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Italia, terra di immigrazione

LItalia genericamente riconosciuta come paese di recente immigrazione, ma la definizione non del tutto corretta. Per ragioni naturali, infatti, la nostra penisola stata per secoli predisposta a divenire terreno di incontro di correnti migratorie ed esperienze culturali disparate, che hanno caratterizzato e conformato la vita sociale e culturale.

Le numerose minoranze etniche e linguistiche (tedeschi, albanesi, serbocroati, catalani e franco-provenzali) presenti ancora oggi sul suolo italiano, costituiscono una testimonianza importante di questi fenomeni, anche se difficile da cogliere, dato che si tratta di comunit ben integrate nel tessuto sociale e produttivo nazionale.

Un nuovo sistema migratorio


Di

fronte al generale rallentamento delleconomia mondiale e alla preoccupazione generata dalla presenza degli stranieri, i principali paesi di immigrazione istituiscono nuove barriere allentrata di lavoratori. La prima la Svizzera, nel 1970, seguita da Svezia, Germania, Francia e Benelux. Si teme la stabilizzazione dei lavoratori stranieri, con il conseguente aumento degli oneri sociali sul sistema di welfare.

Il caso italiano
Larrivo

di nuclei di immigrati di consistenza quantitativamente rilevante si verifica allinizio degli anni 70. Alla fine del 1970 gli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia sono 143.838. Questo flusso si caratterizza fin dallinizio come conseguenza di fattori di espulsione dai paesi di esodo e non di attrazione da parte del tessuto produttivo e sociale italiano, investito della crisi economica tanto quanto il resto dEuropa e impreparato allaccoglienza di nuova popolazione immigrata.

Caratteristiche della prima immigrazione


Molteplicit

in Italia

delle componenti etnico-culturali; Forte concentrazione territoriale rapporto stretto fra area geografica di immigrazione e paese di provenienza; Direzione verso regioni a diverso grado di sviluppo, anche con alti tassi di disoccupazione, e di urbanizzazione; Mobilit degli immigrati allinterno del paese, anche di intere comunit; Elevata scolarizzazione.

Anni 80: la scoperta


Tra

gli anni 80 e 90 si comincia a parlare pi seriamente del fenomeno, anche se, da un punto di vista statistico, permangono le carenze e le stime azzardate. Il problema principale rappresentato dagli irregolari. Non si tratta di clandestini, ma di overstayers: persone entrate in Italia regolarmente, quasi sempre con visto turistico, e che alla scadenza si rtirovano in condizione di alegalit. Manca una normativa specifica. Limmigrazione regolata dal Testo Unico di polizia del 1931, che si limita a imporre un controllo sugli stranieri. Laccesso al lavoro regolato da circolari del ministero del lavoro.

Tra

il 1979 e il 1980 si passa da 205.449 a 298.749 stranieri residenti nel nostro paese, con un incremento del 45,4%. Limpennata si deve alla modifica del sistema di registrazione dei permessi di soggiorno: dai permessi superiori a 3 mesi a quelli superiori a un mese. Negli anni 80 seguono aumenti annuali contenuti, che per permettono di superare la quota 400.000 unit nel 1984.

1986 : la prima legge


Nel

1986 viene emanata la legge 943 Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extracomunitari immigrati e contro le immigrazioni clandestine: la prima regolamentazione normativa dellattivit lavorativa straniera. La legge reca alcune importanti norme in tema di collocamento, trattamento dei lavoratori stranieri, ricongiungimento familiare e sanzioni per limmigrazione clandestina.

La sanatoria
La

legge 943/86 prevede una sanatoria per tutti gli immigrati che, entro tre mesi dallentrata in vigore della legge, dimostrino di risiedere a qualsiasi titolo in Italia. Unaltra regolarizzazione era stata ordinata nel 1981, ma aveva riguardato solo alcune migliaia di persone. Anche i datori di lavoro possono denunciare gli immigrati assunti irregolarmente. Nel 1986 vengono accolte 105.000 domande.

Fra il 1986 e il 1988 si passa da 450.277 a 645.423 permessi di soggiorno rilasciati dal ministero dellinterno.

1990: la legge Martelli


La legge 39/1990, o legge Martelli, il primo vero tentativo di disciplina della realt migratoria e, soprattutto, la prima occasione in cui lItalia riconosce ufficialmente limmigrazione come presenza stabile di stranieri che vivono e lavorano nel territorio nazionale. Stabilite disposizioni urgenti in materia di asilo politico, di ingresso e soggiorno di cittadini extracomunitari, cercando di disciplinare in maniera esaustiva lintera materia dellimmigrazione. Ai soggetti migranti sono riconosciuti i diritti fondamentali della persona, non solo quelli propri dei lavoratori, e una sorta di cittadinanza connessa alla residenza. Terza sanatoria per gli irregolari e i clandestini: vengono presentate circa 225.000 domande, accolte 217.626.

Mutamenti qualitativi 1
Tra

gli anni 80 e i primi anni 90 limmigrazione in Italia cambia:


La percentuale di stranieri provenienti dai paesi della Cee e dai paesi avanzati si riduce drasticamente, sebbene gli ingressi aumentino in valore assoluto (dal 75,8% del 1970 al 27,8% del 1994). Oltre la met degli immigrati nel 1994 proviene dai paesi del sud del mondo, a forte pressione migratoria (51,7%, erano il 15,9% nel 1970). Dopo il 1989, cresce la percentuale degli europei dellest: allinizio si tratta prevalentemente di rifugiati politici o religiosi, poi di immigrati per lavoro.

Mutamenti qualitativi 2
Ulteriore moltiplicazione delle provenienze degli immigrati. Ai gruppi gi presenti si aggiungono: 1. quelli provenienti dallAfrica sub-sahariana e centro-occidentale, tra cui prevalgono senegalesi e ghanesi; 2. Indiani e cingalesi; 3. Latinoamericani, soprattutto brasiliani e peruviani; 4. Dal 1989, albanesi, jugoslavi, polacchi e rumeni.

Mutamenti qualitativi 3
Oltre

l80% dei migranti si trova in Italia per motivi di lavoro. Aumenta la componente clandestina. Cresce la stabilizzazione di alcuni segmenti di immigrati, dimostrata dai ricongiungimenti familiari.

Distribuzione territoriale
Alla

fine del 1994, circa il 51% degli immigrati si trova a nord (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte); Il 33% al centro (Lazio e Toscana); Il 10% al sud (Campania e Puglia); Il 6% nelle isole (Sicilia)

Inserimento lavorativo
Nord:

Lavoro industriale nelle piccole e medie imprese. Lavoro domestico e di assistenza nelle aree urbane.
Centro-Sud:

Lavoro stagionale in edilizia e agricoltura. Pagamento a cottimo, con paghe molto inferiori ai minimi sindacali. Nomadismo: movimento circolare sud-centro-sud Molto rari gli impieghi a salari fissi

Soggiornanti stranieri 1991 2000


Anno
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000

Soggiornanti
649.000 589.000 649.000 678.000 729.000 986.000 1.023.000 1.091.000 1.341.000 1.380.000

Variazione
- 60.000 60.000 29.000 51.000 257.000 37.000 68.000 250.000 39.000

Landamento negli anni 90


1992:

diminuzione dei permessi. Molti regolarizzati non riescono a trovare un lavoro ufficialmente dichiarato e non sono in grado di attestare il reddito minimo richiesto per il rinnovo del permesso di soggiorno. Negli anni successivi gli aumenti, molto contenuti, avvengono per effetto delle quote programmate e dei ricongiungimenti familiari.

I decreti Dini e la legge del 1996


Dal

1992 al 1996 vengono emanati sei decreti legge nel tentativo di adeguare limpianto della legge del 90 alle esigenze concrete della societ. Il decreto emanato dal Governo Dini nel 1995, contiene un provvedimento di regolarizzazione, ma non viene convertito in legge. necessaria la legge n. 617/1996 per fare salvi gli effetti della regolarizzazione iniziata nel dicembre del 1995. Tre possibilit offerte come occasione di regolarizzazione: per lavoro subordinato, per iscrizione nelle liste di collocamento (con limpegno a trovare un lavoro entro un anno), per ricongiungimento familiare. Sono accolte 246.000 domande.

La legge Turco-Napolitano
Legge

6 marzo 1998 n. 40 Disciplina dellimmigrazione e della condizione dello straniero, recepita e integrata nel decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286, Testo Unico.
Programmazione dei flussi di ingresso per lavoro; contrasto dellimmigrazione clandestina (istituzione dei Cpt); aggravamento delle sanzioni penali per il favoreggiamento dellimmigrazione clandestina; disciplina della carta di soggiorno; norme a tutela della famiglia; integrazione scolastica; parit di assistenza sociale e sanitaria; repressione della discriminazione e parit della tutela giurisdizionale.

Ancora una sanatoria


La

legge T-N prevede unulteriore regolarizzazione degli stranieri presenti in Italia: lavoratori autonomi (14%); ricongiungimento familiare (3%); lavoratori dipendenti (78%); soggetti in cerca di occupazione (5%). Le domande accolte sono 215.000, superando cos abbondantemente il milione di presenze.

Soggiornanti stranieri 2001 - 2005


Anno
2001

Archivi min. int. Revisione Istat


1.360.049 1.448.392

2002
2003 2004 2005

1.512.324
2.598.223 2.786.340 3.035.144

1.503.286
n.d. n.d. n.d.

La legge Bossi-Fini

Legge 189/2002. Punti principali: maggior controllo delle frontiere - rafforzamento dei poteri di polizia; aiuti agli Stati che collaborano nel contrasto dellimmigrazione clandestina e del traffico di esseri umani, riduzione delle quote per gli Stati che non collaborano; espulsione immediata dei clandestini; estensione a 60 giorni del periodo di trattenimento nei Cpt; aumento di pena per i trafficanti di clandestini; rilevazione delle impronte digitali agli stranieri; ingresso regolare solo a seguito di chiamata nominativa o numerica e collegato strettamente a: contratto di soggiorno, idonea sistemazione alloggiativa e impegno al pagamento delle spese per il rientro da parte del datore di lavoro; riduzione da un anno a sei mesi del permesso di attesa occupazione; rilascio della carta di soggiorno dopo sei anni di regolare permanenza, e non pi cinque.

Lultima sanatoria

La legge Bossi-Fini prevede unulteriore sanatoria: le domande presentate sono 705.404, quelle accolte 634.728.

La regolarizzazione si dimostra il provvedimento pi utilizzato nella storia italiana per uniformare lordinamento alla realt dellimmigrazione. Una presa datto effettiva, non formale, perch non cambia la programmazione annuale dei flussi di ingresso, che non riflette i dati reali, e manca una strategia di pianificazione di lungo periodo. Lingresso in Italia degli stranieri avviene soprattutto clandestinamente e si calcola che 2/3 degli immigrati attualmente regolari abbiano trascorso almeno un periodo da irregolari.

Oggi
Secondo

gli ultimi dati diffusi dalla Caritas, i migranti regolari presenti nel nostro paese a fine 2005 sono 3.035.000, pari al 5,2% della popolazione italiana. Il 70% non supera i 40 anni di et. La maggioranza dei permessi di soggiorno ha carattere stabile: 62,6% per lavoro e 29,3% per motivi familiari. Nel mercato lavorativo gli stranieri rappresentano il 10% degli occupati. 130.969 titolari dazienda. 424.683 studenti nelle scuole italiane sono figli di immigrati. Solo 38.298 iscritti alluniversit sono stranieri.

Ripartizione territoriale (%)


2003
Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole 33,4 24,5 28,0 10,5 3,6

2004
34,0 25,3 27,1 9,9 3,7

2005
34,0 25,5 27,0 9,8 3,6

Bibliografia
Dossier

2006; T. Barrucci e S. Liberti, Lo stivale metticcio, Carocci 2004 M.I. Macioti e E. Pugliese, Lesperienza migratoria, Laterza 2003 P. Corti, Storia delle migrazioni internazionali, Laterza 2003 M. E. Tonizzi, Le grandi correnti migratorie del Novecento, Paravia 1999

statistico immigrazione Caritas/Migrantes 2005 e

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