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2Entit-guida e crisi iniziatica: come una Lhakama diventa tale La vocazione a divenire oracolo sempre frutto di una scelta operata dagli dei; oltre a questo, per la maggior parte degli oracoli tibetani e himalayani, il fattore ereditario risulta essere molto importante. A questo modo Berglie sostiene che il fatto di avere un lungo lignaggio di figure oracolari alle spalle sia la prova per un pawo della sua autenticit1. Anche Bellezza sottolinea come tra i lhapa del Tibet settentrionale lesistenza di una linea famigliare sia garanzia dellabilit e della potenza delloracolo2. Per le lhakama tuttavia, questo non sembra valere: degli oracoli da noi incontrati infatti, soltanto Ningma m, del villaggio di Nawagaon, dichiar di aver avuto in famiglia unaltra lhakama, ovvero la nonna, ma non ci ha mai spiegato come questo abbia eventualmente potuto influire sulla sua vocazione. Un caso singolare poi, rappresentato dalle sorelle Dukpa m e Pema Tenzin m, che pur non avendo ereditato la professione da alcun membro della famiglia, si trovano ad essere entrambe lhakama. Questo dimostra da un lato come queste donne oracolo debbano contare solo sulle loro capacit e sul consenso popolare per rendersi credibili, dallaltro come proprio queste loro capacit dipendano esclusivamente dal rapporto che si instaura fra esse e il loro spirito guida. La chiamata giunge alle lhakama in maniera affatto omogenea. Se alcune, conformemente a quanto avviene per la maggior parte degli oracoli, la ricevono in et pre-puberale, altre dichiarano di averne manifestato i sintomi soltanto dopo il matrimonio o la gravidanza. In ogni caso si tratta di un momento particolarmente critico, durante il quale il futuro oracolo si trova a sperimentare uno stato di profonda sofferenza fisica e psicologica. E in questo periodo infatti che lo spirito-guida inizia a manifestare s stesso attraverso vividi sogni, anoressia, perdite di coscienza e possessioni improvvise e incontrollate. Queste crisi assumono a volte aspetti davvero singolari, che rendono il lavoro di comprensione di queste figure oracolari quanto mai interessante; a questo proposito utile riferirsi ad un esempio che consideriamo particolarmente significativo. Dukpa m considerata la lhakama pi potente del villaggio di Yangluwa, se non altro per il fatto che oltre ad essere una grande guaritrice, da sempre ella in grado di riconoscere a vista docchio le persone malvagie; questo ha procurato non pochi problemi allinterno della famiglia quando, ancor prima di essere riconosciuta come lhakama, inveiva contro e cacciava via a malo modo chiunque fosse entrato in casa dopo aver commesso unazione non del tutto positiva. Oltre a questo, molti al villaggio ricordano come, strappandosi i vestiti di dosso, corresse verso (di) una pozza dacqua e vi rimanesse per ore a giocare. Ma quel che risulta pi interessante il fatto che, posseduta dal suo spirito guida in stato di sogno, ella si recasse nel fitto della foresta o nei i campi di cremazione, e si risvegliasse
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Berglie, Per-Arne, Preliminary remarks on some spirit mediums in Nepal, in: Kailash, n. 4, 1976, pp. 85-108. Bellezza, J., V., op. cit., p. 19.

qui con dei fiori fra le mani. Il viaggio onirico nella foresta, oltre ad essere un motivo ricorrente nella storia di quasi tutte le lhakama, rappresenta un aspetto essenziale delliter iniziatico di numerosi altri ritualisti, in primis, come vedremo, dello sciamano. Tuttavia il fatto di recarsi ai campi di cremazione un elemento del tutto nuovo e fa pensare ad una possibile esposizione di queste donne oracolo ad un contesto tipicamente tantrico. Sebbene questusanza ci sia stata riferita solamente da Dukpa m, essa stata pi volte riscontrata anche da Hildegard Diemberger; crediamo dunque che si tratti di un aspetto decisamente significativo, collegabile senzaltro alla relazione esistente tra le lhakama e le ngamo3, le praticanti tantriche che giungevano un tempo tra le montagne del Beyul Khembalung. Come gi si detto, per il fatto di trovarsi allinterno o a ridosso di questa valle sacra, gli abitanti dei villaggi di Sepa e Walung entravano continuamente a contatto con mistici e tantrici che giungevano qui in ritiro. Diemberger descrive come spesso le lhakama prendessero parte a questi ritiri e ottenessero iniziazioni, e come a volte fossero proprio loro a scoprire e ad aprire le grotte dove questi ritiri meditativi si svolgevano. Questo ha fatto s che esse assorbissero alcune concezioni e alcune pratiche proprie della tradizione tantrica, delle quali forse, quella di recarsi ai campi di cremazione, solo una reminescenza. Ci spiegherebbe il motivo per cui queste donne oracolo vengono spesso chiamate anche khandroma (tib. mkha-gro-ma), termine con il quale designata la donna sacra allinterno del Tantrismo tibetano. Come per le ngamo, anche per le lhakama la frequentazione di luoghi particolarmente pericolosi ed impuri, siano essi i campi crematori oppure la foresta, collegata allattitudine di queste singolari donne di trascendere certe barriere individuali e sociali: [] The forest is symbolically opposed to the inhabited and cultivated area, it is the place for secret meetings, illegitimate love-affair, etc. and all kinds of spirits roam there. The cremation ground which lies in the forest above the village is a place favoured by the dead spirits who didnt find their way. [] During her initiation the oracle arrives there at the most dangerous moment: the middle of the night. Thus she obtains control and power over what is usually avoided and feared by the common people.(nota) Ci daltra parte permette loro di acquisire unapertura e una sensibilit notevoli. Il modo in cui questo si ripercuote sulla loro posizione e sul loro ruolo allinterno della comunit sar discusso nellultimo capitolo. Riguardo ai fiori che le lhakama trovano fra le loro mani al momento del risveglio, essi hanno una chiara valenza simbolica: nelle concezioni religiose delle comunit visitate sono infatti il simbolo
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della fertilit, alla quale sono associate, nella loro accezione di khyelha, anche le divinit montane del Beyul Khenbalung. A tal proposito riportiamo quanto espresso da Diemberger (nota): The flower she has in her hand when she wakes up is the Khumbo symbol for fertility and for the mediation with the mountain-gods. These are the protectors of the fertility of fields, cattle and women. The Khumbo explain that the main ritual at the holy places in the hidden valley of Khenbalung is due when the flowers blossom. This invite the gods to descend among the human beings. Tra le lhakama da noi intervistate questo tema assai ricorrente. Cos il marito di Ningma m ci riferiva come la donna in stato dincoscienza si recasse in cima ai monti e ne tornasse con un gran quantitativo di fiori di diverse specie, con i quali una volta giunta di fronte allaltare di famiglia eseguiva dei riti di offerta alle divinit. E sempre al/a proposito di Dukpa m, la madre ci raccont come spesso ella tornando dalla foresta andasse ad offrire i misteriosi fiori al lama del villaggio. Riteniamo che i viaggi onirici di cui sono protagoniste le lhakama possano essere senzaltro definiti come viaggi iniziatici, in quanto in questi momenti e a/in questo modo che esse apprendono tutto quanto servir alla loro professione sacra. A questo proposito possibile evidenziare una certa corrispondenza con quello che in ambito sciamanico conosciuto come rapimento estatico, con il quale il futuro sciamano chiamato ad abbandonare la sua dimora per recarsi con lo spirito guida allinterno della foresta, dove gli vengono impartiti i suoi primi insegnamenti.4 (questo inseriscilo! in nota puoi riferirti al libro sciamanesimo di Mircea Eliade ad es., c un immensa letteratura a proposito, puoi sbizzarrirti, magari annunciare una digressione in questo senso, una spiegazione preliminare sul fenomeno in toto di come si attui una seduta sciamanica, e perch le lakhama si differenziano da tutti gli altri sciamani descritti dagli antropologi, ampliare le frasi che seguono!) Tuttavia se lo sciamano, trascorso questo primo periodo iniziatico, riceve poi unistruzione formale da parte di uno o pi sciamani esperti, questo non quanto accade alle lhakama. Come si diceva infatti, a differenza di molti altri oracoli tibetani e himalayani, esse vengono istruite unicamente dal loro spirito guida, senza che vi sia alcun intervento da parte di un qualche maestro terreno. Il periodo dellapprendimento pu durare anche diversi anni, ed in genere seguito con una certa curiosit ed apprensione dallintera comunit5.

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Comunicazione personale da parte della Dott.ssa Diemberger.

A dispetto di quanto appena detto, e interessante notare come formalmente il superamento della crisi che accompagna la chiamata avvenga secondo una chiara logica buddhista. Tutte le lhakama intervistate hanno dichiarato di aver dovuto compiere un preciso pellegrinaggio in onore del loro spirito o divinit guida, affinch i sintomi di tale crisi si placassero. La meta e le modalit di questo pellegrinaggio erano comunicate loro in sogno e in ogni caso prevedevano che esse si recassero ad uno dei siti sacri del Beyul Khenbalung e vi appendessero un dato numero di preghiere tibetane; oltre a questo dovevano presentare le dovute offerte, consistenti in una certa quantit di candele al burro ed incenso. Assai significativo il fatto che il pi delle volte le mete di questi pellegrinaggi sono rappresentate da grotte sacre, le stesse grotte sacre che un tempo costituivano il luogo di ritiro dei mistici e dei praticanti tantrici che giungevano al Beyul Khenbalung. Wangche m - altra lhakama del villaggio di Yangluwa - la cui entit guida lo spirito di un potente lama defunto, ci raccontava come durante i suoi viaggi onirici ella cercasse insistentemente la grotta dove questo lama un tempo usava ritirarsi; solo dopo averla trovata, il periodo di crisi cess. Ora sembra inoltre che la donna, in occasione di ogni luna piena, continui a recarsi a questa grotta con la famiglia e alcune altre persone al seguito, e vi esegua dei riti speciali che, purtroppo, non ci stato dato modo di conoscere. Da quanto fino ad ora delineato si evince come lo spirito guida svolga un ruolo essenziale nella storia di queste donne oracolo. Come accade per la maggior parte degli oracoli himalayani, le entit sovrannaturali che possono prendere possesso di una lhakama sono molteplici, e tutte strettamente legate alla comunit dappartenenza e al territorio. Oltre ai vari spiriti e divinit note in Tibet come yul-lha, btsan, gterbdag, dpabo, e mkha-gro, e agli shin-dre, gli spiriti dei defunti, occupano una posizione centrale le divinit montane del Beyul Khenbalung; spesso proprio una o laltra di queste divinit a rappresentare quello che lo spirito guida. In particolare una di esse, Khandro Tsheringma (tib. mKha-gro Tshe-ring-ma), ritenuta essere lentit guida della gi menzionata Ningma Ama, nonch (anche) la divinit protettrice di tutte le lhakama. Non capita raramente poi/inoltre che alcune di esse ritengano di essere state iniziate dallo spirito di un lama del passato. Cos, oltre a Wangche Ama, anche Dukpa Ama sosteneva che il suo spirito guida, Risalai Semo, fosse un lama molto potente che un tempo risiedeva tra le montagne del Beyul Khenbalung; si racconta che egli si ritirasse a meditare allinterno di una grotta non molto lontana dal villaggio, e che fosse in grado di volare. Tuttavia, per quanto riguarda la quarta lhakama da noi conosciuta, Pema Tenzin Ama, essa ha come spirito guida una divinit le cui origini ci sono ancora ignote: i i Gyalbo. Egli, identificato dal lama di Yangluwa come Palden Lhamo, la nota demonessa soggiogata da Guru

Rinpoche (padmasambhava? Approfitta e fai un piccolo riferimento in nota alla storia, o rimanda a Richardson etc.) e divenuta una dei maggiori dharmapla del Buddhismo tibetano, sembra essere in realt unipostasi di Yamantaka, il dio della morte6. Questipotesi avvalorata dalle descrizioni che ci sono pervenute e che lo ritraggono come una divinit violenta e terrifica, la cui funzione sarebbe quella di giudicare le anime dei defunti e di indicarne la via. Ci ci riporta evidentemente al fatto che le lhakama sembrano intrattenere uno stretto rapporto con la sfera della morte.

Comunicazione personale della Dott.ssa Diemberger.

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