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Hegel romantico Desiderio di ricondurre tutto allinfinito, ritenendo il reale manifestazione di esso Hegel - fichte La continua generazione del

el non io non ha fine, e non permette quindi di il raggiungimento dellunit assoluta; l'assoluto visto semplicemente come un ideale da raggiungere, una meta che per non si realizza mai Hegel - kant Rifiuto dellimpostazione kantiana che considerava il metodo come preliminare alla verit: egli pensava infatti che la verit sussistesse in s per s, a prescindere dal metodo, dalla via attraverso la quale raggiungerla. Per Hegel, contrariamente a kant, la ragione conoscitiva Per Hegel, leticit comprende la razionalit della natura in s stessa, comprendendo quindi sia la parte oggettiva che quella soggettiva. Si discosta quindi dalla morale kantiana in quanto quella creata dalluomo e vive con lui; immanente. Per kant la ragione era un semplice strumento della mente umana; per Hegel invece un principio metafisico, che diviene e si sviluppa nel mondo. Donano due significati diversi a ragione e intelletto: intelletto -> conoscenza scientifica che ha come oggetto il fenomeno per Kant; primo grado povero e limitato della conoscenza per Hegel. Ragione -> dispone solo di idee regolative per kant; realizza compiutamente il processo conoscitivo per Hegel. Hegel - schelling Assoluto di shelling come colpo di pistola, statico; egli non coglie le differenziazioni dellassoluto. Hegel - romantici e illuministi Si discosta dai romantici in quanto per lui non si arriva allinfinito tramite larte e il sentimento Gli illuministi vedono solo alcuni elementi del tutto I romantici vedono il tutto senza tener conto degli elementi che lo compongono contrapposizione Hegel/Illuministi: il primo crede nell'identit fra ragione e realt, i secondi assumono la ragione come unico giudice della realt, ragione finita e parziale. E mentre per Hegel la ragione una costante della storia ed ogni periodo storico va ben valutato, per gli illuministi la ragione presente solo in determinate epoche storiche, contrapponendo le et illuminate (Pericle) alle epoche buie (meDioevo). Fenomenologia: la scienza di ci che appare; una descrizione del sapere apparente e imperfetto e al tempo stesso descrizione dei diversi momenti del cammino dello spirito, dalla forma pi povera di sapere al sapere assoluto. Il passato assume una grande importanza, in quanto lascia delle tracce che costituiscono le tappe del cammino della coscienza, che Hegel chiama figure. La fenomenologia necessaria dal punto di vista del metodo, in quanto il metodo la via che conduce dal non sapere al sapere. La filosofia, il tramite grazie alla quale possiamo arrivare al sapere assoluto, che non si identifica con il sapere di questa o quella singola coscienza, ma come il sapere dello spirito che ha trovato e compreso se stesso e la propria storia. La verit consiste quindi non nel soggetto o nelloggetto come momento isolato e opposto, ma solo nella loro unit. Nel disegno Hegeliano il soggetto che compie la sua strada verso il sapere assoluto gi lassoluto, sebbene debba acquisire per tappe la consapevolezza di s.

La figura della coscienza La coscienza la prima figura che compare nella fenomenologia, dove al primo staDio essa si presenta come il soggetto che pone loggetto come altro da s. Questo primo livello di coscienza viene chiamato certezza sensibile, la quale ha luogo fra un soggetto particolare e un oggetto pure particolare, definito spazialmente e temporalmente dallhic et nunc. Ma la certezza sensibile rende subito evidente il suo carattere illusorio, in quanto il quanto il soggetto si rende conto del fatto che lhic et nunc sono determinazioni generalissime ed applicabili a qualsiasi oggetto. La certezza sensibile si risolve quindi nella percezione, che la conoscenza delluniversale, dove loggetto viene considerato nella sua globalit. Il riferimento delle molteplici qualit ad ununit presuppone lesistenza di un io unificatore: la coscienza si presenta quindi come ci che tiene insieme le diverse propriet delle cose. quindi questo il pi alto grado di sviluppo della coscienza, lintelletto, che intuisce il fatto che lunit delloggetto dipende dal soggetto (egualmente al modello della sintesi a priori kantiana). La certezza della propria esistenza data quindi dalla sua attivit intellettuale

Lautocoscienza e la dialettica servo-padrone Partendo dallultimo punto del precedente concetto, ci si rende conto di come lio, ponendosi come principio unificatore delle qualit delloggetto, prenda coscienza di s: loggetto non altro che la coscienza soggettiva, lautocoscienza. LIo conoscendo il mondo delle cose arriva a conoscere s stesso, ma questa autocoscienza deve essere messa alla prova confrontandosi con le altre coscienze, in quanto unautocoscienza propriamente tale solo quando viene riconosciuta da altri esseri pensanti. L'autocoscienza non ha pi quindi in Hegel il significato di essere coscienti di s, che aveva avuto sinora, ma acquista un valore sociale e politico. L'autocoscienza si raggiunge infatti solo se si riesce a confrontarci nella nostra particolare esistenza con quella degli altri. Il riconoscimento delle altre autocoscienze non avviene, come si potrebbe pensare e come in effetti Hegel aveva inizialmente sostenuto nella fase giovanile,attraverso l'amore, bens attraverso la lotta, il confronto per cui, addirittura, alcuni individui arrivano a sfidare la morte per potersi affermare su quelli che hanno paura e finiscono per subordinarsi ai primi. questo il rapporto di signoria-servit La consapevolezza dellessere per s, in contrasto con il mondo e non pi in continuit con esso, dellautocoscienza passa necessariamente attraverso un riconoscimento da parte di altri: solo controllando laltra autocoscienza, facendola dipendere da noi, possiamo riceverne unimmagine di noi stessi che sia a sua volta sotto il nostro proprio controllo e dominio. Nella lotta per il riconoscimento, chi non ha paura di perdere la propria vita si afferma come padrone su colui che invece teme la morte e diventa servo del primo. Il rapporto servo padrone mette per in luce una dinamica che d luogo allinversione dei ruoli dei due protagonisti: il padrone non lavora, vive del lavoro obbligato del servo, il quale lavora: attraverso il suo lavoro egli trasforma la realt naturale, ponendosi come tramite fra il padrone e il prodotto umanizzato che il servo offre al padrone. Da questo prodotto del lavoro servile dipende la sopravvivenza del padrone, il quale finisce dunque col dipendere dal servo. Il servo, tramite il lavoro, ritrova se stesso nel prodotto del suo lavoro, acquistando in tal modo coscienza di s; e allo stesso tempo si rende conto della sudditanza del padrone nei suoi confronti.

Stoicismo, scetticismo e coscienza infelice Il servo ha conquiStato quindi la consapevolezza di una libert interiore, per mezzo del suo lavoro servile. Lo stoicismo affermava la libert interiore dellindividuo dalle cose e dagli eventi esterni. Ma sebbene il saggio ritenga di poter fare a meno delle cose del mondo e di essere autosufficiente, egli persiste a vivere in un mondo di cui nega lesistenza. Lo stoicismo risolve questo problema nella massima espressione di libert, che coincide con la scelta di ritirarsi dal mondo tramite il suiciDio. Ritirarsi dal mondo significa per rinunciarvi, da qui il passaggio si risolve nel passaggio dallo stoicismo allo scetticismo, dove viene lasciato in sospeso ogni giudizio riguardante la realt del mondo. Ma per il suo troppo esasperato atteggiamento negativo verso la realt esterna, lo scetticismo si riduce a un rapporto problematico con il mondo: lo scetticismo si contraddice, in quanto da un lato questo dichiara che tutto vano e incerto; dallaltro vorrebbe sostenere qualcosa di reale e vero. Questa scissione tra lUno e il Tutto, tra lindividualit e il mondo, si ripropone nella figura della coscienza infelice religiosa. La coscienza infelice si realizza principalmente nel cristianesimo meDioevale, dove lassoluto identificato in un Dio trascendente di fronte al quale la coscienza si annulla. La coscienza infelice linutile sforzo delluomo di identificarsi con un Dio che per al di sopra di esso. La scissione uomo/Dio prettamente evidente nellebraismo, dove il Dio assolutamente trascendente e punitivo, padrone della vita e della morte: vi quindi una sorta di rapporto servo/padrone nella religione ebraica. Con il cristianesimo meDioevale la questione sembra risolversi, con la figura di Cristo: ma ci non del tutto vero. Si pensi al fatto stesso che la sua risurrezione allontana nuovamente luomo da Dio, ma anche al fatto che, essendo il Figlio vissuto in un tempo determinato, storicamente in tempi anteriori, risulta per i posteri scisso dalla storia e lontano dai credenti. Pertanto, non essendo la lontananza uomo/Dio colmata, la coscienza permane nel suo Stato di infelicit. Le tre manifestazioni della coscienza infelice nel cristianesimo meDioevale la devozione, in cui luomo si mortifica e umilia annullandosi totalmente al cospetto di Dio: per Hegel questo puro sentimentalismo, che non porta allinfinito la mortificazione di se e de proprio corpo con le pratiche ascetiche: questo il punto pi basso, il fondo dellinfelicit le opere di bene, attraverso le quali luomo tenta di ricongiungersi in un futuro con Dio, e che manifestano e sottolineano la condizione e la sensazione di separazione che luomo sente nei confronti del divino.

La logica*** La logica , per Hegel, la scienza dellidea pura, cio dellIdea nellelemento astratto del pensiero. Lidea, che oggetto della logica, il primo momento dello sviluppo ideale che ha i suoi ulteriori momenti nella natura e nello spirito. In questo senso lIdea il sistema delle categorie o determinazioni astratte del pensiero, anzi il pensiero stesso nello sviluppo delle sue articolazioni. La tesi di fondo della logica hegeliana che pensare e essere coincidono e che, pertanto, la logica coincide con la metafisica.la logica hegeliana, che studia lidea, la visualizza come un modello che si va storicamente realizzando: non + allapice della conoscenza come per la filosofia platonica, ma alla base di essa, al suo punto di partenza. Tramite la identificazione fra logica e metafisica, fra reale e razionale, soggetto e oggetto, si colma la frattura che si era creata nei prehegeliani.

La ragione La ragione il superamento della religiosit: nel rinascimento viva la consapevolezza dellinutilit della ricerca di un Dio trascendente. La coscienza, riconciliandosi con la realt, diventa ragione, ovvero consapevolezza di essere essa stessa lassoluto, lintera realt, in quanto solo tramite la coscienza la realt diventa visibile. La ragione non altro quindi che la coscienza stessa che diventa consapevole di essere lassoluto. Il percorso mediante il quale la coscienza si fa ragione si articola in fasi differenti. RAGIONE OSSERVATIVA: tipica dellet rinascimentale, in cui la natura conosciuta mediante losservazione diretta. La coscienza individua cosi lesistenza di una razionalit di fondo nelle leggi naturali. oggettiva. Ma la descrizione che la scienza fa del mondo tramite leggi ed esperimenti non permette alluomo di possedere la natura. Si passa quindi alla RAGIONE ATTIVA: ragione che alla descrizione del mondo sostituisce lazione sul mondo. soggettiva. Lattivit pratica cerca di realizzarsi attraverso 3 figure: 1. Faustismo. Lindividuo, deluso dai risultati della scienza naturale, si lancia alla ricerca del piacere, dove la natura ne diventa loggetto. Ma nella ricerca del piacere lautocoscienza deve scontrarsi con lineluttabilit del destino, che mette in luce i suoi limiti e la sua finitezza, contrastando cos con il suo desiderio di felicit. Si passa cos alla 2. Legge del cuore: il soggetto tenta di contrapporre ai mali del mondo e alle difficolt la legge del cuore, ovvero il soggetto tenta di dominare la natura contrapponendole e applicandole le leggi morali e la sua volont. 3. Virt: Hegel la concepisce come un ideale di bene coltivato dallindividuo nella fiducia di poter mutare il corso delle cose. Ma, dopo il fallimento del faustismo, n il sentimento riesce ad eliminare tutti i conflitti, n la virt permette al soggetto di plasmare il mondo secondo i propri principi morali. Lo sforzo individuale dunque destinato a fallire, in quanto no capace di raggiungere luniversalit. Di qui il passaggio a una nuova fase della coscienza ETICIT (individualit in s e per s): lindividualit non pu realizzarsi pienamente come individualit: in altre parole, se si rimane fermi al punto di vista dellindividuo, non sar possibile raggiungere luniversalit. Bisogna quindi passare alleticit, che consiste nelle consuetudini, nelle istituzioni dei popoli, nelle forme dello Stato; la ragione vera e reale non quindi quella dellindividuo, ma bens quella delle istituzioni che sono alla base di ogni atto della vita individuale. Lo spirito A questo punto del processo, la ragione diventa spirito e il suo sviluppo non riguarda pi la coscienza individuale, bens la storia dellumanit. In questa fase quindi le figure della fenomenologia corrispondono a specifici momenti storici. MONDO GRECO (bella eticit): epoca dellarmonia fra uomo, Dio e Natura. In questepoca luomo si inseriva spontaneamente nella vita dello Stato, in quanto ciascuno obbediva spontaneamente alle leggi prefisse dai cittadini stessi in quanto parte del popolo. Non era presente quindi unidea di trascendenza e separazione da Dio, ma cera ununione. Nonostante ci, si sviluppano delle fratture in questo Stato di armonia iniziale: vi un contrasto fra legge Divina e legge dello Stato, come ben visibile nellAntigone di Sofocle. MONDO ROMANO: nel mondo romano tutti i cittadini avevano uguali diritti; questa uguaglianza era per solo a livello formale: essa non riguardava le concrete condizioni di vita del singolo cittadino, bens la sua posizione nei confronti dello Stato. ILLUMINISMO: nellilluminismo Hegel riconosce i meriti del mettere allo scoperto gli inganni del clero e dei governanti nei confronti del loro popolo, ma di cui denuncia i limiti consistenti nel rinchiudersi dentro il finito, giudicando le istituzioni vigenti (Chiesa, monarchia) in base allutilit per luomo. La conseguenza lassegnazione di una libert assoluta allo spirito, il quale si esprime come autocoscienza e volont che non lascia sussistere nulla di fronte a s; latteggiamento distruttivo culminante nella rivoluzione

francese e nel Terrore. [3 fasi: unione ingenua/frattura legge civilemorale/ricomposizione tramite religione e filosofia] Conclusioni fenomenologia Con lautoriconoscimento del soggetto come assoluto termina il cammino della coscienza. Tale processo avviene nel tempo, fino a quando il soggetto non raggiunge la piena consapevolezza di s: il tempo quindi la dimensione in cui lo spirito appare a s in quanto si sviluppa nella storia; il sapere assoluto, la filosofia, la consapevolezza di ci che lo spirito nella storia. La Dialettica La dialettica Hegeliana considerata dallo stesso come uno strumento per effettuare il passaggio dal finito allinfinito. Egli considerava ogni atto conoscitivo come articolato in tre momenti: MOMENTO ASTRATTO-INTELLETTUALE: consiste nel considerare un concetto astratto con funzione di tesi. Qui opera lintelletto che astrae il singolo oggetto dalla realt in cui esso si trova e dai rapporti concreti con il mondo esterno in cui ciascuno di questi oggetti collocato, concentrando lattenzione sulle caratteristiche di ciascuna cosa in quanto differente e separata dalle altre, secondo il principio di identit/non contraddizione MOMENTO NEGATIVO-RAZIONALE: consiste nella negazione del concetto astratto e nella formulazione di un concetto opposto che ha valore di antitesi. Questo momento mostra come la determinazione necessiti della relazione con le altre determinazioni per individuare il suo vero significato. Secondo il principio spinoziano omnis determinatio est negatio, per individuare cosa X necessario infatti chiarire che cosa X non . Ad esempio: per capire cos la vita, devo sapere cos la morte: la vita considerata a prescindere dalla morte, non pu porsi come negazione della morte, rischiando quindi di andarsi a confondere con essa stessa. la determinazione posta come astratta quindi non riesce a delimitare il suo significato e a stabilizzarlo, trapassando quindi nel suo opposto. Qui opera la ragione come facolt dellinfinito in forma negativa (loltrepassamento del finito qui posto come unesigenza per uscire dalla contraddizione) MOMENTO POSITIVO-RAZIONALE: lunificazione dei due concetti opposti in un concetto unitario con funzione di sintesi. Questo momento coglie lunit delle determinazioni opposte, avvertendo che esse sono aspetti unilaterali di una realt pi alta e complessa. La sintesi quindi la riaffermazione a un pi alto livello del significato iniziale; il raggiungimento di un livello superiore di verit. Anche qui opera la ragione in forma piena, in quanto la contraddizione del secondo momento qui totalmente superata dalla sintesi. [***] La filosofia della natura Nella costruzione Hegeliana lidea, oggetto della logica, lassoluto ancora in s, cio non consapevole di s stesso. La natura vista da Hegel come lidea nella forma dell essere altro: Lidea deve allora estraniarsi da s per acquisire piena consapevolezza; deve cio oggettivarsi, uscire fuori da s e diventare oggetto di s stessa: farsi natura. Oggettivandosi, lidea porta nella natura un principio di razionalit, grazie alla quale diventa possibile unanalisi scientifica della natura: cio una filosofia della natura. [la natura, contrariamente a Schelling, viene vista come qualcosa di nettamente inferiore allo spirito.] Tutto ci che reale razionale, tutto ci che razionale reale Tramite questa formula sintetica, Hegel esprime la tesi secondo cui la filosofia non deve solo cogliere il significato del proprio mondo, ma anche comprenderne la razionalit, dunque spiegarlo, giustificarlo con un atteggiamento di riconciliazione con la realt. Con tali parole Hegel non intende affermare, in maniera banale, che tutto ci che esiste razionale, bens che la realt con i suoi aspetti + significativi ha una propria ragion dessere, e che la razionalit autentica non pu essere solo un ideale a cui tendere, ma qualcosa che si realizza effettivamente. Possiamo quindi dire che con questa formula Hegel intenda affermare che la razionalit non pura astrazione, ma ci che d forma e ordine allesistente (il razionale

reale); e che la realt non un insieme caotico di eventi ma il dispiegarsi di una struttura dotata di razionalit (il razionale reale). La filosofia dello spirito Dopo essersi estraniata da s e oggettivata nella natura, lidea pu infine tornare in s e acquistare consapevolezza di s [in se e per se] . Lidea ritornata in s lo spirito : non unentit individuale, ma di un rapporto dove individuo e comunit sono indispensabili. La conoscenza dello spirito la pi concreta delle conoscenze, e perci la pi alta e difficile. SPIRITO SOGGETTIVO: lo spirito per come si realizza nella coscienza individuale, la consapevolezza che lo spirito ha di s come singolo individuo. Antropologia: ha per oggetto la prima manifestazione dello spirito, lanima. Tratta di quelle manifestazioni della psichicit che pi si connettono e dipendono dalla struttura naturale e materiale delluomo e quindi la caratterizzazione a livello spazio temporale di ogni singolo individuo. Fenomenologia: ha per oggetto la seconda manifestazione dello spirito la coscienza. Qui Hegel riprende i tre momenti della fenomenologia. Psicologia: ha per oggetto la terza manifestazione dello spirito soggettivo ovvero lo spirito vero e proprio, che a questo livello rappresenta la coscienza individuale che ha raggiunto la consapevolezza della propria identit con loggetto. SPIRITO OGGETTIVO: la consapevolezza che lo spirito ha di s nei rapporti tra gli uomini allinterno della vita sociale. la realizzazione della libert, che si realizza in: Diritto: diritto astratto, costituisce linsieme dei rapporti fra individui di una stessa comunit. In questo ambito lindividuo persona, ed essa trova la sua + immediata espressione sul piano reale nella propriet. A questa si riferiscono tutti i rapporti che intercorrono fra le persone: contratto, la sua violazione, la pena conseguente. Moralit: la legge interiore sentita come legge morale. Se nella sfera del diritto lindividuo persona, in quella della morale soggetto dotato di una volont consapevole, che accetta la legge solo in quanto la riconosce come sua allinterno della coscienza. La morale Hegeliana condannata allimpotenza, allimpossibilit di realizzarsi effettivamente. Etica: se nelle prime due parti dello spirito oggettivo la libert si afferma solo in forma puramente individualistica, lautentica vita morale si realizza solo quando gli individui decidono di formare una comunit e di dare vita allethos La triade etica: famiglia, societ civile, Stato FAMIGLIA: costituisce il primo nucleo nella formazione di una societ. unistituzione dotata di valore spirituale, a cui concorrono fiducia, amore e senso educativo. Ma questo nucleo destinato alla disgregazione. SOCIET CIVILE: indica la vita associata in cui coesistono interessi particolari e indipendenti, che si scontrano e si confrontano. La societ civile quindi quellorganismo che consente di porre le proprie risorse a servizio dei bisogni altrui, e che permette a ciascuno di usufruirne. Sulla base della divisione del lavoro e delle conseguenti differenze in ambito economico-sociale, la societ civile, e cio linsieme delle risorse di cui gli individui dispongono, si articola in ceti: quello degli agricoltori, che si basa sulla propriet e sul lavoro della terra; quello di industriali e commercianti, che con le loro attivit danno forma ai prodotti naturali; il ceto universale dei funzionari pubblici, che secondo Hegel sono gli unici lavoratori per i quali linteresse privato coincide con linteresse pubblico, in quanto lavorano al servizio della comunit. STATO: il momento culminante delleticit, dato che in esso si conciliano interessi particolari e universali. Solo allinterno di esso i cittadini possono realizzare pienamente la propria umanit, perch le parti di un organismo non hanno senso se non allinterno

del tutto. Lo Stato quindi lorganismo di cui i singoli sono le parti: perci gli uomini non possono essere autenticamente uomini, non possono vivere razionalmente e liberamente se non nello Stato. La vera libert infatti consiste nellidentificarsi con la legge; al contrario, la libert dellindividuo, intesa come autonomia del singolo cittadino di fronte allo Stato, arbitrio. La perfezione etica consiste nellubbidire alle leggi dello Stato e nel collaborare senza riserve alla realizzazione del bene comune, che lo stesso bene dello Stato, a cui devono concorrere tutti i ceti, ognuno secondo le proprie funzioni. Lo Stato Hegeliano quindi un organismo vivente, un tutto unitario che precede e supera dal punto di vista del valore le sue parti. Lunit dello Stato prevale quindi sulla libert degli individui, il pubblico sul privato. Lo Stato lo scopo dellindividuo. Lo Stato secondo Hegel lingresso di Dio nel mondo. La miglior forma di governo secondo Hegel la monarchia costituzionale.

SPIRITO ASSOLUTO: con lo sviluppo dello spirito oggettivo, che si risolve

massimamente nello Stato, Dio fa il suo ingresso nel mondo. Lo spirito assoluto il terzo momento dialettico, quando lo spirito riconosce se stesso come unentit spirituale. Si articola in tre forme che sono le + alte forme di espressione dellassoluto. Arte: la prima forma attraverso cui lo spirito acquista coscienza di s. Ha il compito di idealizzare la natura: larte coglie lassoluto come proprio oggetto mediante lintuizione sensibile, cio mediante una forma di conoscenza che si basa sui sensi (udito, vista) e si esprime in una immagine sensibile. Limmagine costituisce la forma, la quale immagine contiene lassoluto. Nellopera darte perfetta forma e contenuto coincidono, ma non sempre questo accade: ecco il perch delle diverse forme darte. Larte nasce in oriente come simbolica: la forma del simbolo inadatta al contenuto che vuole esprimere; allarte simbolica appartiene lesperienza del sublime. Si passa poi allarte classica, che raggiunge un buon equilibrio fra lo spirito e la sua rappresentazione sensibile. Ma le statue classiche risultano simili agli uomini solo nella figura esterna. Con laffermarsi del cristianesimo, larte diventa romantica e si interiorizza le opere darte perdono la loro armonia classica, e trasudano invece sentimento di turbamento e inquietudine. Si sperimenta cos la fine dell arte, cio il tramonto della sua possibilit di rappresentare lo spirito. Religione: la religione supera il problema lasciato aperto dallarte. Ha un valore speculativo e viene indicata come una forma di conoscenza che porta gli uomini a conoscere verit profonde e significative. Essa ha per oggetto lassoluto, ma va oltre limmagine semplice che costituisce larte: la religione infatti trasferisce il contenuto dellassoluto dalla sfera sensibile (arte) alla sfera del pensiero (universale). Anche la religione come larte si sviluppa in varie forme nella storia. Inizialmente vi era la religione naturale, dove Dio non era ancora toccato dalla scissione e costituiva lunit immediata fra naturale e spirituale. Si passa poi alla religione determinata, dove Dio unindividualit personale. Questa forma si ha nellebraismo (assoluta trascendenza di Dio), nella religione greca (bellezza delle divinit) e in quella romana (significato etico-politico delle divinit). Nella terza fase si presenta la religione rivelata,che concepisce Dio come spirito. Punto culminante di questa fase il cristianesimo. La religione non lultima forma dello spirito, in quanto nonostante la presenza del culto il rapporto uomo Dio rimane contraddittorio, dualistico e non risolto sul piano del sapere. Di qui il bisogno della filosofia. Filosofia: la forma + alta dello spirito assoluto, in quanto lo esprime nel concetto: nella conoscenza concettuale c infatti piena identit di soggetto e oggetto. Per Hegel la filosofia desiderio di sapere, il sapere scientifico, libero da intuizioni e rappresentazioni. lultimo gradino del percorso che compie lassoluto: partendo dalla logica, che mette capo alla

idea, passando attraverso la filosofia della natura, dove lidea diventa altro da s, si giunge allo spirito, che dopo aver preso forma di spirito soggettivo e oggettivo, arriva ad essere spirito assoluto. Qui il ritorno in s dellidea che si manifesta, alla fine del processo, in tutta la sua ricchezza e verit appunto nella forma dello spirito assoluto: processo, movimento, divenire. [continua in storia della filosofia] La storia della filosofia La filosofia coincide con la storia della filosofia, in quanto svolgimento concreto del cammino attraverso cui lo spirito acquista la progressiva conoscenza di s; perci se consideriamo ciascun sistema filosofico nella sua essenzialit consideriamo il processo logico, ritroviamo nei suoi momenti fondamentali il succedersi delle manifestazioni storiche della filosofia. La storia della filosofia non una semplice sequenza di opinioni, ma un organismo unitario: ogni filosofia, nel momento in cui si manifesta, esprime la verit adeguata ad un determinato grado dello sviluppo spirituale. La storia della filosofia si snoda cos come un progresso continuo verso la verit: e via via che si avanza nel tempo, i sistemi filosofici si fanno sempre + ricchi e profondi. Il primo momento rappresentato dalla filosofia antica e meDioevale: essa afferma immediatamente e ingenuamente che la certezza identica alla verit. Il secondo rappresentato dalla filosofia moderna, che oppone la certezza e la verit. Il terzo costituito dallidealismo, che concepisce lassoluto come soggetto, ovvero afferma non + in modo ingenuo, ma consapevolmente, lidentit di certezza e verit. Hegel ribadisce cos la tesi secondo cui nella dialettica la sintesi ripristina il contenuto della tesi non + posto come astratto ma nella piena completezza delle sue attribuzioni. Nella prospettiva Hegeliana una filosofia non il semplice manifestarsi di unepoca storica, ma vi un profondo legame fra la filosofia e il suo tempo: ogni sistema filosofico esprime al massimo ci che massimamente pu esprimere in quel momento. La storia e lo spirito del mondo Lo spirito oggettivo si esplica nella storia immettendovi lelemento della razionalit, dando la possibilit di fornire della storia una spiegazione razionale. La storia infatti secondo Hegel un vero e proprio processo razionale, che si sviluppa dialetticamente attraverso dei passaggi dialettici: il suo movimento nellinsieme ascendente e progressivo. Come nella dialettica, nella storia compaiono dei momenti negativi, a cui si d comunemente il nome di male. Ma come nel movimento dialettico la contraddizione e il momento negativo costituiscono lelemento dinamico che spinge a un livello superiore di verit, cos nella storia il cosiddetto male ha la funzione di portare al raggiungimento di un bene pi alto: in questo senso un male solo apparente. questa anche la concezione cristiana della provvidenza: la fede per si ferma solament ad affermare lintervento della provvidenza nel mondo, senza essere in grado di individuare le finalit, gli strumenti concreti e le forme con cui si attua la razionalit della storia. Alla filosofia spetta dunque il compito di cogliere il significato complessivo del divenire storico. Protagonista della storia generale lo spirito del mondo, lassoluto che si incarna di volta in volta nei singoli popoli, dando loro la possibilit di apportare un contributo specifico. In ogni epoca storica emerge un popolo: quando questo giunge al compimento della sua missione, inizia il suo declino, e cos via. In questo quadro gli individui sono solamente gli strumenti per realizzare i fini dello spirito del mondo. Nel corso della storia compaiono individui che intendono il corso della storia e la fanno progredire: sono questi eroi, condottieri, monarchi, uomini politici come Napoleone, Alessandro Magno, Giulio Cesare. E questa lastuzia della ragione, che governando il mondo si serve in maniera spregiudicata degli individui per portare a termine i propri fini. Le epoche della storia Le grandi epoche della storia del mondo sono tre. Mondo orientale: costituito dalla civilt cinese, indiana e persiana. In queste civilt un solo individuo gode della vera libert: il monarca. Essendo quindi queste le epoche del dispotismo, la libert era pressoch inesistente. Mondo greco-romano: in questo mondo solo una parte degli individui libera, esistendo la schiavit.

Mondo cristiano-germanico: la prima civilt dove si sviluppa la libert totale degli

individui. Superato infatti il meDioevo, dove sotto il predominio della chiesa cattolica il rapporto fra uomo e Dio assunse la forma della scissione trascendentale, con la riforma luterana, che non far + vedere Dio come qualcosa di trascendente ed estraneo alluomo, ma bens come una presenza viva nellinteriorit, lindividuo appare pienamente libero.

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