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La membrana plasmatica ci che delimita fisicamente lambiente intracellulare da quello esterno.

. Essa composta da due regioni elettrondense che si rivelarono di fosfolipidi e colesterolo, e una regione traslucida centrale, uno spazio tra le due in cui interagivano le code dei fosfolipidi. Inoltre allinterno sono intercalate proteine che possono essere di membrana o proteine interagenti con le teste polari dei fosfolipidi. La composizione dei due strati variabile e non stabile nemmeno allinterno della stessa molecola. Il modello del tipo trilaminare a mosaico, le proteine possono essere del tipo intrinseco e sono come iceberg dotati di una certa capacit di movimento laterale, o come proteine estrinseche che creano legami deboli con lesterno rotolando per via dellagitazione termica. Il 40% della membrana composta da lipidi. Abbiamo fosfolipidi formati da un corpo centrale di glicerolo esterificato con legame fosforico a unaltra molecola, di solito un alcol o un amminoalcol, che ne costituisce la testa polare e due catene di acidi grassi la parte apolare. Altri sono formati da sfingosina, esterificata a fosforilcolina e due catene carboniose. Abbiamo inoltre glicolipidi che si dividono in cerebrosidi e gangliosidi a seconda di quante molecole di zucchero sono legate alla catena lipidica. Le caratteristiche dei fosfolipidi sono lessere antipatici e avere catene sature/insature che possono variare insieme al colesterolo la capacit di fluidit della membrana. chiaro che una catena satura irrigidisce la membrana alzando la temperatura alla quale la si pu fluidificare. Per quanto riguarda le proteine esse occupano il 60% della membrana plasmatica. importante identificare il meccanismo con cui le proteine si inseriscono e interagiscono con la membrana. Esse sono molecole globulari dotate di un core che interagisce con la membrana plasmatica esponendo aminoacidi idrofobici in modo che la conformazione scelta risulti quella a minor dispendio energetico, chiaro che modificando lassetto aminoacidico che la cellula vede, la proteina interagir con il bilayer diversamente e tender a muoversi o meno, in profondit o lateralmente (come la rodopsina). Molto spesso per i movimenti delle proteine intrinseche sono legati allinterazione con il citoscheletro, specie se queste sono glicoproteine recettoriali, o anche alle giunzioni che interessano le superfici cellulari. Linterazione di proteine, membrana e citoscheletro ci induce ancora di pi a immaginare la membrana non come un ambiente statico e unitario, ma composto da domini in cui si ha lattivazione di determinate proteine capaci di svolgere una certa funzione. Infine ci sono i glucidi: i glucidi sono legati come catene oligosaccaridi che o alle proteine o ai lipidi. I glucidi che partecipano alla formazione della membrana sono composti da relativamente pochi zuccheri. Negli eritrociti abbiamo una grandissima quantit di glucidi che sono formati da N acetilglucosamina, e galattosamina, e galattosio e acido sialico, laltra met dei loro zuccheri di catene di 8-12 amminoacidi. Le glicoproteine prendono parte ai fenomeni di interazione cellulare, di adesione e riconoscimento, di immunit e di clustering con linternalizzazione. Abbiamo anche i proteoglicani, e i glicolipidi. La possibilit nonostante siano pochi gli zuccheri a interagire con la membrana di formare catene ramificate e varie porta a rendere unica e specifica la cellula di un determinato tessuto rispetto alle altre. Con il microscopio elettronico si osserva che la superficie cellulare presenta una coltre di materiale lanuginoso che pare svolgere tantissime funzioni ed essere composto dalla percentuale glucidica che sporge dalla membrana dalle p integrali, e interagisce con alcune proteine esterne della matrice extracellulare. Questo il glicocalice, ed ha spessore variabile e tantissime funzioni tra le quali: permette il riconoscimento del s e del non s, favorisce ladesione, la migrazione cellulare, fornisce una protezione dallambiente esterno, responsabile del mantenimento di una certa carica elettrica (vedi i globuli rossi), possiede anche enzimi. La cellula capace di riconoscere e aderire a cellule della stessa specie, o anche alla matrice. Per farlo esistono dei complessi giunzionali specifici, oppure delle proteine particolari calcio dipendenti o calcio indipendenti che mediano ladesione e si pensa siano poi alla base delladesivit giunzionale: abbiamo tra quelle calcio dipendenti le glicoproteine della famiglia delle caderine. Esse sono proteine globulari

intercalate del bi-layer munite di un dominio citoplasmatico con il quale mediante una proteine adattatrice come lalfa actinina legano i microfilamenti di actina, una parte ad elica che attraversa il doppio strato e un dominio esterno che si lega, in presenza di calcio, a unaltra caderina. Ladesione indiretta cellula matrice mediata invece da etero dimeri particolari formati da una parte citoplasmatica, un tratto nella membrana e un dominio con cui possono interagire con proteine tipiche della matrice (integrine, o recettori) in particolare con la fibronectina, che essendo ricca di oligosaccaridi ha anche affinit per i proteoglicani della matrice esterna, e funge da ponte tra la cellula e il resto dellambiente. Per quanto riguarda le caratteristiche fisiche e chimiche della membrana, diciamo che solo gli elettroliti e le piccole molecole non polari possono attraversarla passivamente per diffusione, ossia per agitazione termica muovendosi da una zona a maggiore concentrazione a una a minore concentrazione. Se le due soluzioni sono a differente concentrazione e ci troviamo in una membrana semipermeabile, sar il solvente a muoversi da un ambiente allaltro fino a portare le concentrazioni allo stesso livello. La membrana semipermeabile ma permette anche trasporti di particelle differenti dal solvente. Per quanto riguarda il trasporto passivo, parliamo della possibilit della cellula di internalizzare solo in base alla differenza di concentrazione tra interno e esterno determinate molecole. In alcuni casi sono necessarie delle permeasi, particolari trasportatori ad esempio per il glucosio che raggiungono lattivit massima quando esso si trova in grande quantit allesterno della cellula, fino al punto di saturazione. Per gli ioni dotati di carica elettrica, per quanto siano piccoli, essi necessitano il passaggio in canali proteici dove non necessaria linterazione con le proteine, essi attraversano il doppio strato lipidico grazie alla differenza di concentrazione o di potenziale. I canali solitamente sono chiusi e vengono aperti o per una interazione con il ligando, o per stimolazione meccanica, o per variazione del voltaggio tra interno e esterno. Per quanto riguarda il trasporto attivo, invece permette il passaggio di molecole che sono presenti in alta concentrazione allinterno del doppio strato lipidico quando viene spesa energia di attivazione per permetterne il passaggio. Lenergia ricavata dallidrolisi dellATP, il trasportatore che media il fenomeno definito pompa e pu avere la caratteristica di trasportare un solo ione/molecola per volta (uniporto) o trasportare contemporaneamente due molecole diverse che possono andare nella stessa direzione (simporto) o in direzioni contrarie (antiporto). Un esempio di antiporto la pompa sodio potassio. Mediante lidrolisi di ATP il sodio viene cacciato dallinterno allesterno (2 ioni alla volta) e il potassio da esterno a interno, nonostante per concentrazione dovrebbero diffondere passivamente in maniera totalmente opposta. Un esempio di trasporto attivo secondario si ha quando lenergia viene usata per favorire il passaggio di una sostanza preliminare che induce lentrata del materiale che ci interessa (Na/glucosio). Le cariche ioniche allnterno o allesterno della membrana sono disposte in modo diverso. Allinterno la cellula presenta proteine polianioniche che impediscono lentrata di ioni negativi e favoriscono lentrata di potassio e di sodio. Tuttavia la pompa sodio potassio si premura nellaumentare la concentrazione di potassio e diminuire quella di sodio, generando una differenza di concentrazione tra esterno e interno delle due sostanze, inoltre il potassio ha dei canali che gli permettono di fluire passivamente per via del gradiente di concentrazione dallinterno allesterno fino a stabilire una concentrazione pari tra i due versanti della membrana. Questo per rende lambiente interno pi negativo dellesterno, con un potenziale di -75 mV. Un altro metodo che hanno le cellule per comunicare tra loro consiste nellinterazione tra un recettore e un trasduttore, a cui segue la diffusione di una molecola o secondo messaggero capace di muoversi nellambiente citoplasmatico e attivare a sua volta altre proteine enzimatiche particolari in grado di

generare una risposta. Uno dei meccanismi di trasduzione quello basato sulla famiglia delle proteine G delle GTPasi capaci di scindere GTP in GDP favorendo la liberazione del secondo messaggero. Quando il recettore ad esempio delladrenalina si lega alladrenalina, nel recettore avviene una modificazione conformazionale che porta alla liberazione dopo idrolisi della proteina G. essa va ad attivare un enzima, ladenilato ciclasi che trasforma latp in amp ciclico capace di attivare svariati enzimi tra quali le chinasi A. Ladrenalina provoca per sia vasocostrizione che bronco dilatazione: questo possibile perch pu legarsi a svariate proteine G che possono attivare o inibire la risposta allinterno della cellula. Le cellule comunicano mediante particolari giunzioni, che impediscono o meno lentrata di determinate sostanze allinterno dellambiente cellulare. Tra le cellule sempre presente una determinata porzione di matrice, allinterno della quale scorre il liquido interstiziale che favorisce gli scambi metabolici. Inoltre, ladesione comporta una determinata concentrazione di calcio, quando essa viene meno si ha il distacco tra le due cellule. Le giunzioni cellulari possono essere essenzialmente di due tipi: giunzioni a zonulae o a maculae. Le prime sono del tipo che interessano una vasta porzione della cellula, come la superficie apicale, o laterale, le seconde invece si interessano solo di una certa percentuale della cellula, possono essere stabili come nel caso dei desmosomi, o essere labili come le placche di adesione che si modificano con la motilit cellulare. Possiamo dividere le giunzioni in tre gruppi: OCCLUDENTI (tight e leaky), ADERENTI: le fasce aderenti, desmosomi, emidesmosomi, e plascche di adesione , SERRATE: gap junctions. Nelle cellule epiteliali si realizzano particolari complessi di giunzione: la superficie apicale occupata dalle occludenti, si procede lateralmente con fasce aderenti rinsaldate anche dai desmosomi. (lume intestinale ad esempio) e poi le giunzioni serrate. Le giunzioni occludenti sono un particolare tipo di giunzione in cui le cellule si affrontano con tutta la membrana fino a richiudere completamente lo spazio interposto. Queste interessano solitamente la superficie libera apicale/laterale della cellula, e per rendere pi stretta ladesione si osservato che potrebbero esserci dei contatti focali stabiliti da proteine in fila longitudinale, di cui per non si conosce bene ladesione. In numero di adesioni focali della giunzione pu renderle pi lasse o pi strette, come nel caso delle cellule endoteliali dellencefalo dove le giunzioni occludenti costituiscono la barriera ematoencefalica, le giunzioni occludenti inoltre impediscono la penetrazione di materiali dalla superficie basolaterale o apicale, tengono in registro le proteine, in particolare i traportatori che non diffondono ma mantengono la loro posizione per svolgere bene la loro funzione. Le fasce aderenti seguono quelle occludenti, interessandosi della superficie laterale della cellula. Nelle fasce aderenti si assiste allinterazione tra le caderine, proteine trans membrana capaci di interagire con loro omologhe in cellule dello stesso tessuto, e con i microfilamenti di actina, che corrono paralleli alla superficie laterale della cellula e vengono raggruppati in fibre di diametro superiore da una proteina, lalfa actinina. Mediante essa la caderina interagisce con lactina e con la sua omologa, anche se lo spazio tra le due cellule resta di 15-20 nanometri. Lactina si collega inoltre con lintreccio terminale superiore (terminal web) , le fasce aderenti formano con le occludenti il quadro di chiusura della cellula. I desmosomi fanno parte delle giunzioni aderenti, ma sono maculae limitate in punti specifici della superficie laterale della cellula, e si interessano di orientare i filamenti intermedi. Vediamo che il desmosoma pu essere immaginato come una placca composta da materiale proteico orientato in un senso a intercettare i tono filamenti, e nellaltro a interagire mediante particolari caderine, con una seconda

placca emidesmosomica, quindi il desmosoma un complesso che si realizza tra due cellule, e nello spazio tra esse interposto si pu trovare del materiale filamentoso che pu addensarsi a costituire la linea intermedia. I tono filamenti convergono verso la placca ellittica del desmosoma (placca ancoraggio) si ripiegano ad ansa, in modo che le forze vengano distribuite equamente. Lo spazio tra una placca e laltra di 30 nm. Le proteine che interagiscono con i filamenti intermedi sono le placo globine e le desmoplachine, mentre quelle che si trovano a ponte nel film della membrana sono le desmocolline e desmogleine, tipiche sempre delle caderine. I desmosomi sono sensibili al calcio, permettono il passaggio dei fluidi, hanno la funzione di trasdurre e equilibrare le forze di tensione delle cellule. Una malattia che si ha quando il desmosoma non costituito bene il pemfigo, le cellule epiteliali si staccano perch si producono autoanticorpi contro le desmogleine, risulta compromessa tra i cheratinociti ladesione. Gli emidesmosomi interessano le superfici basali della cellula, e sono delle placche simili a un mezzo desmosoma in cui i filamenti intermedi associati in tono filamenti interagiscono con la matrice mediante linterposizione di proteine. Ci sono quindi integrine che interagiscono con la matrice con fibronectina e collagene, e desmoplachine che legano i filamenti intermedi e che legano le integrine. Le placche di attacco sono un altro tipo di giunzione aderente che potremmo definire meglio come contatto focale. Questo perch la placca si realizza ogni volta che una cellula interessata al fenomeno di motilit quando devono aderire per un attimo alla matrice, riorganizzare il citoscheletro e muoversi ulteriormente. Si osserva che ci sono quindi aree specializzate dove sono i filamenti di actina, legati dallalfa actinina e da altre proteine capaci di legare actina come tensina e HA1 , a legare la matrice extracellulare. Come avviene: osserviamo in queste aree presenza anche di tensina, vincolina e integrine. La vincolina non abile nel legare lactina, ma lega bene lalfa actinina e la tensina, a sua volta la talina riesce a legare la vincolina e le integrine, che legano la matrice. Il modello delle placche di attacco basato proprio sulla maggiore o minore capacit di interazione tra le varie molecole che compongono la placca. Giunzioni serrate: si osservato che ci sono cellule che una volta separate smettono funzioni tipiche del loro metabolismo, della trascrizione e della sintesi proteica. Si osservato con il freeze etching che ci sono aree particolari della membrana in cui avviene la comunicazione ionica tra due cellule interconnesse e dove lo spazio tra le due si riduce a circa 4 nm. La giunzione sembra essere costituita da un aggregato poligonale di particolari proteine che protrudono nel versante citoplasmatico della membrana mentre formano incavi nel versante esterno della membrana stessa. Si presenta come una placca distinta dalle regioni non giunzionali dove non si assiste sul versante citoplasmatico a tanto ordine tra le proteine. Le proteine che si trovano sul versante citoplasmatico sono globulari e disposte in modo ordinato a distanza di 10 nm, hanno struttura esagonale che delimitano un piccolo canale centrale di 1.5 nanometri. Le particelle che costituiscono lemicanale sono le connessine, i connessioni si ottengono dallunione tra le connessine speculari, il canale idrofilo e permette il passaggio di particelle fino a 1000 dalton. Le connessine che possono venire espresse da un individuo sono variabili, ma tra specie nello stesso tessuto c un altro grado di conservazione. Sono strutture non stabili si osservano quando necessaria una interazione con cellule vicine, e si trovano tra i miocardio citi, dove sono presenti la membrana ha una soglia di eccitabilit minore, non sono sempre aperte ma oscillano da un grado di apertura e uno di chiusura regolando il flusso degli ioni. Questo perch anche le connessine vengono regolate dalla concentrazione del calcio, quando esso aumenta le connessine si chiudono. Anche il ph acido chiude le connessine. Le giunzioni serrate sembra che non solo permettano il traporto di elettroliti e metaboliti ma che influenzino anche la crescita cellulare (embrione si sviluppano, e nelle cellule tumorali si modificano) inoltre permettono una contrazione

sincrona e la propagazione dellimpulso sinaptico nel neurone, mentre nel muscolo miocardico e liscio la contrazione, in quello scheletrico non sono necessarie (innervazione capillare).

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