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DALLA DESTRA ALLA SINISTRA. Una nuova classe dirigente. I limiti della politica economica della Destra.

Raggiunto nel1876 il pareggio di bilancio, un ciclo della storia della politica italiana poteva dirsi concluso. Tra il1861 e1876 la Destra aveva portato a termine l'unificazione nazionale e collocato l'Italia nel sistema delle relazioni internazionali. Ora per la distanza tra i gruppi dirigenti e la societ nel suo complesso si stava allargando: la tassazione eccessiva aveva oppresso il paese, sopratutto le classi pi povere, la Destra non rappresentava interessi e bisogni del nuovo ceto industriale. La politica liberoscambista della Destra aveva consolidato uno sviluppo agro manifatturiero dove l'industria svolgeva un ruolo solo complementare concentrato nella produzione di semilavorati tessili destinati all'esportazione. Questo modello si afferm in questi anni perch la Destra era espressione della classe dirigente italiana rappresentata in massima parte da grandi proprietari fondiari che non riuscivano a immaginare un ruolo diverso dalla semiperiferia agraria per l'Italia. Crisi delle manifatture centro-meridionali e sviluppo di nuovi ceti industriali. La scelta liberista se da un lato aveva incoraggiato l'esportazione di derrate agricole e dei prodotti tessili, aveva sottoposto le deboli industrie italiane al confronto con quelle d'oltralpe. Di questa situazione se ne approfittarono i produttori di vino,seta,olio che videro crescere le domande per i loro prodotti. I contraccolpi di questa politica furono per numerosi. Le manifatture centro-meridionali non resistettero al confronto con quelle europee: le pi obsolete vennero espulse dal mercato e gli investimenti nel settore industriale divennero nulli. Resistette a questa situazione e and a consolidarsi solo l'industria tessile padana che si avvantaggi della maggior vicinanza con i paesi importatori e del crescere del mercato urbano. Milano,Genova e Torino cominciarono ad avere i tratti delle moderne citt industriali,qui nacquero la nuove iniziative industriali di diverso genere (Cirio, Ansaldo, Pirelli...) e i primi istituti bancari. L'emergere del nuovo ceto industriale e la crisi della Destra. Lo sviluppo delle ferrovie anche in Italia, favor la costruzione di locomotive che anche se in numero irrilevante,moviment l'industria italiana. And a formarsi una nuova aristocrazia finanziaria costituita da proprietari fondiari, banchieri e ricchi mercanti che videro nelle compagnie ferroviarie un settore d'investimento. In questo contesto nacquero i primi istituti bancari il cui compito era convogliare verso gli investimenti fondiari le crescenti risorse finanziarie reperite sul mercato. Grazie alla formazione di un sistema industriale nell'Italia settentrionale, si form un nuovo ceto che cominciava a esprimere la propria identit e che inizi a chiedere allo Stato una politica che li tutelasse e che fosse meno interessata al pareggio del bilancio e che promuovesse lo sviluppo delle industrie. La crisi del governo di Destra esplose nel1876 dopo che gi alle elezioni politiche di due anni prima la maggioranza si era fortemente ridotta. Il motivo della crisi e della successiva caduta del governo avvenne sulla questione delle concessioni ferroviarie: la destra era intenzionata alla nazionalizzazione del sistema, mentre la sinistra (che rappresentava gli interessi di banchieri e finanziatori delle ferrovie stesse) si opponeva fermamente. La sinistra ottenne la maggioranza parlamentare facendo cadere il governo di Marco Minghetti, al suo posto la presidenza venne assunta da Agostino Depretis, imprenditore. Si era realizzata la cos detta 'Rivoluzione Parlamentare. Le componenti sociali della Destra e della Sinistra. La Sinistra era formata da tre componenti principali: liberali moderati (eredi di Rattazzi e rappresentati da Depretis),mazziniani moderati (come Cairoli e Zanardelli) ,pochies tremis ti (come Cavallotti) e la sinistra meridionale, espressione della borghesia del Sud. La differenza con la Destra non era cos definita perch a causa del basso numero di elettori, i deputati erano praticamente eletti dal loro gruppo sociale. LaDes tra rappresentava gli interessi di ricchi commercianti, imprenditori agricoli che si riconoscevano nella politica liberista (che consentiva loro di arrichirsi enormemente esportando i loro prodotti agricoli di pregio) e negli ideali risorgimentali. La Sinistra era invece espressione dei ceti pi dinamici e sensibili alle nuove correnti politiche e culturali internazionali.

-Il protezionismo e il programma della Sinistra. Dopo il1873 una grande crisi del capitalismo mondiale spinse i paesi industrializzati ad abbandonare il liberismo a favore del protezionismo. L'offerta di prodotti agricoli e industriali (settori cerealicolo,meccanico,tessile), superava la domanda e questa sovrapproduzione caus un crollo dei prezzi che conseguentemente port al fallimento di moltissime imprese. Gli industriali italiani richiesero l'adozione di dazie dogane a Depretis accolse la loro domanda. Dal 1878, il governo Depretis concesse all'industria la protezione doganale e cominci a investire denaro per favorire l'industrializzazione sopratutto nei settori meccanico,siderurgico e metallurgico. E' in questi anni che nascono le prime centrali elettriche la cui sopravvivenza era legata quasi esclusivamente alle commesse statali. La crisi fu percepita anche nell'agricoltura che era ancora la voce principale dell'economia italiana: tra il 1880 e il 1885 il prezzo del grano si ridusse di un terzo e il suo crollo si port dietro quello dell'intera produzione agricola. A questo punto anche i ricchi proprietari fondiari e imprenditori fino ad allora favorevoli al liberismo richiesero l'adozione di alti dazi a difesa dei loro prodotti. Nel1887 venne varata la nuova politica doganale che ergeva uno steccato insormontabile a protezione della produzione italiana. Ormai lo Stato si faceva guida dello sviluppo economico. UNA NUOVA ITALIA NEL CONTESTO INTERNAZIONE: Politica riformatrice della Sinistra e lallargamento delle basi sociali dello stato: Depretis voleva allargare il proprio consenso tra le masse degli operai e degli artigiani delle citt e tra le elite contadine. Lo fece: * abolendo la tassa sul macinato * facendo diventare obbligatoria la scuola primaria * facendo una legislazione sociale - limitazione della forza-lavoro infantile e femminile - prime norme antinfortunistiche - legge per abbassare la soglia di censo e di et richieste per votare (la base elettorale del parlamento di quadruplic, la piccola borghesia e gli strati sociali popolari poterono partecipare al voto) Ora un candidato per essere eletto doveva avere un consenso molto pi grande, e quindi si form un sistema di partiti con la presentazione di candidati diversi nei diversi collegi elettorali. Nelle campagne, grazie al clientelismo, alcuni notabili locali furono eletti senza problemi. LASCESA DELLE CLASSILAVORATRICI I contadini e gli operai partecipavano pi direttamente alla vita sociale dellItalia. Ci fu un grande movimento di lotta nelle campagne padane: i contadini erano stati impoveriti dalla crisi, e volevano salari pi elevati e il lavoro meno precario. Questa serie di scioperi fu possibile grazie alle organizzazioni sindacali. Cera una nuova coscienza civile tra i lavoratori, che vedeva nelle istituzioni pubbliche sia gli strumenti di oppressione sia il mezzo per lazione politica dei lavoratori. Cera un processo uguale per quanto riguarda gli operai delle fabbriche: era stato fondato il partito operaio italiano, e cerano vari circoli socialisti. Tutto questo port alla formazione di un partito politico, il partito socialista. Lemergere delle classi lavoratrici si notava pure nelle varie inchieste sociali promosse dal governo: sulle condizioni dei contadini meridionali, sulla consistenza del patrimonio industriale, la prima inchiesta sanitaria. Depretis e la pratica del trasformismo Lavvicinamento alle problematiche sociali incise molto poco sulla politica. Il blocco sociale dominante era molto saldo, e le riforme sociali non avevano risolto il problema della disuguaglianza tra ricchi e poveri, impoveriti ancora di pi dalla crisi economica. Depretis era il leader della sinistra, e il numero dei deputati a lui favorevoli aument perch molti deputati della Destra andarono a Sinistra. Questo fu chiamato trasformismo, e determin un cambiamento nella politica di Depretis, perch ora il suo sostegno si basava soprattutto sui conservatori. In questo trasformismo di molti deputati era coinvolta anche la corruzione.

La scelta coloniale e la Triplice alleanza I legami tra Francia e Italia si erano allentati perch: - la Francia aveva paura della formazione di un nuovo stato nel mediterraneo - leconomia italiana si stava liberando dalla dipendenza dai capitali francesi Anche il colonialismo cambiava le relazioni internazionali: lavventura coloniale si era conclusa con la spartizione dellAfrica e dellAsia. Chi rimaneva fuori dal colonialismo molto difficilmente poteva essere considerata una grande potenza, perci lItala voleva avere un proprio dominio coloniale. Questo allontan ancora di pi lItalia dalla Francia, mentre la avvicin alla Germania, che fino a quel momento non era riuscita ad avere un proprio impero coloniale, ma voleva rimediare. La disfatta di Dogali e la crisi della Sinistra I rapporti con la Francia divennero ancora pi tesi quando la Francia occup la Tunisia, territorio che interessava allItalia. Con loccupazione da parte della Francia della Tunisia, i rapporti tra Italia e Francia peggiorarono,in quanto lItalia sosteneva di possedere maggiori diritti su Tunisi. La Germania approfitt di questo momento per chiedere allItalia unalleanza; infatti venne stipulata la triplice alleanza tra Italia, Austria e Germania. Il governo italiano compr una compagnia di navigazione italiana che gestiva i trasporti tra lItalia e lOriente (il Rubattino). Questo fatto caus lopposizione del re dAbissinia e ne consegu un sanguinoso scontro. Nel1887, a Dogali, le flotte italiane vennero annientate dalle truppe abissine; e cos lItalia, spaventata dalle conseguenze dello scontro, rinunci ad espandere il proprio dominio. Dopo questa battaglia il governo di Depretis e della Sinistra fin,tanto che il re diede lincarico di costituire un nuovo governo a Francesco Crispi.

Il modello bismarckiano di Crispi LALLEANZA TRA PROPRIETARI TERRIERI E INDUSTRIALI Negli anni della crisi agraria si era form unalleanza (blocco sociale) fra ceti diversi: Borghesia industriale: arricchita con lecostruzioni ferroviariee lepromozioni statalidelle attivit industriali. Proprietari fondiari: Del nord e sud, specializzati nella produzione cerealicola. Questo gruppo costituiva la nuova classe dirigente, i cui interessi erano appieno soddisfatti dalla politica protezionistica: 1.Difendeva i l mercato interno dalla concorrenza straniera. 2.Difendeva la societ delle conflittualit sociali. 3.Promuoveva lacquisizione di nuovi mercati esteri. Francesco Crispi era emblema di questo blocco sociale e leader dei pochi gruppi imprenditori. LE PROTESTE DEI LAVORATORI E LA POLITICA INTERNA AUTORITARIA DI CRISPI Crispi avvi una politica autoritaria (su modello di Bismarck) accentrando su di s quasi tutti i poteri: presidenza del consiglio,ministero degliEsteri e Interni. La svolta protezionistica aveva determinato un rincaro del pane dei generi di primi necessit e un peggioramento delle condizioni di vita delle masse lavoratrici; questo port scioperi e rivolte da parte di contadini e operai (in Sicilia organizzati nei Fasci) che furono represse da Crispi, esponente del nuovo blocco sociale industriale agrario. Crispi nel 1893 inaspr la legislazione contro lattivit delle organizzazioni operai (socialisti) e i controlli sullordine pubblico, sfruttando i prefetti. L INGRESSO DEI CATTOLICI NELLA VITA POLITICA E SOCIALE La politica repressiva di Crispi colp il movimento socialista e quello sociale cattolico .Dato che il non expedit impediva ai fedeli di partecipare alla vita politica lazione dei cattolici si svilupp in campo sociale. In seguito a delle iniziative dirette dallOpera dei congressi, la Chiesa e i cattolici si dovettero confrontare con la questione

sociale, conflitto di classe e alla miseria del proletariato. Ci port allo sviluppo di un coerente pensiero sociale del movimento cattolico, i cui principi sono stati dettato da papa Leone XIII nella Rerum novarum: 1.Esigenza di una pi equa distribuzione della ricchezza. 2.Legittimit per i lavoratori di riunirsi e di organizzare sindacati. Sostenuti anche dal papa, nacquero come funghi veri e propri organismi sindacali cattolici che si opponevano agli organismi sindacali socialisti. Di conseguenza il non expedit si allent, tanto che vedremo in seguito la nascita di un partito cattolico. UNA NUOVA FASE DELLA POLITICA ESTERA COLONIALE Crispi avvi una politica espansionistica ed aggressiva. Lespansione coloniale era necessaria per il capitalismo italiano in quanto aveva bisogno di nuovi mercati e materie prime. Crispi rafforz i rapporti diplomatici con la Germania e riprese lespansione coloniale in Abissinia. Ma il fallimento totale di questa espansione port alle dimissioni di Crispi dopo un decennio di potere. Da questo momento inizia una gravissimacrisi politica . La monarchia costituzionale in cui il potere pass dal sovrano al parlamento sembr vacillare sotto le spinte dei gruppiconservatori, delle gerarchie militari e della Corona stessa. La crisi di fine secolo LA CRISI ECONOMICA E IL FALLIMENTO DEGLI ISTITUTI BANCARI Siamo in un periodo di crisi politica contemporanea ad una crisi economica. Negli ultimi anni di politica di Crispi ci fu un crollo economico, in cui diminuivano produzione, investimenti ed esportazioni. Le maggiori vittime furono le banche, le quali avevano investito il proprio denaro(lunga scadenza) proprio nelle industrie le quali a loro volta avevano comprato le azioni delle banche. Cos il crollo a catene delle industrie contemporaneo a quello delle banche. IL SALVATAGGIO E IL RIORDINO DEL SISTEMA BANCARIO In questa situazione drammatica si verific il primo grande salvataggio del sistema bancario privato operato dallo stato. Lo stato chiama le banche sane a sostenere questa crisi, sorreggendole ed imponendo loro di: Emettere sul mercato nuova liquidit priva di copertura aurea. Assorbire i crediti scoperti degli istituti bancari in difficolt. La crisi bancaria tocc il suo culmine con lo scandalo della Banca romana : venne avviato quindi il riordino del settore imperniato sulla fondazione della Banca dItalia lunica che poteva emettere nuova liquidit sul mercato. Nacquero nel nuovo sistema le cosiddette banche miste (n finanziarie n di emissione), banche di deposito orientate al credito a breve, medio e lungo termine di una vastissima clientela. Esse raccoglievano i capitali privati che venivano utilizzati per il finanziamento delle industrie. LE RIPERCUSSIONI SOCIALI DELLA CRISI La situazioni di crisi aveva aggravato le condizioni di vita di operai e contadini. La politica colonialista comport un ulteriore inasprimento del sistema fiscale, pesando sui lavoratori. Il malcontento ben presto sfocio in rivolte sia nelle campagne che nelle citt: Nel Ferrarese: 200 mila braccianti si rivoltarono ->migliori salarienon disoccupazione. Nelle citt: Tumulti contro il rialzo del prezzo del pane. Antonio di Rudin (successore di Crispi) ordin di sparare cannonate sulla folla in tumulto a Milano (epicentro delle lotte operaie). Scena in decorosa. La forza pubblica arrest i dirigenti socialisti e anche alcuni esponenti cattolici che avevano aderito alle iniziative popolari. Il parlamento stava per cadere, infatti la corte, i militari e molti deputati si aspettavano una svolta autoritaria che limitasse la libert di stampa e di associazione,riportando il potere dal parlamento al re, cos come voleva la legislazione. Luigi Pelloux (successore di Rudin)propose un progetto per realizzare queste volont, ma esso fu bocciato dal parlamento.

LE ELEZIONI DEL 1900 E LA SCONFITTA DEL FRONTE AUTORITARIO Nelle elezioni del 1900 la maggioranza fu ottenuta dallopposizione (chi voleva un maggior potere del parlamento) perch: Lazione delle minoranze(sindacali e socialiste). Politica estera fallimentare. Divisioni allinterno dello stesso fronte moderato (nacque una parte pi vicina allindustria leggera, sindacati e socialisti. Il nuovo re Umberto I fu assassinato nel 1900 e succeduto da V. Emanuele III che nomino primo ministro Giuseppe Zanardelli. Egli abol le norme restrittive del diritto di associazione per i lavoratori e si fece promotore di una pi organica legislazione sociale. Il programma liberal-democratico di Giolitti UNA STAGIONE DI RIFORMISMO SOCIALE: ZANARDELLI E GIOLITTI Era impossibile opporsi allazione politica e sociale dei lavoratori attraverso una politica reazionaria.Per questo Zanardelli intendeva risolvere questi conflitti sociali attraverso: Linserimento dei ceti subalterni nella vita politica. Lattuazione di un riformismo sociale. Questo piano politico fu mantenuto anche dal successore di Zanardelli: Giolitti (entriamo nellet giolittiana). Egli era nato da famiglia borghese impiegatizia percorrendo tutti i gradi della carriera statale. Nellanno in cui venne eletto deputato per la sinistra si era avvicinato a Crispi e tra il1892/3 fu primo ministro, ma si dimesse per il coinvolgimento nello scandalo della Banca Romana. Cos abbandona Crispi e diventa capo della Sinistra costituzionale. Egli fond la sua politica nel tentativo di conciliare gli interessi della borghesia industriale e le aspirazioni del proletariato urbano e agricolo. E quindi: Cerca di associarsi al governo Filippo Turati (socialista riformista). Promosse leggi a tutela del lavoro (donne, bambini, infortuni e vecchiaia). Cre comitati consultivi per lemigrazione e per il lavoro. Diede nuovo slancio al settore dei lavori pubblici. Lavoratori (socialisti e cattolici) furono ammessi alle gare dappalto. LE CONVERGENZE POLITICHE TRA GIOLITTI E I SOCIALISTI Il nuovo governo era la voce delle aristocrazie operaie, ovvero i lavoratori le cui condizioni erano migliori per reddito e tenore di vita della maggior parte del proletariato: essi avevano diritto al voto. Questa lite costituiva anche la base sociale dellazione riformista di Turati, in cui trovava le maggiori adesioni. Ci permise una convergenza tra Giolitti e Turati: sempre teorica. Dato il fatto che i ceti pi bassi del proletariato rimanevano ignorati, si costituirono due correnti: Minimalista: si proponeva di raggiungere il programma minimo, ovvero di ottenere riforme per migliorare la vita sociale degli operai in accordo con il governo Massimalista: Si proponeva di raggiungere il programma massimo, ovvero ottenere la rivoluzione sociale. Nel 1904 in un primo momento i massimalisti ottengono la maggioranza, ma poi la riperdono poco dopo.

Il grande balzo industriale I SETTORI CHIAVE DELLO SVILUPPO ECONOMICO Nel periodo di ripresa economica anche lItalia vede i suoi miglioramenti: 1.Incremento della produzione industriale(settore tessile, cotoniero, meccanico, siderurgico e chimico).

2. Aumento delle importazioni(cotone greggio, carbone, ghisa, acciaio). 3. Ci fu un vero e proprio potenziamento ed espansione delle industrie italiane (Fiat, Lancia, Olivetti). 4. Trasformazione dellorganizzazione societaria delle imprese: le societ per azioni(modello organizzativo delle industrie). 5. Diffusione nelle attivit direttamente produttive delle societ per azioni, che moltiplicano.Questo fenomeno il risultato di due processi: Il capitale azionario cominci ad orientarsi verso i settori pi moderni del sistema industriale. Il capitale impersonale cominci ad orientarsi verso la grande fabbrica meccanizzata, trasformandola alla radice. La figura del padrone-capitano dindustria sostituita da quella del capitalista imprenditore detentore di pacchetti azionari. IL SETTORE SIDERURGICO E LA MECCANICA PESANTE Attraverso lutilizzo di tecnologie avanzate le nuove industrie siderurgiche, fondate sui trust (associazioni tra pi industrie e/o imprese)aumentarono di molto la produzione di ghisa e acciaio attraverso la lavorazione del ferro estratto dallisola dElba (permesso dallo stato).Esistevano anche alcuni impianti siderurgici meno tecnologici basati sulla trasformazione del rottame. Gli incarichi pubblici promosserol industria meccanica pesante per la costruzione di navi e rotaie. Le industrie ebbero uno sviluppo incredibile ma con qualche deficit: Soddisfavano solamente la domanda pubblica ignorando quella di macchinari e attrezzature soddisfatta dagli stranieri. UN APPARATO INDUSTRIALE POCO ORIENTATO AL MERCATO INTERNO Lapparato industriale italiano era poco orientato al mercato interno. Caratteristico di questo il caso dell industria saccarifera . Essa si basava sulla produzione della barbabietola da zucchero (che conobbe in seguito alla crisi una diffusione grazie ad una accelerata specializzazione delle coltivazioni industriali). Una serie di aziende di trasformazione di unirono nella Unione zuccheri al fine di trasformare la grande produzione di barbabietola in vero zucchero. A questo punto invece di diffondere il consumo dello zucchero a basso prezzo, cerc di alzare i prezzi il pi possibile imponendo altissime barriere doganali. Tuttavia al mercato interno davano importanza gli industriali che si lanciarono nella produzione di nuovi beni (prima sconosciuti), con lo scopo di raggiungere prezzi sempre pi bassi grazie allinnovazione tecnologica e lorganizzazione del lavoro. LINDUSTRIA CHIMICA E IL NUOVO RAMO DELLINDUSTRIA IDROELETTRICA Lindustria chimica, esclusa la Pirelli, era dominata dalla Montecatini (fondata sulla produzione di concimi) che riusc a battere la concorrenzastraniera. Mentre nei settori della sintesi delle materie organiche la Germania dominava. Lindustria idroelettrica, in cui lItalia assunse una posizione di assoluto primario, conobbe un incremento produttivo gigantesco. La produzione di energia(2500 milioni di kw) era impiegata negli impianti industriali, nellilluminazione cittadina e nella trazione sostituendo il vapore e la forza motrice idraulica. Lo stato agevol lo sviluppo di questindustria: Cedendo con basse tassazioni le risorse idriche del paese. Formulando un apposito quadro legislativo per il trasporto dellenergia. E anche linvestimento dei capitali stranieri giov a questo settore. Il mercato fu rapidamente monopolizzato da poche imprese. GLI ISTITUTI BANCARI Tutte le industrie dei vari settori finora elencate facevano riferimento a quel reticolo di banche miste costituitosi in seguito alla crisi bancaria.Queste banche diventarono cos leffettiva struttura di comando dellindustria italiana andando a costituire ilmezzo tra il capitale finanziario, le grandi imprese e lo stato: capitalismo italiano . I FENOMENI DEMOGRAFICI LEGATI ALLINDUSTRIALIZZAZIONE Urbanesimo: A causa della crescita delle citt e la tendenza della popolazione a trasferirsi nei centri urbani.

Ridefinizione dellaspetto urbano: centro cittadino(sede del sistema economico: banche, borsa uffici ecc)quartieri residenziali(dove viveva la popolazione)periferia e quartieri popolari(dove avevano sede le industrie, e viveva la popolazione ammassata, in dimore sovraffollate, in condizioni igieniche scarse senza servici sociali ecc: ghetti). IL RIFORMISMO AUTORITARIO DI SIDNEY SONNINO Lindustrializzazione alimentava quindi la crescita del proletariato di fabbrica, e ci portava il Psi a rafforzarsi nonostante i suoi conflitti interni tra massimalisti e minimalisti. Sidney Sonnino (successore di Giolitti) mantenne la politica di Giolitti, pur essendo il capo dellala conservatrice del liberalismo italiano. Sidney punt a concordare le riforme con le forze sociali interessate. Puntava ad un modello di riforme gestite direttamente dal governo che trasformino il partito liberale in un moderno partito di massa conservatrice. Riformismo in chiave antisocialista e funzionale ad unorganizzazione di conservatorismo sociale.

Dualismo economico e politica di potenza IL MEZZOGIORNO TRA ARRETRATEZZA ED EMIGRAZIONE Lazione politica di Giolitti si limit a: Promuovere il decollo dellindustria italiana. Tutelando solo quei lavoratori particolarmente combattivi situati al nord. Il Mezzogiorno in seguito al protezionismo doganale: Vide peggiorare ancora la propria economia in quanto fu ostacolata lesportazione internazionale dei prodotti agricoli sovrabbondanti quali olio e vino. Abbattersi su di esso leruzione del Vesuvio e il terremoto che colpi Messina e Reggio Calabria. Le opere effettuate da Giolitti non furono sufficienti, in quanto era necessario un vero e proprio processo di modernizzazione e industrializzazione. Questa situazione darretratezza fece nascere il fenomeno dell Emigrazione che divenne impressionante nei primi anni del Novecento: milioni di emigrati. Questa la spia pi evidente della crisi provocata dalla rivoluzione industriale. Naturalmente chi emigrava era gente povera, analfabeta spinta a questo gesto per la fame e la disoccupazione. La politica giolittiana non faceva che accentuare il divario tra nord e sud, operando anche la corruzione a livello politico per assicurarsi appoggi e consensi. Gaetano Salvemini che lo denunci per i suoi reati. LE SPINTE AL COLONIALISMO E LIMPRESA DI LIBIA Politica estera. Dopo aver stipulato una serie di accordi con Francia ed Inghilterra lItalia si dedic alla spedizione in Libia. Questa spedizione era sostenuta da unondata di nazionalismoe dalle pressione di gruppi economici che avevano gi investito in quei territori. La battaglia fu molto dura a causa della forte resistenza. Cos gli italiani spostarono la guerra nellEgeo e forzando per lo stretto dei Dardanelli tentarono di occupare Instanbul. LItalia vince e ottiene la Libia . LE RIPERCUSSIONI POLITICHE DELL IMPRESA LIBICA La strategia politica di Giolitti aveva finora ottenuto effetti positivi sui socialisti, radicali e repubblicani. Inoltre aveva comportatola perdita di potere e la rottura interna del Psi (massimalismi e minimalisti). Dopo la guerra in Libia tuttavia esso si scinde in: Gruppo riformista di destra: Favorevole alla missione in Libia (progressismo coloniale).Leonida Bissolati. Questo movimento, in seguito allimpresa libica, si era costituito come un gruppo di pressione con propri strumenti di propaganda. Estrema sinistra massimalista: Orient in senso rivoluzionario lazione del partito. Benito Mussolini. Cos il compromesso giolittiano viene a mancare: destabilizzazione della vita interna italiana. La fine del compromesso giolittiano

LA RIFORMA ELETTORALE E IL PATTO GENTILONI Nonostante la divisione presente al suo interno il Psi sembrava comunque ancora molto forte e in grado di imporsi anche sul piano elettorale, soprattutto dopo che nel 1912, venne approvata una riforma elettorale che aveva sancito il suffragio universale maschile: quindi il diritto di voto venne esteso a tutti i cittadini maschi dai 30 in su e anche ai cittadini maschi che avevano compiuto 21det , alla condizione che sapessero leggere e scrivere o che avessero prestato servizio militare. Il numero degli elettori arriv a otto milioni e per questo si temeva la possibile vittoria dei socialisti. Per evitare ci, Giolitti cerc lappoggio dei cattolici conservatori, ovvero quelli che avevano violato il non expedit del papa e avevano fondato lUnione elettorale cattolica, guidata da Vincenzo Gentiloni. Giolitti stipul un patto con Gentiloni, attraverso cui i cattolici promettevano di sostenere d votare i candidati della maggioranza liberale. Il cosiddetto patto gentiloni quindi,sanciva lingresso dei cattolici nella politica. Anche lenciclica papale conosciuta come il Rerum novarum, era risultata molto significativa , in quanto aveva smosso liniziativa sociale dei cattolici. Nel 1901 il sacerdote Murri, aveva fondato un movimento politico cattolico di ispirazione democratica , chiamato democrazia cristiana , questo rappresent il primo tentativo di inserire i cattolici nella sfera politica. Successivamente, un altro sacerdote, il siciliano Luigi Sturzo, propose la creazione di un moderno partito cattolico, democratico. LE ELEZIONI DEL 1913 E LA SVOLTA CONSERVATRICE: Nel 1913 alle elezioni, si verific lavanzata dei socialisti e anche laffermazione dei candidati cattolici nelle liste del Partito liberale. Dalla consultazione risultava evidente una pericolosa situazione di stallo; le forze popolari, nonostante il grande successo elettorale non erano riuscite ad esprimere un definito programma politico; le forze liberali non si erano dimostrate in grado di saper governare un paese , che ormai era totalmente cambiato nellarco di cinquanta anni. Grazie al patto Gentiloni , invece Giolitti poteva contare su una grande maggioranza parlamentare , ma nonostante ci ormai egli era comunque condizionato dalla presenza dei conservatori nellesecutivo e nella maggioranza parlamentare. Infatti la maggiorana parlamentare di Giolitti era costituita anche da uomini provenienti dal cattolicesimo conservatore e dalla destra del liberalismo, che rappresentavano gli interessi degli agrari e degli industriali. Nonostante i socialisti avessero conquistato 78 seggi, allinterno della politica del governo si stava creando un disfacimento. Giolitti era prigioniero delle forze conservatrici di cui lui stesso aveva cercato lappoggio soprattutto in funzione antisocialista, cosi egli decise di allontanarsi per un breve tempo dalla guida del governo, pensando di poter comunque controllare le manovre del governo e rientrarvi nel momento pi opportuno. Nel 1914 infatti fu Salandra ottenne la presidenza del consiglio. Le tendenze pi reazionarie , vennero allo scoperto durante la settimana rossa, scatenatasi inseguito agli scontri che avvennero ad Ancona, in cui gli anarchici avevano organizzato una manifestazione antimilitarista per il giorno dello statuto. a causa dellincapacit del servizio dordine, la manifestazione fini con la morte di tre dimostranti. Si verificarono anche moti violenti nelle Marche e in Romagna, ad opera di anarchici, socialisti e repubblicani. Il governo per risolvere questa situazione applic una dura politica repressiva, utilizzando piu di centomila soldati. A causasi questi disordini che avevano sconvolto la societ italiana, Giolitti non fui in gradi di riprendere le redini del governo.

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