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Pasquale Terracciano
Pisa
ARTISTI, BANCHIERI ED ERETICI:
IL VOLTO DEGLI ITALIANI
NELLA POLONIA DEL CINQUECENTO
In queslo breve saggio si fornir un quadro generaIe deIIa resenza deI-
la comunit italiana sul suolo polacco. Essa venne a svolgere un ruolo estre-
mamenle signihcalivo neIIa vila cuIluraIe e oIilica deI aese lanlo da rendere
questo secolo il periodo doro della relazione tra i due stati; si rende dunque
necessario tratteggiare le interazioni di questo secolo per rendere ragione del
tipo di contatto che si venne a creare successivamente.
Conlalli lra i due ooIi vi erano cerlo gi slali hn daI Medioevo, a
innervare gli antichi rapporti, come spesso accade, provvidero i mercanti.
Furono in primo luogo i genovesi a insediarsi in questa parte di Europa: da
Caffa, in Crimea, avevano infatti iniziato a spostarsi nel XV secolo a Leopoli
(allora in territorio polacco), cercando di prendere il posto dei mercanti arme-
ni e ebrei, neI lrafhco di sezie, di sloffe e di schiavi. Cadula Caffa e Ie aIlre
colonie genovesi in mano turca, quella via commerciale cominci a perdere
dimportanza; i mercanti cominciarono dunque a guardare con interesse a
Cracovia, slabiIendo una correnle di scambi commerciaIi lra IoIonia e Ila-
Iia sellenlrionaIe. Ma a cemenlare queslo raorlo furono indubbiamenle Ia
cultura e larte, e non poteva essere altrimenti, in un momento in cui lItalia
agiva da centro attrattivo per tutto il resto dellEuropa
1
. Se a Bologna e a Pa-
1 Rimangono fondamentali per la ricchissima messe documentaria i lavori di S. CIAMPI, Nciizic !ci
secoli XV e XVI sullItalia, Polonia e Russia, Firenze 1833, e dello stesso autore, Bi||icgrcc criiicc !c||c
cniicnc rcciprccnc ccrrispcn!cnzc pc|iiicnc, ccc|csicsiicnc, |ciicrcric criisiicnc !c|||ic|ic ccn |c Russic, cc|-
la Polonia, voII. III, Iirenze 1834-1842. IliIi, seur dalali, sono i Iibri }. ITANIK, Gli Italiani a Cra-
covia dal XVI secolo al XVIII, Roma, 1909; F. GIANNINI, Storia della Polonia e dei suoi rapporti con lItalia,
Milano, 1916. ITANIK ha conlribuilo a deIineare e unluaIizzare semre megIio Ia queslione, con
numerosi altri interventi in lingua polacca: ID., W|cs|i Krc|cu zc Kczimicrzc Wic||icgc i W|c!qs|cuc
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dova erano gi presenti dei nuclei di studenti polacchi prima del 1364, data
della fondazione dellUniversit di Cracovia, nel XV secolo questi legami si
rafforzano. L' embIemalico iI caso di MikoIa| Lasocki - diIomalico regio dei
sovrani }ageIIoni e in buoni raorli con umanisli ilaIiani come Lnea SiIvio
IiccoIomini e Ioggio raccioIini - , che sinse i rori hgIi ed i hgIi dei rori
amici a frequentare la scuola di Guarino a Ferrara, per poi proseguire i propri
studi a Padova o Roma.
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In linea con ci che accadeva nelle diverse corti europee, Casimiro IV
decise dunque di dare ai hgIi un'educazione di slamo umanisla, e chiamo
aIIa sua corle un ceIebre Ielleralo ilaIiano, IiIio uonaccorsi, megIio nolo
come CaIIimaco Lserienle: iI fuluro re oIacco Giovanni AIberlo, saIilo aI
trono nel 1492, dovette molto del suo gusto allinsegnamento di Callimaco. Lo
stesso Callimaco impegn la sua penna del resto per promuovere le preroga-
live deI olere regaIe conlro I'amia discrezionaIil di cui godeva Ia nobiIl
polacca
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. II nome di Giovanni AIberlo Iegalo a uno dei rimi monumenli
deII'arle rinascimenlaIe in IoIonia, e cio Ia sua caeIIa funebre falla erigere
lra iI 15O2 e iI 15O5 da Irancesco Iiorenlino neIIa calledraIe suI WaveI a Cra-
covia. II Iiorenlino fu iI rimo signihcalivo esonenle deIIa schiera di arlisli
italiani in Polonia; legato alla committenza di corte prosegu nel suo lavoro
jcgic||q, rocznik Krakovski XIII, 1911, Ku|iurc u|cs|c uic|cu rc!nicn u Pc|scc, Warszava 1922. Ii
marcatamente sulla storia dei rapporti culturali, si veda |ic|ic, Vcnczic c Pc|cnic irc Mc!ic |tc c
Et Moderna, a cura di Vittore RANCA e Sante GRACIOTTI, Firenze 1980; con un respiro cronologico
i amio, ma semre di eslremo vaIore crilico e documenlario, Ia succesiva curaleIa su que-
sto argomento proposta da Branca e Graciotti, Cu|iurc c nczicnc in |ic|ic c Pc|cnic !c| Rincsimcnic
c|||||uminismc, Firenze, 1986. Per la consultazione della letteratura in lingua polacca chi scrive
ringrazia Ia corlesia e Ia disonibiIil deIIa doll.ssa Maria Trzenievska.
2 H. BARYCZ, Di|cmmi c! cicrccgcniic nc| Rincscimcnic pc|cccc in Cu|iurc c nczicnc in |ic|ic c Pc|cnic
!c| Rincsimcnic c|||||uminismc, cit., pp. 181-195. Per approfondire la presenza di studenti polac-
chi nellUniversit di Bologna e Padova si tragga quantomeno spunto da Laudatio Bononiae. Atti
del Convegno storico italo-polaco svoltosi a Bologna dal 26 al 31 maggio 1988, a cura di R. C.
LLWANSKLI, oIogna 199O (leslo uliIe anche er inquadrare I'allivil dei boIognesi in IoIonia), H.
BARYCZ, Bc|cgnc nc||c citi|ic pc|cccc irc Mc!icctc c Rincscimcnic, in |ic|ic, Vcnczic c Pc|cnic irc Mc!ic
Evo e Et Moderna, cit., pp. 19-44; dallo stesso volume P. MARANGN, Scnc!c pcr unc rcinicrprciczicnc
dei rapporti culturali tra Padova e la Polonia nei secoli XIII-XVI, pp. 165-180 e L. RSSLTTI, La Natio
Pc|cnc nc||c Siu!ic !i Pc!ctc. Nucti ccniri|uii !c||Arcnitic Aniicc Unitcrsiicric, pp. 237-246. Si
guardi anche C. ACKVIS, Ccmmcni |cs Pc|cncis !u XV| sicc|c tccqcni ||ic|ic c |cs |ic|icns, Annuaire
de lInstitut de Philologie et dHistoire orientales et slaves XV, 1958-1960, pp. 195-288.
3 Ier I'orienlamenlo di fondo deII'allivil ediloriaIe in ambilo slorico e slorico-oIilico deI uo-
naccorsi si guardi larticolo di G. BROGI BERCOFF, Sicric c rcicricc in |i|ippc Cc||imccc, in |ic|ic, Vcnczic
e Polonia tra Medio Evo e Et Moderna, cit. pp. 427-470, per quanto esso si soffermi principalmente
sui suoi lavori in terra ungherese e Cc||imccc |spcricnic. pccic c pc|iiicc !c| 400. Ccntcgnc |nicrnc-
zicnc|c !i Siu!i, a cura di G.C. GARIAGNINI, Firenze 1987.
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sovrinlendendo aIIa arle scuIloria deI reslauro deI CasleIIo di WaveI, inler-
rompendosi solo alla sua morte nel 1516
4
. Lintero lavoro venne completato
da Bartolemeo Berrecci, con innesti di tipico gusto italiano. I giardini vennero
concepiti secondo il modello mediceo, il cortile strutturato secondo canoni
rinascimentali.
La ristrutturazione del castello rappresent solamente una piccola par-
te del lavoro svolto dallarchitetto e scultore di Pontassieve, vicino Firenze.
Berrecci fu infatti chiamato in quegli stessi anni ad ampliare la Cattedrale di
WaveI, coslruendo Ia slessa caeIIa funeraria di Sigismondo I. Ancor i di
Casimiro e di Giovanni AIberlo, Sigismondo I era infalli arlecie deIIe lem-
erie cuIluraIe rinascimenlaIe, anche in virl di una sua Iungua ermanenza
in Ungheria, alla corte del fratello Ladislao II, dove esisteva una gi consoli-
data tradizione di rapporti artistici con lItalia. Fu da Budapest del resto che
giunsero arlisli e arligiani er Ii rogelli ediIizi dei }ageIIoni. Sollo iI suo a-
trocinio, il lavoro per la Cappella funeraria di Sigismondo nella Cattedrale di
Cracovia, che duro daI 1517 aI 1533, raresenla forse iI frullo i beIIo, sicu-
ramenle iI i nolo e cerlamenle queIIo i inuenle, deII'allivil degIi arlisli
italiani in Polonia in questa fase.
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Allinterno di una cupola dorata sorretta da
4 Ier un affresco generaIe deII'inuenza arlislica ilaIiana si vedano M. LGAN LRLNSN, Dipinti
italiani a Cracovia, Rassegna dArte, 2, 1915; S. LRLNTZ, Rc|czicni criisiicnc jrc ||ic|ic c |c Pc|cnic,
Roma 1962, }. IALSTCKI, 1nc Ari cj inc Rcncisscncc in |csicrn |urcpc. Hungcrq, Bcncmic, Pc|cn!,
1976 e Pc|cnic-|ic|ic. Rc|czicni criisiicnc !c| Mc!icctc c| XV||| sccc|c, Atti del Convegno tenutosi a
Roma, 21-22 maggio 1975, Roma 1979, }. KWALCZYK, Icric !c| primc Umcncsimc in Pc|cnic c i suci
|cgcmi ccn ||ic|ic (1420-1500), Arle Lombarda, 44145, 1976, . 217-224, }. MIZILLK, Rc|czicni
criisiicnc irc |ic|ic c Pc|cnic nc||cic !c| Rincscimcnic nc||c |ucc !c||c u|iimc riccrcnc in IUmcncsimc |c-
iinc in Pc|cnic - Humcnizm |ccins|i u Pc|scc, Cracovia 2003. Utili informazioni si trovano anche nel
recenle }. GLMSKI, Pcircncgc cn! numcnisi |iicrciurc in inc cgc cj inc jcgic||cns, Toronto 2007.
5 SuIIa caeIIa funeraria e suII'allivil di errecci: K. LSTRLICHLR, Sz|icc c Bcrrccim, Rocznik Kra-
kovski, 43, 1972, . 45-114 S. MSSAKWSKI, Ic !cccrczicnc miic|cgicc !c||c Ccppc||c !c| rc Sigismcn-
do I, in |ic|ic, Vcnczic c Pc|cnic irc Mc!ic |tc c |ic Mc!crnc, cil. . 271-288: ne dice Mossakovski:
Ira Ie coslruzioni rinascimenlaIi che aIIa hne deI Quallrocenlo e nei rimi decenni deI sedicesi-
mo secoIo, cominciarono a sorgere aI di I deIIe AIi, sarebbe difhciIe indicare un'oera i ilaIia-
na della Cappella costruita dal re polacco Sigismondo I nella cattedrale di Cracovia, sulla collina
deI VaveI e ancora II fascino generaIe che Ia caeIIa deI VaveI ha suscilalo sin daI momenlo
deIIa sua edihcazione, decise iI suo ruoIo imorlanlissimo neIIo sviIuo deII'arle rinascimenlaIe
in IoIonia. La sua forma archilellonica divenlala un modeIIo d'obbIigo er i di cenlo simiIi
mausoIei funebri, che i magnali e Ia nobiIil oIacca innaIzarono su gran arle deI aese hno
aIIa seconda mel deI diciassellesimo secoIo. Riecheggia cos iI giudizio di }. iaIoslocki: Rare
sono Ie oere di archilellura, che abbiano avulo una cos vasla inuenza e di cos Iunga durala. L'
esempio raro, in cui una sola opera di architettura sia stata, in larga misura, motivo di trasforma-
zione dello stile in tutto il mondo artistico. Non si sapeva certo capire le allegorie delle sculture
e delle decorazioni, ma per lo spazio sepolcrale non si sapeva concepirlo se non nella forma con-
ceila da errecci, da }. IALSTCKI, Rincscimcnic pc|cccc c Rincscimcnic curcpcc, in Polonia-Italia.
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un lamburo ollagonaIe, Ia caeIIa rifuIgeva di eIemenli resi daIIa lradizione
romana, rirendendo molivi degIi archi di lrionfo anlichi er gIorihcare Ie
ambizioni dinasliche degIi }ageIIoni, era inoIlre ornala da una ricca resenza
di sculture e di rilievi di argomento mitologico.
Numerosi altri artisti sulla scia del Berrecci approdarono a Cracovia: tra
essi Bernardino de Gianotis, Giovanni Cini da Siena. Gianmaria Mosca detto
il Padovano.
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Quesl'uIlimo si Iego aI vescovo cilladino Iielro Tomicki, iI quaIe
gIi commissiono iI labernacoIo er Ia CalledraIe e Ia sua slessa lomba. Tomicki,
di nobiIe ascendenza, aveva sludialo in IlaIia, Iaureandosi a oIogna, Ia sua
passione per la penisola gli aveva fatto guadagnare il soprannome di Italus.
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La comunit italiana che viene a formarsi in questa fase accoglie dun-
que mercanti, artigiani e artisti: in massima parte toscani o comunque dellIta-
Iia sellenlrionaIe. In aIlro oIo geograhco venne ad agganciarsi nei rimi
decenni del Cinquecento alle traiettorie ideali che andavano a comporsi tra
Italia e Polonia: si fa riferimento al sud in particolare alle citt di Bari e Napo-
li. A determinare questa svolta fu larrivo della duchessa di Bari, Bona Sforza,
che della Polonia divenne regina, sposando Sigismondo I. Bona rafforz la
comunit italiana e diede nuovo impulso alla stagione rinascimentale a Cra-
covia. A guardare le date e lintensa attivit, pur rapidamente descritta, degli
artisti in Polonia appare per chiaro che non fu Bona a portare il Rinascimento
in Polonia, quanto la fascinazione per il Rinascimento a creare le condizioni
perch Bona Sforza giungesse in Polonia.
***
IigIia di IsabeIIa d'Aragona e di Gian GaIeazzo Sforza, ona, nacque
nel 1494 a Vigevano, ma ancora infante si trasfer nel sud dItalia
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. Le convul-
Rc|czicni criisiicnc !c| Mc!icctc c| XV||| sccc|c, cit. p. 58.
6 Su quesla hgura si veda A. MARKHAM SCHILTS, Gicnmcric Mcscc cc||c! Pc!ctcnc. c Rcncisscncc
scu|picr in |ic|q, Iniversily Iark 1998.
7 cfr. }. MIZILLK, Rc|czicni criisiicnc irc |ic|ic c Pc|cnic nc||cic !c| Rincscimcnic., cit., p. 71.
8 II conlribulo fondamenlaIe in Iingua oIacca W. ICILCHA, Krc|cuc Bcnc (1494-1557). Czcsq i
|u!zic c!rc!zcnic, IV voII., Iozna 1949-58, in ilaIiano si lenga resenle Ic rcginc Bcnc Sjcrzc irc
Puglia e Polonia, Atti del convegno tenutosi a Bari, 27 aprile 1980, Roma 1987; G. CIOFFARI, M.
WLRNLR, Bcnc Sjcrzc, !cnnc !c| Rincscimcnic irc |ic|ic c Pc|cnic, 2000; Bcnc Sjcrzc Rcginc !i Pc|cnic
e Duchessa di Bari catalogo della mostra (Roma-Cracovia 2000) a cura di M.S. CAL MARIANI e G.
DILNLDLTT, Roma 2001.
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se vicende delle famiglie di cui era erede, intrecciandosi a quelle di unItalia
slrella lra Ie mira di francesi e sagnoIi, orlarono infalli Ia vedova IsabeIIa
ad allontanarsi dalla Milano di Ludovico il Moro - che vedeva in Francesco, il
rimogenilo di IsabeIIa e Gian GaIezzo, un avversario dinaslico - er lrasferir-
si nei feudi ugIiesi che Io slesso Moro Ie aveva donalo. A ari IsabeIIa abbeII
e forlihco iI casleIIo cilladino e imianlo una iccoIa corle di Iellerali, lra cui
gIi accademici onlaniani GaIaleo, }acoo de Ciofhs e Crisoslomo CoIonna
9
.
Questultimo in particolare, nipote di Prospero Colonna, insigne condottiero
dellepoca, fu precettore della piccola, dopo aver assolto lo stesso incarico per
conto degli Aragona insediati sul trono napoletano. La qualit del precettore
leslimonia deIIe voIonl di IsabeIIa di educare Ia hgIia come una erfella gen-
tildonna dellepoca e di indirizzarla a una matrimonio non solo confacente al
suo rango, ma che anzi risollevasse le sorti della casata. In giovane et Bona
asso i voIle deI reslo da ari aIIa rafhnala corle naoIelana e I ebbe a for-
marsi, a comrendere gIi inlrighi deIIa oIilica, a afhnare iI suo guslo e Ia sua
cultura. Se la prima speranza di matrimonio con Massimiliano Sforza non si
concIuse, I'inleressamenlo deII'imeralore MassimiIiano d'Asburgo condusse
IsabeIIa a organizzare iI malrimonio lra ona e Sigismondo
10
.
Le nozze si svoIsero er rocura a NaoIi iI 6 dicembre 1517, un imo-
nenle banchello (Ie cui orlale are ammonlassero a oIlre un migIiaio) segu
come fesleggiamenlo. ona allese iI febbraio successivo e iI migIioramenlo
deI cIima er imbarcarsi e inlrarendere iI viaggio che I'avrebbe orlalo aIIa
corte di Cracovia. Ad accompagnarlo un seguito di quasi trecento persone e
aIcuni nolabiIi genliIuomini: lra essi Irosero CoIonna, a guidare Ia sedizio-
ne, e Colantonio Carmignano. Questultimo, nel suo Vicggic !c |c Scrcnissimc
S. Bona Regina da la sua arrivata in Manfredonia andando verso del suo regno di
Polonia
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ha messo in versi il resconto del viaggio, con i passaggi trionfale nel-
9 Si veda C. AIGLLLIZZI, |nicrnc c||c tiic c c||c cpcrc !i Criscsicmc Cc|cnnc !c Ccggicnc, Pcnicnicnc
Accc!cmicc, Napoli 1856.
10 cfr. G. PEPE, Bcnc Sjcrzc !c mcriicrc, Rassegna Pugliese di Trani, vol. XII, 5, pp. 287-309.
11 Il poemetto allinterno delle Opcrciic !c| Pcrincncpcc Suctic in tcrii icmpi ci !itcrsi su|iciii
ccmpcsic. Slamalo in ari er Maslro GiIIiberlo Nehoun Irancese in Ie case di Sanlo NicoIa a
di' de 15 ollobre, MDXXXV. II Iibro iI rimissimo leslo aarso a slama neIIa regione ilaIiana
della Puglia. G. CIOFFARI in Bcnc Sjcrzc. Aspciii rc|igicsi c! umcniicri !c||c suc pcrscnc|iic, in La regina
Bcnc Sjcrzc irc Pug|ic c Pc|cnic, cil., ricorda aIlri oemelli, che non mi slalo ossibiIe consuIlare,
composti in occasione del matrimonio tra Bona e Sigismondo; in particolare Casparis Velii Ursini
Silesii, |piinc|cmicn in nupiiis Sigismun!i jcgc||cnii rcgis Pc|cnicc mcgniuc !ucis Iiiucnicc ci Bcnc
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la diverse citt attraversate e in particolare a Vienna
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, e inhne I'arrivo neIIa
capitale polacca. Laccoglienza della regina venne dunque cos descritta nel
poemetto del Carmignano:
Smontate ancho le donne tutte quante
Con quella Maiesta tanto pregiata
Anchor per quattro miglia al Re distante,
In queslo ogni Chinea ben rearala
Li fo condutta innanzi a una ad una
Et ogni donna su vi fo montata
Poi mont quella senza mora alcuna
Chel degno scettro, et aurea corona
Seco nascendo dusse, e serbo in cuna
Bona lei nacque, e Bona vive, e Bona
Sera eI suo beI Re, eI regno lullo
Che cos e forza il ciel largo dispona
Che lei de Sforza, e de Aragona il frutto
Gi producendo ale Sarmathie gente
Terra Ia Scylhia in semilerno Iullo.