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Giacomo Conserva

La psichiatria, ed altro.
Lo statuto della follia sempre stato dubbio: dono degli dei; espressione della fragilit umana e suo specchio; pura negativit; chiave verso un futuro. Apro casualmente un testo appena scaricato dalla Rete (Typography, di Lacoue-Labarthe), e leggo linizio: Quasi dappertutto stata la follia ad aprire la strada per lidea nuova, a rompere lincantesimo di una abitudine venerata e della superstizione. Capite perch stata la follia a far questo? Qualcosa dalla voce e dallatteggiamento inquietanti e incalcolabili come i modi demonici del tempo e del mare, e perci meritevole di un uguale rispetto e attenzione? Qualcosa che portava altrettanto visibilmente il segno della totale non libert delle convulsioni e della bava dellepilettico, e che sembrava designare il folle come la maschera ed il portavoce degli dei? Qualcosa che nel portatore di una nuova idea risvegliava reverenza e timore per s stesso- non pi i tormenti della coscienza- e lo spingeva a divenire il profeta ed il martire della sua idea? Altre letture sono state fatte. Il problema sono i sani, la normalit: tutte le formulazioni di Laing etc. E che la normalit incorpori un alto tasso di repressione sociale interiorizzata mi pare difficile da contestare. Ma stato pure detto: fare della malattia unarma (lSPK, collettivo socialista dei pazienti- Heidelberg inizio anni 70): gruppi di discussione con pazienti, utilizzando sullo sfondo Marx e la Fenomenologia dello Spirito- gruppi di discussione e rottura dellordine psichiatrico (e non solo)- ben al di l della rivendicazione del proprio diritto alla devianza dalla norma. Naturalmente, la follia, in quanto tale, non esiste. O almeno, non esiste pi- in quanto le categorie percettive, ideologiche, teoriche sono cambiate. In questo c una lunga storia, non conclusa (p.e. allinizio degli anni 70 in USA lomosessualit venne ufficialmente non pi considerata una malattia). Ora abbiamo psicosi, depressione, ansia, disturbi di personalit Abbiamo persone che a volte chiedono aiuto; altre rispetto alle quali viene chiesto aiuto (e anche questa una categoria vastissima: si pensi alluso a suo tempo in URSS della categoria paranoia- delirio di persecuzione e di grandezza- contro non pochi oppositori). Inoltre, il problema non riguarda solo gli altri, ma ciascuno in prima persona: io, che scrivo queste righe (come te, che le leggi), posso avere avuto (o avere, ora o in futuro) periodi di alterazione e sofferenza estrema; di me (di te) pu venire detto- a un certo punto- che sono strambo, bizzarro, patologico. -A torto o ragione. (Non solo nessuno senza colpa, ma nessuno esente dai rischi della conditio humana). La globalizzazione e la rivoluzione tecnico-scientifica comportano sovvertimenti

cognitivi e sociali. Lambiente di lavoro e di vita cambia senza tregua (e spesso senza preavviso). Flussi di denaro, di merci, di immagini e suoni e parole, di persone, di tecnologia si intrecciano vorticosamente. Il caos ha anche i suoi lati positivi, certo. Era stato detto: non avere una identit fissa (contro la societ patriarcale, autoritaria, fallocentrica); ma vi sono anche gli aspetti di violenza, disgregazione, distruttivit pura -diffusa, o interpersonale nei piccoli gruppi, -o contro s stessi. Le nostre menti e i nostri corpi hanno a volte difficolt a fare i conti con tutto questo. Tutto ci particolarmente evidente se esaminiamo le storie di stranieri con problemi psichiatrici (o psicologici); se si scava appena sotto la superficie, ci troviamo proiettati in luoghi come Kushab, perso nelle campagne del Punjab- ove c un reattore per il plutonio; o Souk Sebt (un vecchio piccolo mercato settimanale, come dice il nome), Marocco, regione di Beni Mellal (povera, ad altissimo tasso di emigrazione): leggendo un blog nel sito del municipio scopro (da un migrante che scrive furioso dalla Germania) della recente apertura l, contro ogni tradizione e contro la legge coranica, di una vineria (a Beni Mellal, daltro canto, stanno per aggiungere un moderno reparto psichiatrico allospedale distrettuale); uno stesso russo-italiano mi parla ( ben al di l della fase acuta dei suoi problemi), per diverse variabili della sua storia, di una citt chiusa russa specializzata in produzioni strategiche e militari, di un porto sul mare Artico, di una citt dellAustralia, di un sito elettronico che permette di contattare i suoi compagni di liceo variamente dispersi per il mondo -oltre che di Parma, dove vive; da una piccola citt della Moldavia mi giungono storie di aggressioni di strada, e della guerra con la TransDnistria allinizio degli anni 90; posso discutere di Al Jazeera (trasmessa dal principato del Dubai) con un operaio di Fornovo (a Fornovo si svolse nel 1495 una famosa battaglia contro Carlo VIII di Francia- e nellaprile 1945 una altra battaglia contro divisioni tedesche e della Repubblica di Sal in ritirata: si arresero alla fine in 15.000) - e tutte le variabili e intrecci di storia, -famigliari, sociali, economichepossibili e immaginabili. Lo stesso, naturalmente, vale per gli italiani nativi (ammesso che p.e. non siano nati in Germania, come non poche volte capita di vedere)- era stata la lezione di Deleuze e Guattari: indagare e seguire i flussi, le ramificazioni, i concatenamenti- fare linea, non punto- mettersi dal punto di vista dei processi, e delle strutture e gruppi in trasformazione. In quanto psichiatra non ho nessuna lezione da insegnare, nessuna normalit da difendere. Posso solo aiutare le persone a fare quello che cerco di fare io: muovermi in questo oceano, essendo il pi lucido possibile su dove mi trovo e cosa sto facendo e cosa ci implica; e il meno rigido possibile davanti agli eventi interni ed esterni, alle situazioni, alle emozioni, ai rapporti. Naturalmente, molto pi facile da dire che da fare. Ma, come stato pure detto, wir sind nicht allein- non siamo soli; si pu, nel corso del tempo, chiedere aiuto, riceverlo, -pure darlo.

LETTURE: Gloria Anzaldua, Borderlands /La frontera. -The new mestiza, Aunt Lute Books 2007 (1987). Saskia Sassen, Una sociologia della globalizzazione, Einaudi 2008 ( 2007). Neil Brenner e Roger Keil, a c. di,The Global Cities Reader, Routledge 2006. G. Deleuze e F.Guattari, Millepiani. Capitalismo e schizofrenia, Castelvecchi 2003 (1980). Allen Ginsberg, Kaddish (1961), in Poesie scelte 1947-1995. Testo inglese a fronte, Net 2005. F. Lyotard, Il dissidio, Feltrinelli 1985 (1983). R.D. Laing, Lio e gli altri. Psicopatologia dei processi interattivi, BUR 2002 (1961). Scott Bukatman, Terminal Identity. The Virtual Subject in Postmodern Science Fiction, Duke Universiy, 1993. Hanna Arendt, Vita Activa, Bompiani 1994 (The human condition, 1958). Parma, marzo 2008. Giacomo Conserva (Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Parma)

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