Sei sulla pagina 1di 1

R

E
D
A
Z
IO
N
A
L
E
in particolare) e la loro conoscenza diretta. Il 16 dicembre scor-
so una delegazione ha partecipato a Ferrara ad un workshop sul-
la medicina di genere. poi stata elaborata una Risoluzione
sulla rappresentanza di genere che impegna la Regione a in-
tervenire per una maggiore presenza femminile nelle istituzio-
ni regionali e ad approfondire il tema degli strumenti normati-
vi elettorali a riequilibrio e garanzia della parit di genere.
C un per, una macchia che, anche in una giornata di festa come
quella dell8 marzo, non posso non ricordare a chi ci legge, af-
finch sia da pungolo per voltare pagina una volta per tutte. Al-
cune settimane or sono infatti il comitato Se non ora quando?
di Modena ha rivolto ai media una domanda che ci deve vede-
re attenti alla realt quotidiana, che talora fugge via troppo ve-
loce per consentirci di riflettere: Pu una societ tollerare an-
cora la violenza alle donne? Pu una societ tollerare che nel no-
stro Paese 97 donne siano morte, nellarco di un solo anno, per
mano del proprio compagno o ex compagno?. una constata-
zione agghiacciante sulla quale ragionare e agire, ad ogni livel-
lo, per far finire quella che, a mio parere, una vera e propria sta-
tistica della vergogna per lItalia.
In gennaio si tenuta la visita a Roma della relatrice speciale del-
le Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, Rashida Manjoo,
in missione conoscitiva nel nostro Paese. La Manjoo ha dichia-
rato: La violenza rappresenta tuttoggi un problema di estrema
gravit che persiste nel mondo. Questa missione unopportunit
unica per discutere e valutare limpatto delle politiche e dei pro-
grammi adottati dallItalia per contrastare questo fenomeno.
Il mandato della relatrice speciale riguarda la violenza contro le
donne in tutte le sue forme: familiare, in ambito sociale o della
comunit, perpetrata o tollerata dallo Stato, violenza nella sfe-
ra transnazionale, compresa quella contro i rifugiati, le richiedenti
asilo e le immigrate.
Come emerge sono molteplici gli ambiti in cui la battaglia per i di-
ritti deve essere declinata. Anche grazie allimpegno di questa ri-
vista, allesueredattrici, lettrici esimpatizzanti, allequali ci legauna
collaborazione che ci onora da anni, auspico che saremo in grado
di proseguireassieme ecelermente il camminosullastradadel-
la piena e compiuta parit.
* Presidente Gruppo PD Regione Emilia-Romagna
8 MARZO 2012,
PER VOLTARE
PAGINA
S
einoccasionedell8marzo2012volgiamoil nostrosguar-
doal di ldei confini nazionali scopriamochelannoche
ci siamolasciati allespallestatoparticolarissimoeim-
portante, per quantoconcerneil protagonismodelledon-
ne in una delle stagioni pi delicate che larea mediter-
ranea abbia vissuto da molti decenni a questa parte.
Il ruolodelleattivistenellarecenteondatadi rivoluzioni nel Maghreb
e nel Medioriente stato, in alcune fasi, addirittura pi rilevante
di quello degli uomini, in un contesto sociale, politico ed econo-
mico nel quale per tradizione eravamo abituati a vedere la pre-
senza femminile relegata troppo spesso a ruoli di secondo piano.
Sarebbe sbagliato ridurre questi eventi al ristretto contesto geo-
grafico nel quale si sono svolti e pensare che - al di qua del Mare
Nostrum - i diritti delle donne siano pienamente affermati, che il
temanondebbaquindi continuareaessereunaprioritnellagenda
politica, istituzionale ma anche nel dibattito che le varie compo-
nenti della societ svolgono. Non cos. Dallambito del lavoro e
delle professioni a quello del raggiungimento di un accesso pari-
tario alle cariche politiche ed elettive, dallorganizzazione di tem-
pi di conciliazione fra carriera professionale e maternit, alla sa-
crosantarichiestadi livelli retributivi pigiusti, lastradadapercorrere
ancora lunga, in Italia.
Soltantopochi mesi or sononellastessasedutadellAssembleaLe-
gislativadellEmilia-Romagnatrecollegheconsigliere(AnnaPariani,
Palma Costi, Paola Marani) hanno presentato a tutta laula altret-
tanti importanti provvedimenti legislativi poi trasformatisi in leg-
gi della Regione. Quel giorno come Presidente del Gruppo ho vo-
luto esprimere la mia soddisfazione per un evento che possiamo
tranquillamente definire pi unico che raro. Il PD solo, infatti, da
anni applica il criterio della rigida alternanza donna-uomo sia nel-
le primarie per la scelta dei candidati, sia nella presentazione del-
le proprie liste alle competizioni elettorali di ogni ordine e grado.
E i risultati, pi che positivi, si vedono.
In Emilia-Romagna la Commissione per la piena parit tra don-
ne e uomini alla cui presidenza siede la collega Roberta Mori
si messa al lavoro: il 25 novembre si svolto un partecipato
convegno e la visita ai centri antiviolenza di Parma e Bologna.
In questi mesi la Commissione ha dimostrato di considerare fon-
damentale il rapporto con le varie realt territoriali (associative
di Marco Monari*
la sua piena realizzazione. Ci determinante sia ai fini dei diritti indi-
viduali e fondamentali di ciascuno di noi, sia in termini di utilit gene-
rale del sistema, che potr rigenerarsi su solide basi di un benessere di
cittadinanza diffuso.
Vi un nesso profondo tra uguaglianza e giustizia, tra uguaglianza e pa-
rit, tra parit e giustizia, perch il diritto positivo prende in considera-
zione soprattutto le disuguaglianze frutto di ingiustizie. Le stesse poli-
tiche redistributive, la promozione delle pari opportunit in favore dei
soggetti deboli, le azioni positive, il diritto antidiscriminatorio, sono
tentativi di prevenirle o contrastarle.
Leredit culturale intangibile delle donne nel corso dei secoli ha contri-
buito alla costruzione del presente, e oggi pretende di essere decisiva per
lacostruzionedel futuro. Lascarsarappresentanzafemminilenelleistituzioni
della polis frutto di uno stereotipo, unpregiudizio di nonaffidabilit, che
deve essere sradicato mediante precisi interventi di riequilibrio. In Italia
il cammino ancoralungoe insalita, come dimostralattuale composizione
di Camera e Senato, dove la presenza delle deputate ferma al 21%, del-
le senatrici al 18%. Questo nonostante la massima e pi autorevole cari-
ca dello Stato, il Presidente della Repubblica Napolitano, abbia afferma-
to che nonpossiamo ignorare la gravit dello squilibrio persistente inIta-
lia, a danno delle donne, nella rappresentanza politica. A livello di am-
ministrazioni regionali nonstiamo meglio. Basta citare le 7 consigliere elet-
te su 80 in Regione Lombardia e il dato medio italiano dell11,6%per con-
statare lo strabismo e la profonda parzialit di unsistema che relega a mi-
noranza ci che maggioranza nel Paese e nel mondo.
Anche in Emilia-Romagna le donne sono sottorappresentate nelle posi-
zioni apicali e di responsabilit, siano esse incardinate insedi istituzionali,
elettive, pubbliche o private: adesempio le presidenti delle amministrazioni
provinciali si attestano al 33%, le donne sindaco al 19,7% (numeri esi-
gui ma pure i pi alti in Italia), mentre rappresentano il 38,4%della Giun-
ta regionale ma solo il 18%dellAssemblea legislativa.
A fine 2011 si tenuto a Roma il primo forumnazionale delle elette del-
le Regioni e Province autonome, organizzato dallaConferenza dei Presidenti
delle Assemblee legislative, da cui scaturito un documento condiviso,
da proporre alla discussione, per
una modifica delle leggi elettorali
che favorisca il riequilibrio di ge-
nere nella rappresentanza. Il do-
cumento, approvato allunani-
mit prima dalla Commissione
per la piena parit tra donne e uo-
mini della Regione Emilia-Roma-
gna e poi in plenaria, ha impe-
gnato Giunta ed Assemblea Le-
gislativa ad assumere concretamente il tema e contribuire a risolverlo.
vero che non bastano i correttivi elettorali per superare ostacoli cultu-
rali e di sistema: ad essi vanno aggiunte solide politiche di conciliazio-
ne, fiscali e del lavoro. N sfugge limportanza della partecipazione del-
le donne ai vertici economici e societari e in tal senso un passo in avan-
ti si fatto con lapprovazione in Parlamento (avvenuta lo scorso 28 giu-
gno) di una legge che stabilisce la presenza di almeno un terzo del ge-
nere meno rappresentato nei consigli di amministrazione delle societ
quotate in borsa e controllate. per altrettanto vero che una politica ri-
generata dalla presenza femminile potrebbe acquisire questi temi, cos
importanti per il rilancio economico e sociale del nostro Paese, con pi
slancio, consapevolezza e determinazione. Il cambiamento che ci dovr
portare ad una compiuta democrazia paritaria avviato. Il cambiamen-
to siamo noi.
LITALIA SONO ANCHIO
Il Gruppo del PD in Regione
Emilia-Romagna sostiene, da
mesi, la campagna LItalia sono
anchio, proponendo cos la ri-
forma del diritto di cittadinanza
per i minori stranieri nati qui eac-
cogliendo lappello del Presi-
dente della Repubblica Giorgio
Napolitanochehadi recentepre-
so posizione a favore di questa
soluzione.
Sullargomento lItalia ha norme
assai restrittive, contrariamente
agli Stati Uniti e a numerosissimi Paesi occidentali ed europei. Ai figli
degli stranieri infatti semplicemente concessa la possibilit di richiedere
la cittadinanza al raggiungimento della maggiore et, a condizione che
abbiano risieduto in Italia dalla nascita senza alcuna interruzione. Ci
li rende, a tutti gli effetti, bambini di serie B. Questi ragazzi vivono con
i nostri figli, frequentano le stesse scuole, giocano assieme, si sento-
nonella stragrande maggioranza dei casi italiani; eppure da unmomento
allaltro potrebbero essere rimpatriati e perdere cos ogni diritto.
Durante il dibattito in Assemblea Legislativa, nel confronto fra diver-
se idee politiche, un esponente del PDL ha accusato il centrosinistra
di voler trasformare lItalia nella sala parto dellAfrica. Il portato cul-
turale che unaffermazione simile evoca non un inedito nella nostra
storia recente. La disgraziata avventura coloniale vedeva il Duce in pri-
ma fila nel cercare un posto al sole, ma contemporaneamente si ema-
navano leggi contro i meticci e per preservare la razza italica da con-
taminazioni. Negli anni del boom economico il nord affamato di ma-
nodopera impiegava un gran numero di meridionali, ma sovente essi
finivano ghettizzati e si registravano episodi di intolleranza contro i
cosiddetti terroni. Non solo a Milano e a Torino, anche a Bologna.
cresciuto un leghismo culturale che considera normale affidare agli
extracomunitari le mansioni pi umili e pesanti, e al contempo negare
loro le tutele che reputiamo per noi sacre e inviolabili. In tutto ci rie-
cheggiano, spiace constatarlo, rigurgiti razzisti e certi provincialismi
culturali tipici del ventennio fascista che spaventano e che sperava-
mo archiviati per sempre.
Nel bel film Almanya nelle sale cinematografiche di recente c una
frase importante pronunciata da Max Frisch, scrittore e architetto svizze-
ro, a proposito dellimponente fenomeno della migrazione verso la Ger-
mania avvenuto fra gli anni 60 e 70: Abbiamo chiamato lavoratori
disse - e sono arrivate delle persone. Fra loro, vorrei aggiungere, sono
arrivati anche dei genitori e molto spesso (come racconta la pellicola)
sononati dei figli unavolta che le madri e i padri si trovavanogi inItalia.
Occorre allora avere il coraggio di affrontare alcune domande, senza
nascondersi: un Paese che non sappia difendere i pi piccoli, le giovani
generazioni, pu dirsi veramente evoluto? Per stare ancorati allattua-
lit: con la crisi che incombe e lelevato rischio di espulsione dei loro
genitori, qualora perdanoil lavoroe non si vedanorinnovatoil permesso
di soggiorno cominceremo a rispedire a cuor leggero neonati e ado-
lescenti oltreconfine causa recessione, negando loro qualunque di-
ritto? Una societ che con una mano censura a granvoce i perversi mec-
canismi che ci stanno impoverendo sempre pi, e con laltra intesta di
fatto il conto di questa situazione a dei minorenni, a mio parere in-
degna di considerarsi civile.
Marco Monari
DEMOCRAZIA,
O PARITARIA O NON
di Roberta Mori, presidente Commissione regionale per la Parit
I
l principio di uguaglianza strettamente legato al divieto di discri-
minazione sancito da molteplici fonti normative europee e convenzioni
internazionali, lo completa e lo rafforza nel rispetto della nostra Co-
stituzione. Il dogma delluguaglianza, per, se non perseguito con de-
terminazione tenace e testarda concretezza, diventa causa di tensioni so-
ciali, contraccolpi culturali ed emarginazione sociale.
Da qui lurgenza di costruire un impianto giuridico che in tutti gli ambi-
ti di affermazione e sviluppo della persona umana ne garantisca digni-
t e rispetto, rimuovendo gli ostacoli che impediscono oggettivamente

Potrebbero piacerti anche