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I LEGAMI CHIMICI

Prof.ssa Maria Assunta Iuliano


PERCHE’ DUE ATOMI SI LEGANO?
Nonostante l’enorme numero di combinazioni possibili
fra gli atomi, non tutte sono realizzabili: un composto si
forma solo se la sua energia potenziale è minore dei
singoli atomi che lo costituiscono.

Soltanto se due atomi liberano energia durante il


processo di formazione del composto si forma il
legame chimico.
L’ENERGIA DI LEGAME
L’energia di legame (kJ/mol) è la quantità di
energia che è necessario fornire a una mole di
sostanza per rompere il legame fra i suoi atomi.

Tanto maggiore è l’energia di


legame, tanto più stabile è
il composto, tanto più è forte
il legame che si è instaurato
tra gli atomi.

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Tanto maggiore è l’energia di legame,
tanto più stabile è il composto, tanto più
è forte il legame che si è instaurato tra
gli atomi.
I GAS NOBILI E LA REGOLA DELL’OTTETTO
Quando gli atomi si avvicinano per formare un
legame chimico, partecipano solo gli elettroni più
esterni. Il nucleo e i rimanenti elettroni non
intervengono e per questo gli elettroni dello strato
più esterno sono chiamati elettroni dello strato di
valenza o di legame.
I gas nobili presentano otto elettroni (due nel caso
dell’elio) nello strato di valenza, per questo motivo
sono stabili e quindi poco reattivi.
Alla struttura con 8 elettroni nello strato esterno corrisponde
quindi una particolare stabilità.

Nel 1916 Lewis enunciò la regola dell’ottetto:


un atomo è particolarmente stabile quando ha 8 elettroni
nello strato di valenza.
LEGAME IONICO
-Quando i metalli si trovano allo stato di elementi, o insieme
ad altri metalli sono duttili, malleabili, conduttori di
corrente elettrica e di calore
-quando invece sono presenti in un composto con un non
metallo il loro comportamento cambia radicalmente.
ESEMPIO:
-Il sodio a contatto con l’acqua reagisce violentemente
liberando idrogeno gassoso, mentre il cloruro di sodio, NaCl,
viene aggiunto tranquillamente all’acqua che bolle per la
pasta.
Questa differenza di comportamento la si deve ai diversi tipi
di legami che tengono uniti gli atomi dei metalli allo stato
elementare e gli atomi di metalli e non metalli.
Il legame ionico è dovuto alla forza di attrazione elettrostatica che
tiene uniti gli ioni di carica opposta.
La formazione del legame ionico non porta alla formazione di
molecole ma di composti, cioè una struttura cristallina compatta, nella
quale ciascuno ione è circondato da molti ioni di carica opposta.
I COMPOSTI IONICI

Per formare il composto cloruro di sodio ogni atomo di cloro riceve un


elettrone da un atomo di sodio; grazie alla sua carica negativa , lo ione
Cl- attira intorno a sé sei ioni Na+ e contemporaneamente ogni ione
Na+ è circondato da sei ioni Cl- . Si forma cosi’ il reticolo cristallino di
NaCl, cioè una struttura solida, ordinata e ripetitiva che si può
estendere indefinitivamente nelle tre direzioni perché qualsiasi ione
sulla superficie del cristallo può attirare altri ioni.
I composti ionici sono buoni conduttori di elettricità
sia allo stato fuso sia in soluzione, ma non
conducono la corrente elettrica allo stato solido. Il
passaggio dell’elettricità è dovuto al movimento
degli anioni (-) verso il polo positivo e dei cationi (+)
verso il polo negativo. Allo stato solido gli ioni sono
bloccati all’interno del reticolo cristallino e non
possono condurre la corrente elettrica .
Se un composto ionico è portato a una temperatura
superiore a quella di fusione, gli ioni possono
muoversi e abbiamo un passaggio di corrente
elettrica.
I RETICOLI CRISTALLINI
I reticoli hanno geometrie diverse poiché gli equilibri tra le forze di
attrazione e di repulsione dipendono dalle dimensioni e dalla carica
degli ioni. Per rappresentarli ci si riferisce all’unità minima che si ripete
nello spazio sempre uguale, la cella elementare. Per il cloruro di sodio
l’unità elementare è un cubo come quello visto nella precedente,
chigura precedente e corrisponde a un reticolo cubico a facce
centrate. Altri composti ionici hanno reticoli simili (figura ▸11.3A)
oppure completamente diversi da quello del cloruro di sodio (figura
▸11.3B-D).
LEGAME METALLICO
Il legame metallico consiste in un'attrazione
elettrostatica che si instaura tra gli elettroni di
valenza e gli ioni positivi metallici.
In figura è rappresentato il legame metallico tra due
atomi di rame.
CARATTERISTICHE DEL LEGAME METALLICO
Il legame metallico può essere pensato come un legame tra
gli ioni dei metalli e il mare degli elettroni, provenienti dal
guscio più esterno, che li tengono uniti.

Questo modello spiega alcune proprietà dei metalli come le


loro elevate conducibilità elettrica (infatti, essendo tali
elettroni non legati a nessun atomo particolare, risultano
essere estremamente mobili) e termica, la loro malleabilità e
duttilità.
LE LEGHE
Le leghe sono miscugli omogenei e le loro proprietà
sono intermedie rispetto a quelle dei metalli che le
costituiscono. Il metallo presente in percentuale
maggiore è chiamato metallo base, mentre gli altri
componenti sono detti alliganti.
I SIMBOLI DI LEWIS
IL LEGAME COVALENTE
Il legame covalente si forma quando due atomi
mettono in comune una o più coppie di elettroni.
Il legame covalente è in grado di spiegare come si
legano gli atomi dei non metalli ed è responsabile
della formazione delle molecole.
ESEMPI DI LEGAMI COVALENTI
LEGAMI COVALENTI TRA ATOMI DIVERSI
La tendenza a mettere in comune gli elettroni si
manifesta anche fra atomi di natura diversa. La
formazione di molecole come l’acido fluoridrico
(HF), acqua (H2O), ammoniaca (NH3), metano (CH4)
avviene nel modo seguente:
I LEGAMI COVALENTI MULTIPLI
Tutti gli esempi precedenti descrivono la formazione di un legame
covalente singolo. Gli atomi possono raggiungere la configurazione
stabile di un gas nobile condividendo anche due o tre coppie di
elettroni dando legami multipli: in questo caso i legami covalenti che
interessano i due atomi si dicono rispettivamente legame doppio e
legame triplo.
IL LEGAME COVALENTE DATIVO
Un particolare tipo di legame covalente è il legame dativo:
nel legame covalente dativo, la coppia di elettroni comuni è fornita
da uno solo degli atomi partecipanti al legame.
Questo evento si verifica quando un atomo ha già raggiunto l’ottetto
esterno; se possiede ancora una o più coppie di elettroni liberi, può
comportarsi da donatore nei confronti di un atomo accettore, che in
questo modo raggiunge a sua volta l’ottetto. Il legame dativo è spesso
rappresentato con una freccia (), anziché con una lineetta; va
ricordato che le coppie di elettroni condivise non si differenziano
affatto l’una dall’altra, qualunque sia la loro origine.
Lo ione ammonio, NH4+, invece, si forma quando l’ammoniaca,
NH3, reagisce con lo ione idrogeno, H+, cioè con un atomo di
idrogeno che ha perso il suo unico elettrone. Nella molecola di
ammoniaca l’azoto, che forma tre legami covalenti con altrettanti
atomi di idrogeno, dispone ancora di una coppia di elettroni non
condivisa. L’azoto si comporta quindi da donatore nei confronti
dello ione H+ e si origina, pertanto, la struttura dello ione
ammonio.
LEGAME COVALENTE POLARE

In questa molecola, i due atomi sono molto differenti tra loro. La


coppia di elettroni in comune risulta spostata verso l’atomo di cloro
perché il cloro è più elettronegativo dell’idrogeno e quindi esercita
una maggiore forza di attrazione sugli elettroni di legame.
LA TAVOLA PERIODICA E I LEGAMI TRA GLI
ELEMENTI
La tavola periodica è lo strumento più semplice per
individuare il tipo di legame che si forma tra gli atomi dei
diversi elementi. In generale possiamo dire che:
1. gli atomi dei metalli formano tra loro legami metallici;
2. gli atomi dei non metalli formano tra loro legami covalenti;
3. se gli atomi di non metallo sono uguali, il legame è
covalente puro; se sono diversi e hanno diversa
elettronegatività, si forma un legame covalente polare;
4. i metalli e i non metalli formano tra loro legami ionici;
5. il carattere ionico del legame aumenta all’aumentare della
differenza di elettronegatività fra gli atomi del composto.
ESERCIZI DA SVOLGERE

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