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Uno-due-tre. Uno-due-tre. I muscoli tesi, la mente concentrata sul tempo. Non dovevano perdere il ritmo. Uno-due-tre.

La sabbia intorno a loro si levava in nuvole di polvere che le impedivano di vedere con chiarezza. Maledisse gli assistenti di gara per non aver perso un po' di tempo pi a bagnare il campo. Unodue-tre. Perfettamente sincroni, la sua schiena, le sue gambe si flettevano e si distendevano con quelle di Belisario. Belisario. In un attimo la mente le fu invasa dai ricordi. Lui, puledro indisponente, lei, inesperta e sfiduciata... Com'era stato possibile arrivare fin l? A quel giorno? A quella gara? E tutta la fatica, il sudore, le lacrime, i lividi di quei mesi di preparazione le diedero la consapevolezza di quanto fosse cresciuta insieme a lui. Di quanto fossero cresciuti insieme. Involontariamente strinse maggiormente il frustino che quasi le schiocc sulla gamba. Per fortuna lui non aveva notato niente... E poi eccolo. Il primo salto. Lo punt da lontano. Anche lui l'aveva visto. Poteva sentire l'adrenalina scorrere nelle vene del cavallo che impercettibilmente accelerava in vista dell'ostacolo... proprio come aveva insegnato a fare a lei nella sua vita. Una lacrima le rig la guancia mentre, lo sguardo fissato in un punto indistinto davanti a loro, si alzava sulla sella ammortizzando tutta la potenza di quelle forti zampe... ce la stava facendo... dopo tanto dolore... dopo tanto male... era li. Aveva gi vinto, e la posta in gioco era molto di pi di un premio in denaro... Non sentiva niente, le sembrava che attorno a loro regnasse il silenzio... cerc di scorgere qualcosa tra la folla, ma l'attimo dopo dovette fissare nuovamente lo sguardo sul campo. Doveva concentrarsi. Non poteva, non doveva sbagliare! Immediatamente lui si accorse di questa improvvisa scarica di determinazione ma si limit a mostrarlo con un movimento del collo in avanti... era questa la cosa che le piaceva di pi, pensava lei mentre accorciava le redini e fasciava ancora pi forte i fianchi di Belisario in vista del salto... questo comprendersi, capirsi al volo... la straordinaria sintonia che c'era tra loro... ora capiva davvero cosa significava l'espressione "binomio equestre"... erano un'unica realt, un solo corpo che si muoveva, scattava, saltava, reagiva all'esterno nello stesso momento, nella stessa maniera... due menti collegate, l'una bisognosa dell'altra... lei si affidava completamente alla forza di lui e lui alla guida di lei... non c'erano pi cavallo e cavaliere, c'era solo questa forza che si lanciava attraverso questa terra polverosa... Riapr gli occhi dopo il salto, ora era vicina alla staccionata... avrebbe dovuto riconoscere qualcuno, no?! Nessuno... non c'era nessuno... in un impeto di rabbia strinse ancora di pi le gambe, ignorando i lamenti dei suoi muscoli e l'eccessiva tensione di Belisario... voleva correre! L'ossigeno che entrava nei suoi polmoni sembrava una sciabola affilata che le dava una fitta di volta in volta sempre pi dolorosa... doveva rallentare, lo sapeva, o non ce l'avrebbe fatta a tenere il ritmo... si costrinse ad allentare la morsa e al tempo stesso anche la sua mente torn pi limpida... doveva vincere per s, per s stessa.

E poi la vide. Accanto il bugigattolo dalle pareti di vetro dove sedeva la giuria. Le lacrime le rigavano gli occhi mentre, le braccia incrociate sul petto, fissava attentamente Belisario... e la sua amazzone. La vista le si annebbi -lacrime forse?- e ad un tratto seppe perch voleva vincere. Voleva farlo per lei, per le vittorie a cui aveva dovuto rinunciare, per le sofferenze che la vita le aveva imposto... Pensare che una volta quella era la sua vita, quelle che lei stava vivendo le sue emozioni, il suo destino. Stavano piangendo le stesse lacrime. Era lei, ad averle passato il testimone, ed ora doveva dimostrarsi allaltezza. Doveva farlo per lei. Voleva farlo per lei. E per lui.

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