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Direttore Luca Beltrami Gadola

numero 15
26 maggio 2009

edizionestampabile


Sommario In questo numero Editoriale - LBG - EXP: A PIEDI, IN PIEDI, IN CODA Mobilit - Emilio Vimercati - UNA NUOVA STAZIONE CENTRALE A BOVISA Ambiente - Riccardo Lo Schiavo - IL REDEFOSSI, LA NUTRIA E IL CAIMANO Dal Palazzo - ***** - UN PIANO B PER L'EXP. DALLA DARSENA A RICCIONE Economia - Giorgio Ragazzi - IL CASO DELLA TARSU A MILANO: STROZZATI DALLA BUROCRAZIA Urbanistica e Arch. - Michele Calzavara - SIERI E VACCINI URBANI "CONTEMPORANEI" Sanit - Maria Grazia Fabizio - LE TRA ASIMMETRIE DEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO Citt - Filippo Beltrami Gadola - LE ALTERNATIVE DELL'EXP: COSA FARO DA PICCOLO Metropoli - Maurizio Mottini - INFRASTRUTTURE EXPO: UN FUTURO MOLTO INCERTO Approfondimenti - Mario De Gaspari - RITORNO ALLA CITT YouTube

FERROVIE MILANESI: LA FELICITA'


Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit in ARTE & SPETTACOLI MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE - a cura di Silvia DellOrso TEATRO a cura di Maria Luisa Bianchi CINEMA E TV a cura di Simone Mancuso

Editoriale EXP: A PIEDI, IN PIEDI, IN CODA Luca Beltrami Gadola


Come arriveranno allExpo i 21 milioni di visitatori di cui si parla? Forse non saranno 21 milioni, cifra gi ridotta da quella iniziale di quasi 30, ma molti meno: salteranno le previsioni economiche di ricaduta sul turismo e sulle attivit commerciali. Malgrado tutto e volendo ridimensionare ancora i flusssi dei visitatori possiamo pensare a 15 milioni dallItalia o dai Paesi immediatamente confinanti. Quanto dureranno le visite? Un dato incerto ma per almeno la met si pu prevedere un pernottamento fuori casa. Questa circostanza porta il Dossier di presentazione a considerare come bacino di ospitalit per lExpo un area molto vasta e che potrebbe comprendere gran parte del nord e del centro Italia ma il bacino di maggior interesse ed affollamento sar quello compreso nei 150 chilometri di distanza da Milano. Le infrastrutture di comunicazione quelle attorno alle quali maggiormente si dibatte e per le quali mancano denari prevedono s strade ma non linee su gomma di trasporto pubblico; quelle su ferro prevedono metropolitane con i relativi convogli ma non potenziamento delle rete ferroviaria esistente e soprattutto nessun investimento in materiale rotabile. Insomma la rete ferroviaria locale non pensata assolutamente come un investimento indispensabile. Le cronache quotidiane ci parlano di viaggiato imbestialiti per i ritardi e per la qualit dei vagoni, sporchi e simili a tradotte della guerra 15-18. Se vogliamo parlare poi delle linee di autobus che da Milano collegano parte dellinterland non andiamo molto meglio soprattutto per le fermate lungo il percorso, normalmente prive di pensiline o di sedili per lattesa. Ma su queste considerazioni ne domina una: tutte queste infrastrutture di trasporto pubblico sono vicine al 100% della loro capacit e del tutto inadatte ad accogliere un carico superiore, 100 mila visitatori al giorno pur nella ipotesi pi riduttiva. Se poi si realizzasse lauspicata diffusione dellospitalit anche in Bad&Bre-akfast, in campeggi e in strutture da agriturismo il problema dei trasporti potrebbe succede, anzi succeder senzaltro, che e la viabilit minore vada in crisi in punti del tutto inaspettati. A manovrare grandi numeri son buoni tutti, a cominciare dagli uffici studi e dalle universit ma a calarli nella realt puntuale del territorio non si cimenta ancora nessuno. Questo bisogna fare e nessuno lo far: sentiremo parlare di 800 eventi culturali che mobiliteranno tutte le risorse intellettuali del Paese, ogni piccolo Comune dellnterland aprir la sua piccola galleria darte, il piccolo museo della sua storia. I comuni maggiori faranno ben di pi con una offerta di cultura e spettacolo che si aggiunger alle storiche bellezze ed alle istituzioni tradizionali. Di questo si sta occupando principalmente Letizia Moratti nel suo viaggio da Madonna Pellegrina dellExpo in Italia ed allestero e lo comunica festante sul sito del Comune e nei comunicati stampa. Cosa succeder realmente non la interessa o forse nemmeno la preoccupa perch non lo capisce. Chi la circonda continua a raccontarle che anche per il Salone del Mobile sono arrivate a Milano 300 mila visitatori, ma si diluito in sette giorni e comunque ogni paragone fuorviante. Ogni citt, ogni area in grado di sopportare limpatto di aumenti di popolazione di breve durata, perch tutto infrastrutture, sottoservizi, reti hanno una sorta di polmone che consente di diluire il fenomeno nei tempi successivi. Le fognature di Milano sono al limite, 150 mila residenti in pi per un paio di giorni li regge ma poi . Ecco la Milano dellExpo: a piedi, in piedi e in coda. Forse anche coi pantaloni in mano.

Mobilit UNA NUOVA STAZIONE CENTRALE A BOVISA Emilio Vimercati


Lamministrazione comunale milanese sta predisponendo il piano di riuso delle aree ferroviarie sottoutilizzate cui seguiranno i singoli progetti attuativi presentati dai soggetti vincitori delle gare che saranno indette per la vendita delle aree. Una grande occasione per riorganizzare il territorio nelle sue componenti socio-economiche, urbanistiche ed ambientali soprattutto per gli aspetti viabilistici e del trasporto pubblico. La speranza che non si segua il precedente esempio di Porta Vittoria e della Beic. Ne deriver un beneficio per il sistema ferroviario? Di questo si discute poco o nulla. E sicuro per che si perderanno aree logistiche di straordinaria importanza per la mobilit delle persone e delle merci che avviene su ferro e quindi con tutte le caratteristiche ecologiche che come noto ne conseguono. Forse non necessario rivitalizzare la citt puntando solo sui grandi eventi ma anche pensando a profonde modificazioni intese a migliorare la qualit urbana in una prospettiva lungimirante e duratura, perch no, secolare. Infatti, mentre assistiamo alla corsa per la realizzazione di percorsi ferroviari ad alta velocit e capacit, competendo con gli aerei sul filo dei minuti, a Milano continuiamo a lasciare immutate le attuali stazioni di testa anzich quelle passanti sprecando territorio e tempo prezioso per far entrare e uscire i treni. Si ricorda che questa citt nel suo espandersi ha mantenuto intatta la sua struttura novecentesca trattenendo dentro di s carcere, stazioni, caserme, depositi ATM e persino le rimesse della metropolitana, con lunica eccezione della Fiera. Queste grandi funzioni urbane sono diventate incongruenti con lo sviluppo del territorio e la vivibilit della citt ed ora se ne prende atto con grave ritardo rispetto alle altre realt europee che si sono confrontate per tempo con la pianificazione metropolitana di area vasta. In questo contesto di modernizzazione della citt, anzich spendere soldi per la manutenzione della Stazione Centrale o di Garibaldi/Repubblica, appare appropriato pensare ad un nuovo polo ferroviario con una grande nuova stazione sullarea di Bovisa Gasometri sul cui anello ferroviario corrono le linee passanti e sul cui tracciato pu trovare spazio anche unaltra stazione intermedia sullarea dismessa del deposito FS Martesana. Una soluzione decentrata che risolve innanzitutto il problema della bonifica di Bovisa, va a riqualificare importanti zone periferiche, permette di decongestionare il centro dalle attuali barriere ferroviarie ricucendo parti di citt che oggi non comunicano fra loro, mette in moto un processo di ridistribuzione del mercato immobiliare sia residenziale sia delle piccole e medie attivit, razionalizza e riduce i percorsi ferroviari. Se si osserva una pianta di Milano risulta evidente che eliminando quelle aste che penetrano in citt da Bovisa a Garibaldi e dalla Martesana a Piazza Duca dAosta cambia il volto di tutto il quadrante nord. Le attuali stazioni possono diventare rilevanti centri di interesse socio-economico e culturale mentre leliminazione dei rilevati, dei fornici, delle barriere e delle infrastrutture a queste connesse costituisce un decisivo recupero di spazi liberi, un miglioramento dellimpatto acustico e visivo, una migliore qualit del disegno urbano e del suo reticolo connettivo. Una citt proiettata verso il futuro non pu impedirsi di immaginare il proprio sviluppo innanzitutto partendo da una pi razionale distribuzione della rete di trasporto su ferro e che porta con s innovazione, riqualificazione, opportunit strategica, in una dimensione spaziale efficace ed ordinata.

AMBIENTE E SCIENZA IL REDEFOSSI, LA NUTRIA E IL CAIMANO Riccardo Lo Schiavo


Molti di voi si chiederanno cosa mai hanno in comune un canale scolmatore vecchio 300 anni che raccoglie le acque reflue dei fiumi milanesi, un castorino importato dal Sudamerica, e il caimano. Andiamo dunque con ordine: il Cavo Redefossi un canale artificiale che attraversa Milano. Si forma nelle vicinanze di Porta Nuova, presso il Ponte delle Gabelle raccogliendo le acque del Seveso e del Naviglio della Martesana. Attraversa poi Milano interamente sotto il manto stradale. Sbuca all'aria aperta a San Donato Milanese, bagna San Giuliano Milanese e confluisce nel Cavo Vettabbia, tributario del Lambro, a nord di Melegnano. Venne scavato tra il 1783 ed il 1786, per evitare le esondazioni che interessavano Porta Romana, Porta Vittoria e Porta Ludovica. Nel 1931, con la copertura dei navigli, ricevette l'intera portata della Martesana, che poco prima, presso la Cascina dei Pomi, raccogliendo la maggior parte delle acque del fiume Seveso. (Wikipedia) Oggi, il canale Redefossi stato interamente ricoperto e intorno e sopra il canale, stata ridisegnata la citt di San Donato, con il nuovo quartiere Torri Lombarde e Piazza della Pieve. Nel Lambro meridionale ci sono le nutrie: Myocastor coypus, trattasi di un mammifero roditore erbivoro originario del Sud America detta anche comunemente castorino, un grosso topastro per intenderci. Cosa centra tuttavia questo roditore con la pianura padana ? L'areale originario della specie va da Brasile, Bolivia e Paraguay fino ad Argentina e Cile. A seguito della introduzione per lo sfruttamento commerciale della sua pelliccia (detta appunto pelliccia di castorino) la nutria si naturalizzata in diversi paesi del Nord America, Asia, Africa ed Europa. A causa del fallimento degli allevamenti per la produzione della pelliccia di castorino, di questi sono stati liberati intenzionalmente per evitare i costi di smaltimento delle carcasse. Da queste immissioni volontarie, unite alle fughe accidentali, si originata una numerosa popolazione di nutrie che ben si adattata agli ambienti umidi europei, compresi quelli pi inquinati(wikipedia). E qui mi viene da ridere, perch chi ha scritto la scheda su wikipedia considera inquinamento il solo sversamento nei fiumi di solventi chimici, liquami dalla lavorazione di pellami, feci animali allevati in modo intensivo e via discorrendo. Tuttavia, prendere delle simpatiche bestiole, metterle in aereo o nave, spostarle di circa 8000 km sulla superficie terrestre e alla fine liberarle in un ambiente a loro del tutto estraneo, che cosa rappresenta secondo voi ? Che cosa significa poi si naturalizzata? Nel 2000 si stimato che, viste la riproduzione continua e l'assenza di predatori, 250 milioni di nutrie popolino l'Europa. Tuttavia, in alcuni ambienti la nutria costretta a confrontarsi con diverse altre specie, come linci e aquile, che cacciandola, ne permettono la limitazione della popolazione che si rivela a volte dannosa per l'equilibrio degli ecosistemi. (Wikipedia). A quanti milioni di nutrie saremo arrivati oggi nel 2009? Chi lo sa ? In media le femmine di nutria partoriscono due volte lanno e per ogni parto nascono da 2 a 6 piccoli con un massimo di 10. Immaginate dunque senza un naturale competitore quante nutrie in pi abbiamo ogni anno, unenormit, troppe. Volendo affrontare il problema le soluzioni appaiono alquanto limitate: Soluzione (A): in un ambiente fortemente antropizzato quale quello del basso Lambro introdurre linci e aquile in quantit in modo che si riduca la popolazione delle nutrie. Rischiando poi di veder esplodere in modo esponenziale la popolazione di linci ed aquile. Soluzione (B) : visto che la nutria effettivamente un roditore di grossa taglia molto simile al castoro, organizzare delle colossali battute di caccia in co-marketing con qualche produttore di armi delle valli bresciane, stimolando al contempo pure la produzione di doppiette. Soluzione (C): immettere nel basso Lambro dei caimani visto che nel suo habitat naturale, della nutria, il caimano, il principale predatore. Provate a immaginare il basso Lambro pieno di sapone e metalli pesanti popolato di caimani nei pressi di S. Zenone, Cerro al Lambro, Salerano, Lodivecchio. E se poi i caimani risalgono il Redefossi a caccia di nutrie? E se, per assurdo, ce li ritrovassimo in un tombino in Piazza San Marco ? Magari di fianco alla sala conferenze del Corriere. Questa si che sarebbe una notizia. Comunque la si metta e si cerchi di risolvere la questione, esiste sempre un gradino superiore occupato nella catena alimentare, per cui ci si troverebbe a dover gestire una specie o pi specie non autoctone. Il problema che il competitore del caimano lanaconda. Magari qualche interista sovraeccitato dai successi della propria squadra, e ce ne sono tanti, potrebbe dire che un biscione gigante non potr mai rappresentare un rischio reale, anzi. Tuttavia la comunit o biocenosi del Rio delle Amazzoni non quella del Lambro ed affluenti. Per avere un equilibrio naturale ci vuole del tempo e condizioni costanti. Se luomo altera questi equilibri, se sposta specie sul pia-


neta, quando cerca di sistemare non fa altro che peggiorare. Il mio veterinario, che abita dalle parti di Lodi, mi racconta spesso di questi buffi e goffi animali, tuttaltro che ingenui, che vengono tuttavia travolti dalle auto, presi a fucilate, e che sono costretti a combattere con il cane di turno in libera uscita di sabato, spesso vincendo, e che hanno la sola vera colpa di avere una pelliccia che per un certo periodo andata di moda. Corrado Teofili del Wwf Italia sezione Conservazione Ecoregione Mediterraneo Centrale. Sono degli animali esotici che andrebbero eliminati fisicamente In un documento rilasciato dal Ministero dellAmbiente in associazione con lIstituto nazionale per la fauna selvatica Alessandro Ghigisi legge: Limpatto che la nutria pu esercitare sulle biocenosi vegetali ed animali dei Paesi dintroduzione ancora poco studiato e pertanto sarebbe azzardato trarre conclusioni definitive. Ci nonostante, diversi studi hanno evidenziato interazioni conflittuali con vari elementi delle biocenosi

locali, anche se nessuna di queste sembra aver avuto effetti irreversibili. (http://www.agrimodena.it/cacciap escauidanutria.pdf) http://subarralliccu.wordpress.com /2007/06/07/nuraminis-nutriaanimale-da-sterminare/ Come triste dove raccontare questa storia, il nostro castorino emigrante causa di tanti problemi non ha fatto nulla ma proprio nulla di male se non avere una discreta pelliccia.

Dal Palazzo UN PIANO B PER LEXPO. DALLA DARSENA A RICCIONE Admin


Parola dordine: minimizzare. A cominciare dallExpo. Si sa che non ci sono pi i soldi che erano stati promessi. E che il programma del Grandissimo Evento del 2015 non sar come si era favoleggiato. Simpone un piano B e una rapida marcia indietro. Ma non dovr fare troppo rumore: ne va del decoro del sindaco Letizia Moratti, che per prima si spesa per lappuntamento irrinunciabile. E proprio lei a dettare la linea, forse ammaestrata dal fido Red Ronnie. E la linea : guai parlare di tagli o di ridimensionamenti, tuttal pi ci sar una razionalizzazione. Del resto, non si razionalizzata anche Malpensa? La prima a saltare la famigerata via dacqua che avrebbe dovuto unire la Darsena con larea dellExpo. La cosa buffa che la Grande Rinuncia stata confermata proprio nel giorno in cui Letizia Moratti andata a firmare lennesimo protocollo dintesa: con il sindaco di Riccione. Saltato il suo Canal grande, lExpo cerca nuove sponde. *** Alla ricerca di nuova credibilit, il sindaco ha deciso di non passare sotto silenzio lintervista con cui larcivescovo Dionigi Tettamanzi ha lanciato un monito per Milano: La citt ritrovi lanima. E cosa ha detto Letizia Moratti? Che vorrebbe tanto essere ricordata per avere lasciato una citt sicura di s, orgogliosa e bella da vivere. Ne avr da fare il povero Red Ronnie, per risollevare limmagine di Milano. *** Nel frattempo, ecco come i comunicati ufficiali raccontano la settimana di Palazzo Marino. MA? - Milano, 15 maggio 2009 La nostra Milano. Una grande metropoli fiera delle proprie tradizioni ma proiettata nel futuro ha detto il Sindaco di Milano Letizia Moratti. RIVELAZIONI 1 - Milano, 19 maggio 2009 Lo stato di salute di una citt spiega Giampaolo Landi di Chiavenna, Assessore alla Salute del Comune di Milano - si misura sul benessere dei suoi cittadini. RIVELAZIONI 2 - Milano, 19 maggio 2009 Mozart - ha concluso lassessore alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory non solamente un compositore, ma un modo di vivere. RIVELAZIONI 3 - Milano, 20 maggio 2009 - Milano fortemente impegnata nel miglioramento dellambiente e della qualit dellaria ha spiegato lassessore alla Mobilit, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci. AVANGUARDIE - Milano, 19 maggio 2009 Grazie a questo progetto potremmo definire Milano una citt allavanguardia nel Metateatro, ha dichiarato il Sindaco Letizia Moratti. RESOLDOR - Milano, 19 maggio 2009 La giuria del premio avr un respiro internazionale ha annunciato lassessore alla Cultura Finazzer Flory. FAI DA TE - Milano, 19 maggio 2009 Siamo qui a inaugurare la fontanella che voi avevate chiesto e ad ammirare gli alberi da frutto che avete piantato e di cui vi prendete cura quotidianamente ha detto il Sindaco Letizia Moratti. RIVOLUZIONARI SI NASCE - Milano, 19 maggio 2009 Un altro tassello della rivoluzione urbanistica di Milano stato sistemato. Lo ha dichiarato questa mattina lassessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli. STELLA DI LATTA 1 - Milano, 14 maggio 2009 - Nel 2008 sono stati 226 i camper di nomadi allontanati per aver violato il provvedimento comunale. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 2 - Milano, 15 maggio 2009 - Un italiano di 42 anni, tossicodipendente, aveva compiuto due rapine per strada e ne aveva tentata una terza. In un episodio aveva puntato anche un coltello a serramanico alladdome di un passante per prelevargli solo pochi euro. Lo ha detto il vice Sindaco e assessore alla Sicu-


rezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 3 - Milano, 18 maggio 2009 In tutta Italia si stima siano 14 milioni le donne preoccupate per la propria sicurezza e 12 milioni quelle che temono scippi e furti quando sono fuori casa. Lo ha detto il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato STELLA DI LATTA 4 - Milano, 21 maggio 2009 - Da inizio anno la Polizia Locale ha effettuato ben 708 sequestri penali, che hanno determinato 160 denunce allautorit giudiziaria. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 5 - Milano, 21 maggio 2009 - Su 4044 ordini di allontanamento emessi nel 2008, gli irregolari che hanno effettivamente lasciato il territorio sono stati solo 736. Lo dichiara il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato.

STELLA DI LATTA 6 - Milano, 22 maggio 2009 - In meno di 24 ore stata sventata unoccupazione abusiva. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato. STELLA DI LATTA 7 - Milano, 22 maggio 2009 - Ieri un altro agente stato ferito da un clandestino senegalese che lo ha preso a calci e colpito per sottrarsi allarresto. Lo comunica il vice Sindaco e assessore alla Sicurezza Riccardo Marshal De Corato.

Economia IL CASO DELLA TARSU A MILANO: LA BUROCRAZIA CHE TI STROZZA Giorgio Ragazzi
La Banca Mondiale elabora, nel suo rapporto Doing Business, una classifica dei paesi pi o meno favorevoli allattivit dimpresa (business friendly). Mentre altri divengono pi competitivi, lItalia continua a scendere nella classifica, dal 59esimo al 65esimo posto (su 181). Pesano la rigidit dei rapporti di lavoro e la pressione fiscale elevata, ma il singolo aspetto che ci penalizza di pi il tempo richiesto per pagare le imposte. Il nostro legislatore evidentemente ignora i dead weight costs: spesso i costi amministrativi e di tempo superano addirittura il gettito di singole imposte. Siamo un paese autolesionista. Un buon esempio della farraginosit del nostro sistema, anche se non riguarda le imprese, la gestione della tassa per la raccolta dei rifiuti (TARSU). Sino al 2006 a Milano la tassa veniva pagata dal condominio: un unico accertamento e pagamento che gli amministratori di condominio non avevano alcun interesse ad evadere. Dal 2007, adeguandosi (forse troppo rapidamente) alla normativa nazionale, il Comune ha deciso che la tassa venga invece accertata in capo ai singoli occupanti di unit immobiliari. Una prima conseguenza che il lavoro amministrativo degli uffici comunali (ed il relativo costo) si moltiplicato per 20-40-80 volte, a seconda della dimensione del condominio. Controllare levasione divenuto assai pi difficile e costoso. Gli inquilini, che prima pagavano senza alcun fastidio, hanno dovuto procurarsi, interpretare, compilare e spedire una dichiarazione che gli uffici comunali devono poi registrare. Chi poi si sposti da un condominio ad un altro deve ora inviare una dichiarazione di cessazione ed unaltra dinizio di occupazione, con nuovo lavoro per gli uffici, conteggio del pro rata tempo, richieste di rimborso allesattoria etc. Pura follia, visto che la TARSU commisurata ai mq dellappartamento, ed del tutto indifferente per il Comune chi lo occupi. Fatta la dichiarazione, per il pagamento ora si aspetta di ricevere la cartella dallesattoria. Per ogni pratica gli uffici comunali devono avere prima il nulla osta del Consiglio Nazionale dei Concessionari, e poi passare le carte alla concessionaria per la riscossione. Il legislatore si mai chiesto quale sia il costo amministrativo di tutti questi passaggi? Possono passare anche anni, e si accumula quindi un arretrato che grava sulla finanza del Comune: su un residuo accertato a fine 2006 di 197 milioni, solo il 38% stato incassato nel 2007. Il gettito sceso da 242 milioni nel 2004 a 229 nel 2007. Siamo al paradosso: una riforma che addossa nuovi oneri sui contribuenti, accresce di molto i costi amministrativi e riduce anche il gettito! E poi inevitabile che questa gran massa di dichiarazioni generi errori di classificazione e quindi richieste di revisioni da parte dei contribuenti. Arrivano spesso cartelle esattoriali illeggibili, senza indicazione dellunit immobiliare di riferimento. Forse perch travolto da queste richieste il Comune ha deciso di chiudere lunico sportello (in Via San Tommaso) dove i singoli potevano recarsi per chiedere revisioni. Non pi pos-


sibile parlare con alcuno negli uffici. Si pu solo inviare comunicazioni per posta o per fax, o chiedere di essere richiamati al telefono, sperando di non incorrere in penali per ritardo di versamento. Ogni revisione richiede un enorme dispendio di tempo. Lente pubblico diventa cos un nemico, non tanto per i soldi che chiede quanto per il modo con cui li chiede. Cos si stimola anche levasione: puro autolesionismo.Questo della TARSU solo un piccolo esempio di una generale malattia del paese: norme e leggi vengono fatte senza tener in alcun conto i costi amministrativi e di tempo imposti ai contribuenti (e nemmeno quelli per lamministrazione). Ovviamente Milano non pu che adeguarsi alla legge nazionale, tuttavia molto potrebbe essere fatto per rendere il sistema pi consumer friendly. Ad e-

sempio, altri comuni stanno adottando un software che consente la riscossione diretta di tutte le imposte, evitando il passaggio per lesattoria che accresce solo costi e difficolt amministrative, visto che la concessionaria non grado di effettuare revisioni e rinvia comunque agli uffici del Comune. Il rapporto diretto col comune renderebbe le procedure certamente pi snelle ed efficienti.

Urbanistica e architettura SIERI E VACCINI URBANI CONTEMPORANEI Michele Calzavara


In una bellissima lezione di ormai molti anni fa, Paolo Fabbri, da linguista che si applica allo spazio, raccontava come la gente che studia lo spazio senza studiare le propriet degli attori e la propriet del tempo non capisce lo spazio. Isola semplicemente una propriet, la mette in terza persona e pretende di studiarla. I logici prendono il discorso e lo denudano della enunciazione, gli tolgono le modalit e cos via. Una volta che hanno ottenuto questa serie di proposizioni logiche lo rimettono sopra la lingua e scoprono che la lingua tanto disobbediente, scoprono che non funziona, che la lingua piena di paradossi, che parla male Credo che larchitettura per certi versi fa questo tipo di pratica, cio impoverisce la complessit della spazialit, denudandola dei suoi aspetti enunciativi, tentando di fissarla o prefissarla a dei ruoli infiniti che potrebbero abitarla, svuotandola della struttura di temporalit, poi la riapplica sul reale e scopre che il reale tanto disobbediente.. Era linizio degli anni Ottanta. Da allora, il reale ha talmente disobbedito che qualsiasi costruzione logica dellarchitettura ha segnato il passo. Oggi fioriscono le enunciazioni, le modalit infinite, non c pi struttura (formale) che tenga. Non n un male, se per struttura formale abbiamo in mente una Bicocca, o una citt italiana a Shanghai (che pi o meno la stessa cosa, ma pi bassa e pi larga), n necessariamente un bene, di per s, se in questa liquidit generalizzata ci che prolifera un catalogo di eccezioni da Campo Marzio piranesiano (City Life?), guardato con il filtro delle parole di Tafuri, sperimentazione basata su deformazioni geometriche prive di limiti esaltazione del frammento (che) permette anche di dimostrare quanto sia inutile tale affannoso rincorrersi di strutture eccezionali. Appunto, per quanto eccezionali, pur sempre strutture sono. Larchitettura (certa architettura) vive da tempo in questo equivoco, che un po un paradosso: destrutturarsi producendo strutture. Destrutturarsi perch cos vuole il mercato dei segni, sembrerebbe, se no non ci sarebbe motivo. E produrre strutture perch cos vuole il mercato immobiliare, ovviamente, e non gli si pu dar torto. Insomma, il progetto architettonico non ha mai finito di cristallizzare il tempo, anche se lo ferma nellistante dello sconquasso della forma. Intanto, quel reale che produce disobbedienti enunciazioni viene riassorbito nella sua macchietta parodistica, una metafora del brusio della lingua impoverita (di nuovo) di tutte le sue mobili strutture temporali, legate ai modi, alle situazioni e alle sfumature dei contesti. E veniamo al contesto, allora, che nel nostro caso lex Istituto Sieroterapico Milanese, dove i cantieri sono aperti per saturare il potenziale edificatorio complessivo dellarea, di circa 35.000 mq., con tre nuovi edifici ad uso terziario/industriale (progetto Dante Benini per Brioschi Sviluppo Immobiliare): Come sempre avviene in questi casi il grande dilem-


ma di stabilire se percorrere la strada del falso storico, non necessariamente volgare, o quella di un intervento contemporaneo che possa convivere con un contesto cosi storicamente pregevole. Nellacquisire questo incarico abbiamo somatizzato in modo profondo le poche note sopra descritte e per attitudine, ma anche perch ritenuta pi idonea, abbiamo scelto di portare il tema sul piano della contemporaneit futuribile (parole del progettista). Ed ecco quindi: tre nuovi edifici progettati come bolle asimmetriche in vetro trasparente, per creare unarmo-niosa integrazione dei nuovi volumi con lesistente; le tre bianche e profonde coperture diventeranno grandi riflettori notturni di riferimento per la citt (parole dellimpresa appaltatrice). Mica per fare le pulci, non sia mai, ma qui qualcosa non torna. Da una parte, non si capisce a beneficio di chi siano i tre grandi riflettori notturni di riferimento, visto che il tessuto urbano in cui sono inseriti mi sembra piuttosto denso per consentire loro di diventare un vero e proprio Landmark, se questo vogliono essere (e lo vogliono, ma da un elicottero, forse), e comunque, queste sono ciarle da linguaggio commerciale. Dallaltra, si parla di falso storico come unica alternativa al contemporaneo, e si fa del contemporaneo una categoria un po troppo trasparente e coincidente con lattualit, per non essere una banalizzazione e unautogiustificazione. Ma il contemporaneo, di per s, una scatola vuota, e forse qualche motivazione in pi sarebbe stata ne-

cessaria. Anzi, per dirla con Agamben, la contemporaneit una singolare relazione col proprio tempo, che aderisce a esso e, insieme, ne prende le distanze Il contemporaneo colui che, dividendo e interpolando il tempo, in grado di trasformarlo e di metterlo in relazione con altri tempi, di leggerne in modo inedito la storia, di citarla secondo una necessit che non proviene in alcun modo dal suo arbitrio. E ancora: Contemporaneo colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo, per percepirne non le luci, ma il buio. Insomma, mi sembra che ci siano troppe luci (leggi sicumera) in queste bolle di contemporaneit, al di l del giudizio che si voglia darne in termini di architettura e citt. La quale, intanto, sopporta, assorbe, metabolizza (ma ci riesce davvero?).

Sanit LE TRE ASIMMETRIE DEL SISTEMA SANITARIO LOMBARDO Maria Grazia Fabrizio
Nel mio precedente contributo relativo ai controlli nel sistema sanitario lombardo (pubblicato erroneamente a firma della mia amica e collega Sara Valmaggi) facevo riferimento allo scarso ruolo dato ai cittadini su quellargomento. Vorrei partire da quella riflessione per affondare ancora di pi il coltello in quelle che io definisco le tre piaghe sottovalutate della sanit lombarda e che rappresentano le asimmetrie colpevoli di un degrado valoriale, sociale e culturale non visibile quanto il degrado di un palazzo, di una strada, di un quartiere, di una citt, ma altrettanto pesante e frutto di ingiustizia. La prima asimmetria quella finanziaria. Il bilancio regionale assegna alla sanit risorse ben superiori a quelle per il sociale, facendo unulteriore scelta di campo allinterno dello stesso finanziamento per la sanit in favore di quella ospedaliera. Ci ha reso molto forti, grazie agli accreditamenti, le grandi strutture private e quelle pubbliche pi competitive sul piano delle prestazioni ma ha mortificato molte strutture pubbliche e smantellato la sanit extraospedaliera e il sistema sociosanitario, mettendo sulle spalle delle famiglie tutto il peso degli interventi necessari prima e dopo la prestazione in ospedale. Pensiamo alla non autosufficienza. Oggi le famiglie sono caricate dei costi di un ricovero in R.S.A. per cifre notevoli, ma volendo far permanere la persona in famiglia sono costrette a ricorrere alle badanti con costi comunque totalmente a loro carico. La domanda da porsi quindi quanto la scelta a monte pagata a valle dalle famiglie e, soprattutto, libera scelta o scelta di altri che per pagata da chi si trova nel bisogno? La seconda asimmetria quella informativa. Per quanto oggi i cittadini siano in grado di arrivare a notizie, indicazioni, suggerimenti, evidente che di fronte al professionista, al medico, sia in uno studio che in ospedale, le nostre informazioni non possono che risultare sempre minime. E la stessa asimmetria esistente, per motivi diversi, tra datore di lavoro e lavoratore. Non a caso i saggi sindacalisti e i bravi politici approvarono lo Statuto dei


Lavoratori, la legge che dava gli strumenti per riequilibrare il rapporto di forza, purtroppo a volte di ricatto, del datore di lavoro nei confronti del lavoratore. Nella sanit questo manca e a volte questo squilibrio rende vulnerabili pazienti e familiari perch colti nel momento del bisogno. Non si spiegherebbe altrimenti il motivo delle prescrizioni, dei ricoveri e degli interventi inappropriati, frutto della logica mercantile della sanit lombarda in cui purtroppo la merce il nostro corpo. Questa riflessione mi porta alla terza asimmetria, la pi odiosa persino da descrivere, che quella delle opportunit. I dati ci dimostrano che muore di tumore in percentuale maggiore chi ha meno disponibilit economiche e informative. Cio chi pi sa e pi pu spendere riesce a curarsi meglio e, spesso, a sopravvivere. Ma la famosa libera scelta rende davvero tutti liberi o qualcuno reso pi libero di altri? E in questo caso possiamo definire il nostro un sistema giusto, equilibrato e garantista? La risposta un convinto no, perch la governance pubblica ha abbandonato il suo ruolo di garante dei diritti di tutti in favore di un sistema selettivo, fintamente libertario ma realmente liberticida se, ancora nel 2009 articola la nostra societ in caste, con diverse possibilit di accesso ai diritti. A che

cosa servono le eccellenze che abbiamo, che abbiamo sempre avuto in campo sanitario in Lombardia, se si creano sistemi di accesso asimmetrici? Nella mia concezione di Repubblica fondata sulla coesione sociale e sulluguaglianza delle opportunit e dei diritti non dovrebbe trovar posto nessuna delle asimmetrie indicate, quanto meno per quanto riguarda i diritti costituzionalmente garantiti alla salute, allassistenza, al lavoro, allistruzione e alla casa. Un solco profondo separa le due concezioni, anche se questo mondo di luci, di lustrini, di spettacolo in cui viviamo mette in ombra la realt del degrado sociale, culturale e valoriale.

Citt LE ALTERNATIVE ALLEXPO: COSA FARO DA PICCOLO Filippo Beltrami Gadola


Iniziamo da alcuni dati incontrovertibili, dando per scontato tutto quello che, quasi fino alla nausea si detto, nel bene, di Milano: storicamente fucina di idee, progetti, capitale economica e morale del paese e via discorrendo. Diciamo anche, e non un segreto, che sebbene nel suo declino Milano fatta anche da cittadini attivi, onesti, professionalmente capaci ed intelligenti, indipendentemente dal loro credo politico e religioso. Aggiungiamo in fine che la citt in questo momento della sua storia governata da personaggi non in grado di capire quanto importante sia questo patrimonio culturale, scientifico e morale che la citt da secoli rappresenta. La questione ha ovviamente delle ricadute in mille direzioni: dal non saper ascoltare il cuore di Milano, dallaverne una visione dannosa, miope, distorta e indifferente, fino a sfociare a volte nel ridicolo. Ogni giorno siamo bombardati da nuove mirabolanti proposte: da un tunnel sotterraneo che in diagonale attraversa la citt (copia vecchia e stanca delle proposte dellantico Piano AR dellimmediato secondo dopoguerra), a un ristorante di lusso nel Castello Sforzesco che si affaccerebbe sul parco Sempione e via discorrendo sino ad una fantomatica cittadella della giustizia che non si sa bene dove collocare. Sembra, per certi versi di essere tornati ai tempi di Craxi, quando venne pubblicato il testo Milano, le decisioni prese: piani e progetti dal 1988 al 1990. Se ne consiglia una rilettura per scoprire cosa abbia veramente visto la luce di quanto sia stato allora annunciato ai quatto venti. Non questo il punto: ci troviamo di fronte al baratro dellExpo e la nostra classe dirigente ha gi dato il meglio di s. Il progetto, per quel poco che si visto, ingenuo, nato male, da qualcuno culturalmente e tecnicamente incapace di possedere una visione equilibrata e condivisibile di Milano e del suo arcipelago. Questa, forse, anche la causa degli enormi ritardi sino ad oggi accumulati, mentre ancora da Roma non chiaro quanti soldini Milano la sgobbona abbia diritto ad avere per realizzare questo incubo collettivo. La societ civile digrigna i denti, cos fanno gli ambientalisti, seguiti a ruota dalla sinistra locale e nazionale. Serpeggia tuttavia lidea di proporre a Stanca e ai suoi delle ipotesi expo alternativa, perch ormai anche la Lega e il suo ministro prendono le distanze. Idea ottima: evitare la creazione di un ecomostro che si mangi quel poco di terra coltivabile che sopravvive a nord della metropoli e inventare unesposizione diffusa


nel territorio, utilizzando parti di citt gi disponibili completamente o in parte, anche per riempire il vuoto economico e finanziario che Roma sembra voler imporre. Questa idea del recupero, che si oppone a quella dellusa e getta, rientrerebbe poi anche in uno dei temi che lExp stessa propone. Rimane poi sempre un vincolo di tipo legale: sar la BIE disposta ad accettare un progetto completamente stravolto da quello presentato in pompa magna ormai ben pi di un anno fa che fece vincere la candidatura di Milano su Izmir? Lo vedremo nei prossimi giorni. E qui veniamo al dunque: di fronte ad una classe dirigente che, tra le altre cose, ha lincredibile incapacit di comprendere o persino ascoltare le ragioni equilibrate e civili dei propri cittadini, per una volta sarebbe il caso di far vedere i muscoli. Tre dovrebbero, credo, essere le linee guida: visibilit, identit e unit. Gi gli oppositori allExp immaginata dallestablishment si stanno muovendo ed un bene ma, secondo una prassi consolidata, ciascuno per conto proprio, con idee e proposte differenti, alcune invece simili se non a volte contrastanti. E questo il momento in cui le forze vitali e civili di Milano si debbono aggregare in maniera seria, compatta e coerente, individuando allo stesso tempo persone note, quotate, capaci ma soprattutto autorevoli, che abbiano la voglia di opporsi in modo attivo a questa Exp tradizionale, fondando alleanze trasversali mirate tutte allelaborazione di un progetto alternativo. E indispensabile creare un contenitore che riunisca, armonizzandole, tutte le forme di opposizione a questo progetto insensato. Solo in questa maniera si diviene interlocutori, rispetto a chi ci governa. Ci si dovrebbe stringere attorno ad alcune idee di base condivisibili e condivise, farsi rappresentare da chi ne ha la statura: aprire un reale ed effettivo dialogo. E arrivato il momento di smettere di cullarsi nellidea che il sindaco, noto tra laltro pi per le sue assenze che per le sue presenze, ascolti quattro sparuti gruppi di onesti ma ingenui cittadini, che portano s proposte belle e intelligenti ma che poggiano su piedi di argilla. Nella societ dellimmagine, e noi su questo tema abbiamo degli ottimi maestri, fondamentale anche la visibilit: farsi conoscere, far conoscere le idee e i progetti al grande pubblico, creare un consenso diffuso fuori dagli studi professionali o dalle universit, condividere gli obiettivi, saper parlare ai cittadini con chiarezza sui rischi che lExp tradizionale apporterebbe al territorio e, per converso, quali risparmi economici e ambientali offrirebbe unalternativa diffusa della manifestazione. Si tratta di un lavoro

enorme, che prevede studi approfonditi e per i quali sono necessari, ovviamente risorse: studi viabilistici, ricettivi, e via discorrendo. E di vitale importanza creare una sorta di bandiera giuridica sotto la quale possano essere tutti rappresentati e divenire massa critica. E necessario che emergano, come detto, persone capaci di interloquire con la classe politica pi arrogante dal dopoguerra ad oggi.

I signori dellExp, non dimentichiamocelo, non sono bambini, sono individui scaltri, abituati a maneggiare milioni di Euro, cambiare la vita con un tratto di penna a migliaia di persone, a chiacchierare confidenzialmente con i capi di stato credono per questo di possedere le capacit di organizzare un evento di poco inferiore alle Olimpiadi. E noi? Noi cittadini che questa expo cos come si presenta proprio non la vogliamo, ci accontentiamo di stare a guardare? Illusi dalla promessa di alcune migliaia di posti di lavoro, quando nemmeno sappiamo con chiarezza quali sono le forse economiche e finanziarie reali messe in campo? il momento di creare un associazione di scopo con un proprio statuto, capace di contrastare gli interessi in gioco, contrastare con determinazione, compattezza, e struttura questambiziosa follia.

Metropoli INFRASTRUTTURE EXPO: FUTURO INCERTO Maurizio Mottini


Al Tavolo regionale del 23 febbraio scorso stato fatto laggiornamento dei costi e dei tempi delle opere per la mobilit, articolate per voci definite essenziali, connesse e necessarie (questultime non incluse nel dossier di candidatura per lExp 2015),

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Il totale di 25 miliardi di Euro. Per met circa si tratta di opere per il trasporto su ferro e la restante parte riguarda la viabilit. Circa 500 milioni riguardano problemi di tipo urbanistico (la via dacqua e la via di terra). Quanto alle possibilit di realizzazione si deve dire che 12.066 milioni di Euro sono finanziati. Ma di questi, ben 7.277 milioni (pari al 60,2%), riguardano le tre strade storiche finalmente al decollo: BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Est Milano. Certo utilissime ma in realt scarsamente connesse al sito dellExp). Le opere stradali, tolte le tre opere citate, hanno un costo previsto di 4.675 milioni ed allinterno di questa cifra troviamo il tunnel di Milano per 1.493 milioni che incide per il 32%. E ben vero che la tabella reca una annotazione illuminante opera, non in ordine di priorit, con studi di fattibilit in corso per i quali si stanno verificando alternative di tracciato. Tuttavia lopera indicata nella tabella tra quelle definite necessarie, anche se non incluse nel dossier di candidatura per lExp. Nella tabella si precisa altres che i privati (vale a dire i proponenti) si assumerebbero lonere di 693 milioni, mentre i restanti 800 milioni dovrebbero essere reperiti da parte del Comune di Milano. Poich questo tunnel in realt inutile, non necessario ed inopportuno, gli 800 milioni che il Comune dovrebbe reperire sarebbero molto meglio spesi sulle opere del trasporto su ferro. Per queste opere, cio linee ferroviarie (anche con materiale rotabile) e linee di metropolitana e di metrotranvie, infatti la situazione la seguente: opere essenziali, (la linea 6 MM per 870,7 di cui finanziati 480.8), opere connesse, (8 interventi per 3.887 milioni di Euro di cui solo 1.379 milioni sono finanziati e comprendono i 557 milioni della linea 5 - tratta Garibaldi-Bignami - in corso di costruzione), opere necessarie ma non comprese nel dossier candidatura (ben 22 interventi per un totale di 7.753 milioni di Euro di cui solo 979 milioni sono finanziati). Quindi complessivamente per il ferro ci sono finanziamenti per 2.838 milioni, su costi preventivati di 12.510,7 milioni di Euro. Di conseguenza la copertura ad oggi del 22,7%. Si tratta del buco pi vistoso nei finanziamenti, evidenziato dallaggiornamento del 23 febbraio. Laggiornamento riguarda proprio questo tipo di opere che invece dovrebbero essere tutte considerate essenziali, necessarie ed urgenti per servire il sito dellExp, sito che densamente urbanizzato e quindi ben poco adatto ad una accessibilit di grandi masse, principalmente con il trasporto su gomma. Gi il fatto che si sia dovuto pensare a parcheggi remoti (che ne faremo dopo lExp?) indicativo di quali siano le vere necessit per laccessibilit del sito. Tre sono i punti veramente critici per un servizio adeguato col trasporto su ferro del sito Exp: manca il collegamento con Malpensa, la linea 1 MM non in grado di rifornire treni a sufficienza a causa della strozzatura di Pagano e lincertezza del finanziamento delle linee di metropolitana. Sul primo punto occorre dire che il triplicamento della linea FS RhoGallarate (con quadruplicamento fino a Parabiago) stimato in 500 milioni Euro e il raccordo a Y a Busto Arsizio per la connessione a Malpensa, stimato in 127,7 milioni di Euro non sono finanziati se non per 10 milioni. Chi fornir queste risorse, 617,7 milioni di

Euro, a RFI e FNM? Nessuno sa dire nulla. Per quanto concerne il secondo punto (la strozzatura di Pagano) la soluzione radicale quella della realizzazione di almeno una parte della linea 6, considerata opera essenziale e in parte finanziata, ma il cui progetto ancora al livello di fattibilit e la MM non ha ancora avuto lincarico di passare al progetto. Che si far? I dubbi sono legittimi soprattutto dopo le recentissime notizie di stampa secondo cui sarebbe avvenuta la cancellazione della linea 6. Infine c il terzo punto, la intricata vicenda del finanziamento delle linee del metro: il decollo della linea 4 da Lorenteggio a S. Agostino e poi al Policlinico. Un finanziamento statale di 240 milioni di Euro a disposizione da quasi tre anni. Il Comune non ha ancora sciolto il nodo della procedura: fare un normale project financing lasciando tutto nelle mani dellaggiudicatario? Fare una societ mista per controllare tutta loperazione? In questo caso lo statuto della societ deve essere votato dal Consiglio, ma quando? Si far a tempo ad esperire la seconda parte della gara, prima che lo Stato determini la perienza dei fondi stanziati perch non utilizzati? Ma nel frattempo se le altre risorse necessarie sono state dirottate per la A2A, come fare? Il nuovo assessore dice che si fa un mutuo. E il patto di stabilit? Insomma gli interrogativi sono tanti e non sembra che il Sindaco padroneggi la situazione, che viene invece irresponsabilmente lasciata alle polemiche tra Dirigenti del Comune e Assessori senza che si concluda granch. Primo caso, sempre per la linea 4 la tratta Policlinico Linate, stimata per 910 milioni di Euro, finanziata per 10 milioni. E il progetto allo stadio preliminare!

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Secondo caso, La linea 5 tratta da Garibaldi a S. Siro stimata per 657 milioni di Euro ma finanziata solo per 6 milioni. E il progetto solo allo stadio preliminare!Terzo caso, per i prolungamenti la situazione questa: per Assago mancano 15 milioni, per Paullo mancano 789 milioni, per Vimercate mancano 527 milioni e per Monza mancano 80 milioni. In totale 1.411 milioni.Quarto caso, per le metrotranvie c il finanziamento per 214 milioni per la Milano-Seregno ma per quella di Limbiate non c un Euro dei 106 milioni necessari. Specie se consideriamo che le Ferrovie dello Stato e Ferrovie

Nord Milano sono praticamente allasciutto, il quadro non certo confortante. E il tempo passa. Per questioni cos complesse il 2015 domani! Ma chi ha perso un anno di tempo per fare la SOGE e per nominare un amministratore a mezzo servizio, non da grandi garanzie di credibilit. Purtroppo!

Approfondimenti RITORNO ALLA CITTA Mario De Gaspari


La citt contemporanea, la citt italiana in particolare, sottoposta a una duplice tensione che, inesorabilmente, giorno dopo giorno rischia di impoverirne le virt: da un lato il senso di appartenenza della comunit insediata, quella storica, dallaltro lutilizzo funzionale e impersonale che ne fanno i gruppi che occasionalmente si insediano nel suo spazio. Vi sono poi le richieste degli utilizzatori del territorio urbano, i cosiddetti users, i cui diritti sono altrettanto legittimi e irrinunciabili. A dichiarazioni damore smodato verso la citt corrispondono altrettante confessioni di disincanto quando non di dichiarato rancore. Forse la citt moderna una formazione sociale sostanzialmente antidemocratica, priva di governo reale, essendo ormai la forma astratta, pienamente raggiunta, del processo storico di individualizzazione del bene pubblico. Il vero governo della polis non abita pi nella casa comunale, ma il prodotto dellintreccio di una pluralit di interessi finanziari. Il suolo non pi indivisibile patrimonio collettivo della comunit insediata ma un asset finanziario di prima grandezza. La stessa pianificazione urbanistica pare destinata a divenire una pratica sempre pi debole, residuale e sancitoria, per lo pi incapace di ridare senso e prospettiva ad uno spazio urbano tendenzialmente ridotto a merce astratta. Infatti la complessit raggiunta dalle obbligazioni, di natura giuridica, economica e finanziaria, che adattano alle dinamiche della societ 1 capitalistica lo spazio urbano fonte di un inesorabile processo di alienazione che condiziona in profondit i rapporti sociali e le esistenze individuali. E, naturalmente, condiziona in maniera sempre pi decisiva il governo della citt stessa. nisti della citt, se possediamo almeno un alloggio, ma il nostro contributo alla costruzione della citt stessa rischia di essere simile a quello che un piccolo risparmiatore pu avere sulle scelte di una grande compagnia. Una volta che il legame organico tra il territorio e la comunit dei viventi perduto, la citt smarrisce la sua anima, i luoghi diventano siti, cio perdono il proprio significato storico/affettivo e ne acquisiscono uno puramente monetario. E cos la responsabilit di ci che accade non pi di nessuno, perch nessuno ha individualmente la capacit di condizionare il destino della citt. La pianificazione urbanistica rappresenta in qualche modo il bisogno e insieme il tentativo di reintrodurre nel territorio antropizzato lelemento comunitario che altrimenti non troverebbe spazio in una struttura spaziale ormai del tutto irretita nelle dinamiche delleconomia. James Hillman definisce lanima della citt attraverso quattro idee rappresentative: la riflessione, la profondit, la memoria emozionale, le immagini e i simboli. Che spazio

Questo processo di alienazione condiziona esistenze e relazioni in maniera duplice: da una parte richiede allindividuo il possesso di quote del bene comune astratto, cio del suolo, dallaltra interferisce pesantemente e, per cos dire, deterministicamente, sulla morfologia del manufatto urbano stesso. In altri termini, siamo tutti un po azio-

L.Gaeta, Il seme di Locke, interpretazioni del mercato immobiliare, Franco Angeli


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hanno oggi queste idee nella realizzazione del disegno urbano? In un certo senso la citt contemporanea tradisce il suo scopo originario, rendendo difficile, problematico e non spontaneo proprio ci per cui era stata inventata. Prodotto di qualcosa di istintuale negli esseri umani, cio dellesigenza di stare insieme, di immaginare, parlare, fare, scambiare, la citt contemporanea rende tutto ci molto complicato. Ci che necessario alluomo per la propria realizzazione e lautostima, richiede un surplus di competenza sociale che tuttuno con lansia, il disagio, la nevrosi. E a nulla giova pensare ad un nuovo rinascimento urbano fondato sulla ripresa del ciclo economico e su una rinnovata disponibilit di risorse pubbliche. Anzi, la storia della citt europea ci dice esattamente il contrario. Il ciclo virtuoso della citt, come dimostra Mumford, corrisponde spesso, e con maggiori probabilit di successo, al ciclo negativo delleconomia. La grande mobilitazione del dopoguerra dimostra che unopera di ricostruzione su vasta scala possibile solo se le risorse economiche vengono orientate ai bisogni umani. E con la ripresa economica che, pi facilmente, ricompaiono le caratteristiche irrazionali di uno sviluppo distorto della citt. Oggi la citt inevitabilmente il luogo in cui interagiscono due processi contraddittori che ne tormentano lesistenza: da una parte la ricerca di una dimensione comunitaria, il cui desiderio da parte dei cittadini non si mai affievolito, dallaltra la continua immissione nel tessuto civico di corpi estranei che rendono difficile la metabolizzazione di un disagio gi comunque presente. La citt diviene realmente il luogo in cui si incontrano i rappresentanti dellumanit e in cui tutto il mondo si riverbera, secondo la splendida visione di Mumford. Il problema che il mondo non il regno della felicit e della pace perpetua, ma il teatro di mille conflitti e che lumanit non si presenta come una specie di viventi orientata al benessere e alla pace. Ed questa limmagine del mondo che si rispecchia sulla citt. Siamo dunque entrati in una fase nuova della storia della citt, in cui lirrompere della dimensione globale dilata a dismisura e nello stesso tempo censura, rendendolo ingovernabile, lenorme disagio che la citt moderna porta da tempo dentro di s. Il tema della sicurezza urbana appartiene interamente al tema della trasformazione della citt moderna cos come si sta oggi configurando.

Lasciare levoluzione della citt in balia del libero intrecciarsi delle forze economiche non risolve i problemi. Siamo noi responsabili di ci che avviene dentro le citt: occorre quindi una nuova consapevolezza basata sullesperienza e sullimpegno verso il presente e verso il futuro. Edificare quartieri urbani che sembrano fatti su misura per favorire la criminalit idiota: eppure proprio ci che andiamo facendo. Cos scriveva quasi cinquantanni fa lantropologa americana Jane Jacobs in un libro ormai diventato un classico della sociologia urbana. E, per contro suggeriva: il punto di partenza dovr essere in ogni caso il potenziamento di tutte le forze gi esistenti atte a difendere la sicurezza e la convivenza civi2 le nelle citt quali esse sono . Ecco, una politica per la sicurezza urbana si fonda prima di tutto su una nuova cultura della citt, una cultura capace di valorizzarne e armonizzarne tutte le componenti. Non basta affermare genericamente ladesione ad un approccio orientato alla prevenzione, bisogna esplicitare con chiarezza su che cosa incardinare la prevenzione stessa.

J.Jacobs, Vita e morte delle grandi citt, Edizioni di Comunit


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LE RUBRICHE

MUSICA
Questa rubrica a cura di Paolo Viola

I programmi della prossima stagione


In questi ultimi giorni sono stati resi pubblici i principali programmi della stagione di concerti 20092010, e conseguentemente messi in vendita i primi abbonamenti; in pi casi nelle prime settimane si raccolgono solo le conferme degli abbonamenti della stagione passata, i nuovi abbonamenti possono essere sottoscritti pi avanti. Abbiamo sottomano, e vogliamo confrontarle, le tre stagioni che si svolgono al Conservatorio le Serate Musicali del luned, la Societ del Quartetto del marted, la Societ dei Concerti del Mercoled quella dei Pomeriggi Musicali al Teatro Dal Verme (gioved sera e sabato pomeriggio) e quella dellOrchestra Verdi - la Verdi che si svolge allAuditorium di largo Mahler il gioved e venerd sera e la domenica pomeriggio. Le prime tre presentano un programma-base rispettivamente di 40, 22 e 27 concerti; ogni Societ poi aggiunge altri concerti fuori abbonamento, o in serie minori, o in altre sedi: le Serate musicali, oltre ai 40 concerti in abbonamento, ne ha altri 10 fuori abbonamento spesso al teatro Dal Verme che offre gratuitamente ai propri abbonati; il Quartetto propone Musica e poesia a San Maurizio, i concerti pomeridiani alla Pinacoteca di Brera e quelli straordinari del FAI; la Societ dei Concerti offre una trentina di Incontri Musicali gratuiti alla sala Puccini dello stesso Conservatorio ed organizza alcuni altri concerti delle serie per amore e di solidariet. I Pomeriggi Musicali hanno in programma 22 concerti base dellorchestra oltre a 7 di pianoforte (domenica pomeriggio) e 6 dedicati alla musica contemporanea (venerd sera). La Verdi, infine, propone 36 concerti della stagione principale oltre a 10 sul Novecento e 10 di Rassegna Haydn (le domeniche mattina), 7 sulla musica Barocca (marted o mercoled sera) e 7 tutto Chopin, in orari vari, per celebrare il secondo centenario della sua nascita (22 febbraio 1810). Sar prosaico, e per certi versi ingiusto (non sono tutte offerte perfettamente comparabili, sopratutto non lo sono affatto quelle di musica da camera con quelle di musica sinfonica) ma in tempi di crisi come questi vale forse anche la pena di mettere a confronto i costi dei singoli concerti. E cos vediamo che i prezzi-base degli abbonamenti sono
Serate Musicali 400 euro pari a

da 423 a 684 euro pari, dunque a 11,75 e 19 euro/concerto. Tutte le Societ, inoltre, offrono sconti ai giovani, agli anziani e ai gruppi, e propongono abbonamenti a mezza stagione o abbinamenti molto convenienti. Come si vede non si pu dire che la musica non sia a buon mercato, specialmente se si tiene conto che in questa miriade di eventi (solo quelli cui abbiamo accennato sono oltre 200 e manca ancora la Scala!) si trovano esecuzioni del pi alto livello, del tutto degne delle grandi capitali europee e del mondo intero. 26 maggio

Le scuole di musica a Milano

10 euro/concerto Societ del Quartetto 440 euro pari a 20 euro/concerto (che diventano 25 con posto fisso)
Societ dei Concerti 350 euro

pari a 13 euro/concerto (che diventano 16 con posto fisso)

Tutti sanno che a Milano esiste un Conservatorio, intitolato a Giuseppe Verdi, non solo perch in luogo centrale, d il nome a una bella via e si trova nel chiostro di quel grande capolavoro che la Chiesa della Passione, ma anche per le sue sale la grande sala Verdi e la pi piccola sala Puccini dove si svolgono concerti pubblici praticamente tutti 20 euro/concSociet dei Conce 440 euro pari a i giorni. Ma non molti sanno che a Milano esistono altre scuole di musica, di grandissima importanza e rinomanza, alle quali accedono studenti da tutti le parti del mondo e fra queste due in particolare che si chiamano rispettivamente Accademia Internazionale della Musica e Accademia del Teatro alla Scala.

Per i concerti dei Pomeriggi Musicali e della Verdi le cose sono ovviamente pi complicate perch i prezzi dipendono dal posto e dal turno; per i primi gli abbonamenti alla stagione principale vanno da 154 a 242 euro e cio da 7 a 11 euro/concerto e dunque sono, insieme a quelli delle Serate Musicali, i meno costosi per i secondi


Proviamo a districarci fra queste tre scuole, che possiamo considerare le principali, per capirne similitudini e differenze. Il Conservatorio un liceo (musicale) ed una Universit, con il suo triennio di primo livello, il biennio di secondo livello (la cosiddetta laurea magistrale) e i successivi master. Ha una magnifica biblioteca in cui conserva oltre 500.000 unit bibliografiche - di cui 50.000 manoscritti e 30.000 volumi riguardanti la musica - consultabile anche on-line. Sopratutto, a beneficio degli allievi degli ultimi anni, ha una propria Orchestra Sinfonica e una importante collezione di strumenti antichi. Chiunque frequenti la musica classica a Milano non pu prescindere dalla presenza di questa grande e magnifica istituzione. LAccademia Internazionale della Musica, inserita nella Fondazione Scuole Civiche di Milano, ha alle spalle una storia lunga 150 anni (nasce nel 1862 come Civica Scuola di Musica per formare sopratutto strumentisti e coristi), e ha ora la sua sede nella storica Villa Simonetta di via Stilicone; articolata in cinque Istituti, rispettivamente specializzati in Musica antica, Musica classica, Ricerca musicale, Jazz e Cori. A disposizione dei suoi allievi vi sono ben 160 docenti, in massima parte insegnanti di strumenti musicali antichi e moderni, ma anche di musica dinsieme e di cori. L Accademia del Teatro alla Scala una Fondazione di diritto privato, nata nel 2001 da una costola - ricca di tradizione - del grande Teatro per il quale forma una inverosimile quantit di artisti e specialisti, ed ha sede in via Santa Marta con una sezione distaccata dedicata al ballo - una scuola che nasce nel 1813! - in via Campo Lodigiano. Ai corsi dellAccademia ci si iscrive per selezioni ed oggi si contano quasi 600 allievi con circa 200 docenti. E articolata in quattro sezioni, rispettivamente Musica, Danza, Palcoscenico-Laboratori e Management; questultima sezione, di recente costituzione, ha avviato un corso in Autoimprenditorialit musicale per diffondere la promozione autonoma dei musicisti, e sopratutto un Master in

Management per lo Spettacolo in collaborazione con lo SDA scuola di direzione aziendale dellUniversit Bocconi e con la Scuola di Teatro del Piccolo Teatro. Particolarmente interessante la sezione Palcoscenico-Laboratori dedicata alla preparazione professionale di scenografi, costumisti, sarti, macchinisti, meccanici, truccatori, parrucchieri, fotografi di scena, tecnici audio, digital set designer, ecc. che trovano poi lavoro in tutti i teatri del mondo. A Milano dunque non solo concerti ed opere, per un pubblico per fortuna sempre pi vasto, ma anche un sistema scolastico articolato e complesso che, partendo da tradizioni profondamente radicate nella citt (non dimentichiamo che per secoli Milano stata una delle importanti capitali europee e in certi momenti addirittura la pi importante per la grande musica) oggi prepara artisti, tecnici, manager, specialisti in ogni ramo dello spettacolo musicale, proiettandoli nella modernit e nellavanguardia. 19 maggio

ARTE
Questa rubrica curata da Silvia DellOrso

A cura di Philippe Daverio con Elena Agudio e Jean Blanchaert, la rassegna propone tuttaltro che una lettura univoca e compiuta dellarte sudamericana; semmai un ritratto dautore che ricorda artisti di ieri e protagonisti delle ultime generazioni, insistendo su alcuni temi condivisi: sangue, morte, anima, natura, citt. E sempre e comunque passione sociale e attenzione per la storia. Non ununica America Latina, ma tante Americhe Latine, cos come molto diversificato e variegato il panorama artistico del continente sudamericano. Arrivano dal Brasile, da Cuba, dalla Colombia, dal Cile, dal Venezuela e dal Messico

le oltre cento opere esposte. Una cinquantina gli artisti rappresentati, concettuali, astratti, figurativi nel senso pi tradizionale del termine, pittori, scultori, fotografi o amanti delle sperimentazioni linguistiche. Ecco, dunque, la cubana Tania Bruguera, largentina Nicola Costantino, la brasiliana Adriana Varejo fino a Beatriz Milhares, Vik Muniz, al fotografo guatemalteco Louis Gonzales Palma, al cileno Demian Schopf. C anche Alessandro Kokocinsky, cresciuto in Argentina, ma nato in Italia dove tuttora vive e lavora, che trasferisce nelle sue opere dolenti i tormenti vissuti in prima persona. Nella sala cinema-

tografica dello Spazio Oberdan la sezione video curata da Paz A. Guevara e Elena Agudio. Americas Latinas. Las fatigas del querce. Spazio Oberdan, via Vittorio Veneto 2 - orario: 10/19.30, marted e gioved fino alle 22, chiuso luned. Fino al 4 ottobre. A sei anni dalla morte di Enrico Baj, la sua produzione artistica non cessa di riservare sorprese e nuovi filoni dindagine. Non solo le donne fiume, i monumenti idraulici, le dame, i generali, a molti gi familiari, ma anche i mobili animati, in linea con lineludibile tenden-

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za allantropomorfizzazione dellartista milanese. Un libro, a cura di Germano Celant, edito da Skira, e una mostra alla Fondazione Marconi propongono questo versante della feconda produzione artistica del padre del Movimento Nucleare e della Patafisica Mediolanense. Sono una cinquantina le opere eseguite agli inizi degli anni 60, presentate in collaborazione con lArchivio Baj. Alla base, lidea tipicamente surrealista e venata dironia che qualsiasi cosa possa trasformarsi in altro. Ecco, dunque, come gi stato per i personaggi, una serie di mobili bizzarri ma anche eleganti, confezionati con ovatta pressata e applicata a collage sul fondo di stoffa da tappezzeria, su cui Baj sistemava cornici, pomelli, passamanerie e fregi di serrature a evocarne i tratti somatici; via via il mobile si precisa, si fa di legno grazie a fogli dimpiallacciature opportunamente impreziositi e si avvia a esibire la sua natura Kitsch. Enrico Baj. Mobili animati. Fondazione Marconi, via Tadino 15 - orario: marted-sabato 10.30/12.30 e 15.30/19. Fino al 24 luglio. I suoi celebri Bleu hanno addirittura richiesto una tonalit di blu creata ad hoc, che porta a tuttoggi il suo nome (International Klein Blue). Laspirazione alla purezza e allassoluto hanno contraddistinto lintera e brevissima vicenda creativa di Yves Klein, suggerendo pi di unaffinit con Piero Manzoni, e non soltanto perch sono morti, quasi coetanei, a un anno di distanza luno dallaltro: nel 62, a Parigi, il trentaquattrenne Klein; nel 63, a Milano, Manzoni appena ventinovenne. A Yves Klein, capofila del Nouveau Ralisme, sebbene ne sia uscito un anno dopo la fondazione e antesignano della pittura monocroma, dedicata unampia retrospettiva che oltre a presentare un centinaio di opere del maestro francese, provenienti dallArchivio Yves Klein di Parigi e da collezioni internazionali, affianca loro, nelle piazze e nei giardini della citt, una selezione di sculture metalliche della moglie Rotraut Uecker che con Klein condivise anche la vocazione artistica e immaginifica. Sui tre piani del museo, le opere di Klein sono presentate per nuclei tematici: i Monochrome realizzati con pigmenti puri fino ad arrivare al solo blu, alternato con loro in foglia; i quadri realizzati con il fuoco a contatto diretto con la tela; le Anthropomtrie, tele su cui sono impressi i corpi delle modelle cosparse di colore dallartista durante veri e propri happening; e ancora i Relief plantaire, le Sculpture ponge, insieme a filmati e fotografie a documentarne le azioni, mentre un ricco apparato documentario permetter di seguire le tappe del percorso artistico e personale di Klein. Yves Klein & Rotraut Lugano, Museo dArte, Riva Caccia 5 orario: marted-domenica 10/18, luned chiuso (tranne il 1 e 29 giugno). Fino al 13 settembre. Si fa sempre pi fitto il dialogo tra arte antica e moderna, almeno quanto a iniziative che vedono a confronto tradizione e modernit. Come la mostra allestita in questi giorni allAccademia Tadini di Lovere. Una rassegna nata dalla collaborazione tra il museo lombardo, aperto nel 1828 da un collezionista di allora, il conte Luigi Tadini, e tre galleristi/collezionisti di oggi, Claudia Gian Ferrari, Massimo Minini e Luciano Bilinelli. Ecco dunque che le opere di Antonio Canova, Francesco Hayez, Jacopo Bellini, Fra Galgario, il Pitocchetto, Francesco Benaglio e Paris Bordon, conservate in permanenza allAccademia Tadini, si trovano per qualche mese faccia a faccia con quelle di Giulio Paolini, Carla Accardi, Lucio Fontana, Luigi Ontani, Arturo Martini, Sol LeWitt e molti altri maestri del XX e XXI secolo. Accademia Tadini. Quattro collezionisti a confronto Lovere (Bergamo), Accademia di Belle Arti Tadini, Palazzo dell'Accademia, via Tadini 40 (Lungolago) - orario: marted-sabato 15/19, domenica 10/12 e 15/19. Fino al 4 ottobre. stato dapprima nella casa vecchia dei Medici a Firenze, quindi, dal 1495, in Palazzo Vecchio, per poi essere spostato, nel Seicento,

in Palazzo Pitti, dove rimasto fino al suo trasferimento, nel 1778, agli Uffizi, nella nuova Sala dei Bronzi Moderni, passando poi al Bargello, all'indomani della fondazione del museo nel 1865. L il David di Donatello occupa un posto di tutto rilievo all'interno del grande Salone dedicato allo scultore fiorentino, da cui tuttavia momentaneamente assente poich stato chiamato a fare da testimonial della Campionaria delle qualit italiane, manifestazione dedicata alle eccellenze del nostro Paese, promossa da Fondazione Symbola e Fiera Milano. Eccolo, dunque, fino al 31 maggio a Fieramilanocity, in occasione della nuova Campionaria, dedicata in particolare ai temi delleconomia, del territorio, della ricerca, dellinnovazione (orario: 10/19). Diversamente dai bronzi di Riace che, nonostante svariati tentativi di trasloco, non si sono ancora mossi da Reggio Calabria, il celeberrimo e altrimenti inamovibile bronzo di Donatello 158 centimetri di pastore biblico, ritratto attorno al 1440 come malinconico ed efebico eroe pagano approdato a Milano, reduce da un recentissimo restauro che ne ha, fortunatamente, sottoscritto le ottime condizioni conservative e forte di unassicurazione di 100 milioni di euro. la mostra simbolo delle celebrazioni per il centenario della nascita del Futurismo. Una rassegna impetuosa e forse un po bulimica, ma come di fatto fu il Futurismo e come si conf alla passione dello studioso che ama rendere pubbliche le proprie scoperte. Il Futurismo a volo duccello, dunque, guardando al movimento in tutta la sua estensione cronologica e senza omettere nessuna delle sue molteplici declinazioni, esplorando anzi lintero campo dazione di unavanguardia la cui piena valutazione stata a lungo condizionata dalle sue collusioni col fascismo. A cura di Giovanni Lista e Ada Masoero, la rassegna riunisce circa 500 opere, spaziando dai dipinti, disegni e sculture, al paroliberismo, ai progetti e disegni d'architettura, alle scenografie e costumi teatrali, alle fotografie, ai libri-oggetto e ancora agli arre-

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di, allarte decorativa, alla pubblicit, alla moda, offrendo in chiusura un assaggio di film futuristi. Il 20 febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblicava su Le Figaro il Manifesto del Futurismo ed appunto a Marinetti che spetta un ruolo chiave nel percorso espositivo, traghettando nellet delle avanguardia larte italiana di fine 800 alla quale dedicata unefficace panoramica in apertura, tra Simbolismo e Divisionismo. Si prosegue quindi per decenni, individuando di volta in volta le figure e i caratteri dominanti. Boccioni, Carr, Balla, Severini, Russolo, Soffici, Prampolini, Depero, Sironi, Dottori e molti altri. La compagine di maestri futuristi ampiamente rappresentata, anche grazie a opere non scontate, e la rassegna segue lintera evoluzione del movimento fino a tutti gli anni 30 e oltre, avventurandosi nella met del secolo scorso per rintracciarne gli eredi: da Fontana a Burri, Dorazio, Schifano ai poeti visivi. Futurismo 1909-2009. Velocit + Arte + Azione. Palazzo Reale, piazza Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30. Fino al 12 luglio. I temi sono tutti indiscutibilmente ponderosi e decisamente universali: Potere, Quotidiano, Vita, Morte, Mente, Corpo, Odio, Amore. Ognuno di questi rinvia a una delle 8 sezioni in cui si articola la mostra bergamasca il cui titolo, Esposizione Universale, sembra ironizzare su uno degli argomenti pi frequentati e ineludibili del momento. Qui per lExpo rigorosamente artistico, con una carrellata di un centinaio di opere dal 400 ai giorni nostri, forte innanzitutto del patrimonio dellAccademia Carrara di Bergamo, ma non solo. Si va da Giovanni Bellini, Bergognone, Botticelli, Carpaccio, Foppa, Pisanello, Tiziano a Casorati, Duchamp, De Chirico, Christo, De Dominicis, Ontani, Clemente, Kabakov, Gilbert & George, Maria Lai, Spalletti, Arienti, Cuoghi e molti altri, tra cui Ben Vautier le cui opere-testo ricorrono in tutte le sale. A cura di Giacinto Di Pietrantonio, non la prima volta che il direttore della Galleria dArte moderna e contemporanea di Bergamo mette a confronto larte antica con quella moderna. Lo ha fatto ragionando sulle Dinamiche della vita dellarte, una rassegna di qualche anno fa e continua a riproporre anche in questo caso la sua visione unitaria dellarte, tutta contemporanea, perch con gli occhi di oggi che si rilegge larte di ieri. Esposizione Universale Larte alla prova del tempo. Bergamo, Galleria darte moderna e contemporanea, via San Tomaso 53 orario: marted-domenica 10/19, gioved 11/22. Fino al 26 luglio. la prima mostra in uno spazio pubblico milanese lantologica che il Museo di Arte Antica al Castello Sforzesco dedica a Cordelia von den Steinen. A cura di Elena Pontiggia, la rassegna incentrata soprattutto sulla produzione pi recente dellartista, quella legata alla stagione iniziata nei tardi anni 70, quando Cordelia, dopo gli esordi nel segno di un realismo di ascendenza espressionista e una fase venata da vaghe suggestioni astratte, approdata a quella figurazione a un tempo poetica e narrativa che la contraddistingue, fatta di estrema naturalezza, ma senza indugiare nel verismo. Originaria di Basilea, ma formatasi a Milano, allAccademia di Brera, alla scuola di Marino Marini e Alik Cavaliere, e poi a Roma e a Parigi, stata legata da un intenso sodalizio darte e di vita allo scultore Pietro Cascella, morto lo scorso anno. La mostra allinea una cinquantina di opere in terracotta, tra cui alcune grandi installazioni, a documentare liter creativo della scultrice svizzera dagli anni 70 a oggi. Cordelia von den Steinen. Il sogno e i segni. Castello Sforzesco, Museo darte antica, Sala degli Scarlioni orario: marted-domenica 9/13 e 14/17.30. Fino al 31 maggio. Un nuovo appuntamento a Brera per ricordare il bicentenario della nascita della Pinacoteca milanese. Dopo i Caravaggio e dopo la presentazione del restauro dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, ora stabilmente reinserito nel

percorso espositivo, la volta di uno sguardo al passato recente della galleria per riproporne la sala dedicata ai paesaggi. Per tutto l800 Brera ha sfoggiato una sala interamente consacrata a questo genere pittorico, nella quale figuravano opere di Marco Gozzi, Bernardino e Gaspare Galliari, Luigi Basiletti, Rosa Mezzera e molti altri, tra cui anche Andrea Appiani, nume tutelare dellAccademia e della sua Pinacoteca, presente per con due opere di soggetto mitologico, Giove incoronato dalle Ore e Apollo. Dipinti che si possono rivedere ora, in una rassegna a cura di Isabella Marelli, allestita al centro della sala XV. La mostra documenta le trasformazioni che hanno caratterizzato la pittura di paesaggio nel corso del XIX secolo, un genere del quale fu protagonista Marco Gozzi (1759-1839) artefice di vedute che sancirono labbandono del paesaggio arcadico a favore di un approcci pi sensibile al vero. La collezione venne ripartita tra Pinacoteca e Accademia al momento della separazione dei due istituti e nel 1902, col riallestimento di Brera, le opere dell800 vennero date in deposito al Comune di Milano, dapprima per dare vita al Museo del Castello Sforzesco, quindi trasferite nella Villa Reale di via Palestro, sede della Galleria darte moderna e in parte poi collocate in uffici periferici. In mostra si vedono anche dipinti di propriet dellAccademia di Brera. La Sala dei Paesaggi. 1817 1822. Pinacoteca di Brera, via Brera 28, Sala XV orario: marteddomenica 8.30/19.15. Fino al 2 giugno. Lopera incisa di James Ensor al centro di una mostra, a cura di Flavio Arensi, allestita nelle sale di Palazzo Leone da Perego a Legnano. Sono esposte 188 stampe del maestro belga vissuto a cavallo tra 800 e 900, provenienti dalla collezione Kreditbank; tra queste 134 acqueforti, a delineare un percorso influenzato inizialmente dallesperienza impressionista che lascia ben presto il passo a un deciso espressionismo, tramite per una dissacrante e spietata critica della societ del

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tempo. Occupa una posizione rilevante, la stampa, nella produzione di Ensor, un medium che si addice alla sua vena di solitario fustigatore del compassato mondo borghese, ma anche alle sue sfrenate escursioni nei territori del fantastico e del grottesco. Non mancano, peraltro, anche i paesaggi, le marine, le nature morte, i ritratti e gli autoritratti, con unattenzione particolare riservata alla figura di Cristo che ricorre in almeno una dozzina di incisioni e a cui dedicato lalbum litografico dal titolo Scnes de la vie du Christ. Parallelamente, al Castello di Legnano si possono visitare unantologica di Tino Vaglieri a nove anni dalla morte dellartista triestino, milanese dadozione, di cui si segue il percorso dapprima legato al Realismo esistenziale e approdato quindi allinformale e una personale della giovane artista di Merate, Marta Sesana. James Ensor. Lopera incisa. Legnano, Palazzo Leone da Perego - orario: marted-venerd 16/19.30; sabato 15.30/19.30; domenica e festivi 10/13 e 15.30/19.30; mercoled 21/23. Fino al 28 giugno. Gli spazi della Fondazione Pomodoro sono letteralmente occupati dalle grandiose installazioni della settantanovenne artista polacca, protagonista della nuova mostra, a cura di Angela Vettese. davvero una rifondazione del linguaggio della scultura quella che si avverte nellopera di Magdalena Abakanowicz. Monumentale non solo per le dimensioni degli 11 lavori esposti, ma anche per il respiro, per la vastit della concezione, per il modo in cui le sue creazioni interagiscono con lo spazio, occupandolo, appunto e trasformandolo. Lo si vede per esempio in Embriology, installazione acquistata nel 2008 dalla Tade Modern di Londra e ora a Milano. Un lavoro imponente ideato nel 78, fatto di centinaia di sacchi di iuta imbottiti, di varie dimensioni e a forma di patata, gi intrinsecamente destinati a trasformarsi nelle sue folle di figure umane e animali, arricchendosi a un tempo con luso di altri materiali: ceramica, acciaio, alluminio, bronzo. Nata in una famiglia aristocratica, Magdalena Abakanowicz ha sempre vissuto e lavorato a Varsavia e si vista poco in Italia a parte le Biennali di Venezia e una mostra al Mart di Rovereto. Magdalena Abakanowicz. Space to experience. Fondazione Arnaldo Pomodoro, via Andrea Solari 35 orario: mercoled-domenica 11/18 (ultimo ingresso alle17); gioved 11/22 (ultimo ingresso alle 21). Fino al 26 giugno. Il soggiorno di Leonardo da Vinci a Vigevano, testimoniato dallo stesso maestro nei suoi appunti, il pretesto per una serie di iniziative in zona che ruotano attorno a questo genio poliedrico, tra cui una mostra decisamente insolita. Anzi impossibile perch riunisce lintera opera pittorica di Leonardo, operazione in s inimmaginabile se non attraverso il ricorso alle tecnologie di riproduzione digitale. cos che 17 opere leonardesche, ricostruite in dimensioni reali e retroillluminate (al punto da essere apprezzabili analiticamente talvolta meglio degli originali), sono esposte tutte assieme negli spazi del castello vigevanese. Dalla Gioconda alla Vergine delle Rocce, alla Dama con lermellino e persino lUltima Cena, questultima presentata nella vicina chiesa sconsacrata di San Dionigi, da poco restaurata come anche limponente pala del Cerano, qui custodita, raffigurante il martirio del santo. Questa rassegna non la prima del genere. Lideatore del progetto, Renato Parascandolo, ha cominciato a pensarci nel 2000, quando, allora direttore di Rai Educational, strinse un accordo col Ministero per i Beni e le Attivit culturali per fotografare e riprendere in video i maggiori capolavori dei musei italiani. Cominci da l la sua avventura nei territori della riproduzione delle opere darte e nacque cos lidea di utilizzare quei materiali per realizzare una sorta di grande trailer dei capolavori italiani da esportare nel mondo per richiamare turisti a vedere gli originali. Ecco allora le mostre di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, curate da studiosi qualificati, cui seguiranno a breve, quelle non meno impossibili sulla Cappella degli Scrove-

gni di Giotto e su Piero della Francesca. Leonardo: una mostra impossibile. Lopera pittorica di Leonardo da Vinci nellepoca della sua riproducibilit digitale. Castello di Vigevano - orario: marted-domenica 10/19. Fino al 30 giugno Nella sua lunga carriera ha avuto modo di frequentare la poesia, larte, il romanzo, il teatro, il radiodramma, il giornalismo, la musica. Un artista poliedrico e multiforme Emilio Isgr, ora al centro di una mostra, curata da Marco Meneguzzo, che verr riproposta nellestate anche in Sicilia, dove lartista nato nel 1937. Con numerosi riconoscimenti alle spalle, la partecipazione a quattro edizioni della Biennale di Venezia e a decine di rassegne in tutto il mondo, Isgr un artista concettuale, ma anche un poeta visivo che ha fatto della cancellatura una delle modalit espressive privilegiate, ma certamente non la sola. Cardine di questa mostra , tuttavia, proprio linstallazione inedita Fratelli dItalia, che oltre a suggerire il titolo della personale, anche stata concepita cancellando o in parte occultando linno nazionale che si snoda lungo una striscia di carta, per fare emergere solo i passaggi pi significativi del testo. La mostra riunisce una settantina di opere dagli esordi a oggi e altre due installazioni: Lora italiana e Lavventurosa vita di Emilio Isgr, luna concepita nell83 per ricordare l'attentato alla Stazione di Bologna, laltra nel 1971, pensata come una serie di dichiarazioni sulle caratteristiche fisiche e morali dell'artista, che identificano il personaggio in maniera "concettuale" attraverso la descrizione. Emilio Isgr. Fratelli d'Italia. Galleria Gruppo Credito Valtellinese. Corso Magenta 59 orario: marted-venerd 12/19, sabato e domenica 10/19, chiuso luned. Fino al 13 giugno. un prestito decisamente fuori dal comune quello che ha consentito di realizzare la mostra bergamasca. Cinquanta icone selezionate tra gli oltre 6mila esemplari conservati nel museo Museo Tretyakov di Mosca che vanta in

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materia di arte sacra russa la pi imponente collezione al mondo. Visibili rappresentazioni di spettacoli misteriosi e soprannaturali": lo studioso russo Pavel Florenskij us queste parole per definire le icone, non semplici opere d'arte, ma immagini dotate di una loro vitalit, veri e propri momenti di comunione con il divino. Le opere esposte sono datate dalla fine del XIV- inizio XV secolo, a partire da una Nativit della Madre di Dio con santi, tipico esempio delle icone di Novgorod, fino al XVIII secolo. Una serie di immagini che illustrano le tappe principali del calendario liturgico - le feste, la venerazione della Madre di Dio, la devozione ai santi locali - raffigurate di volta in volta secondo schemi iconografici che gli artisti hanno ripetuto nei secoli senza sostanziali variazioni, al solo scopo di suggerire un contatto diretto con l'archetipo. In mostra anche alcune icone di Pskov, caratterizzate da una maggiore concretezza nellinterpretazione dell'immagine divina. Loro dellanima. Icone russe dal XIV al XVIII secolo del Museo Tretyakov di Mosca. Bergamo, Palazzo della Provincia di Bergamo - Spazio Viterbi, via Torquato Tasso 8 orario: lunedvenerd 15/19; sabato, domenica e festivi 10/19; chiuso gioved. Fino al 14 giugno. Lhanno inaugurata il 14 febbraio, per approfittare della complicit tematica offerta dalla ricorrenza di San Valentino, ma in realt la mostra attualmente in corso al Castello Visconteo di Pavia pu ben vivere di vita propria, anche senza la festa degli innamorati. Il tema quello del bacio, e non soltanto il bacio sensuale e carico di pathos immortalato da Francesco Hayez in uno dei suoi dipinti maggiormente celebrati, di cui la redazione pi nota si trova a Brera, mentre a Pavia sono esposte una prima idea del soggetto e una versione del 1861, entrambe in collezione privata. La rassegna, infatti, che ripercorre liconografia del bacio tra Romanticismo e 900, molto pi variegata e prende in considerazione, come dichiarano le curatrici, Susanna Zatti e Lorenza Tonani, le diverse valenze del bacio: materno o filiale, di circostanza, appassionato, atteso, negato, rubato, ben augurante, immateriale, nella mitologia, nella storia sacra, nella letteratura e anche nel cinema. Il percorso si snoda attraverso una sessantina di opere di artisti celebri e di altri meno noti, in prevalenza dipinti, ma anche qualche scultura, come lAbbraccio materno di Paolo Troubetzkoy o il Bambino al seno di Medardo Rosso. Tra i baci dipinti spiccano quello lussurioso di Cleopatra, come ce lo ha restituito Giuseppe Amisani, o il bacio voluttuoso di Alciati, smorzati dalle effusioni composte e pudiche dei Fidanzati di Lega, o ancora Aminta baciato da Silva del Piccio, Paolo e Francesca di Previati, per arrivare a De Chirico, Manz, Casorati, Rotella o Franco Angeli. E poi il bacio nel cinema, restituito in un video che, memore dei baci prima tagliati e quindi ricomposti in ununica lunga pellicola, nel film di Tornatore Nuovo cinema Paradiso, ripercorre la storia dei baci pi famosi della cinematografia italiana. Il bacio. Tra Romanticismo e Novecento. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, viale XI Febbraio 35 orario: marted-venerd 10/13 e 15/19, sabato, domenica e festivi 10/20. Fino al 2 giugno. Un vero e proprio affondo nella personalit del fondatore del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti. A lui consacrata la rassegna allestita nella Sala del Collezionista alle Stelline che, in onore di tanto ospite, raddoppia i suoi spazi conquistando il seminterrato, invaso per loccasione dalle parolibere marinettiane, Tra le tante novit di questa rassegna a cura di Luigi Sansone, autentico segugio degli archivi del Futurismo - spicca Il bombardamento di Adrianopoli, una grande china su carta realizzata da Marinetti nel 1913-14, esposta per la prima volta grazie al prestito concesso dalla University of California di Los Angeles (Ucla) dove custodito larchivio del poeta inglese Harold Monroe (1879-1932), grande ammiratore del Futurismo, da cui proviene questa tavola. Ma la mostra riserva molto altro, tra

ritratti e caricature di Marinetti, opere di Boccioni, Balla, Cangiullo, Depero, e altri protagonisti, affiancate da fotografie, cataloghi depoca, cartoline, riviste e volumi marinettiani come Zang Tumb Tuuum - Adrianopoli ottobre 1912- Parole in libert (Edizioni futuriste di Poesia, Milano 1914), il primo libro parolibero di Marinetti ispirato dalla guerra, intesa come spettacolo simultaneo di situazioni, rumori, odori, polifonie: perch il Futurismo era anche questo. F.T. Marinetti=Futurismo. Fondazione Stelline. Sala del Collezionista, corso Magenta 61 - orario: marted-domenica 10/20. Fino al 7 giugno. Ha impiegato meno di tre anni per diventare uno dei maggiori collezionisti di armature giapponesi fuori dal Giappone. Bisogna chiamarsi Luigi Koelliker per riuscire in una simile impresa cos rapidamente e anche voracemente ed bene avvalersi di un antiquario specializzato in arte giapponese come Giuseppe Piva che per il suo committente ha rastrellato il rastrellabile, e che adesso cura, in collaborazione con la Fondazione Mazzotta, la mostra di Palazzo Reale. Samurai, appunto, allestita nellappartamento della reggia piermariniana con una minima presenza di pezzi provenienti dalle Raccolte extraeuropee del Castello Sforzesco tra i quali spicca una finissima scatola laccata per documenti dellinizio del periodo Edo e lunica armatura da cavallo presente in mostra e un massimo dalla raccolta milanese di Koelliker. Una novantina di pezzi in tutto, tra armature complete, elmi, finiture per spada e altri accessori da samurai, realizzati tra il periodo Azuchi Momoyama (1575 1603) e il periodo Edo (1603 1867). Le sale del palazzo si animano di guerrieri severi e magnifici, samurai di alto rango e daimyo (signori feudali) che dalle guerre sono stati ben lontani, come testimonia il perfetto stato di conservazione delle circa trenta armature esposte; per lo pi di rappresentanza, visto anche che il periodo esaminato fu allinsegna della pace. Il percorso si chiude con i super robot Goldrake e

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Gundam che tutto devono al mondo dei samurai, da cui hanno attinto a piene mani anche fumetti e disegni animati. Samurai. Palazzo Reale, piazza del Duomo 12 orario: 9.30/19.30, luned 14.30/19.30, gioved 9.30/22.30.

Fino al 2 giugno.

TEATRO
Questa rubrica curata da Maria Laura Bianchi

STRANIERI Ancora una volta Marco Martinelli e il suo Teatro delle Albe saranno protagonisti sul palco del CRT Teatro dellArte. Il successo di Salmagundi del 2005 ancora vivo nella memoria degli spettatori milanesi che non mancheranno ora di apprezzare Stranieri, il nuovo lavoro della compagnia romagnola che dopo aver debuttato nellottobre 2008 sta girando le maggiori piazze italiane. Un nuovo approdo alla drammaturgia contemporanea per il Teatro delle Albe che, dopo l'urticante Sterminio di Werner Schwab (vincitore di 4 Premi Ubu 2007, tra i quali miglior regia a Marco Martinelli migliore attrice a Ermanna Montanari), si rivolge alla scrittura a nervi scoperti del genio sregolato della drammaturgia italiana, Antonio Tarantino. Un cortocircuito tra la visionariet tragicomica delle Albe e questo testo mai rappresentato, ritratto impietoso della paura dellaltro come malattia intima e sociale, delirio estremo in bilico tra il reale e lincubo. Stranieri dipinge un uomo solo e molto malato, chiuso nel suo ricco appartamento nellalta Italia come in un bunker, carico di ossessioni e rancori che trasformano il quotidiano in uno stato psichico febbrile. Qualcuno bussa continuamente alla sua porta: non possono che essere gli stranieri, gli immigrati, e luomo scaglia la sua invettiva contro quei pericolosi individui che a tutti I costi vogliono entrare. Un quadro a tinte cupe e grottesche, a cui danno carne Luigi Dadina (il solitario monologante), insieme a Ermanna Montanari e Alessandro Renda (la moglie e il figlio defunti), gli stranieri, appunto, che bussano alla sua porta.

Dal 26 al 31 maggio CRT Teatro dellArte, viale Alemagna 6 Orario: 20.45 (domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.89.01.16.44 SPETTACOLO PER 30 SPETTATORI: OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE Antonio e Cleopatra alle corse Un uomo e una donna drogati dal gioco si tormentano, si amano e si divertono. Un gioco di coppia che mescola vita, amore, scommesse. Una storia tragicomica, insolita e appassionante per il nuovo spettacolo di Andre Ruth Shammah. Un marito e una moglie, ai giorni nostri, in una qualsiasi nostra citt, lui senza soldi, lei senza sole, che si chiamano Bambino e Bambina. Lei ha una malattia rara, non pu esporsi alla luce. Vivono in uno spazio travestito da sala corse, immersi nel gioco e perdono senza tregua. Lui vincerebbe ma non punta mai. Lei gioca sempre cavalli perdenti. Lui vaga di bar in bar, ruba noccioline e torna ogni volta da lei con storie e immagini della vita di fuori. Ricordano, scherzano, si insultano, ballano, si cercano, si respingono, si fanno domande, non si rispondono. Come in una danza ritmata dalla voce surreale di un commentatore ippico, tenerezza, ironia, crudelt si intrecciano e sovrappongono alla ricerca di una via di salvezza, per sottrarsi alla minaccia della fine. Fino al 28 maggio Teatro Franco Parenti, via Pier Lombardo 14 Orario: 20.30 (gioved alle 18.30, domenica alle 16) Info e prenotazioni: 02.59.99.52.06

The Merchant of Venice Shakespeare come lavrebbe fatto Shakespeare: Propeller, la compagnia inglese, tutta maschile, di Edward Hall. Porta in scena The Merchant of Venice, al Piccolo Teatro Strehler. La storia di Bassanio e Antonio, lo spietato contratto di Shylock Vittima o carnefice? Uomo o donna? Leterno tema dellambiguit e della ricerca di identit torna in un altro dei capolavori di Shakespeare, in una messa in scena originale, divertente e di lucida intelligenza. Al centro del Mercante la tensione tra giustizia e misericordia, spiega Roger Warren che, insieme ad Edward Hall, ha curato ladattamento del testo, ma si parla anche damore, vendetta, intolleranza, e della natura dei legami, degli obblighi di un essere umano nei confronti di un altro. La drammatizzazione delle scene di Shakespeare impedisce di semplificare scegliendo una soluzione che sia bianca o nera: la sua studiata ambiguit lesempio pi estremo dellequilibrio tra gli argomenti dallinizio alla fine dellopera. La tensione tra limparzialit teoretica della legge e limperfezione dei suoi esecutori ricade sul modo in cui adempiere agli obblighi. Obblighi di due generi: di legge e damore. Nella scena finale, Shakespeare porta allestremo il contrasto tra fantasia lirica e semplice realt. Si potrebbe sintetizzare con una frase di Groucho Marx, il contrario anche vero. Quarantenne figlio darte suo padre Peter uno dei registi teatrali pi famosi in Gran Bretagna Edward Hall inizia giovanissimo a lavorare con Watermill Theatre. Nel 1995, grazie al fondamentale

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aiuto di Jill Fraser, direttore artistico di Watermill, mette in scena Otello: un successo. Hall, con lo scenografo Michel Pavelka, approfondisce il lavoro su Shakespeare per Enrico V. Lo spettacolo prevede un coro di undici attori che rievoca la vicenda interpretandone tutti i ruoli, compresi quelli femminili. Nasce lidea di Propeller, compagnia tutta al maschile. In repertorio La commedia degli errori (1998), La dodicesima notte (1999), Rose Rage, dalle tre parti dellEnrico VI (2001), Sogno di una notte di mezza estate (2003), Racconto dinverno (2005) e La bisbetica domata (2006). Per festeggiare il decennale di produzioni shakespeariane, Edward Hall debutta nel dicembre 2008 con Il mercante di Venezia. Successivamente mette in scena una nuova produzione di Sogno di una notte di mezza estate. I Propeller sono stati ospiti al Piccolo Teatro nel maggio 2007 con La bisbetica domata e La dodicesima notte. Spettacolo in lingua originale con sovratitoli in italiano. Dal 27 al 31 maggio Piccolo Teatro Strehler, largo Greppi 1 Orario: sabato ore 19.30; mercoled e venerd ore 20.30; gioved ore 15 e 20.30; domenica ore 16 e 21 Info e prenotazioni: 848 800 304 MusicAll Un baule antico, una voce, uno piano ed ecco MusicAll, lo spettacolo di Flavia Barbacetto in duo di voce e piano: una carrellata su 18 magnifiche canzoni tratte dai musical moderni pi famosi da Grease a Chicago, Jesus Christ Superstar, Cabaret, Evita, Footloose, etc. in cui Flavia, oltre a cantare con una potentissima voce da contralto - incredibile per i suoi vent'anni - recita, balla e si impersona in maniera professionale nei vari personaggi dei film. Paolo Volante al piano la accompagna e recita con lei un testo molto brioso che fa da fil rouge allo spettacolo. A ogni canzone Flavia cambia abito o look, estraendo dal baule abiti o oggetti di abbigliamento in carattere col personaggio che interpreta. Il brillante testo, recitato dai 2 artisti, di Amalia Farina, giovane scrittrice torinese, autrice di due romanzi famosi. Solo stasera, alle 22.30 Spazio Mil, via Granelli Sesto San Giovanni (MI) Info e prenotazioni: 02.36.59.25.44 Antigone 2000 d.C. 'Na Tragedia 442 d.C. Antigone e Ismene: la prima chiede alla sorella di infrangere con lei il divieto alle esequie funebri del fratello; la seconda per paura la lascia sola. 2000 d.C. Una vicenda analoga, ai nostri giorni: due sorelle, Antigone e Ismene Ruggeri, sono alle prese con leventuale funerale della gamba amputata della zia Lavinia. Motore dellazione, una normativa sanitaria, attualmente in vigore nel nostro paese, che stabilisce

che una parte anatomica pi lunga di un certo numero di centimetri che viene amputata non pu essere gettata, ma deve essere ritirata dal paziente o dai suoi familiari presso la struttura dove avvenuto lintervento. I paradossi che una situazione simile pu creare sono diversi, nel caso di Antigone e Ismene: fare il funerale alla gamba, cremarla, congelarla o seppellirla? Funerale religioso o civile? Che tipo di omelia si pu fare alla memoria di una gamba? Mentre Antigone spinge a esasperare il paradosso, Ismene frena, ritenendolo inutile. La struttura della tragedia, viene trasportata in uno stile e in un linguaggio attuali. Il coro, commento pietoso dei conflitti umani, qui cadenzato al ritmo di un rap alla Eminem. Il mondo esterno a contatto con le vicende degli eroi, qui si frantuma in piccole schegge quotidiane, il cui fondamento il vuoto e il narcisismo. Ai dialoghi domestici di Antigone e Ismene Ruggeri, si contrappongono quelli pubblici di personaggi grotteschi da happy hour. Al potere del tiranno, nella tragedia di Sofocle, si sostituisce ormai un potere pi subdolo, mascherato, capillare che condiziona a tal punto da far fatica a riconoscerlo. Oggi e domani, alle 21 Spazio Mil, via Granelli Sesto San Giovanni (MI) Info e prenotazioni: 02.36.59.25.44

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