italiana Fonetica e fonologia • La fonetica è la scienza che studia le proprietà fisiche e fisiologiche dei suoni del linguaggio.
• La fonologia è la scienza che studia e classifica
le rappresentazioni astratte dei suoni distintivi nel linguaggio. Grafemi e fonemi • Le lettere di un sistema alfabetico sono i segni grafici (grafemi, dal greco gráphein = scrivere) che rappresentano i suoni e i rumori utilizzati concretamente dalla lingua parlata.
• Tutte le entità fonico-acustiche concrete adoperate nel
linguaggio sono dette foni (dal greco phoné = suono).
• Le entità fonico-acustiche minime di una lingua con valore
distintivo (ovvero che permettono alla nostra mente di distinguere due parole di diverso significato) sono dette fonemi. Sistema fonologico • Il sistema fonologico di una lingua è l’insieme dei fonemi che la compongono. • Il normale alfabeto italiano, rispetto ad altre lingue, ha una buona corrispondenza con il sistema fonologico (più di metà dei suoi grafemi corrispondono biunivocamente ai fonemi che rappresentano), ma comunque non è sufficiente a rappresentarlo tutto in modo preciso. • Per rappresentare fedelmente il sistema fonologico si utilizza un alfabeto fonetico. Il più diffuso è l’Alfabeto fonetico internazionale, comunemente indicato con le sigle AFI o IPA (International phonetic alphabet). Digrammi e trigrammi • Per rappresentare alcuni fonemi senza un preciso corrispondente nel sistema alfabetico italiano si usano combinazioni di due o tre grafemi: • ʎ (fonema laterale palatale sonoro) → diventa “GL” in parole dove è seguito da “i” come figli, tagli [fiʎi, taʎi] e “GLI” in parole come figlio, taglio [fiʎo, taʎo] (quindi è sempre seguito da “i”, vocale o segno grafico). • ɲ (fonema nasale palatale sonoro) → diventa “GN” seguito da qualunque vocale (ogni, legno, agnello); diventa “GNI” esclusivamente in alcune voci verbali alla prima persona plurale dell’indicativo presente, come bagniamo, disegniamo [baɲamo, diseɲamo]. • ʃ (fonema fricativo palatale sordo) → diventa “SC” in parole dove è seguito da “e” o da “i” come scelta, nascita, [ʃelta, naʃita], ma diventa “SCI” nei termini scienza, coscienza, [ʃɛntsa, koʃɛntsa] nei loro derivati e in alcune parole dove è seguito da “a”, “o”, “u” (sciame, sciopero). Digrammi e trigrammi
• I fonemi affricati palatali /tʃ/ e /dʒ/ sono rappresentati
rispettivamente dai digrammi “CI” e “GI” nei seguenti casi: • Davanti alle vocali “a, o, u” (bilancia, bacio, giallo, gioco). • Nei plurali dei sostantivi che al singolare terminano in “- Cia” e “-gia” preceduti da vocale (socie, ciliegie, valigie). • In alcuni casi - per motivi etimologici - davanti ad “ɛ” aperta accentata o “e” finale (cieco, cielo, crociera, specie, società, sufficienza, superficie e igiene, raggiera, formaggiera…). Digrammi e trigrammi
• Il grafema “h” da sola non corrisponde a nessun fonema,
ma rappresenta sempre e solo un tratto distintivo: • Davanti alle vocali “e” e “i” distingue il fonema /k/ dal fonema /tʃ/ (china [kina] e Cina [tʃina]) e il fonema /g/ dal fonema /dʒ/ (ghetto [get:o] e getto [dʒet:o]). • Preposta alle forme verbali del verbo avere “ho, hai, ha, hanno” le distingue da parole omofone (“o” congiunzione, “ai, a” preposizioni, “anno” nome). • Anteposta alle esclamazioni “oh!, ah!, ahi!...” le distingue da parole omofone. Digrammi e trigrammi • Il grafema “q” in italiano è sempre seguito dal grafema “u”: “QU” rappresenta il fonema consonantico /k/ seguito dalla semiconsonante /w/ (sempre seguita da una vocale più aperta). • Si usa “CU” invece di “QU” davanti a consonante o alla vocale aperta /ɔ/ (cuore, percuoto, scuola, cuocere [kwɔre, perkwɔtere, skwɔla, kwɔtʃere]…), ma - per motivi etimologici – fanno eccezione i termini quoziente, quota, quotidiano, quotazione, quorum. • Il raddoppiamento di /kw/, in parole come acqua o acquisto, si scrive “CQU”; l’unica eccezione è la parola soqquadro.