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ALIEN AGENDA DUEpuntoZERO

Alex Torinesi, Dicembre 2011

In ogni cosa salutare, di tanto in tanto, mettere un punto interrogativo a ci che a lungo si era dato per scontato. Bertrand Russell

Sono profondamente convinto che solo quando raggiungi la cima della montagna puoi voltarti e osservare il percorso compiuto per salire. E soltanto in quel momento capisci se la strada che hai scelto stata la migliore, la pi ripida, la pi tortuosa, la pi sicura o la pi breve. Allo stesso modo quando svolgi una ricerca e credi, a torto o a ragione, di aver scoperto tutto ci che era necessario e possibile sapere, puoi girarti e cominciare a tornare indietro per rimettere in gioco cose che hai dato per assodato con lobiettivo di migliorare e confermare il lavoro fatto o semplicemente dire mi sono sbagliato. Li chiamano dubbi, affinamenti, integrazioni teoriche io pi semplicemente la definisco la strada della conoscenza. Cosa voglio dire? Voglio dire che negli ultimi tempi, grazie alle esperienze acquisite, ho potuto (forse presuntuosamente lo ammetto) rivalutare un aspetto fondamentale del fenomeno delle interferenze aliene. Sai a cosa mi riferisco? Al fatto che non sono pi cos convinto che gli alieni vengano a romperci lanima ehm perdonami le scatole perch vogliano raggiungere limmortalit tramite noi. Raggiungere limmortalit una cosa davvero sciocca. Un nonsense biologico, mentale, scientifico, metafisico e spirituale. Una stupidata galattica su ogni livello. Anche perch forse la morte, intesa come fine di tutto, non esiste, pertanto che senso avrebbe cercare lopposto di una cosa che non esiste? Troppo contorto? Aspetta... Ci sono regole delluniverso che sono valide per ogni cosa. Supponiamo per un attimo che la morte, ovvero la fine di ogni cosa, esista davvero. Muoiono le forme viventi, muoiono le particelle, muoiono le stelle, morir perfino lUniverso quando lentropia raggiunger la morte termica. Possibile che solo questi sgangherati alieni non vogliano morire? Il punto fondamentale capire che la morte necessaria alla vita. Non pu esserci vita se non c morte, non pu esserci inizio se non c fine, non pu esserci lalba se prima non c stato il tramonto. E tutto in continua e ciclica trasformazione. Si potr pensare che gli alieni siano profondamente stupidi e sostanzialmente con poca coscienza. Anche su questo avrei da dubitare. Non esistendo un coscienziometro mi pare difficile misurare la coscienza altrui la quale, per definizione, incommensurabile e forse indefinibile. Inoltre il fatto di avere un desiderio o una necessit (irrilevante al momento la differenza) che li porta a volere quella cosina intangibile che chiamiamo anima, dimostra quantomeno che una coscienza di s, dei propri limiti o dei propri scopi deve esistere. Infine non pu essere stupido chi padroneggia una tecnologia superiore (e che sia superiore alla nostra non vi alcun dubbio) tanto da manipolare la virtualit dello spaziotempo con estrema facilit; non pu essere stupido chi sa o ha compreso che esiste quella cosa che chiamiamo anima e infine non pu essere stupido il tuo avversario: che fai ti metti a combattere con uno stupido? No, non mi pare il caso Quello che io sostengo che gli alieni siano qui esattamente per lo scopo opposto! Confuso? normale lo sono anchio. Per ti tranquillizzo subito non posso provare ci che affermo, e per uno sperimentale come il sottoscritto una bella gatta da pelare, quindi prendi
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pure tutto quanto ti dir con un pizzico di goliardia e una tonnellata di senso critico. Al pi rimani come sei Dunque dicevo gli alieni non sono qui per limmortalit ma sono qui per nascere e morire! La mia ipotesi (o il mio vaneggiamento, chiamalo come vuoi) come uno sgabello da bar: si regge su 3 gambe. In altre parole formalmente sta in piedi e ha pure un effetto collaterale positivo: potrebbe dimostrare popperianamente che la teoria sviluppata da Corrado Malanga scientifica. Poi si tratta di vedere se quanto dico corrisponde o meno a verit. Allora siediti e vediamo se questo sgabello regge il tuo peso ;-) Se mi hai seguito anche in precedenza sai cosa si intende per scientificit: una teoria scientifica se pu essere falsificata. Attenzione! Scientifica non significa vera, intendiamoci! Significa solo che si regge su presupposti verificabili. Verit e scientificit sono cose profondamente diverse. Mi spiego meglio. Se io affermo che domani piover non faccio unaffermazione scientifica per il semplice fatto che non posso dimostrare inequivocabilmente che domani non piover, ossia non posso falsificare questa asserzione. Ma magari domani dovrai davvero andare al lavoro con lombrello aperto per non bagnarti, capisci? Una cosa vera non necessariamente scientifica e una cosa scientifica non necessariamente vera. E quindi? E quindi se dimostro che una teoria, quella di Corrado Malanga sulle interferenze aliene, scientifica posso allo stesso modo proporre una posizione diversa (la mia) con i seguenti vantaggi: 1) posso sostenere unipotesi che in parte la falsifica senza essere tacciato di eccessiva fantasia; 2) posso avvalorare limpianto complessivo della teoria su cui si basa tutto lo scenario; 3) posso tirare un sospiro di sollievo perch significa che tanti anni spesi in questa ricerca non sono stati del tutto sprecati ;-) Insomma ci metto anche una bella dose di opportunismo . Io affermo che gli alieni siano qui per acquisire coscienza mediante lesperienza della temporalit. Ora ti spiego meglio cosa intendo. Seguimi! La prima gamba Ricordi John Mack? David Jacob? Karla Turner? Yvonne Smith? Budd Hopkins? Si, gli americani, coloro che da un punto di vista storiografico sono considerati i pionieri nello studio delle abductions. Rispetto a quanto scoperto da Corrado Malanga si sono fermati al primo livello delle interferenze aliene, arrivando soltanto alla punta delliceberg. Il merito per di aver portato allattenzione del mondo intero questo problema gli va riconosciuto. Al di l delle diverse interpretazioni sulla natura delle azioni aliene sulla Terra (Jacob ad esempio un negativista, Mack era un positivista) tutti concordano su una cosa: gli alieni non possono riprodursi. Utilizzano materiale biologico umano per perpetrare s stessi e creare una nuova razza ibrida. Alla luce di quanto sappiamo oggi non risulta che il fine ultimo sia la creazione di una razza ibrida umano-alieno ma risulta verosimile che gli alieni siano sterili e pertanto incapaci di riprodursi. Ora ti chiedo: se sono sterili e se perseguono i loro loschi scopi da millenni (ne abbiamo antichissime testimonianze sia nei testi vedici, sia nei miti di altre passate civilt) cosa ne possiamo dedurre? Una sola cosa: che non muoiono mai! In caso contrario si sarebbero gi estinti da eoni. A quale fine allora ibridizzare degli esseri viventi e metterli nei famosi cilindri trasparenti in animazione sospesa? Un po di pazienza e provo a risponderti. Non trascuriamo poi che in tutte le epoche passate lalieno era lincarnazione della deit, ossia era visto come un dio e questo ne implicava limmortalit.
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La seconda gamba Recentemente ho scritto un articolo (http://www.ufomachine.org/blog/nuova-scienza/300-ilcollasso-della-funzione-donda.html) dal quale vorrei riprendere un concetto fondamentale: lUno e il Duale. In questo articolo non mi sono inventato nulla, ho solo messo insieme concetti e scoperte altrui cercando delle correlazioni su un terreno comune. Lesperimento di Alain Aspect del 1982 ha dimostrato senza ombra di dubbio che i fenomeni quantistici non sono locali. Ha dimostrato che due particelle poste a distanza si comportano come se fossero ununica particella e che non si scambiano informazioni a velocit superiore a quella della luce perch non essendo separate non hanno necessit di farlo. Sono intimamente legate (in entanglement direbbero i fisici) da qualcosa che trascende la localit. In pratica non c spazio, non c distanza ma solo la virtualit del processo di osservazione che ci porta a modellizzare le due particelle come distinte. Le particelle, in realt, non hanno alcun bisogno di comunicare o scambiarsi informazioni semplicemente perch sono anche lo spazio che apparentemente le separa. Quindi lo spazio, inteso come separazione, non esiste e di conseguenza non esiste il tempo che la grandezza (virtuale) che descrive lo spostamento dei corpi nello spazio in termini di successione di eventi (o posizioni). In effetti, se ci pensi bene, il tempo non nemmeno misurabile. Non direttamente almeno. sempre una misura di spazio. Lorologio misura il tempo in funzione dello spostamento nello spazio delle lancette. Lanno, il mese, il giorno sono legati a diverse posizioni delle Terra rispetto al sole e cos via. Se questo vero significa che non esiste spazio, non esiste tempo, non esiste separazione e che tutto una sola cosa. Tutto UNO! In altri termini ogni particella di fatto una rappresentazione del macro nel micro. Ogni particella il tutto. Mi segui? Prendiamo il discorso dellinfinito. Perch parlo di infinito? Perch se la coscienza ha in s le ragioni della propria esistenza, ossia non dipende da nullaltro se non da s stessa, allora per forza di cose infinita. Pertanto se tutto Uno, lUno infinito. Tempo fa, in un altro articolo dal titolo Tempo, Infinito e Anima, scrivevo: prendiamo un segmento, ossia una sequenza di punti che ha un inizio e una fine. Questa cosa che chiamiamo segmento costituita da una serie di punti (che per definizione sono infinitamente piccoli). Al suo interno esiste in realt qualcosa che non pu avere limiti, ovvero infinito. Allora ti chiedo: pu una cosa finita contenere qualcosa di infinito? Io direi di no La stessa cosa vale per il tempo. Se esiste un istante primo al tempo t0 che ha dato vita allUniverso, (quello che i fisici chiamano la singolarit del Big Bang), deve necessariamente esserci anche una fine. Non pu infatti esistere un inizio senza un termine, altrimenti dovremmo sostenere luguaglianza tra linfinito e ci che ha avuto un inizio ma non ha una fine. Il che assurdo per definizione visto che infinito significa senza un inizio, senza una fine. A questo punto cosa potrebbe permetterci di discriminare e riconoscere un Universo infinitamente ampio da un punto geometrico infinitamente piccolo? Niente, assolutamente niente perch entrambi non hanno limiti e non possono esistere due infiniti: linfinitamente grande e linfinitamente piccolo. E quindi? Mi stai dicendo che luniverso sterminato e un elettrone invisibile sono la stessa cosa? Hanno le stesse dimensioni? Come la mettiamo? Io dico che non esiste linfinito perch c solo una cosa che tutto: linfinitamente grande e linfinitamente piccolo sono di fatto la stessa cosa. Confuso? Permettimi di continuare Su il principio dellunitariet (tutto UNO) si basa la struttura della coscienza. Attento... ho parlato di unitariet non di unit. Unit e unitariet sono concetti profondamente diversi. LUnitariet la singolarit, lUno, si riferisce a una cosa sola, inscindibile. Unit invece indica lunione di pi cose originariamente separate. Se tutto UNO significa che il tutto contiene ogni cosa, ogni possibilit e che ogni manifestazione della realt frutto dellazione creatrice della coscienza che ci permette di diventare consapevoli dellUNO o di una sua manifestazione.
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Come avviene questo processo? Mediante la dualit perch la dualit un processo ineluttabile, nonostante sia anche stata usata meschinamente dalluomo. Ma su questo ci ritorno tra un attimo. lUNO, dicevo, contiene tutto quindi da esso non pu uscire nulla perch non esiste nulla al di fuori, addirittura non esiste neppure un fuori, un concetto di al di l, di altrove. Per far uscire qualcosa deve avvenire un atto di contemplazione, qualcosa che dallesterno aiuta ad acquisire consapevolezza. Qui nasce la dualit, qui nasce lesterno apparente (e sottolineo apparente). In che modo? Con un distacco, un allontanamento (virtuale) che ci permette di fare lesperienza della conoscenza mediante la creazione del tempo perpetrata attraverso una continua oscillazione tra due stati. In fondo quello che fa la PNL quando cura una fobia, o cambia un comportamento non voluto. Semplicemente il piennelista ti chiede di dissociarti sensorialmente dalla tua esperienza problematica e di osservarla in lontananza. Dissociandoti, e applicando opportune tecniche, tu puoi cambiare la tua mappa del territorio. In altre parole cambia la tua coscienza e la tua consapevolezza di quellevento o di quella esperienza. Aspetta, lo so che non facile seguirmi su questa strada ma permettimi di continuare e forse tutto sar pi chiaro. Esperienza dunque ne abbiamo parlato tanto ma di fatto cos? Potremmo dire che lesperienza quella cosa che si realizza quando nel processo di conoscenza interviene ci che permette al nostro cervello di conoscere il mondo che ci circonda e di averne ricordo. L'esperienza perci comprende la conoscenza di una cosa o di un evento con i cambiamenti che questo denota (la chiamavo collasso della funzione donda, ricordi?). Questo processo conoscitivo non pu fare a meno della grandezza tempo. Osservando un fenomeno si genera un punto di riferimento, un punto zero (P0), che diventa il punto di consapevolezza iniziale, il tuo punto di partenza che di fatto si utilizza come specchio per diventare consapevoli della realt. Tu sei consapevole di essere bagnato se prima eri asciutto, senti il caldo se sei freddo, sai di essere triste sei sai cosa significa essere allegro e cos via. Lo stesso fotone onda o particella a seconda di come lo osservi. In altre parole per conoscere devi spostarti e osservare lo specchio, allontanandoti dal tuo punto zero. in questo istante che si crea la dualit perch la contemplazione delluniverso e della realt si attua quando collassa la funzione donda e si ha lo spostamento e loscillazione su due punti. In questo preciso momento nasce la dualit. Sto quindi affermando che per osservare lUNO c bisogno di due punti. In pratica la coscienza (UNO) crea ma la dualit che permette di fare lesperienza. In quel preciso momento si crea una seconda coscienza: la prima universale in quanto unica in grado di creare, laltra locale in grado di contemplare (e fare esperienza) grazie a un punto di riferimento. Questo determina il processo di consapevolezza e la conoscenza del mondo esterno. La coscienza locale non in grado di creare ma solo di conoscere ed esperire. La coscienza universale invece non locale, inserita in un eterno presente, crea mentre la coscienza secondaria, muovendosi nella virtualit, te ne fa fare lesperienza. La creazione della realt avviene sempre nel presente, accade in un attimo infinitesimo, indefinibile, eterno al di fuori del concetto di spaziotempo. Nel presente sei creatore, con il distacco sei il creato che ne fa lesperienza e per questo hai bisogno del tempo. La dualit io non credo sia un inganno ma piuttosto una necessit. O meglio un piccolo inganno c, ovvero quello di pensare che le due coscienze siano di fatto due cose diverse, staccate quando in realt sono la stessa cosa perch, ripeto, tutto UNO. Ma dopotutto una piccola cosa se comprendi questo concetto. Vedila cos: la coscienza primaria (o universale che dir si voglia) si individualizza in una forma diversa per guardare se stessa. Ma sempre della stessa cosa si tratta. Bene, perfetto, tutto chiaro ma gli alieni? Cosa centrano in tutto questo? Allora seguimi ancora per un istante.
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Abbiamo detto che la coscienza tutto, onnipresente, onnisciente, onnipotente onniquellochevuoi . infinita e eterna e come tale non ha in s il concetto di inizio e di fine in quanto realt asincrona e atemporale. Per poter acquisire questi concetti facendo lesperienza necessaria ad avere completa consapevolezza di s, usa la coscienza locale che si manifesta mediante il processo di dualit. Si individualizza in una forma che possiede, seppur nella realt virtuale, la dimensione temporale quale condizione fondante per esperire il principio di inizio e di fine. Quando questa esperienza viene fatta cosa resta? Linformazione dellesperienza, non tanto il contenuto in s quanto il processo. Come chiamare questa informazione? Io la chiamerei anima. Lanima quindi pura informazione, linformazione dellesperienza. Non la vedo quindi come una cosa senziente (nel senso pi lato del termine) ma piuttosto come la risultante di un processo accumulativo che sostituisce il noto allignoto, il conosciuto allo sconosciuto. Non dimentichiamoci che informare significa dare forma. Lanima quindi come risultante, in termini di conoscenza, delle esperienze effettuate nel tempo e nel dominio della dualit. ci che rimane alla fine di un percorso che ciclico e infinito. Possedere questo tipo di informazione significa avere coscienza dellinizio e della fine. Gi linizio. Lasciami aprire una piccolissima parentesi. Parlando di abductions abbiamo parlato tanto di morte ma quasi mai di inizio, di nascita. Questo aspetto legato anche archetipicamente al concetto di venire alla luce, ossia uscire da una realt buia e chiusa per aprirsi a qualcosa di nuovo e luminoso che diventa manifesto. Nascere significa iniziare, intraprendere un percorso e per la coscienza che non ha percezione dellinizio e della fine un momento determinante perch in quel momento tutto ha inizio e lei stessa comincia a conoscere. Questo cammino durer per tutte le fasi della vita che anticipano la morte. Nascendo quindi si acquisisce la consapevolezza della fine; venire alla luce significa dunque sapere. Ti dir che io credo che nascita e morte non esistano altrimenti contraddirebbero il principio dellUNO. Nascita e morte sono, di fatto processi di trasformazione, delle transizioni di fase, cambiamento nella virtualit da una forma ad unaltra. Ora torniamo ai nostri simpatici alieni (sic!) Nella nuova realt fenomenica che sto tentando di delineare lalieno, nelle sue varie forme e nelle sue diverse individualizzazioni, il nostro duale. Ricorder sempre una frase chiave che pronunci tempo fa Corrado Malanga: Studiando gli alieni siamo arrivati a conoscere lUomo. In questa frase riassunto tutto il concetto di dualit. Loro sono il nostro punto zero e loscillazione continua tra noi e loro ci ha permesso di conoscere e sapere ci che sappiamo. Lo dico con altre parole: tramite loro abbiamo acquisito coscienza di noi stessi. Se allora lalieno il nostro duale deve essere immortale. Ricordi? Asciutto-bagnato, lucetenebre, caldo-freddo, onda-particella. Duale non vuol dire contrario. Duale significa separato, costituito da concetti e parametri di natura diversa seppur espressione della stessa cosa generante. Per lalieno immortale quindi il bagaglio informativo che si accumula nel tempo privo dei paradigmi di inizio e fine, di nascita e morte. Si tratta, in altri termini, di esperienze che non in grado di fare. Ne ha coscienza ma non conoscenza. Come fare quindi? La loro soluzione, ahim, siamo noi, prendendoci linformazione associata a questa esperienza, ovvero prenderci lanima. Questo permetterebbe loro di acquisire la consapevolezza della dualit inizio-fine. Coscienza, per altro, che noi abbiamo ma non sappiamo di avere. Siamo consci dei nostri limiti, mai delle nostre possibilit. Piccoli nella nostra grandezza (e anche qui torna la dualit). Ora consentimi di fare un excursus sulla questione abductions perch devo ancora mettere a posto alcune tessere di questo intricato mosaico. Mi chiedevi come spiego quei feti che gli addotti vedono in sospensione nei famosi cilindri pieni di un liquido azzurrognolo? Il processo di ibridizzazione raccontato anche da Hopkins, Jacob e
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Mack una sorta di surrogato della nascita. Se gli alieni sono sterili non possono procreare. Se non possono procreare non possono vivere lesperienza della nascita, dellinizio. Ibridizzare il genoma alieno con quello umano significa pertanto creare qualcosa che bypassi questo impedimento. Una nascita farlocca quindi, vissuta utilizzando parte di quel veicolo (luomo) che ha invece la possibilit di farlo davvero. Cos le nostre addotte vengono fecondate con una violenza inaudita e ai nostri addotti viene prelevato liquido seminale con un cinismo rivoltante. E le MAA? Le memorie aliene attive? Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un espediente, un escamotage. Impiantare la personalit dellalieno nel cervello di un umano significa fargli provare indirettamente lesperienza della morte quando laddotto morir. Una sorta di morte per interposta persona. In realt lalieno non muore (non pu) ma prova qualcosa che si avvicina allidea della morte. La morte poi, nella mia visione delle cose, non esiste. Parafrasando il titolo di un libro che lessi anni fa possiamo dire che nulla mai finisce e che la morte non deve essere vista come un termine ma come una fase di trasformazione profonda. Allalieno immortale manca la possibilit di affrontare questa trasformazione per trarne lapprendimento che invece comporta per chi ha coscienza di s. Lespediente della MAA anche in questo caso di un surrogato privo a sua volta di un contenuto esperenziale vero. Non c informazione in questo passaggio e neppure apprendimento perch l'esperienza della morte "naturale" che manca all'essere immortale. Morire per poi rinascere, non morire per finire... Beh allora adesso spiegami il discorso della copia La copia in realt serve allumano militare per lo scopo che conosciamo, ossia il raggiungimento dellimmortalit (non dimenticarti il discorso della dualit di poco sopra) e per la creazione del cosiddetto supersoldato. Allalieno invece come fantoccio. Quando infatti lalieno preleva laddotto spesso se lo tiene per s per un pochino di tempo. Non destare sospetti gli fondamentale, pena la compromissione dei suoi meschini disegni. Allora si serve della copia per riempire una casella vuota, per sostituire loriginale e lavorare in assoluta tranquillit. Se cos allora perch gli alieni non rapiscono ogni essere umano ma solo alcuni? Nella mia visione delle cose la risposta c ma riconosco che non potendo provare ci che affermo, le mie idee possono apparire pura speculazione. E allora prendile per quello che sono o che ti appaiono e poi fanne ci che credi. Sappiamo che gli addotti raccontano di avere dei deja-vu riferiti a vite precedenti le cui connotazioni appaiono estremamente diverse dalla vita presente, sia per le epoche a cui appartengono tali ricordi, sia per il contesto e le caratteristiche peculiari delle precedenti incarnazioni. Questo rende il proprio bagaglio informativo ricco di dati. In altre parole la propria anima (informazione) diviene particolarmente appetibile Lanima un enorme e variegato database da cui attingere per favorire il raggiungimento dello scopo che ho illustrato. Soprattutto se le incarnazioni precedenti sono caratterizzate (come spesso accadde e come anchio ho potuto verificare sperimentalmente) da nascite in contesti particolari o morti violente, improvvise, singolari, associate a un carico emotivo non indifferente.

La terza gamba Alla luce di questa nuova chiave di lettura in cui ho provato a dare una definizione di realt e in cui ho provato a definire quella che chiamiamo anima, possiamo provare ad allargare il discorso? Ricapitoliamo dunque tutto UNO, esiste nella realt solo lunitariet mentre nella virtualit tutto su base DUE. Lanima linformazione dellesperienza, qualcosa che va oltre il tempo perch totalmente atemporale.

Stante questo scenario tutto ha/ anima? A mio parere ha/ anima tutto ci che in grado di vivere coscientemente un processo esperenziale acquisendone conoscenza e sapere in funzione di un impulso allapprendimento continuo. Dunque anche gli alieni hanno anima, questa anima? Se vera la mia ipotesi ossia che la loro una ricerca finalizzata a vivere lesperienza della nascita e della morte per esperire i concetti di inizio e fine, devo concludere che non hanno anima tant che la cercano nel loro duale: luomo. Questo implica che nellalieno non insita la spinta allapprendimento perch manca quella componente di pura informazione che ne la risultante, ma vi di contro la consapevolezza della sua mancanza. Per dirla in altre parole lalieno ha si un bagaglio informativo originato dal suo esistere ma in questo database manca totalmente la componente tempo intesa come componente necessaria a iniziare/finire. pertanto un'anima incompleta? Boh, non so... forse si. Mi pare un'anima che va contro le leggi dell'universo perch non riesce a completarsi nel suo duale (e questo porta l'alieno a sopraffare il suo duale, noi). Se l'alieno accettasse la sua condizione probabilmente acquisirebbe quella parte di coscienza che gli farebbe capire che il suo status necessario alla coscienza primaria. Allo stesso tempo per ne consegue unaltra cosa: ogni uomo ha/ anima. Pertanto in unottica duale noi saremmo i veri immortali seppure la nostra forma-uomo ci porti, in apparenza, a pensare il contrario, mentre loro sono fondamentalmente mortali poich linformazione della loro esistenza incompleta mancando ci che porta con s la consapevolezza che la fine e linizio sono soltanto il passaggio da una realt ad unaltra di cui non avranno mai consapevolezza. A questo punto ti sar chiaro che il mio concetto di mortalit e immortalit un po diverso da quello che comunemente si intende. Nellaccezione pi classica mortalit e immortalit sono legati al concetto di termine e di non termine. Io ritengo invece che la morte (o il suo duale, limmortalit) sia la capacit (o dualmente incapacit) di concepire, affrontare ed esperire i cicli delle trasformazioni continue o per meglio dire di transizione da una forma ad unaltra. Ora mi chiederai possibile parlare con anima? Come dicevo dal mio punto di vista lanima non una cosa senziente, pura informazione sebbene con la coscienza dellesperienza, la conoscenza del processo. Sulla base della mia esperienza posso dire che in ipnosi si parla sempre con la mente del soggetto, con il suo inconscio che il decoder, il grande gestore dellimmenso database informativo delle esperienze accumulate. Linconscio legge, codifica e interpreta (a modo suo, a volte in maniera fuorviante) il linguaggio macchina del database, fatto di simboli e archetipi. Questa per paradossalmente la chiave del successo di tecniche quali il TCTD, la FMS e il SIMBAD. Se mi passi la metafora informatica possiamo dire che con lapplicazione di queste procedure come se nel cervello venisse installato una sorta di virus che rende tossica linformazione (lanima) allalieno. In sostanza vengono alterati, ampliandoli, alcuni dati informativi nel database usando la codifica corretta. Cos laddotto non viene pi preso perch si aggiungono dati, utilizzando un linguaggio metaforico e simbolico, che contrastano lintenzione stessa dellalieno perch non si fa altro che rendere gi presente quel tipo di esperienza nel database, con tanto di conseguenze e proiezioni future. Una tale esperienza quindi non pu pi essere ripetuta. In conclusione Sono perfettamente consapevole che quanto ho esposto in queste righe possa creare confusione e magari qualche polemica. So che c il rischio che ci che ho scritto venga usato strumentalmente per contrastare il lavoro fatto da Corrado Malanga e il suo team di lavoro. Me ne prendo piena e totale responsabilit. Se dovesse accadere sappiano i detrattori che io sto con Corrado comunque e soprattutto si rendano conto che il progresso di una ricerca fatto anche di
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confronti e nuovi spunti di riflessione perch questo gruppo non mai stato dominato dal pensiero unico ma piuttosto dalla voglia di capire. Se riusciremo a far nostra lidea di unitariet e concepire che tutto UNO, allora capiremo che la dualit una necessit. Purtroppo questa necessit stata anche usata per turpi giochi di potere dalluomo corrotto. Prendi la religione ad esempio. Ha costruito sulla dualit tutto il suo potere. Dio e luomo, il creato e il creatore frapponendo tra i due la chiesa quale intermediaria. A proposito. Sapevi che il Padre nostro, la famosa preghiera cattolica, nelloriginale testo aramaico non recitava padre nostro che sei nei cieli ma bens padre nostro che sei ovunque? Affermare che Dio (la coscienza) sta nei cieli significa stabilire una lontananza, un distacco; dire invece che ovunque significa dire che Dio anche in noi, che noi siamo Dio (o meglio la coscienza). Io credo che luomo non abbia alcun bisogno di intermediari. Eppure la nostra esistenza ha sempre avuto di mezzo intermediari che oltre a non servire a nulla hanno pure rallentato il nostro cammino evolutivo per piegarlo a biechi interessi. Tra Dio e lUomo c di mezzo la religione, tra lUomo e la conoscenza c di mezzo la scienza. Gli intermediari sono un ostacolo, un freno, una deviazione cancrenosa che blocca le nostre coscienze. Io non lo so se quanto ho espresso qui sia vero, sia falso, sia soltanto verosimile, o convincente o da scartare in toto. Ognuno ne trarr una valutazione che sar la pi vera per s stesso. Mi piacerebbe pensare che possa essere uno spunto di riflessione e il richiamo al bisogno di non abdicare mai al proprio senso critico perch solo con il dubbio che si progredisce, non con granitiche e inscalfibili certezze o con atti di fede. Non conosco altri sistemi purtroppo. Solo quando arrivi in cima puoi girarti indietro e guardare il percorso che hai fatto. Non voltarsi sarebbe profondamente sbagliato secondo me. Alla fine di tutto questo posso dire di aver provato, seppur indirettamente, a falsificare la teoria di Corrado Malanga. E se dovessi esserci riuscito avrei dimostrato che quanto teorizzato da lui scientifico, verosimile e magari pure vero! Ho posto solo laccento su alcune differenze che non minano limpianto stesso del lavoro di Malanga ma forse, paradossalmente, lo rafforzano. Il resto lo lascio a te che hai letto fino a qui. Se sei pi confuso di prima ho forse sortito qualche benefico effetto; se invece hai sposato acriticamente la mia tesi o lhai rifiutata altrettanto acriticamente beh allora io ho fallito nel mio tentativo. Ma magari il tempo che ho dedicato a scrivere queste pagine e il tempo che tu hai impiegato a leggerle ci ha comunque permesso di crescere e fare entrambi un piccolo passo in avanti in direzione dellUNO. Dopotutto lo specchio l davanti a noi basta guardarsi dentro.

Nota
Un sentito grazie a Massimo Del Genio con il quale mi sono confrontato costruttivamente su un tema cos complesso come quello che ho cercato di esporre perch con le sue osservazioni e correzioni ha reso pi chiaro ci che ho cercato di esporre. Infine permettetemi di ringraziare una volta di pi Corrado Malanga il quale non solo ha avuto lardire e la pazienza di ascoltare le mie farneticazioni ma pur avendo visioni diverse su alcuni aspetti delle cose che ho trattato, ha contribuito come sempre ad allargare la mia mappa del territorio e arricchire il mio modello del mondo. A lui devo molto, soprattutto se considero che siamo partiti dallo stesso punto, abbiamo percorso lo stesso cammino e solo recentemente una piccolissima parte di esso stata affrontata su binari diversi, binari che poi ci hanno portato a conclusioni molto simili, direi coincidenti nonostante alcune sfumature. Non mi pare poco e anzi direi che la pi eclatante dimostrazione che non importa di che colore sia il gatto, limportante che prenda il topo

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