzionamento regolazione della temperatura
Durata t lintero mese
Numero di periodi in un mese N 1
Temperatura interna u
i
20 C (questo valore medio comprende
leffetto dellattenuazione)
Apporti interni u
i
4 W/m
2
Tasso di ricambio daria n 0,3 h
-1
, corrispondente alla ventilazione
minima
K.3 Dati per gli edifici occupati solo durante il giorno (per esempio edifici per uffici)
La suddivisione in diversi periodi necessaria. I dati sotto riportati si riferiscono ad un
edificio occupato 5 giorni alla settimana e 10 h al giorno.
Apporti interni:
Tasso di ventilazione:
Periodo Giorno Notte Fine settimana
Tipo di periodo regolazione della temperatura ridotto ridotto
t 36 000 s (10 h) 50 400 s (14 h) 223 200 s (62 h)
N (per una settimana) 5 4 1
u
i
20 C 16 C 12 C
Uffici (60% dellarea di pavimento) Altri vani, ingressi, corridoi
(40% dellarea di pavimento)
Giorno 20 W/m
2
8 W/m
2
Notte 2 W/m
2
1 W/m
2
Fine settimana 2 W/m
2
1 W/m
2
Media 7,4 W/m
2
3,1 W/m
2
Uffici Ingressi, corridoi Aule Ristorante, sala
conferenze
Auditorium
Occupati 3 m
3
/(hm
2
) 2 m
3
/(hm
2
) 5 m
3
/(hm
2
) 10 m
3
/(hm
2
) 10 m
3
/(hm
2
)
Non occupati 0,2 m
3
/(hm
2
) 0,2 m
3
/(hm
2
) 0,2 m
3
/(hm
2
) 0,2 m
3
/(hm
2
) 0,2 m
3
/(hm
2
)
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UNI EN ISO 13790:2005
APPENDICE ZA RIFERIMENTI NORMATIVI A PUBBLICAZIONI INTERNAZIONALI E PUBBLICAZIONI
(informativa) EUROPEE CORRISPONDENTI
La presente norma europea rimanda, mediante riferimenti datati e non, a disposizioni
contenute in altre pubblicazioni. Tali riferimenti normativi sono citati nei punti appropriati del
testo e sono di seguito elencati. Per quanto riguarda i riferimenti datati, successive modifiche
o revisioni apportate a dette pubblicazioni valgono unicamente se introdotte nella presente
norma europea come aggiornamento o revisione. Per i riferimenti non datati vale lultima
edizione della pubblicazione alla quale si fa riferimento (compresi gli aggiornamenti).
Pubblicazione Anno Titolo EN Anno Titolo
ISO 7345 - Thermal insulation - Physical
quantities and definitions
EN ISO 7345 - Thermal insulation - Physical quantities
and definitions (ISO 7345:1987)
ISO 9050 Glass in building - Determination of
light transmittance, solar direct
transmittance, total solar energy
transmittance and ultraviolet
transmittance, and related glazing
factors
EN 410 Glass in building - Determination of
luminous and solar characteristics of
glazing
ISO 13370 1998 Thermal performance of buildings -
Heat transfer via the ground -
Calculation methods
EN ISO 13370 1998 Thermal performance of buildings - Heat
transfer via the ground - Calculation
methods (ISO 13370:1998)
ISO 13786 - Thermal performance of building
components - Dynamic thermal
characteristics - Calculation methods
EN ISO 13786 - Thermal performance of building
components - Dynamic thermal
characteristics - Calculation methods
(ISO 13786:1999)
ISO 13789 - Thermal performance of building -
Transmission heat loss coefficient -
Calculation method
EN ISO 13789 - Thermal performance of building -
Transmission heat loss coefficient -
Calculation method (ISO 13789:1999)
UNI Pagina 52
UNI EN ISO 13790:2005
BIBLIOGRAFIA
Le pubblicazioni utilizzate per la redazione della presente norma sono elencate qui di
seguito.
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solar and light transmittance - Part 2: Detailed calculation method
[4] EN 13465 Ventilation for buildings - Calculation methods for the
determination of air flow rates in dwellings
[5] EN ISO 13786 Thermal performance of building components - Dynamic thermal
characteristics - Calculation methods (ISO 13786:1999)
[6] ISO 9050 Glass in building - Determination of light transmittance, solar direct
transmittance, total solar energy transmittance and ultraviolet
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[11] Rgles ThC, Rgles de calcul du coefficient de performance thermique globale des
logement. Cahiers du CSTB 2259, 1988, Paris
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[14] PLATZER, W.J., Energetische Bewertung der transparenten Wrmedmmung
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transparenter Wrmedmmung. Fachverband Transparente Wrmedmmung
e.V., Gundelfingen, Germany, 1999
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