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La traduzione può anche avere aspetti ludici, legati
soprattutto all’orizzonte di attesa di chi legge (in
base a informazioni come il genere letterario,
l’autore, … il lettore si immagina di trovarsi di fronte
ad un certo testo, ma scoprirà se è davvero così solo
man mano che lo legge)
Levý immagina la traduzione come un gioco a
informazione completa, dove ogni mossa influisce su
quella successiva e, soprattutto, dipende da tutte
quelle precedenti (tipo gli scacchi, ad esempio)
Traduzione come gioco
Con il sistema di Levý si vuole verificare di volta in
volta le scelte traduttive fatte alla luce del panorama
completo delle scelte possibili
Importante secondo Levý è anche il fattore tempo:
esso infatti non è infinito, per cui incide in qualche
modo sul lavoro del traduttore propenderà per la
strategia minimax, che gli permette, cioè, di ottenere
il massimo risultato con il minimo sforzo (non si
cerca quindi la soluzione migliore in assoluto, ma
quella che soddisfi ‘i requisiti minimi’)
Traduzione come gioco
Anche Eco vede la traduzione come una sorta di
gioco d’azzardo, perché tradurre significa
interpretare, e interpretare significa scommettere che
il senso che noi diamo ad un testo sia effettivamente
il senso di quel testo
Tradurre è quindi il risultato di una congettura
interpretativa
Tradurre è una scommessa, un processo di
approssimazione: migliore sarà l’approssimazione,
più efficace sarà la traduzione
La traduzione poetica
Secondo Leopardi, il testo poetico in rima finisce per
influenzare il poeta nell’espressione dei concetti («il
concetto è mezzo del poeta, mezzo della rima, e
talvolta un terzo di quello e due di questa, talvolta
tutto solo della rima»)
Ma la stessa cosa la si potrebbe dire di altre
dominanti come il metro, le assonanze, la strofa, le
allitterazioni, la posizione grafica del testo…
Nel passaggio da una lingua ad un’altra è quasi
impossibile riuscire a mantenere tutti gli aspetti
connotativi di un testo poetico
La traduzione poetica
Molti traduttori di poesia hanno rinunciato a priori ai
versi, alcuni hanno rinunciato alla resa metrica, altri
hanno trasformato il metro, altri hanno tentato di
mantenere magari la rima; in genere, però, in
quest’ultimo caso il risultato sono versi che con
l’originale hanno in comune poco o niente.
Nabokov (e i tedeschi negli ultimi due secoli)
ritengono che la traduzione poetica vada affidata ad
un poeta e filologo, che rispetterà le caratteristiche
del testo originale, chiedendo al lettore lo sforzo di
accettare schemi magari a lui poco familiari.
La traduzione poetica
Una traduzione poetica può quindi essere fatta:
Accesso diretto all’originale: forma di traduzione sia
interlinguistica che intralinguistica, si offre il testo
originale (non tradotto, quindi) accompagnato da un
apparato critico che ne faciliti l’accesso
Traduzione lineare con testo a fronte: è una
traduzione testuale e interlinguistica, dove il metatesto
(traduzione) è supplementare e complementare al
prototesto (testo d’origine); se il metatesto è molto
servile (traduzione parola per parola) non si può
definire testo, ma sarà un’accozzaglia di parole che
non avrebbe senso in un contesto diverso
La traduzione poetica
Traduzione filologica: traduzione linguistica adeguata
(fedele al prototesto) ma non accettabile (il metatesto non è
leggibile a sé stante), finalizzata alla comprensione del
prototesto da parte del lettore (per cui si sacrificano gli
aspetti formali quando necessario)
Traduzione con una sola dominante: si dà la precedenza
alla caratteristica più evidente del testo (spesso la rima),
ottenendo in genere pessimi risultati
Traduzione con gerarchia di dominanti: prevede una scelta
razionale degli elementi della poesia da mantenere (spesso
in base alle esigenze editoriali), spiegando in nota gli aspetti
che si sono perduti
La traduzione poetica
Trasposizione culturale: prevede l’esistenza di
omologhi culturali nella lingua ricevente, e la
possibilità di individuarli (es. il pentametro giambico
inglese per gli alessandrini francesi, il verso libero per
le forme classiche di versi…) bassa considerazione
del lettore modello (non favorisce lo scambio
culturale)
Traduzione poetica / d’autore: è affidata ad un poeta
della cultura ricevente, che rielabora l’originale e ne
crea una nuova poesia ottimo dal punto di vista
della resa, pessimo dal punto di vista della traduzione
La traduzione editoriale
Si può cercare di stabilire il lettore modello (quello,
cioè, che prevedo leggerà il testo tradotto)
Più vasto è il mercato, più è possibile offrire anche
traduzioni di nicchia
Gli agenti internazionali mediano tra editore/autore
straniero ed editore locale
Fondamentale è la figura del redattore, che
‘corregge’ le traduzioni per renderle più leggibili, ma
che spesso non ha la stessa competenza del
traduttore sulla cultura da cui il testo proviene
La traduzione editoriale
La qualità della traduzione può essere valutata: