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Alimentatori switching
Gabriele Lazzarone
Luglio 2005
Indice
1 Introduzione 1.1 Convertitori ideali vs reali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 4
2 Buck o step down 6 2.1 Analisi del circuito . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 2.2 Rapporto di trasformazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 2.3 Dimensionamento dellinduttanza L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 3 Boost o step-up 13 3.1 Analisi del circuito e del rapporto di trasformazione . . . . . . . . . . 13 3.2 Dimensionamento dellinduttanza L . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 4 Buck-Boost 19 4.1 Analisi del circuito e del rapporto di trasformazione . . . . . . . . . . 19 4.2 Rapporto di trasformazione in DCM . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20 5 Cenni sul controllo e sulle topologie isolate 5.1 Come si controllano gli switching . . . . . . . . . . . . . 5.2 Il modulatore PWM . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.3 Convertitori isolati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5.4 Caratteristiche I/O e resistenza alle sollecitazioni esterne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 22 23 24 25
Capitolo 1 Introduzione
Gli alimentatori switching nascono dallesigenza di ottimizzare e risolvere i problemi latenti degli alimentatori da rete classici (gura 1.1) e cio` il grosso, pesante e e costoso trasformatore da 50Hz e il regolatore lineare in genere molto dissipativo.
Figura 1.1.
Lobiettivo degli alimentatori switching ` proprio quello di massimizzare il rene dimento utilizzando al posto di regolatori lineari dissipativi dei regolatori a commutazione (Switching). Migliorando il rendimento, scaldano meno,diminuiscono i consumi e quindi gli apparati alimentati a batteria funzionano pi` a lungo (ad es. u laptop, lettori mp3...). Gli alimentatori switching sono una classe particolare dei dispositivi chiamati DC/DC converter e costituiscono al giorno doggi la quasi totalit` dei mezzi di alia mentazione dei circuiti elettronici. Nei dispositivi da rete (gura 1.2) si inseriscono nello schema classico dopo il condensatore di ltro e vengono utilizzate delle particolari topologie che uniscono ai pregi sopracitati lisolamento galvanico obbligatorio per legge. 1
1 Introduzione
Figura 1.2.
Nei dispositivi portatili (gura 1.3) il convertitore ` collegato direttamente alla e batteria.
Figura 1.3.
Dobbiamo sempre tenere in conto, quando parliamo di alimentatori, del fattore rendimento = Pout /Pin e della relativa potenza dissipata Pdiss = Pin Pout poich oggi tutti i sistemi elettronici richiedono una forma di conversione di potenza e eciente dissipando il minimo possibile e verso una riduzione della potenza stessa. 2
1 Introduzione
Ecco quindi, che i convertitori switching orono una via accessibile per ottenere questo obiettivo. I moderni switching, infatti, sono piccoli, essibili e permettono inoltre una conversione della tensione ingresso-uscita; allinterno degli switching ci sono degli interruttori che costituiscono proprio la base di questo sistema di conversione. Lo switching pi` semplice ` composto da un transistor, (usato come interruttou e re), da un diodo, da un induttore, da una capacit` in uscita e, il pi` delle volte per a u motivi pratici, da una in ingresso. Ovviamente anche i regolatori switching hanno delle limitazioni e degli svantaggi rispetto ai regolatori lineari come ad esempio i conitti di compatibilit` elettromagnetica dovuti al rumore di uscita e di ingresso a e alla necessit` di avere un circuito di controllo che gestisca linterruttore (gura 1.4). a
Figura 1.4.
Comunque sia, ogni qual volta si richieda un alto rendimento, spazi ridotti, peso minimo o alta potenza i regolatori switching non temono confronti (basti pensare che quando si parla di centinaia di watt ai regolatori lineari bisognerebbe aggiungere enormi dissipatori!). Inoltre, il grande vantaggio di questi circuiti risiede nella loro capacit` di traa sformare la tensione dingresso ad un qualunque valore desiderato in uscita e, in prima approssimazione, senza limitazioni di ecienza. Questo, indipendentemente dal fatto che luscita sia maggiore o minore dellingresso: sono dei veri e propri trasformatori in continua! 3
1 Introduzione
1.1
Gli induttori e le capacit`, idealmente, sono elementi reattivi che non dissipano a potenza ed il transistor, allo stesso modo, comportandosi come un interruttore, quando ` acceso non sente tensione ai propri capi e quando ` spento non fa passare e e corrente. V = 0 oppure I = 0 P = 0 Inne c` il diodo, il quale ha una caduta di tensione limitata quando la corrente e lo attraversa ma si potrebbe sostituirlo con un altro interruttore sincronizzato cos` da evitare anche questa perdita (gura 1.1.5).
Iin
Iout
V in
Pin
P out
Pin = Pout Ecienza = Pout /Pin = 100% Vin Iin = Vout Iout
Vout Vin
Iin Iout
Ovviamente nella realt` non esistono componenti reali e tutto ha un prezzo. Gli a induttori dissipano a causa delle resistenze parassite e a causa dei nuclei magnetici non perfetti. Cos` come anche i transistor migliori hanno delle perdite in commuta zione, dovute al fatto che non possono essere accesi e spenti istantaneamente. Sta a 4
1 Introduzione
noi utilizzare un compromesso ingegneristico che ci permetta di ottimizzare al meglio il nostro sdispositivo. In conclusione i regolatori switching ideali trasformano la tensione e trasferiscono la potenza dallingresso alluscita senza perdite grazie alluso di componenti puramenti reattivi. Sebbene un convertitore reale abbia delle perdite interne lecienza ` molto alta, 80-90% e pi`. e u
Noi vedremo le topologie base che costituiscono le fondamenta di tutte le famiglie di convertitori switching. La classicazione generalmente adottata assume che tutte le topologie di alimentatori switching derivino da una o da entrambe le topologie base che sono: Buck o step-down Boost o step-up Buck-Boost (combination-derived)
Figura 2.1.
RL : carico Vi : tensione dingresso continua Sw: interruttore comandato dal segnale di duty cycle (D) Diodo: fornisce un percorso di scarica allinduttanza quando linterruttore ` e aperto Linterruttore (switch) e il diodo li possiamo vedere come due interruttori comandati periodicamente, con periodo Tsw (si veda lequazione 2.1 e la gura 2.2.2), in controfase. Ton Ton + Tof f
D=
(2.1)
Sw1
on off
Sw2
on off
Ton
Toff
Ton
Figura 2.2.
Interruttori in controfase
In realt` il diodo ` comandato dal circuito, noi comandiamo solo lo switch. a e Esistono due modi di far lavorare un convertitore switching: Modo continuo (Continuos mode o CCM): La corrente Il nellinduttanza non raggiunge mai il valore zero Modo discontinuo (Discontinuos mode o DCM): La corrente Il rimane a zero per un certo intervallo di tempo (Tidle ) Il buck lo si fa lavorare in modo continuo cos` da ridurre gli stress sui componenti. Comunque sia se per qualche ragione ci si ritrovasse a lavorare in modo DCM non ci sarebbero troppi problemi perch` il buck ` un buon circuito e rimarrebbe comunque e e stabile.
2.1
Analizziamo il buck (gura 2.1.3) ipotizzando di trovarci a regime in uno stato ciclostazionario, cio` dove i periodi di commutazione dello switching sono tutti uguali. e Tsw = cost Allinizio dello stato Ton linduttanza ` sottoposta ad una tensione costante e Vl = Vi Vo e quindi la sua corrente Il cresce linearmente nel tempo con pendenza (Vi Vo )/L. Durante questo tempo Il ` uguale alla corrente che scorre nello switch e (Isw ) mentre quella che scorre nel diodo (Id ) ` uguale a zero. e 7
Ia
Eon Ton
Eoff t Toff
Al termine di Ton il transistore si interdice, il diodo inizia a condurre e linduttanza ` sottoposta ad una tensione Vo per cui la sua corrente inizia a decrescere e linearmente con pendenza Vo /L. La gura 2.1.4 (pagina seguente) mette in luce come il valor medio della corrente Il nellinduttanza sia pari alla corrente Io richiesta dal carico; mentre il condensatore deve sopportare le componenti alternate di Il . Inoltre, si vede come nei tre elementi del circuito si abbiano brusche variazioni di tensione e corrente con la conseguente creazione di forti disturbi elettromagnetici, quelli che possono rendere dicile il soddisfacimento dei requisiti di compatibilit` elettromagnetica. a
2.2
Rapporto di trasformazione
Eon = Eof f (gura 2.1.3) per la conservazione dellenergia e dunque la variazione di corrente in Ton deve essere uguale alla variazione di corrente che c` durante Tof f . e chiamiamo: T on = T1 e To = T2 Vi Vo Vo T1 = T2 L L Vi T1 = Vo (T1 + T2 ) T1 Vo = =D Vi T1 + T2 Vo = D Vi (2.2)
Poich D ` sempre minore di 1, in questo convertitore la tensione di uscita sar` e e a sempre minore di quella di ingresso, e per questo viene chiamato step-down. Vo < Vi 8
Ib
t Ton Toff
I sw
t Ton Toff
Id
t Ton Toff
V
i
t Ton
Toff
Figura 2.4.
Abbiamo inoltre ottenuto una tensione di uscita diversa da quella di ingresso con un elevato rendimento (trasformatore in continua!). Dalla formula 2.2 si vede come 9
2.3
Dimensionamento dellinduttanza L
Avevamo detto che volevamo far lavorare il buck in modo continuo e per far questo Il doveva essere sempre maggiore di zero; dunque vediamo come si progetta e dimensiona linduttanza L per raggiungere questo obiettivo. Cerchiamo le relazioni che legano Ib ed Ia . Ib Ia = Vi Vo Vo Ton = Tof f L L Ib + Ia Vo Il = Io = = 2 RL
A questo punto ricaviamo Ton e Tof f in funzione del duty cycle D e della frequenza di switching fsw . 10
D= Ton Ton
Ton Ton + Tof f D (Ton + Tof f ) = Ton Tof f D = Ton (1 D) 1D Tof f = Ton ma D D (1 D) Tof f = D fsw 1D Tof f = fsw D=
Ton =
D fsw
(2.4)
(2.5)
Di solito si sceglie la fsw in base a parametri che vedremo fra poco e si calcola L dalla formula 2.5 L= RL (1 D) RL (1 D) e per essere in CCM L > 2f sw 2fsw
Per la scelta della frequenza f di funzionamento del regolatore occorre tener presenti due esigenze contrastanti: da un lato, al crescere della frequenza si riducono 11
le dimensioni siche dellinduttanza e del condensatore e quindi il peso e lingombro del convertitore stesso ma dallaltra, i fattori parassiti che creano le perdite di potenza aumentano il loro contributo. Anche la potenza dissipata dal transistore cresce con la frequenza in quanto si perde molta energia durante la commutazione ed aumentare la frequenza vuol dire aumentare le commutazioni nellunit` di tempo. a Ecco che il compromesso porta a frequenze che generalmente possono variare da 10 a 500 KHz.
12
Figura 3.1.
Lo schema circuitale del boost (gura 3.1) presenta analogie con quello del buck sia dal punto di vista delle grandezze indicate (conservano lo stesso signicato), sia dal punto di vista del funzionamento. Il circuito, allinterno del periodo di switching Tsw , presenta gli stessi due stati di funzionamento: ON e OFF.
3.1
Facendo le stesse ipotesi che abbiamo fatto per il buck analizziamo ora il convertitore boost (gura 3.1.2). Eon = Eof f per la conservazione dellenergia e dunque la variazione di corrente in Ton deve essere uguale alla variazione di corrente che c` durante Tof f . e 13
3 Boost o step-up
Ia
Eon Ton
Eoff t Toff
Ricordando le relazioni di Ton e Tof f in funzione del duty cycle D e della frequenza di switching fsw viste nel capitolo precedente Ton + Tof f = Tof f
D fsw 1D fsw 1D fsw
Anche in questo caso si pu` regolare il rapporto di trasformazione attraverso il o duty cycle D.
Ib
14
3 Boost o step-up
La tensione di uscita ` sempre maggiore di quella di ingresso, e per questo il e boost si chiama anche step-up, poich tira su la tensione! e
Vo > Vi
In eetti possiamo vedere il funzionamento del boost in questo modo (gura 3.1.2). Per tutto il ciclo Ton , quando lo switch ` chiuso, la corrente Il si accumula nellindute tore con pendenza Vi /L. In questa situazione, il diodo ` polarizzato inversamente e e il condensatore di uscita Cout deve poter fornire la corrente assorbita dal carico in modo che la tensione di uscita Vo rimanga costante. Al tempo Tof f lo switch si apre e la tensione sul nodo A polarizza il diodo direttamente. Ora la corrente Il decresce linearmente con pendenza (Vi Vo )/L e ripristina la carica persa da Cout durante Ton . Notiamo come nel boost non esista mai un tempo in cui la sorgente smetta di erogare corrente nel circuito, come avveniva invece nel buck, e quindi, per scaricarsi, linduttanza costringe il circuito a tirare su la tensione in uscita. Come per il buck vediamo come si comportano le tensioni e le correnti nellinduttore, nel diodo e nello switching (vedi pagina seguente gura 3.1.3)
3.2
Dimensionamento dellinduttanza L
La corrente Il ` la corrente di ingresso Ii depurata della sua componente alternata e dal condensatore di ingresso Cin . Dunque: Il = Ii Inoltre, poich` i convertitori switching possono essere visti come dei trasformatori e in continua, nel boost valgono le stesse leggi di questultimi.
Ii 1 Vo = = Vi Io 1D
3 Boost o step-up
t Ton Toff
sw
sw
Figura 3.3.
t Ton
Toff
t Ton Toff
t Ton Toff
t Ton Toff
t Ton Toff
16
3 Boost o step-up
Il = Ii
L>
In realt` andando a studiare la funzione D(1D)2 (gura 3.2.4 pagina seguente) a e cercando il suo massimo nellintervallo di variazione del duty cycle (0,1) deduciamo che ` molto dicile mantenere il boost in modo continuo. e
17
3 Boost o step-up
CCM
DCM 1 3 1
Figura 3.4.
Oltre a queste ragioni, il boost risulta dicilissimo da controllare in modo continuo a causa di uno zero a destra nella sua funzione di trasferimento che lo porta ad essere instabile. Si preferisce dunque usarlo in modo discontinuo anche se gli stress sono molto pi` elevati. Essenzialmente il boost ` un convertitore per basse potenze. u e
18
Capitolo 4 Buck-Boost
Io
Figura 4.1.
Come si nota subito dallo schema circuitale (gura 4.1) nel buck-boost la tensione di uscita Vo ha segno opposto rispetto alla tensione di ingresso Vi .
4.1
Durante Ton (seguire gura 4.1.2) lo switching ` chiuso, conduce, ed il diodo ` e e interdetto, per cui linduttanza ` sottoposta alla tensione Vi e la corrente Il cresce nel e tempo con pendenza Vi /L. Nel frattempo il condensatore di uscita Cout deve fornire la corrente Io richiesta dal carico assicurando una tensione di uscita Vo praticamente costante. Al termine di Ton lo switching si chiude e la corrente nellinduttanza viene spinta attraverso il carico RL ed il condensatore Cout portando in conduzione il diodo. La tensione che si viene a creare in uscita ` di segno opposto rispetto a quella di ingresso e Vi . Durante Tof f Vl = Vo per cui Il decresce con pendenza pari a Vo /L.
19
4 Buck-Boost
Ia
Eon Ton
Eoff t Toff
Eon = Eof f (vedi gura 4.1.2) per la conservazione dellenergia e dunque la variazione di corrente in Ton deve essere uguale alla variazione di corrente che c` e durante Tof f . Vi Vo Ton + Tof f = 0 L L Vo Ton D fsw = = Vi Tof f fsw 1 D Vo D = Vi 1D
La tensione Vo pu` essere quindi sia maggiore sia minore di Vi e poich` Vo ha o e segno opposto rispetto a Vi il circuito pu` essere usato per ottenere una tensione di o uscita negativa a partire da una fonte positiva. Come il boost, anche il buck-boost, presenta una regolazione del duty cycle non lineare in modo continuo ed infatti anchesso si preferisce utilizzarlo in modo discontinuo. Inoltre vale lo stesso discorso fatto sul boost: il DCM ` lunico modo in cui si e riesce a controllarlo! Verichiamolo.
4.2
Ricordo che nel DCM si ha un ulteriore stato di funzionamento, denito di Tidle , nel quale sia il transistore e sia il diodo sono interdetti.
Ib
20
4 Buck-Boost
2 Pout = Vo Io = RL Io =
Vo2 RL
Il =
Vi D Vi Ton = L Lfsw
Vediamo subito che il rapporto di trasformazione ora risulta essere proporzionale al duty cycle D.
21
I convertitori switching basano tutto il loro funzionamento sul tempo di commutazione dellinterruttore, che nello specico si tratta di un transistore MOS di potenza. Regolando il duty cycle si pu` variare il rapporto di trasformazione tra la tensione o di ingresso e quella di uscita. Il circuito di controllo (gura 5.1.1) legge la tensione di uscita Vo e varia il duty cycle in modo da tenerla costante.
Vi
Duty cycle
Vcost
Controllo
Figura 5.1. Schema base del circuito di controllo
Analiziamo ora, brevemente, solo la pi` semplice strategia di controllo, che fa u ricorso alla classica reazione negativa (pagina seguente gura 5.1.2).
22
Figura 5.2.
Il nodo A viene comparato con Vref ottenendo lerrore che viene amplicato e passato al modulatore PWM. Questultimo prende in esame la tensione di errore V e fornisce unonda quadra Vq con il duty cycle appropriato per il convertitore.
5.2
Il modulatore PWM
V
Figura 5.3.
Questo ` (gura 5.2.3) il modulatore PWM pi` semplice che si possa utilizzare: e u un circuito di clock genera unonda a dente di sega alla frequenza f = 1/T prescelta per il funzionamento del regolatore. Il segnale V proporzionale allerrore viene confrontato con londa triangolare mediante un comparatore di soglia. Luscita del comparatore ` Vq e viene utilizzata e per attivare linterruttore. 23
Verr t
Vq
T1
T2
T1
T2
T1
T2
Figura 5.4.
Precisamente lo switch viene portato in conduzione quando Vq ` alta ed ` intere e detto per Vq bassa. Dalle forme donda in gura 5.2.4 si capisce come in tal modo V sia in grado di controllare il duty cycle di apertura e chiusura dello switch e quindi il valore della tensione di uscita Vo . La legge di controllo `: e D= V VKpicco
dove VKpicco ` il valore picco picco della tensione a dente di sega. Di solito il suo e valore standard ` 3Vpp . e
5.3
Convertitori isolati
Gli alimentatori da rete devono essere isolati per norma di legge. Il problema viene risolto utilizzando un trasformatore o degli induttori accoppiati. Ci sono due grandi famiglie di regolatori switching isolati e qui di seguito ne elenco i pi` utilizzati. u 24
Buck pi` trasformatore: u Forward Mezzo ponte Ponte intero Push pull Buck-boost pi` trasformatore: u Flayback Allinizio del nostro discorso il trasformatore da 50Hz era stato duramente criticato per il suo peso, costo e dimensioni; qui per` stiamo parlando di trasformatori o per alte frequenze e dunque molto pi` piccoli, pi` economici e pi` leggeri! u u u I vantaggi di utilizzare un trasformatore comunque permangono: prima di tutto il sopracitato isolamento galvanico la possibilit` di avere uscite multiple a il grado di libert` in pi` grazie al rapporto spire a u Vo e Vi svincolati come valori In generale i derivati isolati del buck sono i pi` utilizzati in assoluto quando si u parla di alte potenze mentre il diusissimo Flayback continua a resistere sul mercato dei sistemi a bassa potenza grazie al fatto che funziona bene e costa poco.
5.4
Buck
Sovratensioni di ingresso: KO. Questo a causa della presenza dellinterruttore in prima linea che ha molte possibilit` di rompersi a 25
Corto circuito: OK. Infatti se apro linterruttore interrompo il circuito ingressouscita Ingresso: rumoroso Uscita: silenziosa Boost Sovratensioni di ingresso: OK. Infatti c` linduttanza in prima linea che non e patisce le tensioni impulsive Corto circuito: KO. Anche se apro linterruttore la corrente continua a passare attraverso il diodo cortocircuitando lingresso. Ingresso: silenzioso Uscita: rumorosa. Infatti ` la corrente media che passa nel diodo a raggiune gere il carico e questa corrente ` impulsiva. e Buck-boost Sovratensioni di ingresso: come il buck ` KO. Questo a causa della presenza e dellinterruttore in prima linea che ha molte possibilit` di rompersi a Corto circuito: OK. Infatti se apro linterruttore interrompo il circuito ingressouscita Ingresso: rumoroso Uscita: rumorosa
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Figura 6.1.
6 Esempio di applicazione
DM AX =
Vo + Vd 14V + 1V = 0.5 = ViM IN Vs Vd 30V 1V + 1V Vo + Vd 15V DM IN = = = 0.3 ViM AX Vs Vd 45V Vo RLM AX = = 2.8 IoM IN Vo RLM IN = = 0.28 IoM AX
Ib I
Ia t
Figura 6.2.
La condizione per essere in CCM nel buck, tenendo conto del caso peggiore `: e L> RLM AX (1 DM IN ) 2.8 (1 0.3) = = 9.3H 2fsw 2 100KHz
Scelgo il valore normalizzato appena superiore a quello trovato, in modo da essere sicuro di rimanere in modo continuo. L = 12H Trovo la corrente di picco Ib che mi servirebbe per valutare gli stress nei componenti Vo (1 DM IN ) = 50A + 3.9A 54A Ib = IoM AX + 2Lfsw Lultimo controllo da fare per essere certi di aver scelto ottimamente linduttore ` vercare che anche con IoM IN la Ia rimanga maggiore di zero. e Ia = IoM IN Vo (1 DM IN ) = 5A 3.9A = 1.1A > 0 2Lfsw 28
6 Esempio di applicazione
Bibliograa
[6.1] Graziano, Zamboni, Complementi di teoria di elettronica per linformatica [6.2] Pozzolo, Appunti relativi al corso di Elettronica, Politeko [6.3] Appunti relativi al corso di Elettronica Analogica del professor Sanso`, Polie tecnico di Torino [6.4] Appunti relativi al corso di Elettronica di Potenza del professor Maddaleno, Politecnico di Torino [6.5] Walt Kester, Brian Erisman, Section 3 - Switching Regulators
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