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Il Progetto DINAMO per la biodiversit del Molise (LIFE08 NAT/IT/000324) D.1.S D.2.S D.3.

3.S A cura di Paola Carrabba, Laura Maria Padovani, Massimiliano De Mei, Angela Stanisci, Maria Laura Carranza

2011 ENEA Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, lenergia e lo sviluppo economico sostenibile Lungotevere Thaon di Revel, 76 00196 Roma ISBN 978-88-8286-237-4

Premessa
diPaolaCarrabba

Gliultimidecennisonostatisegnatidaundibattitoampioecontinuosullenecessitlegatealla gestioneterritoriale,dovutoancheaiprofondicambiamentinellusoenellostatodelsuoloche sonoavvenutinelnostropaesedaglianni50delsecoloscorsoadoggi.Unaurbanizzazionesem prepipervasiva,iprofondicambiamentiavvenutinellagricolturadialcuneareedelPaese,il sempre pi diffuso abbandono delle aree montane, di quelle marginali e dismesse, un dissesto territorialemaicosvasto,ilproblemadellaconservazioneedellusosostenibiledellerisorsena turali,hannoportatosempredipiallaribaltailproblemadiunacorrettagestioneambientale. Partendodagliassuntidellosvilupposostenibile,coscomesonostatienunciatialivellointerna zionale nel rapporto Brundtland (Our Common Future WCED, 1987), appare evidente limpossibilitdiaffrontareilproblemaambientalesenzatenerconto,nelcontempo,dellecom ponentisocialiedeconomichecheincidonosulterritorio,soprattuttoinunarealtcomequella italiana, dove la presenza umana permea lo spazio in modo pervasivo. Il problema, quindi, quellodiindividuareesperimentaremodellidigestioneterritoriale,opportunamentediversifi cati,chepossanoessereutilmente propostiindiverserealtambientali,socialiedeconomiche. Ladifficoltstanellindividuaremodellichenonsianotropposbilanciativersounadellecompo nenti.Daquestopuntodivista,lapersonalizzazionediunmodellorispettoallarealtlocale fondamentale. Il Modello DINAMO stato tarato sulla realt territoriale del Basso Molise, caratterizzata da unalta incidenza di aree rurali e dalla presenza di zone ad elevato valore di biodiversit. LobiettivodelProgettoDINAMOdiincrementarelabiodiversitlocaletramiteazionidicon servazioneinareeproduttiveedemaniali,realizzateincollaborazioneconsoggettisiapubblici cheprivati.Leazionidiconservazioneconsistonoininterventiattiaincrementarelanaturalit delleareeprossimeaiSIC(SitidiInteresseComunitario)ealleZPS(ZonediProtezioneSpeciale), conservarealcunespeciediuccellieanfibierinaturalizzareareedegradatetramitelimpianto dispeciearbustiveearboreeautoctone. La partecipazione dei privati al progetto, tramite lindividuazione delle opportune attivit di conservazioneevalorizzazione,divienelabasediunmodellocheconcilialacrescitaeconomica conlaconservazione.Nellostessotempo,talecoinvolgimentocontribuisceallacomprensionedel valorenonsoloambientale,maanchesocialeedeconomico,deiservizifornitialluomodaglie cosistemiedeimeccanismichesonoallabasedellorofunzionamento.IlModelloDINAMO,quin di,uniscealvaloredimostrativodellazioneancheunimportantecontenutodicomprensioneed aumentodellaconsapevolezzaalivellolocale.

INDICE

Introduzione - Lebasiinternazionali,europeeenazionalidellideaprogettuale - Lapproccioecosistemico - Iserviziecosistemici GliobiettividelprogettoDINAMO

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D.1.SIlprogettoDINAMOperlaBiodiversitdelsistematerritorialedelBassoMolise IlBassoMolise:Geografiaedambientefisico Molteplicitdivocazionidelterritorio Lacoperturadelsuolo ReteNatura2000eareeprotetteinMolise GlihabitatdiinteressecomunitarionellareadelprogettoDINAMO LafaunadiinteressecomunitarionellareadelprogettoDINAMO D.2.SIlSITIDINAMO:lAreadiProgetto IlSITIDINAMO:UnSistemaInformativoTerritorialeIntegratoperlaconservazionedella biodiversitminacciataneisistemiagricolidelBassoMolise IntroduzioneaiSistemiInformativiTerritoriali IlSITIDINAMO

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LagricolturanelsistemasocioeconomicoterritorialedelBassoMolise LevoluzionedelcontestosocialeedeconomicodelBassoMolise Ilsistemaagricolo Lagriturismo Lagricolturabiologica Lassettodelterritorio,lagricolturaeilsistemasocioeconomicodelBassoMolise Lacoperturadelsuoloelaconservazionedelpaesaggio LeaziendeagrariedelBassoMoliseeifinanziamenticomunitari(20002006):una breveanalisi Alcunevalutazioniconclusive D.3.SUnSistemadiSupportoDecisionale:scenarifuturi UnSistemadiSupportoDecisionaleperpromuoverelabiodiversitminacciataneisi stemiagricolidelBassoMolise SistemidiSupportodecisionale:origineedefinizione CaratteristichedeiSistemidiSupportodecisionale ComecostruireunSistemadiSupportodecisionale? ComponentidiunDSS IlSistemadiSupportodecisionaleDINAMO ComponentidelDSSDINAMO UtilitdelDSSDINAMOesviluppifuturi

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GLOSSARIO

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Contributi
AngeloCappuccioConfederazioneItalianaAgricoltori(CIA)Campobasso.ViaG.Vico86100Campobasso. a.cappuccio@cia.it PaolaCarrabbaENEA,Agenzianazionaleperlenuovetecnologie,lenergiaelosviluppoeconomicosostenibile UTAGRI,C.R.Casaccia,ViaAnguillarese,301,Roma,paola.carrabba@enea.it MariaLauraCarranzaEnviXLab.DipSTATUniversitdelMolise.ContradaFonteLappone86090Pesche. Italia.carranza@unimol.it GiovanniCiccorelliEnviXLab.DipSTATUniversitdelMolise.ContradaFonteLappone86090Pesche.Ita lia.giovanni500@gmail.com LorenzoDeLisioEnviXab.DipSTATUniversitdelMolise.ContradaFonteLappone86090Pesche.Italia lorenzo.delisio@fastwebnet.it MassimilianoDeMeiENEA,Agenzianazionaleperlenuovetecnologie,lenergiaelosviluppoeconomicoso stenibileUTINNBIO,C.R.Casaccia,ViaAnguillarese,301,Roma,demei@enea.it MarinaForleoDipartimentoSPES,UniversitdelMolise,ViaDeSanctis,87100Campobasso.forleo@unimol.it Vincenzo Giaccio Dipartimento SEGES, Universit del Molise, Via De Sanctis, 87100 Campobasso. giac cio@unimol.it Anna Loy EnviXLab. DipSTAT Universit del Molise. Contrada Fonte Lappone 86090 Pesche. Italia a.loy@unimol.it MarcoMarchettiDipartimentodiScienzeeTecnologiedellAmbienteedelTerritorioUniversitdelMolise ContradaFonteLappone,86090Pesche(Isernia).marchettimarco@unimol.it Davide Marino Dipartimento di Scienze e Tecnologie dellAmbiente e del Territorio Universit del Molise ContradaFonteLappone,86090Pesche(Isernia)dmarino@unimol.it Luigi Mastronardi Dipartimento SEGES, Universit del Molise, Via De Sanctis, 87100 Campobasso. nar di@unimol.it LauraMariaPadovaniENEA,Agenzianazionaleperlenuovetecnologie,lenergiaelosviluppoeconomicoso stenibileUTAGRI,C.R.Casaccia,ViaAnguillarese,301,Roma,laura.padovani@enea.it GiovanniPelinoGiardinodellaFloraAppenninicadiCapracotta(Isernia)giovannipelino@yahoo.it Angela Stanisci Dipartimento di Scienze e Tecnologie dellAmbiente e del Territorio Universit del Molise ContradaFonteLappone,86090Pesche(Isernia)stanisci@unimol.it SophiaValentiIGEAMDEVELOPPEMENTDURABLEViaGoito,5200185Roma.sophia.valenti@altran.it

Introduzione
PaolaCarrabba,LauraMariaPadovani,MassimilianoDeMei

Il Progetto DINAMO (LIFE08 NAT/IT/000324) unprogettoacaratteredimostrativodidura tatriennale(20102012),coordinatodalDipar timento STAT dellUniversit degli Studi del Molise, in partenariato con ENEA, la Confede razioneItalianaAgricoltori(CIA)edIGEAM. DINAMOlacronimodeltitoloinglesedelpro getto,esignificaIncrementodellabiodiversita rischio di estinzione nelle aree agricole e semi naturali:unmodellodigestioneinnovativo. Il Progetto DINAMO uno degli otto progetti Biodiversit finanziati nel 2008 dalla Com missioneEuropeatramiteilprogrammaLIFE+, unostrumentochesupportalarealizzazionedi buonepratiche,innovazioneoprogettiacarat tere dimostrativo. In particolare la linea dedi cata a Natura e Biodiversit finanzia progetti che mirano a proteggere, conservare, ripristi nare, monitorare e favorire il funzionamento deisisteminaturali,deglihabitatnaturaliedel lafloraedellafaunaselvatiche,alfinediarre starelaperditadibiodiversit,inclusaladiver sit delle risorse genetiche, allinterno dellUE entroil2010. Lidea del progetto nasce dalla considerazione che le aree agricole in Europa rappresentano una matrice ambientale ad amplissima diffu sione, e che una loro corretta gestione, cos comelattuazionediunaseriedipraticheagri cole pi ecologicamente sostenibili, possono avere una ricaduta fondamentale in termini di conservazionedellabiodiversitediincremen todeiserviziecosistemici. Il Modello DINAMO intende rispondere a que steconsiderazioniproponendounaseriediat tivit di conservazione da attuare al di fuori delleareeprotette,rivolteaspecieeadhabitat di interesse comunitario, individuando nel co involgimentodegliEntilocaliedegliimprendi tori agricoli la carta vincente per promuovere unamiglioreconservazionedellambienteeun incrementodeiserviziecosistemiciassociati. Lobiettivogeneraledellapropostaprogettuale la valorizzazione di un modello di gestione per proteggere, conservare, ripristinare, moni torare e favorire il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali e della flora e 6

della fauna selvatiche, con lobiettivo di mini mizzare la perdita di biodiversit al di fuori delleareeprotettenellareaBassoMolise. LobiettivospecificodiDINAMOquellodidi mostrare lefficacia di un modello replicabile per la gestione integrata delle risorse territo rialichecoinvolgasoggettisiapubblicichepri vati, al fine di contrastare la perdita di biodi versitlocale. Ilprogettoinfattipromuovelaconservazionee lincremento delle popolazioni di specie target e dei loro habitat in aree agricole e semi naturali, attraverso lattuazione di pratiche di mostrativeefavorendolintegrazioneelacom plementariet tra le politiche ambientali ed a gricoleeuropee. Il presente lavoro rappresenta la stesura dei primitrerapportidellaseriescientifica(delive rable D.1.S, D.2.S e D.3.S) previsti dal Progetto DINAMO,pubblicatiinsiemeperunaquestione di continuit e completezza di descrizione scientificadellareadiprogetto.

Lebasiinternazionali,europeeenazionali dellideaprogettuale
Il Progetto DINAMO si inquadra in uno degli obiettivi comunitari connessi con la conserva zione delle risorse naturali, ovvero quello di sviluppare,incooperazionecongliStatimem bri, gli strumenti per migliorare la conserva zione e luso sostenibile delle biodiversit in tuttoilterritorioaldifuoridelleareeprotette (Sezione III Settori di intervento. Comunica zione della Commissione al Consiglio e al Par lamentoeuropeosuunastrategiaperlabiodi versit della Comunit europea (COM (1998) 42final). La proposta di progetto risponde anche a tre degli obiettivi prioritari individuati nel Piano dazione della Comunicazione della Commis sione Europea Arrestare la perdita di biodi versitentroil2010eoltreSostenereiser viziecosistemiciperilbenessereumano(COM (2006) 216 final del 22/05/2006), ovvero: la salvaguardiadellespecieedeglihabitatpriori tari dellUE (Obiettivo 1); la conservazione e il ripristinodellabiodiversitedeiserviziecosi

stemici nel contesto rurale dellUE (Obiettivo 2); il rafforzamento della compatibilit tra lo svilupporegionaleeterritorialeelabiodiversi tnellaUE(obiettivo4). AnchelAgenziaEuropeaperlAmbiente(EEA) si recentemente interessata ai legami tra la biodiversit,lagricolturaeiserviziecosistemi ciinEuropa,definendoproprioiconfinientroi quali si muove il Progetto DINAMO (EEA, 2010). Lobiettivoprincipaledellapropostadiproget to, inoltre, in linea con le priorit nazionali italianeperlanno2008,definitedalMinistero dellAmbiente,cheindicanoprogettiinnovativi edimostrativicomestrumentiperlattuazione delregolamentoLIFE+traisettoriprioritaridi azione del Programma pluriennale strategico del Consiglio europeo per la natura e la biodi versit (allegato II, Reg. Regolamento (CE) n. 614/2007delParlamentoeuropeoedelConsi glio).

camente accettabile tra le priorit della con servazione della natura, luso delle risorse e la suddivisionedeibenefici.Inparticolarequesto approccio tenta di rimuovere le barriere tra leconomia umana, le aspirazioni sociali e lambiente naturale, ponendo fermamente luomoallinternodeimodelliecosistemici. Lapproccio ecosistemico si basa sulla applica zione di appropriate metodologie scientifiche focalizzatesuilivellidiorganizzazionebiologi ca che comprendono le strutture essenziali, i processi, le funzioni e le interazioni tra gli or ganismi e il loro ambiente. Esse riconoscono chelepopolazioniumane,conlelorodiversit culturali, sono parte integrante di molti ecosi stemi.

Iserviziecosistemici
Limportanza della biodiversit a livello locale particolarmente evidente quando si conside rino gli aspetti economici legati alluso e alla conservazione delle specie e alla funzionalit degliecosistemi.Labiodiversit,infatti,produ cebenefitperlapresenteeperlefuturegene razioni attraverso i servizi ecosistemici che fornisce, servizi che sono alla base della so pravvivenza umana (MEA, 1995), ma che luomo d spesso per scontati o considera, a volte,comeprividivalore. Tali servizi, in realt, non sono n scontati n privi di valore, e questo diviene drammatica mente evidente quando la loro scomparsa, a causa di errori nella gestione territoriale o di eventi catastrofici, riporta in evidenza limportanza di poter contare su ecosistemi in buonostatodiconservazione. Gliecosistemifornisconoalimenti,acquapota bile, medicine, materiali da costruzione, fibre tessili,combustibili,tuttielementifondamenta liperlanostrasocietedicuipossibilestabi lireunvaloreeconomico. Magliecosistemiproduconoancheunaseriedi altri servizi pi difficili da quantificare econo micamente, quali, ad esempio, quelli collegati allapurificazionedellacquaedellaria,allasta bilizzazionedelclima,allafertilitdelsuolo,al ciclo dei nutrienti. molto difficile riuscire a dareunadeguatovaloreaquestiservizi. Divieneinvece,ancoraunavolta,pifacilesta bilireilvaloreaposteriorideldannoprovocato allambiente, alluomo e alleconomia dal catti vofunzionamentodeiserviziecosistemici. 7

Lapproccioecosistemico
Il Progetto DINAMO descrive un modello che, nella sua struttura e funzionalit, rappresenta un tentativo di applicazione dellApproccio E cosistemico,comedefinitonellambitodeilavo ri della Convenzione delle Nazioni Unite sulla DiversitBiologica(CBD). Lapproccioecosistemicounastrategiaperla gestione integrata delle risorse territoriali che promuove la conservazione e luso sostenibile della biodiversit in modo giusto ed equo (Pa dovani et al.,2003).Questadefinizionecontie ne un riferimento esplicito non solo alla con servazione ma anche allutilizzo delle risorse (nonsoloviventi),conunaccennoallagiustizia eallaequitsociale. Questo riferimento non un mero esercizio di stile,inquantounadellecaratteristicheprinci pali dellapproccio ecosistemico il coinvolgi mento diretto e sostanziale dei portatori dinteresse locali (stakeholder) nella gestione delterritorio,chevistacomeunprocessoin tegrato non solo dal punto di vista ambientale (terra, acqua, atmosfera, risorse viventi) ma anchedaquellosociale. Lapproccio ecosistemico rappresenta, invece, unmododipensareedagireinmanieraecolo gica,subasescientifica,integrandoleinforma zionibiologiche,socialiedeconomicheperrag giungere un equilibrio socialmente e scientifi

Sono esempi molto recenti i danni e le vittime provocati dagli eventi alluvionali causati, da una parte, da eventi meteorici estremi, dallaltradalladistruzionediunaseriediecosi stemi fluviali che garantivano un miglior con trollodeglieventidipiena.Ancora,unacattiva gestionedelterritoriochehacomeconseguen za lalterazione della potabilit delle falde ac quifere, provoca un danno economico esatta mente quantificabile a chi costretto ad ap provvigionarsitramitealtrefontiafiniagricoli, industriali,potabili. Tuttaviaanchelaconservazionedellabiodiver sit presenta dei costi e questi vanno inseriti nel processo decisionale. Conoscere questi co sti significa disporre delle basi per definire il rapportoesistentetracostiebeneficieperin dividuareleopzionidiconservazioneeconomi camentepivantaggiose.Diversistudiconcor dano che i benefici della conservazione delle risorse superano quelli relativi alla riconver sione. Al riguardo occorre precisare che la conservazione,inmolticasi,nonvaintesain senso statico, ovvero come salvaguardia pas siva (non utilizzo) della risorsa; la conserva zione deve invece essere intesa e diventare sempredipicompatibileconunaproduzione sostenibile di beni e servizi, compreso i beni alimentari, il legname, le risorse ittiche, i pro dottiforestalinonlegnosi,ilturismo,soprattut toinquellerealtchesonoormaiampiamente caratterizzate dalla presenza e dallazione delluomo. evidente, da quanto detto, che la conserva zione dei servizi ecosistemici, anche se teoriz zataecodificataalivelloregionaleonazionale, puessererealizzatasoloalivellolocale,dove lafunzionalitdegliecosistemiesprimealmas simolepropriepotenzialit.

Il progetto DINAMO, tramite la definizione di unmodellopartecipativodigestioneterritoria le,siproponedaunapartedidivulgareaipor tatori dinteresse locale gli aspetti legati allimportanza della conservazione dei servizi ecosistemici, dallaltra di concretizzare alcuni interventi pratici a favore di tale conservazio ne. BIBLIOGRAFIA Commission of the European Communi ties, 1998. Communication from the Com mission to the Council and the European ParliamentonaEuropeanCommunityBio diversity Strategy. COM(1998) 42 final. Brussels. Commission of the European Communi ties, 2006. Communication from the Com mission. Halting the loss of Biodiversity by 2010 and beyond. Sustaining ecosystem services for human wellbeing. COM(2006) 216final.Brussels. European Environment Agency, 2010. 10 messagesfor2010.Agriculturalecosystems. EEA.Copenhagen. MillenniumEcosystemAssessment,2005. EcosystemsandHumanWellbeing:Biodi versitySynthesis.WorldResourcesInstitute, Washington,DC. PadovaniL.,P.Carrabba&F.Mauro,2003. Lapproccio ecosistemico: una proposta in novativaperlagestionedellabiodiversite delterritorio.Energia,AmbienteeInnova zione.Anno491/2003:2332. Report of the World Commission on Envi ronment and Development, 1987. Our CommonFuture.TransmittedtotheGener al Assembly as an Annex to document A/42/427DevelopmentandInternational Cooperation:Environment.

GliobiettividelprogettoDINAMO
DavideMarino,MariaLauraCarranza,AnnaLoy,MarcoMarchetti,AngelaStanisci, PaolaCarrabba,SophiaValenti,AngeloCappuccio

Il progetto DINAMO (LIFE08 NAT/IT/000324), iniziato a gennaio 2010, stato sviluppato nellambito delle azioni sostenute a livello co munitario dallo strumento finanziario LIFE e promosso da Universit degli Studi del Molise, CIA (Confederazione Italiana Agricoltori), ENEA edIGEAM. DINAMO lacronimo in inglese del titolo ita liano del progetto: Incremento della biodiver sit a rischio di estinzione nelle aree agricole e seminaturali: un modello di gestione innova tivo. LobiettivoprincipalediDINAMO,chehaunadu rata triennale (20102012), quello di preser vare, incrementare e monitorare la biodiversit tramite lattuazione e lintegrazione di azioni di conservazione realizzate grazie alla coopera zione congiunta di soggetti pubblici (Ammini strazionicomunali)eprivati(agricoltori). Larea di sperimentazione del modello com prende11ComunidelBassoMolise(Provinciadi Campobasso):Campomarino,Guglionesi,Larino, Montecilfone, Montenero di Bisaccia, Petacciato, Portocannone,SanGiacomodegliSchiavoni,San Martino in Pensilis, Acquaviva Collecroce e Ter moli. Ilterritoriostatosceltosiaperlaltaincidenza delle aree rurali, che occupano oltre il 95% del territorio,siaperlaricchezzadizoneadelevato valore di biodiversit, come testimonia la pre senzadi14sitidellaReteNatura2000. Nellarea interessata sono stati selezionati siti pubblici e privati presso i quali realizzare una serie di azioni dirette ed indirette tese alla con servazionedellabiodiversitlocale. TalisitisonocontiguiaiSICealleZPSperfarsi che gli interventi messi in campo dal progetto DINAMOproducanolincrementodellabiodiver sit di unarea pi vasta rispetto a quella circo scrittadaisitiNatura2000,realizzandocosuna rete ecologica che integri anche le aree rurali. Sono previste 8 azioni concrete di conserva zione,chemiranoa:

ampliareglispazinaturalinegliagroeco sistemi, aumentando la naturalit e la biodiversit nelle aree prossime ai siti SIC e ZPS della rete ecologica Natura 2000; realizzareinterventiatti afavorirelani dificazione e il successo riproduttivo di specie di uccelli legati agli agroecosi stemi(NibbioReale,Calandra,Ghiandaia Marina)einterventidiriqualificazionedi fontanili per favorire le popolazioni di anfibiminacciati; raccogliere,conservareepropagaresemi di specie arbustive e arboree native per ottenere materiale vegetale utile ad a zioni di rimboschimento e riqualifica zioneambientale(taleattivitvienesvol ta presso la Banca del Germoplasma del Molise e il Giardino della Flora Ap penninica di Capracotta, in collabora zione con aziende agricole e vivai fore staliregionali); realizzare interventi di impianto di spe cie arbustive e arboree native in aree pubbliche,permigliorareilgradodicon nettivit tra le aree della rete Natura 2000.

Limplementazione del Modello Dinamo passa attraverso la realizzazione di due strumenti di partecipazione,lAgriForumelaRetedAzione. LAgriforum il momento di confronto e di co struzionedellestrategiediazioneperlaconser vazioneelincrementodellabiodiversitsulter ritorio. AllAgriforum partecipano i partner di progetto, gli imprenditori agricoli, la Pubblica Amministrazione, i Comuni, le Associazioni lo cali,iprivatietuttelepersoneche,avariotitolo, possono essere interessate al progetto. Durante lAgriForum si discute delle attivit gi svolte, delledifficoltemerseedeirisultatiraggiunti;si pianifica il prosieguo delle attivit e si valutano le opportunit di finanziamento offerte a livello internazionale, nazionale e locale per la conti nuazioneneltempodelmodelloDINAMO.

La Rete dAzione rappresenta il braccio opera tivo del Modello DINAMO. formata dagli im prenditori agricoli che si sono resi disponibili a realizzare le azioni pratiche previste dal pro getto nelle loro aziende e nelle aree pubbliche messe a disposizione dai Comuni. Questa Rete dAzione viene di volta in volta attivata con il supportodellaCIAsecondolapianificazionedel leattivitdecisadallAgriForum. Lidea fondante del Progetto Dinamo stata quella di cercare un modo per andare incontro allenecessitdiconservazionedellabiodiversit edeiserviziecosistemiciadessacorrelatianche al di fuori delle aree protette, per rispondere ai dettamidellaEuropeanCommunityBiodiversity Strategy(COM(1998)42final). Nellarea molisana interessata dal progetto DI NAMO, i territori al di fuori delle aree protette sonoessenzialmenteavocazioneagricola,carat terizzatidaaziendepiccoleeperlopiacondu zionefamiliare. Il tentativo di portare le necessit della conser vazione della biodiversit sul territorio vasto nonpoteva,quindi,chepassareattraversoilco involgimentodegliimprenditoriagricoli.Eraben chiaro, inoltre, che un tal coinvolgimento era possibile solo coniugando la conservazione con un potenziale aumento del reddito agricolo, che rendessevantaggiosaladesioneagliobiettividel progetto. Il Modello si propone di rispondere a queste considerazioni individuando nel coinvolgimento degliEntilocalienellapossibilitdilavorarean chenelleareepubblichealdifuoridelleaziende agricole la carta vincente del Progetto. DINAMO metteadisposizionedellaRetediAzionefontidi finanziamentoaggiuntive(locali,nazionaliedin ternazionali) per la realizzazione delle azioni di conservazione,alfinediincrementareilreddito. Creare, inoltre, un momento di confronto e di decisione condivisa allinterno dellAgriForum permettedifarlevasulsensodiappartenenzae suldesideriocomunedipartecipazioneattivaal la pianificazione e alla gestione del proprio ter ritorio.

Oltreaimomentidipartecipazionecondivisacon gli attuatori locali della DINAMO (agricoltori ed Entilocali),ilprogettoprevedeancheunefficace piano integrato di comunicazione e dissemina zione che accompagna lintero percorso proget tualeegarantisceunaretediflussidicomuni cazionetraipartnerdelprogetto,gliagricoltori, iComuni,icittadini,eisoggetticomunqueinte ressati. Le azioni di comunicazione e divulga zione sono garantite tramite lorganizzazione di eventi, la produzione di materiale informativo, gliincontrinellescuoleecc. Il Modello DINAMO, cos, risponde pienamente alle esigenze di crescita locale cos come sono state individuate dai dettami dello sviluppo so stenibile. Per raggiungere uno sviluppo che si possadirerealmentesostenibilenelleareeagri coledelBassoMolise,infatti,ilProgettoDINAMO coniuga le necessit dellambiente (azioni prati che) con quelle economiche (incremento del reddito) e con quelle espresse dal contesto so ciale(partecipazioneedecisionecondivisa). Una vera DINAMO, quindi, che genera qualit ambientaleesviluppodallapartecipazione.

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BIBLIOGRAFIA
CarrabbaP.,2010.LIFE+DINAMOProject:a demonstrative management model for in creasing endangered biodiversity in agricul tural and seminatural areas. A regional study. Fondazione Eni Enrico Mattei Eco system Services Training Day. September 29, 2010. Venice (Italy) http://www.feem project.net/estday_2010/programme.html Commission of the European Communities, 1998. Communication from the Commission to the Council and the European Parliament on a European Community Biodiversity Strategy.COM(1998)42final.Brussels Di Giovanni B., Carrabba P., Padovani L. M., Marino D., Stanisci A., Loy A. Carranza M.L., Antimiani L., Valenti S., Cappuccio A., 2010. The DINAMO Project. LIFE08 NAT/IT/000324. DG ENV LIFE unit Confer ence: LIFE Nature and Biodiversity pre paring the future. A Conference of the LIFE Programme.Brussels,31May2010.

MarinoD.,2010.Biodiversitepoliticheeco nomiche. Convegno: Verso la Conferenza NazionaleperlaBiodiversit.DallaCartadi Siracusa alla Strategia Nazionale. Ministero dellAmbiente e della tutela del Territorio e delMare.Firenze,29aprile2010. Marino D., Marchetti M., Stanisci A., Loy A., Carranza M.L., Padovani L.M., Carrabba P., Valenti S., Campolieti D., 2010. Il Progetto DINAMO. Uno strumento per la conserva zione e la valorizzazione della biodiversit nelle aree rurali. Convegno BIOD coltivare la biodiversit. IREALP. Milano, 1011 giu gno2010. MarinoD.,StanisciA.,LoyA.,CarranzaM.L., MarchettiM.,DiCarloA.,BlasiF.,DeLisioL., Chiavetta U., Ciccorelli G., Pelino G., Anti mianiF.,ValentiS.,PadovaniL.M.,Carrabba P.,DeMeiM.,CappuccioA.,2010.Ilprogetto DINAMO: conservazione della biodiversit in areeagricoleUnaretematerialeeimmate rialeattivatanelBassoMolise.Ambiente,Ri sorseeSaluten.125:1116.

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D.1.S.IlprogettoDINAMOperlaBiodiversit delsistematerritorialedelBassoMolise

IlBassoMolise:geografiaedambientefisico
MariaLauraCarranza,GiovanniCiccorelli

LaRegioneMolise,inparticolarelaprovinciadi Campobasso, presenta una struttura territo rialemoltoeterogenea.Isuoipaesaggivariano da prevalentemente collinari e montuosi nellinternoapianureecollinebassenellezone costiere. Questo forte gradiente ambientale d origine a differenze rilevanti per tipologie di coltivazione e uso del suolo, passando dallentroterraallacostaadriatica.IlBassoMo lisecorrispondealterritorioinclusoallinterno delle porzioni finali dei fiumi Trigno, Biferno, SinarcaeSaccione.

como degli Schiavoni, Campomarino, Porto cannone, San Martino in Pensilis, Acquaviva Collecroce, Larino, Guardialfiera, Montecilfone, MontenerodiBisaccia,Palata)(Fig.1). Taleareacopreunasuperficiedicirca700chi lometri quadri. La morfologia del territorio per la maggior parte collinare (altitudini com presetra0e800ms.l.m.)elanaturalitologica prevalentemente argillosa, con affioramenti di gesso o di arenarie nelle aree sommitali dei colliintervallatiavallecole,mentreversoilma representeunconsistentecordonesabbioso. IlclimadelBassoMoliseditipomediterraneo (Blasietal.2000). Il Basso Molise, caratterizzato come altre re gioni italiane da un notevole incremento della pressione antropica dal dopoguerra ad oggi, ospitaancoranumerosesituazioninaturalide gne di conservazione, come testimonia la pre senza di 14 Siti di Importanza Comunitaria (sensu Direttiva Habitat 92/43/CE) otto dei qualiricadonoallinternodiunaZonadiProte zione Speciale (istituita in base alla Direttiva Uccelli). DaunpuntodivistademograficoilBassoMoli se una struttura dinamica ed in crescita. Gli indicatoridemograficicomelestrutturadiet, tassodinascitaediimmigrazionesottolineano una buonasituazionedemograficachesiasso cia a condizioni socioeconomiche che nel con testoregionalesonobuone.

Molteplicitdivocazionidelterritorio
Larea del Basso Molise , nel quadro generale della Regione, quella a maggiore vocazione tu ristica per la sua posizione costiera ed allo stessotempo,anchequellaincuisiconcentra lamaggiorpartedellagricolturaintensivadella regione,grazieallefavorevolicondizionipedo climaticheeallabuonadisponibilitirriguaed inoltre ospita il pi importante nucleo indu strialedellaregione(Forleoetal.2010). Inquestocontestoterritorialeediutilizzodelle risorse cosi complesso va sottolineata la pre senza di produzioni agricole pregiate, per e sempio di vini, nonch, in misura minore, di produzionicompatibiliconlabiodiversitquali quellebiologiche(Forleoetal.2010). Larea nella quale il progetto LIFE DINAMO si svolgecorrispondea13ComunidelBassoMo lise (Petacciato, Termoli, Guglionesi, San Gia

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Lacoperturadelsuolo
Larea del Basso Molise nella quale si svolge il progetto LIFE DINAMO concentra le aree ad agricoltura intensiva pi importanti della re gione,ipolidiattrazioneturisticaprincipalied unaimportanteareaindustriale. Analizzando la cartografia della copertura del suoloCORINELandCoverdellanno2000(Figg. 1 e 2) si evince che loccupazione del suolo a fini produttivi agricoli, nel complesso dei Co muni dellarea, raggiunge percentuali elevate (98%delterritorio). Le aree artificiali (edificati, costruzioni ed in frastrutture) coprono circa 1100 ha (0,2%) mentre le aree naturali rimaste, anche se di grande qualit,coprono superficimoltomode ste(circa7200ha). Una percentuale elevata dei sistemi agricoli occupata da seminativi in aree irrigue (che comprendono colture irrigate stabilmente e periodicamente grazie a uninfrastruttura per manente quali canali dirrigazione, reti di dre naggio e impianti di prelievo e pompaggio di acque. La maggior parte di queste colture non potrebbe realizzarsi senza lapporto artificiale diacqua. Oltreil5%dellareadestinatoasistemicoltu rali e particellari complessi ed aree agricole con vegetazione naturale costituiti da un mo saicodiappezzamenticonvariecolturetempo ranee, prati stabili e colture permanenti occu panticiascunomenodel50%dellasuperficie.

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ReteNatura2000eareeprotetteinMolise

LorenzoDeLisio,AnnaLoy

ReteNatura2000
Natura 2000 una rete europea di siti di inte ressecomunitario,creataperlaprotezioneela conservazione degli habitat e delle specie, ani malievegetali,identificaticomedegniditutelae conservazionedagliStatidellUnioneeuropea. Tali siti sono stati individuati a seguito della e manazione della Direttiva Habitat (direttiva 92/43/CEE). A questi vanno aggiunte zone di protezione speciale che comprende le zone de signate nellambito della cosiddetta Direttiva Uccelli(Direttiva79/409/CEE). I siti appartenenti alla Rete Natura 2000 sono considerati di grande valore in quanto habitat naturalieccezionali,cheospitanofaunaefloradi rilevante interesse conservazionistico a livello comunitario. IlsistemaReteNatura2000inMolisecostitui toda 85 ZSC(ZoneSpecialidiConservazione) e 23ZPS(ZonediProtezioneSpeciale)riconosciu tedallaUE. A queste va aggiunta una ZPS codificata come appartenente alla lista della regione Abruzzo (IT7120132 Parco Nazionale dAbruzzo) ma cheoltrepassainrealticonfinidiLazioeMoli se.LadifferenzatraZSCeZPSrisiedenellemoti vazionidelladesignazionediquestearee. Le ZSCsonodesignatealfinediproteggerefau na, flora e habitat minacciati, ad eccezione delle speciediUccelli,periqualisonoinvecedesigna teleZPS.LeZPSsonostatedesignatesullabase delleIBA(ImportantBirdAreaAreeimportanti per gli uccelli), aree prioritarie per la conserva zione dellavifauna individuate da un progetto europeo elaborato dal BirdLife International (http://www.birdlife.org). In Molise sono pre senti4IBA. Recentementesonostateancheindividuate 9 a reeIPA(ImportantPlantAreas),dovesiconcen trano specie vegetali e tipi di vegetazione parti colarmenterarieinbuonostatodiconservazio ne(Blasietal.,2010).

AreeProtette
Le aree protette sono territori che ospitano beni naturaliestoricoculturaliperlacuitutelasiri tiene necessario attuare particolari misure di protezione e dalla cui corretta fruizione si pos sono ottenere benefici per lo sviluppo socioeco nomicolocale.Inparticolare,laleggequadrona zionale394/91indicaperiparchileseguentifi nalit(art.1comma3):conservazionedispe cieanimali,vegetali,diassociazionivegetaliofo restali, di singolarit geologiche, di formazioni paleontologiche, di comunit biologiche, di bio topi, di valori scenici e panoramici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri geologici; applicazione di metodi di gestione o di restauro ambientale idonei a rea lizzareunintegrazionefrauomoeambientena turale,anchemediantelasalvaguardiadeivalori antropologici,archeologici,storiciearchitettoni ciedelleattivitagrosilvopastoralietradiziona li;sviluppodiattivitdieducazione,formazio ne e di ricerca scientifica, anche interdisciplina re, e di attivit ricreative compatibili; difesa e ricostituzione degli equilibri idraulici e idrogeo logici. Alivellonazionaledunque,lalorogestioneco dificata dalla stessa legge quadro che individua gliorganieglistrumentipergestireleareepro tette, indicando come istituzione di riferimento lEnteParco(conpersonalitgiuridicaeformato da un Presidente, un Consiglio direttivo, una Giunta esecutiva, un Collegio dei revisori dei conti e la Comunit del Parco). Al Ministero dellAmbiente e della Tutela del Territorio e del Marelaleggequadrodemandainfinelacompila zione periodica dellElenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP). Il pi recente il V aggiorna mento, pubblicato nel luglio 2003. Non tutte le areeprotettepossonoperessereiscritteintale elenco. I criteri per liscrizione nellEUAP sono stati in fattistabiliticonlaDeliberadelComitatoNazio naleperleAreeNaturaliProtettedel1.12.1993e comprendono, tra laltro, lesistenza di provve dimento istitutivo formale pubblico o privato, una perimetrazione riportata su apposita docu 17

mentazionecartografica,lacoerenzaconlenor me di salvaguardia previste dalla legge quadro (ad esempio il divieto di attivit venatoria: nel caso in cui la caccia venga in una certa misura esercitata, potr essere iscritta nellElenco Uffi cialesoltantoquellaporzionediareaprotettain cuisiaeffettivamenteattuatoildivieto)edinfine che la gestione dellarea sia garantita e affidata ad Enti, Consorzi, o altri soggetti giuridici pub blici o privati. In Molise sono presenti 5 aree protette incluse in EUAP (2003), ripartite in 3 categorie:ParcoNazionale,RiservaNaturaleSta tale(RiservaNaturaleOrientata),Oasi.Lasuper ficiecopertadaquesteareeprotetterappresenta solol1,73%delterritorioregionale. La Regione Molise si dotata nel 2004 di una legge quadro regionale per la politica delle aree protetteaventecomeoggettolaRealizzazionee Gestione delle Aree Naturali Protette (LR 23, BURn.22/04). LeareedellaregioneMolisericonosciutedalMi nisterodellAmbientecomeareeprotettesonoil Parco nazionale dAbruzzo, Lazio e Molise (PNALM), con il Parco Nazionale del Gran Para diso,ilpianticoparcodItalia,notoperilruolo avutonellaconservazionedispeciecomeillupo, lorso e il camoscio dAbruzzo. Il PNALM si e stendepercirca50.000interessandoleprovince diFrosinone,LAquilaeIsernia. Le altre aree protette molisane inserite nellelenco ufficiale dal Ministero dellAmbiente sono: le tre Riserve Naturali Orientate Statali di CollemeluccioMontedimezzoePescheelaRiserva Naturale Regionale Torrente Callora di Rocca mandolfi, istituita con Delibera della Giunta Re gionalenel2003.LedueriservediCollemeluccio e Montedimezzo sono riconosciute anche dallUNESCO come Riserve MAB (Man and Bio sphere), mentre la Riserva Naturale Orientata Statale di Pesche inserita in un territorio co munaleinteramentedichiaratodinotevoleinte ressepubblicoaisensidellaleggen.1497/39vi genteinmateriadiprotezionedellebellezzena turali. Recentelistituzionedidueriserveregionali:la Riserva Naturale Regionale di Guardiaregia Campochiaro di 3.135 ha e la Riserva Naturale Regionale Monte Patalecchia, torrenti Lorda e Longaniello di 2.223 ha. Entrambe le riserve si trovano allinterno del comprensorio dei Monti del Matese, per il quale esistono anche un pro getto di Parco Regionale e un progetto di Parco Nazionale. Tali iniziative assumono particolare 18 rilievo anche alla luce del fatto che dal 2002 il versante campano dei Monti del Matese desi gnatoParcoRegionaledellaregioneCampania. Alle aree protette rientranti nellelenco EUAP si aggiungonodueareeinclusenelsuddettoelenco ma in una sezione a parte: loasi Bosco Casale di Casacalenda, gestita dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), istituita nel 1994 e inserita nellelenco nazionale nel 1997, e loasi WWF (World Wildlife Fund) di Guardiaregia Campochiaro, nei Monti del Matese, istituita nel 1997ericonosciutadalMinisteronel1999. Nel 1997 stato inoltre istituito un Parco Re gionaledeiTratturi,ampio4.183ha,manonse ne conosce lo stato di attuazione, pur essendo estremamente interessante lidea di un Parco reticolare. A queste aree si aggiungono 7 aree protette non EUAP (appartenenti alle categorie ForesteDemanialiRegionalieOasi)cheportano lapercentualedisuperficieprotettaal2,23%del territorioregionale,e12OasidiProtezioneFau nistica, aree regolamentate dalla legge 157/92 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeotermaeperilprelievovenatorio). Lapercentualelargamenteinferioreallamedia nazionale, che supera il 10%. In Molise non esi stono aree tutelate dalla convenzione interna zionale di Ramsar per le zone umide (Ramsar, Iran, 1971). Tuttavia, molte delle aree umide di maggiore interesse per la regione ricadono allinterno delle ZSC proposte ai sensi della Di rettivaHabitat92/43/CEE.Infine,nellambitodi un programma europeo relativo allavifauna svernante(InternationalWaterfowlCensus),co ordinatoinItaliadallexIstitutoNazionaleperla FaunaSelvatica(confluitoinISPRAIstitutoSu perioreperlaRicercaAmbientale)sonostatein dividuate 13 zone umide di interesse per lavifaunamigratrice,stanzialeenidificante.

BIBLIOGRAFIA
BlasiC.,MarignaniM.,CopizR.,FipaldiniM., Del Vico E. (eds.), 2010. Le Aree Importanti perlePiantenelleRegionidItalia:ilpresente e il futuro della conservazione del nostro pa trimonio botanico. Progetto Artiser, Roma. 224pp.ISBN9788897091004. BUR Molise, 2004. Realizzazione e Gestione delle Aree Naturali Protette (LR 23, BUR n. 22/04).

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Habitat. Ramsar (Iran), 2 February 1971. UN Treaty Series No. 14583. www.birdlife.org

Figura 1. Area nella qualle si svolge il progetto LIFE DINAMO. Le categorie cartografiche si riferiscono al primo livello di detteglio del CORINE Land Cover (scala 1.10000) relativo allanno 2000 http://www.pcn.minambiente.it/PCN/

2.4.3 2.4.2 Superfici Sistemi principalme colturali e nte particellari occupate complessi; da 4,98 agricoltura, con aree 2.2.3 2.2.1 Oliveti; Vigneti; 0,46 2.2.2 Alberi 0,05 2.1.2. da frutto e Colture in frutti serra e minori; sotto 0,01 tunnel; 1,93

2.1.1.1. Colture intensive agricole irriguo, arborato; 91,36 2.1.1.2. Colture estensive, foraggere; 0,40

Figura 2. Percentuali delle diverse categorie agricole presenti. Dati da Ministero dellAmbiente - Programma CORINE Land Cover 2000 http://www.pcn.minambiente.it/PCN/

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Figura3.Habitatdiinteresse comunitario91FOForestemiste ripariedigrandifiumiaQuercusrobur, UlmuslaeviseUlmusminor,Fraxinus excelsioroFraxinusangustifolia (Ulmenionminoris)

Figura4.Habitatdiinteresse comunitario92AOForesteagalleria diSalixalbaePopulusalba

Figura5.Habitatdiinteresse comunitario91MOForeste PannonicoBalcanichedicerro

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Figura6.Habitatdiinteresse comunitario91AA*Boschidi Roverella

Figura7.Adultodinibbiorealeinvolo (fotoL.DeLisio)


Figure8e9.Ghiandaiamarinaposata einvolo(fotoL.DeLisio)


Figura10.Confrontotralesagomedi calandro,calandraecalandrella

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Figure11e12 2.Ululoneappenninico. A A sinistra v visibile la tipi colorazio ica ne gialloner del ventre, a destra la ra colorazione criptica brun nogrigia del dorso (fotoA.Loy)

3e14.Tritone ecrestato Figure13 italian no(fotoL.DeLisio)

Figure15e16 6.Testugginepalustre europea(fotoL.De eLisio)

Figura17.Tes stugginediHermann (fo otoA.Loy)

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GlihabitatdiinteressecomunitarionellareadelprogettoDINAMO
AngelaStanisci,GiovanniPelino

InBassoMolisepresenteunaltabiodiversitdi habitat di interesse comunitario, nonostante il territorio sia destinato prevalentemente alluso agricolo.Inparticolarelezoneamaggiorebiodi versit sono le coste e le aree intorno alle foci fluviali,elezonecollinariecalanchive,mentrela biodiversit diminuisce nella piana alluvionale utilizzata per lagricoltura intensiva, i poli indu strialiegliinsediamentiabitativi. Lungolacostamolisanasonostatiindividuati20 habitat di interesse comunitario, 344 specie di piante vascolari, delle quali 40 sono nelle liste rosseregionali,consideratequindiminacciatedi scomparsa a causa della pressione antropica, e 30 sono le specie esotiche, estranee quindi alla floranativalocale(Izzi etal.2007a,2007b;Sta niscietal.,2007). Gli habitat dunali di interesse comunitario sono naturalmente disposti lungo una sequenza spa ziale che va dalla spiaggia allentroterra, lungo un gradiente decrescente di intensit dellaereosol marino e vento salso, e su forma zionididunasemprepistrutturateestabili.Gli habitat dunali si succedono dalla spiaggia allentroterra, dove domina poi la macchia me diterranea a ginepro coccolone (Juniperus oxy cedrussubsp.macrocarpa),lamacchiaalentisco (Pistacia lentiscus), fillirea (Phyllirea latifolia) e ericamultiflora(Erica multiflora),ilembidi bo scosempreverdealeccio(Quercusilex),lepinete litoraneeapinodAleppoepinomarittimo. Lanalisi periodica dellintegrit di questa se quenzadicomunitvegetaliconsentedivalutar ne lo stato di conservazione e di ottenere infor mazionisulleminacceantropicheeventualmente presenti. Attualmente sono state riscontrate numerose pressioni ambientali che minacciano la soprav vivenza di habitat e specie vegetali e animali a breveemediotermine,traquestelerosioneco stiera, lagricoltura intensiva, laccesso non con trollatoallespiagge,lurbanizzazionedellitorale, la bonifica delle aree umide e le specie esotiche invasive (Acosta et al., 2007; Carranza et al., 2004;Stanisci,Carranza,2008).

Spostandosiversoleareepianeggiantiretrostan tiicordonidunali,ilpaesaggiodivieneprevalen tementeagricoloconforteriduzionedellacoper tura dei boschi e degli arbusteti, relegati in pic coli lembi residuali, soprattutto a ridosso dei corsidacquaediareeinterpoderali. Questepianecostiereospitavanofinoaunsecolo fa ampie aree di bosco planiziare articolato in cerreteconfarnettonelleareelievementerileva teeboschiconfarniaefrassinomeridionalenel ledepressioni,corrispondentiaglihabitat91M0 e91F0. Attualmentetalipaesaggisonoscomparsi,econ essilastraordinariaricchezzadispecieanimalie vegetalichelicaratterizzava.Rimaneunpiccolo lembo di querceto misto dominato dal cerro (Quercus cerris) in localit Le Fantine (Habitat 91M0), unica testimonianza delle foreste che popolavano untempoquestiterritorisubcostie ri. Per questi motivi nellambito del progetto Life DINAMO sono stati presi tra gli habitat target il 91M0eil91F0. Habitatdiinteressecomunitario91FOForeste misteripariedigrandifiumiaQuercusrobur,Ul muslaeviseUlmusminor,Fraxinusexcelsioro Fraxinusangustifolia(Ulmenionminoris) Boschi alluvionali e ripariali misti mesoigrofili che si sviluppano lungo le rive dei grandi fiumi neitrattimediocollinareefinaleche,inoccasio nedellepienemaggiori,sonosoggettiainonda zione,susubstratialluvionalilimososabbiosifi ni (Fig. 3). Per il loro regime idrico sono dipen denti dal livello della falda freatica. Rappresen tanoillimiteesternodelterritoriodipertinenza fluviale.

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Habitatdiinteressecomunitario92AOForestea galleriadiSalixalbaePopulusalba BoschiriparialiadominanzadiSalixspp.ePopu lusspp.presentilungoicorsidacquadelbacino delMediterraneo,attribuibiliallealleanzePopu lionalbaeeSalicionalbae(Fig.4). Sono diffusi sia nel piano bioclimatico meso mediterraneo che in quello termomediterraneo oltrechenelmacrobioclimatemperato,nellava riantesubmediterranea. Le sponde dei torrenti e dei fiumi che attraver sanoquesteareepianeggiantisonostateingran parte regimate e alterate nella loro morfologia naturale cos da ospitare ampi nuclei di vegeta zioneruderaleeesotica,comeadesempiolebo scaglie a robinia (Robinia pseudoacacia). Lungo alcunitrattisihannocomunqueancoradellein teressantipermanenzediboschiriparialiasalice bianco (Salix alba) e pioppo bianco (Populus al ba) (Habitat 92A0), che danno luogo a corridoi ecologici utili alla dispersione di specie della faunaselvaticalocale.Leazionidiconservazione del progetto DINAMO mirano allampliamento dellhabitat92A0. Delloriginariazonazionechedallaspondaverso lesternovedevailsuccedersidellaforestaigrofi lariparialeapioppobianco,ilboscodilegnodu ro a farnia (Quercus robur) e olmo comune (Ul mus minor), fino alla cerreta di pianura, non ri mangono che tracce isolate rappresentate da singoliindividuidispeciearboree. Ilrinvenimentonelterritoriodindagine,aridos so del pioppeto dalveo del Biferno, di individui diQuercusroburpuessereinterpretatoproprio comeunindiziodellapresenzainpassatodiuna copertura arborea di foresta igrofila. Stesso si gnificato acquisiscono gli individui arborei di grandi dimensioni di cerro e roverella (Q. pube scens s.l.) presenti in popolamenti residuali su seminativi nella piana coltivata. Attualmente questequercecamporilirivestonounimportan teruolocomeelementopaesaggisticodidiversi ficazionedelpaesaggiocolturale. Nella piana costiera era stato segnalato un im portante bosco paludoso residuale, il Bosco Ta nassi, che veniva periodicamente inondato dalle acquedelBifernoederaestesopercirca120et tari(Pedrotti,1981).

Habitatdiinteressecomunitario91MOForeste PannonicoBalcanichedicerro Boschi decidui a dominanza di cerro (Quercus cerris),farnetto(Q.frainetto)orovere(Q.petra ea), tendenzialmente silicicoli e subacidofili, da termofili a mesofili, pluristratificati, dei settori centraliemeridionalidellapenisolaitaliana,con distribuzione prevalente nei territori interni e subcostieridelversantetirrenico(Fig.5). Purtroppo per lintero lembo di bosco stato tagliato e successivamente anche dissodato, per mutamentodellaformadicoltura,alfinediotte nereunanuovaareadadestinareallagricoltura (PedrottieGafta,1996). Lepianecostieresonocircondatedarilievicolli nari con una maggiore naturalit diffusa, costi tuita da cespuglieti a marruca (Paliurus spina christi)oginestracomune(Spartiumjunceum)e boschetti di roverella (Quercus pubescens, Q. da lechampii). In queste aree sono presenti: lhabitat6210*(Formazionierbosesecchesemi naturaliefaciescopertedacespuglisusubstrato calcareo (FestucoBrometalia)), lhabitat 91M0 (Foreste pannonicobalcaniche di cerro e rove re), lhabitat 9340 (Foreste di Quercus ilex), lhabitat 91AA* (Boschi a Quercus pubescens) e lhabitat6220*(Percorsisubsteppicidigramina ceeepianteannuedeiTheroBrachypodietea). Anchelhabitat91AA*unodeglihabitattarget delprogettoLifeDINAMO. Lungo i corsi dacqua stata rilevata inoltre la presenzadeglihabitat3260(Fiumidellepianure e montani con vegetazione del Ranunculion flui tantis e CallitrichoBatrachion) e 3280 (Fiumi mediterraneiaflussopermanenteconilPaspalo Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba).

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Habitat di interesse comunitario 91AA* - Boschi di roverella Boschi mediterranei e submediterranei adriatici e tirrenici a dominanza di Quercus virgiliana, Q. dalechampii, Q. pubescens e Fraxinus ornus (Fig. 6), indifferenti edafici, termofili e spesso in posizione edafo-xerofila tipici della penisola italiana ma con affinit con quelli balcanici, con distribuzione prevalente nelle aree costiere, subcostiere e preappenniniche. Anche le formazioni calanchive che bordano le valli fluviali del F. Biferno e del F. Trigno sono ambienti di grande interesse naturalistico per la presenza degli habitat: 1430 (Praterie e fruticeti alonitrofili (Pegano-Salsoletea)), 6220* (Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea) e 6110 (* Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dellAlyssoSedion albi). In questi siti rupestri si hanno inoltre popolamenti di specie steppiche, tra le quali degna di menzione la specie di interesse comunitario Stipa austroitalica.

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LafaunadiinteressecomunitarionellareadelprogettoDINAMO

AnnaLoy,LorenzoDeLisio

Larea interessata dal progetto DINAMO ospita diversespecierareoendemichedivertebratica ratteristiche degli ambienti umidi planiziali, de gliarbustetiedeiboschidilatifoglieitaliani. In questi paesaggi diversi tipi di coltivazioni in terreniirriguisialternanoaformazioninaturali eseminaturali,checontribuisconoallacreazione di microhabitat preferenziali di molte specie di fauna di interesse comunitario. La diversit di specie ospitate in questo comprensorio testi moniata dalle circa 80 specie elencate nelle schededei10sitidellaReteNatura2000presen tinelcomprensorio.Comeinmoltearee,lamag giorpartediquestespeciesonouccelli(68spe cie). Si tratta in particolare di specie legate agli ambienti umidi (la maggior parte dei Caradri formi,Anseriformi,CiconiformieGruiformi),alle coste(Caprimulgiformi),alleareeaperteeaicol tivi (in particolare molti Falconidi e Alaudidi), paesaggi che nellambito regionale si ritrovano quasiesclusivamenteinquestarea. LeazionidiconservazionedelprogettoDINAMO sisonoconcentratesuquellespeciecheperilo rorequisitiecologicieperillorostatodiconser vazione sul territorio nazionale possono benefi ciare di azioni condotte allinterno dei paesaggi agricoli caratteristici di questo comprensorio, e alla cui realizzazione possano partecipare gli stessi agricoltori allinterno dei propri terreni, senzainterferenzeconleusualipraticheagrico le. Leazionisonostateindirizzateadincrementare ilpotenzialeriproduttivodialcunespeciediuc celli nidificanti caratteristici delle aree aperte costiere e collinari (nibbio reale, ghiandaia ma rina, calandra, calandrella, calandro). Nelle aree demanialisonostatepianificateazionidirettedi conservazione,mirateadincrementareladispo nibilitdihabitatperalcunespecieendemichedi anfibi(ululoneappenninico,tritonecrestatoita liano). Le azioni mirate al recupero delle aree marginali e di lembi di boschi potranno invece indirettamentefavorirelincrementodellepopo lazioniditartarugapalustreeuropea,testuggine diHerman,gufocomuneelodolaio. Nibbio reale (Milvus milvus) (Aves, Falconifor mes,Accipitridae) 26 un grande rapace diurno (fino a 170 cm di a pertura alare) caratteristico delle zone pianeg giantiecollinariconalternanzadizonealberate ezoneaperte.Ilsuoarealecomprendegranpar tedellEuropa,AsiaoccidentaleeAfricadelNord. In Italia diffuso in Sardegna, Sicilia e lungo lAppenninocentromeridionale. In Europa questa specie si trova in una fase di declino progressivo delle popolazioni, con una diminuzionediquasiil20%neldecennio1990 2000. Il nibbio reale viene considerato specie minacciata (categoria EN) dalla IUCN (http://www.iucnredlist.org/), ed classificato comeSPEC2perilterritorioUE(SpeciesofEu ropean Conservation Concern secondo la classi ficazione di BirdLife International (http://www.birdlife.org Birds in Europe, 2004), ed stato inserito nellappendice I della direttiva Uccelli CE/ 409/79. La specie consi deratainpericolonellalistarossaitaliana. FacilmenteconfondibileconlaPoianacomune,si distingueperlealipistretteeperlalungaco da, profondamente forcuta. Durante il volo pla nato si riconosce per le ali angolate e per una macchiabiancasottolenereremigantiprimarie (Fig.7). Gliadultisonomacchiettatidirossoruggine,con testachiara.Iridedalgiallopallidoalbiancastro. I giovani hanno piumaggio pi cupo, con testa piscura.Zampegialle,iridegrigioogrigiobru nastro.Piuminobiancorossastro. Ilnibbiorealenidificainaprilegiugno.Ilnido costruitosullabiforcazionedialberiacirca15m dialtezza,aunadistanzanonsuperioreai100m dal margine di aree boscate (Brown e Grice, 2005).Deponeingeneretreuovadicolorebian co calce, macchiate di grigio e di bruno. Lincubazione,effettuatadallasolafemmina,du racirca4settimane.Igiovanisiinvolanoacirca 50giorni.

Ilnibbiorealesinutredicarogneepiccoliverte brati (topi, insettivori, lucertole, serpenti ecc.), ma pu predare anche insetti e lombrichi (Car ter,2001). Nelsuoarealeitalianoilnibbiorealeunmigra toreparzialeeininverno,agliindividuisedenta risiaggiungonoquellisvernantiprovenientidai paesi dellEuropa centrale. In questo periodo la speciediventapiuttostogregariaesiriuniscein dormitori comuni (roost) che possono raggiun gereancheilcentinaiodiindividui. LeazionidiconservazionedelprogettoDINAMO includonolinstallazionedi10nidiartificialiper i nibbi allinterno dei terreni di propriet degli agricoltoricoinvoltinelprogetto. Ghiandaia marina (Coracias garrulus) (Aves, Coraciiformes,Coracidae). lunico membro della famiglia Coracidi nidifi cante in Europa. Ha le dimensioni di un piccolo corvo (circa 30 cm) ma si distingue facilmente per i colori brillanti del piumaggio. Gli adulti hannoilpetto,ilventreeilcapodicoloreazzur ro turchese, mentre il dorso castano chiaro. Codrione e parte superiore della coda sono blu verdastro, con le piume rette centrali brune. Le due piume esterne della coda sono un po pi lunghedellerestantielapuntacaudalepresenta unamacchianerachecostituisceiltrattodistin tivodellaspecie.Invololealisonomoltoappari scenti,dicoloreblu,conbordineri.Sialezampe cheilbeccopresentanotonalitscureedallaba sedelbeccoparteunafrangianeracheattraver sagliocchi,assumendolesembianzediunama scherina.Igiovanihannopiumaggiomenoappa riscente(Figg.8e9). Nonostante abbia unampia distribuzione e la popolazione sia ben rappresentata a livello mondiale, la ghiandaia marina ha mostrato un continuocalo(finoal25%)intuttaEuropatrail 19902000. Nel complesso dellEuropa il calo supera il 30% in tre generazioni (15 anni), e la speciestataclassificatacomeprossimaallami nacciadall IUCN.InEuropalaspecieclassifica tacomeSPEC2. Le popolazioni sono minacciate dalla persecu zione diretta durante le migrazioni (soprattutto in Oman), dalluso dei pesticidi in agricoltura e dalle pratiche agricole e forestali che diminui scono la disponibilit di risorse trofiche siti di nidificazione. DopoavertrascorsolinvernonellAfricacentra le e meridionale, in primavera raggiunge le re gionidellEuropameridionaleeorientaleperni dificare. In Italia nidifica a maggiogiugno prin cipalmente nelle aree costiere e lungo le vallate fluvialidelcentro,delsudedellegrandiisole. assente dai sistemi insulari minori. un uccello caratteristicodelleareeaperteconclimaseccoe caldo,caratterizzatedaalberisparsiemacchiedi quercetiopinete,amosaicoconterreniagricoli. Durante il corteggiamento i maschi compiono acrobazie aeree molto appariscenti. La femmina deponeda4a7uovanelnido,chegeneralmente costituitodaunacavitinunvecchioalberoo daunnidodiunaltraspecie.Lacovaduracirca 19giornievieneeffettuataaturnodalmaschioe dalla femmina. I pulcini restano allinterno del nidopercircaunmeseealterminediquestope riodohannoilpiumaggiogicompletamentesvi luppato. Ladietaprevalentementeinsettivora,maocca sionalmente vengono catturati anche piccoli a nimali(lucertole,micromammiferi). Il progetto DINAMO prevede per questa specie linstallazione di 120 nidi artificiali collocati allinterno dei terreni di propriet degli agricol toricoinvoltinelprogetto. Calandro (Anthus campestris) (Aves, Passeri formes,Motacillidae) unpasseriformemigratoredimediedimensio ni(lunghezza1520cm)diffusonellEuropaCen trale e Meridionale, in Africa Settentrionale e in AsiaCentrale. Nidifica in Europa meridionale, Asia e Africa nordoccidentale.Ancheselapopolazione euro pea numerosa (1.000.000 di coppie) ha mo stratoundeclinotrail1970e1990inquasitutto ilsuoarealeeuropeo.Perquestomotivoinseri ta nellallegato I della Direttiva Uccelli (79/409/CEE).LaprincipaleminacciainEuropa probabilmentelaperditadihabitat,dovutaalla conversione agricola di terreni di nidificazione, ai rimboschimenti artificiali e naturali determi nati dallabbandono delle pratiche di pastorizia tradizionale. In Italia nidifica a giugnoluglio in zonesabbiose,cespuglioseedincolte. Ilcalandrohauncorpoquasiuniformementeco lor sabbia, con parti inferiori pi chiare, solita mentesenzastrie,senzadistinzionetramaschie femmine. I giovani hanno piumaggio del petto striato(Fig.10). 27

Haunvoloterritorialeconcantopiuttostomelo diosoemessoinaria.Ilvolocanorodelcalandro piuttosto breve, con unascensione silenziosa quasi verticale a modesta altezza dal suolo, se guitadaunabrevelibrataadarcoconvoloondu latoediniziodelcantoepoilavelocediscesacon aliecodaaperte.Nidificaaterrainambientisec chi ma non aridi, caratterizzati da copertura ar boreascarsaoassenteevegetazioneerbaceadi scontinua,qualipascolidegradati,garighe,dune costiere, aree agricole abbandonate ed ampi al veidifiumi. La femmina depone 45 uova, di colore bianco striatesulrossiccioquasimarrone,chevengono covateper1113giorni. Perquestacomeperlealtreduespecie,calandra e calandrella, il progetto DINAMO prevede ladozionedibarredinvoloinstallatesullemac chine mietitrebbia e sui trattori. Tali barre con sentonodiallarmarelespeciechenidificanosul terreno e permetterne la fuga prima dellarrivo delle macchine, in particolare i giovani pronti allinvolo. Calandra (Melanocorypha calandra) (Aves, Pas seriformes,Alaudidae) un alaulide di grandi dimensioni (lunghezza 1720 cm) caratteristico delle aree steppiche. A causadelcostantedeclinodellesue popolazioni europee la specie stata inserita nellallegato I dellaDirettivaUccelli(79/409/CEE)Lacalandra una specie generalmente stanziale. In Italia generalmentescarsaedindiminuzionealcentro, picomuneinalcunisettorimeridionali(Puglia, Basilicata),inSiciliaeinSardegna.Lhabitatpre ferenziale rappresentato dalle pianure e alti piani, con ampia presenza di vegetazione erba ceafoltaerelativamentebassa,siastepposana turale che, specialmente, coltivata. Si riconosce dalle altre allodole per le grandi dimensioni, la strutturapesante,ilbeccogialloeunlargosemi collare nero a ciascun lato del collo. In volo le punte delle secondarie formano un margine po steriore bianco alle ali grandi e triangolari, che inferiormente sembrano nere. Non presente alcuna cresta. Il petto ha striature brune su un fondo rossiccio. I giovani hanno piumaggio pi fulvo, con le macchie del collo in parte oscurate (Fig.10). Nidificatrametaprileemetgiugnosecondole regioni, preferibilmente sul terreno, talvolta su glialberiesugliarbusti.Lafemminadeponecir ca4o5uovainunnidoricavatoinunabucanel terreno.Le uovavengonocovatedallasolafem minapercirca10giorni. 28 Allanascitaipulcinisonosemiprecocievengono nutriti da entrambi i genitori per le prime due settimane, e accuditi per altre cinque settimane primadellinvolo(Suarezetal.,2005).Voce:Nel lacalandrailrichiamounsecco,grattanteena saleTciurrpposimile,avolteconnotepili quide tipo Klrrttr. Il canto molto variato, spessoprolungato,ecomprendesianotesecche e aspre, sia note liquide, sia note nasali, fra le qualisonoinframmezzatemolteimitazionidial trespeciepresentineglistessiluoghiabitatidal lacalandra.Pucantareinvolooposatasulter reno o su un piccolo posatoio (sassi, cumuli di terra, staccionate). Alimentazione: si nutre di granaglie soprattutto nel periodo autunno invernoedinprimaveraintegraladietaconuna grossaquantitdiinsetti. Perquestacomeperlealtreduespecie,calandro e calandrella, il progetto DINAMO prevede ladozionedibarredinvoloinstallatesullemac chine mietitrebbia e sui trattori. Tali barre con sentonodiallarmarelespeciechenidificanosul terreno e permetterne la fuga prima dellarrivo delle macchine, in particolare i giovani pronti allinvolo. Calandrella (Calandrella brachydactyla) (Aves, Passeriformes,Alaudidae) La calandrella un piccolo alaudide (lunghezza 1415 cm) con una distribuzione tipicamente circummediterranea, ma estesa fino allAsia centrale. In Italia specie generalmente nidifi cante,esolopochiindividuichesisoffermanoa svernareallenostrelatitudini,perlopiinGrecia edinAfrica settentrionale.InItalia bendistri buita al centro ed al sud, isole comprese; pi scarsa e localizzata al nord. Frequenta invaria bilmenteambientixericidipianuraodimodesta altitudine, con vegetazione erbacea molto bassa e ampia presenza di terreno nudo, spesso in prossimitdellacqua(bordidilaghi, rivedi fiu mieanchedunecostiere).Haunpiumaggioful vosuldorsocongrossestriescure.Lepartiinfe riori del corpo sono chiare, quasi bianche, soli tamente prive di striature tranne che ai lati del collo, dove possono esserci alcune bande o dei nitidi segni scuri. Ha un sopracciglio chiaro che separanettamentelacrestadalrestodellatesta (Fig. 10). I giovani hanno una banda macchiata dibrunoscuroattraversoilpetto.Lacalandrella cantageneralmenteinvolofinoadaltezzedi50 metri. Pu anche compiere ondulazioni pronun ciate stando quasi ferma in un punto, muoven dosicomeunoyoyo.

simile allallodola, dalla quale si distingue per la coda pi corta, il corpo pi tozzo, il collo pi grosso,eunbeccopiconico.Idueuccellisidi stinguono in volo perch nella calandrella as senteilbordobiancodellala. Laspecienondestaparticolaripreoccupazionia livello globale, ma le sue popolazioni europee hanno subito un declino nellultimo decennio (delHoyoetal.,2004, EBCC/RSPB/BirdLife/Statistics Netherlands; P. Vorisek in litt. 2008) che ha portato alla inclu sione della specie nellallegato I della direttiva Uccelli 79/409/CEE. Il declino di questa specie sembra essere collegato alla frammentazione e alla perdita di terre coltivate tradizionali e di steppe. Perquestacomeperlealtreduespecie,calandra e calandro, il progetto DINAMO prevede ladozionedibarredinvoloinstallatesullemac chine mietitrebbia e sui trattori. Tali barre con sentonodiallarmarelespeciechenidificanosul terreno e permetterne la fuga prima dellarrivo delle macchine, in particolare i giovani pronti allinvolo. Ululoneappenninico(Bombinapachypus) (Amphibia,Anura,Bombinatoridae) LaspecieendemicadellItaliapeninsulare,ove diffusa dalla Liguria occidentale alla Calabria (Aspromonte).Nonpresentenelleisole(Lanza etal.,2006,2007).Halaspettodiunpiccoloro spo (lunghezza massima 5,5 cm), con dorso gri giobruno fortemente verrucoso e ventre giallo macchiato di nero o di grigiobluastro, e pupilla cuoriforme. Si differenzia dalla congenere B. variegata per una meno estesa colorazione gialla sulla faccia internadellatibiaedeltarso,dicoloreprevalen tementescuro,eperlapresenzadiduemacchie giallepettorali,ingenerebenevidenti(Figg.11e 12). Imaschi,didimensionicorporeesimiliallefem mine,presentanodurantelastagioneriprodutti va escrescenze cornee nerastre sulla superficie interna delle prime dita delle zampe anteriori e sullafacciainternadegliavambraccieduranteil periodo riproduttivo segnalano la loro presenza conuncaratteristicovocalizzosimileaunulula to,dacuiilnomecomunedellaspecie. La specie frequenta piccoli corpi idrici quali ad esempio pozze dacqua, sia permanenti sia tem 29 poranee,fontanili,ruscelli,stagni,canalievasche perlabbeveratadelbestiamedapascolo. La riproduzione avviene nel corso del periodo primaverile e allinizio dellestate. Lo sviluppo larvale sembra essere molto rapido, potendosi completare in circa 3040 giorni (Lanza et al., 2006, 2007). I principali fattori di minaccia per la sopravvivenza di questo anfibio sono attual menterappresentatidalladistruzione(captazio ni, bonifica, cementificazione dei bacini) e dallinquinamento degli ambienti acquatici uti lizzati per la riproduzione. Il forte regresso dellululone appenninico avvenuto negli ultimi 20 anni sembra essere dovuto anche alla intro duzione di specie alloctone di pesci nei siti ove avviene la ovodeposizione, alle piccole dimen sionideinucleiriproduttivi,allazionediunfun gopatogenoletale(chitridio)eallecattureeffet tuate da privati per scopi amatoriale e/o com merciali(Berninietal.,2006). La specie inclusa nella Direttiva 92/43 CEE Habitat (Allegati IIIV). inoltre inclusa nellAppendiceIIdellaconvenzionediBerna. Perquestaspeciecomeperiltritonecrestatoita liano il progetto DINAMO prevede il restauro di fontanili nelle aree demaniali, che permetteran nodiampliareladisponibilitdihabitat. Tritonecrestatoitaliano(Trituruscarnifex) (Amphibia,Caudata,Salamandridae) Il tritone crestato italiano presente in tutta lItaliacontinentaleepeninsulare(asudsinoalla Sila), mentre assente nelle isole. La specie i noltre presente nel Ticino, in parte dellAustria, in Slovenia e nelle porzioni settentrionali della Croazia (Lanza et al., 2006, 2007). Si tratta di uno tra i pi grandi tritoni europei; le femmine adultepossonoraggiungerei18cmdilunghezza mentreimaschisonosolitamentepipiccoli.Ha uncorpogracileedallungato,conquattroartied una coda appiattita lateralmente e provvista di laminanatatoria.Lacolorazionedeldorsobru no nerastra e, nelle femmine e negli individui subadulti, sempre presente una striscia verte brale solitamente gialla. Ventre giallastro od a rancionecongrandimacchiescure.Golamarez zatadiverdescuroebianco.Imaschi,duranteil periododegliamori,sviluppanouna crestaden tellatadorsaleedhannofianchiecodaconrifles simadreperlacei(Figg.13e14). Laspeciefrequentapozzedacquasiapermanen tisiatemporanee,fontanili,ruscelli,stagni,cana

li e vasche per labbeverata del bestiame da pa scolo. Laddovelacquapresenteinmodopermanente, il tritone crestato italiano trascorre la maggior parte del periodo di attivit nellelemento liqui do.Dinormagliadultisiportanoinacquaperla riproduzionenelcorsodelperiodoinvernale.La deposizione delle uova e la nascita delle larve hannoluogoallafinedellinvernoenelcorsodel la primavera, mentre la metamorfosi avviene alliniziodellestate. Leprincipaliminacceperlasopravvivenzadella speciesonorappresentate,comeperglialtritri toni, dalla distruzione dei piccoli corpi idrici in cui vive e si riproduce, dallinquinamento delle acquedeiruscelli,deglistagni,dellepozzeedel lecisterne,edallintroduzionedipescicarnivori (ad esempio trote, pesci gatto, carassi) nelle ac quedeivaricorpiidriciutilizzatiperlariprodu zione (Bernini et al., 2006). La specie inclusa nella Direttiva 92/43 CEE Habitat (Allegati II IV). Perquestaspeciecomeperlululoneappennini co il progetto DINAMO prevede il restauro di fontanili nelle aree demaniali, che permetteran nodiampliareladisponibilitdihabitat. Oltre le specie succitate oggetto diretto delle a zioniconcretediconservazione,altreimportanti specie di rilevante interesse comunitario po tranno beneficiare delle azioni di conservazione voltealrecuperodihabitateareemarginali,sia neiterreniagricoli,sianelleareedemaniali. In particolare, il recupero della vegetazione dei fossi,chesiponecomeobiettivoancheilraccor doconleformazionideisitidiinteressecomuni tariocostieri,potrannoestendereladisponibilit di habitat per la testuggine palustre europea e perlatestugginediHerman,mentreilrecupero di formazioni boscate favorir lincremento di habitatperilgufocomuneeillodolaio. Testugginepalustreeuropea(Emysorbicula ris)(Reptilia,Testudines,Emydidae) lunicaspecienativaditestugginidacquadolce europee.distribuitainEuropacentraleemeri dionale, Nord Africa e Asia occidentale. In Italia la specie sembra pi frequente nelle regioni a driatiche settentrionali, in quelle padane e in quelle tirreniche centrali, in Sardegna setten trionale,inCorsicaeinSicilia.Sembrapirarae localizzatainaltreareedellapenisolaenellezo nemontuoseingenere(Berninietal.,2006). La specie si rinviene prevalentemente nelle ac quedilaghi,stagni,paludi,canali,fiumietorren ti(Figg.15e16).Icorsidacquasonoperabita tisoltantoneitrattipilenti,includendolazona dellefociedeventualipaludiinprossimitdian sefluviali.Perlopilegataallavegetazioneac quatica,alfondo,alleriveealleisolediterra,de tritoevegetazioneemergente.Latestugginepa lustreattivaprevalentementeinprimaveraed inestate,mainalcuneareeplanizialicaratteriz zatedaclimamitegliadultipossonoessereattivi anchenelperiodoautunnaleenellegiornatetie pidedellastagioneinvernale.Lattivitriprodut tiva si osserva pi frequentemente tra marzo e aprile, con rari eventi autunnali. Le femmine possonorecarsiadeporreleuovainareedistan ti fino a 600 m dallo stagno di residenza. La schiusahaluogoallafinedelperiodoestivo. I principali fattori di minaccia per la sopravvi venza di questa specie a mediolungo termine sono rappresentati dalla bonifica delle paludi, dallinquinamentodelleacquedeiruscelliedegli stagni, dalle catture e uccisioni effettuate dalluomo per scopi commerciali e amatoriali, e dalla competizione con specie alloctone intro dotte accidentalmente. La specie inclusa nella Direttiva 92/43 CEE Habitat (Allegati IIIV) e nellAppendiceIIdellaconvenzionediBerna. Testuggine di Hermann (Testudo hermanni) (Reptilia,Testudines,Testudinidae) Sitrattadellunicaspecieindigenaitalianadite stugginiditerra.LaspeciepresenteinSpagna nordorientale, nelle Baleari, nella costa medi terraneadellaFrancia,inCorsica,Sardegna,Sici lia, nelle Isole Pelagie, a Malta, nellItalia penin sulare e nei paesi balcanici (dalla Slovenia alla RomaniameridionaleeallaTraciaturca)(Berni nietal.,2006). Laspeciefrequentaleareeamacchiamediterra nea, le garighe, i coltivi abbandonati e le pinete litoranee.Dinorma attivadamarzoaottobre, ma si osserva pi facilmente nei mesi di aprile maggio.Generalmentehannoluogo2deposizio nilanno(apartiredagiugno),conunnumerodi uovachevariada1a6.Ipiccolinasconodopo2 mesiopia,secondadellatemperatura.Lama turitsessualeraggiuntaacirca9annineima schiea11annilefemmine.

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Lalimentazione costituita da foglie e frutti di variepiante,siaerbaceesiaarbustive,dafunghi edainvertebrati(Fig.17). I principali fattori di minaccia per la sopravvi venza di questa testuggine sono rappresentati dalla distruzione (tagli, incendi) e dal degrado delle aree a macchia mediterranea e dei boschi termofili, dal disturbo umano nellambiente na turale, dal prelievo incontrollato effettuato per motivicommercialieamatoriali. LaspecieconsideratevulnerabiledallaIUCN, inserita nellallegato II della direttiva Habitat, nellappendice2dellaCITESedconsideratain pericolodallalistarossanazionale.considerata minacciata nella lista rossa italiana ed specie rigorosamenteprotettadallalegge157/92. Lodolaio(Falcosubbuteo) (Aves,Falconiformes,Falconidae) un piccolo falco che nidifica in tutta Europa e inAsia.Sitrattadiunmigrantealungadistanza, chesvernainAfrica.unuccellodiapertacam pagna, come terreni agricoli, taiga e savana, in particolare ambienti di pianura con piccoli bo schisparsi.Sinutredigrandiinsettiepiccoliuc celli.Nidificainvecchinididicorviealtriuccelli, depone 24 uova. La specie elencata nel 2009 Lista Categoria Rossa IUCN come poco preoccu pante(comevalutatodaBirdLife).Nonostantele popolazioni sembrano essere in diminuzione, in particolareinItalia,doveillodolaiostatoclas sificatocomevulnerabilenellalistarossanazio nale. La specie elencata nellallegato II della Convenzione di Berna, nellAppendice II della CITES e nellAppendice II della Convenzione di Bonnsullespeciemigratricidellafaunaselvatica (CMSConventionofMigratorySpecies). Gufocomune(Asiootus) (Aves,Strigiformes,Strigidae) SitrattadiunrapacenotturnochenidificainEu ropa,AsiaeNordAmerica.Lhabitatcostituito daboschisparsi,daareeconunafittavegetazio neapraterie,comepureterrearbustetieparchi urbani, dal livello del mare fino a 2000 metri di altitudine. Il gufo comune caccia quasi esclusi vamente di notte e in ambienti aperti. La mag gior parte delle prede comuni sono piccoli mammiferi catturati a terra o tra la bassa vege tazionebassa.Cosquestaspecieaiutaacontrol larelepopolazionidiroditoriagricolichecausa no danni alle coltivazioni. Nidifica sugli alberi, spesso usando nidi costruiti da altre specie di 31 uccelli (gazza, cornacchia e falchi). In rari casi nidificaincavit.Laspecieelencatacomepoco preoccupantenellaListaRossaIUCN. Nonostante ci landamento della popolazione sembra essere in diminuzione. Luso non rego lamentatodirodenticidineifruttetidimeleela perdita di habitat aperti associati con labbandono dei terreni possono rappresentare rischi a lungo termine per la specie in questi habitat.

BIBLIOGRAFIA
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D.2.SIlSITIDINAMO:LAreadiProgetto

IlSITIDINAMO:UnsistemaInformativoTerritorialeIntegratoperlaconservazione dellabiodiversitminacciataneisistemiagricolidelBassoMolise
MariaLauraCarranza,GiovanniCiccorelli IntroduzioneaiSistemiInformativiTerritoriali

ISistemiInformativiTerritoriali(SIT)sonoun insieme di strumenti informatici utili a racco gliere,memorizzare,richiamare,trasformaree rappresentaredatigeografici(Burrough1986). I SIT inoltre costituiscono unefficace sistema perilsupportoalledecisionisuproblemidica rattereambientaleutilizzandodatispazialmen teriferiti. I SIT permettono di inoltre di modellizzare il mondo reale e ci consentono di prevenire e prevedereunaseriedifenomenilegatialterri torioediesploraretuttolinsiemedeipossibili scenari ad essi legati ottenendo una visione delleconseguenze(Gomarrasca,1997). Unacartaunsempliceesempiodirappresen tazionedeidatigeografici.Unacartaconsistedi uninsiemedipunti,lineeeareechesonoposi zionatiinaccordoadunprecisosistemadico ordinate,accompagnatidaunalegendachede scrivetuttiglielementiinessarappresentati. Un Sistema Informativo Territoriale Integrato (ITIS) in grado di accogliere le informazioni territoriali codificate in cartografie digitali di diversa natura quali tematismi CAD (Compu terAided Design), la cartografia automatica in formati digitali diversi quali il vettoriale ed il raster le banche dati gestite (Data Base Management Systems, DBMS) ed i dati tele ri levati(qualilefotografieaereeedidatirilevati da satellite da altri supporti). Le tecnologie ri levanti per lo sviluppo degli ITIS sono linformatica,lacartografiaelageodesia,lafo togrammetria e il telerilevamento, le banche dati(DBMS). LeapplicazionideiSITededeiSITInellacon servazione e gestione della biodiversit sono numeroseedocumentate.Esempiefficacisono presentiadiversescaledaglobalealocale. Possiamo citare a livello nazionale il Portale Cartografico Nazionale gestito dal Ministero dellAmbienteedellaTuteladelTerritorioedel Mare (http://www.pcn.minambiente.it/PCN/), Sistema Ambiente 2010: una Rete Italiana per la Biodiversit, fauna Italia (sito web http://www.faunalia.it/),edalivelloregionale 35

il portale web della Regione molisana (http://cartografia.regione.molise.it/ mapser ver.html). Applicazioni dei SIT a diverse scale per la gestione dei sistemi agricoli sono anche moltodiffuse,comeadesempioilsistemaSeTA (Servizi Telematici in Agricoltura) adoperato dallaCIA(ConfederazioneItalianaAgricoltori). Lapplicazione di un SIT alla gestione ed il monitoraggio della biodiversit minacciata presenteneisistemiagricoli,unambitore lativamente nuovo nel quale le modalit e strumenti dimplementazione necessitano ancoradiapprofondimenti. Nel presente volume viene descritta la costru zione ed implementazione di un SITI dedicato alla conservazione della biodiversit nei si stemiagricolidelBassoMolise,nellambitodel ProgettoDINAMO,gidescrittoinaltricapitoli (Fig. 18). Il SITI si inserisce nei diversi mo menti dei processi di conservazione della bio diversit, come lanalisi del contesto territo riale, la pianificazione degli interventi di con servazione,ilmonitoraggiodellaloroefficaciae lamodellizzazionedifuturiscenari. NellareamolisanainteressatadalprogettoDI NAMO,iterritorialdifuoridelleareeprotette sono essenzialmente a vocazione agricola, ca ratterizzati da piccole aziende e per lo pi a conduzionefamiliare(Forleoetal.,2011).

IlSITIDINAMO
NelcontestodelprogettoLIFE+DINAMO(Ma rino et al. 2011), stato costruito un Sistema Informativo Territoriale Integrato (SITI) del BassoMolise(Fig.19) (http://www.distat.unimol.it/STAT/environm etrica/areetematiche/lifedinamo geodatabase),settorenelqualesonostatepro grammateedavviatediverseazionidiconcrete di conservazione e di promozione culturale. Il Sistema Informativo Territoriale fa parte delle azionipreparatoriedelprogettomaallostesso tempoaccompagnalosviluppodellinteropro gettoaggiornandoidatirelativialsistemaam

bientale Basso Molise ed accogliendo i dati re lativi alle azioni di monitoraggio previste per verificarelefficaciadiogniazionediconserva zione. Il Sistema Informativo Territoriale Inte grato (SITI) DINAMO, contiene le cartografie tematichenecessarieperlapianificazioneedil monitoraggio delle diverse azioni previste dal progetto.DurantelefasidipreparazionealSITI si abbinato un Sistema di Supporto Decisio nale(Ciccorellietal.,2010). IlSITIDINAMO,organizzatoseguendoladiret tiva Europea INSPIRE (INfrastructure for SPa tial InfoRmation in Europe, European Parlia ment, 2007), utilizzando il software ArcGIS10 (ESRI,2010),integraerendeconfrontabilitut teleinformazioniterritorialiinunaunicaBan caDatidelBassoMolise. Il SITI DINAMO contiene informazioni tema tiche relative al contesto territoriale del Basso Molise, alla biodiversit minacciata (specie ed habitattargetdelprogettoLIFEDINAMO),alla localizzazione delle diverse azioni concrete di conservazione, al monitoraggio della loro effi cacia. Cartografie del contesto territoriale del BassoMolise Carta della copertura del suolo (scala 1:50.000) seguendo il protocollo CORINE LandCover(anno2002) Cartadellareteidrografica(RegioneMoli se) CartadeiSitidinteressecomunitario(SIC) edelleZonediprotezioneSpeciale(ZPS) Carta dei perimetri dei Comuni (elenco ComunidelBassoMolise) CartadelladensitabitativaperComune DTMRegioneMolise(20mx20m). Cartografierelativeallabiodiversitminac ciatainBassoMolise(specieedhabitatogget todelprogettoLIFEDINAMO) Carta della distribuzione della Calandra (Melanocorypha calandra), Calandro (An thuscampestris)eCalandrella(Calandrella brachydactyla)inBassoMolise(DatiPRO GETTOMITO2000) Carta della distribuzione della ghiandaia marina(Coraciasgarrulus)inBassoMolise (DatiPROGETTOMITO2000) Carta della distribuzione del nibbio reale (Milvusmilvus)inBassoMolise(DatiPRO GETTOMITO2000) Carta della distribuzione del tritone cre statoitalico(Trituruscarnifex) Distribuzione degli habitat di direttiva target del progetto nei siti dinteresse co munitario del Basso Molise (Dati da Re gione Molise) (habitat 92A0 Foreste a galleriadiSalixalbaePopulusalba;habitat 91F0 Forestemisteripariea Quercusro bur, Ulmus minor e Fraxinus angustifolia; habitat 91AA Boschi orientali di quercia bianca;habitat91M0ForestePannonico Balcanichedicerroerovere) Localizzazionedellediverseazionidicon servazione Distribuzione delle aziende e dei terreni pubblici nei quali verranno realizzare le azioniconcretediconservazione Distribuzione di ogni azione di conserva zione nel il territorio del Basso Molise e allinternodiogniazienda Per ogni azienda, cartografia dellinsieme delleazioniconcretediconservazione

Cartografierelativealmonitoraggio Cartografiadellefasidirealizzazionedelle diverseazioniimplementateedelrelativo monitoraggioincampo(utilizzodaesperti disistemiGISperpalmari),sututtoilter ritorio del Basso Molise ed allinterno di ogniareadintervento(privataepubblica) Cartografia aggiornata per ogni azione di conservazioneeperogniareadintervento in relazione alla rete NATURA 2000 del BassoMolise Individuazionedelleareedimaggioreeffi cacia delle azioni di conservazione e delle aree dove invece necessario un incre mento dellattenzione per raggiungere gli obiettividelprogetto.

IL SITI DINAMO si dimostrato uno stru mentoessenzialeperlimplementazionedelle diverse azioni previste dal progetto. In parti colareilSITIDINAMOconsentedi: A. Avere una descrizione dettagliata della distribuzione della biodiversit natu rale (habitat e specie minacciati) an cora presente nei sistemi agricoli, non chdellepressionieminacceallequali sonosoggettelediversecomponenti. (continuaapag.39)

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Figura18.Distribuzionedelleaziendecoinvolteadicembre2010neiComunidelBassoMolise


Figura19.RappresentazioneschematicadelSITIDINAMO

B. Pianificare ed avviare le diverse azioni coa diuvandolasceltadellemodalit,latempistica eladistribuzionedellediverseazioniconcrete diconservazioneprevistedalprogetto. C. Pianificare il monitoraggio. La conoscenza della distribuzione delle azioni e degli habitat didirettivaedellespecietargetsulterritorio essenziale per stabilire una rete di monitorag gio della biodiversit sul territorio. Il monito raggio mirato soprattutto a verificare lefficacia delle azioni e a migliorare quando necessario la loro implementazione. In base al SITIsaranchepossibileidentificarealtrearee adatteperlimplementazioneinfuturodiazio nidiconservazionesimiliaquelleproposte. D. Costruire dei modelli predittivi degli effetti delleazioniproposte.IlSITIcostituiscelabase per proiettare gli effetti di ogni azione di con servazione nel tempo a scala locale e di pae saggio. E. Contribuire alla realizzazione di materiale divulgativo e di promozione ambientale. Dato che le carte e le tabelle inserite nel sistema permettono diverse interrogazioni e prodotti grafici ed informativi, questa azione offre un grandecontributoalleazionididivulgazionee comunicazionedeirisultati,oltrechealleattivi tdieducazioneambientale. F. Garantire, grazie allo sviluppo secondo il protocolloeuropeoINSPIRE,lainterscambiabi lit dei dati con altri progetti ed aree dinteresseinItaliaedEuropa. Gomarasca M.A., 1997. Introduzione a tele rilevamentoeGISperlaGestionedelleRisor se Agricole e Ambientali. Edizioni Associa zioneItalianadiTelerilevamento. European Parliament, 2007. Directive 2007/2/EC of the EuropeanParliament and oftheCouncilestablishinganInfrastructure for Spatial Information in the European Community (INSPIRE). Official Journal of theEuropeanUnion.L:108:114. ESRI,2010.ArcGIS10. http://www.esri.com/software/arcgis/arc gis10/index.html Forleo M.,GiaccioV.,MastronardiL.,2011. LAgricoltura nel sistema socioeconomico territorialedelBassoMolise.In:Carrabbaet al. (eds.) Il Progetto DINAMO per la Biodi versitdelMolise.ENEA,Roma. Marino D., Stanisci A., Loy A., Carranza M.L., Marchetti M. ,Di Carlo A., Blasi F., De LisioL.,ChiavettaU.,CiccorelliG.,PelinoG., AntimianiF.,ValentiS.,PadovaniL.M.,Car rabbaP.,DeMeiM.,CappuccioA.,2010. Il progettoDINAMO:conservazionedellabio diversit in aree agricole Una rete mate rialeeimmaterialeattivatanelBassoMoli se. Ambiente, Risorse e Salute n. 125: 11 16. Progetto MITO, 2000. Monitoraggio ITalia noOrnitologico. http://www.mito2000.it/. http://cartografia.regione.molise.it/ map server.html www.distat.unimol.it/STAT/environmetric a/areetematiche/lifedinamogeodatabase www.faunalia.it/ www.pcn.minambiente.it/PCN/

BIBLIOGRAFIA
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LagricolturanelsistemasocioeconomicoterritorialedelBassoMolise
MarinaForleo,VincenzoGiaccio,LuigiMastronardi

Levoluzionedelcontestosocialeedecono micodelBassoMolise
(L.Mastronardi) Il territorio in esame stato interessato da ri levanti cambiamenti nellassetto demografico ed economico (Mastronardi, 2008), ma conti nuaacustodiresituazioniambientalimeritevo lidiconservazione,testimoniatedallapresenza di sette Siti di Importanza Comunitaria indivi duatiaisensidellaDirettivaHabitat,contenenti habitatpropridizoneumideeripariali,costie re e calanchive, oltre a un discreto numero di specieanimalieduespecievegetalidiinteresse prioritario: Stipa austroitalica e Himantoglos sumadriaticum(DiMarzioetal.,2008). Lazonaregistraunasignificativacondizionedi sviluppo (Argiolas, Cannata, 1989; Marino, 1993; Mariani, 2004) e dintegrazione socioe conomica e territoriale (Marino, 1993), che ha coinvolto lintero panorama regionale, ad e sclusione delle zone pi interne (Cialdea, 1996). Interessantedalpuntodivistastoricoculturale la presenza dei tratturi LAquilaFoggia e CenturelleMontesecco. Relativamente alla porzionediretetratturalepresente,emergela necessit di una riconsiderazione delle politi che di conservazione e gestione alla luce delle lineepirecentidisvilupposostenibile,finaliz zandole sia al recupero di quanto rimasto i nalterato nel tempo sia alla promozione di forme di fruizione compatibili (Mastronardi, Fanelli, 2008; Di Martino, Di Marzio, Mastro nardi,2008). Partendodallesamedelquadrodemografico,si deve rilevare che larea presenta una densit abitativa abbastanza elevata, rispetto al pano ramaregionale.AdeccezionediTermoli,tutta via,tuttiiComunisicollocanoaldisottodella sogliadiruralitOCSE. A partire dagli anni trenta del secolo scorso, i datisullapopolazioneevidenzianounacrescita demograficaalquantosostenuta:iresidentiso no,infatti,quasiraddoppiati. Siassiste,inoltre,adunsensibilespopolamen to delle campagne: diminuiscono i residenti nellecasesparse(tessutourbanodiscontinuo) e prende corpo il processo di accentramento nelleareeurbane. Per quanto concerne la struttura economica, dal 50 in poi si registra un aumento delle im presedelsettoreindustrialeedelterziario.Nel 2001, la maggior parte delle unit locali si an noveravaneisettoridellindustriaedeiservizi. Loccupazione registra una crescita significati vasoltantonellultimotrentennio.Lastruttura occupazionale subisce un profondo cambia mento.Laconsistenzadeglioccupatiinagricol tura scende considerevolmente, a fronte di un aumentonelsettoredellindustriaedeiservizi. Circa il 90% della forza lavoro che sostiene le attivit industriali proviene dal settore agrico lo, che in passato rappresentava lattivit pi rilevante. Con riferimento al turismo1, il comprensorio presenta una chiara attitudine turistica di tipo balneare.Nel2005iltessutoricettivodellarea costiera del Molise, ha una consistenza di 265 strutture, con una netta prevalenza di quelle complementari rispetto a quelle alberghiere. Trail1998edil2005,siassisteadunastaticit del comparto alberghiero che vede quasi im mutatalasuacomposizione,mentre,ilcompar to degli esercizi complementari risulta essere pidinamico. Nel 2005, la capacit ricettiva delle strutture turistiche di 10.398 postiletto: le strutture alberghiereoffrono1.319postiletto;glieserci zicomplementari,invece,hannouna maggiore disponibilit ricettiva (9.079 postiletto). In sintesi, lanalisi dellofferta turistica mette in luce, quale elemento caratterizzante il turismo nellarea costiera molisana, una maggiore con sistenza delle strutture complementari, sia in termini di esercizi sia di posti letto, rispetto a quellealberghiere.

1LeinformazionisiriferisconoaiComunidiMonte

nerodiBisaccia,Petacciato,Termoli,Campomarino.

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Per quanto riguarda la domanda turistica, nel 2005,ilvolumecomplessivodeituristiregistra 76.219 arrivi(pariamenodell1%degliarrivi nazionalieal38,3%diquelliregionali);lepre senze ammontano a 392.393 unit (pari allo 0,1%deltotalenazionaleeal52,3%deltotale regionale). Durantelarcotemporaleconsiderato,gliarrivi restanopressochinvariati,mentre,lepresen ze mostrano un andamento tendenzialmente crescenteconunincrementosignificativo. Leinformazionimettonoilluceunachiarasta gionalit dei flussi turistici, tipica del turismo balneare, con forte concentrazione delle pre senze nel mese di agosto, che causa alcune problematiche di carattere ambientale (Ma stronardi,DeGregorio). Lagricoltura subisce una ristrutturazione dra stica e tende a specializzarsi e intensificarsi. Trail1929eil2000,leaziendeagrarieaumen tano leggermente. Allopposto, la Superficie A gricola Totale (SAT) e la Superficie Agricola Utilizzata (SAU) si riducono notevolmente. Di conseguenza, la dimensione media aziendale diminuita in maniera significativa. Questa si tuazionedaleggereinrelazioneagliinterven tidiriformafondiariache,anchesehannodato vita ad aziende di piccole dimensioni, hanno rappresentatounnecessarioelementodirottu ra,inunasituazionedipericolosoimmobilismo fondiario. Nel2000,loscenarioproduttivoapparepiva riegatorispettoaglianni30.Idatimettonoin luce, tuttavia, un chiaro decremento dei semi nativiepratiepascolipermanenti.Dicontro,le colture permanenti registrano un aumento. Lincremento dei boschi appare, invece, di mi noreentit. In termini percentuali, il peso dei seminativi rimaneinvariato,siriducelincidenzadeiprati e pascoli, a fronte di un consistente aumento delle colture permanenti. Le altre superfici sonopressochscomparse. Perquantoriguardagliindirizziproduttivipi specifici,sinotaunquadropiarticolato,lecui manifestazionisonoilcalosignificativodeice reali che in ogni caso continuano, nel 2000, a interessare quasi la met della SAT, e linserimentonegliordinamentiaziendalidial tre colture, in particolare di quelle industriali (barbabietoladazucchero,semioleosi)edelle ortive.Tralecolturepermanenti,dirilievola consistenzadellaviteedeifruttiferi. La zootecnia invece marginale nel quadro a gricolodellarea. Oggettodellepagineseguentiquellodioffrire una descrizione puntuale delle caratteristiche delsistemaagricolodelBassoMolise,conpar ticolareattenzioneallesuemanifestazionipro duttive e territoriali oltre che alle implicazioni di tipo ambientale, al fine di fornire alcuni spunti di riflessione circa le interazioni tra le trasformazionisociali,economicheedagricole, elassettopaesaggisticoambientaledellareadi riferimentodelprogettoDINAMO.

Ilsistemaagricolo
(M.Forleo) Secondo i dati dellultimo censimento ISTAT dellagricoltura, nellarea costiera del Basso Molise si contano circa 6.100 aziende agricole. Diversamente da quanto accaduto nella pro vinciaenellamediadeiComunimolisani,dove ilnumerodelleaziendesiridotto,ingranpar tedeiComunicostierisievidenziataunacre scitadelleunitproduttive(Tab.1)soprattutto per effetto delle dinamiche positive degli anni Novanta (fanno eccezione Petacciato, S, Giaco moeUruri). Dal1982al2000lasuperficieagricolautilizza taelasuperficieagricolatotalehannofattore gistrare un calo nel complesso dei Comuni dellarearispettoalqualefannoeccezionesolo alcuniComuniovesiverificatounpiccoloin cremento delle superfici (S. Martino, Campo marino,Montenero). Lastrutturafondiarianonfarilevarefenomeni dipolverizzazionemanelcorsodeglianniNo vantainquasituttiiComunidelBassoMolisesi assistito ad un calo dellincidenza della SAU delleaziendeconoltre50ettari. Apropositodellaconduzioneinirriguo,sideve rilevareche secondoidatiISTATdelledue ul timerilevazionicensuarielasuperficieirrigata inrapportoallaSAUtotalecresciutasignifica tivamente, fenomeno che va valutato attenta mentesottoilprofilodellaconduzioneagricola maanchedellimpattoambientale. 41

Tab.1 Evoluzionedelleaziendeedellesuperficinegliintervalliintercensuari(tassodivariazione%) Aziende Comuni Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone SanGiacomodegliS. SanMartinoinP. Termoli Ururi TotaleComuni SAU SAUirrigata 2000/ 1991 191 105 77 79 317 257 192 126 292 151

1990/1981 2001/1990 2001/1981 1990/1981 2001/1990 2001/1981 118 103 121 109 97 105 101 104 105 96 96 92 96 106 102 105 88 93 112 108 122 105 98 102 112 83 93 102 81 82 58 135 78 56 95 53 94 93 105 80 100 91 108 116 96 104 85 101 121 77 105 81 101 91 85 98 104 104 97 92 95 85 106 89 78 93

Fonte:nostraelaborazionesudatiISTAT;Censimentodellagricoltura,varianni

Le dinamiche di crescita pi significative si ri levano in diverse realt del Basso Molise (Pe tacciato, Portocannone, Termoli, Campo marino). importanteribadirecheilMolise,masoprat tuttolaprovinciadiCampobasso,presentauna morfologia dellassetto territoriale molto va riegata. Si ha un territorio prevalentemente collinareemontuosonellinterno,mentrenelle zonecostiereprevalgonolapianuraelecolline dibassaaltitudine. Questo fa s che ci siano delle differenze rile vanti tra il tipo di coltivazione praticata sulla costaequelladelrestodelMolise.Infatti,con frontando larea del Basso Molise con il resto dellaprovincia,sinotache,essendosituatanel la zona litoranea della regione ed avendo per centualielevatedellaSAUirrigata,isuolisono prevalentemente destinati alle coltivazioni le gnoseeaiseminativi(Tab.2). Perquantoriguardaiseminativi,chericoprono benoltreil60%dellaSAUcomunale(Tab.3),le colturesignificativeperestensionedellasuper ficieassorbitasonoquellecerealicole.

Se laggregato dei seminativi non ha un forte peso rispetto al quadro provinciale (circa il 25%), lanalisi di dettaglio dei gruppi colturali segnala limportanza del settore ortivo se si considerachenelsoloComunediCampomari nosiconcentracircail30%dellasuperficieor tivadellinteraprovincia(Tab.4). Nel resto della provincia di Campobasso, ma ancheingeneralenellamediadeiComunimoli sani, si riscontra una percentuale maggiore di SAUdestinataaboschi,pratipermanentiepa scoli, che sono colture che non richiedono unelevata irrigazione adattandosi meglio ai territoricollinariemontuosi.

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Tab.2 IncidenzadellaSAUdeiComunisultotaleprovincialesecondolutilizzazionedeiterreni,2001

Comuni Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 19,7 10,5 10,0 1,1 7,1 17,6 100,0 100,0 100,0

SAUpercolturasultotalecomunale Coltivazioni Pratiperma Seminativi legnoseagra nentiepa rie scoli 60,6 38,7 0,7 85,9 13,7 0,4 76,9 21,2 1,9 85,4 14,5 0,1 72,8 20,8 6,4 66,2 33,5 0,4 80,5 17,6 1,9 80,6 18,6 0,8 82,0 17,3 0,8 92,0 7,6 0,4 79,2 82,4 72,4

SAUcomunaleper colturasultotaleprovinciale Coltivazioni Pratipermanentiepa Comuni Seminativi legnoseagra scoli Totale rie Campomarino 2,5 12,7 0,4 3,5 Guglionesi 4,8 6,0 0,3 4,6 Larino 3,6 7,7 1,0 3,8 MontenerodiB. 4,4 5,8 0,1 4,2 Petacciato 1,3 2,9 1,3 1,5 Portocannone 0,5 2,0 0,0 0,6 S.Giacomod. S. 0,5 0,9 0,1 0,5 S.MartinoinP. 4,4 7,9 0,5 4,5 Termoli 1,4 2,3 0,2 1,4 Ururi 2,1 1,4 0,1 1,9 TotaleComuni / 25,5 49,6 4,1 26,6 CB TotaleComuni/ 23,0 41,5 1,3 21,0 Molise Totale Comuni Prov.CB Molise

Tab.3 IncidenzadelleaziendeconseminativiedellaSAUneiComunisultotaleprovinciale,2001 Comuni Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone SanGiacomod.S. SanMartinoinP. Termoli Ururi TotaleComuni/CB Totale aziende 2,6 3,2 2,8 4,4 1,6 0,5 0,6 3,2 1,8 1,1 21,9 CEREALI COLTIVAZIONI COLT.FORAGGERE TOTALE FRUMENTO ORTIVE AVVICENDATE Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie Aziende Superficie 2,0 2,3 2,1 2,7 9,3 29,6 0,1 0,2 3,2 4,7 3,5 5,7 4,4 7,3 0,2 0,2 2,9 3,7 3,1 4,1 5,5 18,1 0,7 0,9 4,5 3,8 4,8 4,5 4,6 3,2 0,6 0,3 1,5 1,3 1,6 1,5 1,5 0,7 0,1 0,1 0,5 0,4 0,6 0,5 1,4 6,2 0,0 0,0 0,4 0,5 0,5 0,6 0,7 0,5 3,5 4,5 3,5 5,1 4,1 12,9 0,3 0,5 1,6 1,4 1,7 1,6 3,7 4,8 0,2 0,2 1,2 2,1 1,3 2,3 0,7 1,3 0,0 0,0 21,4 24,6 22,5 28,8 35,8 84,7 2,3 2,4

Tab.4 IncidenzadelleaziendeconseminativiedellaSAUsecondolecoltivazionipraticateperComune,2001 Aziende concereali Aziende Aziende confru conortive mento /Aziendeconseminativi 59,3 55,9 37,2 81,3 79,4 14,6 81,9 79,1 20,6 81,3 78,5 11,1 73,6 68,8 9,7 82,2 79,4 29,0 56,9 55,4 13,1 84,7 77,1 13,5 70,9 67,8 21,6 86,3 82,6 6,6 77,4 73,8 17,3 79,2 71,8 10,6 SAUa SAUa cereali frumento SAUa SAUa SAUa ortive cereali frumento 35,0 53,7 51,4 47,7 44,8 37,8 48,1 53,4 51,5 58,3 49,1 53,1 SAUa ortive

Comuni Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone S.Giacomod.S. SanMartinoinP. Termoli Ururi TotaleComuni TotaleCB

/SAUaseminativi 57,8 54,6 20,4 62,5 60,5 2,7 66,8 59,3 9,0 55,9 52,2 1,3 61,5 56,2 0,9 57,1 54,6 21,7 59,8 58,6 1,7 66,2 59,7 5,2 62,8 57,9 6,0 63,4 54,8 1,1 62,0 57,2 5,8 64,4 50,8 1,8

/SAUtotale 33,1 12,4 52,0 2,3 45,6 6,9 44,6 1,1 40,9 0,7 36,1 14,3 47,2 1,4 48,2 4,2 47,5 4,9 50,4 1,0 45,3 4,6 41,9 1,5

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Per quanto riguarda le coltivazioni legnose, si possonorilevareduedati:dauncanto,selolo ro incidenza nel complesso dei Comuni pesa soloperil10%circa,viunelevatavariabilit dellepercentualitraiComuni(8%Ururi,39% Campomarino); daltro canto, larea impor tante sia nel quadro provinciale che in quello regionalegiacchcomplessivamentecontribui sce per oltre il 40% alla superficie complessi vamentedestinataallecoltivazionipermanenti. Nel confronto tra i diversi aggregati colturali permanenti, il principale tipo di coltura prati catalavite. Oltrechedaidatiassoluti,cievidenteconsi derando lincidenza della superficie vitata co munale su quella a coltivazioni legnose e sulla SAUtotaledeiComuni(Tab.5),masoprattutto misurando lincidenza circa il 70% che la superficiecomunaleavitehasuquellaprovin ciale(Tab.6). Lanalisi dei dati a livello comunale evidenzia unacertavariabilitconsituazionidifortespe cializzazione alla viticoltura in alcuni Comuni, comeCampomarino(70%dellaSAUavitesulla SAUacoltivazionilegnose)ePetacciato(52%). La coltura dellolivo ha una certa tradizione nellagricolturadellareacomeattestalaeleva taincidenzadelladiffusionecolturalepressole aziende (93%) e il peso della SAU ad olivo su quella a coltivazioni legnose; anche in questo casosipossonorilevatealcunespiccatespecia lizzazioni comunali (S. Giacomo, Larino, Gu glionesi,Ururi). Da ultimo, la presenza di colture frutticole nellarea del Basso Molise, se non rileva tanto in termini di diffusione a livello aziendale (13%)ediSAUdestinata(14%),tuttaviaim portantesesiconsideracheneidieciComunisi concentrabenil74%dellasuperficiefrutticola dellaprovincia. Conparticolareriferimentoallaproduzionevi ticola, la vocazione dellagricoltura dellarea, e di alcuni Comuni in particolare, nei confronti della produzione vitivinicola mette in risalto limportanzadelleproduzioniDOCeDOCGdel lazona. Daultimo,nonostantelincrementodellestrut ture aziendali presenti nellarea costiera, lincidenza percentuale delle aziende con alle vamentinonelevatarispettoalrestanteterri toriodellaprovinciadiCampobassoeingene rale dei Comuni della regione e si concentra principalmente nellallevamento di capi avicoli edovinicaprini. Si segnala, tuttavia, che lincremento nella nu merositdelleimpresezootecnichenellultimo decennio peculiare di alcuni Comuni (Cam pomarino,S.Martino,Petacciato),mentreinal trerealtdelBassoMoliseleimpresezootecni che sono diminuite in valore assoluto ovvero, puressendoaumentatedinumero,siridotta laloroincidenzarelativasultotaledelleimpre seagricolecomunali.

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Tab.5 Aziendeconfruttiferi 30,0 7,5 5,5 17,9 8,6 7,4 10,7 8,9 18,6 3,9 12,8 10,8 27,3 3,2 4,3 2,9 10,8 12,7 1,3 7,7 6,9 2,5 8,0 3,0 SAUavite SAUa vite

IncidenzadelleaziendeconcoltivazionilegnoseedellaSAUpercoltivazionipraticateeComune,2001

Comuni

Aziendeconvite

Aziendeconolivo

Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone S.Giacomod.S. SanMartinoinP. Termoli Ururi TotaleComuni TotaleCB

63,0 27,1 18,3 24,2 32,2 30,5 17,9 32,9 50,3 19,1 31,2 42,7

/Aziendeconcoltivaz. legnose 76,7 95,7 97,7 96,6 96,3 96,8 97,4 92,4 89,6 94,6 93,4 83,7

SAUadoli SAUafrutti vo feri /SAUacoltivazionilegnose 70,5 11,8 17,7 23,7 62,8 13,5 20,3 74,6 5,0 19,8 56,7 23,5 51,9 40,9 7,1 38,0 40,2 21,6 7,5 81,5 11,1 41,2 48,6 9,7 39,7 41,9 14,4 32,7 61,1 6,2 40,4 45,7 13,6 28,8 61,6 9,2

SAUad SAUafrutti olivo feri /SAUtotale 4,6 6,9 8,6 1,8 15,8 1,1 8,2 3,4 8,5 1,5 13,4 7,2 14,4 2,0 9,0 1,8 7,2 2,5 4,7 0,5 9,0 2,7 6,5 1,0

Fonte:nostraelaborazionesudatiISTATcit.

Tab.6 VITE Aziende 4,0 2,2 1,6 3,0 1,3 0,7 0,4 2,7 1,9 0,5 18,3 Superficie 31,2 4,9 5,4 4,0 5,3 2,6 0,2 11,3 3,2 1,6 69,7 Aziende 2,5 3,9 4,4 6,2 2,0 1,1 1,2 3,8 1,7 1,2 28,0

IncidenzadelleaziendeconcoltivazionilegnoseedellaSAUcomunalesultotaleprovinciale,2001 OLIVO Superficie 2,4 6,1 9,3 5,3 1,9 1,3 1,2 6,2 1,6 1,4 36,8 Aziende 7,6 2,4 1,9 8,9 1,4 0,7 1,0 2,9 2,8 0,4 29,8

Comuni

Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone S.Giacomod. S. SanMartinoinP. Termoli Ururi TotaleComuni/CB

Totalea ziende 2,7 3,4 3,8 5,3 1,8 1,0 1,0 3,5 1,6 1,0 25,1

FRUTTIFERI Superficie 24,7 8,8 4,2 14,8 2,3 4,7 1,1 8,4 3,7 0,9 73,6

Lagriturismo
(M.Forleo)

Nello scenario agricolo sopra delineato e nel processo di sviluppo locale, lagriturismo pu svolgere un ruolo molto significativo sotto il profilo economico, sociale e ambientale, for nendocosunutilecontributo allacrescitaso stenibiledelleareerurali. Loffertaagrituristicaregionalecaratterizzata dallabbinamento di ospitalit e ristorazione, risultanteinoltrelametdelleunitaziendali;

unulteriore27%diimpreseattivesiconcentra sulla ristorazione, percentuale pi elevata ri spettoalloffertadelsoloalloggio(13%). Suddividendo le strutture ricettive per ambito di localizzazione Alto Molise (AM), Molise Centrale(MC)eBassoMolise(BM)(Tab.7) evidente che lofferta agrituristica del Basso Molisesicaratterizzamaggiormenterispettoal quadro regionale per la specializzazione delle strutture nel segmento di offerta combinata di soggiornoeristorazione.

Tab.7 LetipologiedioffertaricettivaagrituristicainMolise Tipodistrutturaricettiva Hotel(H) HotelRistorante(R) HRCampeggio Campeggio Ristorante Totale Areadiubicazioneaziendale AM BM MC 9,1% 16,0% 10,5% 45,5% 68,0% 31,6% 0,0% 4,0% 15,8% 0,0% 4,0% 0,0% 45,5% 8,0% 42,1% 100,0% 100,0% 100,0% Totale 12,7% 50,9% 7,3% 1,8% 27,3% 100,0%

Fonte:ns.elaborazionesudatidaindaginediretta(cfr.Forleo,2007b)

Per le finalit del presente contributo si trala scia lesame delle caratteristiche strutturali dellofferta e della domanda agrituristica re gionale2 mentre si ritiene opportuno concen trarelattenzionesulledotazionipresentipres solestruttureagrituristicheregionalichepos sonoavererilevanzasottoilprofiloambientale, anche in quanto lattenzione verso la qualit ambientaledelleimpreseagrituristichedive nutasemprepidiffusa, siapressoloffertari cettivasiapressoladomanda. Il quadro emergente per il complesso delle a ziende agrituristiche molisane (Tab. 8) indica che la dotazione di misure destinate alla ridu zione degli impatti e del consumo di risorse ambientali non molto diffusa e riguarda un numero limitato di fattori dimpatto, peraltro fondamentalinelquadrodiuncomportamento minimaledigestioneambientale.

In particolare, le strutture localizzate in Basso Molise,rispettoaquelleubicateneglialtridue ambiti territoriali regionali, presentano una certa attenzione verso la raccolta differenziata dei rifiuti e lutilizzo di dispositivi per il ri sparmioidricoedenergetico,maingeneralela performance ambientale delle imprese agritu ristiche rappresenta un fattore critico da svi luppareinquantopurenderenoncompetitive leaziendemolisaneconquelledialtreregioni. Per un approfondimento si rinvia a Forleo (a curadi),2007b. La sensibilit verso la tutela ambientale nelleserciziodellattivitricettivanelcasodel le aziende agrituristiche assume un significato particolare se analizzata congiuntamente ad analogo atteggiamento assunto nellesercizio dellattivitagricola.evidente,infatti,che,pur trattandosidiambitidiazioneedicertificazio ne differenti (luno turistico e laltro agricolo, chepossonosussisterelunoindipendentemen te dallaltro), la situazione migliore sarebbe quella di verificare limpegno ambientale sui dueversantidellattivitaziendale.

2LeinformazionisiriferisconoaiComunidiMonte

nero di Bisaccia, Petacciato, Termoli e Campomari no

47

Tab.8

Alcuniaspettidirilevanzaambientalepressoleimpreseagrituristichemolisane AM 9,1% 0,0% 54,5% 0,0% Fonte:nostraelaborazionesudatiISTATcit. BM 56,0% 44,0% 8,0% 8,0% MC 26,3% 21,1% 5,3% 21,1% Totale 36,4% 27,3% 16,4% 10,9%

Attuazionedelsistemadiraccoltadifferenziatadeirifiuti Dotazioneimpiantiperilrisparmiodellerisorseidricheedenergetiche Utilizzoancheparzialedifontienergetichealternativee/oabassoimpatto ambientale Produzionedicompostaziendale

Alriguardo,inpochicasirisultalapresenzadi coltivazioni e/o allevamenti con metodi biolo gici: tra gli allevamenti praticati nelle aziende agrituristiche, nel complesso le aziende sono caratterizzate dalla presenza di razze non ca ratteristiche del territorio e in pochi casi sono presentirazzeautoctoneoallevamenticonme todo biologico; anche per le coltivazioni, la produzionebiologicarealizzatapressolestrut tureagrituristichepocodiffusa. Per quanto concerne lesistenza ed il tipo di prodotti tipici realizzati dalle aziende agrituri stiche,lemodalitdipromozionedeglistessi,la loro utilizzazione (allinterno ed allesterno dellattivitagrituristica),ilquadrocheemerge non certamente positivo, se si considera che altrove la valorizzazione di prodotti tipici in seno alle aziende agrituristiche rappresenta unachiavedisuccessodelsettoreedellattivit primaria principale, se non addirittura un fat torechenetrainalosviluppo. Sebbene per i prodotti con denominazione di origine lesiguit del numero di aziende in partedaricondurrealbassonumerodiricono scimenti di produzioni protette esistente in Molise,ilquadrocomplessivodelleproduzioni tipicheallinternodellestruttureagrituristiche presenta alcuni punti di debolezza: poche le produzioni realmente tipiche e quelle biologi che, una maggiore presenza di produzioni tra dizionali; una limitata diffusione della vendita diretta delle produzioni ottenute; difficolt di verificare lapplicazione dei vincoli normativi circa la provenienza interna e locale delle ma terie prime somministrate e rischio che non sianoapplicati,condannoperleunitedilsi stema agrituristico regionale; assenza di rap porticonsolidatitraimpreseperlapprovvigio namento e lo scambio di materia prima tipica

locale; infine, scarse le attivit di promozione, ancheallinternodellazienda. Daultimo,lapermanenzapressolaziendanon offre ai clienti altra possibilit che la ristora zione o il soggiorno. Infatti, non sono diffuse forme di intrattenimento legate allesercizio di attivitsportive;inpochicasisipossonoeffet tuareattivitequestri;anchelosvolgimentodi passeggiate a piedi o in bicicletta possibile, maperlopinonsitrattadiattivitprogram mate,neipercorsienelladurata,coneventuale accompagnatore, organizzate ripetutamente nellarco di apertura dellazienda. La carenza deiserviziperlafruizionedelcontestoambien taleepaesaggisticolocalerappresentaunforte limite dellofferta agrituristica regionale tanto pisesiconsideranolevalenzepaesaggistiche ed ambientali presenti nellarea di studio e nellinteraregione.

Lagricolturabiologica
(L.Mastronardi) NellareadelBassoMolise,leaziendechehan no adottato il metodo di produzione biologico ammontano a 108 unit (Regione Molise As sessorato Agricoltura, Foreste e Pesca produt tiva,2008).LaSATbiologicaparia512,35et tari, mentre la SAU biologica interessa unarea di291,68ettari. Lanalisi limitata ai Comuni DINAMO mette in luce come Petacciato, con una SAT pari a 255,08 ettari e con una SAU di 128,81 ettari, risulti essere il Comune con la maggiore parte di superficie investita in agricoltura biologica, laqualerappresentail44,2%interminidiSAU comunaleedil49,8%in terminidiSATcomu nale. A Guglionesi la superficie biologica am monta a 91,49 ettari di SAT e 74,38 ettari di SAU (25,5% del totale SAU e 17,9% del totale 48

SAT).ACampomarinolaSATelaSAUbiologi che sono pari, rispettivamente, a 29,89 e 18,6 ettari (6,4% del totale SAU e 5,8% del totale SAT). Nel Comune di Termoli la SAT e la SAU corrispondono, rispettivamente, a 6,01 e 3,94 ettari (1,4% del totale SAU e 1,2% del totale SAT). LaFig.21illustraladistribuzionedellesuperfi cibiologichenellareaoggettodistudio. La localizzazione delle superfici biologiche nei Comuni del progetto LIFE illustrata nelle fi gure 2225 (fonte: ripreso da De Gregorio, 2008). ACampomarinolatotalitdellasuperficiebio logicainvestitainseminativi.AGuglionesi,le tipologiecolturaliprevalentisono:38,8%frut teti, 24,5% prati permanenti e pascoli, 20,4% seminativi,16,3%vigneti. A Petacciato le tipologie colturali sono cos di stribuite: 43,6% prati e pascoli permanenti, 30,8% seminativi, 10,3% oliveti, 5,1% fruttife ri,10,3%altrasuperficie.ATermoliil41,7% delle superfici biologiche rappresentato da seminativi, il 16,7% dagli oliveti, il 41,7% classificatoallavocealtrasuperficie. getto DINAMO emerge in maniera compatta come unica area (gruppo 10 nella Fig. 26) di dimensioni territoriali ampie con caratteristi che di sviluppo e diversificazione economica nel quadro regionale. Per comprendere le ca ratteristichedellareacostieraincuiricadonoi Comuni del progetto DINAMO4, necessario approfondirelesamedegliaspettiagricolipar ticolarmenterilevantiperlaconnessioneconle attivit progettuali ma non si pu trascurare limportanza assunta da altre determinanti del contesto territoriale di studio, in particolare quelledemografiche,produttiveereddituali. Lanalisi dellandamento demografico nel peri odo 19712001 nellambito territoriale consi derato(Tab.9)evidenzialasignificativacresci ta dei Comuni propriamente costieri (Termoli, cheraddoppialapropriapopolazionenelperi odo considerato, Campomarino e Petacciato) nei confronti dei Comuni immediatamente allinterno. Lintera zona del Basso Molise, tut tavia, non risente dellandamento demografico negativocheinvececaratterizza,purconidebi ti distinguo, il restante territorio regionale. Si conferma il ruolo di attrattore del Comune maggiore (Termoli) nei confronti del contesto territoriale. Nellultimo decennio, inoltre, aumentatainmodorelativamentesignificativo anche la popolazione del Comune di San Gia comodegliSchiavoni,comedirettaconseguen za della pressione sul mercato abitativo nella citt di Termoli, ove la domanda crescente di nuove abitazioni ha indotto un aumento dei prezzi delle costruzioni ed uno spostamento residenzialeversolimmediatoentroterra. Altriindicatoridemograficidannomisuradello sviluppo, della dinamicit e dellattrattivit dellarea:unadensitelevataecrescenteunita adeboleinsediamentorurale;unsaldonatura le ed anagrafico elevato e crescente; un alto rapporto della popolazione presente (aspetto rilevante nel quadro di una regione storica mentesegnatadaflussidemografici inuscita); elevatopesodistrutturefamiliariampie;eleva toricambiogenerazionale,bassoindicedivec chiaiaedidipendenza.

Lassettodelterritorio,lagricolturaeil sistemasocioeconomicodelBassoMolise
(M.Forleo) Per fornire una lettura a livello territoriale dellareainteressatadalprogetto,dellesueca ratteristicheedinamiche,ancheinrapportoal quadroregionalediriferimentosipossonoan noverarediversistudi3che,purconvariefina lit,concordanonelqualificareemettereinri salto le caratteristiche di sviluppo che larea costierapresentarispettoallarealtagricolae ingeneralesocioeconomicadelMolise. In particolare, larea costiera viene di volta in volta definita come Sistema ad agricoltura in tegrata ed attrattivi (Argiolas A., Cannata G., 1989)piuttostocheareadiSviluppoediversi ficazioneeconomica(Forleo,2005b). Volendo concentrare lattenzione su uno degli studi pi recenti (Forleo, cit.) che conduce unanalisi del settore agricolo nel quadro del sistema territoriale del Molise, i risultati dellanalisi di mappatura su tutto il territorio regionale(Fig.26)evidenzianochelazonaco stiera in cui ricade larea interessata dal pro
3Forleo,2007a.

Tra i Comuni partecipanti al progetto DINAMO lanalisiseguenteriferitaalBassoMolisenonconsi derailComunediMontecilfone.

49

Tab.9 LandamentodellapopolazioneresidenteneiComunidelBassoMolise,19712001 Comune Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiBisaccia Petacciato Portocannone SanGiacomodegliSchiavoni SanMartinoinPensilis Termoli Ururi TotaleComuni 1971 3.972 5.821 6.813 6.757 2.845 2.423 866 4.433 15.659 3.495 53.084 1981 5.482 5.758 7.805 7.310 3.072 2.463 849 4.632 22.849 3.345 63.565 1991 5.818 5.464 8.294 7.137 3.236 2.531 897 4.762 28.552 3.248 69.939 2001 6.310 5.156 7.078 6.698 3.406 2.544 1.111 4.824 30.255 3.070 70.452

Dallanalisi dei dati sullandamento demografi co, inoltre, possibile dedurre che sulla dina mica positiva dellambito territoriale conside ratohannosicuramenteinfluitoinmanierapo sitivaalcunedeterminantidicontestosiaditi posocioeconomicocheinfrastrutturale.Lazo na,infatti,,comedetto,quellaincuisiconcen trabuonapartedellagricolturaintensivadella regione; allo stesso tempo, inoltre, qui si con centrano buona parte delle maggiori attrattive turisticheregionalied presenteilpiimpor tantenucleoindustrialemolisano. Il profilo produttivo dellarea si caratterizza, infatti, per la diffusa presenza imprenditoriale eperilnumerodiaddettiprocapite.Altriindi ci espressione della robustezza economica dellareasonolapresenzadiunitlocalidiele vatedimensioniinaddettieconsumienergeti ci, lincidenza del settore industriale e il peso dei servizi creditizi e assicurativi. Con levoluzione dello sviluppo il settore primario cederisorsesoprattuttoaisettorimanifatturie roedelterziarioavanzato,turismoecommer cio,purepresentiinrelazioneallacaratterizza zioneurbanoproduttivaecostiera,nonhanno unfortepesorelativonelquadrodidiversifica zionedelleconomialocale. Il mercato del lavoro presenta luci ed ombre: infatti, positivamente caratterizzato da un tassodiattivitsuperiorealvaloremediocom plessivo,maunavalutazionenegativaindotta dallelevatotassodidisoccupazionenellarea. Laggregatoterritorialehavistonelperiodoun incremento delle unit locali e degli addetti (Tab. 10), ma tale dinamica essenzialmente attribuibileallosviluppodeltessutoproduttivo di Termoli, polo industriale dellarea, ove lo 50

calizzatoil50%delleunitlocalidelBassoMo lise e i due terzi degli addetti industriali. Nei restanti Comuni dellarea le dinamiche sono state differenziate ma in molti casi si avuta una contrazione delle unit locali ed un incre mentodegliaddetti5. Nel tracciare le caratteristiche del sistema in dustriale del Basso Molise non si pu prescin deredalconsiderarecheunodeiprincipalipoli di attrazione della zona, sia dal punto di vista degliinvestimentiproduttivisia,diconseguen za,occupazionali(Tab.11),costituitodalnu cleo industriale della valle del Biferno, situato principalmente nel territorio del Comune di Termoli ed, in piccolissima parte, anche del ComunediCampomarino. Ilnucleoindustrialecostituiscecentrodiattra zione per buona parte della forza lavoro dei Comuni limitrofi ma anche del Comune capo luogo e di molta parte della provincia di Cam pobasso6.

5LepeggioridinamicheproduttivenelBassoMoli

se si sono rilevate nei Comuni di Portocannone e Ururi ove sia le unit locali che gli addetti sonodi minuitiinmisuraimportante. 6IlNucleoIndustrialeospitanumerosiinsediamenti industrialiemanifatturierinonchattivitdiservizi connessiaiprimioindipendenti. Il principale insediamento senza dubbio quello dellaFIATPowertrain;nelnucleosonoinoltrepre sentitreindustriechimichee,pidirecente,haav viatolapropriaattivitdiproduzioneenergeticala centraleturbogasdiSorgeniaSpA. Il nucleo industriale in parola ha a disposizione al suointernounadiscaricadirifiuti,nonchundepu ratoredegliscarichiindustriali.

Lagricoltura presente nellarea (Tabb. 1213) risentedellecondizionidisviluppoesimanife sta con caratteri di intensivit, di meccanizza zione, di specializzazione in colture irrigue e legnose. La struttura fondiaria non segnata da feno meni di polverizzazione e di frammentazione, mentremediamenteelevataesiaccresciuta ladestinazioneagricoladellasuperficieterrito riale comunale, cos come lutilizzazione a fini produttividellastessasuperficie. Perquantoconcerneledinamichenellimpiego dei fattori produttivi, si pu osservare che, sebbene limpiego di lavoro per ettaro non sia elevato,trattandosidi unagricolturaprevalen tementemeccanizzata,nellultimodecennioin tercensuario si avuto un significativo incre mento. Gli indici di meccanizzazione, invece, hannoavutodinamichemenopositivechenella media. Percompletareladescrizionedelloscenariodi sviluppodellarea,sisonoesaminatealcuneva riabilidiredditorelativeaimponibile,imposta econtribuentiaifiniIRPEFeICI(Tabb.1415). Evidentemente il polo di Termoli concentra gran parte dei redditi IRPEF e della ricchezza prodottanellarea,oltrelametdelBassoMoli se a seconda delle grandezze considerate, e pertanto le dimensioni di tale realt urbana non sono assolutamente confrontabili con gli altriComuni. A seguire si colloca un gruppo di quattro Co muni (nellordine Larino, Montenero, Campo marino,Guglionesi)cherappresentalaltroag glomeratodisvilupporedditualedellarea. La situazione dei redditi IRPEF abbastanza buonanelquadronelgruppo,incuivieneine videnzaLarinochemoltideidatiredditualicol locano nella situazione migliore nel Basso Mo lise; a seguire Larino alcuni indici di reddito segnalano Petacciato, S. Giacomo e quindi il ComunediCampomarino.

51

Tab.10 UnitlocalieaddettiinBassoMolise:ilconfrontotemporale19712001 Addetti 2001 354 242 361 431 176 74 43 230 1.976 131 6.019 8.705 15.756 16.378 18.321 1971 419 570 806 443 429 94 80 346 3.122 425 1981 980 752 1090 1047 383 200 97 458 8.381 387 1991 881 644 1109 1278 435 174 112 470 8.981 303 2001 892 694 1021 1410 688 132 94 447 10.719 223

Comune 1971 154 329 291 212 104 66 43 197 826 211 4.404 Fonte:nostraelaborazionesudatiISTATcit.

Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiBisaccia Petacciato Portocannone SanGiacomodegliSchiavoni SanMartinoinPensilis Termoli Ururi 5.498 5.679

Unitlocali 1981 1991 410 453 325 276 358 353 359 406 149 153 92 92 39 42 242 222 1.358 1.547 185 144

TotaleComuni

Tab.11 Abitantichesimuovonogiornalmenteperlavoro,nelComuneefuoridalComune,2001

Comune

SpostamentigiornalierinelComune

Spostamentigiornalierifuoridal Comune 1.268 829 694 948 609 524 375 848 1.738 481 8.314

Totalespostamentigiornalieri

Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiBisaccia Petacciato Portocannone SanGiacomodegliSchiavoni SanMartinoinPensilis Termoli Ururi TotaleComuni

1.552 1.343 2.714 2.200 979 496 117 1.202 12.396 643 23.642 Fonte:nostraelaborazionesudatiISTAT

2.820 2.172 3.408 3.148 1.588 1.020 492 2.050 14.134 1.124 31.956

Tab.12 IlprofiloagricolocaratterizzanteilgruppodeiComunidelBassoMolise AGR1 AGR2 AGR2_TMA AGR7 AGR11_TMA AGR10 AGR16_TMA AGR18_TMA AGR20 Valorialti SAT/Superficieterritoriale SAU/Superficieterritoriale Tassodivar.nemedioannuoAGR2 SAUcoltivaz.legnose/SAU Tassodivar.nemedioannuoAGR11 SAUirrigata/SAUtotale Tassodivar.nemedioannuoAGR16_Capipera zienda Tassodivar.nemedioannuoAGR18

AGR3 AGR5 AGR8 AGR9 AGR11 AGR12 AGR13

Valoribassi SAUaziende<2hadiSAU/SAUtotale Corpiperazienda Pratipermanentiepascoli/SAU Boschi/Superficieterritoriale Aziendeconallevamenti/Aziende Capiboviniebufaliniperkmqdisup.terr. Capisuiniperkmqdisup.terr.

AGR18 AGR19_TMA

AGR20_TMA

Giornatedilavoro/SAU Tassodivar.nemedioannuoAGR19_Mezzimeccaniciperettaro diSAU Tassodivar.nemedioannuoAGR20

(n. trattrici*40) + (n. motocoltivatori * 8)/ Gg.di lavoro

Tab.13 Statistichedescrittivedegliindicatoriagricolinelgruppoterritorialecostieroeascalaregionale NomeIndicatore Molise Media 0,63 0,75 0,43 0,52 0,09 0,09 0,25 0,21 11,89 0,61 0,1 0,29 0,13 0,03 Dev.Std. 0,23 0,2 0,25 0,24 0,09 0,08 0,24 0,18 9,66 0,31 0,1 0,33 0,1 0,09

Anno Codice

SAT/sup.terr. SAT/sup.terr. SAU/sup.terr. SAU/sup.terr. SAUaziende<2ha/SAUtot. SAUaziende<2ha/SAUtot. SAUaziende>di50ha/SAUtot. SAUaziende>di50ha/SAUtot. Corpiperazienda SAUseminativi/SAUtot. SAUcoltivazionilegnose/SAUtot. SAUpratiperm.epascoli/SAU Superficieaboschi/sup.terr. SAUirrigata/SAUtot.

2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 2000 2000 2000 2000 2000

AGR1_00 AGR1_90 AGR2_00 AGR2_90 AGR3_00 AGR3_90 AGR4_00 AGR4_90 AGR5_00 AGR6_00 AGR7_00 AGR8_00 AGR9_00 AGR10_00

BassoMolise (Gruppo 10) Media Dev. Std. 0,85 0,09 0,88 0,12 0,79 0,09 0,83 0,13 0,06 0,03 0,05 0,04 0,17 0,08 0,21 0,07 2,93 0,84 0,75 0,14 0,2 0,09 0,05 0,12 0,02 0,02 0,22 0,21

Tab.13 Statistichedescrittivedegliindicatoriagricolinelgruppoterritorialecostieroeascalaregionale 0,13 0,17 0,16 0,05 0,03 0,25 7 16,17 8,59 120,48 126,28 18,01 17,13 4,22 3,56 0,25 0,23 0,37 5,91 9,71 0,25 0,6 1,76 1,17 0,11 0,16 0,16 0,1 0,03 0,25 14,31 19,44 8,15 48,17 55,33 6,76 6,88 1,02 0,99 0,07 0,08 0,93 23,33 23,66 1,24 1,34 1,14 1,58 0,03 0,49 0,51 0,12 0,09 0,26 9,3 20,07 12,61 142,71 140,35 24,15 26,02 4,78 3,34 0,22 0,15 2,65 0,38 3,12 0,07 1,13 3,39 4,71 0,07 0,28 0,25 0,16 0,18 0,23 20,54 34,11 16,83 81,55 68,77 17,91 13,14 2,89 1,69 0,09 0,08 3,81 8,05 9,41 4,99 4,76 4,07 4,66

1990 2000 1990 2000 2000 2000 2000 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 2000 1990 Fonte:ForleoM.(acuradi),2005b

AGR10_90 AGR11_00 AGR11_90 AGR12_00 AGR13_00 AGR14_00 AGR15_00 AGR16_00 AGR16_90 AGR17_00 AGR17_90 AGR18_00 AGR18_90 AGR19_00 AGR19_90 AGR20_00 AGR20_90 AGR2_TMA AGR11_TMA AGR17_TMA AGR18_TMA AGR19_TMA AGR20_TMA AGR21_TMA

SAUirrigata/SAUtot. Azconallevamenti/Aztot. Azconallevamenti/Aztot. N.capiboviniebufalini/sup.terr. N.capisuini/sup.terr. N.capiovicaprini/sup.terr. N.capiavicoli/sup.terr. (capibovini+bufalini+1/6suini*1/10ovicaprini+1/25avicoli)/Aziendeconallev. (capibovini+bufalini+1/6 suini+1/10ovini+1/10caprini+1/25avicoli)/Az.c/allev. Giornatedilavorototali/Num.Aziende Giornatedilavorototali/Num.Aziende Giornatedilavoroprestate/SAU Giornatedilavoroprestate/SAU (N.trattrici*40)+(N.motocoltivatori*8)/SAU [(N.trattrici*40)+(N. motocoltiv.ri*8)]/SAU [(N.trattrici*40)+(N.motocoltivatori*8)]/Gg.Lavoro [(N.trattrici*40)+(N.motocoltivatori*8)]/Gg.Lavoro Tassomediodivar.neannuoAGR2 Tassomediodivar.neannuoAGR11 Tassomediodivar.neannuoAGR17 Tassomediodivar.neannuoAGR18 Tassomediodivar.neannuoAGR19 Tassomediodivar.neannuoAGR20 Tassomediodivar.neannuoAGR21

Tab.14 IncidenzadellegrandezzeredditualicomunalisullaggregatodelBassoMolise Comune Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone S.GiacomodegliS. S.MartinoinP. Termoli Ururi TotaleComuni Contribuenti 8,7 7,7 9,9 10,1 4,7 3,3 1,3 6,5 43,7 4,1 100,0 IRPEF RedditoImponibile 7,7 6,3 10,4 8,2 4,2 2,8 1,2 5,3 50,7 3,2 100,0 IRPEFnetta 7,1 5,4 10,6 6,6 3,9 2,4 1,0 4,5 55,8 2,7 100,0 Ricchezzaimmobiliare Valore IncassoICI 13,5 15,2 4,4 3,5 7,9 6,6 5,1 4,0 2,9 2,9 1,8 1,4 0,8 1,0 3,7 2,9 57,4 60,8 2,4 1,8 100,0 100,0

Fonte:nostraelaborazionesudatidelMinisterodelleFinanze Tab.15 DistribuzionepercentualedellegrandezzeIRPEFperclassidireddito Redditoim ponibile<a 7.746/ Redditoim ponibiletota le 16,32 22,03 12,53 23,74 15,60 19,50 18,10 21,63 8,37 23,20 Contribuenti finoa7.746 /Contri buentitotali 50,89 55,92 43,93 53,97 47,86 51,62 46,88 54,05 38,92 58,08 Redd.impo nibile7.746 15.493/ Redditoim ponibiletota le 29,31 29,64 26,13 35,10 35,14 34,10 33,85 33,43 22,18 29,66 Contribuenti 7.746 15.493/ Contribuenti totali 25,16 24,07 26,07 28,67 30,15 28,89 30,00 27,03 24,37 23,62 Redditoim ponibileoltre 30.897/ Redditoim ponibiletota le 9,72 9,03 16,54 6,02 9,54 7,14 5,55 7,89 19,85 8,83 Contribuenti >30.897/ Contribuenti totali 2,06 1,83 4,01 1,25 1,82 1,42 1,46 1,44 5,19 1,73

Comune

Campomarino Guglionesi Larino MontenerodiB. Petacciato Portocannone S.Giacomodegli S. S.MartinoinP. Termoli Ururi

55

% 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 % Co ntrib uent i

Campomarino

% 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 > 69.722


% Co ntrib uent i

Guglionesi

% Imp . le IR P EF

% Imp . le IR P EF

<7.747

7.747-15.494 15.494-30.897

30.89769.722

% 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 -

<7.747

7.747-15.494 15.494-30.897

30.89769.722

> 69.722

% 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 % Co nt rib uenti

Montenero di B.

Larino
% Co nt rib uenti % Imp . le IR P EF

% Imp . le IR P EF

<7.747

7.747-15.494 15.494-30.897

30.89769.722

> 69.722

<7.747

7.747-15.494 15.494-30.897

30.89769.722

> 69.722

Figura20.DistribuzionecumulatadicontribuentieimponibileIRPEFinalcuniComunidellarea

In Fig. 20 si riporta la distribuzione cumulata delredditoedeicontribuentiperfascedired ditoperiprimiquattroComunidellareainba sealredditoprodotto. Il51%deicontribuentiaCampomarinoprodu ce solo il 16% dellimponibile; poco meno dell80%deicontribuentidelComuneproduce circail50%delcomplessivoimponibilecomu nale. Rispetto alla distribuzione cumulata dei redditi di Campomarino leggermente peggiore lasituazionediMonteneroeGuglionesi,simi lelasituazionediPetacciato,mentreunami nore incidenza delle fasce pi povere e per conversounpesomaggioredelleclassiricche risultaaLarino. Loscartotrapercentualedeicontribuentiedel reddito prodotto significativo nei quattro Comuni, soprattutto nelle prime due classi di reddito e si va riducendo con il crescere dei redditi. Da ultimo, si noti che in molti dei Comuni dellarea (escludendo ovviamente Termoli e Larino)pressochlatotalitdeicontribuentisi concentra nelle classi di reddito inferiori a 30.897euro. 56 In sintesi, il quadro appena delineato per con dizionidisvilupposociodemograficoeprodut tivo, per livello dei redditi e dei consumi, mo stra lelevato livello di benessere relativo che caratterizza il gruppo costiero nel quadro re gionale.

Lacoperturadelsuoloelaconservazionedel paesaggio7
(L.Mastronardi)

Con riferimento alluso dei suoli nellarea del Basso Molise, dallanalisi della Fig. 27 emerge che, su un totale di 51.677,77 ettari, il 69,6% del territorio caratterizzato da terre arabili nonirrigue,il6,8%davigneti,il6,3%daolive ti. Lepraterierappresentanoil2,7%,mentreibo schisololo0,7%.Lealtreclassidiusodelsuolo risultanoesserepocosignificative.

7 Questo paragrafo stato redatto mediante la rie

laborazionedellavorodiDeGregorioD.,2008.

Nescaturisceunquadrocontraddistintodapo cheareenaturali,incuiprevalgonoareeagrico le costituite principalmente da seminativi non irrigui (rappresentativi di unagricoltura con venzionaleintensiva)emodestepercentualidi aree destinate a vigneti e oliveti (De Gregorio, 2008). Per quanto riguarda i Comuni dellarea del progettoDINAMOsiprecisaquantosegue: aCampomarino,il55,1%dellusodelsuolo daattribuirsiallaclasseterrearabilinon irrigue,il19,6%caratterizzatodallapre senzadivigneti,il6,3%daalberidafrutto, il 3,2% da oliveti, il 2,5% da aree urbane edificatediscontinue,il2,4%daprati; Guglionesicontrassegnatoperil78%da terrearabilinonirrigue,peril7%daolive ti, per il 3,1% da vigneti, per il 2,6% da praterienaturalieperil2,4%daprati; a Petacciato, il 64,7% del territorio con traddistinto da terre arabili non irrigue, il 9,4% da vigneti, il 7% da oliveti e il 2,3% daalberidafrutto; Termolicaratterizzatodaunusodelsuo locosripartito:55%terrearabilinonirri gue, 7,6% unit industriali o commerciali, 6,3%areeedificateurbanecontinue,4,7% areeedificateurbanediscontinue,4,7%o liveti, 4,6% vigneti, 3,1% aree portuali, 1,8% foreste di latifoglie, 1,7% alberi da frutto. Lanalisidelletrasformazionidelterritorioevi denzia una sostanziale conferma (persistenza) delleattivitagricole.Dasottolinearelamessa a coltura (degrado) lungo la fascia costiera di aree precedentemente caratterizzate dalla ve getazionenaturale,conunindubbioeffettone gativosulpaesaggiolitoraneo. Le aree naturali e seminaturali subiscono un incremento della superficie, grazie a eventi frammentatidiabbandonodiareeagricolesul lequalisiattivanoiprocessidellasuccessione secondaria che portano alla loro completa tra sformazioneinbosco(naturalizzazione). Dagli indici di ecologia8 del paesaggio emerge unnumerodipatchesmoltoelevato(frammen tazione indotta dalle reti viarie e infrastruttu rali dovuta allinfluenza del fattore antropico) nella maggior parte dei Comuni, tranne che a Petacciato, a Portocannone ed a San Giacomo degliSchiavoni. Lageometriamediadellepatchesconferma,al tres,lesistenzadiperimetrinoncomplessi.In relazione a ci, lo scenario che si presenta quellodiunasemplificazionedelpaesaggioper cui da presumere che lagricoltura biologica non sia capace di generare un paesaggio di pregio(DeGregorio,2008).

8Gliindicidiecologiadelpaesaggioutilizzatisonoil

Mean Patch Fractal Dimension e lo Shannons Di versitIndex(Pizzolotto,Brandmayr,1996).

57


Figura21.Distribuzioneterri toriale delle superfici a pro duzione biologiche in Basso Molise


Campomarino

Figura22.Distribuzioneterri toriale delle superfici a pro duzione biologiche nel Co munediCampomarino

Legenda
Seminativi

Guglionesi

Figura23.Distribuzioneterri toriale delle superfici a pro duzione biologiche nel Co munediGuglionesi

Legenda
Fruttiferi Prati permanenti e pascoli Seminativi Vigneti

58

Petacciato

Legenda
Altro Fruttiferi Seminativi fruttiferi Oliveti Prati Seminativi Seminativi e prati

Figura24.Distribuzioneterri toriale delle superfici a pro duzione biologiche nel Co munediPetacciato

Termoli

Figura25.Distribuzioneterri toriale delle superfici a pro duzionebiologicheaTermoli

Legenda
Altro Oliveti Seminativi

VASTO

Codicegruppo
TERMOLI 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

Figura 26. La mappatura del Molise in sistemi territoriali omogenei Nota:Ilgruppocomunalecon codice 10 riunisce i Comuni costieri del Basso Molise, tra cui rientrano quelli del pro gettoDINAMO. Fonte: Forleo M. (a cura di), 2005b

CANNO

ISERNIA

CAMPOBASSO
LUCERA

CAIANELLO

BENEVENTO

59

Legenda
Aree edificate urbane continue Aree edificate urbane discontinui Unit industriali o commerciali Reti ferroviarie e stradali e aree associate Aree Portuali Siti per lestrazione di minerali Aree verdi urbane Impianti sportivi e per il tempo libero Terre arabili non irrigue Vigneti Alberi da frutto e frutti minori Oliveti Prati Colture annuali associate a colture permanenti Sistemi colturali e particellari complessi Aree agricole con presenza aree a veg. nat. Foreste di latifoglie Foreste di conifere Praterie naturali Boschi e arbusti di transizione Spiagge, dune, sabbie Rocce nude Aree poco vegetate Corsi dacqua Corpi dacqua Estuari

Figura27.CoperturadelsuoloallivelloIIICORINELandCover Fonte:ripresodaDeGregorio,2008
Risorse idriche in agricolt ura 26,2% 19,9% 84,6% Forest azione Infrast rut t ure rurali per l'agricolt ura Invest iment i nelle aziende agricole Insediament o giovani agricolt ori 6,1% 4,9% 21,7% T rasf. e comm. dei prodotti agricoli Altre misure forestali P esca e acquacolt ura 23,7% 8,7% 50,2% Diversificazione attivit agricole P rodot t i agricoli di qualit

100,0%

Figura28.IlBassoMoliseele misure del Programma Ope rativoRegionale20002006 Fonte:ns.elaborazionesuda tidaindaginediretta(cfr.For leo,2007b) Figura 29. Piano di Sviluppo Rurale, agricoltura biologica e Basso Molise: le richieste aziendali, 20002006 (% sul totale)

3% 15%

4% 0%

Camp omarino Guglionesi Larino

3% 0% 3% 0% 3%

M ontecilfone M ontenero di B. Petacciato Portocannone San Giacomo S. San M artino P. 69% Termoli Ururi

60

LeaziendeagrariedelBassoMolisee ifinanziamenticomunitari(20002006): unabreveanalisi


(V.Giaccio) Come si evince dalle pagine precedenti, lArea del Basso Molise si caratterizza dal resto della regioneperlapresenzadiunagricolturaadal to valore aggiunto, soprattutto per ci che ri guarda la produzione olivicola, vitivinicola e ortofrutticola e con estese coltivazioni cereali cole che continuano a prevalere nellarea, gra zieancheallesistenzadivasteareeirrigue. inoltre unarea corredata da infrastrutture viarie che assicurano un elevato livello di ac cessibilitedarealtindustrialiecommerciali che hanno rappresentato condizioni ottimali per lo sviluppo di attivit economiche, tra cui quellaagricolaedagroindustriale. La presenza di unagricoltura ricca, intensiva, meccanizzata e specializzata, tuttavia ha cer tamente contribuito a rilevare bassi valori di biodiversit, soprattutto se confrontati con al tre aree regionali e con ricadute negative in terminidiusodelsuoloedellaqualitdelleri sorseidriche;coscomelascarsadiffusionedi aziendebiologiche(il12,4%deltotaleregiona le)esistentenellareacertamenteconseguen za di scelte imprenditoriali basate sulla mag giore convenienza allutilizzazione intensiva del territorio e delle favorevoli condizioni di accessibilitinfrastrutturaliedimercato. alla luce di questa breve sintesi sullo stato dellagricoltura del Basso Molise, ampiamente discussa nei paragrafi precedenti, che si vuole in questo contesto capire quale stato il con tributodatodallepoliticheagricolepirecenti equalelimpattodeglistrumentidiinvestimen todioriginecomunitariaaifinidellaconfigura zionediquestomodellodiagricoltura. Inoltre,siintendefareunbrevissimocennosu come il legislatore locale e comunitario imma gini e delinei lo sviluppo dellarea del Basso Molise nel prossimo futuro, analizzando le a spettative e le prospettive evidenziate negli strumentioperativimessiincamponelperiodo 20072013 dagli enti preposti per ci che ri guarda il comparto agricolo, agroindustriale e ruraledelBassoMolise. Gli strumenti di programmazione considerati sonoilPianodiSviluppoRurale(PSR)eilPro grammaOperativoregionale(POR)delperiodo 61

20002006 e il PSR che ha come riferimento temporaleilperiodo200720139. Indettistrumentidiprogrammazione,ilBasso Molise rientra nella cosiddetta Area di collina irrigua10, comprendente i Comuni di Campo marino, Guglionesi, Larino, Montenero di B., Petacciato,Portocannone,SanGiacomodegliS., SanMartinoinP.,Termoli(Fig.27). In considerazione dellarea di interesse del progetto Dinamo, si comunque ritenuto op portunotenerpresenteancheiComunidiMon tecilfoneeUruri. BrevementeecomesidesumedallaFigura28, il Basso Molise ha acquisito, naturalmente, la maggior parte (l85%) dei fondi destinati alla risoluzionedeiproblemiregionaliconnessialla gestionedelleretiidriche,almiglioramentodel ladistribuzioneealleliminazionedeglisprechi diacqua11. Notevole stato anche limpatto dei fondi de stinati alla misura commercializzazione e tra sformazione dei prodotti agricoli, consideran do che larea di riferimento, costituita da soli 11Comuni(su136checostituisconoilMolise) haassorbitoil50%deifondidestinatiallintera RegioneMolise.Gliinterventi,chespazianoper tuttailBassoMolise,hannoriguardatosoprat tuttoicompartiolivicolievitivinicoli,attraver so ampliamenti di cantine aziendali e miglio ramento delle attivit di trasformazione e di marketingdeiprodottifinali. Connessaallasuddettamisuraviquellarela tiva alla Commercializzazione dei prodotti a gricoli di qualit, volta a sostenere aziende a gricole e loro associazioni (cooperative, con sorzi) favorevoli allintroduzione di sistemi di certificazione (biologico, DOP, IGP, DOC, ) di qualitdeiprodotti.IlBassoMolisehautilizza to il 26% del fondo, tra laltro molto esiguo,

grafo hanno come fonte la Regione Molise, (www.regione.molise.it,Programmadisvilupporu rale, 20002006, Programma operativo regionale 20002006, Programma di sviluppo rurale 2007 2013). 10 Che in verit comprende anche 5 Comuni della provincia di Isernia, tra cui Venafro, che per ovvi motivi non sono stati presi in considerazione nel presentelavoro. 11Gliinterventihannoriguardatopichealtroilsi stemadiirrigazionedellePianealtediLarino.
9 Tutti i dati a cui si fa riferimento in questa para

messo a disposizione dagli enti pubblici per la presentemisura12. Tuttavia,purinpresenzadiproduzioneconno tatadamarchidiqualit,limitatamenteneiset toriolivicoloevitivinicolo,ancenelBassoMo lise appare evidente una certa difficolt degli operatoriadaderireaivaridisciplinaridipro duzione, nonch a forme di associazionismo, a causa di una cronica preoccupazione legata a questioni economiche come, ad esempio, i maggioricostidiproduzionechetaleadesione comporta e la minore quantit di beni finali prodotti. La vocazione e vivacit imprenditoriale dellareaconfermatadallenumeroserichieste attinentialcontributoperilprimoinsediamen toinagricoltura,destinatoaigiovaniimprendi tori agricoli: ben il 24% delle richieste finan ziarie infatti pervenuta dallinsieme dei Co munidelBassoMolise. Ultimeannotazionidirilievoriguardanorispet tivamente i finanziamenti ottenuti da aziende dellarea di riferimento per misure intitolate Investimenti nelle aziende agricole (per il 24%) e Diversificazione delle attivit agricole e delle attivit affini allo scopo di sviluppare attivitplurimeofontialternativedireddito13 (peril22%). Gli investimenti aziendali previsti dal POR 20002006 spaziavano da interventi di natura fondiaria (sistemazioni idraulicoagrarie, dre naggi,impiantidiirrigazione,impiantiarborei) a quelli per la ristrutturazione dei fabbricati rurali utilizzati nelle attivit aziendali (per la protezionedellecoltureagricoleeallevamenti, per attivit di trasformazione e commercializ zazione dei prodotti, per lo stoccaggio delle scorteeperlammodernamentodelparcomec canico aziendale), fino ad interventi per il mi glioramento agronomico di pascoli e prati pascoli nelle zone di montagna e il migliora mentotecnologico. I 75 progetti finanziati alle aziende del Basso Moliseconquestamisurahannoriguardatoso pratutto le colture arboree (nuovi impianti di
gionali)finanziatinelComunediCampomarino. 13Questultimamisuraprevedevarichiestedifinan ziamento a favore di agriturismi, ma anche per la promozione di attivit di tipo didatticoculturale e turistico. Sono stati finanziati 6 progetti su tutto il territorio regionale di cui uno riguardante unaziendavitivinicoladiCampomarino.
12Nelparticolare,corrispondea2progetti(su6re

frutta,maanchevignetieuliveti),lacquistodi macchineagricoleeimpiantidimicroirrigazio neagoccia. In questarea non hanno attecchito misure del PORperlaforestazione14operilmiglioramento delleinfrastruttureruraliperlosviluppoagrico lo, ovvero misure previste per unagricoltura piattentaallambienteealterritorio. Lostessodicasipergliinterventifinanziatidal Piano di sviluppo rurale (PSR) nella passata programmazione (20002006). In particolare comesiricorder,talestrumentooperativoha finanziato in Molise soprattutto misure agro ambientali, tra cui il mantenimento o ladozione di metodi di produzione biologici e lagricoltura integrata, basata sulla riduzione dellutilizzo di prodotti chimici nei processi produttivi. Pur considerando che le aziende dellarea del Molise, individuata come Collina irrigua hanno avuto in proporzione soddisfa centi finanziamenti (Fig. 29) per lagricoltura biologica15, va tuttavia evidenziato come tali fondi siano stati utilizzati soprattutto dal Co mune di Larino che in ogni caso rappresenta lareapiperifericadelterritoriodelBassoMo lise;ciadevidenziarelascarsainclinazionee convenienzaeconomicadelleaziendepipros simeallitoralead unaconversione deimetodi produttivi e lesiguo contributo che il PSR ha dato allaumento della superficie biologica dei ComunidelBassoMolise. Discorsodifferentevafattopercicheconcer ne invece lagricoltura integrata16, dove le a ziendeagrariedelBassoMolise,hannomanife statouninteressemaggiore. Indefinitiva,lapresenzadiinfrastruttureaso stegno delle attivit produttive agricole, (in primislirrigazione),nonchladisponibiliteil facileaccessoaiservizi alleimprese,hannofa voritoecontinuanoafavorire,soprattuttosulla fascialitorale,unagricolturaditipointensivoe industriale,ancheperrisponderealleesigenze
14 Sono stati finanziati solo 6 interventi di questo

genere(aCampomarino,Montecilfone,Petacciatoe aTermoli). 15Precisamente,nel2004leaziendedelBassoMoli se hanno utilizzato il 21% dei fondi pubblici desti natiallagricolturabiologicaregionale;nel2005,ta levaloredel22%enel2006del23%. 16pervenutadalBassoMoliseil50%dellerichie steregionalipertalemisuracheimpegnaleaziende a far un uso pi parsimonioso della chimica nella produzionedibeniagricoli.

62

dellindustria di trasformazione agroalimenta re,benpresentesullafasciacostiera. Ilrischiounoscollamentotraloffertadipro duzioni agroalimentari sempre pi standard chelareaproponeeunadomandadiversificata (prodotticertificati,biologici,). Tutto ci stride con la parte della collina irri gua pi interna dove sono evidenti i caratteri propridiunagricolturapicollinareepiinci siva sul profilo occupazionale, ma anche con una maggiore attenzione verso unagricoltura artigianaleeconsapevolmentelegataalterrito rio e alle sue pi vaste sfaccettature (patrimo nioculturaleestoricoarchitettonicorurale). Nella programmazione 20072013, il legislato re, ben consapevole dei rischi ambientali che attanaglianoilBassoMolise,hacercatodicor rere ai ripari, incentivando unagricoltura pi sostenibile,menoinvasiva,attraversoiniziative che abbiano effetti positivi sul miglioramento delleacque,dellariaedellecondizionidelsuo lo. Inoltre, nel nuovo PSR sono molti i riferi mentiallavalorizzazionedelleproduzionieda forme di incentivazione per una maggiore dif fusioneeadesioneaidisciplinaridiqualit. luppata che si nel tempo specializzata per la coltivazione viticola e per la connessa produ zione vinicola; a ci si aggiunge una modesta, ma pregiata, produzione olivicola e una non trascurabileproduzionefrutticola. La zona, infatti, , come detto, quella in cui si concentra buona parte dellagricoltura intensi vadellaregione;allostessotempo,inoltre,qui si concentrano buona parte delle maggiori at trattiveturisticheregionaliedpresenteilpi importantenucleoindustrialedellaregione. Va detto tuttavia, che fermi restando i tratti strutturali del settore primario che risentono di variazioni significative su periodi temporali piuttostoampi,leconsiderazionisuesposteso no riferite agli inizi del decennio. probabile che, almeno sul piano delle destinazioni pro duttive,idaticomunalichesarannofornitidal Censimentoagricolodapocoavviatopotrebbe ro far emergere alcuni cambiamenti sui quali ha certamente avuto effetto levoluzione della politicaagricoladeldecennio,lacrisieconomi caeagricoladegliannipirecenti,alcunediffi colt di tipo settoriale (ci si riferisce a quelle del comparto bieticolosaccarifero e della tra sformazioneconserviera)chehannounaparti colare rilevanza nelle vocazioni colturali dellareacostiera. Percicheconcerneletrasformazionipaesag gistiche, nel periodo considerato il paesaggio dellarea di studio ha subito un processo di frammentazione dovuto prevalentemente agli effetti del continuo disturbo antropico e allo sviluppo delle attivit agricole. Complessiva mente,adoggiilpaesaggiocaratterizzatodal lapredominanzadellamatriceagricolaelalen ta colonizzazione della vegetazione naturale, prevalentemente con formazioni lineari (ripa riali).

Alcunevalutazioniconclusive
(M.Forleo) LareadelBassoMoliseincuiricadonoiComu ni compresi nellambito del progetto DINAMO , nel quadro generale della regione, quella a maggiore vocazione turistica per la sua posi zionecostiera;allostessotempo,anchequel la in cui si concentra la maggior parte dellagricoltura intensiva della regione, grazie allefavorevolicondizionipedoclimaticheealla buona disponibilit irrigua oltre che alla pre senza di produzioni pregiate (per esempio di vini), nonch, in misura minore, di produzioni biologiche. Tali caratteristiche di contesto, in siemeallepolitichepirecentidipromozionee tuteladelpatrimoniogastronomicotradiziona ledellazona,costituisconounelementodifor zasucuipoliticheconsapevoliedorganichedi promozionepotrebberofarlevaperlegarela realt territoriale della costa molisana, con le suecaratteristichepaesaggisticheenaturalisti che, ad un pi ampio insieme di specifiche ri conoscibilidelterritorio. Lefavorevolicondizioniterritorialiedambien talidellareacostierahannopermessoneltem polaffermarsidiunaagricolturapiuttostosvi 63

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D.3.S.UnsistemadiSupportoDecisionale:Scenarifuturi

UnSistemadiSupportoDecisionaleperpromuoverelabiodiversitminacciata neisistemiagricolidelBassoMolise
MariaLauraCarranza,GiovanniCiccorelli,LorenzoDeLisio,AngelaStanisci

SistemidiSupportodecisionale:origine edefinizione
Negli ultimi 50 anni si assistito ad una veloce diffusione delle applicazioni dellinformatica allambito gestionale, che si sono dimostrate di estrema utilit. Ad oggi si sta assistendo inoltre ad un utilizzo dellinformatica in attivit che ri chiedono un intervento intelligente. in que stocontestochesonosortiiSistemidiSupporto decisionale(DSSDecisionSupportSystem),si stemi informativi finalizzati alla risoluzione di problemi. In particolare i Sistemi di Supporto Decisionale sono sistemi informatici che forni scono supporto a tutti coloro che devono pren dere decisioni strategico/operative a fronte di problemipocostrutturationonstrutturati ISistemidiSupportoalleDecisionicostituiscono delleapplicazionirecentideiSistemiInformativi Territoriali(SIT)erappresentanostrumentiutili adottenereunamigliorecomprensionedelledi namicheterritorialiedadindividuareecomuni caredellealternativediinterventoefficaci. I Sistemi di Supporto Decisionale costituiscono un valido ed innovativo strumento informatico cheaumentalefficaciadellAnalisiTerritorialee del Monitoraggio Ambientale, mettendo a con frontounmaggiornumerodialternativeediin formazionidavalutareeprocessare.IDSSsiap poggiano su una base dati (cartografie, tabelle, grafici, scenari sviluppati attraverso un Sistema InformativoTerritoriale)cheaiutainmodostra tegico lautorit competente ad adottare scelte pi consapevoli, incrementando lefficacia delle decisionicognitive,rese,intalmodo,pifluidee continue.IDSSinoltresonoingradodiproporre scenari alternativi finalizzati ad unimmediata pianificazioneevalutazionestrategica,alsucces sivo monitoraggio ed alla relativa stima econo mica e sociale; aspetti alla base dello sviluppo sostenibile.

Figura30.Rappresentazioneschematicadellarelazione esistente tra Sistemi informativi e Sistemi di supporto decisionale(ridisegnatodahttp://www.dii.unisi.it/)

Mentre un sistema informativo converte dati in informazioni,edhaloscopoprincipaledicolle zionare, trasformare, elaborare le informazioni, un DSS un sistema informativo intelligente cheaiutalutenteaprenderedecisioni,senzaso stituirsiadesso. Questosistemaautomatizzato,attraversoproce dure interattive, fornisce al decisore le seguenti possibilit: consideraresimultaneamentetuttelein formazioni necessarie per la compren sionedelproblema; esplorare i dati secondo diversi punti di vista in base alle esigenze dello stesso utente; valutare gli scenari conseguenti alle di versescelte. PerleproprietsopraelencateiDSSsiadattano soprattuttoaltrattamentodiprobleminonstrut turati o semistrutturati, vale a dire, i problemi per i quali non possibile fornirne una descri zione dettagliata attraverso un unico algoritmo (situazioninonprogrammabili).

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CaratteristichedeiSistemidi SupportoDecisionale
Flessibilit:LacreazionediunDecisionSupport System(DSS)devedunquerispondereadalcuni requisiti legati alle caratteristiche dei processi decisionalieallenecessitdellutente.Laneces sit di gestire nel processo decisionale vari tipi didatiedidecisionicherichiedonodistintemo dalit di elaborazione, implica che il DSS debba essereflessibile. Semplicitoperativa:LutentediunDSShala possibilit di memorizzare informazioni e com mentidurantelosvolgimentodelprocessodeci sionale e di esercitare un controllo diretto, in terpretareglioutputeintervenirepersonalmen tedurantetuttiipassaggidelprocesso.Datoche ogni utente possiede stili, abilit e competenze differenti,ilDSSdeveessereuserfriendly. Decisioniamedioelungotermine:IDSScome sistemi informativi devono aiutare il decisore umano sia nelle decisioni operative immediate, chenelledecisionistrategicheapilungotermi ne; Scelta contestuale delle informazioni impor tanti nel processo per il quale si interroga il sistema:Caratteristicacomuneaidiversiambiti diapplicazionedeiDSSlanecessitdistrumen ti di archiviazione e di interrogazione per otte nere, dallenorme quantit di dati contenuti nei databasesologlielementinecessari.

4. Implementazione delle scelte prese: applicazione delle decisioni al problema reale 5. Monitoraggio: monitoraggio e valida zionedegliscenarimodellizzati. 6. Retro alimentazione (Feed back): inte grazione dei dati di monitoraggio per migliorare il sistema (aggiungendo va riabiliquandonecessarioomodificandoi modellidirispostadelle diversevariabi li).

ComponentidiunDSS
Le componenti principali di un sistema di sup portodecisionalesonotre:a)unabancadati,b) deimodelliconcettualichedescrivonoifenome nisuiqualinecessarioprenderedelledecisioni ec)unsistemasoftware. a)Unabancadaticontenentedatieinformazio niche,direttamenteoindirettamente,interessa no le decisioni da prendere. In genere lutente scegliesoloalcunitipididati,raramenteutilizza tuttiidatidisponibili.UnDSSdevequindiavere una base dati indipendente (pi ampia e vasta) rispetto alle contingenze gestionali e si deve in tegrare con informazioni esterne (ad esempio quelle provenienti da altri livelli amministrativi edaltrescalespaziali).Lebanchedatidisuppor toalledecisionidevonoessereditiporelazionale b)unabasedimodelli I modelli descrittivi (che rappresentano la real t) e predittivi (proiettano nel futuro) sono un aspettoessenzialedelDSS.Unmodellopuesse re definito come una procedura automatizzata che analizza dati in risposta ad un determinato problema. Avere un insieme di modelli significa avereadisposizioneleprocedurenecessarieper risolverediversiproblemi.Anchenel campodei modellisiprocedeversounasistematizzazionee cosicomeesistonolebanchedatisipucostrui re una banca modelli consultabile per la risolu zionedidiversiproblemi. c)Unsistemasoftware Unsoftware(programmidicomputer)capacedi gestire i dati, i modelli e di interfaccia semplice pergliutentinonesperti.

ComecostruireunSistemadiSupporto Decisionale?
La costruzione di un Sistema di Supporto alle Decisionipuessereschematicamenteriassunto inseifasiprincipali: 1. Analisi del problema: esame della si tuazione reale; identificazione e defini zionedelproblema(raccoltadatieclassi ficazione). 2. Disegno e scelta dei modelli: costru zione del modello che rappresenta il si stemaedefinizionediscenari 3. Sceltadeimodellipiadatti:selezione delladecisioneottimarispettoalmodello esimulazioni

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IlSistemadiSupportodecisionaleDINAMO
Il DSS DINAMO, appositamente disegnato per a iutarenelledecisioniriguardantilaconservazio nedellabiodiversitminacciataneisistemiagri colidelBassoMolise,haaccompagnatoidiversi esperti partner del progetto per tutto liter di pianificazioneedisvolgimentodelprogramma. IlDSSDINAMO,attingendoadunabasedati,ap positamente disegnata per il progetto, che con fluisce in un sistema SITI (Carranza, Ciccorelli, 2011) capace di simulare numerosi scenari i potetici, che tengono conto simultaneamente delle caratteristiche ecologiche dei sistemi agri coli,dellelimitazioniterritoriali,deivincolilegi slativiedellepeculiaritsocialidelBassoMolise. IlDSSinquestomodostatoingradodioffrire un ventaglio di alternative, dove gli esperti, a vendounavisionechiaraedimmediatadituttoil territorio, hanno potuto effettuare le diverse scelteinmodoconsapevole. Ledecisionipreseperincrementarelabiodiver sit minacciata nei paesaggi agricoli del Basso Molisesonoarticolateindiverseazioniconcrete di conservazione, mirate al raggiungimento dei seguentiobiettivispecifici: lincrementodeglispazinaturaliedaumento della naturalit e la biodiversit nelle aree prossimeaisitiSICeZPSdellareteecologica Natura2000; lincremento delle aree di nidificazione e il miglioramento del successo riproduttivo di specie di uccelli legati agli agroecosistemi (Nibbio Reale, Calandra, Calandrella, Calan dro,GhiandaiaMarina); lariqualificazionedifontaniliperfavorirele popolazionidianfibiminacciati(Ululoneap penninico,Tritonecrestatoitaliano); lincrementodelleareeseminaturali(vicinoi fossi e lembi di bosco) attraverso recupero naturaleopiantumazioneconessenzenative provenientidellareadelBassoMolise.

ComponentidelDSSDINAMO
a)LaBancadatiDINAMOcontienedellacarto grafia tematica di base che descrive il territorio (CORINELandCover,Idrografia,Modellodigitale del terreno, ecc), delle carte sul valore naturali stico e conservazionistico dei sistemi agricoli (e.g. carte della vegetazione, punti di avvista mentodellespeciediavifauna(ProgettoMITO)e dellacartografiarelativaallepraticheagricolein diverse aree di intervento private e pubbliche (areediimplementazionedelleazionidiconser vazione). Una descrizione dettagliate del data base esula degli obiettivi del presente contribu to:perunadescrizionecompletasisuggeriscedi consultareCarranzaeCiccorelli(2011). b)Uninsiemedimodelli Il DSS DINAMO contiene informazioni relative alle caratteristiche ecologiche, biogeografiche e didistribuzioneattualediognispecieedhabitat target.Valeadire,specieedhabitatperiqualiil progettoprevederealizzaredelleazioniconcrete diconservazione(Staniscietal.2011). IlDSSDINAMOcontieneinoltreinformazionire lativeallinteroterritoriodelBassoMoliseedal le caratteristiche di ogni area (privata o pubbli ca) che potrebbe accogliere con successo delle specie o habitat naturali. Queste informazioni permettonolindividuazionedelleareepiadat te per realizzare le azioni di conservazione pre vistedalprogetto. c)Unsistemasoftware Perlintegrazionedeidatiedelleinformazionisi utilizzato il programma ArcGIS 10 (ESRI, 2010). Tutte le indicazioni ricavate sono state successivamenteresedisponibiliallutentefinale attraverso uninterfaccia di semplice gestione. stato prodotto appositamente un algoritmo in VisualBasicperArcGIS10cheanalizzaedinte gra le diverse variabili e modelli. Il Sistema di Supporto decisionale ha guidato tutte le scelte progettuali, dalla definizione delle specie ed habitattargetallaidentificazionedelleaziendee delle aree dove implementare le misure di con servazione(Figura31).

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Figura31.SchemariassuntivoutilizzandoArcScriptdiArcGIS10

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Liter metodologico implementato si dimo strato molto utile nellaccompagnare un pro cessodecisionalesvoltoinfasisuccessivesotto lasupervisioneeverificacontinuadapartede gliesperti.Inparticolarehapermessolascelta delle specie ed habitat target e delle relative misure di conservazione ed ha guidato lidentificazione delle aree idonee per le sud detteazioni. Individuazionedellespecieedeglihabitat target Lindividuazione delle specie e degli habitat target costituisce un aspetto di vitale impor tanza nel progetto DINAMO ed ha previsto un processo estremamente accurato, articolato in numerose fasi di studio ed interpretazione del territorioediconfrontoconlabibliografiaesi stente(Figura23). Tra i dati bibliografici consultati possiamo menzionareleschedeReteNatura2000deisiti di interesse comunitario presenti nellarea di progetto, aggiornate allanno 2009 (www.minambiente.it), i censimenti della fau na terminati o in fase di svolgimento (MITO 2000, Progetto Atlante Anfibi e Rettili Regione Molise, 2010), atti di convegni, articoli e pub blicazioni. I dati inediti derivano da progetti in fase di svolgimento(MITO2000,LTER,tesidilaurea) ecomunicazionipersonali. Le specie ed habitat target del progetto DINA MOsonoentitarischiopresentiinBassoMo lise, che hanno bisogno di una particolare at tenzione perch ne venga evitata lestinzione locale. Queste sono state individuate come se gue: 1) si proceduto alla redazione di una checklistdihabitatespecieminacciate presentiinBassoMolise 2) sono state analizzate le problematiche diconservazionechesiassocianoconle praticheagricole 3) sono stati svolti dei rilevamenti nelle aree target del progetto per rilevare le potenzialit locali in termini di biodi versitminacciata 4) sono stati selezionati gli habitat e le speciedasalvaguardare. In particolare la selezione ha tenuto conto di parametriquali:ilgradodiinteresseconserva zionistico,ovverodandolaprioritallespecie edhabitatinseritiinallegatoIIdellaDirettiva Habitat,92/43/CEeinallegatoIdellaDiretti vaUccelli,79/409/CEE,lerelazioniecologiche con gli agroecosistemi e i fattori di minaccia derivantidallepraticheagricole. In questa fase sono state prese in considera zione quelle specie di direttiva con un trend negativo e con uno status dipendente dalla modalit di conduzione delle attuali pratiche agricole,eglihabitatdidirettivaormaipresen ti solo con distribuzione relittuale e frammen tata. Dalle informazioni georeferenziate esi stentiperilBassoMolisesonostateindividuate 11specietargetdivertebrati,dicui7speciedi ornitofauna,2direttilie2dianfibi.Inoltreso no stati individuati 4 habitat inclusi nella Di rettivaHabitat(Direttiva92/43/CE)comeog gettodelleazioniconcretediconservazione. Lespecieeglihabitattargetsonostatidescritti precedentemente. Viene qui riportato per co moditunelencoriassuntivo: Uccelli Nibbioreale(Milvusmilvus) Ghiandaiamarina(Coraciasgarrulus) Calandro(Anthuscampestris) Calandra(Melanocoryphacalandra) Calandrella(Calandrellabrachydactyla) Gufocomune(Asiootus) Lodolaio(Falcosubbuteo) Anfibi Ululoneappenninico(Bombinapachypus) Tritone crestato italiano (Triturus carni fex) Rettili Tartarugaditerra(Eurotestudohermanni) Testugginepalustre(Emysorbicularis) Habitat habitat 92A0 Foreste a galleria di Salix albaePopulusalba; habitat 91F0 Foreste miste riparie a Quercusrobur,UlmusminoreFraxinusan gustifolia; habitat 91AA Boschi di Quercus pube scens; habitat 91M0 Foreste Pannonico Balcanichedicerroerovere. 71

Definizionedelleazionidiconservazione Successivamente sono state valutate ed indivi duatedelleazioniconcreteperlaconservazio nedellespecieedhabitattarget.Inparticolare questeazionidiconservazionesonostateindi rizzatea: incrementare il potenziale riproduttivo di alcune specie di uccelli nidificanti caratte risticidelleareeapertecostiereecollinari (nibbio reale, ghiandaia marina, calandra, calandrella,calandro). incrementareladisponibilitdihabitatper alcunespecieendemichedianfibi(ululone appenninico,tritonecrestatoitaliano). recuperonaturaledelleareemarginaliedi lembidiboschi(habitatinclusinellaDiret tiva europea Habitat 92/43/CE) con e ventuali conseguenze positive sulle popo lazioni di tartaruga palustre europea, te stugginediHerman,gufocomuneelodola io. Sono state approntate delle azioni da imple mentare allinterno delle aziende (terreni pri vati)edelleazionidaimplementarenellearee pubbliche. Azionidiconservazioneinareeprivate InstallazionediNidiartificialiperilNibbioreale (Milvusmilvus) Questa azione (DINAMO C.1) prevede linstallazionedi10nidiartificialiperilnibbio reale nelle aziende agricole che aderiscono al progetto.Ilnidoartificialeconsisteinuncesto inviminiconundiametrodicirca100cmrico perto con una corona di rametti di essenze lo cali. Inidisonocollocatinei2/3superiori(circa10 15 m dal suolo) di grandi alberi isolati o allinterno di piccole macchie boscate poste allinternodelleaziende. Installazione di nidi artificiali per la Ghiandaia marina(Coraciasgarrulus) Questa azione (DINAMO C.2) prevede linstallazione di 120 nidi artificiali per la ghiandaia marina da installare nelle aziende agricolecheaderisconoalprogetto.Ilnidoarti ficiale consiste in una cassetta chiusa di legno di abete di dimensioni 47 (altezza) x 20 (lun 72 ghezza) x 24 (profondit) cm, provvista di unaperturacircolaredi5cmsullapareteverti cale. In ciascuna azienda sono installati da 2 a 15nidi,adistanzadicirca100m(densit1ni do/hacirca). Installazionedibarrediinvoloperlaprote zionedicalandre,calandriecalandrelle Questaazione(DINAMOC.3)prevedelainstal lazionedi6barrediinvolodicui2dainstallare su mietitrebbie che opereranno su colture ce realicolee4dainstallaresutrattoricheopere rannosuipratidasfalcio. Restauro di fontanili per incrementare lhabitat ditritonecrestatoitalianoediululoneappenni nico Questaazione(DINAMOC.4)prevedeilrestau roditrefontanilifinalizzatoalrecuperodiam bienti idonei allUlulone appenninico e al Tri tonecrestatoitaliano. Lasceltadeitrefontanilisibasatasuiseguen ticriteri: - presenza nota nel passato di almeno una delle specie target, nel fontanile stessooinareelimitrofe - disponibilit da parte del Comune ad agiresinergicamenteegarantirelacon servazione delle opere e delle specie nellungoperiodo - rapporto ottimale tra costi degli inter ventiebeneficiinterminidifunzionali tecosistemica - grado di naturalit degli ambienti cir costantiifontanili Recupero naturalistico di aree marginali e im produttiveneiterreniaziendali Questaazione(DINAMOC.7)prevedelavviodi processi di rinaturalizzazione in aree impro duttive delle aziende agricole target e la con servazionedeilembiboscatiinternialleazien de,sottraendoliaglieffettideldisturbodelpas saggio delle macchine agricole, taglio e incen dio, e avviandole al recupero degli habitat di interessecomunitariotarget.Siprevedecheta liaree(almeno5ha)sitrasforminoinareece spugliate e di boscaglia entro 810 anni, con potenzialitasecondadellamorfologiadelter reno e la vicinanza ai corsi dacqua per gli habitatdiinteressecomunitario:

habitat 92A0 Foreste a galleria di Salix albaePopulusalba; habitat 91F0 Foreste miste riparie a Quercusrobur,UlmusminoreFraxinusan gustifolia; habitat 91AA Boschi di Quercus pube scens; habitat 91M0 Foreste Pannonico Balcanichedicerroerovere. Sulla base di questa check list stata svolta unindaginepervalutarequaliessenzepoteva no essere reperite tramite i vivai forestali re gionali, che certificano la provenienza del ma terialevegetale,equalispecienonessendodi sponibili andavano propagate tramite lazione C7. Sono state quindi avviate le richieste ai vivai forestaliregionalieavviateleazionidiraccolta epropagazionedisemietaleedellespeciena tivenondisponibiliincommercio(DINAMOa zioneC7). Allo stato attuale sono in fase di redazione il progettoesecutivodegliinterventidaeseguire nelsecondoannodelprogetto. Piantumazionedialberiedarbustiautoctoni susuperficiestese Lazione (DINAMO C.6) prevede la ricostruzio ne degli habitat forestali 91F0 e 91M0 in 5 et tari di aree comunali, mediante la piantuma zionedialberiearbustiappartenentiallavege tazioneautoctonapotenziale.Lepianecostiere ospitavano fino a un secolo fa ampie aree di bosco planiziare articolato in cerrete con far nettonelleareelievementerilevateeboschidi farniaefrassinomeridionalenelledepressioni, corrispondentiaglihabitat91M0e91F0. Attualmente tali paesaggi sono scomparsi, e con essi la straordinaria ricchezza di specie a nimalievegetalichelicaratterizzava.Lazione C6intendeampliareunresidualeboscodipia nuracostierainlocalitLeFantineperrecupe rarne la funzionalit e aumentarne il valore conservazionistico. Sonostatipoisvolticampionamentiinsitoed stataelaborataunachecklistdispecielegnose nativedautilizzareperlepiantagioni.Sipro ceduto ad approntare poi un protocollo per la raccolta di semi e talee di queste specie, e per laloropropagazione. Allo stato attuale sono in fase di redazione il progettoesecutivodegliinterventidaeseguire nelsecondoannodelprogetto. Individuazionedelleareedintervento Lanalisi delle caratteristiche ecologiche del territorio e degli interessi degli agricoltori ha permessodiindividuareisettorieleparticelle che presentavano la pi alta vocazione per gli interventicontemplatinelprogetto.

Nonessendocistudimiratiallesuccessionieco logicheinquesteareenonpossibilequantifi careaprioricomeequandotalerecuperodella vegetazioneavrluogo. Per limplementazione di questa azione (DI NAMO C.7.) sono stati scelti i fossi e torrenti che ricadevano allinterno delle aziende con delle potenzialit per un recupero naturale in tempibrevi,eleareeginoncoltivateconve getazionearbustivae/oarborea.Perquestoo biettivo stato necessario svolgere un lavoro dimappaturacompletaedettagliatadeifossie delle aree marginali, attraverso lintegrazione dellacartaidrografica,leareeconvegetazione arborea e le ortofoto digitali recenti. Successi vamente le aree idonee sono state selezionate incampoeconlapartecipazionedegliagricol tori, che hanno indicato le superfici improdut tive che intendevano impegnare nellazione di conservazione. Azionidiconservazioneinareepubbliche Piantumazione di alberi ed arbusti autoctoni sullespondedifiumitorrentiefossi Lazione(DINAMOC.5)intendeavviarelarico stituzionedeglihabitat92A0,91F0lungolefa scedirispettodeifiumietorrenti,attraversola piantagionedialberiearbustinativilegatialle successioniecologichelocali. Gli habitat target di questa azione sono ormai divenutirariintuttalareasubcostieraadriati ca,doveleareegolenalideicorsidacquaven gonorimodellateeripulitedalleattivitantro piche. I boschi ripariali e quelli dei terrazzi al luvionalisonoambientidigranderilevanzana turalisticaperlaltabiodiversitchelicontrad distingueeperillororuolodicorridoinaturali per la fauna vertebrata. Una volta individuate le aree da interessare allazione C5, e svolti campionamenti in sito, stata elaborata una checklistdispecielegnosenativedautilizzare perlepiantagioni. 73

Inparticolaresonostateindividuateleareepi idonee per listallazione dei nidi artificiali (NibbioReale,GhiandaiaMarina),perlaprote zionedeinidiarischiodurantelefasidimieti tura (Calandra, Calandrella, Calandro), per il recupero naturalistico delle aree marginali e dellespondedeitorrentiefossi,perilrecupero dipopolazionidianfibiminacciati(Ululoneap penninico, Tritone crestato italiano) e per la piantagionedialberiearbustinativi. Sovrapponendolacartografiaditutteleazien deinteressatealprogettoLIFEeleareepubbli chemesseadisposizionedaiComuni,conaltre cartografie quali la distribuzione dei SIC e le aree di interesse naturalistico, la cartografia dellusodelsuoloadunbuonlivellodidettaglio (protocollo CORINE Land Cover), la rete idro grafica,lacartografiadeitipiforestali,sonosta te individuate le aree che rispondevano ai re quisitidiprogettazione.Avallediquestaprima fase di selezione, sono stati consultati gli agri coltoriegliamministratorilocaliperorientare le scelte in modo partecipato e concertato, in modo da ottenere il massimo beneficio dagli interventidaattuare. Leareescelteperlimplementareleazionicon crete di conservazione possiedono le seguenti caratteristiche: sitrovanoadunadistanzamassima(5000 m) dai Siti di Interesse Comunitario, Zone diProtezioneSpeciale,OasiNaturali. contengono aree agricole con vegetazione naturaleosonocontigueadareeforestalie seminaturali Altrieffettipositivisullabiodiversit Oltre alle specie di fauna di vertebrati oggetto diretto delle azioni concrete di conservazione, altre importanti specie di rilevante interesse comunitario potranno avere degli effetti bene ficidalrecuperodihabitateareemarginali,sia neiterreniagricoli,sianelleareedemaniali. Inparticolare,ilrecuperodellavegetazionedei torrenti che connettono i siti di interesse co munitario costieri con i settori pi interni, po tr estendere la disponibilit di habitat per la testuggine palustre europea (Emys orbicularis) e per la testuggine di Herman (Eurotestudo hermanni), mentre il recupero di formazioni boschivefavorirlincrementodihabitatperil NibbioBruno(Milvusmilvus). 74 In particolare si prevede un incremento di al meno 3 ha dellhabitat idoneo alla Testuggine di Hermann e di almeno 1 ha per la tartaruga dacqua,ediungeneraleaumentodellaconnet tivitdeisisteminaturali.

UtilitdelDSSDINAMOesviluppifuturi
IlDSSpermettedi: interrogare (query) il database (SITI) e di produrre delle nuove cartografie e di vi sualizzarle,comeadesempiolecartedidi stribuzionediogniazione; ipotizzare i possibili scenari futuri (au mentodialcunespecietargetequindiau mentodellabiodiversit); identificareiluoghidipossibilifontididi sturbo o minacce alla riuscita delle azioni previste;

aiutare i progettisti e tutti gli interessati nelle strategie di monitoraggio e di con trollo. Avere un quadro completo della situazione at tualehapermessodipianificareillavoroattra verso la concertazione degli organismi svilup patori del progetto (Universit, ENEA, CIA, I GEAM),idirettiinteressati(agricoltori)eiCo munichehannoaderitoalprogetto. Lesceltesonostatefatteinterpellandotuttigli attori partecipanti tenendo conto delle esigen zelogistiche,lavorativeedeconomiche.IlDeci sion Support System ha avuto cos un ruolo fondamentale sia nella strutturazione prelimi nareedattuativedelprogettoesianelmonito raggio degli interventi, fornendo anche uno strumentodiconfrontodiognirealteintem poreale. Ilrisultatodiunacorrettaimplementazionedel DSS DINAMO pu condurre ad una buona riu scita del progetto. Gli interventi assestati e le buonepratichemesseinoperadagliagricoltori forniranno le basi per un miglioramento della biodiversitedegliaspettinaturalisticierurali dellarea,oltrealraggiungimentodegliobiettivi delprogetto. Avereadisposizionestrumentidicontrolloedi gestione quali SIT e DSS ci permette di optare sempreperlasceltamiglioreedinonincorrere in errori di gestione che potrebbero pregiudi careilbuonesitodelprogetto.

IlDSShapermessodiprenderedelledecisioni dinterventoindiversesuperficiprivateepub bliche con requisiti utili per il raggiungimento degliobiettividelprogettoDINAMO(Marinoet al.,2011). Inoltre, data la necessit nel progetto di inter connettere fonti di dati, conoscenze ed espe rienze geograficamente distribuiti nel territo riotramitestandardunici,sistannosviluppan dolebasiperincrementareunnetworkDINA MO capace di migliorare ulteriormente la col laborazione e lo scambio dei dati tra i diversi attori. Almomentoinfasediprogettazioneedipri ma implementazione il WebGIS DINAMO. Il WebGISsipresentacomepiattaformanecessa riaapermetteunaopportunacollaborazionee condivisionedelleinformazionitraipartnerdi progetto. DeToniA.,NassimbeniG.,TonchiaS.,2000. Isistemidisupportoalledecisioni:offerta, domanda, applicazioni. Franco Angeli, Mi lano,2000. Di Sciascio E., 2002. I Sistemi di Supporto alleDecisioniedallosviluppoeconomicoper i Distretti Industriali: il Magazzino Virtuale UnitecTesidilaurea,PolitecnicodiBari. EomS.B.,MinH.,1999.Thecontributionsof multicriteria decision making to the devel opment of decision support systems subspe cialties: an empirical investigation. Journal of multicriteria decision analysis, 8, 239 255. Forleo M.,GiaccioV.,MastronardiL.,2011. LAgricoltura nel sistema socioeconomico territorialedelBassoMolise.In:Carrabbaet al. (eds.) Il Progetto DINAMO per la Biodi versitdelMolise.ENEA,Roma. MarinoD.,Carranza M.L.,LoyA.,Marchetti M., Stanisci A., Carrabba P., Sophia V., Cap puccio A., 2011. Gli obiettivi del progetto DINAMO.In:Carrabbaetal.(eds.)IlProget to DINAMO per la Biodiversit del Molise. ENEA,Roma. Rathnam S., Mannino M.V., 1995. Tools for buildingthehumancomputerinterfaceofa decision support system. Decision Support Systems,13,3559 DeLisioL.,LoyA.,2011.ReteNatura2000e aree protette in Molise. In: Carrabba et al. (eds.)IlProgettoDINAMOperlaBiodiversi tdelMolise.ENEA,Roma. www.dii.unisi.it/ www.minambiente.it

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GLOSSARIO

Agricolturabiologica

untipodiagricolturacheconsideralinteroecosistema agricolo,sfruttalanaturalefertilitdelsuolofavorendola con interventi limitati, promuove la biodiversit dellambienteincuioperaedescludelutilizzodiprodot ti di sintesi (salvo quelli specificatamente ammessi dal regolamento comunitario) e organismi geneticamente modificati Insiemeditecnicheagronomichechetendeadottenereil massimo di produzione per unit di persona impiegata, limitando la quantit di input immessi per unit di su perficie. Per ci un tipo di agricoltura pi rispettosa dellambiente Lagricoltura integrata un metodo di produzione che prevedeladozioneditecnichecompatibiliconlaconser vazionedellambienteelasicurezzaalimentareattraver solaminimizzazionedellusodiprodottichimicidisinte sieilcontrollodellinteroprocessoproduttivo unagricolturacheoperaunosfruttamentodelterreno al massimo delle sue potenzialit e del suo rendimento, siainterminidispaziochedicoltivazione Lapproccio ecosistemico una strategia per la gestione integrata delle risorse territoriali che promuove la con servazioneelusosostenibiledellabiodiversitinmodo giustoedequo Parte della superficie agricola destinata a vite, ulivo, a grumi,fruttiferiedaltrecoltivazionipermanentipresenti inazienda IlprogrammaCORINE(COoRdinationofINformationon Environment) stato definito dalla Commissione Euro pea nel 1985 con lo scopo di organizzare la raccolta di informazioni sullambiente e le risorse naturali della Comunit. Il programma ha previsto in particolare la produzioneeraccoltadiinventarilegatialcensimentidi biotopi,divalutazionedellaqualitdellariae,inpartico lare,diricostruzionidellusodelsuolo.IlprogettoCORI NE Land Cover ha creato una copertura duso del suolo estesaatuttalUnioneEuropeasecondounametodologia univoca per la prima volta nel 1990; lorganizzazione dellevocidiusodelsuolo,organizzateinlivellidiven tataunostandarddiriferimentoassoluto DenominazionedOrigineControllata.lindicazioneusa taperdistinguereunvinorispondenteairequisitiedalle condizionistabilitenelrelativodisciplinarediproduzio ne.PerDOCsiintendonoivinichepossiedonocaratteri stichequalitativeparticolari,ottenutiesclusivamenteda vitigniraccomandatioautorizzatidellaspecieVitisVini fera raccolte nella regione determinata e conformi a di sposizioniadottatedallacomuniteuropeaonazionale

Agricolturaestensiva

Agricolturaintegrata

Agricolturaintensiva

Approccioecosistemico

Coltivazionilegnose

CORINELandCover

DOC

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DOP Denominazione di Origine Protetta. un riconoscimento assegnatoaiprodottiagricoliedalimentarilecuifasidel processo produttivo vengano realizzate in unarea geo graficadelimitataeilcuiprocessoproduttivorisultaes sereconformeadundisciplinarediproduzione DecisionSupportSystem (DSS)unarchitetturainforma ticacheaiutalutenteaprenderedecisioni IndicazioneGeograficaProtetta.IltermineIGPrelativo alnomediunaregione,diunluogodeterminatoo,incasi eccezionali,diunpaesecheserveadesignareunprodot toagricolooalimentareoriginarioditaleregione,ditale luogodeterminatooditalepaeseedicuiunadetermina ta qualit, la reputazione o unaltra caratteristica possa essereattribuitaalloriginegeograficaelacuiproduzio ne e/o trasformazione e/o elaborazione avvengano nellareageograficadeterminata LongTermEcologicalResearch:reteinternazionaledelle ricercheecologichealungotermine,finalizzateal moni toraggioambientale IlPianodiSviluppoRurale (PSR)ilprincipalestrumen todiprogrammazioneefinanziamentopergliinterventi regionali nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale. Nella passata programmazione (20002006) stato utilizzato nel meridione dItalia, per finanziare le misureagroambientali(tracuilaconversioneatecniche di produzione biologica), limboschimento di superfici agricoleeilprepensionamentodiagricoltori IlProgrammaOperativo regionale (POR)ildocumento di programmazione per lutilizzo di strumenti finanziari di derivazione comunitaria, nazionali e regionali (detti Fondi strutturali), messi a disposizione per lo sviluppo economicoesocialedelleregionimeridionaliitaliane Superficie totale aziendale. Area complessiva dei terreni dellazienda destinata a colture erbacee e/o legnose a grarie,inclusiiboschi,lasuperficieagrarianonutilizza ta,nonchlareaoccupatadaparchiegiardiniornamen tali,fabbricati,stagni,canaliecc.,situatientroilperime trodeiterrenichecostituisconolazienda SuperficieAgricolaUtilizzata.Insiemedeiterreniinvesti tiaseminativi,coltivazionilegnoseagrarie,ortifamiliari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutto. Essa costituiscelasuperficieeffettivamenteutilizzataincolti vazionipropriamenteagricole.esclusalasuperficiein vestitaafunghiingrotte,sotterraneiedappositiedifici I seminativi comprendono una vasta gamma di colture annualidiprimariaimportanzacomeilfrumento,lorzo, ilgranturco,lasegala,lacolza,ilgirasole,ilpiselloecc.

DSS IGP

LTER

PSR

POR

SAT

SAU

Seminativi

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Serviziecosistemici Benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere uma no. Si distinguono in quattro categorie: servizi di ap provvigionamento, che forniscono i beni veri e propri, qualicibo,acqua,legnameefibra;servizidiregolazione, cheregolanoilclimaeleprecipitazioni,lacqua(ades.le inondazioni),irifiutieladiffusionedellemalattie;servizi culturali,servizidisupporto,checomprendonolaforma zionedelsuolo,lafotosintesieilciclonutritivoallabase dellacrescitaedellaproduzione Sitidiimportanzacomunitaria,individuatidallaDirettiva delConsigliorelativaallaconservazionedeglihabitatna turalieseminaturaliedellafloraedellafaunaselvatiche (DirettivaHabitat) I Sistemi Informativi Territoriali sono un insieme di strumenti informatici utili a raccogliere, memorizzare, richiamare,trasformareerappresentaredatigeografici CalcolodellaruralitdiunterritoriocheperlOCSE(Or ganizzazioneperlaCooperazioneeloSviluppoEconomi co) espressa dalla quota di residenti in comunit (Co muni)conbassadensitdipopolazione Soggettilocaliinteressatiaduniniziativa.Fannopartedi questo insieme, ad esempio, i clienti, i fornitori, i finan ziatori (banche e azionisti), i collaboratori, ma anche gruppidiinteresseesterni,comeiresidentidiareeinte ressatedalliniziativaogruppidiinteresselocali Siriferisceallampiezzadellapropriet.Inscalaeuropea sidistinguono3classifondamentalidiproprietfondia ria, tra cui la piccola propriet, che prevale in Europa mediterranea,incuivigonolenormedisuccessioneche si rifanno al diritto romano. Esse, infatti, assicurano lereditatuttiifiglilegittimi Fa riferimento allimpianto operativo o amministrativo gestionale, in genere ubicato in luogo diverso da quello dellasede,nelqualelimpresaesercitastabilmenteunao piattiviteconomiche,dotatodiautonomiaedituttigli strumentinecessariallosvolgimentodiunafinalitpro duttiva,odiunafaseintermedia Zone di Protezione Speciale, scelte lungo le rotte di mi grazione dellavifauna, finalizzate al mantenimento ed allasistemazionediidoneihabitatperlaconservazionee gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori. Tali aree sono state individuate dagli stati membri dellUnione Europea sulla base della Direttiva 79/409/CEEnotacomeDirettivaUccelli

SIC

SIT

SogliadiruralitOCSE Stakeholder

Strutturafondiaria

Unitlocali

ZPS

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EditodallENEA UnitComunicazione LungotevereThaondiRevel,7600196Roma www.enea.it Revisioneeditorialedelvolumeeversionedigitale:GiulianoGhisu Copertina:CristinaLanari Stampa:LaboratoriotecnograficoCentroRicercheFrascati Marzo2011

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